Istituto di Istruzione Superiore Cristoforo Marzoli

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1 Istituto di Istruzione Superiore Cristoforo Marzoli Con sezioni associate ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE CRISTOFORO MARZOLI LICEO SCIENTIFICO DI STATO GALILEO GALILEI Via Levadello, Palazzolo s/o. (BS) - C.F tel fax bsis01800p@istruzione.it DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 Testo unico della sicurezza Integrato con D.L. 3 agosto 2009 nr. 106 D.Lgs 230/95 - D.Lgs.241/00 e 257/01- Direttiva Comunitaria 96/29/Euratom DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Aggiornamento / Integrazione Rischio RADON Firma del Datore di Lavoro Prof. Ssa Oliva Marella Firma del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Firma del Rappresentante dei Lavoratori Prof. Francesco Santoro Arch. Norberto Morgano Firma del Medico Competente Dr. Franco Plebani Palazzolo s/o. data certa validata ai sensi dell art. 18 del D.Lgs 106/2009 1

2 INDICE Premessa Pag. 3 Il Radon Pag. 3 Gli ambienti più critici Pag. 4 Il pericolo viene dall aria Pag. 5 Concentrazioni di Radon Pag. 6 Livelli di riferimento Pag. 7 Radon: la situazione Nazionale e Regionale Pag. 8 Metodi di Misura Rilevazioni e riscontri presso l IIS Marzoli Pag.10 Pag.11 2

3 Premessa Il presente documento è da intendersi parte integrante a tutti gli effetti del Documento di Valutazione dei Rischi prodotto in data 16 maggio 2009 e successivi aggiornamenti ( ). Con questo ulteriore strumento, l Istituto di Istruzione Superiore Marzoli intende far propri i principi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. in ordine al costante monitoraggio e aggiornamento delle situazioni che possano comportare rischi per la salute e integrità dei lavoratori che operano al suo interno (art. 17 comma 1 lettera a ; art. 28) Al fine di un continuo miglioramento dei sistemi di controllo, verifica e prevenzione all interno dell Istituto Scolastico, si procede con il seguente documento ad inserire un aggiornamento al DVR Generale relativamente ai rischi derivanti dalla presenza di RADON. Per la protezione dal rischio radon il D.Lgs. 81/08 prevede che si faccia riferimento alla normativa specifica inerente le radiazioni ionizzanti: il D.Lgs 230/95, così come integrato e modificato dai D.Lgs.241/00 e 257/01, che ha recepito la Direttiva comunitaria 96/29/Euratom. IL RADON Il radon è un gas naturale radioattivo, incolore e inodore e proviene dal decadimento di uranio e radio, sostanze radioattive naturalmente presenti sulla Terra. E presente nel suolo, nei materiali da costruzione (tufo, alcuni tipi di granito), nelle acque sotterranee; essendo gassoso, può facilmente risalire in superficie. All aperto il radon si disperde e si diluisce, mentre in ambienti chiusi può accumularsi, raggiungendo a volte concentrazioni rilevanti in assenza di adeguati ricambi d aria. L uranio è presente, in concentrazione variabile, in tutte le tipologie di rocce e di terreni; il radon, a sua volta, può essere presente ovunque, anche in suoli poveri di uranio, perché vi viene trasportato da flussi di aria o di acqua sotterranei. 3

4 Questo può accadere perché il radon è un gas inerte, che non reagisce chimicamente con l ambiente che lo circonda: una volta formato può migrare liberamente attraverso il suolo. GLI AMBIENTI PIU CRITICI Come premesso, suolo, rocce, materiali da costruzione (tufo, granito) e falde acquifere sono le principali sorgenti di radon. Il radon proveniente dal suolo, penetra negli edifici attraverso le porosità del suolo stesso e del pavimento, le microfratture delle fondamenta, le giunzioni pareti - pavimento, i fori delle tubazioni. E quindi più probabile trovare elevate concentrazioni in ambienti a contatto diretto col suolo stesso (interrati e seminterrati, piani terra privi di vespaio areato), soprattutto se costruiti in aree in cui il suolo sottostante è ricco di radon (o dei suoi precursori, radio e uranio) ed è molto permeabile o fratturato. L accumulo del gas radon in ambienti indoor è anche favorito da uno scarso ricambio d aria. 4

5 IL PERICOLO VIENE DALL ARIA Può sembrare contradditorio rispetto a quanto discusso fin qui. Il Radon è radioattivo, ma essendo un gas nobile, è poco reattivo chimicamente: generalmente viene espulso dall organismo prima di decadere. Il vero pericolo sono i suoi prodotti di decadimento anch essi radioattivi, che si fissano al pulviscolo atmosferico e quindi irraggiano il tessuto polmonare e bronchiale dove tale pulviscolo viene immesso tramite la respirazione. Il DNA delle cellule colpite può essere danneggiato e se i meccanismi di riparazione cellulare non sono sufficienti, si può sviluppare, anche a distanza di anni, un tumore polmonare. Gli studi epidemiologici relativi a lavoratori di miniere d uranio (gruppo di persone particolarmente esposto al radon) hanno dimostrato la correlazione tra esposizione al radon e tumore polmonare. L esposizione al radon non provoca con certezza l insorgere della patologia, ma produce un incremento della probabilità che essa si manifesti: l incremento è proporzionale alla concentrazione di radon presente negli ambienti di vita e di lavoro frequentati da un individuo, ma anche alla durata di tale esposizione, che per essere significativa, deve essere prolungata (diverse ore al giorno, per molti anni). 5

6 L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera il Radon un agente cancerogeno, il secondo maggiore responsabile del tumore polmonare dopo il fumo, con il quale agisce in sinergia: gli effetti di questi due agenti cancerogeni non si sommano semplicemente, ma si moltiplicano. Non è stata invece dimostrata alcuna correlazione fra esposizione al radon ed altre patologie e il consumo di acque ricche di radon risulta non essere correlato con tumori allo stomaco o con altre patologie a carico dell apparato digerente. CONCENTRAZIONI DI RADON La concentrazione di radon in aria si misura in Bq/m 3 (Becquerel per metro cubo). All aria aperta, vicino al suolo, si possono misurare valori intorno a 10 Bq/m 3, mentre in ambienti chiusi si possono raggiungere concentrazioni elevate, fino a migliaia di Bq/m 3. Dato che non è possibile avere in ambienti confinati una concentrazione di radon pari a zero, e quindi nemmeno azzerare il corrispondente rischio di tumore polmonare, sono stati stabiliti dei livelli di riferimento che corrispondono a un rischio ritenuto accettabile. 6

7 LIVELLI DI RIFERIMENTO Ambienti di lavoro Gli ambienti di lavoro sono soggetti alla normativa nazionale attualmente in vigore: D. Lgs. 230/1995 (come modificato dal D.Lgs. 241/2000) Attuazione della direttiva 96/29 EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti, il capo III-bis considera l esposizione dei lavoratori o del pubblico a sorgenti di radioattività naturale, tra cui il radon e richiede il controllo e il contenimento della concentrazione di radon nei seguenti luoghi di lavoro: 1. Tunnel, sottovie, catacombe, grotte, locali sotterranei 2. Altri ambienti di lavoro situati in zone a rischio radon 3. Stabilimenti termali Il decreto stabilisce inoltre che la concentrazione media annua negli ambienti (1) e (2) deve essere inferiore a 500 Bq/m 3. Ovviamente, non da ultimo, deve essere tenuto in considerazione quanto prescritto dall Art. 28 del D.lgs 81/2008 riguardo all obbligo per il D.L. di valutare tutti i possibili rischi presenti sui luoghi di lavoro. Le modalità di esecuzione delle misure previste dalla normativa sono descritte nel documento Linee guida per le misure di concentrazione di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei emanate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome nel Le misure devono essere di durata annuale. Abitazioni Per le abitazioni, non trattate dalla normativa nazionale, finora è stata assunta come riferimento la Raccomandazione CEE n 90/143 del 21/2/1990 Tutela della popolazione contro l esposizione al radon in ambienti chiusi, che suggerisce 400 Bq/m 3 come limite d intervento per edifici già esistenti 200 Bq/m 3 come limite di progetto per nuove costruzioni. Ma la normativa è in evoluzione e tiene in considerazione i progressi delle conoscenze scientifiche degli ultimi decenni; è stata infatti recentemente pubblicata la DIRETTIVA 2013/59/EURATOM che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall esposizione alle radiazioni ionizzanti unificando tutte le direttive europee in materia di radioprotezione. Una delle principali novità della direttiva è l indicazione agli stati membri di adottare livelli di riferimento inferiori a 300 Bq/m 3 per i luoghi di lavoro e per le abitazioni. Entro il 2018 gli stati membri dovranno recepire nella normativa nazionale le indicazioni della Direttiva europea.. 7

8 RADON : LA SITUAZIONE NAZIONALE E REGIONALE Negli anni 90 è stata realizzata una campagna di misura nazionale per valutare l esposizione al radon della popolazione italiana. Le misure sono state condotte per un anno, in alcuni comuni di ogni regione, in un totale di circa 5000 abitazioni situate a diversi piani. La media annuale nazionale della concentrazione di radon è risultata pari a 70 Bq/m 3, superiore a quella mondiale che è stata stimata intorno a 40 Bq/m 3. Nel 4,1 % delle abitazioni si è misurata una concentrazione superiore a 200 Bq/m 3, e nello 0.9% una concentrazione superiore a 400 Bq/m 3. I risultati sono mostrati nella figura, dove le regioni sono diversamente evidenziate in funzione del valor medio delle concentrazioni misurate. Si può notare come in Lombardia, così come nel Lazio, siano state riscontrate le più elevate concentrazioni di radon; seguono il Friuli Venezia Giulia e la Campania. (Fonte: ISPRA) 8

9 Nel 2003 in Lombardia è stata svolta una campagna di misura su scala regionale, allo scopo di individuare le aree del territorio lombardo con la maggiore probabilità di avere alte concentrazioni di radon indoor. La campagna è stata svolta con una collaborazione tra ARPA Lombardia e i Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL e ha coinvolto circa 3600 punti di misura in 541 comuni (1/3 circa del totale dei comuni lombardi), in locali al piano terra. L elaborazione dei risultati con metodi geostatistici (eseguita dal Dipartimento di Statistica Università degli Studi Bicocca) ha consentito di produrre mappe come quella sotto riportata, che stima la concentrazione media di radon in un ambiente a piano terra situato in un punto qualsiasi del territorio regionale a partire dai risultati puntuali della campagna di misura. (Rappresentazione grafica indicativa delle stime previsionali di distribuzione del gas radon sul territorio regionale) In seguito, nel è stata realizzata una seconda campagna regionale che ha riguardato circa 1000 punti di misura, collocati in abitazioni a diversi piani; i risultati di tale campagna hanno integrato e sostanzialmente confermato i risultati della campagna precedente. La media aritmetica delle misure è risultata pari a 124 Bq/m 3, il 15% dei locali misurati ha presentato una concentrazione di radon indoor media annua superiore a 200 Bq/m 3 e il 4% superiore a 400Bq/m 3. In generale i risultati delle campagne di misura hanno mostrato come nell area di pianura, dove il substrato alluvionale, poco permeabile al gas, presenta uno spessore maggiore, la presenza di radon sia poco rilevante; nelle aree montane e pedemontane, in provincia di Sondrio, Varese, Bergamo, Brescia e Lecco, le concentrazioni sono risultate invece decisamente più elevate. Le analisi statistiche sulle misure effettuate in Lombardia hanno inoltre mostrato che la concentrazione di radon indoor, oltre che alla zona geografica e quindi alle caratteristiche geomorfologiche del sottosuolo, è anche strettamente correlata alle caratteristiche costruttive, ai 9

10 materiali utilizzati, alle modalità di aerazione e ventilazione e alle abitudini di utilizzo del singolo edificio/unità abitativa. Negli ultimi anni in Italia sono state realizzate diverse mappature con modalità e criteri differenti, ma, in mancanza di indicazioni univoche in merito, pochissime Regioni le hanno ratificate come previsto dal D. Lgs. 241/00, cioè come aree a rischio-radon : in tali aree sarebbero obbligatorie misure annuali in tutti i luoghi di lavoro (e non solo nei sotterranei). I risultati delle campagne di misura e delle conseguenti mappature forniscono però alle amministrazioni locali informazioni circa l entità del problema nel territorio. La Regione Lombardia ha scelto di privilegiare l aspetto della prevenzione, pubblicando, nel 2011, delle linee guida che danno indicazioni sia per il risanamento di edifici esistenti, sia per la prevenzione da radon nella costruzione di nuovi edifici e tramite le AASSLL ha raccomandato a TUTTI i comuni lombardi di rivedere i Regolamenti Edilizi entro la fine del 2014 alla luce di tali linee-guida. METODI DI MISURA La scelta del metodo di misura (tecnica, durata e condizioni di misura) dipende dallo scopo e dalle informazioni che si desiderano ottenere: per la valutazione dell esposizione delle persone in un luogo di lavoro è necessaria una misura di durata annuale, eventualmente ripetuta; per valutare la concentrazione di radon in un abitazione è consigliabile una misura almeno di qualche mese, nella stagione invernale, in normali condizioni d uso e di ventilazione, almeno un punto di misura al piano più a contatto con il terreno, uno nella zona giorno e uno nella zona notte; per valutare l efficacia di un risanamento è utile integrare tecniche diverse: dopo misure di breve durata è necessario verificare i risultati anche con misure di lunga durata. L impostazione delle misure e l interpretazione dei risultati devono tenere conto dei molteplici fattori che possono influenzare la concentrazione di radon in un locale. Infatti la concentrazione di radon in un ambiente dipende dalle caratteristiche idrogeologiche del suolo e dalle caratteristiche costruttive dell edificio e del locale, ma anche da altri fattori contingenti: temperatura, pressione atmosferica, umidità e polverosità, condizioni meteorologiche, ventilazione dei locali, differenza di temperatura e di pressione tra ambiente interno ed esterno. Esempio di andamento orario della concentrazione di radon in un locale, con la tipica fluttuazione giorno-notte: 10

11 In uno stesso ambiente la concentrazione di radon è soggetta a fluttuazioni orarie e stagionali dovute alle variazione di tutti questi fattori. Per questo sono consigliabili misure di durata abbastanza lunga da mediare su queste variazioni. (dati e commenti desunti dall Arpa Agenzia Regionale per l Ambiente della regione Lombardia) RILEVAZIONI E RISCONTRI PRESSO L IIS MARZOLI I primi riscontri sono stati conseguiti in occasione di un primo monitoraggio effettuato nel periodo 1 luglio 2014/ 1 luglio 2015; l osservazione è stata ripartita in due semestri (luglio 2014-gennaio 2015 / gennaio 2015-giugno 2015). Gli ambienti verificati in tale periodo sono stati i seguenti: - A) laboratorio di fisica (zona ITT) quale ambiente a campione per il P.T. Ambienti frequentati da singole classi con docenti, per attività di sperimentazione didattica. Rotazione oraria media tre classi/mattinata. I Locali hanno un un altezza di circa 4 ml e le aperture ìvi presenti permettono un buon ricambio d aria. - B) locali di archivio in ambienti seminterrati Ambienti frequentati sporadicamente dal personale amministrativo (media un accesso/mese per tempi inferiori ad un ora). L altezza dei locali è di circa ml. 2.70, con una minima possibilità di ricambio d aria. - C) Magazzino in ambiente seminterrato (ma con estensione pari a circa ¼ delle pareti libere, ovvero esposte all aperto); ambienti frequentati- all epoca- da personale manutentore con accesso sporadico (5-6 volte/anno) e per brevi periodi, per il deposito/prelievo di arredi e attrezzature scolastiche. L altezza dei locali è di circa ml. 2.70, con possibilità di un discreto ricambio d aria data la presenza di due porte che si affacciano sul corsello; Quest ultimo ambiente dal mese di settembre 2015 ospita la palestrina/sala pesi + spogliatoi al servizio della medesima. Per questi si procederà, come più avanti 11

12 specificato, ad ulteriore monitoraggio. Le misurazioni di cui sopra sono state effettuate mediante tre dispositivi di campionamento passivo (Camera a Diffusione Enea-IRP mod. 2006), con misurazione del 222 Rn in aria mediante rilevatori a tracce nucleari al policarbonato di diglicolo allilico (CR-39 Intercast Europe S.P.A. P.R.). Misuratore passivo ENEA-IRP Risultati sintetici ma nel contempo analitici sono riportati nell allegata Relazione Tecnica Finale rilasciata dall ENEA Istituto di Radioprotezione di Bologna in data 10 settembre 2015 (prot. Enea/2015/48153/IRP-DOS). Da tale documento si evincie che per il locale A) i valori (riferiti alla rilevazione effettuata con un solo dosimetro) rientrano ampiamente nel range di sicurezza (media annuale 66 Bq/mc.). Ciò è di conforto per far ritenere possibili risultati analoghi per tutti gli altri ambienti didattici e non. Si procederà comunque nel corso del 2018 ad un altra verifica a campione per altri ambienti posti al piano terra (si ipotizza l osservazione degli uffici amministrativi). La presenza di radon presso l ambiente B) (rilevata con singolo dosimetro) è sensibilmente maggiore ( media annuale 116 Bq/mc) ma ancora ampiamente sotto i livelli di azione (considerata anche la limitata frequentazione) e comunque nella media riferibile al territorio comunale. Anche per questo ambiente si procederà con ulteriore periodo di monitoraggio nel corso del Il confronto di questi primi due dati rientra nella media dei riscontri di valutazione riferiti al territorio comunale. L ambiente C) (ex) Magazzino ha riscontrato nel periodo di riferimento le maggiori criticità (media annuale 418 Bq/mc) e quindi con concentrazione annuale superiore all 80% del livello di azione (400 Bq/mc) con conseguente necessità di ripetere il monitoraggio per un altro anno (si rinvia all esame dei dati più avanti illustrati, riferiti alla nuova destinazione sala-pesi + spogliatoi e al successivo monitoraggio). Anche in questo caso la rilevazione è stata effettuata con un solo dosimetro. Alla luce dei risultati sopra esposti e in considerazione della nuova destinazione assunta per l AMBIENTE C EX MAGAZZINO, ora sala pesi con annessi spogliatoi, si è proceduto con un secondo periodo di osservazione mirato per tale ambiente ed effettuato con il posizionamento di 3 serie di dosimetri opportunamente disposti -dello stesso tipo usato in precedenza con 3 riscontri quadrimestrali, per un totale di 12 campionamenti nel periodo 20 novembre novembre Risultati sintetici ma nel contempo analitici sono riportati nell allegata Relazione Tecnica Finale 12

13 rilasciata dall ENEA Istituto di Radioprotezione di Bologna in data 27 gennaio 2017 (prot. Enea/2017/4542/IRP-DOS). Da tale relazione risulta che in nessuno dei punti misurati è stato superato l 80% del livello d azione (400 Bq/mc) e che pertanto non sono necessarie altre misurazioni. Alla luce di quanto sopra e in relazione al ridotto utilizzo di tali ambienti ( mediamente 2 ore/mese/classe ovvero mediamente 2 ore/settimana/docente), non risultano necessari inoltre interventi di miglioramento. Tuttavia si prevede un ulteriore monitoraggio nel corso del 2018, anche alla luce delle previste variazioni circa i limiti di esposizione così come attualmente previsto dalla Direttiva 2013/59/Euratom. Si allegano, quali parti integranti: - Nr. 2 Relazioni Tecniche Finali del Servizio Radon presso l Enea di Bologna (prot. Enea/2015/48153/IRP-DOS) (prot. Enea/2017/4542/IRP-DOS) - Planimetria dei locali seminterrati Il Datore di Lavoro, Prof.ssa Oliva Marella. Il R.S.P.P., Arch. Norberto Morgano Il medico Competente, Dott.Franco Plebani. Il R.L.S., Prof. Francesco Santoro Palazzolo s/o. data certa validata ai sensi dell art. 18 del D.Lgs 106/

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