LA CERAMICA A VERNICE NERA di Maria Aprosio e Antonio Pizzo

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1 2. LA CERAMICA A VERNICE NERA di Maria Aprosio e Antonio Pizzo 2.1. La ceramica a vernice nera dei periodi Cuomo di Caprio 1985, p Morel 1985, p Ponzi Bonomi Marchetti, t.l. 5 Sembra forse prematuro ipotizzare una commercializzazione della produzione rurale chiusina fino all Etruria meridionale, nei territori delle città di Sovana, Cosa e Norchia dove sono comunque ravvisabili numerose affinità con le ceramiche di Marcianella (Palermo 1998, p. 122, nota 11). Le caratteristiche generali delle ceramiche a vernice nera prodotte a Marcianella, cui sopra si è già accennato e che verranno di seguito più diffusamente illustrate, sono proprie di una produzione di valore medio: il repertorio non è molto ampio e comprende soprattutto stoviglie da mensa e d uso quotidiano in cucina. La fattura non è particolarmente curata né nella modellazione del corpo del vaso né nella composizione e stesura del rivestimento. La vernice è nel complesso di colore grigio scuro-nero, non brillante, mai metallica. Si possono però riscontrare una serie di piccole variazioni di tonalità che, probabilmente, dipendono dalla densità della vernice applicata e forse anche dagli strumenti utilizzati per distribuire l ingobbio sulle superfici. In alcuni casi, infatti, è evidente l uso di spugne o pennelli, che lasciano deboli striature, mentre nella maggior parte dei vasi la verniciatura dovette avvenire per immersione: questo procedimento prevedeva l immersione del vaso nella vernice capovolto e tenuto dal piede che, assai di frequente, è ricoperto solo dalle colature della vernice seguite al rovesciamento del vaso stesso 1. I difetti più comuni nella qualità del rivestimento riguardano il momento stesso della verniciatura, che è applicata sommariamente, lasciando ampi risparmi casuali e la cottura, durante la quale i periodi di ossidazione e riduzione all interno del forno sono stati controllati male, provocando una pigmentazione irregolare delle superfici che, talvolta, presentano sullo stesso vaso chiazze di colore rosso e nero. Talvolta il processo di riduzione si è trasformato del tutto in ossidazione dando luogo a vasi completamente rossi invece che neri. Nell introduzione alla produzione delle ceramiche di Marcianella dei periodi 1-3, è stato più volte ripetuto quanto pesi l assenza di conoscenze precise sulla distribuzione dei manufatti di questa fornace per una migliore comprensione della produzione stessa e dell impatto commerciale di un simile insediamento produttivo. La diffusione dei prodotti delle fornaci di Marcianella non è stata verificata da indagini archeometriche, che sole possono verificare l appartenenza ad un centro produttivo in assenza di dati epigrafici, e pertanto allo stato attuale delle conoscenze è impossibile definire più precisamente fino a dove si estendeva il raggio della commercializzazione di questi vasi: si può comunque ragionevolmente supporre che, visto che si tratta di materiali di uso comune, assai semplici, questa officina servisse un mercato locale che, nella fattispecie, doveva essere la città di Chiusi e le campagne circostanti 2. Dall osservazione di alcuni contesti di consumo coevi ai primi periodi di vita delle fornaci di Marcianella, quali le necropoli del Trasimeno 3 o i materiali provenienti dagli scavi urbani di Chiusi 4 si sono potute riscontrare numerose affinità con i materiali qui analizzati 5. L esame dei contesti funerari del Trasimeno, che sembra essere strettamente legato sotto il profilo culturale al panorama chiusino, ha inoltre permesso di formulare alcune osservazioni più generali su alcuni aspetti riguardanti la produzione delle ceramiche a vernice nera tardo etrusche. I corredi funerari qui considerati sono generalmente composti da un numero più o meno cospicuo di oggetti di uso comune che rientrano nei tipi e nella qualità media dei prodotti di 91

2 Le fornaci di Marcianella: i materiali Percentuali di vernice nera per forno. 6 Palermo 1998, p Morel 1981, p. 43; Palermo 1998, pp Marcianella: a questi si affiancano pochi esemplari di vasi dalle forme più complesse quali kantaroi o coppe ansate, apparentemente di ottima qualità, estranei alla produzione rurale che qui si analizza. Questo aspetto potrebbe sottintendere una differenziazione dei repertori a seconda del tenore e del rango dell impianto produttivo: si potrebbe supporre che le ceramiche di qualità, dalle forme della tradizione ellenistica, venissero prodotte in officine specializzate, forse ubicate nei centri urbani, rivolte verso una commercializzazione più ampia rispetto alle figline rurali che, a loro volta, concentravano la loro produzione e il loro repertorio nelle stoviglie domestiche d uso quotidiano, quelle che sono state definite fabbriche secondarie 6. Il fatto che a Chiusi e nel suo territorio vi fossero diversi centri produttivi è messo in evidenza in questo stesso volume (cfr. Paolucci, I.2), ma non si può escludere che alcuni prodotti di buona manifattura potessero essere comunque acquistati anche dalle vicine città. La presenza di importazioni a Chiusi di ceramiche prodotte ad Arezzo nella seconda metà del II secolo a.c. è stata di recente messa in evidenza 7, ed è possibile che i flussi commerciali fra queste due città fossero già in corso fra la fine del III e la prima metà del II secolo a.c. L individuazione di una più o meno netta differenza fra le produzioni urbane e quelle rurali e la definizione di queste ultime come più rozze e semplificate potrebbe essere una chiave di lettura per interpretare il carattere generale della produzione della fornace di Marcianella nei primi periodi della sua attività. Si è potuto osservare infatti che nell officina qui analizzata la maggior parte dei tipi non corrisponda esattamente alle coeve produzioni di ceramica a vernice nera, tanto più se appartenenti a figline urbane quali ad esempio la produzione volterrana di Malacena. Per questo motivo, in più di un occasione, l attribuzione di un tipo noto, come ad esempio alla classificazione di Morel 1981, è risultata solamente indicativa, priva cioè di precisi riscontri. La variabilità dei tipi deve essere considerata naturalmente anche in relazione al carattere della lavorazione e alla tecnologia disponibile nelle campagne dell Etruria romanizzata, soprattutto per quanto riguarda la prima fase della produzione di Marcianella, cioè quando ancora il sistema di produzione standardizzato non aveva preso il sopravvento. I ceramisti che operavano a Marcianella nei primi tre periodi di attività del centro produttivo dovettero in un qualche modo operare una sorta di sintesi tipologica, esprimendo, in una gamma circoscritta di forme, tendenze generali dell epoca. Si può aggiungere che per alcuni vasi che presentano migliori qualità tecniche, e che quindi probabilmente hanno richiesto un maggiore impegno nella lavorazione, sono più numerosi i confronti puntuali con produzioni su scala regionale, quali quelle di Volterra o dell Etruria meridionale (Vd. VN I.6.1; II.1.1-2). Il processo di semplificazione delle forme rispetto al panorama generale della produzione di fine III/inizi-metà II secolo a.c. osservato nei periodi 1, 2 e 3 assume le caratteristiche proprie della standardizzazione della produzione nei periodi successivi alla metà del II secolo a.c. (cfr. Pizzo, III.1.2, 2.2). Nella produzione dei forni C, E e F, infatti, continua a persistere una certa 92

3 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera varietà nei dettagli morfologici, anche all interno dello stesso tipo, che tende a sparire nella monotonia di forme e tipi che caratterizza la produzione dei forni A1, A2 e B. 8 Sono stati proposti numerosi disegni, fra loro anche molto simili, nel tentativo di offrire una visione quanto più ampia possibile del repertorio delle fornaci di Marcianella, ritenendo, come si è più volte ripetuto, che l estrema variabilità dei dettagli dipenda dalla natura stessa dell insediamento produttivo. La classificazione è stata organizzata secondo un sistema aperto organizzato gerarchicamente prima per forme funzionali, contrassegnate da un numero romano che prescinde la classe, seguito da un numero di tipo progressivo per ogni classe, contrassegnato da un numero arabo; infine un terzo numero arabo indica l insieme degli esemplari che presentano caratteristiche morfologiche affini, la cui individuazione ha portato alla definizione del tipo stesso 8. Per quanto riguarda i contesti di riferimento, in primo luogo si è cercato, per quanto possibile, di fare riferimento a Morel 1981, quindi è stata accordata la preferenza alle produzioni dell Etruria interna che presentavano caratteristiche di produzione locale analoghe a quelle di Marcianella. Elenco delle forme funzionali I. Piatto II. Coppa III. Coppetta IV. Bicchiere V. Catino VI. Tegame VII. Forma aperta non identificata VIII. Olla IX. Boccale X. Brocca XI. Bottiglia XII. Askos XIII. Vasetto miniaturistico XIV. Grande contenitore da conserva o da lavorazione XV. Salvadanaio XVI. Forma chiusa non identificata XVII. Coperchio XVIII. Lucerna XIX. Anfora XX. Peso da telaio XXI. Elementi di sostegno nella cottura XXII. Tubulo Abbreviazioni A = anfore CC = ceramica comune PS = pareti sottili RT = rozza terracotta L = lucerna PT = peso da telaio VN = vernice nera VR = vernice rossa D = distanziatori T = tubuli * Nelle tavole i materiali sono rappresentati in scala 1:2; i disegni si devono agli autori dei singoli paragrafi. 93

4 TAVOLA I 94

5 I. Piatto Tipo VN I.1 Piatto ad orlo più o meno ripiegato verso l esterno, caratterizzato da un ingrossamento all estremità e da un ampio solco sulla superficie superiore; il fondo è apodo. Piatti analoghi a quelli di Marcianella sono attestati in Etruria nella necropoli di Monte Rosello di Sovana nella tomba 10, della fine del III-metà II secolo a.c., e nella tomba 18 in cui è conservato un piatto ombelicato simile all esemplare Marcianella VN I.2.2 (Pasquinucci 1971, tomba 10, fig. 46, SMR 10/17, p. 106; tomba 18, fig. 46, 18/6, p. 123). Un altro esemplare proviene ancora da Sovana, nella necropoli di Costone della Folonia, dove è datato alla prima metà del II secolo a.c. per confronti con materiale cosano, ma in generale la tomba si riferisce ad un panorama cronologico della fine del III-tardo II secolo a.c. (Pancrazzi 1971, tomba 1, fig. 2, SF 1/61, p. 144). Questo tipo è prodotto anche in vernice rossa e in rozza terracotta (VR I.1; RT I.1). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN I.1.1 Orlo di grandi dimensioni attraversato da un ampio solco sulla faccia superiore. VN I.1.2 Orlo leggermente rivolto verso l alto e estremità estremamente ingrossata. VN I.1.3 Orlo piccolo, poco sagomato, ed evidenti linee di tornio all esterno. b Tipo VN I.2 Patera dalle pareti molto svasate, o del tutto schiacciate, con orlo più o meno ampio che forma con la parete uno scalino che, in alcuni casi, viene riprodotto anche sulla faccia inferiore del piatto. L orlo è ricurvo e l estremità può essere sottolineata da un solco posto talvolta anche in prossimità dell attacco del bordo alla parete. Il centro della vasca presenta una depressione centrale. Il fondo ha un piede ad anello con una superficie esterna dritta e la faccia inferiore caratterizzata da un ingrossamento a cono. Il diametro varia da un massimo di 26 cm ad un minimo di 16 cm; la dimensione media si aggira fra cm Il tipo corrisponde alle specie di Morel, caratteristiche dell Etruria del III secolo a.c. Patere dalle analoghe caratteristiche sono attestate a Gravisca (Valentini 1993 tav. 29, ), probabilmente prodotte localmente fra la fine del IV e la prima metà del III a.c. ( a.c.) e ancora a Tarquinia, dove sembrano essere di produzione locale, datate al secondo venticinquennio del III a.c. (Serra Ridgway 1996, tav. CCXVIII, 120). Un piatto simile al tipo chiusino è conservata al Museo Nazionale Romano (Bernardini 1986, tav. III, 58-59, pp ; tav. VI, 75, p. 43) prodotta dall atelier des petites estampilles. Questo tipo è attestato anche nella produzione falisca (Schippa 1980, tav. XII, 61, 64, 63). Nella produzione delle fornaci di Aesis il piatto non presenta il fondo ombelicato ed è attestata in contesti della seconda metà III-prima metà II secolo a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p.114). Nella produzione di Marcianella questo tipo sembra essere prodotto soprattutto nella fase finale della produzione del forno E e nel forno F. Datazione: Fine III-metà del II secolo a.c. VN I.2.1a Questo insieme corrisponde al piatto Morel 1315 b 1. Un esemplare analogo a quello qui descritto proviene dagli scavi urbani di Chiusi S. Maria (Marchetti t.l., tav. XXVI, 48, XXXV, 142). VN I.1.4 Fondo, apodo. L attribuzione del fondo all orlo si basa sul confronto con gli analoghi esemplari in vernice rossa. VN I.2.1b Questo insieme presenta caratteristiche analoghe al piatto Morel 1315 c 1 tipico dell Etruria e Morel 1324 b 1 proveniente da Adria, prodotto su scala 95

6 Le fornaci di Marcianella: i materiali locale o regionale. Le due patere sono datate rispettivamente al 200±50 a.c. e al III secolo a.c. VN I.2.2 Il passaggio dall orlo e la parete non e sottolineato da alcuno spigolo. b appartengono gli esemplari di Papena che ben si distinguono, secondo la Phillips, da quelli di Chiusi e Perugia, per l impasto e per la vernice. Le tombe di Papena sono datate alla seconda metà del III prima metà del II a.c. (Phillips 1967, fig. 6.26, pp ). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN I.3.1 Si veda la descrizione generale del tipo. VN I.2.3 Orlo rivolto verso l alto e piuttosto bombato. VN I.2.4 L orlo presenta un solco all estremità e il punto in cui si congiunge con la vasca è sottolineato da un leggero listello. Questo esemplare ha confronti con il tipo Morel 1331 c 1, caratteristico della produzione dei dintorni di Roma del III secolo a.c. Tipo VN I.4 Patera a pareti molto svasate e rettilinee, con piccolo bordo pendente. Il fondo non è conservato. Queste patere possono essere genericamente avvicinate all esemplare Morel 1274b 1 prodotto in Etruria settentrionale nella prima metà del II secolo a.c. Molto simile all esemplare chiusino è un piatto rinvenuto a Siena negli scavi urbani di Piazza Duomo- Santa Maria della Scala (Milanese 1991, tav. V, 415, p. 289). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN I.4.1a Orlo pendente leggermente appuntito all estremità e nettamente ripiegato verso il basso. VN I.2.5 Le dimensioni complessive del piatto sono superiori rispetto alla media e presenta anche una certa rozzezza nella fattura, come il brusco taglio dell estremità dell orlo. VN I.4.1b Orlo quasi a tesa e leggermente piegato verso il basso. Tipo VN I.3 Patera a pareti fortemente svasate, ma non rettilinee, con orlo pendente e bombato. Un solco corre sulla superficie interna, nella parte superiore della parete, poco al di sotto del punto in cui questa si unisce all orlo. Il fondo non è conservato. Il tipo corrisponde all esemplare Morel 1531e1 proveniente da Roselle e datato nella seconda metà del II secolo a.c. Il piatto è attestato a Papena (Siena) in differenti produzioni fra cui alcune a vernice rossa. Il tipo sembra essere caratteristico delle produzioni volterrane, cui VN I.4.2 Orlo appena accennato e leggermente piegato verso il basso. Tipo VN I.5 Il piatto ha pareti piuttosto svasate e leggermente concave. L orlo pendente è del tutto ripiegato verso il 12 96

7 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera basso e forma con la parete uno spigolo vivo. Il fondo non è conservato, ma dal confronto con il tipo I.6 si ritiene possa essere ombelicato. Il piatto corrisponde alla specie 1130 di Morel, tipica dell Etruria della fine del III-inizio del II secolo a.c. Nel territorio di Siena questo piatto è documentato nella necropoli del podere Verdina, alle porte di Siena, dove è datata all inizio del II secolo, in associazione con un piattello di vernice rossa e coppe che corrispondono ai tipi VN III.1 e VN II.1 di Marcianella (Cimino 1979, p. 48, fig. 47). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. Tipo VN I.6 Patera con pareti molto svasate e rettilinee. L orlo di forma triangolare, del tutto ripiegato verso il basso, forma con la parete uno spigolo vivo. Il fondo della vasca è ombelicato, il piede non è conservato. La qualità dell argilla e della vernice sono superiori al resto della produzione di Marcianalla. Il piatto corrisponde alla serie di Morel 1123 tipica dell Etruria settentrionale della fine del III o degli inizi del II secolo a.c. Datazione: fine III-inizi II secolo a.c. VN I.6.1 Si veda la descrizione generale del tipo. VN I.5.1 Gli esemplari si caratterizzano per le pareti concave ed un sottile orlo leggermente bombato. VN I.5.2 Il piatto ha un bordo piuttosto ampio che forma con la vasca uno spigolo ben pronunciato, le pareti sono piuttosto spesse rispetto agli altri esemplari relativi a questo tipo; inoltre si può osservare che il vaso presenta fori di sospensione all estremità della parete, poco al di sotto dello spigolo di congiungimento con il bordo. Anche nelle produzioni tiberine della prima metà del III secolo, attribuite agli ateliers des petites estampilles, queste patere presentano fori passanti, posti direttamente sull orlo del vaso (Bernardini 1986, p. 35, tav II, 38-39). VN I.5.3 Questo piatto, oltre ad essere di dimensioni assai più piccole dei due precedenti, sembra avere la vasca leggermente più profonda e il piccolo orlo è solo leggermente ripiegato verso il basso: più precisi confronti sono possibili con un piatto rinvenuto negli scavi urbani di Chiusi-Santa Maria (Marchetti t. l., tav. XXVII, 53) Tipo VN I.7 Patera a pareti piuttosto svasate e con andamento rettilineo. L orlo, piegato all esterno, è perfettamente piatto. Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN I.7.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN I.8 Patera con pareti rettilinee, molto svasate, che terminano in un piccolo orlo ingrossato, che forma con la superficie interna della parete un piccolo solco all altezza dell attaccatura. Per il tipo si veda la serie di Morel 1534 tipica dell Etruria e del Lazio. Un esemplare analogo a quello di Marcianella proviene da Gravisca (Valentini 1993, tav. 29, 279, p. 119) dove è datato sulla base del confronto con la serie di Morel alla prima metà del II secolo a.c. Ad Aesis vi sono due vasi che si possono affiancare all esemplare chiusino: nella fornace marchigiana questi due tipi sono ben attestati nei contesti di appartenenza che vanno dalla metà del III alla prima metà del II a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig ; , p ). Datazione: fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN I.8.1 Si veda la descrizione generale del tipo. 4 97

8 TAVOLA II 98

9 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera Tipo VN II.1 Coppa con pareti concave e piuttosto svasate. Il bordo è pendente, ricurvo, e in alcuni casi presenta una modanatura a spigoli vivi nel punto in cui si congiunge con la parete. Il fondo non è conservato, ma dall esemplare II.1.4 si può immaginare che in alcuni casi la parete in prossimità del piede possa diventare moderatamente più spessa rispetto alla vasca. Il tipo corrisponde alle serie 1262 e 1265 di Morel, prodotte in area etrusca fra la fine del III e la prima metà del II secolo a.c. Nella necropoli di podere Verdina, alle porte di Siena, proviene un esemplare di questa coppa datato all inizio del II secolo a.c. ed associato a un piattello in vernice rossa ed a una coppa tipo Marcianella III.1 ed un piatto tipo Marcianella I.5 (Cimino 1979, p. 48, n. 49). Dalla necropoli di Guistrigona, nei pressi di Castelnuovo Berardenga, proviene un esemplare di questa coppa datata fra III e II secolo a.c. (Cimino 1979a, p.84, n ) Un esemplare simile a quello qui descritto proviene dalla necropoli di Papena, ancora nel senese, ed è datato sulla base del contesto fra il 205 e il 155 a.c. A proposito di questa produzione, la Phillips sostiene che il tipo sia caratteristico dell Etruria interna (Arezzo, Siena, Colla Val d Elsa, Asciano, Volterra) dove è possibile distinguere differenti aree di produzione sulla base degli impasti (Phillips 1967, fig. 6.28, p. 30). Ad Aesis il tipo è poco attestato e si ritrova negli strati datati fra 250/40-180/70 a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p.115). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.1.1 Questo insieme corrisponde a Morel 1265b 1, prodotto a Volterra fra la fine IV-prima metà del III secolo a.c. Una coppa dello stesso tipo è attestata nella tomba dei Narchni a Chiusi, datata sulla base del contesto alla fine del III secolo a.c. (Cfr. Michelucci 1977, Grafico 1, p. 95). 20 b VN II.1.2 Questo insieme si differenzia dal precedente II. Coppa per l assenza di sagomatura nella congiunzione fra orlo e parete. VN II.1.3 Questa coppa ha la vasca particolarmente profonda rispetto agli altri esemplari appartenenti allo stesso tipo ed un orlo più piccolo e ricurvo. VN II.1.4 Orlo quasi a tesa, leggermente pendente, che si congiunge con la parete attraverso un leggero spigolo. Verso il fondo, la parete della vasca raggiunge uno spessore quasi doppio rispetto alla parte superiore. Tipo VN II.2 Coppa con pareti quasi verticali e concave che fanno sì che l imboccatura del vaso risulti leggermente più stretta rispetto alla dimensione massima della pancia. L orlo è a mandorla, piccolo, estroflesso e leggermente piegato verso il basso. Il fondo non è conservato. All esterno le pareti sono solcate da una scanalatura continua e accentuata. Genericamente si può accostate il tipo di Marcianella all esemplare di Morel 1266a 1, prodotto a Volterra a cavallo fra III e II secolo a.c. Un esemplare analogo a quello di Marcianella proviene dall insediamento di località i Poggi nei pressi di Torrita di Siena dove viene assegnato ad una produzione locale e datato, per confronto con l esemplare di Morel, alla fine del III secolo a.c. (Firmati 1992, tav. V, 23, p. 18). Anche nella necropoli di Papena vi è un vaso simile a quello di Marcianella, ma più profondo. Il contesto di rinvenimento è datato al a.c. (Phillips 1967, fig. 6.31, p. 32). Il tipo è poco attestato ad Aesis, dove uno dei rari esemplari sembra essere importato da una officina etrusco-laziale. La maggior parte delle attestazioni nell impianto produttivo esinate provengono da strati della seconda metà del III-primi due decenni del II secolo 12 99

10 Le fornaci di Marcianella: i materiali a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , pp ). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.2.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.3 Scodella a pareti verticali su ampio fondo piano. Il bordo è leggermente estroflesso ed appena ingrossato. Il fondo non è conservato. Il tipo rimanda genericamente alle specie Morel Una simile scodella è stata rinvenuta nel sacello di località Pantanelli, nei pressi di Torrita di Siena, associata a materiale in prevalenza datato al III e in parte alla prima metà del II secolo a.c. (Firmati 1992, tav II, 9, p. 12). Questa coppa è documentata anche negli scavi urbani Chiusi-Ospedale Vecchio (Marchetti t.l., tav. I,5, p. 51). Un esemplare analogo a quello di Marcianella proviene da Gravisca dove viene associato alla serie di Morel 2681 e datato alla prima metà del III secolo a.c. (Valentini 1993, tav. 15, 121; tav. 19, 177). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.3.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.4 Coppa a pareti svasate, con orlo appena ingrossato all estremità e sottolineato da una leggera depressione che corre nella parte superiore della superficie esterna. Il tipo corrisponde vagamente alle coppe Morel 2646, ma in generale rientra nelle coppe descritte al tipo II.6. VN II.4.1 È attestato un solo esemplare per il quale si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.5 Coppa a profilo troncoconico, piuttosto profonda. L andamento delle pareti è rettilineo e a circa la metà si può distinguere una carena interna, appena accennata, da cui scaturisce un ingrossamento del fondo. Il piede ad anello è leggermente modanato all esterno attraverso due spigoli. Coppe così profonde sono caratteristiche della produzione Campana A e documentate genericamente nella serie 2977 di Morel. In generale sulle coppe ad orlo indistinto vd. il tipo VN II.6. Datazione: Fine III-inizi II secolo a.c. VN II.5.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.6 Coppa a profilo troncoconico, molto profonda, con pareti leggermente svasate dall andamento rettilineo. Il piede ad anello è leggermente modanato all esterno attraverso due spigoli appena accennati. La coppa ha confronti con le serie di Morel e , che comprendono diverse produzioni locali della fine del III secolo a.c. e la Campana A. Sotto i tipi VN II.4-II.10 sono state raggruppate coppe che presentano relativamente sottili variazioni tipologiche che riguardano la forma della vasca e la caratterizzazione dell orlo. La varietà nella morfologia di queste coppe può essere attribuita solo in parte al carattere artigianale della produzione delle fornaci di Marcianella nei periodi 1, 2 e 3: le variazioni nei caratteri generali degli esemplari di seguito descritti sono da mettere piuttosto in relazione ad una trasformazione morfologica dai tipi tradizionali della fine del III secolo a.c., più profondi, con pareti verticali e orlo indistinto (VN II.5.1), verso le coppe più aperte con piccoli orli piegati verso l esterno e le pareti sagomate (VN II.10. 1) (Si veda l introduzione alla produzione del forno E, Aprosio, III.1.1). A Chiusi la coppa tipo VN II.6 è ben attestata negli scavi urbani di Ospedale Vecchio e Santa Maria (Marchetti t.l., Ospedale Vecchio, tav. III, 15, p. 58; S. Maria, tav. XXVIII, 61, 62; tav. XXIX, 88, tav. XXXI, 94). Nell insediamento di Località i Poggi, nei pressi di Torrita di Siena è stata rinvenuta una coppa analoga a quella qui descritta e datata sulla base del confronto con la serie Morel 2977 al III-II secolo a.c. (Firmati 1992, tav. IV, 9, p ). 100

11 TAVOLA III 101

12 TAVOLA IV 102

13 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera Una coppa tipo II.6 proviene dalla necropoli senese di Campansi, datata fra III e II secolo a.c. sulla base della stretta relazione di questi materiali con quelli coevi di produzione volterrana (Cimino 1979b, p. 36, fig. 17a). Dalle necropoli di Sovana provengono diversi esemplari di questa coppa: dalla tomba 25 della necropoli di Monte Rosello (Pasquinucci 1971, tomba 25, fig. 45, 25/4; 25/5, pp ); dalla tomba 5 di Costone della Folonia, dove la coppa è associata a materiale databile fra la fine del III ed il II secolo a.c.(pancrazzi 1971, tomba 5, fig. 85, SF 4/26, p. 136, 158). Questa coppa, che rappresenta il prodotto più attestato dei periodi II e III delle fornaci di Marcianella, è del tutto assente nelle contemporanee fornaci di Aesis. Nelle fornaci di Marcianella la coppa viene prodotta anche in ceramica comune dipinta (vd. CC I.1 e per le considerazioni generali sulla evoluzione della forma vd. Aprosio, II.1.1). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.6.1 Si veda la descrizione generale del tipo. 20 b b VN II.6.2 Questi vasi presentano un orlo meno ingrossato rispetto a quelli del gruppo VN II.6.1 e le pareti sono leggermente più aperte. VN II.6.3 In questi esemplari l orlo è assolutamente indifferenziato e non distinto in alcun modo dalla parete. VN II.6.4 Questo fondo è stato attribuito alle coppe di tipo II.6 in quanto le pareti hanno un profilo piuttosto rettilineo e verticale, aspetto che distingue questo tipo dalle più aperte coppe tipo II.10. Tipo VN II.7 Coppa con pareti ad andamento rettilineo, molto aperte. L orlo indistinto rispetto alla parete si caratterizza per un deciso assottigliamento all apice. La parte inferiore ed il fondo del vaso non sono conservati. La coppa rientra nella specie di Morel 2970, con alcune affinità con la serie 2942, prodotta in Campana A nel I secolo a.c. Datazione: Fine III-inizi/primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.7.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.8 Coppa a pareti molto svasate ed andamento rettilineo. L orlo è ingrossato ed arrotondato all apice. La parte inferiore ed il fondo del vaso non sono conservati. Datazione: Primo venticinquennio del II secolo a.c. VN II.8.1 Si veda la descrizione generale del tipo. 103

14 Le fornaci di Marcianella: i materiali Tipo VN II.9 Coppa con pareti concave e piuttosto aperte, orlo indistinto, leggermente arrotondato ed ingrossato all apice. La parte inferiore ed il fondo del vaso non sono conservati. La coppa rientra nella specie di Morel 2970 e si distingue dal tipo VN II.6 per la maggiore curvatura ed apertura delle pareti. Datazione: Primo venticinquennio del II secolo a.c. 74 a 4 7 VN II.9.1 È attestato un solo esemplare per il quale si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN II.10 Coppa con profilo troncoconico, pareti piuttosto svasate e concave. L orlo, appena arrotondato, è leggermente piegato verso l esterno. Il piede ad anello non presenta modanature esterne e un solco sottolinea il passaggio fra la parete ed il piede. La coppa rientra anch essa nella specie Morel Si può aggiungere che, probabilmente, questo tipo presenta maggiori affinità con le coppe della serie 2974, le meno profonde e con le pareti più bombate. La serie 2974 viene prodotta in Campana A nella seconda metà del II secolo a.c. Negli scavi urbani di Chiusi Santa Maria è stata rinvenuta una sola coppa riferibile al tipo qui descritto (Cfr. Marchetti t.l., tav. XXX, , 91). La coppa è attestata anche a Gravisca dove si ritiene venga prodotta localmente fra III e metà II secolo a.c. in virtù del confronto con le coppe di Morel 2973 (Valentini 1993, tav. 23, 232, p. 113). A Cosa la coppa è datata a prima del 167 a.c. (Taylor 1957, BB3, pl. XXVI, pp ). (Per le considerazioni generali sulla evoluzione della forma vd. Aprosio III.1.1) Datazione: Inizi-metà II secolo a.c. VN II.10.1a Si veda la descrizione generale del tipo. VN II.10.1b Questa coppa si distingue dal gruppo VN II.10.1a per la presenza di una decorazione a rotella sulla parete esterna subito al di sotto dell orlo. VN II.10.2 Fondo attribuito per dimensioni, forma e andamento delle pareti al tipo VN II.10. Tipo VN II.11 La coppa ha un profilo troncoconico, sembra essere piuttosto profonda, con pareti concave ed orlo appena ingrossato. Le anse, a sezione circolare, sono impostate sotto l orlo e ripiegate verso l alto. La coppa permette vaghi confronti con la serie Morel 4384, tipica dell Italia Settentrionale del III secolo a.c., ma le dimensioni dell esemplare chiusino sono notevolmente maggiori. Coppe skyphoidi tipo Marcianella II.11 sono prodotte anche nelle fornaci di Aesis datate fra la metà del III e i primi due-tre decenni del II secolo a.c., ma anche in questo caso i vasi sono di dimensioni minori. (Cfr. Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p. 169). Non si esclude che il numero di esemplari appartenenti a questo tipo siano di gran lunga maggiori rispetto a quelli sotto riportati, in quanto l identificazione dei frammenti che non conservano le anse presume che vi sia una porzione della parete sufficiente ad escludere che si tratti delle coppe della forma VN II.4-II.10 molto meno profonda. 104

15 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera Datazione: Primo venticinquennio-metà del II secolo a.c. VN II.11.1 Coppa troncoconica con piccolo orlo particolarmente appuntito all esterno. Questa coppa è stata attribuita al tipo XIV.4 per la profondità della vasca che la distingue dalle coppe della forma Marcianella VN II.4-II.10 cui potrebbe essere assimilata. VN II.11.2 Si veda la descrizione generale del tipo. III. Coppetta Tipo VN III.1 Coppetta con pareti concave piuttosto aperte. L orlo è ingrossato in maniera più o meno evidente rispetto alla parete e talvolta è sottolineato da un solco sulla superficie esterna. La parte centrale della vasca ed il fondo non sono conservati. La coppetta rientra nella serie 2538 di Morel, caratteristica dell Etruria, dell Italia del Nord e del Piceno, per lo più prodotte nella seconda metà del III secolo a.c. Negli scavi urbani di Chiusi la coppetta è nota in diversi esemplari (Marchetti t.l., Chiusi S. Maria, tav. XXIV, 6; XXV, 22, 38; XXVI, 46; XXVII, 52; XXVIII, 57, 59 ; XXXI, 101; Chiusi Ospedale Vecchio; tav. I, 2; I, 3, p. 50). Nei dintorni di Chiusi la coppetta è attestata nella necropoli della Gioiella sul lago Trasimeno dove è datata al III secolo a.c., con la seconda deposizione del nicchiotto n. 1 (Ponzi Bonomi 1977, tomba 8, fig. 68, p. 108). Nelle necropoli di Sovana la coppetta tipo III,1 di Marcianella è attestata nella tomba del Sileno, datata alla fine del III-metà II secolo a.c., (Arias 1971, fig. 35, SMR 1/p10, p. 80) e nella necropoli di Monte Rosello, datata alla metà del II secolo a.c., sulla base dei confronti con i materiali di Sutri (Pasquinucci 1971, fig. 45 SMR 6/9, p. 100). Dalla zona di Arezzo questa coppa è documentata in un ampio insediamento nei pressi di Castiglion Fiorentino, in località Brolio-Melmone, che ha restituito, oltre a materiali di età protostorica ed arcaica, anche materiale ellenistico (Territorio Castiglionese, fig. 62, p. 9). L esemplare castiglionese presenta una vernice a chiazze, nera e rossa, di buona qualità, coprente e piuttosto lucida ed è associato ad una brocchetta tipo Marcianella VN XII.4: tutti questi materiali sono databili fra la fine del III e la prima metà/inizi II secolo a.c. Nelle fornaci di Aesis questa coppetta è prodotta dalla metà del III alla metà del II secolo a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , pp ). Nelle fornaci marchigiane è stato possibile distinguere due differenti fasi produttive di questa coppa una maggiormente attestata negli strati della fine del III- inizi II secolo e un altra, assente a Marcianella, caratteristica del secondo venticinquennio del II secolo e soprattutto della seconda metà del II secolo a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, p. 91). Questa coppetta può anche presentare un fondo su alto piede come mostra l esemplare Morel 2538e1, proveniente da Adria e datato al terzo quarto del III secolo a.c.. Una coppetta con orlo simile a quello del tipo III.1 ed alto piede proviene dalla necropoli senese di Campansi dove è datata al III-II secolo a.c., per i confronti con il materiale coevo di produzione volterrana (Cimino 1979b, p. 37, fig. 18). Ancora da Siena, dalla necropoli di Podere Verdina, un altra coppa presenta un fondo su alto piede ed è datata, con il materiale della necropoli, alla prima metà del II secolo a.c. la coppa è associata ad un piattello con orlo solcato in vernice rossa (vd. Marcianella tipo VR I.1.), una coppa tipo Marcianella VN II.1 e ad un piatto tipo Marcianella VN I.5) (Cimino 1979, p. 49, fig. 51). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN III.1.1 La coppetta ha pareti piuttosto chiuse, orlo a mandorla segnato da un solco all attacco con la parete. Dalla necropoli di Guistrigona nei pressi di Castelnuovo Berardenga proviene un esemplare analogo a quello di Marcianella datato fra III e II secolo a.c. (Cimino 1979a, p. 84, n. 114). 20 b VN III.1.2 Questo insieme presenta l orlo di maggiori dimensioni e leggermente rientrante. 105

16 TAVOLA V 106

17 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera VN III.1.3 Questo insieme si distingue per una decorazione a rotella subito al di sotto dell orlo sulla superficie esterna e per le dimensioni minori dell orlo rispetto alla parete. VN III.1.4 In questo caso l orlo è appena rigonfio ed il solco che lo sottolinea più profondo. Questo insieme può essere avvicinato alla coppa Morel 2571a 1 da Papena (Phillips 1967, fig. 6, 29, pp. 30, 32), datata alla prima metà del II secolo a.c. Dalla necropoli di Guistrigona, nei pressi di Castelnuovo Berardenga, un esemplare di questa coppa è datato fra III e II secolo a.c. (Cimino 1979a, p. 84, n. 115). VN III.1.5 Questa coppa è conservata in esemplari di dimensioni assai esigue che non permettono un corretto orientamento della parete, che comunque si distingue dagli altri tipi per un orlo leggermente appuntito all estremità, che rimanda al tipo Morel 2538d1 proveniente da Volterra e datato al terzo quarto del III secolo a. C. Tipo VN III.2 Coppa con orlo rientrante, leggermente ingrossato, che in alcuni casi può anche assumere una forma triangolare. La conformazione dell orlo fa sì che in alcuni casi sulla superficie esterna sia delineato uno spigolo appena accennato. La profondità della vasca è piuttosto variabile e appena ricostruibile dai frammenti superstiti che salvo in un caso, peraltro deformato dalla cottura, non conservano il fondo. Questo tipo non è di facile identificazione: nella classificazione di Morel la coppa tipo III.2 può essere associata alle serie prodotte in Etruria e Sicilia fra la fine del IV e la prima metà del III secolo a.c. Negli scavi urbani di Chiusi è possibile rinvenire coppe analoghe a quelle di Marcianella negli scavi di Ospedale Vecchio e di S. Maria (Marchetti t.l., tav. II, 1, p. 53 ; tav. III, 12, p. 56; XXVIII, 60, di piccole dimensioni). A Gravisca esistono tre soli esemplari di questo tipo, datati nell ambito della produzione falisca che risale alla fine del IV secolo a.c. (Valentini 1993, tav. 18, , p. 104). A Aesis queste coppe non sono molto documentate, ma i pochi esemplari rinvenuti sono attestati in contesti del 250/40-180/70 a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , 306, pp ). A Marcianella sembra che questa coppa sia prodotta soprattutto dal forno C. Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN III.2.1 Coppetta con piccolo orlo leggermente rientrante e arrotondato. La vasca sembra essere abbastanza profonda. VN III.1.6 La coppa ha un orlo ingrossato, appuntito all estremità, sottolineato all esterno da un ampio solco che determina uno scalino. Rispetto alle altre coppe appartenenti a questo tipo le dimensioni del diametro sembrano essere maggiori. Una coppa simile, con vasca più profonda proviene dalla necropoli di Monte Rosello di Sovana (Pasquinucci 1971, tomba 6, SMR 6/9, fig. 45, p. 94) dove è datata alla metà del II secolo a.c. Secondo Morel, che inserisce il vaso di Sovana nella sua tipologia, la datazione può salire alla prima metà del II secolo a.c. (Morel 1981, p. 181, 2538j). VN III.2.2 Coppa ad orlo leggermente arrotondato ed appena rientrante. La vasca sembra essere molto profonda. VN III.2.3 Coppa con orlo assottigliato all estremità, che forma sulla superficie esterna un angolo appena pronunciato. 107

18 Le fornaci di Marcianella: i materiali 20 b VN III.2.4 Coppa con orlo piccolo, a sezione vagamente triangolare che genera all esterno uno spigolo con la parete. Questo esemplare è il meglio attestato nella fornace di Marcianella e quello che trova più riscontri nel territorio. Nelle necropoli dei dintorni di Chiusi sono state rinvenute coppe del tipo III.2.4: dalla tomba dei Nachrni a Chiusi (Michelucci 1977, Grafico 2, p. 95) e nella necropoli della Gioiella al Trasimeno, dove vengono datate fra III e inizi II secolo a.c. per confronti con materiale di Cosa e di Veio (Ponzi Bonomi 1977, tomba 1, fig. 43, p. 104; tomba 2 fig. 49, pp ; tomba 3 fig. 50 p. 105; tomba 5, fig. 53, pp ; tomba 5 corredo dell urna 5 p. 106). VN III.2.5 Coppa con orlo estremamente sviluppato rispetto al corpo del vaso, che si distingue dalle altre coppe del tipo VN III.2 anche per un fondo del tutto piatto. L argilla di questo esemplare si presenta di colore grigio e probabilmente è stata sottoposta a una cottura eccessiva che potrebbe averne determinato anche lo schiacciamento. Questo esemplare è l unico che presenta conservato il fondo caratterizzato da un piccolo piede arrotondato b a 4 VN III.2.6 Questa coppa, di dimensioni maggiori rispetto alle altre dello stesso tipo, si caratterizza per un grosso orlo quasi a sezione triangolare. Questo insieme trova confronti con una coppa di Cosa presente in un deposito datato fra 110/100-40/30 a.c. (Taylor 1957, pl. XLI, E5 b1, p. 136), ma probabilmente a Marcianella venne prodotto fin dalla fine del IIIinizi del II secolo a.c. vista la presenza della coppetta negli strati relativi alla produzione del forno C. 20 b 87 6 Tipo VN III.3 Coppetta non molto profonda, con pareti che nel quarto superiore subiscono leggero ripiegamento, fino a diventare verticali. L orlo è indistinto, più o meno arrotondato all estremità. Nessun esemplare conserva il fondo. Le dimensioni di queste coppette sono piuttosto contenute e non oscillano oltre i 12/14 centimetri di diametro. La coppetta rientra nel genere delle coppette ad inflexion brusque di Morel, e più propriamente alla specie Dagli scavi urbani di Chiusi Ospedale Vecchio proviene una coppetta tipo Marcianella III.3 genericamente riferibile ad una produzione locale (Marchetti t.l.; tav. II, 11, p. 56). Dall insediamento di località i Poggi, nei pressi di Torrita di Siena, vi è un altra attestazione di questo tipo, attribuito anch esso ad una produzione locale, datata fra la metà del III e gli inizi del II secolo a.c. (Firmati 1992, tav. V, 21-22, p. 18). Dalla necropoli del Costone della Folonia di Sovana, nella tomba 4, datata alla seconda metà del III-prima metà del II secolo a.c., proviene una coppa analoga al tipo Marcianella III.3, datata al II secolo a.c. (Pancrazzi 1971, fig. 85, SF 4/22, p. 136; 158). A Cosa la coppetta è attestata in strati datati fra il 225 e il 167 a.c. (Taylor 1957, pl. XXIV, A 21 d, p. 84). Ad Aesis la coppa è molto ben documentata: il periodo di produzione copre tutta la seconda metà del III secolo e almeno la prima metà del II, forse anche oltre (Brecciaroli Taborelli 1998, fig. 84, , p. 157). Datazione: Fine III-metà del II secolo a.c. VN III.3.1 Coppetta con pareti appena ripiegate verso l alto, non del tutto verticali; l estremità dell orlo è arrotondata. 108

19 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera 12 VN III.3.5 L orlo è caratterizzato da un ripiegamento piuttosto netto nella parte superiore che determina due leggeri spigoli sulla superficie esterna. L estremità dell orlo è caratterizzata da un leggero ingrossamento. 20 b 20 b 14 1 C 74 a VN III.3.2 Questo insieme si distingue per la forma dell orlo che all estremità presenta una superficie piatta inclinata verso l interno. Questa caratteristica avvicina la coppa alle produzioni più antiche di Campana A del relitto di Punta Scaletta di Giannutri, databile alla metà o al terzo quarto del II secolo a.c. (Morel 2825b 1). VN III.3.3 Coppetta con pareti concave che bruscamente si raddrizzano nella parte superiore, determinando all esterno una carena, non sottolineata da alcuno spigolo. VN III.3.4 La coppetta, con le pareti piuttosto aperte, termina con un brusco raddrizzamento dell orlo, leggermente sagomato all esterno e all interno. La coppetta corrisponde all esemplare Morel 2825c 1, prodotto in Campana A fra la metà ed il terzo quarto del II secolo a.c. La coppetta è attestata anche a Sovana, nella tomba 3 della necropoli di Monte Rosello, dove viene datata al III secolo a.c. per le ottime qualità della vernice (Pasquinucci 1971, fig. 45, 3/3, pp ). 12 Tipo VN III.4 Coppetta a pareti piuttosto aperte che si chiudono nella parte superiore del vaso senza bruschi ripiegamenti. L orlo è indistinto e termina con un arrotondamento più o meno accentuato. Il piede, ad anello, è conservato solo nell esemplare VN III.4.1 e presenta un semplice arrotondamento all esterno ed un depressione centrale nella faccia inferiore. Il diametro non sembra oscillare oltre i cm. La coppetta può essere associata all esemplare di Morel 2913b 1 prodotto in Etruria a cavallo fra la fine del III e gli inizi del II secolo a.c.. Tipiche dell Etruria centro meridionale della fine del III-II a.c., queste coppette sono ben documentate anche nelle fornaci di vernice nera di Iesi in strati della fine del III fino alla metà del 1 a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p. 159). L andamento delle pareti non distingue questa coppetta da quelle ansate, sia con anse ad anello tipo Marcianella VN III.11 sia da quelle con anse ad orecchia tipo Marcianella VN III.12, non è escluso quindi che il numero di esemplari qui di seguito riportato possa comprendere anche altri tipi non identificabili. Datazione: Fine III-metà del II secolo a.c. VN III.4.1 Coppetta dalle pareti estremamente aperte e orlo leggermente sfuggente all estremità. Il piccolo fondo ad anello è caratterizzato da un profilo esterno arrotondato e leggermente rastremato verso l alto. Al centro la vasca presenta una debole depressione a 109

20 TAVOLA VI 110

21 Maria Aprosio e Antonio Pizzo - La ceramica a vernice nera VN III.4.2 Questo esemplare si distingue per la forma dell orlo maggiormente affusolata all estremità. Dal sacello di località Pantanelli nei pressi di Torrita di Siena, proviene una coppetta simile all esemplare di Marcianella, datata al III-II secolo a.c. (Firmati 1992, tav. II, 7, p. 12). 20 b Tipo VN III.6 Coppetta a profilo troncoconico, piuttosto profonda, con orlo indistinto, piatto all estremità. Il fondo non è conservato. La qualità del manufatto sembra piuttosto scadente e l esiguità del frammento non consente la ricostruzione del diametro. L esemplare ha confronti con un frammento di ceramica comune da Cosa, dove questo tipo è prodotto sia in vernice nera sia in ceramica comune (Dyson 1976, fig. 36, PD 98, pp ): la datazione del deposito cosano va dal 110 al 40 a.c. Datazione: secondo venticinquennio del II secolo a.c. VN III.6.1 Si veda la descrizione generale del tipo. Tipo VN III.5 Coppetta dalle pareti piuttosto svasate che si ripiegano appena verso l estremità superiore del vaso. Lo spessore delle pareti è circa il doppio rispetto agli esemplari del tipo III.4 dai quali questa coppa è stata distinta anche per una maggiore profondità della vasca. Oltre ai riferimenti bibliografici già citati per il tipo III.4, si possono aggiungere anche ulteriori riscontri nelle vicinanze di Chiusi e nell Etruria interna: dalla necropoli della Gioiella, sul lago Trasimeno una coppetta con vernice scadente è stata datata, in base al contesto, al III secolo a.c. (Ponzi Bonomi 1977, tomba 8, nicchiotto 1, fig. 68, p. 108). Nella stipe del santuario di Esculapio a Fregellae proviene un altra coppetta simile all esemplare di Marcianella: si tratta anche in quel caso di una produzione scadente, probabilmente locale, datata al III a.c., periodo iniziale della formazione del deposito votivo del santuario (Comella 1986, tav. XLV, A34, p. 78; per la dazione dei depositi vd. Pinna 1986, pp ). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. VN III.5.1 Si veda la descrizione generale del tipo 12 Tipo VN III.7 Coppetta a profilo biconico: le pareti compiono un angolo a circa metà del corpo del vaso, determinando una carena, raramente sottolineata da uno spigolo all esterno. Il piede ad anello si caratterizza per un profilo appena arrotondato. La coppetta corrisponde alla serie Morel 2742, prodotta in Italia centro settentrionale nel III secolo a.c. Nel volterrano la coppetta viene datata tra la fine del III e la metà del I secolo a.c.: nel periodo che va dalla metà del II al I secolo questo vaso è prodotto anche in vernice rossa (Pasquinucci 1972, fig. 1, 129, pp ; Michelucci 1979, p. 97). Nelle fornaci di Aesis una coppetta con le pareti con stesso andamento di quelle di Marcianella è attestata in un solo esemplare di dimensioni molto piccole, in uno strato datato fra 250/40-180/70 a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p. 154). Il tipo di Marcianella trova confronti anche con un altra coppa prodotta a Iesi durante il secondo venticinquennio del II secolo a.c. (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p. 156). La coppetta a Marcianella è attestata soprattutto nell attività 18 relativa alla colmata di fronte al prefurnio del forno E ed attribuita alla produzione del forno F risalente al secondo venticinquennio del II secolo a.c. Nel periodo V, relativo alla produzione del forno A2, vengono prodotte coppette non dissimili nel complesso da quelle del tipo VN III.7, ma che hanno perso del tutto la caratterizzazione del corpo biconico e hanno pareti verticali su fondo piatto (Tipo VN III.14). Datazione: Fine III-metà del II secolo a.c. 111

22 Le fornaci di Marcianella: i materiali VN III.7.1 Questa coppetta si caratterizza per una accentuata concavità all interno del vaso in corrispondenza della carena. VN III.7.2a In questa coppetta la carenatura è appena accennata e la porzione di fondo conservata sembra avere un andamento quasi piatto. Tipo VN III.8 Coppetta con pareti quasi del tutto verticali, solo leggermente rientranti e spesso fondo piatto. Il piede non è conservato. La coppetta rientra nella specie Morel Per i riferimenti bibliografici si veda la il tipo VN III.7. Datazione: Fine III-metà del II secolo a.c. VN III.8.1 Si veda in generale la descrizione del tipo. VN III.7.2b In questa coppetta le pareti sono più verticali e massicce rispetto agli esemplari precedentemente descritti. Una coppa molto simile a quella qui descritta proviene dagli scavi urbani di Chiusi- Santa Maria (Marchetti t.l., tav. XXX, 93) VN III.7.3 Il fondo qui descritto è stato associato agli orli di coppette a profilo biconico per l andamento delle pareti conservate. Le dimensioni sembrano essere relative soprattutto agli esemplari VN III.7.1, VN III.7.2. VN III.7.4 In questa coppetta l orlo è leggermente rigonfio e sottolineato sulla superficie interna da una linea incisa. Il piede ed il fondo non sono conservati. Il frammento illustrato è relativo ad uno scarto di produzione che presenta le pareti estremamente schiacciate verso l interno. Tipo VN III.9 Coppetta con ampio bordo a fascia rientrante ed aggettante sulla superficie esterna. Il piede ad anello leggermente svasato verso il basso, presenta la faccia esterna liscia. La coppetta rientra nella serie Morel 2524 che è ben attestata in tutta l Etruria fino a Roma negli ultimi decenni del III e nei primi decenni del II secolo a.c., quando viene prodotta anche a livello locale, come sembrano dimostrare alcuni degli esemplari conservati a Tarquinia (Serra Ridgway 1996, tav. CCXVII, 95, p. 248). Nell Etruria meridionale tiberina (Bernardini 1986, tav. XL, 538, p. 152) sono molto ben attestate le coppette che presentano una piccola vasca sul fondo e decorazioni sull orlo (Morel ) la cui datazione rientra ancora nel periodo compreso fra la fine del III e gli inizi del II secolo a.c. Dagli scavi urbani di Chiusi è noto un solo esemplare della coppetta VN III.9, che sembra avere dimensioni maggiori di quello prodotto a Marcianella (Marchetti t.l., tav. XXVI, 45). Nel volterrano questo tipo è ben attestato e, in virtù dei confronti con rinvenimenti di Cosa e della pianura padana, la datazione è stata assegnata alla fine del III- inizi II secolo a.c. (Pasquinucci 1972, fig. 1, 135, p. 344). A Cosa, dove la coppetta è prodotta, ha la datazione si pone fra la seconda metà del III e si ferma nei contesti del II secolo a.c. avanzato (Taylor 1957, Type IV, pl. XXVII, B 13, pp ). Anche nelle fornaci di Aesis la coppetta tipo VN III.9 viene prodotta per un lungo periodo di tempo, che va dalla metà del III a.c. fino a tutta la prima metà del II secolo a.c., durante il quale sembra essere molto ben attestata (Brecciaroli Taborelli 1998, fig , p. 140). Datazione: Fine III-primo venticinquennio del II secolo a.c. 112

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