VII. MATERIALI. di materiale raccolte, dalla ceramica ai reperti litici, metallici, numismatici,

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1 VII. MATERIALI 1. METODO DI SCHEDATURA I materiali raccolti durante le campagne topografiche sono stati catalogati in un apposito data base, lo stesso adottato nelle altre ricerche sulla provincia di Siena, elaborato per il progetto Carta Archeologica 1. Su questo tipo di scheda sono convogliate tutte le tipologie di materiale raccolte, dalla ceramica ai reperti litici, metallici, numismatici, osteologici. La schedatura non ha in nessun caso riguardato analisi archeometriche, si è svolta utilizzando parametri macroscopici di valutazione. Le tavole che seguiranno sono presentate in parte come tipologia, in parte come catalogo completo delle forme individuate, specialmente per quelle classi meno rappresentate per le quali il rinvenimento può essere anche di un unicum. Il catalogo comprende manufatti che vanno dal Paleolitico al Basso Medioevo. 1.1 CERAMICA Classificazione degli impasti Ogni frammento raccolto è stato catalogato seguendo una scaletta di distinzione basata su varie caratteristiche. Uno dei parametri più utili risulta l impasto, cioè lo stato attuale nel quale si presenta l argilla sottoposta a cottura 2. La griglia di riferimento per gli impasti è stata creata seguendo criteri prestabiliti, tentando di ovviare il più possibile valutazioni soggettive e cercando di superare l assenza di specifiche analisi di laboratorio. La distinzione degli impasti si è basata sui seguenti fattori: Colore determinato empiricamente, senza il supporto di uno schema di colori prestabiliti (per esempio la Tavola di Munsell 3, privilegiando l estrema varietà di sfumature acquisite dai frammenti sia per effetto della cottura sia per le condizioni di giacitura in superficie. per questo campo è stata utilizzata la seguente scaletta: quantità: scarsa, media, abbondante; tipo: il tipo di minerale presente nell impasto; grandezza: molto fine, fine, media, grande, molto grande (la scansione va da meno di 1 mm a più di 2 mm). Porosità questo campo ha compreso due voci: poroso, considerando pori fini o grandi e compatto, cioè con assenza di pori nell impasto. Durezza le voci utilizzate per questo elemento sono quelle della scala di Mohs. morbido: impasto che può essere scalfito con l unghia (1-2); duro, impasto che può essere scalfito dalla lama del coltello (3-4); molto duro: impasto a fatica scalfibile con il coltello (5); durissimo: impasto quasi metallico non scalfibile (6). 1 Software utilizzato File Maker pro. La struttura dello schedario più nel dettaglio è spiegata in CAMPANA, 2001, p In breve sintesi gli elementi principali della scheda sono: sito, UT, anno di rinvenimento, periodo, fase, numero di inventario e di disegno, classe, forma, impasto, trattamento superfici, tecnica di lavorazione, pezzo (parete, bordo ecc.) e numero di frammenti, osservazioni, bibliografia di confronto. 2 Sull importanza dell utilizzo della discriminante fisica della materia di base dei frammenti, OLCESE, 1993, p MUNSELL, Frattura le voci utilizzate sono state: netta, regolare, irregolare, a scaglie, frastagliata. Atmosfera di cottura abbiamo distinto fra il tipo di cottura ossidante (ricca di ossigeno) e riducente (povera di ossigeno). Una buona cottura che permette la giusta ossidazione degli ossidi di ferro, in genere presenti nell argilla, determina una colorazione oscillante tra il giallo tenue e il rosato più o meno intenso. Un ambiente ossidante (dove si crea una eccessiva combustione delle sostanze organiche presenti nell argilla) determina delle colorazioni tendenti al rosso. Al contrario un atmosfera riducente (povera di ossigeno) determina colorazioni tendenti al grigio-nero 4. Impasto 1 Colore rosato-arancio in superficie, grigio in sezione. quantità media; tipo quarzo, calcite, poca mica, altri non id.; grandezza molto fine e fine. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa della colorazione grigia interna (sostanze rimaste incombuste). Impasto 2 Colore nero in superficie, nero in sezione. quantità molta; tipo poco quarzo, poca mica, molta calcite; grandezza molto fine e fine. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura riducente. Impasto 3 Colore beige in superficie esterna, grigio scuro in superficie interna, marrone chiaro e grigio scuro in sezione. quantità poca; tipo quarzo, poca mica; grandezza molto fine. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. 4 CUOMO DI CAPRIO, 1994, pp. 153, 154. Per la definizione delle diverse atmosfere di cottura, PICON,

2 Impasto 4 Colore arancio acceso in superficie, netta striscia marrone chiaro in sezione. quantità media; tipo calcite, poco quarzo; grandezza media. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa della striscia marrone chiaro interna (sostanze rimaste incombuste). Impasto 5 Colore arancio chiaro in superficie, striscia nocciola in sezione. quantità media; tipo quarzo, pochissima calcite, pochissima mica, altri non id.; grandezza fine. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa della striscia nocciola interna (sostanze rimaste incombuste). Impasto 6 Colore arancio vivo in superficie, due bande nocciola, che racchiudono un cuore grigio in sezione. quantità poca; tipo quarzo, calcite; grandezza media. Durezza duro (3-4). Frattura regolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa della banda nocciola e grigia interna (sostanze rimaste incombuste). Impasto 7 Colore grigio chiaro in superficie, grigio chiaro in sezione. quantità media; tipo quarzo, calcite, altri non id.; grandezza fine e media. Durezza duro (3-4). Frattura regolare. Atmosfera di cottura riducente. Impasto 8 Colore marrone chiaro in superficie esterna, bruno quasi nero in superficie interna, marrone chiaro e bruno in sezione. quantità molta; tipo quarzo, calcite, mica, altri non id.; grandezza molto fine, fine e media. Durezza duro (3-4). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. Impasto 9 Colore arancio in superficie, arancio in sezione. quantità media; tipo quarzo, calcite, pochissima mica, altri non id.; grandezza fine e media. Durezza morbido (1-2). Frattura regolare. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 10 Colore arancio acceso in superficie, arancio acceso in sezione. quantità poca; tipo quarzo, calcite, pochissima mica; grandezza molto fine. Durezza duro (3-4). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 11 Colore arancio rosato in superficie, grigio in sezione. quantità poca; tipo molto quarzo, poca calcite, pochissima mica; grandezza molto fine e media. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa dell anima grigia interna (sostanze rimaste incombuste). Impasto 12 Colore arancio pallido in superficie, arancio pallido in sezione. quantità molta; tipo quarzo, calcite, mica, altri non id.; grandezza molto fine, fine, media e grande. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 13 Colore beige in superficie, nero in sezione. quantità media; tipo pochissimo quarzo, ghiaie ; grandezza molto fine e media. Durezza duro (3-4). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa dell anima nera interna (sostanze rimaste incombuste). 214

3 Impasto 14 Colore beige rosato in superficie, beige rosato in sezione. quantità poca; tipo quarzo, calcite; grandezza molto fine. Durezza morbido (1-2). Frattura regolare. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 15 Colore arancio in superficie, arancio in sezione. quantità media; tipo quarzo, calcite, mica; grandezza molto fine. Porosità compatto. Durezza duro (3-4). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 16 Colore rosato in superficie, rosato in sezione. quantità media; tipo calcite, chamotte; grandezza media e grande. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 17 Colore grigio-nero in superficie, grigio-nero in sezione. quantità poca; tipo quarzo, pochissima mica; grandezza molto fine e fine. Durezza morbido (1-2). Frattura regolare. Atmosfera di cottura riducente. Impasto 18 Colore beige rosato in superficie, beige rosato in sezione. quantità molta; tipo calcite, poca chamotte; grandezza molto fine e fine; Porosità compatto. Durezza duro (3-4). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 19 Colore arancio rosato in superficie, arancio rosato in sezione. quantità molta; tipo tracce di inclusi organici scomparsi durante la cottura (impronte di paglia); grandezza grande; Porosità compatto. Durezza duro (3-4). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 20 Colore arancio pallido in superficie, arancio pallido in sezione. quantità poca; tipo quasi invisibili granuli di calcite; grandezza molto fine; Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 21 Colore arancio in superficie superiore, anima grigio chiaro e nocciola in sezione, beige in superficie inferiore. quantità media; tipo calcite, piccoli granuli di ghiaia e chamotte; grandezza molto fine, fine, media; Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente, causa dell anima grigia e nocciola interna (sostanze rimaste incombuste). Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 22 Colore arancio in superficie, arancio in sezione. Oppure grigio in superficie, grigio in sezione. Oppure arancio scuro in superficie, anima grigio-nera in sezione. quantità molta; tipo quarzo, mica, calcite, granuli di ghiaia, chamotte, tracce di inclusi organici; grandezza molto fine, fine, media, grande, molto grande. Durezza duro (3-4). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura ossidante e riducente. Alternanza di atmosfera ossidante-riducente. Impasto 23 Colore beige rosato in superficie esterna, beige-grigio in superficie interna, gradazioni tra l arancio e il grigio in sezione. quantità molta; tipo quarzo, calcite; grandezza fine e media. 215

4 Durezza duro (3-4). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. Impasto 24 Colore beige arancio in superficie, grigio in sezione. quantità poca; tipo quarzo, pochissima calcite; grandezza molto fine e fine. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. Impasto 25 Colore nero in superficie, bruno in sezione. quantità poca; tipo pochissima calcite; grandezza molto fine. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura riducente. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 26 Colore arancio in superficie, arancio in sezione. quantità poca; tipo pochissima calcite, pochissimo quarzo, pochissimi granuli di ghiaia, pochissima chamotte; grandezza fine e media. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Osservazioni Impasto utilizzato per laterizi. Impasto 27 Colore arancio-beige in superficie, grigio in sezione. quantità molta; tipo pochissimo quarzo, pochissima calcite, granuli di ghiaia; grandezza molto fine e media. Durezza duro (3-4). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. Impasto 28 Colore beige rosato in superficie, beige rosato in sezione. quantità molta; tipo quarzo, calcite, granuli di ghiaia; grandezza fine e media. Durezza molto duro (5). Frattura regolare. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 29 Colore beige chiarissimo in superficie esterna, rosato in sezione. quantità molta; tipo quarzo, calcite, granuli di ghiaia, mica; grandezza molto fine e fine. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 30 Colore grigio in superficie, grigio scuro in sezione. quantità poca; tipo piccolissimi granuli di calcite; grandezza molto fine. Porosità compatto. Durezza durissimo (6). Frattura irregolare. Atmosfera di cottura riducente. Impasto 31 Colore arancio in superficie, arancio in sezione. quantità poca (quasi invisibili); tipo piccolissimi granuli di calcite e quarzo; grandezza molto fine. Porosità compatto. Durezza duro (3-4). Frattura netta. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 32 Colore beige in superficie, beige in sezione. quantità molta; tipo calcite, quarzo, ghiaia, inclusi organici; grandezza media e grande. Durezza morbido (1-2). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura ossidante. Impasto 33 Colore beige in superficie, arancio che degrada al marrone scuro in sezione. quantità media; tipo calcite, quarzo; grandezza molto fine. Porosità compatto. Durezza molto duro (5). Frattura netta. Atmosfera di cottura alternanza di atmosfera ossidante-riducente. 216

5 Impasto 34 Colore beige rosato in superficie, beige rosato in sezione. Oppure grigio in superficie, grigio in sezione. quantità molta; tipo molta mica, quarzo, ghiaia, e calcite; grandezza fine e media. Durezza duro (3-4). Frattura frastagliata. Atmosfera di cottura ossidante, riducente. La classificazione di base ha preso in considerazione varianti minime dei pezzi selezionati, a questa che è la campionatura minuta è seguita una suddivisione a scala più macroscopica, nella quale i 34 impasti sono stati raggruppati in insiemi più ampi che hanno raccolto varianti con caratteristiche assimilabili. Sono risultati 11 gruppi selezionati in base alla quantità, dimensione e tipo di inclusi e alla porosità dell impasto. Il colore in questo caso è stato considerato come una variabile casuale quindi non discriminante. Gruppo 1 Impasti 1, 3, 17, 24; Gruppo 2 Impasto 2 Gruppo 3 Impasti 4, 5, 6, 7, 9, 23 Gruppo 4 Impasti 10, 11, 15, 30, 31 Gruppo 5 Impasti 12, 14 Come si vede il gruppo, n. 6, composto da impasti molto grezzi, con inclusi di dimensioni che variano nello stesso impasto da fini a medie, molto porosi, con cotture che alternano atmosfere ossidanti e riducenti, risulta il più corposo, quello che ha prodotto più sottogruppi (figg. 1-2). Seguono il 3 e il 4 che risultano invece la somma di impasti più leggeri. Il quarto gruppo è caratterizzato da inclusi di dimensioni minute, distribuiti omogeneamente, caratterizzati da buone cotture e da colorazioni tendenzialmente arancio. Il gruppo 3 è particolare per la presenza ricorrente di inclusi bianchi, regolari, abbastanza radi, tendenzialmente ricorrono le colorazioni rossastre, ma sono presenti anche due varianti grigie attestate in maniera minore. Il totale dei materiali schedati è di 9520 frammenti, proveniente da contesti che vanno dal VI secolo a.c. al XV secolo d.c. Tra i materiali ceramici le due classi che sono risultate più attestate sono la Fig. 1. Diffusione degli impasti tra i materiali ceramici schedati Gruppo 6 Impasti 8, 13, 21, 22, 27, 32, 34 0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 Gruppo 7 Impasto 28 Fig. 2. Diffusione degli impasti tra i frammenti di testi schedati. Gruppo 8 Impasti 29, 33 Gruppo 9 Impasti 20, 25, 26 Gruppo 10 Impasto 19 Gruppo 11 Impasti 16, 18. Maiolica arcaica Ingobbiata di rosso Sigillata italica Vernice nera Acroma depurata Acroma grezza 2 4 % 2 % 2 % 51 % 39 % Fig. 3. Percentuali di attestazione delle classi ceramiche più rappresentate. acroma depurata (51%) e la acroma grezza (39%). Seguono in minoranza la ceramica a vernice nera (2%), la terra sigillata italica (2%) l ingobbiata di rosso (4%) e la maiolica arcaica (2%) (fig. 3). Ulteriori classificazioni ceramiche individuate, anche se rappresentate in maniera minore rispetto alle precedenti sono l invetriata e il bucchero 217

6 Grezza ingobbiata 18 Forme chiuse Bucchero Bucchero grigio 3 27 Dolia Anforacei Invetriata 27 Coperchio Smaltata 21 Boccale Ingobbiata e graffita 3 Ciotola Sigillata africana Olla Fig. 4. Percentuali di attestazione delle classi ceramiche meno rappresentate. grigio (27%), la smaltata (21%), la grezza ingobbiata (18%), il bucchero e l ingobbiata e graffita (3%), la sigillata africana (1%) (fig. 4). Le caratteristiche funzionali dei frammenti catalogati sono state identificate e suddivise, il risultato ha portato alla constatazione dell assoluta predominanza delle pareti rispetto al resto dei frammenti individuabili (fig. 5). È un dato naturalmente dipendente dalle forme vascolari, occupate da pareti di norma per l 80%. Ciò comporta una proporzione per la quale la maggiore presenza fisica si lega alla maggiore probabilità di conservazione. Fig. 6. Distribuzione delle forme maggiormente rappresentate. Una tappa fondamentale della procedura di inventariazione è quella dell individuazione dei reperti da disegnare, quindi di quei frammenti con caratteristiche tali da permettere il riconoscimento della forma, delle dimensioni, della funzione 6. I reperti disegnati sono stati 875, corrispondenti all 8% del totale dei frammenti catalogati (fig. 7). 8% Totale frammenti Frammenti disegnati % Fig. 7. Rapporto frammenti totali-materiale disegnato. 0 Il conteggio delle varianti morfologiche a livello complessivo e puramente quantitativo, senza tenere conto delle periodizzazioni hanno indicato come forma più diffusa l olla (fig. 6). Si tratta di un contenitore polifunzionale, per lo più in impasti grezzi, adatti alle cotture sul fuoco, attestato con una continuità che non vede interruzioni dal periodo etrusco al Medioevo. Numericamente molto diffusa risulta anche la ciotola come contenitore che affianca l olla nella combinazione dei corredi ceramici quotidiani. La dicotomia fra forme aperte e chiuse si ripete più o meno con le medesime percentuali anche a livello più generale fra generiche forme aperte e generiche forme chiuse, rivelando questa alternanza come una tendenza presente in tutte le epoche. Per ciò che concerne i materiali da costruzione e in particolare i laterizi da copertura è interessante la distinzione fra coppi e tegole. Il loro rapporto a livello naturalmente generico è quello di 1 a 2 in favore delle tegole, indicazione che segnala come meno diffuso l utilizzo di coppi, in molti casi usati solo per il colmo 5. 5 Tegole 69%, coppi 31%. Bordi Fondi Anse Pareti Fig. 5. Distribuzione quantitativa dei diversi tipi di frammenti schedati. 1.2 METALLI E VETRI I metalli, come premesso sono stati catalogati nel data base generale con parametri non specifici, si è quindi fatto largo uso del campo osservazioni per descrivere le caratteristiche dei pezzi. Il totale dei reperti metallici raccolti e schedati è ridotto, sono 45 schede delle quali 15 relative a scorie di lavorazione del ferro e del vetro. L esiguità del numero dei reperti metallici, raccolti solo se rinvenuti in contesti ben datati da materiale ceramico, dipende dalla natura del materiale estremamente soggetto a deterioramento, difficilmente distinguibile, nelle ricerche di superficie, da oggetti moderni. La conservazione secolare di strumenti metallici dalle medesime forme rispondenti a funzionalità quotidiane inalterate non ne favorisce il riconoscimento. Tra i reperti vitrei l unica forma individuata sono le scorie di lavorazione indicanti la presenza di forge. In molti casi le scorie sono state raccolte in numero elevato e in gruppi ravvicinati. Queste categorie di oggetti sono presentate in una ridotta serie di immagini fotografiche rispondente a una selezione interna. 6 Le caratteristiche che un frammento deve avere per poter essere disegnato e quindi considerato lo specchio della forma integra, devono essere: parte della forma in grado di rappresentare la tipologia (bordi o al massimo fondi, più raramente anse), dimensioni oggettive tali da permettere la ricostruzione della circonferenza del bordo o del fondo, profilo integro da non necessitare di aggiunte soggettive. 218

7 1.3 MONETE La ricerca sul territorio di Pienza ha permesso il riconoscimento di un discreto numero di monete databili dalla piena età romana al basso Medioevo. Tutte le monete di epoca romana sono state individuate in contesti di complessi medio-grandi, in vita dalla prima età imperiale fino alla tarda antichità, per i quali, nei casi in cui si sono rivelate leggibili hanno fornito preziose indicazioni cronologiche. Nello specifico sono state raccolte 2 monete illeggibili, 1 di età repubblicana, 1 di età primo imperiale, 6 della media e tarda età imperiale, 2 dei secoli centrali del Medioevo, 1 bassomedievale e 1 in argento di XVIII secolo. Anche le monete come i reperti metallici sono state schedate nel data base generale utilizzando il campo osservazioni per immettere i dati relativi alla loro lettura 7. Le monete sono presentate con una rassegna di immagini fotografiche del dritto e del retro di tutti i reperti leggibili. 1.4 REPERTI LITICI I reperti litici presenti non sono una selezione, rappresentano il totale raccolto e schedato. Si tratta in quasi tutti i casi di oggetti preistorici, nello specifico del Paleolitico generico e del Neolitico. Sono raschiatoi, lamelle, punte di freccia, elementi molto importanti per la raccolta di informazioni, pur se minime, sugli spostamenti degli abitanti della media Val d Orcia in una delle fasi più difficili da riconoscere in ricognizione. I manufatti preistorici sono presentati come disegni nella prima tavola insieme a due reperti ceramici neolitici. Negli altri casi si tratta di reperti appartenenti alla romanità, tessere di mosaico bicrome e un peso da telaio, provenienti da contesti tipo ville e fattorie, presentati come immagini fotografiche. 2 REPERTORIO DELLE FORME CERAMICHE E ALTRI MATERIALI Il repertorio è organizzato secondo un percorso progressivo di insiemi e sottoinsiemi che partendo dalla fase storica arriva alla forma (fase storica classe ceramica forma). Per ogni frammento o gruppo di frammenti sono indicati i rimandi alle tavole e sono dati gli estremi utilizzati per la collocazione cronologica. FASE 1 PREISTORIA (PALEOLITICO GENERICO E NEOLITICO) REPERTI LITICI I Lame tav. I, nn. 1-3 Su suggerimento della professoressa Lucia Sarti (Dipartimento di Paletnologia, Università di Siena) i manufatti sono stati collocati nel Paleolitico generico. In ossidiana tav. I, n. 4 Questa lamella è in ossidiana, molto ben lavorata, con evidenti scheggiature oblique visibili ai due lati inclinati rispetto alla linea centrale. Su suggerimento della Professoressa Lucia Sarti (Dipartimento di Paletnologia, Università di Siena) la lamella in base al materiale è stata datata al Neolitico. II RASCHIATOI Sagoma appuntita tav. I, n Il suggerimento della professoressa Lucia Sarti è di collocare i manufatti nel Paleolitico generico. 7 Le monete sono state lette dal dottor Angelo Finetti e dalla dottoressa Fernanda Cavari. Sagome varie tav. I, nn Il suggerimento della professoressa Lucia Sarti è di collocare i manufatti nel Paleolitico generico. II NUCLEI tav. I, nn Il suggerimento della Professoressa Lucia Sarti è di collocare i manufatti nel Paleolitico generico. III PUNTE I tav. I, nn Il suggerimento della Professoressa Lucia Sarti è di collocare i manufatti nel Neolitico. CERAMICA ACROMA GREZZA I Frammento pertinente a una forma non identificabile, appartenente alla categoria della Ceramica Impressa di Pienza, decorata da linee impresse, disposte a spina di pesce nella parte superiore, a linee orizzontali parallele nella parte inferiore. tav. I, n. 19. Cfr. PIENZA, p. 606, fig. 1, n. 6. Datata al Neolitico inferiore. Una analoga datazione del pezzo è stata offerta anche dalla prof.ssa Lucia Sarti. Anse pertinenti a forme non identificabili Ansa tipo rocchetto I La caratteristica di maggior interesse del pezzo sono le decorazioni poste ai lati del rocchetto. Si tratta di vani impressi, circoscritti intorno a una linea centrale lasciata in rilievo. Un analisi del frammento da parte della professoressa Lucia Sarti, ha permesso di collocare il reperto nel Neolitico. tav. I, n. 20. Cristina Felici FASE 2 LA CERAMICA ETRUSCA IMPASTO BRUNO Forme chiuse Olle Forma A Labbro estroflesso; orlo piano, lievemente ingrossato. I tav. II, n. 1 (Schedario topografico, sito 132.1). Forma B Labbro estroflesso; orlo appuntito. I tav. II, n. 2 (Schedario topografico, sito 169.2). Forma C Labbro rientrante; orlo piano; cordone liscio con andamento curvilineo applicato al di sotto dell orlo. I tav. II, n. 3 (Schedario topografico, sito 169.3). Confronti: lo stato di conservazione estremamente lacunoso rende difficile proporre confronti puntuali per l esemplare. San Giovenale: POHL, 1977, p. 70, nn , pl. 17 (biconical bowl); BERG- GRENN-BERGGRENN, 1981, p. 38, n. 90, pl. 28. A Narce, forme simili sono attestate nella III fase del sito (XII-XI secolo a.c.): POT- TER, 1976, pp. 189 e 315 (Group E, form E3). A Sorgenti della Nova (Farnese): L. Domanico in NEGRONI CATACCHIO, 1995, p. 362, n. 5 (età del Bronzo finale). Dolia Frammenti relativi a contenitori di grandi dimensioni, apparente- 219

8 mente realizzati a mano (a eccezione, probabilmente, del n. II), decorati da spessi cordoni plastici con impressioni digitali (per l ampia diffusione e la cronologia di questa forma e della decorazione associata, vedi M. Pistolesi in BONAMICI, 2003, p. 242, n. 66). I tav. II, n. 4 (Schedario topografico, sito 136.1). II tav. II, n. 5 (Schedario topografico, sito 185.1). III tav. II, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). IV tav. II, n. 7 (Schedario topografico, sito 169.1). Forme non id. I tav. II, n. 8 (Schedario topografico, sito 100.1). Frammento di elemento applicato, forse una presa di fornello. BUCCHERO Forme chiuse Oinochoe (?) I tav. III, n. 2 (Schedario topografico, sito 152.2). Frammento di piede ad anello. Confronti: piedi simili sono attestati per oinochoai riferibili ai tipi 7a e b del RASMUSSEN (1979, pp prima metà del VI secolo a.c.). È inoltre attestata un ansa a nastro di kyathos-kantharos dal sito BUCCHERO GRIGIO Forme chiuse Olpai Forma A Labbro estroflesso; ansa a sezione quadrangolare con lieve incisione lineare. I tav. III, n. 1 (Schedario topografico, sito 172.1). Coppe Forma A Coppa a vasca emisferica; labbro rientrante; orlo lievemente ingrossato. I tav. III, n. 3 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: vicino al tipo 4 su basso piede del Rasmussen (1979, p. 125), attestato in Etruria meridionale tra il tardo VI e il V secolo a.c. Il tipo è ampiamente diffuso anche in Etruria centro-settentrionale, ad esempio da Chiusi, Petriolo: L. Del Verme in GASTALDI, 1998, p. 210, tipo 170G (VI secolo a.c.). Volterra, Piano di Castello: G. Bulgarelli in BONAMICI, 2003, pp , n. 8, fig. 6,19 (seconda metà del VIinizi del V secolo a.c.). Valli di Capanne (Scarlino): L. Pellegrineschi in PARIBENI, 2001, p. 139, tav. 1,6 (seconda metà del VI-V secolo a.c.). Pisa: STORTI, 1989, p. 22, tav. 1-7 (VII-metà del VI secolo a.c.). Orvieto, Cannicella, tomba 1: P. Tamburini in BONAMICI et al., 1994, p. 60, n. 31 (terzo quarto del VI secolo a.c.). Roselle: P. Bocci in Roselle 1975, p. 63, n. 4, fig. 19. Poggio Buco, necropoli, tomba VIII: BARTOLONI, 1972, p. 190, n. 100 (esemplare su alto piede; VI secolo a.c.). Dal territorio di Poggio Buco, nella Collezione Ciacci: DONATI- MICHELUCCI, 1981, p. 213, n. 522 (metà del VI secolo a.c.). Forma B Coppa di piccole dimensioni a vasca emisferica; labbro distinto; orlo lievemente ingrossato. I tav. III, 4 (Schedario topografico, sito 152.1). Forma C Coppa ad ampia vasca; labbro diritto; orlo ingrossato a sezione quadrangolare. I tav. III, n. 5 (Schedario topografico, sito 152.2). Confronti: vicino al tipo 2 del Rasmussen (1979, pp ; VI secolo a.c.). Piattelli Forma A Si conserva solo il labbro a tesa e parte della vasca, probabilmente aperta e impostata su piede rilevato. I tav. III, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Chiusi, Poggio Sala, tomba dell Iscrizione: MARTELLI- NASORRI, 1998, p. 92, fig. 9,9 (fine del VI-V secolo a.c.). Genericamente vicino a un esemplare da Volterra, Piano di Castello: G. Bulgarelli, in BONAMICI, 2003, p. 214, n. 10, fig. 6,21 (seconda metà del VI-inizi del V secolo a.c.). Alte valli del Fiora e dell Albegna, nella Collezione Ciacci: DONATI-MICHELUCCI, 1981, p. 227, n. 552 (fine del VI secolo a.c.). non id. Forma A Piede ad anello, sagomato internamente (pertinente probabilmente a una coppa vicina agli esemplari alla tav. III, nn. 3 e 5). I tav. III, n. 7 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: G. Colonna in Pyrgi , p. 226, n. 73, fig Vicino a un esemplare in argilla figulina da Pisa: STORTI, 1989, p. 35, n. 215, tav. 6,3. Forma B Piede ad anello semplice, si conserva parte della vasca, probabilmente di forma troncoconica (per la forma di pertinenza, vedi esemplare precedente). I tav. III, n. 8 (Schedario topografico, sito 136.1). II tav. III, n. 9 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: vicini a esemplari da Volterra, Piano di Castello: CRI- STOFANI, 1973, fig. 71, 226. CERAMICA ETRUSCO-CORINZIA Forme chiuse Olpai (?) Tav. III, n. 10 (Schedario topografico, sito 108.1). Frammento di parete con archetti intrecciati incisi; non si conserva il colore (per il Gruppo degli Archetti Intrecciati : COLONNA, 1961; Orientalizzante recente). CERAMICA DEPURATA ACROMA E SOVRADIPINTA A FASCE Nell ambito dei materiali in argilla depurata due frammenti conservano tracce di decorazione a bande orizzontali sovradipinte in rosso e rosso-bruno. In mancanza di un numero più consistente di attestazioni nonché di confronti, resta incerta l attribuzione a una classe puntualmente individuabile. La provenienza da un unico contesto induce a ipotizzare una coerenza cronologica dei tre frammenti presentati di seguito. Il motivo decorativo, nonché le caratteristiche tecniche della pasta, di colore rosato e polverosa al tatto, suggeriscono l appartenenza a una produzione databile al VI-V secolo a.c., attestata in area etrusco-meridionale ad esempio a Pyrgi (G. Colonna in Pyrgi , p. 219, per la quale è ipotizzata una derivazione dalle tarde esperienze della ceramica etrusco-corinzia), a Tarquinia, a Veio-Casale Pian Roseto (fine creamware painted bowls: MURRAY THREI- PLAND-TORELLI, 1970, p. 75, fig. 9). Per Chiusi, inoltre, è nota una classe ceramica cui sono stati attribuiti foculi decorati a figure nere e vasellame sovradipinto a fasce (di colore nero), databile al V secolo a.c. (PAOLUCCI, 1994; vedi anche MINETTI, 1997, pp , nn. 16 e 18). 220

9 Forme chiuse Forma chiusa non id. Forma A Corpo a profilo globulare; basso piede ad anello sagomato; si conservano tracce di una fascia orizzontale sovradipinta in rosso-bruno al di sopra del piede, l esemplare potrebbe essere pertinente a una brocca o a un olletta stamnoide. I tav. III, n. 11 (Schedario topografico, sito 111.1). Confronti: Tarquinia, Pian di Civita: G. Bagnasco Gianni in CHIA- RAMONTE TRERÉ, 1999, p. 129, tav (VI-V secolo a.c.). Coppe Forma A Coppa a vasca troncoconica; labbro distinto; orlo ingrossato a sezione quadrangolare; si conservano tracce di due fasce orizzontali sovradipinte in bruno-rossiccio in corrispondenza dell orlo. I tav. III, n. 12 (Schedario topografico, sito 111.1). Confronti: Tarquinia, Pian di Civita: G. Bagnasco Gianni in CHIA- RAMONTE TRERÉ, 1999, pp. 121 e 143 (lekane in ceramica acroma; seconda metà del VI secolo a.c.). Il profilo potrebbe inoltre richiamare materiali in ceramica di impasto attestati in area romagnola, a Montericco (Imola), tomba 28: VON ELES MASI, 1982, p. 61, n. 28.6, tipo 4A, tav. 25. Forma B Coppa a vasca troncoconica; labbro distinto; orlo ingrossato a sezione quadrangolare. I tav. III, n. 13 (Schedario topografico, sito 111.1). Confronti: il profilo potrebbe rimandare a coppe in fine creamware da Veio, Casale Pian Roseto: MURRAY THREIPLAND-TORELLI, 1970, fig. 10,C4; o a materiali in impasto dalla necropoli di Montericco (Imola), tomba 58: VON ELES MASI, 1982, p. 108, nn , tipo 15A, tav. 56 (datato al VI-V secolo a.c.). Genericamente vicino a un esemplare in ceramica etrusco-corinzia dalla tomba VIII di Poggio Buco: BARTOLONI, 1972, p. 114, n. 27 (VI secolo a.c.). È inoltre attestata un ansa a nastro dal sito IMPASTO GREZZO Nell ambito di questa classe sono stati considerati i materiali che, per forme e impasti, possono essere ascritti alla ceramica da fuoco e da conserva di età tardo-orientalizzante e arcaica (vedi ACCONCIA, 2001, pp ). Forme chiuse Olle di piccole dimensioni Forma A Labbro estroflesso; orlo semplice (probabilmente pertinente a un olla a profilo globulare). I tav. IV, n. 1 (Schedario topografico, sito 140.1). Confronti: vicina alla forma J1 di Poggio Civitate a Murlo: BOU- LOUMIÉ MARIQUE, 1978, p. 84. Forma B Labbro estroflesso; orlo ingrossato a sezione triangolare. I tav. IV, n. 2 (Schedario topografico, sito 152.1). II tav. IV, n. 3 (Schedario topografico, sito 136.1). Forma C Labbro estroflesso; orlo distinto e ingrossato a sezione triangolare. I tav. IV, n. 4 (Schedario topografico, sito 179.1). Forma D Spalla distinta; labbro estroflesso; orlo semplice (probabilmente pertinente a un olla cilindro ovoide). I tav. IV, n. 5 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: genericamente vicina a un esemplare da Volterra, Piano di Castello: S. Bianchi e G. Pro in BONAMICI, 2003, p. 238, n. 55, con varianti 1 e 2, fig. 10,1-3 (VI-prima metà del V secolo a.c.). Bora dei Frati (Pietrasanta): S. Storti in PARIBENI, 1990, p. 218, n. 179, fig. 118 (impasto a scisti microclastici). Forma E Labbro distinto con spigolo vivo interno; orlo ingrossato e tagliato esternamente (probabilmente pertinente a un olla cilindro ovoide). I tav. IV, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Poggio Civitate (Murlo): BOULOUMIÉ MARIQUE, 1978, p. 94, forma M1, n Pisa, via Buonarroti: BRUNI, 1998, p. 99, fig. 24 (VII secolo a.c.). Orvieto, Cannicella, tomba 2: M. Bonamici in BONAMICI et al. 1994, p. 136, n. 57, fig. 50,c (VI secolo a.c.). Forma F Labbro indistinto; orlo ingrossato e ricurvo (probabilmente pertinente a un olla cilindro ovoide). I tav. IV, n. 7 (Schedario topografico, sito 162.1). Confronti: Volterra, Piano di Castello: M. Pistolesi in BONAMICI, 2003, p. 223, n. 2, fig. 9,2 (VI-V secolo a.c.). Pisa: STORTI 1989, p. 29, nn , tipo 20b (impasto a scisti microclastici; VI-V secolo a.c.). Genova: MILANESE, 1987, p. 122, n. 53, fig. 70. Roselle: BOCCI, 1965, p. 136, inv. 1464, fig. 14; Domus dei Mosaici: MI- CHELUCCI, 1985, p. 105, n. 1012, tav. I (prima metà del VI secolo a.c.). II tav. IV, n. 8 (Schedario topografico, sito 136.1). Olle di medie e grandi dimensioni Forma A Labbro diritto; orlo ingrossato e distinto. I tav. V, n. 1 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Chiusi, Petriolo: A. Capodanno in GASTALDI, 1998, tipo 30A (anfora; decenni centrali del VI secolo a.c.). Vicino a un esemplare da Pisa: STORTI, 1989, p. 23, n. 153, tipo 25, tav. 4,10 (impasto a scisti microclastici). Forma B Labbro lievemente estroflesso a spigolo vivo interno; orlo distinto a sezione triangolare. I tav. V, n. 2 (Schedario topografico, sito 136.1). II tav. V, n. 3 (Schedario topografico, sito 136.1). III tav. V, n. 4 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Chiusi, Petriolo: A. Capodanno in GASTALDI, 1998, p. 219, tipo 20B3 (VI secolo a.c.). Volterra, Piano di Castello: S. Bianchi in BONAMICI, 2003, p. 413, n. 7, fig. 38,9 (forma di lunga durata; dal VI fino alla metà del II secolo a.c.). Artimino: M. Giachi in CAPECCHI, 1984, p. 168, n. 286, fig. 119 (ceramica acroma grezza). Doganella: PERKINS-WALKER, 1990, p. 29, tipo 8, fig. 29,13 (tardo VI-V secolo a.c.). Scarlino, Valli di Capanne: L. Pellegrineschi in PARIBENI, 2001, p. 139, tav. 1, 12 (seconda metà del VI-V secolo a.c.). Forma C Orlo distinto arrotondato esternamente; apparentemente il labbro manca di spigolo interno. I tav. V, n. 5 (Schedario topografico, sito 152.2). II Esemplare simile al precedente, proveniente dallo stesso sito. 221

10 Forma D Olla a profilo tronco-ovoide; spalla indistinta; labbro lievemente estroflesso; orlo ingrossato, appuntito e ricurvo. I tav. V, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Artimino: G. Poggesi in CAPECCHI, 1984, pp , tipo II, nn , fig. 94 (impasto grezzo con inclusi biancastri; VI secolo a.c.). Bora dei Frati (Pietrasanta): S. Storti in PARIBENI, 1990, p. 228, n. 254, fig. 124 (ultimo terzo del V-prima metà del IV secolo a.c.). Forma E Labbro estroflesso; orlo lievemente ingrossato e ricurvo. I tav. V, n. 7 (Schedario topografico, sito 215.2). II tav. V, n. 8 (Schedario topografico, sito 184.1). III tav. V, n. 9 (Schedario topografico, sito 152.2). Confronti: Bora dei Frati (Pietrasanta): S. Storti in PARIBENI, 1990, p. 220, n. 197, fig. 120 (impasto a scisti microclastici). Forma F Olla di grandi dimensioni a profilo apparentemente tronco-ovoide; labbro estroflesso e scarsamente distinto; orlo semplice. I tav. VI, n. 1 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Lago dell Accesa: CAMPOREALE, 1997, p. 75, n. 16, tipo IIIb, fig. 7,5 (impasto grezzo; VI-V secolo a.c.). II tav. VI, n. 2 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: vicino a esemplari da Chiusi, Petriolo: A. Capodanno in GASTALDI, 1998, p. 221, tipo 20C1 (fine del VII-VI secolo a.c.). Volterra, Piano di Castello: M. Pistolesi in BONAMICI, 2003, p. 228, n. 21, fig. 12,2 (VI-V secolo a.c.). Forma G Olla di grandi dimensioni a profilo tronco-ovoide; labbro lievemente estroflesso; orlo distinto a sezione triangolare. I tav. VI, n. 3 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: vicino a materiali da Scarlino, Valli di Capanne: L. Pellegrineschi in PARIBENI, 2001, p. 139, tav. 1, n. 16 (seconda metà del VI-V secolo a.c.). Forma H Olla di grandi dimensioni con alto labbro lievemente estroflesso; orlo ingrossato ricurvo e appuntito, segnato inferiormente da un breve listello. I tav. VI, n. 4 (Schedario topografico, sito 152.1). Confronti: Doganella: PERKINS-WALKER, 1990, p. 36, tipo 4, fig. 30,8 (tardovi-v secolo a.c.). Forma I Labbro estroflesso; orlo a mandorla. I tav. VI, n. 5 (Schedario topografico, sito 209.1). Roselle, Casa dell Impluvium: DONATI, 1994, p. 112, tipo 5 (VI-V secolo a.c.). Forma L Stretto collo; labbro estroflesso; orlo ingrossato a sezione triangolare e ricurvo; l affinità morfologica con gli esemplari seguenti induce a valutare la possibilità che si tratti di un anfora, anche se i diametri dell orlo e del collo risultano maggiori. I tav. VI, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). Anfore (?) Forma A Stretto collo, apparentemente distinto; labbro lievemente estroflesso; orlo ingrossato a sezione triangolare. I tav. VI, n. 7 (Schedario topografico, sito 152.2). II tav. VI, n. 8 (Schedario topografico, sito 185.1). Confronti: i due frammenti sembrano vicini al tipo 3B di M. Py (1985). Pertinenti a olle di varie dimensioni sono un frammento di orlo ingrossato (dal sito 215.1) e vari frammenti di fondi, solitamente piani (tav. IV, nn. 9-10, dai siti e e 208.1; e altri dai siti 132.1, 133.1, 152.1, 185.1). Grandi olle-dolia Forma A Labbro estroflesso; orlo lievemente ingrossato. I tav. VII, n. 1 (Schedario topografico, sito 215.1). II tav. VII, n. 2 (Schedario topografico, sito 185.1). III tav. VII, n. 3 (Schedario topografico, sito 130.1). IV tav. VII, n. 4 (Schedario topografico, sito 136.1). Forma B Labbro diritto; orlo ingrossato distinto. I tav. VII, n. 5 (Schedario topografico, sito 161.2). Forma C Labbro rientrante; orlo distinto a sezione quadrangolare, piano superiormente. I tav. VII, n. 6 (Schedario topografico, sito 83.1). Forma D Labbro lievemente estroflesso; orlo distinto, piano superiormente e ricurvo. I tav. VII, n. 7 (Schedario topografico, sito 169.3). Confronti: Artimino: G. Poggesi in CAPECCHI, 1984, p. 165, tipo II, n. 273, fig. 116 (ceramica acroma grezza; forma di lunga durata, dal V secolo a.c. al I secolo d.c.). II tav. VII, n. 8 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Artimino: G. Poggesi in CAPECCHI, 1984, p. 165, n. 274, fig. 116 (vedi l esemplare precedente). Doganella: PERKINS-WALKER, 1990, fig. 35,4. Due fondi piani di dolia sono attestati dai siti e Sono inoltre pertinenti a forme non identificabili puntualmente: due frammenti di orlo (dai siti e 152.2); tre frammenti di anse a maniglia relative a forme chiuse di piccole dimensioni (dai siti 169.1, e 130.2) e due frammenti di ansa a maniglia relative a forme chiuse di medie dimensioni (dai siti 83.1 e 107.2); un frammento di ansa a nastro (sito 202.1) e un frammento di ansa verticale a sezione quadrangolare (dal 169.1) Ciotole Forma A Labbro diritto; orlo lievemente ingrossato (probabilmente pertinente a una ciotola a vasca troncoconica). I tav. VIII, n. 1 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: Lago dell Accesa: CAMPOREALE, 1997, p. 44, tipo III, fig. 3,5 (VII-VI secolo a.c.). Forma B Vasca troncoconica; orlo ingrossato, sagomato e distinto. I tav. VIII, n. 2 (Schedario topografico, sito 161.1). II tav. VIII, n. 3 (Schedario topografico, sito 106.1). Confronti: ciotole con ampia vasca troncoconica e orlo distinto e sagomato sono attestate nella ceramica comune di Poggio Civitate a Murlo: BOULOUMIÉ MARIQUE, 1978, p. 63, forma E2b (fine del VII-metà del VI secolo a.c.). Pertinenti a ciotole sono inoltre un frammento di orlo (dal sito 152.2) e due frammenti di piede. Il primo di questi (tav. VIII, 4; dal sito 107.2), è attribuibile al noto tipo della ciotola-coperchio di età 222

11 arcaica (per il quale, vedi ad esempio M. Pistolesi in BONAMICI, 2003, p. 225, n. 5, fig. 8,9, V secolo a.c.). Il secondo (tav. VIII, 5, dal sito 152.2), più alto e assottigliato, potrebbe trovare confronti con forme della ceramica comune di Poggio Civitate a Murlo (BOU- LOUMIÉ MARIQUE, 1978, p. 65, forma E3a; ma anche Lago dell Accesa: CAMPOREALE, 1997, p. 48, tipo 7, fig. 3.12, datato al VII-VI secolo a.c.). Sono inoltre attestate due prese a pomello di coperchio (dai siti e 152.2). INSTRUMENTUM DOMESTICUM (?) I tav. VIII, n. 7 (Schedario topografico, sito, n ). Frammento estremamente lacunoso e di difficile identificazione, realizzato in impasto grezzo molto ricco di inclusi, che presenta l accenno di una base rialzata. Potrebbe trattarsi, se non di un elemento architettonico, di una forma funzionale alla cottura degli alimenti (fornello o testo portatile). II tav. VIII, n. 8 (Schedario topografico, sito, n ). Frammento estremamente lacunoso realizzato in impasto grezzo compatto e ricco di inclusi silicei, relativo probabilmente a una forma ceramica a calotta troncoconica. Si conserva parte della parete lievemente rastremata e parte di una cornice impostata in corrispondenza di un apertura. Anche in questo caso, potrebbe trattarsi di un frammento di fornello. IMPASTO CHIARO-SABBIOSO La definizione di impasto chiaro-sabbioso, in accordo con la terminologia utilizzata per i materiali etrusco-meridionali a pasta di colore chiaro con inclusi micacei e augitici, è qui adottata per un unico frammento di bacino caratterizzato da un corpo ceramico simile, anche se mancante dei caratteristici inclusi. È probabile quindi che si tratti di un imitazione locale. Bacini Forma A Orlo a fascia a sezione triangolare. I tav. VIII, n. 6 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: questa forma presenta un ampia diffusione, ad esempio, a Volterra, Piano di Castello: M. Pistolesi in BONAMICI, 2003, p. 225, n. 11, fig. 11,2 (VI secolo a.c.). Roselle, Casa dell Impluvium: DONATI, 1994:, p. 135, tipo II (VI-V secolo a.c.). CERAMICA ETRUSCA SOVRADIPINTA I tav. IX, n. 1 (Schedario topografico, sito 152.1) Frammento di parete relativo a una forma aperta, recante tracce di una decorazione sovradipinta, probabilmente fitomorfa, realizzata con colore nerastro, mentre il pigmento di fondo presenta toni di rosso tendente al violaceo. Questa colorazione irregolare induce a ritenere che il frammento sia pertinente a uno scarto di lavorazione o a un esemplare mal riuscito, il cui processo di cottura errato abbia portato a un inversione dei colori rosso e nero della ceramica e del pigmento. In via altamente ipotetica si potrebbe attribuire l esemplare a uno skyphos del Gruppo Ferrara T585 (VISMARA, 1985). CERAMICA A VERNICE NERA Forme chiuse Olpai Forma A Frammento di labbro con ansa a sezione rettangolare, decorata superiormente da due scanalature e, in corrispondenza dell orlo, da un bottone applicato a rilievo, ai lati del quale si pongono due cerchielli impressi. I tav. IX, n. 2 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: MOREL, 1981, p. 345, tipo 5231a1 (intorno al 300 a.c.). Sono inoltre attestati alcuni piedi attribuibili a olpai od oinochoai (o ad altre forme chiuse) di medie e piccole dimensioni: I tav. IX, n. 4 (Schedario topografico, sito 136.1). Basso piede a disco. II tav. IX, n. 5 (Schedario topografico, sito 83.1). Basso piede ad anello, superficie inferiore irregolare; il ventre sembra avere profilo globulare. III tav. IX, n. 6 (Schedario topografico, sito 83.1). Basso piede ad anello; corpo a profilo ovoide. Confronti: DONATI-MICHELUCCI, 1981, p. 180, n. 440 (olletta biansata; seconda metà del III-inizi del II secolo a.c.). IV tav. IX, n. 7 (Schedario topografico, sito 168.2). Piede ad anello, probabilmente pertinente a un olpe di piccole dimensioni. Confronti: Volterra, Piano di Castello: CRISTOFANI, 1973, p. 112, n. 17, fig. 79,38. V tav. IX, n. 8 (Schedario topografico, sito 107.1). Piede ad anello, probabilmente pertinente a un olpe di piccole dimensioni. Confronti: MOREL, 1981, p. 336, tipo 5121b1 (prima metà del III secolo a.c., riferibile alla forma 155 MONTAGNA PASQUINUCCI, 1972, p. 488, nn. 306 e 315, fig. 16). Forma chiusa di grandi dimensioni Forma A Fondo piano e lievemente sagomato, relativo a una forma chiusa di notevoli dimensioni, con vernice nerastra opaca ed evanide. I tav. IX, 3 (Schedario topografico, sito 187.1). Confronti: per le dimensioni e la verniciatura, l esemplare sembra vicino a materiali dal territorio di Pitigliano e Saturnia, nella Collezione Ciacci: DONATI-MICHELUCCI, 1981, pp , nn (tipo locale F ; fine del III-prima metà del II secolo a.c.). Coppe Forma A Coppa con vasca a profilo troncoconico; orlo lievemente ingrossato. I tav. IX, n. 9 (Schedario topografico, sito 97.1). Confronti: MOREL, 1981, p. 191, tipo 2615b1 (fine del III-metà del II secolo a.c.). Chiusi, Marcianella: APROSIO-PIZZO, 2003a, pp , tipo VN II.12 (riferito al tipo MOREL, 2614, dalla fine della prima metà del II-inizi del I secolo a.c.). Genericamente vicino a materiali da Luni: G. Cavalieri Manasse in Luni II, p. 94, forma 28, tav , CM 7730/90 (le attestazioni sono concentrate nella seconda metà del II secolo a.c.). Jesi: BRECCIAROLI TABORELLI , p. 149, n. 270, fig. 79. Forma B Coppa di piccole dimensioni con vasca a profilo troncoconico; labbro diritto; orlo ingrossato e arrotondato. I tav. IX, n. 10 (Schedario topografico, sito 97.1) Confronti: vicino a un esemplare da Monte Castello di Procchio (Isola d Elba): MAGGIANI, 1979, p. 23, tipo 4, fig. 5 (III-prima metà del II secolo a.c.). Forma C Coppa di piccole dimensioni con vasca emisferica; labbro lievemente rientrante; orlo semplice. I tav. IX, n. 11 (Schedario topografico, sito 161.1) 223

12 Confronti: MOREL, 1981, p. 243, tipi 2981a1-b1 (primi decenni del III secolo a.c.). Forma D Coppa di piccole dimensioni, con vasca apparentemente segnata da una carena; labbro diritto; orlo distinto e sagomato. I tav. IX, n. 13 (Schedario topografico, sito 187.4) Confronti: MOREL, 1981, vicino alla serie 2621 (inizi del III secolo a.c.). Saturnia, tomba in località Cave di Rena, nella Collezione Ciacci: DONATI-MICHELUCCI, 1981, p. 25, n. 15 (metà del III secolo a.c.). Coppetta Forma A Coppetta di piccole dimensioni con orlo a fascia. I tav. IX, n. 12 (Schedario topografico, sito 136.1) Confronti: MOREL, 1981, p. 177, tipo 2526c1 (secondo quartometà del II secolo a.c.). Chiusi, Marcianella: APROSIO-PIZZO, 2003a, pp , tipo VN III.9.1 (fine del III-primo quarto del II secolo a.c.; riferito alla serie MOREL, 2524). Alcuni piedi in ceramica a vernice nera sono attribuibili dubitativamente a forme aperte probabilmente coppe, piatti o kylikes: I tav. X, n. 1 (Schedario topografico, sito 107.1). Piede ad anello semplice, lievemente estroflesso; sul fondo della vasca è graffito il segno X. Confronti: vicino a materiali da Artimino: L. Alderighi in CAPEC- CHI, 1984, p. 117, n. 120, fig. 84. Chiusi, Marcianella: APROSIO- PIZZO, 2003a, p. 146, tipo VN VII.5.2 (attribuito a una forma aperta non identificata; metà del II secolo a.c.). Collezione Ciacci: DONATI-MICHELUCCI, 1981, p. 176, n Luni: G. Cavalieri Manasse in Luni II, p. 112, tipo F1, n. 1, tav. 81.2, CM 4966/24. II tav. X, n. 2 (Schedario topografico, sito 83.1). Piede ad anello semplice, lievemente estroflesso; l avvio della vasca è segnato da due sottili incisioni. III tav. X, n. 3 (Schedario topografico, sito 130.2). Basso piede ad anello sagomato, a sezione triangolare. Confronti: vicino al piede di una kylix da Volterra, Piano di Castello: L. Palermo in BONAMICI, 2003, p. 336, n. 136, fig. 25,7 (databile alla metà del IV secolo a.c.; attribuito al Gruppo D della ceramica a vernice nera volterrana). IV tav. X, n. 4 (Schedario topografico, sito 191.1). Alto piede ad anello a profilo rettilineo, si restringe in corrispondenza dell attacco della vasca. Confronti: vicino a materiali da Volterra, Piano di Castello: CRI- STOFANI, 1973, p. 112, n. 2, fig. 76,747; L. Palermo in BONAMICI, 2003, p. 291, n. 3, fig. 176 (piatto; fine del III-inizi del II secolo a.c.). Chiusi, Marcianella: APROSIO-PIZZO, 2003a, p. 124, tipo VN XVI.8.1 (primo venticinquennio del II secolo a.c.). V tav. X, n. 5 (Schedario topografico, sito 98.1). Alto piede ad anello a profilo rettilineo e sezione rettangolare; l avvio della vasca è segnato da un incisione. Confronti: Chiusi, Marcianella: APROSIO-PIZZO, 2003a, pp , tipo VN I.2 (attribuito a MOREL, 1981, tipo 1315c1; fine del IIImetà del II secolo a.c.). VI tav. X, n. 7 (Schedario topografico, sito 130.3). Piede ad anello a profilo sagomato, lievemente ingrossato e segnato internamente da una scanalatura; sul fondo della vasca, ampia e piana, si conservano tre scanalature concentriche; sulla superficie inferiore, sono graffiti due segni irregolari (probabilmente X, e L o M). Confronti: genericamente vicino a materiali da Luni: G. Cavalieri Manasse in Luni II, p. 109, tav , CM7541 (Campana B). VII tav. X, n. 8 (Schedario topografico, sito 168.4). Piede ad anello a sezione rettangolare, segnato internamente da due scanalature; sul fondo della vasca, ampia e piana, si conservano due scanalature concentriche. Confronti: Roselle: A. Romualdi, in Roselle 1975, p. 97, fig. 27,1. Genericamente vicino a materiali da Luni: G. Cavalieri Manasse in Luni II, p. 86, tav. 61.8, CM 7730/234 (II secolo a.c.). VIII tav. X, n. 9 (Schedario topografico, sito 168.4). Piede ad anello a sezione triangolare, segnato internamente da una scanalatura; sul fondo della vasca si conservano due scanalature concentriche. IX tav. X, n. 10 (Schedario topografico, sito 185.1). Frammento di fondo con tracce di rotellatura e di uno stampiglio a palmette. X tav. X, n. 11 (Schedario topografico, sito 159.1). Frammento relativo alla parte centrale del fondo di un piatto (?), conservante nella parte superiore tre stampigli a palmette e sull esterno il segno X graffito. Confronti: Stampigli simili sono attestati nella kylix già citata da Volterra, Piano di Castello: L. Palermo in BONAMICI, 2003, p. 336, n. 136, fig. 25,7. Piattelli su alto piede (?) I tav. X, n. 12 (Schedario topografico, sito 83.1). Frammento relativo al piede di un piattello, profilo sagomato a scanalature. II tav. X, n. 13 (Schedario topografico, sito 144.1). Frammento della base di un alto piede a tromba, orlo distinto a sezione triangolare. Confronti: territorio di Pitigliano e Saturnia, nella Collezione Ciacci: DONATI-MICHELUCCI, 1981, p. 81, n. 146 (attribuito al tipo locale E ; prima metà del II secolo a.c.). Vicino a materiali da Artimino: L. Alderighi in CAPECCHI, 1984, p. 117, n. 118, fig. 82 (prima metà del II secolo a.c.). Sono inoltre attestati due frammenti di bassi piedi ad anello (rispettivamente dai siti 87.1 e 185.1) pertinenti a forme non puntualmente individuabili. CERAMICA DEPURATA ACROMA Forme chiuse Forma chiusa non id. I tav. X, n. 6 (Schedario topografico, sito 107.1). Basso piede ad anello. Olle Forma A Olla a profilo globulare, con basso collo a sezione quadrangolare, tagliato internamente; presenta il ribattino per l appoggio di un coperchio, segnato da una fascia di colore rossiccio con andamento irregolare. I tav. X, n. 16 (Schedario topografico, sito 181.1). Confronti: vicino a un esemplare da Volterra, Piano di Castello, in ceramica acroma depurata: G. Bulgarelli in BONAMICI, 2003, p. 384, n. 98, fig. 34,5 (attestata nella Fase XI: corrispondente all inizio del II secolo a.c.). Coppe Forma A Coppa a vasca emisferica; orlo arrotondato e distinto. I tav. X, n. 14 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: l esemplare trova confronti con materiali in ceramica a 224

13 vernice nera: vicino a MOREL, 1981, p. 181, tipo 2538h1 (seconda metà del III secolo a.c.). Simile a un esemplare in vernice nera da Volterra, Piano di Castello: L. Palermo in BONAMICI, 2003, p. 295, n. 13, fig. 18,6 ( /170 a.c.). Piattelli su alto piede Forma A Alto piede a tromba relativo probabilmente a un piattello. I tav. X, n. 15 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: vicino a un esemplare della Collezione Ciacci: DO- NATI-MICHELUCCI, 1981, p. 193, n. 467 (fine del IV-inizi del III secolo a.c.). Sono inoltre attestati un piede ad anello (dal sito 215.1); quattro frammenti di fondi piani (uno dal sito 168.2, uno dal e due dal 136.1); quattro frammenti di anse a maniglia (tre dai siti 83.1 e una dal sito 107.1). CERAMICA COMUNE Forme chiuse Olle Forma A Labbro diritto; orlo a mandorla. I tav. XI, n. 2 (Schedario topografico, sito 179.1). Confronti: vicino a materiali da Pisa: STORTI, 1989, p. 102, n. 1112, tav. 23,16. Luni: F. D Andria in Luni I, p. 620, n. 363, tav. 157, CS 524/2 (I secolo a.c.); Chiaramonte Treré, ibid., p. 715, nn , tav (genericamente ascrivibile all età repubblicana, nel contesto di Luni datato al II-I secolo a.c.). Forma B Labbro lievemente estroflesso; orlo distinto a mandorla; spigolo interno. I tav. XI, n. 3 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: vicino a materiali da Populonia, Acropoli: A. Baroncelli in CAPECCHI-ROMUALDI, , p. 484, tipo 11 della ceramica acroma grezza, fig. 44,c (V-II secolo a.c.). L esemplare richiama anche brocche in impasto chiaro-sabbioso da Pyrgi: M. Pandolfini Angeletti, in Pyrgi 1988, p. 99, n. 50, fig. 78 (dal pozzo O). Forma C Labbro lievemente estroflesso; orlo ingrossato a mandorla. I tav. XI, n. 4 (Schedario topografico, sito 152.2). Confronti: Cosa: DYSON, 1976, CF, p. 27, n. 36 (kitchen ware; il tipo presenta una diffusione dalla seconda metà del IV al secondo quarto del II secolo a.c., anche se il contesto di provenienza restringe la datazione al periodo a.c.). Forma D Labbro estroflesso; orlo semplice. I tav. XI, n. 5 (Schedario topografico, sito 172.1). Vicino a materiali da Genova: MILANESE, 1987, p. 150, n. 218, fig. 78. Forma E Labbro estroflesso; orlo lievemente ingrossato e distinto. I tav. XI, n. 6 (Schedario topografico, sito 152.2). Forma F Labbro diritto; orlo distinto lievemente ingrossato. I tav. XI, n. 7 (Schedario topografico, sito 185.1). Forma G Labbro lievemente estroflesso; orlo segnato esternamente da una scanalatura; lievemente rientrante all interno. I tav. XI, n. 8 (Schedario topografico, sito 191.1). Grandi olle Forma A Labbro estroflesso; orlo ingrossato e distinto. I tav. XI, n. 1 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: Populonia, Acropoli: A. Baroncelli in CAPECCHI-RO- MUALDI, , p. 483, tipo 9 della ceramica acroma grezza, fig. 45,a (VI-III secolo a.c.). Forma B Labbro lievemente estroflesso; orlo distinto, piano superiormente e ricurvo. I tav. XIII, n. 1 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: un esemplare realizzato probabilmente in un impasto simile ( rozza argilla rosata ) è attestato a Roselle: BOCCI, 1965, p. 131, inv. 1406, fig. 13. Brocche Forma A Labbro estroflesso; orlo lievemente ingrossato. I tav. XI, n. 9 (Schedario topografico, sito 202.2). Forma B Labbro estroflesso; orlo appuntito, segnato internamente da due sottili scanalature; al di sotto dell orlo, si conserva un incisione orizzontale. I tav. XI, n. 10 (Schedario topografico, sito 191.1). Forma C Alto labbro lievemente estroflesso; orlo distinto, piano. I tav. XI, n. 11 (Schedario topografico, sito 97.1). Confronti: vicino a materiali da Populonia, Acropoli: S. Siano in ROMUALDI, 2002, p. 124, brocche 2.c (I secolo a.c.). Sono inoltre attestati: alcuni frammenti di orli pertinenti a labbri trilobati (tav. XI, nn , rispettivamente dai siti e 184.1); un frammento di orlo non id. (dal sito 202.2); numerosi frammenti di anse: tra questi, alla, tav. XII, i nn. 1-4, dai siti 181.1, 83.1 e 168.2, alcuni esempi. Per il, n. 4, vedi G. Bulgarelli in BONAMICI, 2003, p. 387, n. 118, fig. 35,3, attestato nella Fase XI, corrispondente all inizio del II secolo a.c.); sei frammenti di anse a nastro (probabilmente pertinenti ad anforacei): rispettivamente dai siti 83.1, 113.1, 119.1, 199.1, 168.2, 181.1); un frammento di ansa a nastro con margini rilevati (dal sito 83.1); un frammento di ansa a nastro con due profonde scanalature longitudinali (dal sito 187.4); un frammento di ansa verticale a sezione triangolare (dal sito 196.1); due frammenti di anse a maniglia (rispettivamente dai siti 83.1 e 152.1); sei frammenti di anse a bastoncello (dai siti, 187.4, 199.1, 202.2, 216.1, due dal sito 161.2); tre frammenti di anse a doppio bastoncello (dai siti 168.2, 203.1, 209.1); un frammento di ansa a triplo bastoncello (dal sito 136.1); un frammento simile a quello alla, tav. XII, n. 3 (dal sito 187.4). Fondi pertinenti a forme chiuse: I tav. XII, n. 5 (Schedario topografico, sito 217.1). Fondo a disco. II tav. XII, n. 6 (Schedario topografico, sito 172.1). Fondo a disco, sagomato, l avvio del ventre è segnato da una scanalatura. III tav. XII, n. 7 (Schedario topografico, sito 130.2; dallo stesso sito è attestato un frammento simile). Fondo a disco, sagomato. IV tav. XII, n. 8 (Schedario topografico, sito 180.3). Fondo a disco sagomato; lievemente concavo. V tav. XII, n. 9 (Schedario topografico, sito 111.2). Fondo a disco sagomato, lievemente concavo. VI tav. XII, n. 10 (Schedario topografico, sito 97.1). Fondo piano 225

14 pertinente a forma chiusa di piccole dimensioni, lievemente concavo. Due fondi a profilo sagomato, con stacco netto della vasca e con profilo interno segnato, potrebbero essere identificati anche come prese di coperchi: I tav. XII, n. 11 (Schedario topografico, sito 83.1). II tav. XII, n. 12 (Schedario topografico, sito 79.1). Sono inoltre attestati altri fondi piani pertinenti a forme chiuse (rispettivamente dai siti 83.1, 152.2, due dal sito 143.1); tre piedi a disco (dai siti 83.1, e 209.1). Coppe Forma A Labbro diritto; orlo lievemente estroflesso, ingrossato e distinto internamente. I tav. XIII, n. 2 (Schedario topografico, sito 111.2). Tegami Forma A Alto labbro lievemente estroflesso; orlo piano superiormente. I tav. XIII, n. 7 (Schedario topografico, sito 187.4). Confronti: Cosa: DYSON, 1976, V-D, p. 69, fig. 19 (flat bottomed pans; III-inizi del I secolo a.c.). Bacini Forma A Orlo diritto a fascia, distinto. I tav. XIII, n. 10 (Schedario topografico, sito 152.1). Forme non id. Sono attribuibili a forme aperte alcuni piedi ad anello e un frammento estremamente lacunoso, probabilmente pertinente al piede di un piattello (I-II, IV). Un frammento conservante buona parte del piede ad anello e del ventre di forma globulare, presenta un foro praticato prima della cottura sul fondo, e potrebbe essere ricondotto a specifiche funzioni (colino? Per un ipotesi alternativa dell uso di vasi forati, legato all ambito rituale e attestato prevalentemente in epoche più antiche, vedi: BIONDI, 1997, 4,e. I tav. XIII, n. 3 (Schedario topografico, sito 191.1). II tav. XIII, n. 4 (Schedario topografico, sito 168.2). III tav. XIII, n. 5 (Schedario topografico, sito 136.1). IV tav. XIII, n. 6 (Schedario topografico, sito 187.4). Sono inoltre attestati altri due frammenti di piede ad anello estremamente lacunosi (rispettivamente dai siti e 204.1). Coperchi I tav. XIII, n. 8 (Schedario topografico, sito 187.4). Orlo distinto a sezione triangolare. II tav. XIII, n. 9 (Schedario topografico, sito 83.1). Presa a pomello distinto, piano superiormente. Sono inoltre attestati cinque pomelli simili all esemplare II (rispettivamente dai siti 168.2, 202.2, 204.1, due dal sito 189.2). ROZZA TERRACOTTA Forme chiuse Olle Forma A Labbro diritto; orlo semplice (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide). I tav. XIV, n. 1 (Schedario topografico, sito 132.1). Confronti: vicino a materiali da Populonia, Acropoli: A. Baroncelli in CAPECCHI-ROMUALDI, , pp tipo 1 della ceramica acroma grezza, fig. 41,c (IV-II secolo a.c.). Forma B Labbro lievemente estroflesso; orlo semplice, tagliato esternamente (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide). I tav. XIV, n. 2 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: Cosa: DYSON, 1976, FG, p. 42, n. 20, fig. 8 (kitchen ware; seconda metà del III-primo quarto del II secolo a.c.) Forma C Labbro lievemente estroflesso; orlo lievemente ingrossato (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide). I tav. XIV, n. 3 (Schedario topografico, sito 83.1). Confronti: vicino a materiali da Volterra, Piano di Castello: S. Bianchi in BONAMICI, 2003, p. 419, n. 22, fig. 40,2 (prima metà del II secolo a.c.). Vicino a un esemplare da Castiglione San Martino (Isola d Elba): MAGGIANI, 1979, p. 55, fig. 11,91. Forma D Labbro lievemente estroflesso; orlo a mandorla, lievemente ingrossato e distinto (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide). I tav. XIV, n. 4 (Schedario topografico, sito 169.1). Confronti: Chiusi, Marcianella: APROSIO-PIZZO, 2003b, p. 230, RT VIII.5.2 (fine del III-primo quarto del II secolo a.c.). Volterra, Piano di Castello: S. Bianchi in BONAMICI, 2003, pp , n. 21, fig. 40,1 (III-metà del II secolo a.c.). Populonia, Acropoli: A. Baroncelli in CAPECCHI-ROMUALDI, , p. 483, tipo 10 A della ceramica acroma grezza, fig. 44,a (IV-II secolo a.c.). Forma E Labbro diritto; orlo ingrossato e distinto (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide di piccole dimensioni). I tav. XIV, n. 5 (Schedario topografico, sito 187.4). Forma F Labbro estroflesso; orlo lievemente ingrossato (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide). I tav. XIV, n. 6 (Schedario topografico, sito 191.1). Confronti: vicino a materiali da Populonia, Acropoli: F. Curti, D. Tami in CAPECCHI-ROMUALDI, , pp , tipo O18 della ceramica acroma comune. Cosa: DYSON, 1976, CF, p. 24, fig. 2 (kitchen ware; il tipo presenta una diffusione dal IV agli inizi del I secolo a.c., anche se il contesto di provenienza restringe la datazione al periodo a.c.). II tav. XIV, n. 7 (Schedario topografico, sito 185.1). Confronti: vicino a materiali in acroma depurata da Volterra, Piano di Castello: G. Bulgarelli in BONAMICI, 2003, P. 384, n. 101, fig. 34,8 (attestata nelle Fasi XI e XII, corrispondenti alla prima metà del II secolo a.c.). Forma G Labbro estroflesso; orlo ingrossato e distinto, a sezione quadrangolare (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide a profilo compresso). I tav. XIV, n. 8 (Schedario topografico, sito 172.1). 226

15 Forma H Corto labbro estroflesso; orlo distinto a fascia, a sezione quadrangolare (probabilmente pertinente a un olla cilindro-ovoide a profilo compresso). I tav. XIV, n. 9 (Schedario topografico, sito 191.1). Confronti: Roselle: BOCCI, 1965, p. 134, n. 1571, fig. 13. Populonia, Acropoli: S. Siano in ROMUALDI, 2002, pp , tipo O.4 (I secolo a.c.-i secolo d.c.). Forma I Labbro estroflesso; orlo distinto a fascia, a sezione triangolare. I tav. XIV, n. 10 (Schedario topografico, sito 91.1). Forma L. Alto labbro estroflesso; orlo piano superiormente. I tav. XV, n. 1 (Schedario topografico, sito 97.1). Confronti: Populonia, Acropoli: F. Curti, D. Tami in CAPECCHI- ROMUALDI, , p. 415, tipo O5 della ceramica acroma comune, fig. 18. Simile a materiali in ceramica comune da Gravisca (Tarquinia): GORI-PIERINI, 2001, p. 348, tipo E, 747, tav. 68 (identificato come anfora; metà del III secolo a.c.). Forma M Alto labbro diritto; orlo estroflesso. I tav. XV, n. 2 (Schedario topografico, sito 83.1). Forma N Basso labbro; orlo distinto estroflesso. I tav. XV, n. 3 (Schedario topografico, sito 136.1). Confronti: vicino a esemplari da Artimino: G. Poggesi in CAPECCHI, 1984, p. 136, n. 190, tipo VI, fig. 95. Pisa: STORTI, 1989, p. 89, n. 835, tipo 1 dell opus doliare, tav. 23,1. Forma O Basso labbro; orlo estroflesso e distinto, tagliato esternamente. I tav. XV, n. 4 (Schedario topografico, sito 216.1). Confronti: Artena: DE WAELE, 1990, p. 69, n. 10 (brocca; fine del IV-inizi del III secolo a.c.). Forma P Labbro estroflesso; orlo piano e segnato esternamente da una lieve scanalatura. I tav. XV, n. 5 (Schedario topografico, sito 106.1). Confronti: vicino a materiali in ceramica acroma depurata da Volterra, Piano di Castello: G. Bulgarelli, in BONAMICI, 2003, p. 383, n. 93, fig. 33,22 (IV-seconda metà del III secolo a.c.). Pisa: STORTI, 1989, p. 87, n. 831, tipo 19A, tav. 22,21. Brocche (?) Forma A Basso labbro; orlo distinto ed estroflesso, piano superiormente. I tav. XV, n. 6 (Schedario topografico, sito 143.1). Forma B Labbro estroflesso; orlo ingrossato e arrotondato. I tav. XV, n. 7 (Schedario topografico, sito 136.1). Forma C Labbro estroflesso; orlo semplice. I tav. XV, n. 8 (Schedario topografico, sito 106.1). Sono inoltre attestati un frammento di labbro trilobato (tav. XVI, n. 1, dal sito 97.1), un frammento di ansa a doppio bastoncello (tav. XVI, n. 2, dal sito 83.1) e un fondo con basso piede sagomato (tav. XVI, n. 3, dal sito 136.1). Coperchi I tav. XVI, n. 4 (Schedario topografico, sito 202.2). Orlo semplice; la parete sembra segnata da leggere scanalature orizzontali. II tav. XVI, n. 5 (Schedario topografico, sito 111.1). Orlo semplice distinto. III tav. XVI, n. 6 (Schedario topografico, sito 130.3). Orlo ingrossato e distinto, a sezione triangolare. Sono inoltre attestati due pomelli di coperchi (dal sito 87.1). INSTRUMENTUM DOMESTICUM: PESI DA TELAIO I tav. XVI, n. 7 (Schedario topografico, sito 163.1). Peso da telaio di forma parallelepipeda; sulla faccia superiore presenta un tridente impresso. Confronti: un peso da telaio con lo stesso motivo decorativo attestato a Roselle: BOCCI, 1965, p. 122, n. inv. 1603, fig. 6. II tav. XVI, n. 8 (Schedario topografico, sito 163.1). Peso da telaio di forma parallelepipeda. FASE 3 I SECOLO A.C. III SECOLO D.C. TERRA SIGILLATA ITALICA Valeria Acconcia I -tav. XVII, n. 1 Frammento di piatto (Ø non ricostruibile), bordo estroflesso, segnato nella parte superiore della tesa da due linee parallele incise che incorniciano una leggera rilevatura. Argilla beige-arancio, compatta. Coperta bruna, con sfumature rossastre, coprente anche se visibilmente diluita, opaca. Cfr. ATLANTE, tav. CXXII, n. 10; SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 4, n. 1, tra a.c.; OSTIA I, fig. 102,103,104,106, anche in questo confronto la coperta ha assunto un evidente effetto marmorizzato. II -tav. XVII, n. 2. Frammento di coppa (Ø 12 cm) con parete verticale, orlo distinto appena ingrossato e squadrato, carena a spigolo pronunciato, leggermente arrotondato. Fondo piano, mancante del piede. Decorato sulla fascia esterna da un applicazione posta tra l orlo e il listello, si tratta di una rosetta multipetala, incorniciata da una decorazione radiale a quattro tratti, solcati al centro. Argilla beige, dura. Coperta brillante e uniforme. Cfr. La decorazione non ha trovato un confronto puntuale. La forma è da ricondurre a CONSPECTUS 34.1; PUCCI XXXVII, 3,6; GOUDI- NEAU 38. Si tratta di una delle forme più attestate in contesti della prima età imperiale. III -tav. XVII, n. 3. Frammento di piatto (Ø 24 cm) con parete rettilinea, leggermente inclinata verso l esterno, orlo quasi indistinto, arrotondato, carena a spigolo pronunciato, leggermente squadrata, fondo piano, mancante del piede. Argilla rosata, dura. Coperta compatta, semilucente, tendente al bruno. Cfr. GOUDINEAU 39c; PUCCI X, 28, 30-31; CONSPECTUS Avanzato I secolo d.c. 227

16 IV tav. XVII, n. 4. Frammento di piatto (Ø non ricostruibile) con parete verticale, orlo distinto squadrato e ingrossato. Appena percepibile, prima della frattura, spigolo pronunciato e squadrato della carena. Argilla beige, dura. Coperta lucente, compatta. Cfr. TORRITA, tav. XXXVII, n. 37, databile nelle varietà più tarde, all avanzato I secolo d.c. V tav. XVII, n. 5. Frammento di piatto (Ø non ricostruibile) con parete sagomata concava e convessa. Orlo mancante, parete bipartita all interno in due fasce concave, carena a spigolo arrotondato, fondo mancante. Argilla rosata dura. Coperta compatta, poco lucente. Cfr. ATLANTE, tav. CXIX, n. 10; ANDREAU, Bolsena, p. 322, tav. 15, n ; TORRITA, tav. XXXVII, n. 36, da attribuire alla forma GOUDINEAU 36a; PUCCI X, 5-7; CONSPECTUS 18.2; collocabile cronologicamente in età augustea. VI tav. XVII, n. 6. Frammento di piatto (Ø non ricostruibile) con orlo arrotondato, parete leggermente concava e convessa, sotto l orlo, una fascia appena rilevata rispetto allo spessore della parete, appare decorata da una serie di dentellature, racchiuse tra due solcature incise parallele. Argilla beige, compatta. Coperta lucente. Cfr. ATLANTE, tav. CXXVII, n. 4. Si tratta del Tipo 10 di HALTERN, corrisponde in parte al Tipo 6 di OBERADEN e al Tipo 29 di GOUDI- NEAU. In rapporto anche con la Forma HALTERN 11 e GAUDINEAU 32. La varietà più antica è datata da Gaudineau tra il 10 e il 9 a.c. Le varietà più tarde tra il 5-3 a.c. (SCHNURBEIN, P. 58). Non è una forma troppo diffusa, non sembra essere propria del repertorio aretino, ma piuttosto di succursali provinciali. VII tav. XVII, n. 7. Frammento di piatto (Ø non ricostruibile) con orlo arrotondato, leggermente appuntito, parete concava e convessa. Argilla rosata dura. Coperta brillante, compatta. Cfr.: PUCCI, tav. CXXVI, n. 20; GOUDINEAU, Bolsena, p. 169, B- 2B -41. VIII tav. XVII, n. 8. Frammento di coppa (Ø non ricostruibile) con parete inclinata, bordo indistinto, superiormente piatto, leggermente introflesso. Argilla rosata, compatta. Coperta opaca, tendente al bruno. IX tav. XVII, n. 9. Frammento di piatto (Ø non ricostruibile) con parete verticale, orlo distinto arrotondato e ingrossato. Argilla beige. Coperta lucente compatta. X tav. XVII, n. 10. Frammento di coppa (Ø non ricostruibile) con parete inclinata, orlo pendulo, leggermente appuntito. Argilla rosata, compatta. Coperta semilucida, omogenea. Cfr. PUCCI, tav. CXXIV, n. 7. Forma arcaica, imparentata con il repertorio della coperta nera (per esempio MOREL 2654 a2 datata I a.c.); RAMOS FOLQUES, Elche, p. 22, fig. 26 a, p. 29. XI tav. XVII, n. 11. Frammento di fondo (Ø 6 cm) ad anello, su piede obliquo, base di appoggio arrotondata leggermente ridotta. Argilla beige, tenera. Coperta coprente, semilucida. XII tav. XVII, n. 12. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, su piede leggermente obliquo, concavo e convesso, base di appoggio squadrata. Argilla rosata, dura. Coperta coprente, opaca, con sfumature tendenti al bruno. Cfr. TORRITA, tav. XXXIX, n. 76. XIII tav. XVII, n. 13. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, su piede leggermente obliquo, base di appoggio piatta. Argilla beige, tenera. Coperta lucente, quasi del tutto scomparsa. Cfr. CONSPECTUS, B 2.4, età media augustea. XIV tav. XVII, n. 14. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, su piede verticale, base di appoggio ridotta. Argilla beige dura. Coperta brillante, coprente. XV tav. XVII, n. 15. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, piede obliquo, base di appoggio molto ridotta. Argilla rosata, dura. Coperta coprente, opaca. Sulla parte interna del fondo sono visibili tre solcature concentriche incise, molto ravvicinate. Cfr. GAUDINEAU, p. 371, n. 2, forma 2, datata prima del 40 a.c. XVI tav. XVII, n. 16. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, piede obliquo, base di appoggio estremamente ridotta, caratterizzato da una strozzatura del piede in prossimità dell attacco con il fondo. Argilla beige, dura. Coperta lucente, mal conservata. Cfr. TORRITA, tav. XXXIX, n. 72. XVII tav. XVII, n. 17. Frammento di fondo (Ø non ricostruibile) ad anello, piede obliquo concavo e convesso, base di appoggio ridotta. Argilla rosata, dura. Coperta semilucente, leggermente tendente al bruno. All interno del fondo è visibile una decorazione a fascia di quattro solcature concentriche incise. XVIII tav. XVII, n. 18. Frammento di fondo (Ø 16 cm) ad anello, piede diritto piuttosto largo, base di appoggio piana, leggermente smussata ai lati. Argilla beige molto chiaro, tenera. Coperta brillante, mal conservata. Cfr. CONSPECTUS B1.4, datato alla prima e media età augustea. XIX tav. XVII, n. 19. Frammento di fondo (Ø 14 cm) ad anello, piede diritto piuttosto largo, base di appoggio piana, leggermente smussata ai lati. Argilla rosata, tenera. Coperta opaca, coprente. Cfr. come il precedente. XX tav. XVII, n. 20. Frammento di fondo, decorato a rotella (brevi linee parallele affiancate, racchiuse tra due linee incise parallele). Argilla beige, dura. Coperta compatta, lucente. 228

17 XXI tav. XVII, n. 21. Frammento di parete, decorato (à la barbotine) da piccole gocce di argilla colata, probabilmente affiancate (?). Argilla beige, dura. Coperta brillante, mal conservata. XXII tav. XVII, n. 22. Frammento di parete, decorato (à la barbotine) da sottili linee colate affiancate. Argilla rosata, tenera. Coperta opaca, coprente. XXIII tav. XVII, n. 23. Frammento di bollo in planta pedis C.C.E (? oppure F).F Cfr. OXÈ-COMFORT, p. 119, n (C.C.F.F.) Attestato a Chiusi e a Fiesole. XXIV tav. XVII, n. 24. Frammento di bollo in planta pedis AMVRI Il bollo AMURI può essere letto come C. MURRIUS, nel nostro caso la C.: iniziale è molto consunta, quasi illeggibile. A Milano un bollo in planta pedis di C. MURRIUS è stato rinvenuto e datato tra i più tardi ceramisti riconosciuti (almeno dopo il 15 d.c. quando è stata introdotta la pratica del planta pedis. MILANO, tav. XXVIII, n.1-3. TERRA SIGILLATA AFRICANA Piatti I tav. XVII, n. 25. Frammento di bordo indistinto (Ø 34 cm), leggermente appuntito e appena rientrante. Frammento di bordo, coperta arancio intenso, lucente, impasto arancio intenso. Cfr. ATLANTE, tav. XVI, n. 4, forma prodotta in sigillata africana A1/2, A2, datata alla metà del II-inizi III secolo d.c. CERAMICA GREZZA INGOBBIATA Piattelli I Bordo leggermente estroflesso, ingrossato, ingobbiatura rossa interna, mal conservata, staccata quasi completamente a scaglie. tav. XVIII, n. 1. Cfr. MILANO, tav. LII, n. 5 e, tav. LI, n. 1, I secolo a.c.-ii secolo d.c., in particolare età-augustea-inizi età flavia. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A Bordo verticale, leggermente estroflesso, segnato da una strozzatura nel punto di attacco con il profilo, sia sul lato interno sia su quello esterno. I tav. XVIII, n. 2. Cfr. CHIANTI, tav. XLVI, n. 8; SUTRI II, d.c., p. 81, fig. 14, n. 151; SETTEFINESTRE, I secolo a.c.-ii secolo d.c., tav. 30, n. 4; MILANO, tav. LVII, n. 16, I secolo a.c. Forma B Bordo a tesa più o meno breve leggermente inclinata. I tav. XVIII, n. 3. Cfr. CHIANTI, tav. XLIX, n. 7, I secolo a.c.-ii secolo d.c. Con la tesa leggermente più orizzontale ALBINTIMILIUM, p. 283, fig. 72, n. 303, 20 a.c.-inizi I secolo d.c.; in ceramica acroma depurata FIE- SOLE, tav. 38, n. 29, una forma molto diffusa nel I secolo d.c. in siti dell Etruria e del Lazio; SETTEFINESTRE, I secolo a.c., tav. 25.7, p. 96; LUNI II, metà I secolo d.c., tav , p. 196; PISTOIA, 1987, metà I secolo d.c., p. 193, tav. XXIII, n. 156; DOMUS DEI MOSAICI DI ROSELLE, I secolo d.c., p. 30, tav. XXIII, n II tav. XVIII, n. 4. Cfr. MILANO, tav. LX, n. 6, entro il 30 a.c. III tav. XVIII, n. 5. Cfr. CHIANTI, tav. XLVIII, n. 1, proveniente da emergenze di fine I secolo a.c.-metà I secolo d.c. IV tav. XVIII, n. 6. Cfr. COSa, Tipo LS16, fine I-metà III secolo d.c. Forma C Bordo estroflesso, a tesa inclinata, a sezione vagamente triangolare. I tav. XVIII, n. 7. Cfr. COSA, Tipo PD a.c. Forma D Bordo estroflesso, arrotondato. I tav. XVIII, n. 8. Cfr. CHIANTI, tav. XLVII, n. 8, proveniente da emergenze di fine I secolo a.c.-metà I secolo d.c. II tav. XVIII, n. 9. Cfr. FIESOLE, tav. 38, n. 34, datato alla prima metà del I secolo d.c. Forma E Bordo estroflesso, appena segnato o ingrossato. I tav. XVIII, n.10. Cfr. COSA, Tipo CF16 datato /150 a.c.; CHIANCIANO (b), pp , n. 17, datato I secolo a.c.-ii secolo d.c. II tav. XVIII, n. 11. Cfr. COSA, Tipo 22 II 132, datata d.c.; MILANO, tav. LX, n. 17, età augustea-i secolo d.c. Forma F Bordo eretto a sezione vagamente rettangolare, spigolo di attacco con la spalla fortemente segnato. I tav. XVIII, n. 12. Cfr. MILANO, tav. LXII, n. 4. In contesti compresi tra fine I secolo a.c.-prima metà I secolo d.c.; COSA, Tipo V-D /70 a.c.; LUNI II, tav. 132, 3 CM II secolo a.c.-metà I secolo d.c. II tav. XVIII, n. 13. Cfr. COSA, Tipo VD87 datato /70 a.c. Forma G Bordo a mandorla, più o meno appuntito. I tav. XIX, n. 1. Cfr. PISA, p. 395, n. 6. Generica età romana. II tav. XIX, n. 2. Cfr. CHIANCIANO (b), pp , n. 14, datato I secolo a.c.-ii secolo d.c. Contenitori di derrate I Bordo estroflesso, indistinto, regolare, forse è visibile l attacco dell ansa appena sotto il bordo. tav. XIX, n. 3 Cfr. Simile a ALBINTIMILIUM, fig. 90, n. 412, forme diffuse nella prima età imperiale. Confronto anche con CHIANTI, Tav XLVII, nn. 12, 13, fine I-inizi II d.c. Brocche e Boccali Forma A Bordo eretto, a fascia, sagomato da una leggera modanatura esternamente. I tav. XIX, n

18 Cfr. CHIANTI, tav. XLIX, n. 3, I secolo a.c.-ii secolo d.c.; COSA, Tipo PD 136, a.c. II tav. XIX, n. 5. Cfr. CHIANCIANO (b), pp , n. 15, I secolo a.c.; COSA, Tipo PD 163, a.c. III tav. XIX, n. 6. Cfr. COSA, Tipo PD 163, a.c. Forma B Bordo eretto, scivolato internamente, a fascia, segnato da una leggera modanatura esterna. I tav. XIX, n. 7. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 287, fig. 73, n Si tratta di un tipo di brocca tipico dei primi due secoli dell Impero (in prevalenza nel I secolo d.c.). Generiche forme chiuse Forma A Bordo indistinto, appena squadrato, appiattito superiormente, parete rettilinea, segnata esternamente da una fascia decorativa a motivo ondulato impresso con le dita. I tav. XIX, nn. 8,9. Cfr. Questa forma molto particolare, trova un confronto estremamente preciso a Torrita, tranne per le dimensioni (a Torrita Ø 22 cm, nel caso di Pienza tav. XIX, n. 8 Ø 8 cm). Per questa differenza di dimensioni appare difficile comprendere i due frammenti tra gli incensari, categoria alla quale sono fatti appartenere i confronti di Torrita TORRITA, p. 127, n La forma è compresa tra le produzioni di età tardo-repubblicana e imperiale. Fondi pertinenti a forme chiuse I Apodi tav. XIX, n. 10. Cfr. Naturalmente il confronto per un fondo risulta meno attendibile rispetto al bordo e alla sagoma più intera, ma una forte somiglianza si trova con un frammento proveniente da un contesto molto vicino a quello di Pienza, CHIANCIANO (b), pp , n. 17, datato I secolo a.c.-ii secolo d.c. II Ad anello, con piede molto basso, arrotondato. tav. XIX, n. 11. Cfr. Naturalmente il confronto per un fondo risulta poco attendibile rispetto al bordo e alla sagoma più intera, ma con le riserve del caso il pezzo trova confronto con uno di ALBINTIMILIUM, p. 289, fig. 74, n. 322, I-III secolo d.c. Casseruole Forma A Bordo a tesa orizzontale. I tav. XIX, n. 12. Cfr. Confronto in ceramica acroma depurata FIESOLE, tav. 39, n. 39, II inizi III secolo d.c.; OSTIA I, fig. 291, nel II-inizi III secolo d.c.; SETTEFINESRE, p. 99, tav. 26, n. 17, in età traianeoadrianea e tardo antonina; OSTIA III, tav. XXXII N. 216, secondo quarto del III secolo d.c. II tav. XIX, n.13. Cfr. CHIANTI, tav. XLVIII, n. 10-7, I secolo a.c.-ii secolo d.c.; AL- BINTIMILUM, p. 219, fig. 43, n. 109, 20 a.c.-inizi I secolo d.c.; COSA, Tipo PD27 datato a.c. Forma B Bordo distinto, arrotondato e ingrossato. Vasca ad andamento inclinato, bombata. I tav. XX, n. 1. Cfr. confronto in ceramica acroma depurata SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 283, tav. I, n. 457, datato al II secolo d.c. Forma C Bordo a tesa inclinata internamente. Vasca carenata. I tav. XX, n. 2. Cfr. Confronto con un frammento in ceramica a coperta rossa interna LUNI II, tav. 82, 8 CM 11609, prima metà del I secolo d.c.; LUNI I, tav. 59, 5 CM 2073/1. I secolo II secolo d.c. Ciotole Forma A Bordo eretto leggermente estroflesso, scivolato internamente. I tav. XX, n. 3. Cfr. CHIANTI, tav. XLIX, n. 7, I secolo a.c.-ii secolo d.c.; con la tesa del bordo più orizzontale ALBINTIMILIUM, p. 283, fig. 72, n. 303, 20 a.c.-inizi I secolo d.c. Forma B Bordo indistinto, leggermente arrotondato. I tav. XX, n. 4. Cfr. MILANO, tav. XCIII, n. 7, fine I secolo a.c.-inizi I secolo d.c. II tav. XX, n. 5. Cfr. COSA, Tipo 22II d.c. Testi I Bordo a sezione rettangolare. tav. XX, n. 6. Cfr. Rinvenuto in un contesto compreso tra II-I secolo a.c. (Schedario topografico, n ). Coperchi Forma A Bordo estroflesso, indistinto. I tav. XX, n. 7. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato II-I secolo a.c. (Schedario topografico, n ). Forma B Bordo sagomato, leggermente appuntito, esternamente a fascia. I Tav XX, n. 8 Cfr. OLCESE, 1998, Tav LXXXVIII, n. 3, I/II d.c. CERAMICA ACROMA DEPURATA Forme chiuse Olle Forma A Bordo estroflesso, leggermente ingrossato. I tav. XX, n. 9. Cfr. CHIANTI, tav. XLVII, n. 10. Proveniente da emergenze di fine I secolo a.c.-inizi I secolo d.c. Forma B Bordo a mandorla eretto, appena estroflesso. I tav. XX, n. 10. Cfr. CHIANTI, tav. XLV, n. 21, I a.c.-i d.c. Forma C Bordo piatto a tesa, collo eretto, attacco della spalla che mostra una vasca probabilmente globulare. I tav. XX, n. 11. Cfr. Potrebbe essere un contenitore di età augustea, che trova confronto anche nell impasto farinoso al tatto in MILANO, Tav LXIII, n

19 Forma D Bordo estroflesso dal profilo regolare e geometrico, appena ingrossato alla piegatura che scende internamente, assottigliato all estremità esterna. I tav. XX, n. 12. Cfr. COSA, 1987, fig. XI-139 D12. Tipo 4 Jars, Domestic Ware; CHIANTI, tav. XLVII, n. 14. In contesti di fine I secolo a.c.-metà I secolo d.c.; LUNI II, tav. 128, 12 CM 6720/2. Anteriormente al d.c. Forma E Bordo verticale, piatto superiormente, ad alta fascia leggermente concava nel profilo interno. I tav. XXI, n. 1. Cfr. Con inclinazione del bordo leggermente diversa MILANO, tav. LXIII, n. 16. Fine I secolo d.c. Brocche e boccali I Bordo estroflesso, appiattito superiormente, sagomato esternamente prima dell attacco con il profilo del collo. tav. XXI, n. 2. Cfr. FIESOLE, tav. 38, n. 30, datato al I secolo d.c.; MILANO, tav. LX, n. 18. I secolo d.c. II Bordo ingrossato, leggermente pendulo. tav. XXI, n. 3. Cfr. COSA, Tipo 22II-123, datato d.c.; MILANO, tav. LXI, n. 5, fine I secolo a.c.-i secolo d.c. III Bordo a fascia obliqua. tav. XXI, n. 4. Cfr. CHIANTI, tav. XLIX, n. 6, I secolo a.c.-ii secolo d.c.; MODENA, Tipo CIID na, I secolo d.c.; MILANO, tav. LVIII, n. 2, dalla fine del I secolo a.c. ai primi decenni del I secolo d.c. IV Bordo distinto, leggermente allargato e squadrato. Profilo sagomato ad S. tav. XXI, n. 5. Cfr. MILANO, tav. LVII, n. 14, I secolo a.c. e, tav. LX, n. 13. Seconda metà I secolo a.c.-età augustea. V Bordo a sezione rettangolare, squadrato, sagomato esternamente. Profilo obliquo, pareti leggermente allargate rispetto allo spessore del bordo. tav. XXI, n. 6. Cfr. SETTEFINESTRE, tav. 34, n. 6 Attestata nei periodi: età traianeoadrianea-tarda età antonina, anche in età severiana. Generiche forme chiuse I tav. XXI, n. 7. Cfr. COSA, Tipo 22 II d.c. Fondi pertinenti a forme chiuse I Ad anello. tav. XXI, n. 8. Cfr. COSA, Tipo 27 V-D105, /70 a.c. Ciotole Forma A Orlo indistinto arrotondato, leggermente introflesso. I tav. XXI, n. 9. Cfr. Forma prodotta in terra sigillata italica, ATLANTE, voll. II, tav. CXXXIX, n. 3; forma HALTERN 6. Prima del 20 a.c. II tav. XXI, n. 10. Cfr. Forma prodotta in terra sigillata italica, ATLANTE, voll. II, tav. CXV, n. 13. Forma V. Tipo GAUDINEAU 8. Verso il 30 a.c. Forma B Bordo allargato, smussato. Vasca leggermente carenata. I tav. XXI, n. 11. Cfr. RADICONDOLI, p. 132, tav. 49, n. 22. Età romana. Forma C Con listello. I Bordo piatto, scivolato internamente. Listello abbastanza pronunciato. tav. XXI, n. 12. Cfr. COSA, Tipo PD 106, datato a.c.; ALBINTIMILUM, p. 315, fig. 86, n. 380, da uno strato tardoromano; COSA, 1987, fig. XI-18 K18, datata fine prima metà-terzo quarto del I secolo a.c. II Bordo indistinto, listello appena accennato. tav. XXI, n. 13. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 263, fig. 238, prima età imperiale. Ciotole-Coperchio I Orlo appiattito, spigolo netto. Sulla parte superiore del bordo sono visibili le solcature per l alloggio del coperchio. tav. XXI, n. 14. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra tarda età repubblicana primo imperiale. (Schedario topografico, n ). Generiche forme aperte Probabili incensari I Bordo a tesa orizzontale. Sulla superficie esterna della tesa si conserva l attaccatura della presa a sezione approssimativamente circolare, bordo decorato da un motivo a onde impresso con le dita. tav. XXI, n. 15. Cfr. TORRITA, p. 127, tav. XLIII, n Datato al periodo tardo repubblicano-imperiale. II Bordo eretto, vasca apparentemente a scivolo, presa vagamente circolare in parte inglobata nella parete. tav. XXI, n. 16. Cfr. ALBINTIMILIUM, fig. 65, n Quello del confronto potrebbe essere un incensario, i confronti trovati dalla Olcese vanno dal I e II d.c. e in età traianeo-adrianea negli scavi di Ostia. Prese pertinenti a forme aperte Clibanum I Listello a estremità appuntita. tav. XXII, n. 1. Cfr. Confronto puntuale ma in ceramica grezza TORRITA, p. 129, tav. XLIV, n Età tardo repubblicana e imperiale. Lucerne I A decorazione perlinata. tav. XXII, n. 2. Cfr. OSTIA III, tav. XXVII, n La decorazione è a puntini rilevati, con molta probabilità appartiene al tipo a becco cuoriforme, ha un ambito cronologico che va dalla fine del II d.c. a tutto il III d.c. 231

20 CERAMICA DEPURATA INGOBBIATA DI ROSSO Ciotole I Bordo estroflesso, indistinto, decorazione a rotella sull esterno della parete, ingobbio rosso-bruno pallido molto rovinato interno ed esterno. tav. XXII, n. 3. Cfr. Imitazione della forma in Sigillata africana Lamboglia 7b. Anche la decorazione a rotella meno fine della 7a è caratteristica della forma. La datazione è al II d.c., ATLANTE, tav. XIV, n. 2. CONTENITORI DA TRASPORTO Anfore I tav. XXII, n. 4. Cfr. Si tratta di un anfora di Forma SCHONE-MAU XXXV (ZEVI- POHOL, p. 200, n. 468, p. 185, fig. 93, n. 468) da livelli di età traianea della Casa delle Pareti Gialle di Ostia, OSTIA III, tav. XLVI, n II tav. XXII, n. 5. Cfr. Potrebbe essere un anfora della forma Ostia III, trovata a Fiesole in contesti di età flavia inizi III secolo d.c., FIESOLE, tav. 55, n. 15. III tav. XXII, n. 6. Cfr. Il confronto potrebbe essere con una LAMBOGLIA 2 datata a Milano al I sec. a.c., MILANO, tav. CXII, n. 4. IV tav. XXII, n. 7. Cfr. Un confronto potrebbe essere con un anfora del tipo DRESSEL 1, a Fiesole il nostro pezzo trova un confronto con i nn. 4 e 5 della Tav 54, il primo confrontato con esemplari di fine II a.c. il secondo con esemplari di metà II-I a.c. V tav. XXII, n. 8. Cfr. Un confronto potrebbe essere con un anfora DRESSEL 6B, datata a Milano all inizio del I sec. d.c., MILANO, tav. CXVI, n. 74. VI tav. XXIII, n. 1. Cfr. Il pezzo proviene dal contesto di una concentrazione datata tra I secolo a.c-i secolo d.c. e IV-V secolo d.c. I bordi di anfore individuate sullo stesso sito datano fra I secolo a.c. e I secolo d.c. VII tav. XXIII, nn. 2, 3. Cfr. Le due punte non sono state collegate a nessun tipo di anfora, ma dal contesto proviene un bordo di anfora di I secolo d.c. VIII tav. XXIII, n. 4. Cfr. Questo fondo sembra appartenere a un anfora DRESSEL 1B, attestata soprattutto intorno al primo quarto del I a.c. fino all ultima decade del I a.c., PEACOCK-WILLIAMS, p.89, fig. 28. Oppure potrebbe trattarsi di una DRESSEL 2/4, FIESOLE, p. 400, tav. 55, n. 11, fine I secolo a.c.-primi decenni del II secolo d.c. IX tav. XXIII, n. 5. Cfr. Potrebbe essere un ansa pertinente a una DRESSEL 6A, seconda metà I a.c.-fine I d.c., TONIOLO, 1995, p. 41. FASE 4 IV SECOLO D.C. INIZI VII SECOLO D.C. CARATTERI DELLE FORME CERAMICHE DI IV-VI SECOLO D.C. A PIENZA Il materiale ceramico tardoantico proveniente dai contesti del territorio di Pienza presenta una notevole varietà morfologica. Le associazioni dei corredi rivelano la costante compresenza di olle in acroma grezza, utilizzate per la cottura dei cibi e forme aperte, per lo più ciotole, in acroma depurata o ingobbiata di rosso, da riferire al consumo dei cibi 8. La ceramica acroma depurata si è rivelata la classe più flessibile a rispondere alla realizzazione di molti tipi di contenitori. Sono state riconosciute brocche e boccali in molte varietà di forme, ciotole-coperchio, casseruole, pentole, piatti e grandi forme da dispensa dalle fogge variegate, utilizzate probabilmente per il trasporto e successivamente la conservazione di certi tipi di alimenti a lunga durata 9. Anche la ceramica depurata ingobbiata di rosso, presente in tutti i contesti riconosciuti, è prodotta in molte varianti morfologiche. Predomina certamente la ciotola, nello specifico quella di medie dimensioni che imita la forma Hayes 61 in sigillata africana; ma anche brocche e boccali trovano una loro frequente collocazione 10. La sola circolazione di imitazioni delle produzioni africane anche in situazioni di utilizzi tardoantichi di ville e fattorie di epoca altoimperiale, apre la questione sulle dinamiche dei mercati interni. La circolazione di modelli pienamente inseriti nella fase di transizione è attestata dalla presenza di imitazioni in ingobbiata di motivi decorativi tipici della ceramica africana quali i rami di palma (tav. XXXVII, n. 11; tav. XLI, n. 5), o di ciotole-coperchio dai listelli più o meno accentuati (tav. XXXV, n. 1; tav. XXXIV, n. 12), alle grandi brocche che già preludono ai contenitori per liquidi in circolazione per tutto il Basso Medioevo (tav. XXXVIII, nn. 1, 8) 11. Il mercato dei prodotti ceramici, sia esso legato direttamente ai pezzi o alle idee circolanti, non sembra essere assente, sono attestate forme in acroma grezza che trovano confronti in tutta la penisola, dimostrando l inserimento anche del nostro territorio nella rete di relazioni che ha permesso la diffusione di modelli di olle dai bordi sagomati estremamente caratterizzanti (tav. XXIV; tav. XXV). La regolare alternanza nei medesimi contesti di prodotti in acroma grezza, depurata e ingobbiata permette di leggere il corredo ceramico tardoantico come variegato e multiforme. Risulta sentita la separazione fra le fasi di preparazione, cottura e consumo dei cibi, a ognuna delle quali è destinato un tipo di contenitore. Ceramica acroma grezza L olla è la forma più attestata tra le produzioni in ceramica da fuoco. Sono state distinte 19 forme diverse che vanno dai tipi estremamente 8 La varietà morfologica risulta essere il carattere dominante anche delle associazioni ceramiche riconosciute anni fa nell area senese del Chianti per le fasi che vanno dal V agli inizi del VII secolo d.c., FRANCOVICH-VALENTI, 1997, p Ampiamente attestati catini con le medesime caratteristiche nel deposito della Crypta Balbi, per i quali è stato prospettato l utilizzo come contenitori da trasporto per cibi solidi quali carni e pesci sotto sale e che una volta svuotati potessero essere usati come contenitori da dispensa, CRYPTA BALBI, 1998, p Sul dominio della forma 61 di Hayes per i prodotti di imitazione circolanti in Italia a partire dal IV secolo d.c. si veda FONTANA, 1998, pp La grande brocca è un tipo di forma che comincia a trovare confronti a partire dal VI secolo d.c. e continua a essere prodotta fino a tutto il XIV secolo. Una serie di casi con questo lasso cronologico, provenienti da tutta la Toscana, sono stati raccolti per i confronti con i tipi di Montarrenti, CANTINI, 2003, p Anche le datazioni proposte per una serie di frammenti di brocche provenienti da due siti della Toscana settentrionale (Rocca di Campiglia e Rocca San Silvestro) vanno dalla fine del IX al XII secolo, BOLDRINI-GRASSI, 1999, pp , pur con delle varianti morfologiche che non paiono incidere sulla funzionalità della forma. 232

21 caratterizzanti esemplificati dalla forma B (tav. XXIV, nn. 8-14), a modelli più semplici, come la forma I, difficilmente riconoscibili se raccolti in un contesto non supportato da altri materiali (tav. XXVII, nn. 1-8). L evoluzione da forme che affondano le radici nella tradizione precedente, attestate già in epoca pienamente imperiale, come la forma M (tav. XXVIII, nn. 1-6) porta a modelli che avranno successo in questa fase e continueranno per tutto l Alto Medioevo come la forma B, nello specifico certi profili dal bordo sagomato e appiattito sulla spalla (tav. XXV, nn. 1-3). L impasto predominante nelle produzioni di questa fase è il, n. 2, ben riconoscibile per il colore nero o comunque tendenzialmente scuro ottenuto da cotture in atmosfere riducenti e la presenza quasi esclusiva di inclusi bianchi. L unica forma aperta alternativa all olla è la ciotola, tra le quali prevale la forma Hayes 61 della sigillata africana. Sono presenti molte varianti della foggia del bordo che rimane però costantemente introflesso (tav. XXX, nn. 8-13). Non sono stati riconosciuti molti coperchi tra i corredi dei contesti presi in esame, pur se molte forme di olle sono caratterizzate proprio da una sagomatura facilmente interpretabile come alloggio per coperchio. Questa constatazione ci ha portato a supporre che potessero esistere coperchi in materiale deperibile 12. Pur se numericamente in svantaggio sono presenti anche alcuni frammenti in grezza riferibili a forme chiuse quali boccali (tav. XXX, nn. 1, 3-4) e una fiasca (tav. XXX, n. 2). Questo utilizzo di impasti refrattari per forme non da fuoco è stata interpretata in ambito emiliano come un fenomeno di restrizione dei tipi morfologici 13. Questa lettura contrasta con la regolare varietà di associazioni morfo-tipologiche sulla quale abbiamo insistito, indicando casomai una molteplicità di soluzioni che si allinea all osservazione fatta per l ambito urbano romano, naturalmente con le cautele necessarie riferendoci a un ambiente rurale e chiuso, dove la diversificazione dei prodotti potrebbe essere indizio della frammentazione del sistema produttivo che manca di un autorità centrale di controllo della rete produttiva e commerciale Come nel caso di alcuni tipi di pentole rinvenuti nella Crypta Balbi probabilmente provviste di coperchi in legno, CRYPTA BALBI, 1998, p NEGRELLI, 2002, p. 49. Il fenomeno della minore varietà delle forme è attestato con sicurezza anche a Milano, CAPORUSSO, 1991, p. 213 e a Ventimiglia, OLCESE, 1993, p. 99, come in ambito lombardo, DELLA PORTA et alii, 1998, p CRYPTA BALBI, 1998, p Per il riferimento a Ventimiglia, OLCESE, 1993, p Ceramica acroma depurata Come detto nella premessa la ceramica depurata, quindi non da fuoco, ha trovato nei nostri contesti una notevole attestazione, soprattutto un notevole assortimento di forme. Le olle (tav. XXXIII, nn. 1-4) non presentando in nessun caso annerimenti dovuti a esposizioni sul fuoco, devono essere interpretate come contenitori per la conservazione e preparazione del cibo o comunque il consumo in fase successiva alla sua cottura. Le ciotole rispetto alle produzioni in grezza sono più variegate, oltre alle forme di imitazione della Hayes 61 che naturalmente sono presenti, sono attestate forme con listello, tra le quali un bellissimo frammento di grandi dimensioni che trova parallelismi anche con tipologie in sigillata orientale provenienti da Focea (tav. XXXV, n.1). I vasi a listello per i quali a Ventimiglia, dove per la prima volta sono stati riconosciuti da Lamboglia oramai più di mezzo secolo fa, è stata proposta una derivazione dai mortaria della prima età imperiale, nel nostro territorio sono presenti in alcuni esemplari anche in contesti datati al I secolo a.c. (tav. XXI, nn. 12, 13) 15. I primi vasi a listello imperiali si presentano in forma più sottile rispetto ai mortai, denunciando già il cambio funzionale proposto, non senza dubbi dalla Olcese per l area ligure 16. I nostri listelli datati tra V e VI secolo d.c. mantengono la foggia poco massiccia variando notevolmente l uno dall altro (tav. XXXIV, n. 12, tav. XXXV, nn. 1, 2). La varietà delle forme assunte dal listello può denunciare la provenienza dei pezzi da fabbriche diverse e da mani diverse, in quanto è stato dimostrato che la realizzazione dei listelli su vasi torniti risultata molto difficoltosa e la foggia può dipendere in buona parte dall abilità e creatività del ceramista 17. Le ciotole-coperchio sono presenti solo in depurata e in un caso è ben visibile anche l ansa impostata orizzontalmente per facilitare la presa (tav. XXXV, n. 8). La funzione di questi recipienti, per i quali è stata anche proposta quella di contenitori per acqua 18 è certamente legata alla mensa ed è già stata prospettata la possibilità che la loro diffusione risponda all esigenza di avere forme aperte nel corredo casalingo, andando a sostituire le ciotole in sigillata africana che avevano probabilmente diffuso l utilizzo massiccio di contenitori aperti 19. Sono molto particolari i grandi catini in depurata presenti in tre varianti morfologiche (tav. XXXVI, nn. 3-5). Sono stati riconosciuti anche in un territorio vicino, quello di Murlo, anche in questo caso in un contesto tardo antico e sono stati interpretati, sulla scia di confronti provenienti da tutta la penisola e oltre, come probabili contenitori per la conservazione 20. Le decorazioni che abbiamo rinvenuto si ispirano ai reperti tipici della sigillata africana. La decorazione sulla tesa del piatto presentato alla, tav. XXXVI, n. 6, un imitazione della forma Hayes 73 in sigillata africana, riporta l attenzione sulla questione introdotta nella premessa, cioè la circolazione di prodotti che si rifanno a quelli africani. In questo caso la qualità della fattura, l accuratezza dei tratti della decorazione impressa, la buona qualità dell impasto, portano a collocare il vaso tra i prodotti di buona fattura, ma l assenza di vernice e il colore pallido dell impasto lo collocano tra le imitazioni 21. Siamo in presenza di una buona imitazione che forse nel panorama delle esigenze delle committenze locali, poteva sostituire la funzione dei prodotti originali. Due frammenti di pareti molto sottili presentano delle decorazioni particolari, per le quali è stato difficile trovare un confronto che non rimandasse a prototipi nordafricani. Si tratta di puntinature impresse più o meno fitte, disposte in maniera da formare dei reticolati geometrici (tav. XXXVII, nn. 9, 10). Di più immediata collocazione tra le derivazioni da modelli africani è il fondo di piatto con decorazione impressa radiale a rami di palma e triplici cerchielli (tav. XXXVII, n. 11). 16 OLCESE, 1993, pp Comunque la funzione di questi contenitori non appare chiara neppure nell ambito dell Italia settentrionale, DELLA PORTA et alii, 1998, p Sperimentazioni effettuate in ambito germanico sulle produzioni tardoantiche della fornace di Rohrbach, hanno dimostrato che la realizzazione dei listelli poteva avvenire in due sole maniere. Comunque fondamentale risultava la quantità di argilla che il ceramista riusciva a tirare verso il bordo per poi essere ripiegata verso il basso generando di conseguenza forme variabili di listelli. Potendo usare solo due metodi la varietà in una stessa fornace è stata attribuita all inventiva dei ceramisti. La proposta è stata successivamente accettata per spiegare la varietà morfologica dei listelli di Ventimiglia, OLCESE, 1993, pp , dove si trovano anche i riferimenti alle sperimentazioni sulla fornace di Rohrbach. 18 LAVAZZA-VITALI, 1994, p Sulla sostituzione delle ciotole e ciotole-coperchio alle forme in sigillata africana si veda, CAPORUSSO, 1991, p FELICI, 2001, pp ; CRYPTA BALBI, 1998, p La comprensione di questo pezzo è stata possibile anche grazie al parere della dottoressa Maria Aprosio (Dipartimento di Archeologia, Università di Siena) che colgo l occasione di ringraziare. 233

22 Ceramica depurata ingobbiata di rosso Questa classe di prodotti realizzati su impasti depurati coperti da colorazioni tendenzialmente rossastre, risponde alla diffusione di un gusto che coinvolge un area che va ben oltre la penisola italiana 22. Attestazioni di rinvenimenti, più raramente di fornaci, di vasellame dalla copertura rossa vanno dall Italia settentrionale all area campana, fino alla costa meridionale francese dove già dal 1976 si inizia a notare una categoria ceramica a pasta chiara decorata da bande brune o arancio 23. In ambito mediterraneo imitazioni di buona fattura di sigillate africane sono attestate anche in molti contesti, sia costieri che interni, della penisola iberica a partire dal VI secolo d.c. 24. Restringendo il punto di vista, a livello regionale un mercato toscano di prodotti di buona qualità che predilige nello specifico forme aperte è stato ben documentato dalla raccolta di dati eseguita tempo fa da Ciampoltrini 25, mentre una chiara presentazione delle forme presenti in Toscana è stata illustrata al congresso di Aix-en-Provence del Questa classe ceramica, come detto, presente in tutti i contesti tardoantichi di Pienza è attestata in forme chiuse quali le grandi brocche a fondo piano esposte nella Tavola XXXVIII, da intendere probabilmente come contenitori per la conservazione di liquidi. Sono da collegare al consumo forse i boccali, contenitori di dimensioni minori che nel nostro caso hanno una notevole varietà di forme, per i quali purtroppo in un solo caso si è conservato l attacco dell ansa (tav. XXXVIII, n. 6) che si innesta alla stessa altezza del bordo. Le ciotole, come nel caso della depurata, sono prodotte in più specie rispetto alla grezza, nella forma Hayes 61, ma anche con profili più rettilinei (tav. XL, nn. 1-3). Alcuni frammenti di piatti dalle forme e decorazioni di diretta derivazione da modelli africani, come le due tese decorate da dentellature regolari (tav. XLI, nn. 1, 2), indicano nuovamente la tendenza a seguire, nonostante l assenza di prodotti originali, il filone del gusto trainante. Su questo punto si apre la questione relativa al tipo di circolazione, si tratta di idee o di maestranze 27. I nostri contesti fanno più propendere per la diffusione di un gusto e non tanto forse di produttori, in quanto le stesse forme abbiano visto trovarsi sia in ingobbiata che in depurata e addirittura in grezza (ci riferiamo in questo caso alle ciotole dal bordo introflesso). Cioè non sembrano variare le tecniche di base, presenti anche nei secoli precedenti, mentre sembra valere una ricerca stilistica ricorrente. 22 In questo contesto intendiamo la classe ceramica nel suo insieme, come diffusione del gusto per la decorazione rossa, senza entrare nel merito del progressivo passaggio al risparmio di parti dipinte che allontanandosi sempre di più dai probabili modelli iniziali in sigillata porta all affermazione, in certe aree, della ceramica altomedievale dipinta a bande. Sul progressivo passaggio dall ingobbiatura globale a quella a bande, COLETTI, 1998, p Il riferimento alla Francia del sud riguarda il sito di Jasse d Isnard presso Aimargues, dove furono individuati i primi frammenti di ceramica a bande rosse successivamente confrontati con altri frammenti provenienti da un contesto stratigrafico che permise di collocare i reperti fra il VII e l XI secolo d.c., C.A.T.H.M.A., 1993, p Per l Italia settentrionale, BROGIOLO-GELICHI, 1998, pp Per l Italia centro-meridionale esistono centri di produzione e forte diffusione di ingobbiate che imitano forme in Sigillata africana nella Valle del Pescara in Abruzzo, STAFFA, 1998, pp Per l area campana, ARTHUR, 1998, p GUTIÉRREZ LLORET, 1998, p La diffusione di ciotole in argilla molto depurata, dotate di una decorazione dipinta di rosso dalla forma imitante la scodella dal bordo introflesso (forma Hayes 61) è documentata da Lucca a Cosa, passando per i contesti di Fiesole e del senese, CIAMPOL- TRINI, 1998, p FRANCOVICH-VALENTI, 1997, pp Questione aperta esposta nell intervento di Fontana al convegno in onore di Hayes sulla ceramica nella tarda antichità e primo altomedioevo, FONTANA, 1998, p. 83. Contenitori da trasporto Le anfore esposte nelle tavole sono tutte di produzione nordafricana. È stato riconosciuto un bordo della forma Africana I (tav. XXXII, n. 1; tav. XXXVII, n. 1) circolante fra metà II e inizi V secolo d.c. Si tratta di un contenitore essenzialmente utilizzato per il trasporto di olio e la sua presenza è pienamente inserita nelle rotte più diffuse concentrate verso il cuore del Mediterraneo occidentale, cioè la costa tirrenica italiana, la Gallia e la Spagna 28. L altra forma riconosciuta (tav. XXX- VII, n. 2) è stata confrontata con un tipo di contenitore anche in questo caso spesso usato per olio e salse di pesce ma non solo, proveniente dall Africa che va a sostituire progressivamente le Africane I e II 29. Le scarse informazioni che possono darci questi frammenti riguardano però un aspetto importante dell economia della zona. Come è stato appurato accadere in altri ambiti della Toscana a partire dal II secolo d.c., la zona della media Val d Orcia in età tardoantica probabilmente importa olio e salse di pesce dalle province africane, rivelando la persistenza di importazioni e di un mercato interno di diramazione forse dall asse Africa-Gallia del quale è testimoniata la vitalità in Etruria settentrionale fino a tutto il V-VI secolo d.c. 30. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme chiuse Olle Forma A Bordo rivolto verso l alto, variamente sagomato, a sezione vagamente triangolare. I tav. XXIV, n. 1. Cfr. ALBINTIMILUM, p. 204, fig. 37, n. 52, nel VI secolo d.c.; GROTTA DEL BEATO, n. 2, forma di tradizione tardoantica poi diffusa anche in periodo altomedievale. II tav. XXIV, n. 2. Cfr. VALENTI, 1996, tav. X, n. 8. VI secolo d.c. III tav. XXIV, n. 3. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n. 1, fine III-VII secolo d.c.; LUNI II nel corso del VI secolo d.c., tav. 337, n. 7 CS 1180/1. IV tav. XXIV, n. 4. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n. 24, fine III-VII secolo d.c.; INVILLINO- IBLIGO, tipo III d1-iii d.3, tra metà V-VII secolo, p. 63, tav. II, n ; SIRMIONE, VII-VII secolo, p. 49, tav. 1, n. 3. V tav. XXIV, n. 5. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n , fine III-VII d.c.; RODENGO, tav. III, n. 23, VI d.c. VI tav. XXIV, n. 6. Cfr. VALENTI, 1996, tav. X, n. 5, fine IV-VII d.c.; LIGURIA, p. 247, fig. 8, n. 3, fine VI-inizi VII d.c. VII tav. XXIV, n. 7. Cfr. CHIANTI, tav. LIX, n. 22. VI d.c. Forma B Bordo nastriforme, estroflesso, sagomato, a sezione vagamente triangolare. I tav. XXIV, n. 8. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 216, fig. 104, nel periodo tardo antico; CHIANTI, tav. LV, n. 12, fine III-VII d.c.; FIESOLE in stratigrafie di fine IV-V secolo d.c., p. 390, tav. 45, n. 28; SANTA MARIA DELLA 28 MENCHELLI, 1986, p Questi tipi di contenitori erano probabilmente usati anche per salse di pesce e forse per il vino, MENCHELLI, 1986, p Le considerazioni sulla Toscana settentrionale e sull asse di mercato Africa-Gallia si riferiscono all ager Pisanus, MANNONI, 1988, p

23 SCALA, nel corso del VI secolo d.c., p. 301, tav. IX, n. 187; CRYPTA BALBI, 1998, P. 354, fig. 2, n. 6. VII secolo d.c.; OSTIA ANTICA, 1998, p. 406, fig. 9, n. 6. VII secolo d.c. II tav. XXIV, n. 9. Cfr. CHIANTI, tav. LIV, n. 5, fine III-VII secolo d.c.; COSA, 1991, p. 219, fig. 18, n. 13 a,b, nel corso del VI secolo d.c.; ALBINTIMI- LIUM, p. 216, fig. 104; CRYPTA BALBI, 1998, p. 354, fig. 2, n. 6. VII secolo d.c. III tav. XXIV, n. 10. Cfr. CHIANTI, tav. LVIII, n. 7, fine VI-inizi VII, inizi-metà VI d.c. IV tav. XXIV, n. 11. Cfr. CHIANTI, tav. LXI, n. 14, in associazione a ingobbiata di rosso databile tra metà VI-inizi VII d.c. V tav. XXIV, n. 12. Cfr. CHIANTI, TAV. LIV, n. 15, nel corso del VI d.c. VI tav. XXIV, n. 13. Cfr. CHIANTI, tav. LIV, n. 15, nel corso del VI d.c. VII tav. XXIV, n. 14. Cfr. CHIANTI, tav. LVII, n. 3, in questo caso il pezzo è stato trovato in un contesto datato da ceramica ingobbiata di rosso di VI e VII secolo. VIII tav. XXV, n. 1. Cfr. COSA, Tipo FC13 datato al IV secolo d.c.; CRYPTA BALBI, 1998, p. 354, fig. 2, n. 6. VII secolo d.c. IX tav. XXV, n. 2. Cfr. CHIANTI, tav. LXIV, n. 7, fine III-VII secolo d.c. (con rimandi a confronti che vanno dal IV al VI secolo d.c. X tav. XXV, n. 3. Cfr. BROGIOLO-GELICHI, 1998, p. 214, fig. 1, n. 1, metà VI-prima metà VII secolo d.c.; CRYPTA BALBI, 1998, p. 354, fig. 2, n. 6. VII secolo d.c. Forma C Bordo ad S. I tav. XXV, n. 4. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n. 9, fine III-VII secolo d.c.; LUCCA, p. 589, fig. 26, n. 11, fine V-VI secolo d.c.; BROGIOLO-GELICHI, 1998, p. 219, fig. 4, n. 1, VI-VII secolo d.c. II tav. XXV, n. 5. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n. 17; INVILLINO-IBLIGO, Tipo IIIg, tra metà V-VII secolo d.c., p. 69, tav. III, n. 12; BROGIOLO-GELICHI, 1998, p. 219, fig. 4, n. 6, VI-VII secolo d.c. Forma D Bordo sagomato, ingrossato. I tav. XXV, n. 6. Cfr. Vagamente simile a CHIANTI, tav. LXIV, nn. 1, 3, VI-VII, fine VI-VII d.c. II tav. XXV, n. 7. Cfr. Vagamente simile, con spessore minore nel confronto, a CHIANTI, tav. LVIII, n. 5, in associazione a ingobbita di VI-inizi VII d.c.; oppure, CHIANTI, Tav LXVI, n. 4, VI; metà VI-VII d.c. Forma E1 Bordo estroflesso, ingrossato nell angolo interno e solcato subito sotto la ripiegatura, leggera solcatura per l alloggio del coperchio. I tav. XXV, n. 8. Cfr. Vagamente simile, non tanto nell andamento del bordo quanto nell insieme della dinamica del bordo e collo a CHIANTI, Tav LXVI, n. 1, fine V-VI, tra V e VI d.c. Forma E2 Bordo estroflesso, ingrossato, dalla forma vagamente rettangolare. I tav. XXV, n. 9. Cfr. Vagamente simile a OSTIA-PORTO, 1998, fig. 8, n. 1, VII secolo d.c. Forma F Bordo verticale, nastriforme, leggermente introflesso. I tav. XXV, n. 10. Cfr. CHIANTI, tav. LXI, n. 14, in associazione con ceramica ingobbiata di rosso, databile intorno alla metà del VI-inizi VII secolo d.c. II tav. XXV, n. 11. Cfr. CHIANTI, tav. LVIII, n. 3, in associazione con ceramica ingobbiata di rosso, databile intorno alla metà del VI-inizi VII secolo d.c. III tav. XXVI, n. 1. Cfr. CHIANTI, tav. LVII, n. 2, in associazione con ceramica ingobbiata di rosso databile intorno alla metà del VI-inizi VII secolo d.c. IV tav. XXVI, n. 2. Cfr. CHIANTI, tav. LXI, n. 9, fine III-VII secolo d.c.; MILANO, fine VI-inizi VII secolo d.c., tav. C, n. 17; OTRANTO, inizi-metà VI secolo d.c., p. 72, fig. 4-2, n V tav. XXVI, n. 3. Cfr. MURLO, tav. XXXII, n. 2, seconda metà VI d.c. VI tav. XXVI, n. 4. Cfr. CHIANTI, tra metà V-VII, VII-VIII d.c.; MURLO, 2001, tav., XXX, n. 10, IV-V d.c.; MILANO, tav. XCIII, n. 13, età augusteaprima metà I d.c. VII tav. XXVI, n. 5. Cfr. FIESOLE, tav. 45, n. 28, fine IV-inizi V secolo d.c.; CHIANTI, tav. LVI, n. 3, nel corso del VI secolo d.c.; CIAMPOLTRINI, 1998, p. 300, fig. 6, n. 1. VIII tav. XXVI, n. 6. Cfr. Con una variante nella parte esterna del bordo che presenta una solcatura rispetto al confronto ricorda, CHIANTI, tav. LXII, n. 13, nel corso del VI d.c. IX tav. XXVI, n. 7. Cfr. SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 297, tav. VIII, n. 164, VI secolo d.c.; CHIANTI, tav. LVIII, n. 15, metà VI-inizi VII secolo d.c.; CIAMPOLTRINI, 1998, p. 300, fig. 6, n. 1. Forma G Bordo estroflesso, appuntito e pendulo esternamente, poi rientrante lungo la tesa obliqua, internamente sagomato. I tav. XXVI, n. 8. Cfr. Vagamente simile nell andamento del profilo del bordo a: SA- BINA, 1998, fig. 3, n. 8, esemplare proveniente dal sito di Madonna del Passo, vicino Rieti, genericamente collocato nella tarda antichità. Forma H Bordo rientrante, indistinto, arrotondato, con la tesa variamente piegata in orizzontale. I tav. XXVI, n. 9. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 204, fig. 37, n. 52. VI secolo d.c. II tav. XXVI, n.10. Cfr. CHIANTI, tav. LXIII, n. 7, in associazione con ceramica ingobbiata di rosso databile intorno alla metà del VI-inizi VII secolo d.c. III tav. XXVI, n. 11. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 209, n. 77, a metà IV-V secolo d.c. IV tav. XXVI, n. 12. Cfr. CHIANTI, tav. LXI, n. 5, nel corso del VI, tra fine VI-VIII d.c. V tav. XXVI, n. 13. Cfr. CHIANTI, tav. LV, n. 1, in associazione a ceramica ingobbiata di rosso tra V e metà VI d.c. 235

24 Forma H2 Bordo estroflesso e ingrossato, vagamente triangolare, spalla che si attacca subito sotto il bordo. I tav. XXVI, n. 14. Cfr. MILANO, tav. XCVIII, n. 8, metà IV-inizi V d.c. Forma I Bordo estroflesso, più o meno indistinto. I tav. XXVII, n. 1. Cfr. CHIANTI, tav. LXV, n. 22, fine III-VII secolo d.c.; FIESOLE, tav. 43, n. 12, fine IV-inizi V secolo d.c. II tav. XXVII, n. 2. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). III tav. XXVII, n. 3. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 209, fig. 39, n. 75, epoca tardo romana-altomedievale. IV tav. XXVII, n. 4. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 209, fig. 39, n. 77, seconda metà IV d.c.-v secolo d.c. V tav. XXVII, n. 5. Cfr. CHIANTI, tav. LIX, n. 2, fine III-VII secolo d.c.; LUNI II, nel corso del VI secolo d.c., tav. 337, n. 2 CS 1402/2. VI - tav. XXVII, n. 6. Cfr. ALBINTIMILUM, p. 209, fig. 39, n. 69, dal IV al VI secolo d.c. e oltre; PESCARA, p. 323, fig. 59, n. 41, tra V-VI secolo d.c. VII tav. XXVII, n. 7. Cfr. VILLA CLELIA, tra V-VI secolo d.c., p. 171, fig. 19 nn. 3,6; PISA, p. 441, n. 64, in un contesto tardoantico; OSTIA ANTICA, p. 406, fig. 9, n. 5. VII d.c. VIII tav. XXVII, n. 8. Cfr. MURLO, 2001, Tav XXXI, n. 3, VI-VII d.c. Forma L Bordo verticale, indistinto, leggermente arrotondato. I tav. XXVII, n. 9. Cfr. CHIANTI, tav. XCIII, n. 4, fine III-VII secolo d.c.; TORCELLO, IX-X secolo d.c., p. 50, fig. 45, n. 1; LUCCA, metà X-inizi XI secolo d.c., p. 433, n. 23. II tav. XXVII, n. 10. Cfr. VALLE DEL CURONE, fine V-inizi VI secolo d.c., p. 159, fig. 109, n. 14. III tav. XXVII, n. 11. Cfr. CHIANTI, tav. LXV, n , fine III-VII secolo d.c.; ALBINTI- MILIUM, p. 209, fig. 39, n. 68, tra IV-VI secolo d.c.; SCARLINO, p. 294, tav. VIII, n. 20, V secolo d.c.; SIRMIONE, p. 49, tav. 1, n. 6, VII- VIII secolo d.c.; OSTIA ANTICA, 1998, p. 406, fig. 9, n. 7. VII d.c. Forma M Bordo verticale, arrotondato, ingrossato esternamente; segnato da una curva netta il punto di attacco con la spalla. I tav. XXVIII, n. 1. Cfr. CHIANTI, tav. LX, n. 5 e, tav. LXI, n. 2; MILANO, fine VI-inizi VII secolo d.c., tav. C, n. 17; OTRANTO, inizi-metà VI secolo d.c., p. 72, fig. 4-2, n. 315; AREZZO, p. 142, fig. 11, datato al periodo tardo-antico. II tav. XXVIII, n. 2. Cfr. COSA II, nel corso del VI secolo d.c., p. 219, fig. 18, n. 10b; SANTA MARIA DELLA SCALA, nel corso del VI secolo d.c., p. 301, tav. IX, n. 186; CASALE SAN DONATO, tra fine VI-VIII secolo d.c., p. 210, fig. 7, n. 8. III tav. XXVIII, n. 3. Cfr. CHIANTI, tav. LX, n. 11, metà VI-VII secolo d.c. IV tav. XXVIII, n. 4. Cfr. CHIANTI, tav. LXII, n. 14, fine III-VII secolo d.c.; INVILLINO- IBLIGO, Tipo IIIg tra metà V-VII secolo d.c., p. 69, tav. III, n. 12. V tav. XXVIII, n. 5. AREZZO, entro la metà del V secolo d.c., p. 142, fig. 11. VI tav. XXVIII, n. 6. Cfr. SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 301, tav. IX, n VI d.c.; CHIANTI, tav. LXIII, n. 10. VI-VII secolo d.c. Forma N Breve orlo inclinato internamente, ingrossamento appena accennato, spalla immediatamente attaccata al bordo, profilo del corpo inclinato. I tav. XXVIII, n. 7. Cfr. MILANO, tav. CI, n. 5, IV secolo d.c. Forma O1 Bordo sagomato. I tav. XXVIII, n. 8. Cfr. CHIANTI, tav. LVII, n. 6, in associazione con ceramica ingobbiata di rosso databile tra VI secolo e VII secolo d.c.; RADICONDOLI, p. 106, tav. 29, n. 4, generica epoca romana; CIAMPOLTRINI, 1998, p. 300, fig. 6, n. 1, tra VI-VII secolo d.c.; OSTIA ANTICA, 1998, p. 397, n. 2. Inizi V secolo d.c. II tav. XXVIII, n. 9. Cfr. CHIANTI, tav. XIII, n. 10, fine VI-VII secolo d.c. III tav. XXVIII, n. 10. Cfr. FIESOLE, in stratigrafie di fine IV-V secolo d.c., p. 390, tav. 45, n. 28; SANTA MARIA DELLA SCALA, nel corso del VI secolo d.c., p. 301, tav. IX, n IV tav. XXVIII, n. 11. Cfr. CHIANTI, tav. LIV, n. 10, fine IV-V, nel corso del VI d.c. V tav. XXVIII, n. 12. Cfr. Confronto non strettissimo, il pezzo del confronto ha andamento molto simile ma profilo più sottile a: CHIANTI, tav. LV, n. 13, in associazione a ingobbiata di rosso databile tra VI e VII d.c. VI tav. XXVIII, n. 13 Cfr. CHIANTI, tav. LVII, n. 2, tra V-VII secolo d.c. VII tav. XXVIII, n. 14. Cfr. LIGURIA, p. 247, fig. 8, n. 11. VI-VII secolo d.c. Forma O2 Bordo eretto, nastriforme, sagomato, più o meno appuntito. I tav. XXIX, n. 1. Cfr. CHIANTI, tav. LVIII, n. 12, in associazione a ceramica ingobbiata di rosso databile intorno alla metà del VI-inizi VII secolo d.c.; OSTIA ANTICA, 1998, p. 397, n. 12, prima metà VI-seconda metà VI secolo d.c. II tav. XXIX, n. 2. Cfr. COSA, 1991, p. 219, fig. 18, n. 10b, nel corso del VI secolo d.c.; SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 301, tav. IX, n. 186, nel corso del VI secolo d.c.; CASALE SAN DONATO, p. 210, fig. 7, n. 8, tra fine VI- VIII secolo d.c.; OSTIA ANTICA, 1998, p. 397, n. 9, prima metà VIseconda metà VI secolo d.c. III tav. XXIX, n. 3. Cfr. CHIANTI, tav. LXI, n. 16, fine III-VII secolo d.c.; MILANO, fine VI-inizi VII secolo d.c., tav. C, n. 17; OTRANTO, inizi-metà VI secolo d.c., p. 72, fig. 4-2, n IV tav. XXIX, nn. 4,5. Cfr. OSTIA ANTICA, 1998, p. 397, n. 9, prima metà VI-seconda metà VI secolo d.c. 236

25 V tav. XXIX, n. 6. Cfr.CHIANTI, tav. LVI, n. 2, fine III-VII secolo d.c. Forma O3 Bordo estroflesso, sagomato solo internamente. I tav. XXIX, n. 7. Cfr. CHANTI, tav. LX, n. 2. V-VI secolo d.c. Forma P Bordo leggermente estroflesso, lineare il profilo esterno, ingrossato quello interno. I tav. XXIX, n. 8. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 216, fig. 42, n. 99, 450/ /550 d.c.; CRYPTA BALBI, 1998, p. 357, fig. 3, n. 6, VI-VII secolo d.c.; PORTO, p. 405, fig. 8, n. 3. VII secolo d.c. Forma Q Bordo estroflesso, orizzontale, leggermente pendulo e appuntito. I tav. XXIX, n. 9. Cfr. ALBINTIMILIUM, da strati che vanno dal IV secolo d.c. fino al VI e talora anche oltre, p. 209, fig. 39, n. 67; SETTEFINESTRE, p. 103, tav. 28, n. 5, attestato nella tarda età antonina e nel Tardo antico Alto Medioevo. Forma R Bordo eretto, nettamente distinto e ingrossato, profilo interno del bordo concavo (probabilmente per favorire l alloggio del coperchio), esterno diritto. I tav. XXIX, n. 10. Cfr. SAVONA, p. 586, tipo A4. VI-metà VII secolo d.c. Forma S Bordo a tesa, segnato nella parte superiore da un leggero ispessimento per favorire l alloggio del coperchio. I tav. XXIX, n. 11. Cfr. CHIANTI, LXVI, n. 9. IV-VI secolo d.c. Forma T Bordo a tesa orizzontale, sagomato esternamente lineare e arrotondato internamente. I tav. XXIX, n. 12. Cfr. Frammento proveniente da un contesto datato tra V e VI secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n ) Forma U Bordo ingrossato ed eretto, leggera solcatura forse per il coperchio all interno. I tav. XXIX, n. 13. Cfr. Vagamente simile a, ALBINTIMILIUM, fig. 38, n. 65, generalmente di epoca tardoromana e altomedievale. Brocche e Boccali I Bordo rettilineo, appena distinto da una leggera ingrossatura, squadrato, appiattito superiormente. tav. XXX, n. 1. Cfr. ALBINTIMILIUM, P. 283, fig. 72, n. 311, dal IV secolo d.c. in poi. Fiasche I Bordo indistinto, verticale, rettilineo. tav. XXX, n. 2. Cfr. CRYPTA BALBI, 1998, fig. 14, n. 5, VI secolo d.c. Anse pertinenti a forme chiuse I A sella, segnata da due profonde solcature sul profilo superiore. tav. XXX, n. 3. Cfr. Frammento rinvenuto all interno di un contesto datato tra V- VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II A sezione nastriforme. tav. XXX, n. 4 Cfr. Frammento rinvenuto all interno di un contesto datato tra V- VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Fondi pertinenti a forme chiuse I Apodi. tav. XXX, nn Cfr., tav. XXX, nn. 5,7, rinvenuti in un contesto datato al V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n )., tav. XXX, n. 6 rinvenuto in un contesto datato alla metà IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 71.2). Ciotole Forma A1 Bordo rientrante. I tav. XXX, n. 8. Cfr. Probabilmente si tratta di un imitazione in ceramica acroma grezza della forma HAYES 61A prodotta in sigillata africana, datata 325/ d.c. CHIANTI, tav. LXXXIV, n. 12; FIESOLE, p. 380, tav. 35, n. 7. II tav. XXX, n. 9. Cfr. Probabilmente si tratta di un imitazione in ceramica acroma grezza della forma HAYES 61A prodotta in sigillata africana, datata 325/ d.c. CHIANTI, tav. LXXXIV, n. 1. III tav. XXX, n. 10. Cfr. VALENTI, 1996, tav. I, n. 2, fine VI-VII secolo d.c. Probabilmente si tratta di un imitazione in ceramica acroma grezza della forma HAYES 61B prodotta in sigillata africana D datata dal 380 al 450 d.c. FIESOLE, tav. 35, n. 8, IV-inizi V secolo d.c. IV tav. XXX, n.11. Cfr. Imitazione in ceramica acroma grezza della forma HAYES 61 in sigillata africana, datata 325/ d.c. FONTANA, 1998, p. 85. V tav. XXX, n. 12. Cfr. Confronto in vernice rossa tarda FIESOLE, tav. 26, n. 51, VI secolo d.c. VI tav. XXX, n. 13. Cfr. Confronto in ceramica dipinta tarda FIESOLE, seconda metà IVinizi V secolo d.c. Riconducibile alla forma HAYES 61A in sigillata africana D. VII tav. XXXI, n. 1. Cfr. Il confronto è in ceramica a vernice rossa tarda FIESOLE, p. 369, tav. 24, n. 15. La forma deriva da esemplari in sigillata africana D e in sigillata nord-italica tarda, generalmente databili dal 325 al 450 d.c. VIII tav. XXXI, n. 2. Cfr. Confronto in ceramica ingobbiata di rosso, CHIANTI, tav. LXXXIV, n. 11, IV-V secolo d.c.; TORRITA DI SIENA, p. 631, fig. 3, n. 2. Imitazione della HAYES 61, /420 d.c. Forma A2 Bordo rientrante mozzato. I tav. XXXI, n. 3. Cfr. Imitazione della forma HAYES 105 in sigillata africana, databile tra fine V-VII secolo d.c.-fontana, 1998, p. 87, n. 5. II tav. XXXI, nn

26 Cfr. Probabilmente si tratta di un imitazione della HAYES 61A, in sigillata africana, datata /420 d.c. FONTANA, 1998, p. 85. Forma A3 Bordo verticale mozzato. I tav. XXXI, n. 7. Cfr. Confronto in ceramica a vernice rossa tarda, FIESOLE, fine IVinizi V secolo d.c., tav. 25, n. 30, deriva dalla forma HAYES 61 in sigillata africana D. Forma B Bordo mozzato, con listello accennato sul profilo esterno. I tav. XXXI, nn. 8, 9. Cfr. Potrebbe trattarsi di un imitazione in ceramica acroma grezza della forma HAYES 105, in sigillata africana, datata 580-VII secolo d.c. FONTANA, 1998, p. 87, n. 5; SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 301, tav. IX, n. 188, VI secolo d.c. Forma C Bordo a tesa, leggermente ingrossato e arrotondato all estremità. I tav. XXXI, n. 10. Cfr. FIESOLE, tav. 46, n. 32, con una cronologia cha va dal II secolo d.c. al V secolo d.c. La maggiore concentrazione è registrata dalla seconda metà del IV agli inizi del V secolo d.c.; ALBINTIMILIUM, p. 261, fig. 62, n. 230, terzo-quarto decennio del III secolo d.c. Forma D Bordo distinto, ingrossato, segnato da un netto restringimento nel punto di attacco con la parete. I tav. XXXI, n. 11. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 227, fig. 125, IV secolo d.c. Forma E Bordo indistinto, estroflesso, segnato nel profilo esterno da una profonda solcatura. I tav. XXXI, n. 12. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 233, fig. 49, n. 140, dal III d.c.-metà IV secolo d.c. Forma F Bordo a tesa, scivolato internamente, arrotondato, vasca carenata. I tav. XXXI, n. 13. Cfr. Una serie di confronti (le varianti sono concentrate nell andamento della tesa) vengono da Milano dove contenitori simili al nostro si datano in contesti che vanno dalla seconda metà del IV alla prima metà del V sec. d.c., MILANO, tav. CI nn Coperchi Forma A1 Bordo poggiante pienamente sul piano, regolare, indistinto, rivolto con una piegatura netta. I tav. XXXI, n. 14. Cfr. PISA, p. 395, n. 10, datato alla generica età romana. In questo caso è stato rinvenuto all interno di un contesto datato tra IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 71.2). Forma A2 Bordo indistinto esternamente, sagomato da una rientranza all interno. I tav. XXX, n. 16. Cfr. Rinvenuto all interno di un contesto datato IV-V secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Forma A3 Bordo pienamente appoggiato al piano, regolare, ripiegato all interno. I tav. XXXI, n. 17. Cfr. CHIANTI, tav. LXXI, nn. 6, 11, coperchi dalla tipologia dal bordo generalmente arrotondata e schiacciata facenti parte di contesti che vanno dal V al VII d.c. Forma B Bordo leggermente rialzato nel punto di appoggio, solo uno spigolo tocca sul piano, andamento regolare, leggermente appuntito all estremità. I tav. XXXI, n. 15. Cfr. Rinvenuto all interno di un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Manici di coperchio I tav. XXXI, nn. 18, 19. Cfr. Rinvenuti all interno di un contesto datato IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 87.3). CONTENITORI DA TRASPORTO Anfore I tav. XXXII, n. 1. Cfr. tipo AFRICANA I piccola, metà II-inizi V secolo d.c., TONIOLO, 1995, p. 76; PEACOCK et alii, 1989, fig. 17, n. 5; fig. 18, n. 1. Dolia I tav. XXXII, n. 2. Cfr. Si tratta di un dolietto da dispensa, simile per la forma e per l alloggio del coperchio ma non per il profilo a, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 15, nn. 9, 10, VI secolo d.c. II tav. XXXII, n. 3. Cfr. SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 301, tav. IX, n. 235, in contesti datati metà VI-inizio VII secolo d.c. Fondi pertinenti a forme non id. I Con piede ad anello, molto basso. tav. XXXII, n. 4. Cfr. FIESOLE, tav. 35, n. 15, in ceramica tardo romana a superfici lisciate, IV-inizi V secolo d.c. Rinvenuto all interno di un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II Apodi. tav. XXXII, n. 5. Cfr. Rinvenuto all interno di un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Decorazioni incise I Sinusoidale a linee più o meno larghe e affiancate. tav. XXXII, n. 6. Cfr. Rinvenuti all interno di un contesto datato IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 87.3). II A linee intrecciate in modo irregolare. tav. XXXII, n. 7. Cfr. Rinvenuti all interno di un contesto datato IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 87.3). CERAMICA ACROMA DEPURATA Forme chiuse Olle Forma A Bordo sagomato, predisposto per l alloggio del coperchio. 238

27 I tav. XXXII, n. 8. Cfr. LUNI II, tav. 135, 1 CM 11279/8, seconda metà IV-V secolo d.c. Forma B Bordo a tesa, leggermente pendulo, arrotondato, segnato nella parte superiore da linee incise parallele per favorire l alloggio del coperchio. I tav. XXXII, n. 9. Cfr. Rinvenuto all interno di un contesto datato IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Forma C Bordo a mandorla. I tav. XXXIII, n. 1. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 204, fig. 37, n. 54, IV secolo d.c. e oltre. Forma E Bordo estroflesso, indistinto. I tav. XXXIII, n. 2. Cfr. Confronto in acroma grezza, MURLO, 2001, tav. XXXI, n. 1, VII-IX d.c.; MURLO, 2001, tav. XXXI, n. 5, fine V-inizi VI d.c. II tav. XXXIII, n. 3. Cfr. Confronto molto simile in, SABINA, 1998, fig. 4, n. 4, generica età tardoantica-altomedievale. Forma F Bordo estroflesso, ingrossato, spalla attaccata subito sotto il bordo. I tav. XXXIII, n. 4. Cfr. Confronto in acroma grezza lucidata a stecca proveniente da strati di macerie di VI secolo d.c. con residui di età romana, MI- LANO, tav. CIII, n. 15. Forma G Bordo estroflesso, sagomato, leggermente pendulo all estremità, caratterizzato da un andamento sinusoidale della piegatura del bordo finale. I tav. XXXIII, n. 5. Cfr. LUNI, tav. 73, n. 37. Compare in strati che vanno dal II al IV- V secolo d.c. Brocche e Boccali I Bordo indistinto, leggermente estroflesso. tav. XXXIII, n. 6. Cfr. FIESOLE, tav. 37, n. 20, seconda metà del IV secolo d.c. II Bordo estroflesso, appena segnato all esterno. tav. XXXIII, n. 7. Cfr. ALBINTIMILIUM, fig. 70, n. 290, da uno strato di V d.c. III Bordo estroflesso, scivolato internamente. tav. XXXIII, n. 8. Cfr. FIESOLE, tav. 26, n. 46, fine IV-V d.c.; CHIANTI, tav. LXXX, n. 1, identico esemplare con riferimento cronologico da Fiesole. IV Bordo estroflesso, sagomato internamente, visibile attacco dell ansa subito sotto il bordo. tav. XXXIII, n. 9. Cfr. Simile anche per l alto attacco dell ansa a, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 10, n. 1, VII d.c.; MURLO, 2001, tav. XXXV, n. 15, V d.c. Anse pertinenti a forme chiuse I tav. XXXIV, n. 1. Cfr. Rinvenuta all interno di un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II tav. XXXIV, n. 2. Cfr. Rinvenuta all interno di un contesto datato IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 87.3). Fondi pertinenti a forme chiuse I Ad anello, con piede piuttosto basso. tav. XXXIV, n. 3. Cfr. Rinvenuto all interno di un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II Apodi. tav. XXXIV, nn. 4,5. Cfr. Rinvenuti all interno di contesti datati fra V-VI secolo d.c (Schedario topografico, n e Schedario topografico, n ). Ciotole Forma A Bordo rientrante. I tav. 60 nn. 6,7. Cfr. CHIANTI, tav. LXXXIII, n. 11, riconducibile alla forma HAYES 61A, prodotta in sigillata africana, datata 325/ d.c.; FIE- SOLE, p. 380, tav. 35, n. 7, stessa datazione. II tav. XXXIV, n Cfr. Imitazione della forma HAYES 61, prodotta in Italia soprattutto tra IV-V secolo d.c., FONTANA, 1998, p, 84. Forma B Bordo indistinto, profilo eretto, carena pronunciata. I tav. XXXIV, n. 11. Cfr. FIESOLE, p. 360, tav. 15, n. 3. La forma nel confronto è in sigillata africana, tipo LAMBOGLIA 3B2 e HAYES 14C, datata tra fine II-inizi III metà III secolo d.c. Nel nostro caso è stata individuata in un contesto datato tra fine IV-VI secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n. 87.1). Forma C Bordo rientrante, listello marcato, orizzontale. I tav. XXXIV, n. 12. Cfr. ALBINTIMILUM, p. 315, fig. 388, fine V-inizi VI secolo d.c.; CHIANTI, tav. LXXXVII, n. 3; SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 301, tav. IX, n. 262, nel corso del VI secolo d.c. Forma E Bordo a listello molto pronunciato e orizzontale, sormontato da una rilevatura decorata da una dentellatura regolare, sagomato internamente per l alloggio del coperchio. I tav. XXXV, n. 1. Cfr. Un confronto viene da Milano, con una forma più piccola di diametro e in impasto più grezzo. Si tratta di una ciotola-coperchio con lo stesso profilo del bordo ma con la decorazione dentellata sul profilo esterno dell orlo. Datata al V-VI secolo, MILANO, tav. CVI, n. 3. Un confronto molto simile è stato individuato anche a Ventimiglia datato tra V e VIII secolo d.c., ALBINTIMILIUM, n La decorazione è individuabile invece nel, n. 361 sempre di Ventimiglia, simile anche se in questo caso manca lo scalino interno sotto il bordo, in questo caso è datato nella prima metà del VI secolo d.c. 239

28 Vagamente simile solo per parte esterna del listello a, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 5, nn. 7-13, VII secolo d.c. Comunque in generale dopo il V secolo come evoluzione dei mortai. Vagamente simile anche a STAFFA, 1998, fig. 6, n. 18b, V-metà VI secolo d.c. La forma trova uno stringente confronto anche con produzioni orientali, nello specifico la forma 5 di HAYES in Sigillata focese, importata in Italia diffusamente tra la fine del V e la prima metà del VI secolo d.c. Forma F Bordo rientrante, mozzato e pendulo all esterno a formare un piccolo listello rivolto verso il basso. I tav. XXXV, n. 2. Cfr. FONTANA, 1998, fig. 3, n. 5. Imitazione della forma HAYES 105, confronto simile a quello di un frammento proveniente da contesti di VII d.c. nella Crypta Balbi. Ciotole-Coperchio Forma a Bordo a tesa, in due casi compare una decorazione a linee sinusoidali, parallele, incise sulla tesa. I tav. XXXV, nn Cfr. MILANO, tav. CV, n. 4, V-VI secolo d.c.; RADICONDOLI, p. 132, tav. 49, n. 3, generica età romana. La decorazione trova un confronto sulla tesa di una ciotola con bordo rientrante proveniente dall area del Chianti, CHIANTI, tav. LXXXIII, n. 3, in questo caso su una forma di inizi VII secolo d.c. Lo stesso motivo a onde incise a pettine sulla tesa su uno o più registri si trova in molti catini in depurata provenienti dalla Crypta Balbi, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 6, nn. 1-5, datati nel corso del VI secolo d.c. Forma B Bordo nettamente distinto, ingrossato e squadrato. I tav. XXXV, n. 6. Cfr. CHIANTI, tav. LX, n. 9, III-inizi VII secolo d.c., con riferimenti a confronti dal IV all VIII secolo d.c. Forma C Bordo rientrante, mozzato. I tav. XXXV, n. 7. Cfr. STAFFA, 1998, p. 464, fig. 17, n. 60(b). Seconda metà VI-VII secolo d.c. Forma D Bordo a stampella, attacco dell ansa impostata orizzontalmente subito sotto il bordo. I tav. XXXV, n. 8. Cfr. MILANO, tav. CV, n. 6, una forma che a Milano compare in contesti della fine del V secolo ma è meglio documentata nel VI secolo d.c. Casseruole I Bordo distinto, ingrossato e arrotondato. tav. XXXVI, n. 1. Cfr. ALBINTIMILUM, p. 227, fig. 125, IV secolo d.c. II Bordo distinto, allargato e arrotondato, segnato superiormente da una lieve solcatura (alloggio del coperchio?). tav. XXXVI, n. 2. Cfr. ALBINTIMILIUM, p. 239, fig. 52, n. 158; presente in contesti che vanno dal IV secolo d.c. al VI secolo d.c.; LUNI II, tav. 129, n. 7, fine II-inizi III secolo d.c. Catini I Bordo a mandorla verticale, molto ingrossato rispetto al collo. tav. XXXVI, n. 3. Cfr. CRYPTA BALBI, 1998, fig. 7, nn. 1-4, VII secolo d.c. II Bordo appiattito superiormente, scivolato all interno verso il profilo globulare della vasca. tav. XXXVI, n. 4. Cfr. Vagamente simile, più che altro per la classe ceramica in depurata e le dimensioni a CRYPTA BALBI, 1998, fig. 8, n. 1, VII secolo d.c. Una forma simile in depurata di grandi dimensioni si trova a MURLO, tav. XXXVI, nn. 1-4; tav. XXXVII, nn Confronti tra V-VI secolo d.c. III Bordo tozzo, appiattito superiormente, dalla foggia regolare, sagomato esternamente. tav. XXXVI, n. 5. Cfr. La forma è simile alla tipologia dei bacili in depurata provenienti da contesti abruzzesi, STAFFA, 1998, fig. 6, n. 24b, V-metà VI secolo d.c. Piatti I Bordo a tesa, decorato da piccole impressioni affiancate poste lungo l orlo rialzato. Sulla superficie della tesa sono visibili sottili doppie linee parallele incise, che campiscono delle serie di brevi linee oblique anch esse incise. tav. XXXVI, n. 6. Cfr. CHIANTI, tav. LXXXVIII, n. 7, metà V secolo d.c.; ATLANTE vol. I. Il bordo è molto simile a quelli della forma HAYES 73, prodotta in africana C raramente in D. Datata tra 420 e 475 d.c. Gli esemplari con la decorazione sembrano essere i più antichi. La forma della vasca però assomiglia più alla HAYES 76, prodotta in africana D. Datata La caratteristica particolare di questo frammento è l impasto in depurata chiara, assolutamente diverso dal colore rosso della sigillata africana, potrebbe cioè trattarsi di un imitazione, anche se la qualità della fattura riporta più a produzioni autentiche. Coperchi I Bordo appuntito poggiante sul piano, filettature marcate sull esterno della parete. tav. XXXVI, n. 7. Cfr. COSA, fig. 67, FC31, inizi IV secolo d.c. Lucerne I Lucerna aperta, con evidente strozzatura verso la punta. tav. XXXVI, n. 8. Cfr. Si tratta di una lucerna di tipologia aperta che in ambito urbano a Roma appaiono nel panorama fittile a partire dal VI secolo d.c., se non sporadicamente già dal V, a sostituire quelle a disco chiuso che utilizzavano olio, mentre quelle aperte potevano far bruciare anche altre sostanze quali cera e sego, PAVOLINI, 1998, p 127. CONTENITORI DA TRASPORTO Anfore I tav. XXXVII, n. 1. Cfr. Potrebbe essere il bordo di un AFRICANA piccola, metà II-inizi V secolo d.c., LUNI, tav. 78, n. 28, TONIOLO, 1995, p. 77. II tav. XXXVII, n. 2. Cfr. Variante XXVG del Keay. Si tratta di contenitori per olio e altri 240

29 prodotti dell Africa che sostituiscono le anfore Africana I e II e sono attestati in tutti i siti del Mediterraneo a partire dal IV secolo d.c. diversificandosi in numerose varianti, MILANO, tav. CXXI, n Anse pertinenti ad anforacei I tav. XXXVII, nn.3,5. Cfr. Rinvenute in un contesto databile tra IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II tav. XXXVII, n. 4. Cfr. Rinvenuta in un contesto databile tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Fondi pertinenti a forme aperte I tav. XXXVII, n. 6. Cfr. Rinvenuto in un contesto databile tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Fondi pertinenti a forme non id. I tav. XXXVII, n. 7. Cfr. Rinvenuto in un contesto databile tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Decorazioni impresse I Frammento di parete decorata da tre solcature incise verticalmente all andamento della vasca. Le due linee laterali hanno andamento vagamente concavo, quella centrale è diritta. tav. XXXVII, n. 8. Cfr. Rinvenuto in un contesto databile tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II Decorazione a punzonature. tav. XXXVII, nn. 9,10. Il frammento, n. 9 è decorato da punzonature disposte secondo linee parallele probabilmente a formare un motivo vagamente circolare, o comunque di andamento curvilineo, intervallate da linee sinusoidali. Il frammento, n. 10 ha un motivo a punzonature minute e fitte, disposte in modo da creare un intreccio di forme geometriche. Cfr. Questo stile decorativo trova un confronto abbastanza puntuale in OTRANTO, 1998, p. 523, fig. 7 nn VII secolo d.c. Una decorazione a gruppi e fasce di trattini o punti disposti obliquamente è stata rinvenuta in un boccale proveniente dalla via Laurentina, di impasto rossiccio, per il quale si è riscontrata la provenienza africana, datato nella prima metà del V secolo d.c., OSTIA, 1998, fig. 3, n. 2. III Decorazione impressa a rami di palma e cerchiolini, disposti in forma radiale. tav. XXXVII, n. 11. Cfr. Le decorazioni impresse a stampo sono tipiche della sigillata di tipo D e ne caratterizzano lo stile dal IV fino a tutto il VI secolo d.c. In particolare i motivi vegetali disposti a stella, formati da palmette sono tipici della I fase datata d.c., GANDOLFI, 1994, p Il tipo di decorazione presente su pezzi datati tra metà IV e metà V secolo si trova sul materiale milanese, MILANO, tav. XL, nn CERAMICA INGOBBIATA DI ROSSO Forme chiuse Brocche e Boccali Forma A Bordo a mandorla piuttosto schiacciato e rivolto verso l interno. I tav. XXXVIII, n. 1. Ingobbiatura opaca, solo esterna, di colore bruno. Cfr. Il prototipo di questo contenitore che non presenta il collo ma l attacco della spalla si innesta subito sotto il bordo trova un confronto in ceramica acroma depurata in ambito abruzzese, STAFFA, 1998, fig. 9, 32a, V-metà VI secolo d.c. II tav. XXXVIII, 8. Ingobbiatura arancio acquosa solo esterna. Cfr. Il confronto non è puntuale, il bordo risulta diverso ma la tipologia di grande brocca in depurata ingobbiata è simile, con la spalla attaccata quasi sotto il bordo e la pancia globulare, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 17, nn. 1, 4., VII secolo d.c. Forma B Bordo estroflesso, ingrossato e arrotondato. Argilla beige scuro, compatta. Ingobbiatura bruna, appena visibile, farinosa, opaca. I tav. XXXVIII, n. 2. Cfr. CHIANTI, tav. LXXV, n. 7, in associazione a forme aperte ingobbiate di rosso, databili tra IV-V secolo d.c.; OSTIA ANTICA, p. 397, n. 4., inizi V secolo d.c. Forma C Bordo indistinto, estroflesso, appiattito. Sulla parete esterna decorazione sinusoidale incisa. I tav. XXXVIII, n. 3. Argilla beige, molto farinosa. Ingobbiatura bruna, farinosa, poco coprente e poco resistente. Cfr. CHIANTI, tav. LXXIII, n. 6, in associazione con forme aperte ingobbiate di rosso, databili tra VI-VII secolo d.c.; FIESOLE, tav. 28, n. 68, metà IV-inizi V secolo d.c. II tav. XXXVIII, n. 9. Si tratta di una variante con il bordo meno arrotondato. Ingobbio interno ed esterno, rosso vivo, pesante e coprente opaco e ben conservato. Cfr. FIESOLE, tav. 27, n. 61, IV-inizi V secolo d.c. III tav. XXXVIII, n. 10. Si tratta di una variante con il bordo più stretto all estremità. Ingobbio interno ed esterno, arancio spento, acquoso e farinoso molto diluito. Cfr. Vagamente simile a CHIANTI, tav. LXXIV n, 9, in contesti di IV-V secolo d.c. Forma D Bordo eretto arrotondato, profilo esterno sagomato, profilo interno leggermente concavo. Argilla rosata, dura. Ingobbiatura bruna, piuttosto diluita. tav. XXXVIII, n. 4. Cfr. CRYPTA BALBI, 1998, p. 367, fig. 9, n. 11, VII secolo d.c. Forma E Bordo a tesa appiattita, orizzontale. Argilla nocciola, tenera. Ingobbiatura arancio scuro, appena visibile, molto mal conservata, farinosa, opaca. I tav. XXXVIII, n. 5. Cfr. FIESOLE, p. 382, tav. 37, n. 19, seconda metà IV-inizi V secolo d.c. Confronto molto preciso in ceramica da fuoco CALLE DI TRI- CARICO, p. 744, fig. 9, n. 7, tra d.c. II tav. XXXVIII, n. 7. Cfr. CHIANTI, tav. LXXIV, n. 17.III-VII secolo d.c. Forma F Bordo sagomato, molto affusolato, attacco dell ansa complanare al bordo. 241

30 I tav. XXXVII, n. 6. Cfr. La tipologia del boccale si rifà a tipi individuati nella Crypta Balbi e attribuiti a produzioni locali. Le similitudini non sono strettamente legate al profilo del bordo ma più all attacco dell ansa complanare al bordo e a quello che si può intravedere del collo, CRYPTA BALBI, 1998, fig. 9, n. 9, VI secolo d.c.; FIESOLE, tav. 28, n. 66, in questo caso si tratta di una brocchetta di dimensioni ridotte che rappresenta una continuazione di quelle più grandi attribuibili a stratigrafie della piena età imperiale, mentre questa è datata tra fine IV-V secolo d.c. Anse pertinenti a forme chiuse I tav. XXXVIII, n. 11. Argilla rosata, friabile. Ingobbiatura rosso corallo, opaca, farinosa, evidentemente pennellata. Cfr. Rinvenuta in un contesto datato tra IV-V secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Fondi pertinenti a forme chiuse I Apodi. Argilla arancio chiaro, compatta. Ingobbiatura bruna, farinosa, poco resistente. tav. XXXVIII, n. 12. Cfr. CHIANTI, tav. LXXVI, n. 7; VALENTI, 1991, tav. 5, n. 15, periodo tardoantico. II Apodo con leggera solcatura prima dell inizio del fondo. Ingobbiatura è solo esterna, bruna, opaca, coprente. tav. XXXVIII, n. 13. Cfr. Proveniente da un contesto caratterizzato da due fasi, una datata fra I secolo a.c.-i secolo d.c., l altra fra IV-V secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n ) Ciotole Forma A Bordo arrotondato, indistinto. Profilo interno ed esterno sagomato. Argilla rosa-arancio, farinosa. Ingobbiatura rosso scuro, opaca, poco resistente. I tav. XXXIX, n. 1. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Forma B Bordo estroflesso, appiattito, scivolato internamente. Ingobbiatura arancio intenso rovinatissima, conservata solo esternamente. I tav. XXXIX, n. 2. Cfr. CHIANTI, tav. XXXIX, n. 3. Si rimanda a un confronto con un frammento di Villa Clelia in Sigillata tardo italica di V-VI secolo d.c. Forma C Bordo introflesso, appuntito. I tav. XXXIX, nn (n. 3 = argilla beige rosato, compatta. Ingobbiatura marrone chiaro, con sfumature più scure, piuttosto diluita, non troppo opaca, farinosa; n. 4 = argilla beige, farinosa. Ingobbiatura arancio scuro, opaca, poco coprente; n. 5 argilla rosata, dura. Ingobbiatura arancio, mal conservata, opaca, farinosa; n. 6 = Ingobbiatura coprente bruna, rovinata specialmente all esterno. Cfr. Forma riconducibile alla HAYES 61A, prodotta in sigillata africana D, datata 325/ d.c. ATLANTE I, tav. XXXV, n. 1, datata al IV-V secolo d.c.; CHIANTI, tav. LXXXIV nn. 1,5; FIESOLE, tav. 23, n. 13. FONTANA, 1998, p, 84. Forma D Bordo appiattito, variamente allargato e inclinato. I tav. XXXIX, n. 7. Argilla molto compatta, arancio-rosato. Ingobbiatura arancio scuro, compatta e coprente, leggermente lucida. Cfr. Probabilmente si tratta di un imitazione della forma HAYES 109, datata /700 d.c., una delle ultime forme di sigillata africana, FONTANA, 1998, p. 86; CHIANTI, tav. LXXXVIII, n. 1. II tav. XXXIX, n. 8. Argilla arancio, estremamente compatta. Ingobbiatura arancio scuro, molto coprente all interno, più diluita e chiara all esterno, semilucida. Cfr. FIESOLE, tav. 25, n. 29, seconda metà del IV secolo d.c. e oltre; ATLANTE I, tav. VII, n. 10; con un inclinazione della vasca leggermente più verticale, CHIANTI, tav. LXXIII, n. 19. Riconducibile alla Forma HAYES 103B, in sigillata africana, datata tra iniziterzo quarto del VI secolo d.c. III tav. XXXIX, n. 9. Argilla rosa-arancio, compatta. Ingobbiatura arancio, poco resistente, diluita, farinosa. Cfr. FIESOLE, tav. 25, n. 29. Si tratta di una variante della forma LAMBOGLIA 22 in sigillata africana D, ATLANTE I, tav. L, n. 10, intorno al IV secolo d.c.; CHIANTI, tav. XXXI, n. 6, in associazione a imitazione della forma HAYES 91C e HAYES 99C, datate al VI-VII secolo d.c. Forma E Bordo rettilineo, appiattito, indistinto. Argilla rosata, molto farinosa. Ingobbiatura bruna, quasi nera, friabile, poco resistente, quasi scomparsa. I tav. XXXIX, n. 10. Cfr. FIESOLE, p. 371, tav. 26, n. 44, databile intorno al IV secolo d.c.; DOMUS DEI MOSAICI DI ROSELLE, tav. XV, n Forma F Bordo indistinto, arrotondato. I tav. XXXIX, n. 11. Argilla rosata, leggermente farinosa. Ingobbiatura rosso corallo, molto diluita, poco resistente, opaca. Cfr. CHIANTI, tav. LXXX, n. 15, in associazione a imitazioni della forma HAYES 61A datata /420 e HAYES 91C datata tra primo trentennio del VI-inizio VII secolo d.c. II tav. XXXIX, n. 12. Ingobbiatura opaca arancio solo interna, molto rovinata. Cfr. FIESOLE, tav. 26, n. 47, seconda metà IV-inizi V secolo d.c. III tav. XXXIX, n. 13. Ingobbiatura interna e esterna molto rovinata e farinosa. All esterno, dal rosso al bruno, acquosa, all interno è bruna. Cfr. Il confronto che abbiamo trovato fino a ora è con un grande bacino proveniente da Milano in ceramica comune che presenta un piccolo foro sotto l orlo. Questo pezzo si data tra VI e VII secolo d.c. IV tav. XL, n. 1. Argilla beige, farinosa. Ingobbiatura arancio, appena visibile, molto diluita e farinosa. Cfr. CHIANTI, tav. LXXX, n. 1; FIESOLE, fine IV-V secolo d.c., tav. 26, n. 46, forme prodotte in sigillata africana A,C, in sigillata chiara B, e in sigillata chiara italica, ATLANTE I, tav. XVII, n. 7; XXX nn. 1-2, n. 3. V tav. XL, n. 2. Ingobbiatura arancio intenso, sia interna che esterna, acquosa. Cfr. FIESOLE, tav. 26, n. 51, Il tipo trova riferimenti nella forma LAMBOGLIA 43 in sigillata africana C, IV secolo d.c. 242

31 VI tav. XL, n. 3. Ingobbiatura bruno chiaro, solo all interno molto farinosa e rovinata. Cfr. FIESOLE, tav. 26, n. 46, fine IV-V secolo d.c.; CHIANTI, tav. LXXX, n. 1, identico esemplare con riferimento cronologico da Fiesole. Piattelli Forma A Bordo arrotondato, ingrossato. I tav. XL, n. 4. Argilla arancio, molto friabile. Ingobbiatura arancio scuro, poco resistente, farinosa, opaca. Cfr. CHIANTI, tav. LXXXIX, n. 11. In associazione a imitazioni della forma HAYES 91c, datata tra primo trentennio del VI-inizi VII secolo d.c. e della forma HAYES 99c, VI-VII secolo d.c. II tav. XL, n. 5. Argilla rosato chiaro, leggermente farinosa. Ingobbiatura bruna all esterno, più chiara all interno, piuttosto diluita ma resistente, semilucida. Cfr. CHIANTI, tav. LXXX, n. 17; FIESOLE, P. 380, tav. 35, n. 10, seconda metà del IV secolo d.c. III tav. XL, n. 6. Argilla beige, friabile. Ingobbiatura notevolmente diluita, bruna all esterno, arancio chiaro all interno. Cfr. CHIANTI, tav. LXXXI, n. 2. V secolo d.c. Forma B Bordo introflesso, appuntito esternamente a formare un piccolo listello, vasca appena carenata. I tav. XL, n. 7. Ingobbiatura arancio appena percepibile. Cfr. Imitazione della HAYES 86, metà V-metà VI secolo d.c., TOR- TORELLA, 1998, fig. 2, n. 13; FONTANA, 1998, fig. 2, n. 3. Piatti I Bordo a tesa, decorazione a dentellature affiancate, impresse sull orlo della tesa leggermente rialzato. Argilla rosata, compatta. Ingobbiatura molto rovinata, bruno scuro, con evidenti sfumature più chiare, coprente, semilucida. tav. XLI, n. 1. Cfr. CHIANTI, tav. LXXXVIII, n. 6, ricorda la forma HAYES 73, metà V secolo d.c. II Bordo a sezione rettangolare. È presente una decorazione a dentellature impresse affiancate, posta sul limite superiore del bordo. Argilla rosata, compatta. Ingobbiatura bruno-rossastra, coprente anche se diluita, semilucida. tav. XLI, n. 2. Cfr. La forma che assomiglia a un tipo prodotto in sigillata africana, ATLANTE, tav. XXXn. 3, in sigillata africana C4 e più raramente D, datata tra d.c. III Bordo a tesa orizzontale caratterizzato da doppia solcatura distanziata sulla tesa. Ingobbiatura arancio chiaro, solo esterna, rovinatissima. tav. XLI, n. 3. Cfr. Imitazione della forma LAMBOGLIA 51, HAYES 59, datata tra /420 d.c., ATLANTE, tav. XXXII, n. 10. Fondi (decorati) pertinenti a piatti Decorazione sovradipinta I tav. XLI, n. 4. Argilla rosata tendente all arancio, leggermente farinosa. Ingobbiatura di base rosso corallo, uniforme, leggera, leggermente farinosa. Su questa base si vedono due strisce circolari concentriche, una bruna, una quasi nera. Dalla seconda striscia (quella più scura) partono verso l esterno tre (visibili) raggi di colore bruno, leggermente più chiaro della striscia dalla quale hanno avuto origine. Cfr. FIESOLE, tav. 21, n. 17, metà IV-inizi V secolo d.c. Decorazione a stampo I tav. XLI, n. 5. Argilla rosata, compatta. Ingobbiatura rosso intenso, farinosa, poco coprente, opaca. Il fondo è decorato da palmette appena percepibili e da cerchielli multipli disposti in modo casuale. Cfr. Questo repertorio decorativo, è tipico delle imitazioni delle decorazioni a stampo caratteristiche dello stile A della sigillata africana, FONTANA, 1998, p. 84,86. Fondi pertinenti a forme aperte Forma A Apodi. I tav. XLI, nn. 6, 7. (n. 6 = argilla arancio chiaro, farinosa. Ingobbiatura rosata, quasi del tutto scomparsa, estremamente diluita; n. 7 = argilla arancio chiarissimo, farinosa. Ingobbiatura arancio chiaro, molto diluita, leggermente farinosa, poco resistente, poco coprente. Cfr. Rinvenuti in un contesto datato metà IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 71.2). Forma B Ad anello. I tav. XLI, n. 8. Argilla arancio rosata, farinosa. Ingobbiatura bruna, sfumata, quasi violacea sul fondo, molto diluita, poco resistente, opaca. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato metà IV-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n. 71.2). II tav. XLI, n. 9. Argilla beige, farinosa. Ingobbiatura arancio, opaca, poco resistente. Cfr. FIESOLE, p. 372, tav. 27, n. 55, metà IV-inizi V secolo d.c. III tav. XLI, n. 10. Argilla rosa-beige, farinosa. Ingobbiatura arancio chiaro, diluita, farinosa, poco coprente, opaca. Cfr. CHIANTI, tav. LXXVIII, n. 12, periodo tardo-antico. IV tav. XLI, n. 11. Argilla beige-rosato, poco friabile. Ingobbiatura rosso intenso all interno, bruna, quasi nera all esterno, piuttosto coprente anche se sfaldata, semilucente. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato V-VI secolo d.c. (Schedario topografico, n ). FASE 5 XIII -XV SECOLO D.C. MAIOLICA ARCAICA Forme Chiuse Boccali I Bordo verticale indistinto. Decorazione visibile alcune campiture in manganese e una fascia curvilinea in ramina, riconducibile al repertorio geometrico-vegetale. tav. XLII, n. 1. Anse pertinenti a boccali I A bastoncello decorate a fasce bicolori alternate in ramina e manganese. tav. XLII, nn. 2,3. Fondi pertinenti a boccali I Apodi con accentuata rientranza prima dell inizio della pancia. tav. XLII, nn. 4, 5. Cfr. Il tipo di fondo appartiene ai boccali più antichi, quelli che cominciano ad apparire nel corso del XIII secolo, a Siena certamente dalla fine del secolo, BERTI et alii, 1986, fig. 1, nn. 2,

32 II Apodi, con spigolo esterno vivo. Decorazione non visibile, la parte inferiore esterna del fondo è ricoperta da invetriatura marrone chiaro, poco prima della frattura si intravede una fascia di smalto bianco. tav. XLII, n. 6. Cfr. BERTI et alii, 1986, p. 485, fig. I, n. 18, fine XIV-metà XV secolo d.c.; FRANCOVICH, 1982, forma A.6.1. Generiche forme chiuse I Bordo eretto, leggermente estroflesso, indistinto. Decorazione visibile alcune campiture in manganese, riconducibile al repertorio geometrico-vegetale. tav. XLII, n. 7. II Fondo piano, spigolo appena accennato, profilo verticale. Decorazione visibile alcune campiture in manganese, riconducibile al repertorio geometrico-vegetale tav. XLII, nn. 8,9. III Parete. Decorazione visibile alcune strisce verticali allineate in manganese, circoscritte da due fasce in ramina, riconducibile al repertorio geometrico-vegetale tav. XLII, n. 10. IV Parete. Decorazione visibile larga fascia bordata da una striscia in manganese, riempita da un fitto motivo a graticcio sempre in manganese. tav. XLII, n. 11. V Parete. Decorazione visibile fascia verticale bordata da linee in manganese, riempita da un motivo a rete a maglie piuttosto strette, sempre in manganese. tav. XLII, n.12. VI Parete. Decorazione visibile floreale, campiture in manganese riempite di ramina e tralci stilizzati verticali in manganese. tav. XLII, n. 13. VII Parete. Decorazione visibile motivo geometrico bordato in ramina, riempito da un graticcio a maglie piuttosto strette in manganese. tav. XLII, n. 14. VIII Parete. Decorazione visibile treccia verticale in ramina, alternata da una doppia linea semplice verticale ancora in verde. tav. XLII, n. 15. IX Parete. Decorazione visibile floreale a tralci in manganese. tav. XLII, n. 16. X Parete. Decorazione visibile solo alcune campiture in manganese. tav. XLII, n. 17. XI Parete. Decorazione visibile linee verticali in manganese, affiancate da un motivo non identificabile in ramina. tav. XLII, n. 18. XII Parete. Decorazione visibile motivo a onde verticali, alternate in smalto bianco e manganese, tagliate da una linea in manganese orizzontale che le divide da un campo in ramina. tav. XLII, n. 19. Tazze I Fondo piano, spigolo arrotondato, visibile l attacco dell ansa alla base del fondo. Decorazione visibile campiture geometriche in manganese. tav. XLII, nn. 20, 21. Cfr. FRANCOVICH, 1982, Forma B.8.1; BERTI et alii, 1986, p. 487, fig. II, n. 12, inizi-metà XIV secolo d.c. Catini I Bordo a nastro leggermente estroflesso, profilo concavo e convesso, orlo arrotondato, leggermente confluente. Decorazione visibile: treccia in ramina, racchiusa da linee orizzontali in manganese. tav. XLIII, n. 1. Cfr. BERTI et alii, 1986, p. 487, fig. II, n. 44, fine XIV-tutto XV secolo d.c.; FRANCOVICH, 1982, forma B.1.4. II Bordo a nastro, leggermente confluente, ingrossato esternamente, piatto internamente. Decorazione visibile: treccia in ramina, racchiusa da linee orizzontali in manganese. tav. XLIII, n. 2. Cfr. FRANCOVICH, 1982, forma B.1.1 III Bordo a nastro, profilo concavo e convesso; orlo arrotondato. Decorazione visibile treccia in ramina, racchiusa da linee orizzontali in manganese. tav. XLIII, n. 3. Cfr. Leggera variante di BERTI et alii, 1986, p. 487, fig. II, n. 44, fine XIV-tutto XV secolo d.c.; FRANCOVICH, forma B.1.4. Ciotole I Bordo a nastro, indistinto, arrotondato. Decorazione visibile treccia in ramina, racchiusa da linee orizzontali in manganese. tav. XLIII, n. 4. II Bordo a nastro, eretto, arrotondato, indistinto. Decorazione visibile doppia fascia orizzontale bicolore (una più stretta in manganese, una più larga in ramina), posta all interno della fascia. tav. XLIII, n. 5. Cfr. Leggera variante di BERTI et alii, 1986, p. 487, fig. II, n. 18, metà XIV-prima metà XV secolo d.c. Fondi pertinenti a forme aperte I Apodo, spigolo esterno accentuato. Decorazione visibile all interno del fondo campiture geometriche in manganese. tav. XLIV, n. 1. II Apodo, spigolo esterno squadrato. Decorazione visibile all interno del fondo ampio campo in ramina, campito da sottili linee in manganese. tav. XLIV, n. 2. III Apodo, spigolo esterno arrotondato. Decorazione visibile curve in manganese che campiscono aree in ramina (petali?), probabilmente da riferire a un repertorio vegetale. tav. XLIV, n. 3. Generiche forme aperte I Parete. Decorazione visibile treccia in ramina e parte della linea superiore in manganese che campisce la treccia. tav. XLIV, n

33 II Parete. Decorazione visibile tralci in manganese sovrastanti a fondi in ramina (decorazione floreale). tav. XLIV, n. 5. III Parete. Decorazione visibile curve affiancate in manganese, riempite da campi in ramina (petali?). tav. XLIV, n. 6. IV Parete. Decorazione visibile una linea orizzontale in manganese, una forma ellittica bordata in manganese, riempita in ramina. tav. XLIV, n. 7. V Fondo. Decorazione visibile strisce in smalto bianco, bordate da sottili linee in manganese, che si intrecciano, lasciando spazi vuoti riempiti da ramina. (nodo???) tav. XLIV, n. 8. VI Parete. Decorazione visibile due fasce orizzontali una in ramina l altra in intrecci di manganese, si intravedono linee inclinate (vegetali?) in manganese sopra la fascia in ramina. tav. XLIV, n. 9. VII Parete. Decorazione visibile ampio campo in ramina, linea verticale, semicurva in manganese. tav. XLIV, n. 10. VIII Parte di bordo. Decorazione visibile doppia linea bicolore (una più sottile in manganese, una più spessa in ramina) orizzontale, all interno della fascia del bordo. tav. XLIV, n. 11. ZAFFERA A RILIEVO Generiche forme chiuse I Parete. Decorazione visibile repertorio floreale, parte di fiore riempito da fitto reticolato, parte di fogliame. Decorazione in zaffera blu su smalto bianco. tav. XLIV, n. 12. INGUBBIATA E GRAFFITA Ciotole I Bordo eretto, leggermente confluente. Decorazione visibile colature lungo il bordo interno in giallo, bianco e verde; piccole linee incise, oblique affiancate, campite da doppia linea orizzontale incisa. tav. XLIV, n. 13. CERAMICA ACROMA GREZZA Forme Chiuse Olle I Bordo verticale, leggermente allargato verso l estremità, piatto superiormente. tav. XLV, n. 1. Cfr. PISA, p. 441, n. 72, generico Tardo Medioevo; GROSSETO, tav II Bordo indistinto, arrotondato. tav. XLV, nn. 2,3. Cfr. Rinvenuti in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n ). III Bordo estroflesso, più o meno arrotondato. tav. XLV, n Cfr. Rinvenuti in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (nn. 4,5 = Schedario topografico, n. 72.1; n. 6 = Schedario topografico, n ). IV Bordo estroflesso, ingrossato. tav. XLV, n. 7. Cfr. POGGIBONSI, tav. XIX, n. 2, XII-XIV d.c. V Bordo pendulo. tav. XLV, n. 8. Cfr. PISA, p. 528, n. 7; POGGIBONSI, tav. XXII, n. 6, XIII-XIV d.c.; FRANCOVICH, 1982, p. 217, fig. 199, tipo NB5, metà XV secolo d.c. Tegami I Fondo di tegame apodo con attacco dell ansa, probabilmente piatta, al fondo. tav. XLV, n. 9. Cfr. BAZZANA, 1986, fig. 5, nn. 1-3, XI-XII secolo; BROGIOLO-GE- LICHI, 1986, tav. 11, n. 4, XIV-XV secolo; MANACORDA et alii, 1986, tav. XIII, n. 12, XIV-XV secolo. Testi I Bordo eretto, arrotondato, indistinto. tav. XLV, n. 10. Cfr. POGGIBONSI, tav. XXVI, n. 3, XII-XIV secolo d.c. II Bordo rettilineo, arrotondato, leggermente confluente. tav. XLV, n. 11. Cfr. POGGIBONSI, tav. XXVI, n. 4, XIII-XIV secolo d.c. Coperchi I Bordo appiattito, leggermente arrotondato. tav. XLV, n. 12. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato genericamente al tardo Medioevo (Schedario topografico, n ). CERAMICA ACROMA DEPURATA Forme Chiuse Boccali I Bordo rettilineo, indistinto, attacco dell ansa subito sotto il bordo. tav. XLVI, n. 1. Cfr. RADICONDOLI, p. 151, tav. 60, n. 5, generica epoca medievale. II Ansa complanare al bordo. tav. XLVI, n. 2. Cfr. MONTARRENTI, tav. 23, tipo II.3.3, XII-XIV secolo. Anse pertinenti a forme chiuse I A nastro. tav. XLVI, nn

34 Cfr. Rinvenuti in contesti datati tra XIV-XV d.c. (n. 3 = Schedario topografico, n. 72.1; n. 4 = Schedario topografico, n. 94.1; n. 5 = Schedario topografico, n ; n. 6 = Schedario topografico, n ). Casseruole Forma A Bordo appiattito superiormente, più o meno indistinto. I tav. XLVI, n. 7. Cfr. SANTA MARIA DELLA SCALA, p. 326, tav. XX, n. 154, si tratta di una forma prodotta in maiolica arcaica, FRANCOVICH, 1982, forma B.7.1. II tav. XLVI, nn. 8,9. Cfr. Rinvenuti in contesti datati tra XIV-XV d.c. (n. 2 = Schedario topografico, n. 74.1; n. 3 = Schedario topografico, n. 72.1). Forma B Bordo a tesa. I tav. XLVII, n. 1. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n ). II tav. XLVII, n. 2. Sulla tesa è presente una decorazione sinusoidale formata da quattro linee parallele incise. Cfr. POGGIBONSI, tav. XXXVII, n. 3, XII-XIV d.c. Ciotole-coperchio I Bordo ingrossato, rientrante all interno e segnato da una netta solcatura prima dell inizio della vasca. tav. XLVII, n. 3. Cfr. POGGIBONSI, tav. XXXIV, n. 6, nel corso del XIV secolo. In questo caso la forma appartiene a una ciotola. Nel nostro casi ritengo si tratti di una ciotola coperchio per la flessibilità dell inclinazione con la quale si presta al disegno. Colini I tav. XLVII, n. 4. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n. 89.2). Fuseruole I A sezione trapezoidale. tav. XLVII, n. 5. Cfr. Rinvenuta in un contesto datato al generico Tardo Medioevo (Schedario topografico, n ). II A sezione vagamente ellittica. tav. XLVII, n. 6. Cfr. Rinvenuta in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Catini I Bordo a sezione rettangolare, leggermente introflesso. tav. XLVII, n. 7. Cfr. FRANCOVICH, 1982, p. 207, fig. 192 na 21, seconda metà del XV secolo. II Bordo a nastro, rettilineo, leggermente appuntito ma arrotondato. tav. XLVII, n. 8. Cfr. Si tratta di un bacino in depurata con una forma tipica della Maiolica arcaica, MONTARRENTI, tav. 34, tipo V.2.5, XIV secolo. III Bordo ingrossato, concavo e convesso, sagomato. tav. XLVIII, n. 1. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n ). Decorazioni incise I Sinusoidale a onde singole disposte a maglie piuttosto larghe. tav. XLVIII, n. 2. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n. 72.1). II Sinusoidale a onde multiple, intervallate da linee multiple, parallele, orizzontali, diritte. tav. XLVIII, nn Cfr. Rinvenuti in contesti datati tra XIV-XV secolo d.c. (nn. 2,3 = Schedario topografico, n. 76.1; n. 4 = Schedario topografico, n. 89.2; n. 5 = Schedario topografico, n ), MONTARRENTI, tav. 32, motivi g, h, XIV-XV secolo. III Linee parallele concentriche. tav. XLVIII, n. 7. Cfr. Rinvenuto in un contesto datato tra XIV-XV secolo d.c. (Schedario topografico, n. 72.1). MATERIALI DIVERSI REPERTI METALLICI Ferro I (fig. 8) Manico semovibile di secchio a sezione romboidale. Cfr. Il reperto proviene da un sito cronologicamente datato fra IV- VI secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n. 71.1). Confronto molto puntuale, SETTEFINESTRE, p. 254, tav. 68, n. 1. Bronzo I (fig. 9) Piccola fibbia a sezione circolare (1,5x1 cm circa) con ardiglione ancora in posizione originale. Cfr. Il reperto proviene da un sito cronologicamente datato fra V-VI secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n ). II (fig. 10) Borchia circolare in bronzo (Ø 3,2 cm) caratterizzata da una doppia fila di rilievi concentrici disposti lungo il bordo e al centro dell oggetto. Al centro è caratterizzata da un in grossamento circolare. Il pezzo è integro tranne un a piccola lacuna sul bordo. Cfr. Il reperto proviene da un sito definito come complesso di medio-grandi dimensioni cronologicamente collocato nella generica 246

35 Cfr. Reperto rinvenuto in un contesto con una frequentazione lunghissima (cfr. Schedario topografico, n. 83.1). La cronologia va dal VI secolo a.c. al VI secolo d.c. La fase più consistente si registra tra III-II secolo a.c. e il I secolo d.c., nel momento in cui il sito si presenta come grande complesso tipo fattoria. Fig. 8. Manico semovibile di secchio a sezione romboidale Fig. 12. Asticella ritorta, sezione inizialmente circolare forata Fig. 9. Piccola fibbia a sezione circolare età etrusco-romana (cfr. Schedario topografico, n ). Fig. 10 Borchia circolare in bronzo V (fig. 13) Oggetto in bronzo della lunghezza di 4 cm conformato tipo un piccolo manico. Ad un estremità presenta una specie di immanicatura appuntita. All estremità opposta è conformato tipo anello forato (oggi fratturato). È difficile specificare l utilizzo. Cfr. Il reperto proviene da un sito definito cronologicamente collocato fra il I secolo a.c. e il VI secolo d.c. (cfr. Schedario topografico, n. 71.1). III (fig. 11) Placca molto sottile (utilizzo non id.), visibili su uno dei lati lunghi 5 fori integri e 2 parzialmente rovinati. Su un lato corto sono visibili altri 3 fori parzialmente rovinati. Cfr. Reperto rinvenuto in un contesto con una frequentazione lunghissima (cfr. Schedario topografico, n. 83.1). La cronologia va dal VI secolo a.c. al VI secolo d.c. La fase più consistente si registra tra III-II secolo a.c. e il I secolo d.c., nel momento in cui il sito si presenta come grande complesso tipo fattoria. Fig. 13. Oggetto in bronzo Fig. 11. Placca molto sottile IV (fig. 12) Asticella ritorta, sezione inizialmente circolare forata, nel punto di ritorsione la sezione diviene piena rettangolare e appiattita (utilizzo non id.). VI (fig. 14) Piccola borchia conformata tipo chiodo (Ø della testa 1 cm, lunghezza 2 cm) di incerto utilizzo. Cfr. Il reperto proviene da un sito cronologicamente collocato in fase tardo repubblicana-primo imperiale (cfr. Schedario topografico, n ). Fig. 14. Piccola borchia conformata tipo chiodo 247

36 3. MONETE ANTICHE 31 I (fig. 15) Moneta di grandi dimensioni illeggibile genericamente datata alla fase repubblicana. Peso g 28 Ø - cm 3 Cfr. Schedario topografico, n Zecca Roma Peso g 17 Ø cm 2,8 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 17 D Fig. 17 R Fig. 15 Fig. 15 II (fig. 16) Asse di Marco Aurelio (?) (seconda metà II secolo d.c.?) D/ Testa laureata a destra R/ Marte con lancia nella sinistra si appoggia a destra Zecca illeggibile Peso g 8 Ø cm 2 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 18 D Fig. 18 R Fig. 16 D Fig. 16 R III (fig. 17) Sesterzio, 232 d.c. D/ (IVLIA MAMEA) AUG (VUSTA) Busto di Giulia Mamea diademato a destra R/ Flemmadites stante porge la mano ad un fanciullo (S) C Zecca illeggibile Peso g 18 Ø cm 3 Cfr. Schedario topografico, n V (fig. 19) Antoniniano di Probo, ( d.c.) D/ PROB(VSPF) A V G Busto radiato v.d. R/ VICTORIA GER Due prigionieri seduti ai lati di un trofeo In esergo- R fulmina A Zecca Roma Peso g 9 Ø cm 2,5 Cfr. Schedario topografico, n IV (fig. 18) Sesterzio di Filippo l Arabo, ( d.c.) D/ I M P IVL PHILIPPUS A V G Busto laureato v.d. R/ FIDES EXERCITUS Quattro insegne militari 31 La lettura delle monete è stata eseguita dal dottor Angelo Finetti e dalla dottoressa Fernanda Cavari. Fig. 19 D Fig. 19 R 248

37 VI (fig. 20) Follis di Massimiano Ercole, ( d.c.) D/ I M P MA(XI)MIANUS P A V G Busto laureato v.d. R/ GENIO (P)OPVLI ROM(ANI) Genio stante con patera nella destra e cornucopia nella sinistra Zecca illeggibile Peso g 10 Ø cm 2,6 Cfr. Schedario topografico, n MONETE MEDIEVALI IX - (fig. 23) Zecca di Lucca. Denaro a nome di Enrico III-IV-V di Franconia (metà del XII secolo). D/ +IMPEATO[R]. Nel campo monogramma dell imperatore Enrico (H) in corona lineare spessa R/ Illeggibile. Nel campo [LVCA] in croce intorno ad un globetto. Mi, Ø 11,4, g direzione dei coni non rilevabile Bibliografia: Cfr.C.N.I., XI, p.70, n. 4 (variante), tav. IV n. 33 (tipo) CAVICCHI 1994, p. 126 n. 450 (tipo), Gruppo C1 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 20 D Fig. 20 R VII (fig. 21) Follis di Costantino, (321 d.c.) D/ CONSTANTINUS AVG. Busto di Costantino I laureato a destra R/ D.N CONSTANTINI MAX AVG. Al centro VOT XX entro corona d alloro. In esergo PA Zecca illeggibile Peso g 3 Ø cm 1,8 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 23 D Fig. 23 R X (fig. 24) Zecca di Lucca. Denaro a nome di Enrico III-IV-V di Franconia, (ultimo decennio del XII secolo). D/[ ]A[ ]Nel campo monogramma dell imperatore Enrico (H) in corona di perline R/ illeggibile. Nel campo [[L]V[C]A in croce Mi, Ø 19, g direzione dei coni 270 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 21 D Fig. 21 R VIII - (fig. 22) Follis di Costanzo II, ( d.c.) D/ Busto che guarda a destra R/ Soldato che trafigge cavaliere caduto Zecca illeggibile Peso g 4 Ø cm 2 Cfr. Schedario topografico, n Fig. 24 D Fig. 24 R XI (fig. 25) Zecca di Siena. Denaro emesso dall autorità comunale (fine XII-metà XIII secolo) D/.SENA VETVS (Le S sono coricate). Nel campo S inversa tra quattro globetti in corona di perline. R/.ALFA ET _. Nel campo croce patente in corona di perline. Fig. 22 D Fig. 22 R Fig. 25 D Fig. 25 R 249

38 Mi, Ø 18, g direzione dei coni 180 Bibliografia: Cfr. CNI, XI, p. 350, n. 6, tav. XXII, n.14 PROMIS 1868, tav. I n.4 AA.VV. 1992, p. 287 n.2 (tipo) Cfr. Schedario topografico, n XII (fig. 26 ) Zecca di Firenze. Francescone da due crazie a nome di Pietro Leopoldo I (1782). D/ P.LEPOLDVS D. G. P. R. H. ET B. A. A. M. D. ETR.. Nel campo busto di Pietro Leopoldo appena visibile, rivolto a destra. R/ QUATTRINI DIECI. Nel campo stemma partito dei Lorena, Austria e Toscana, coronato e circondato dal collare del Toson d oro; a destra nel giro in fuori Mi, Ø 19.45, g direzione dei coni 180 Bibliografia: Cfr. CNI, XII, p.435, n. 116, tav. XXX, n. 4 (tipo) Cfr. Schedario topografico, n Cristina Cicali 0 5 Fig. 27. Peso da telaio in granito Fig. 26 D Fig. 26 R 5. REPERTI LITICI Granito I (fig. 27) Peso da telaio in granito verde dalla forma circolare (Ø 12 cm), forato al centro. Il reperto è integro tranne una parziale lacuna che non compromette la percezione della forma integra. Cfr. Rinvenuto in un contesto con una frequentazione lunghissima dal VI secolo a.c. al VI secolo d.c. La fase più consistente si registra tra III-II secolo a.c. e I secolo d.c., nel momento in cui il sito si presenta come un complesso tipo fattoria. Schedario topografico, n Fig. 28.Tessere di mosaico bicrome II (fig. 28) Diciotto tessere di mosaico bicrome (bianche-nere). Cfr. Rinvenute abbastanza concentrate nell ambito di spargimento di reperti archeologici pertinenti a una villa imperiale. Schedario topografico, n III (fig. 29) Due tessere pavimentali in marmo parallelepipede, bicrome bianca-verde. Quella bianca misura 5x3 cm, frammentata in uno spigolo. Quella verde misura 4x2,5 cm ed è frammentata. Cfr. Rinvenute nel contesto di un complesso di medio-grandi dimensioni cronologicamente frequentato dalla prima età imperiale alla tarda antichità. Schedario topografico, n Fig. 29. Tessere parallepipede 250

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