Quadro Comunitario di Sostegno per le Regioni Italiane dell Obiettivo

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1 MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO Direzione per lo Sviluppo Sostenibile Autorità Ambientale per i fondi strutturali Quadro Comunitario di Sostegno per le Regioni Italiane dell Obiettivo Programma Operativo Nazionale Nuova Stesura della Roma, dicembre 2002

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3 Il documento è stato predisposto dalla task force Progetto Operativo Ambiente del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, in particolare il documento è a cura di Giorgia Scopece (responsabile del Gruppo di Lavoro ), in coordinamento con Federico Falcitelli (Gruppo di Lavoro Metodologie e valutazione ex ante ) ed è stato realizzato dal Gruppo di Lavoro Sviluppo imprenditoriale locale. In particolare: Francesca Bonello ha curato il capitolo 1: 1.3; 1.4; 1.7; Giulio Maggi ha curato il capitolo 1: 1.2; 1.6; Annabella Portanova ha curato il capitolo 1: 1.5; 1.8 e il capitolo 3; Giorgia Scopece ha curato il ed i capitoli 2 e 3. Ha collaborato al lavoro Rosanna Foraci (Gruppo di Lavoro Metodologie e valutazione ex ante ) per quanto riguarda l allegato sulla normativa ambientale di riferimento. L Editing è stato curato da Giulio Maggi.

4 INDICE PREMESSA... I 1 ANALISI DELLA SITUAZIONE DI RIFERIMENTO QUADRO DI SINTESI DELLE ATTIVITA INDUSTRIALI PRESENTI NELLE REGIONI OBIETTIVO Quadro di sintesi dei potenziali impatti ambientali delle attività economiche presenti nelle Regioni Obiettivo Analisi degli investimenti delle imprese per la protezione dell ambiente RISORSE IDRICHE Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze e dell adeguatezza delle reti di monitoraggio Quadro della situazione attuale ARIA Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze e della rete di monitoraggio Quadro della situazione attuale SUOLO Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze e della rete di monitoraggio Quadro della situazione attuale RIFIUTI Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze e dell adeguatezza delle reti di monitoraggio Quadro della situazione attuale ECOSISTEMI NATURALI Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze RISCHIO TECNOLOGICO Premessa Normativa di riferimento Valutazione dello stato delle conoscenze e della rete di monitoraggio SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE (SGA) Diffusione dei sistemi di gestione ambientale nelle Regioni Obiettivo Registrazioni EMAS nelle Regioni Obiettivo Certificazioni ISO nelle Regioni Obiettivo QUADRO DI SINTESI DELLA SITUAZIONE AMBIENTALE DI PARTENZA...84

5 2 VALUTAZIONE DEL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE La misura Analisi delle domande oggetto di indagine Analisi degli effetti del 5 indicatore della Legge 488/ Analisi delle domande oggetto di indagine Analisi quantitativa dell impatto ambientale del 5 indicatore con riferimento alle imprese che hanno dichiarato di aderire a sistemi di gestione ambientale normati Analisi quantitativa dell impatto ambientale del 5 indicatore con riferimento alla produzione di rifiuti e al consumo di risorse naturali Analisi degli effetti dell integrazione ambientale nell attuazione del POM Industria Considerazioni finali EFFETTI ATTESI E DISPOSIZIONI AMBIENTALI ALLEGATI APPENDICE NORMATIVA - QUADRO DI SINTESI SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA IN CAMPO AMBIENTALE...180

6 Premessa La Valutazione Ex ante Ambientale (di seguito VEA) è una procedura tecnica necessaria a supportare le scelte di sviluppo sostenibile presenti negli indirizzi politici di programmazione del Consiglio e del Parlamento Europeo I, nonché prevista dal Regolamento (CE) N del 21/06/99 afferente la programmazione dei Fondi Strutturali La metodologia è stata definita dalla Commissione con specifici documenti tecnici II e ripresa a livello nazionale dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio III e dall Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT) IV V. Obiettivo della VEA è quello di valutare Piani e Programmi al fine di verificarne la rispondenza con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile VI rispetto al grado di integrazione dei principi di sviluppo sostenibile all interno dei processi di concertazione e programmazione, nonché al complessivo impatto ambientale del programma. A fronte di un analisi dettagliata della situazione ambientale (di seguito ASA) dell area territoriale interessata dal programma oggetto di verifica (nel caso di specie: il Programma è il PON e il territorio è quello del Mezzogiorno), il processo di valutazione deve quindi mirare ad evidenziare: - le pressioni ambientali più rilevanti riconducibili (direttamente/indirettamente) agli interventi che il programma intende promuovere/finanziare; - le iniziative/azioni che dovrebbero essere intraprese al fine di eliminare ovvero mitigare le pressioni individuate attraverso l integrazione della componente ambientale in tutto il processo attuativo del programma. Le informazioni contenute nella VEA risulteranno, tra l altro, funzionali e strumentali alla valutazione intermedia, prevista per il 2003, nonché alla valutazione finale del programma, rispetto a quanto e come il programma, nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo prefissati, ha perseguito e garantito uno sviluppo sostenibile del territorio coinvolto. L importanza di tale valutazione appare evidente per programmi Operativi (PO) come quello in oggetto che, per sua natura (rafforzamento dei sistemi produttivi del Mezzogiorno), può determinare effetti potenzialmente negativi sull ambiente. La Commissione Europea, ha giudicato non completamente soddisfacente la prima stesura della VEA allegata al PON, ed è stata fissata la data del 31/12/02 quale termine ultimo per predisporre una nuova e più completa stesura della VEA (integrata con indicatori pertinenti) che servirà, tra l altro, da base per l esercizio di valutazione intermedia. In particolare, le carenze rilevate nella prima versione della VEA in oggetto riguardano: - l incompleta descrizione della situazione ambientale rispetto al set minimale di indicatori presenti nell allegato A del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS); - l assenza di informazioni relative allo stato di attuazione della normativa comunitaria in ma- I

7 teria di ambiente; - l assenza di informazioni ambientali funzionali alla verifica dei miglioramenti/peggioramenti apportati dalla realizzazione degli interventi promossi dal Programma; - l assenza di una analisi sulle pressioni ambientali riconducibili alle attività economiche incentivate dal Programma. L obiettivo del presente lavoro è dunque quello di aggiornare la prima versione del documento, recuperando il gap informativo sopra evidenziato, in un ottica il più possibile focalizzata sulla relazione tra il tessuto economico VII presente nel territorio oggetto di analisi e le criticità ambientali che, nel medesimo territorio, è possibile rilevare dall ASA. Allo scopo di uniformare l attività di revisione della VEA, che coinvolge tutti i Programmi Operativi Nazionali e Regionali (compreso il QCS) si è costituito un gruppo di lavoro ad hoc nell ambito della task force Autorità Ambientale Centrale del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, che ha predisposto un documento di indirizzo VIII approvato dalla Rete Nazionale delle Autorità Ambientali, in data 21 giugnoo Struttura del documento Il presente documento, elaborato secondo i citati indirizzi, è strutturato in tre capitoli fondamentali, i cui contenuti vengono di seguito schematizzati. Nel Capitolo 1 Analisi della situazione di riferimento nella logica dell impostazione metodologica sopra rappresentata, preliminarmente all ASA: - viene analizzato il territorio delle Regioni Obiettivo 1 IX rispetto alle attività industriali presenti; - relativamente a quelle individuate, vengono rilevate le pressioni ambientali che insistono sul territorio e potenzialmente riconducibili ad esse, nonché gli investimenti che le stesse attività hanno attivato per la protezione dell ambiente. Vengono, quindi, esaminate nel dettaglio sei delle sette componenti ambientali individuate nell allegato A del QCS X, per ciascuna delle quali vengono riportate le informazioni idonee a fornire una descrizione sintetica dello stato quantitativo e qualitativo attuale, con riferimento, ove possibile, al settore industriale. Sulle sei componenti oggetto di analisi non è stato possibile fornire una descrizione omogenea, a causa della carenza di informazioni sistematiche ed aggiornate su alcune di esse ed in particolare rispetto alla loro diretta riconducibilità ai settori economici che insistono sul territorio. Oltre alle citate componenti ambientali, è stata oggetto di analisi anche l adesione a Sistemi di Gestione Ambientali Normati (EMAS, ISO 14001), considerato il frequente utilizzo di tali strumenti come criteri di selezione. Sulla base dell analisi sviluppata nel capitolo viene, infine, proposto Un quadro di sintesi che individua, per ciascuna delle componenti, la criticità prevalente ove possibile dettagliata su base regionale. II

8 La disamina dei risultati delle analisi di cui sopra sarà funzionale all individuazione degli effetti attesi del programma nonché alla individuazione delle disposizioni atte alla mitigazione degli impatti, la cui trattazione viene affrontata nel capitolo 3. Il capitolo 2 del documento, Valutazione del periodo di programmazione precedente, in ottemperanza a quanto prescritto dall art. 41 del Regolamento CE n. 1260/1999, prende in considerazione i risultati delle valutazioni relative ai periodi di programmazione precedenti. Tale valutazione è necessaria essendo la VEA uno strumento che funge da supporto per la decisione e, come tale, deve costantemente tenere in considerazione il grado di conseguimento degli obiettivi al fine di orientare, anche in itinere gli interventi programmati. Il capitolo 3 è dedicato alla Stima degli impatti attesi e alle Disposizioni per l integrazione della componente ambientale nell attuazione degli interventi. In apposita tabella vengono descritti per ogni sottomisura gli effetti ambientali attesi (positivi e negativi), con indicazione dei settori ambientali sui quali gli interventi programmati avranno un impatto notevole, proponendo ulteriori disposizioni utili per una maggiore integrazione della componente ambientale nel PO. Segue l appendice dove viene rappresentato il quadro giuridico di riferimento della normativa comunitaria e nazionale in materia di ambiente. Infine in allegato vengono riportate le tabelle i cui dati vengono commentati nel testo, nonché la principale normativa ambientale di riferimento. I - Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio del 1 febbraio 1993 riguardante un programma comunitario di politica e d azione a favore dell ambiente e di uno sviluppo sostenibile (93/C 138/01) Per uno sviluppo durevole e sostenibile ; - Decisione n. 2197/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 settembre 1998 relativa al riesame del programma comunitario di politica ed azione a favore dell ambiente e di uno sviluppo sostenibile Per uno sviluppo durevole e sostenibile. II - Commissione europea, DG XI Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile. Manuale per la valutazione dei Piani di sviluppo Regionale e dei Programmi dei fondi strutturali dell Unione europea, agosto 1998; - Documento di lavoro 1 - Commissione Europea - Vademecum per i piani e i documenti di programmazione dei Fondi Strutturali; - Documento di lavoro 2, Commissione Europea DG XVI - Valutazione ex ante degli interventi dei Fondi Strutturali; - Documento di lavoro 8, Commissione Europea - La valutazione intermedia degli interventi dei Fondi Strutturali; - Commissione Europea, DG XI - Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell Unione europea. III Ministero dell Ambiente prima dell articolo 35 del D.Lgs n. 300 del 30/07/99. IV Agenzia Nazionale per la Protezione dell Ambiente (ANPA) prima dell articolo 38 del D.Lgs n. 300 del 30/07/99. V - Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio, Agenzia Nazionale per la Protezione dell'ambiente (ANPA). Fondi Strutturali : Linee guida per la valutazione ambientale strategica (VAS), maggio 1999; - Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio -, note di commento per la predisposizione; - Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio, GdL 2 - Indirizzi tecnici e metodologici per la valutazione ambientale dei Programmi Operativi. - Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio - Linee guida VAS dei Fondi Strutturali per Assi del QCS. VI I documenti di riferimento sono: - Il VI programma Comunitario di azione in materia di ambiente. Approvato con Decisione n. 1600/2002/CE, il 22/07/2002 (GUCE L 424, del 10/09/2002); - La Strategia d azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, approvato con Deliberazione CIPE del 02/08/2002. VII Nel caso di specie quello industriale più i servizi. III

9 VIII Integrazione della Valutazione Ex ante Ambientale entro il : indirizzi per la stesura della nuova versione del documento, luglio 2002 IX Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. X Acqua, aria, suolo, rifiuti, ecosistemi naturali, rischio industriale. IV

10 1 ANALISI DELLA SITUAZIONE DI RIFERIMENTO Rispetto all obiettivo di revisione delineato in premessa (ossia un ASA contestualizzata il più possibile sulle pressioni ambientali potenziali riconducibili alle attività economiche), è importante conoscere a monte, le caratteristiche e la natura delle attività economiche prevalenti nel Mezzogiorno. Il quadro economico che verrà di seguito delineato risulterà quindi funzionale all analisi comparativa: criticità ambientali attività economiche prevalenti. 1.1 QUADRO DI SINTESI DELLE ATTIVITA INDUSTRIALI PRE- SENTI NELLE REGIONI OBIETTIVO 1 Nelle Regioni dell Obiettivo 1 rispetto al totale nazionale - è presente il 21% 1 delle unità locali riconducibili al settore industriale (circa unità locali). Da un punto di vista dimensionale il tessuto produttivo, analogamente a quanto si registra su scala nazionale, è caratterizzato dalla presenza di imprese di piccola dimensione (PMI) 2. Infatti, il 99% delle unità locali delle Regioni Obiettivo 1 ha un numero di addetti inferiore a 49, e solo lo 0,6% arriva a 249 addetti. Dalle rappresentazioni grafiche che seguono è possibile rilevare le tipologie di attività industriali presenti nelle 6 Regioni dell Obiettivo 1. L attività prevalente che accomuna le sei Regioni citate - è quella delle Costruzioni (che rappresentano circa il 50% delle attività), seguita dall Industria alimentare (che si attesta sul 12%), dalla Produzione del metallo (circa l 8%) e della Produzione del legno (circa 7%). L ASA, tuttavia, oltre ai settori prevalenti prenderà in considerazione anche le attività industriali che registrano percentuali di presenza inferiori, ma che risultano comunque per loro natura potenzialmente critiche da un punto di vista ambientale. Le attività in questione sono: il Settore conciario (presente in Puglia e Campania); la Fabbricazione della carta (Campania, Puglia, Calabria e Sardegna); la Fabbricazione del coke e raffinerie di petrolio (prevalentemente in Basilicata); la Fabbricazione di prodotti chimici. In allegato A1 vengono riportate le attività industriali presenti in Regione in percentuale inferiore all 1% che, per necessità grafica, sono state raggruppate nella categoria Altro. 1 La Campania è la Regione al primo posto per numero di imprese (64.119), seguita dalla Sicilia (56.751) e dalla Puglia (53.374). Dati Istat, Rif. Raccomandazione 96/280/CE della Commissione del 3 aprile 1996, recepita con i Decreti del Ministero dell Industria, del Commercio e dell Artigianato del 18 settembre 1997 e del 27 ottobre Capitolo 1 5

11 Grafico 1: Tipologie di attività industriali presenti in Basilicata Attività industriali Regione Basilicata Costruzioni 55% Industrie alimentari 11% Produzione metallo 8% Industria del legno 6% Industrie tessili 5% Fabbricazione macchine 2% Altro 3% Fabbricazione della carta 2% Altre industrie manifatturiere 2% Fabbricazione macch. elettr. 3% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 3% Fonte: Istat 1996 Grafico 2: Tipologie di attività industriali presenti in Calabria Attività industriali Regione Calabria Costruzioni 47% Industrie alimentari 16% Altro 2% Produzione di metallo 8% Fabbricazione macchine 1% Fabbricazione carta 3% Fabbricazione macch. Altre industrie elettr. manifatturiere 3% 3% Industrie tessili 4% Industria del legno 8% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 5% Fonte: Istat 1996 Capitolo 1 6

12 Grafico 3: Tipologie di attività industriali presenti in Campania Attività industriali Regione Campania Costruzioni 43% Industrie alimentari 11% Produzione di metallo 9% Altro 2% Fabbricazione articoli in gomma 1% Fabbricazione di macchine 2% Fabbricazione della carta 3% Industrie conciarie 3% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 4% Industrie tessili 8% Industria del legno 6% Fabbricazione macch. elettr. 4% Altre industrie manifatturiere 4% Fonte: Istat 1996 Grafico 4: Tipologie di attività industriali presenti in Puglia Attività industriali Regione Puglia Costruzioni 44% Industrie tessili 11% Industrie alimentari 11% Produzione di metallo 8% Industrie conciarie 2% Industria del legno 6% Fabbricazione macchine 2% Fabbricazione carta 2% Altro 2% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 3% Altre industrie manifatturiere 4% Fabbricazione di macch. elettr. 5% Fonte: Istat 1996 Capitolo 1 7

13 Grafico 5: Tipologie di attività industriali presenti in Sardegna Attività industriali Regione Sardegna Industrie alimentari 11% Costruzioni 53% Industria del legno 8% Produzione di metallo 7% Altro 2% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 4% Estrazione minerali 1% Fonte: Istat 1996 Fabbricazione macchine 2% Fabbricazione della carta 2% Industrie tessili 3% Altre industrie manifatturiere 3% Fabbricazione macch. elettr. 4% Grafico 6: Tipologie di attività industriali presenti in Sicilia Attività industriali Regione Sicilia Costruzioni 47% Industrie alimentari 14% Altro 3% Fabbricazione macchine 2% Industrie tessili 3% Fabbricazione della carta 3% Fonte: Istat 1996 Fabbricazione macch. elettr. 4% Altre industrie manifatturiere 4% Fabbricazione prodotti lavorazione minerali non metalliferi 5% Produzione di metallo 8% Industria del legno 7% Capitolo 1 8

14 1.1.1 Quadro di sintesi dei potenziali impatti ambientali delle attività economiche presenti nelle Regioni Obiettivo 1 Come specificato nella premessa, dopo aver individuato le attività industriali che caratterizzano il tessuto produttivo del Mezzogiorno, si affronta una disamina delle potenziali pressioni ambientali riconducibili alle stesse. Il principale documento di riferimento 3 per tale analisi è stato lo Studio sui potenziali impatti delle attività economiche, realizzato dalla Commissione Tecnico Scientifica del Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio, su richiesta della Direzione Sviluppo Sostenibile. Tale documento è riportato in allegato (allegato A5). Si sottolinea che la valutazione quali-quantitativa degli impatti delle singole attività produttive sui vari comparti ambientali viene considerata in riferimento al contesto in cui è stata elaborata l analisi. In particolare per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, la produzione di rifiuti speciali ed il consumo di energia, la valutazione dell impatto delle attività produttive è stata operata prendendo come riferimento i relativi inventari compilati su base nazionale. I dati contenuti negli inventari si riferiscono a specifiche annualità (rispettivamente: 1992, 1997, 1999) e all intero territorio nazionale e forniscono quindi la situazione reale in termini di impatto per l anno e la configurazione industriale nazionale cui sono riferiti. I dati relativi agli scarichi idrici, invece, essendo riferiti al numero di addetti sono relativi all impatto intrinseco del settore industriale. Il dettaglio che segue va, quindi, affrontato alla luce dell approccio metodologico definito nel citato documento. Costruzioni Il settore (facente parte secondo un concetto allargato delle attività industriali) oltre che nell occupazione di suolo determinata dal prodotto finito, insiste principalmente sulle seguenti componenti ambientali: - Aria. Il settore, responsabile di ,5 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO 4, è uno dei settori maggiormente impattanti sulla componente aria. - Rifiuti speciali. I rifiuti derivanti da attività di costruzione, demolizione e scavo, rappresentano senz altro una frazione importante dei rifiuti speciali prodotti in Italia; secondo una stima dell APAT la produzione del 1999 si aggira intorno ai 24 milioni di t/anno. 3 L analisi si è basata anche sulle informazioni contenute nel documento: Nuovo piano nazionale per lo sviluppo sostenibile settore: industria e commercio (Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio ed ENEA, febbraio 2000). 4 Ossia: anidride solforosa (SO 2 ); ossidi di azoto (NO X ); composti organici volatili non metanici (COVNM); ammoniaca (NH 3 ); monossido di carbonio (CO). Capitolo 1 9

15 Industrie alimentari Questo settore copre un largo spettro di attività, di conseguenza gli impatti possono essere molteplici e notevolmente differenziati tra loro. In linea di massima gli impatti prevalenti interessano le seguenti componenti: - Risorsa idrica. Considerando le quantità di sostanze tossiche scaricate per numero di addetti, il settore è responsabile di kg/1000 addetti su scala annuale. - Aria 5. Il settore è responsabile di ,4 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Tali emissioni sono causate principalmente dall utilizzo di prodotti per la pulizia. In alcuni casi si verifica anche l emissione di polveri (industria dei mangimi per animali, produzione di latte in polvere nell industria casearia). - Rifiuti speciali. Il settore è responsabile della produzione di t/annue. - Energia. Limitatamente al settore agroalimentare, questo incide sul consumo energetico con Mtep/anno 6. Industrie tessili e dell abbigliamento Le pressioni ambientali più rilevanti di questo settore riguardano, in particolare, le seguenti componenti: - Risorsa idrica, sia in termini di prelievi (è significativo il consumo di acqua per le tinture e i lavaggi a cui sono sottoposti i tessuti) che di inquinamento (le acque reflue possono contenere COD, tensioattivi, idrocarburi alogenati, metalli pesanti). Considerando le quantità di sostanze tossiche complessivamente scaricate per numero di addetti, il settore è responsabile di kg/1000 addetti su scala annuale. - Energia, in particolare per la produzione di vapore, in quanto alcuni cicli di lavorazione sono intercalati da fasi di asciugatura o trattamenti termici. Il settore incide sul consumo energetico con Mtep/anno. - Aria. Limitatamente al settore tessile, questo è responsabile di ,2 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Industrie conciarie Gli impatti ambientali principali del comparto conciario interessano le seguenti componenti ambientali: - Risorsa idrica. Il settore è responsabile della produzione di acque reflue ricche di COD, BOD, cromo, solfati, cloruri che devono essere sottoposte a trattamenti chimico-fisici, biolo- 5 Per tutti i settori industriali rappresentati nel paragrafo, gli inquinanti a cui ci si riferisce, sono: ossido di zolfo (SO 2 ), ossidi di azoto (NO X ), composti organici volatili non metanici (COVNM), ammoniaca (NH 3 ) e monossido di carbonio (CO). 6 Dove tep (tonnellata equivalente di petrolio) è un unità di misura che indica l'energia sviluppata dalla combustione di una tonnellata di petrolio. Essendo il potere calorifico del petrolio grezzo pari a kj/kg, un tep equivale a kj. Capitolo 1 10

16 gici e aggiuntivi, nonché della produzione di fanghi di risulta difficili da riciclare per la presenza di cromo. - Aria. Il settore è responsabile di ,7 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Industria del legno Questo comparto produttivo registra gli impatti ambientali principali sulle componenti: - Aria. Il settore è responsabile di ,9 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Consistente anche la produzione di formaldeide, che si genera soprattutto durante le fasi di lavorazione del legno e incollaggio. - Rifiuti speciali. Il settore è responsabile della produzione di 2.238,665 t/annue. Fabbricazione della carta La fabbricazione della carta insiste sulle seguenti componenti: - Risorsa idrica. È un settore idro-esigente in quanto in tutte le fasi del processo di produzione sono richieste grandi quantità di acqua. Le acque reflue sono caratterizzate da piccole quantità di metalli pesanti (meno di 1 kg per addetto per anno) e idrocarburi alogenati (meno di 1 kg per addetto per anno). - Aria. Le emissioni in aria sono caratterizzate principalmente dalla presenza di COV e idrocarburi alogenati. - Energia. Il processo produttivo richiede l impiego di grandi quantità di energia per alimentare i macchinari e il vapore per asciugare la carta. Il settore incide sul consumo energetico con Mtep/anno. Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari Gli aspetti ambientali di maggiore rilievo del settore riguardano le componenti: - Aria. Le raffinerie, in particolare, sono un importante sorgente di idrocarburi in aria (più di 1000 kg per addetto per anno). Più in generale il settore è responsabile di ,8 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. - Risorsa idrica. Le emissioni in acqua contengono idrocarburi ( kg per addetto per anno), metalli pesanti (meno di 1 kg per addetto per anno) e fosforo (1 10 kg per addetto per anno). Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo Questo settore coinvolge numerose componenti ambientali, in particolare: - Aria. Il settore è responsabile di ,9 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Consistenti le emissioni di metalli pesanti, strettamente cor- Capitolo 1 11

17 relate a quelle di polveri. Importante anche l emissione di idrocarburi alogenati e sostanze organiche volatili. - Risorsa idrica. L emissione in acqua di metalli pesanti è nell ordine di meno 1 kg per addetto per anno. - Rifiuti speciali e speciali pericolosi. Rispetto ad entrambe le componenti il settore insiste pesantemente sulla produzione annua. Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche Gli impatti ambientali del settore riguardano principalmente la componente aria. Il settore è responsabile di ,0 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. Gli inquinanti principali sono soprattutto: COV ( kg per addetto per anno) e i- drocarburi alogenati ( kg per addetto per anno). Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Questo settore, che comprende un elevato numero di attività, registra effetti ambientali negativi sulle componenti: - Aria. Il settore è responsabile di ,3 tonnellate annue di emissione degli inquinanti SO 2, NO X, COVNM, NH 3, CO. In particolare idrocarburi e polveri. Consistente anche la presenza di floruri ( kg per addetto per anno). - Risorsa idrica. Considerando le quantità di sostanze tossiche scaricate per numero di addetti, il settore è responsabile di 384 kg/1000 addetti su scala annuale. - Rifiuti speciali. Il settore è responsabile della produzione di t/annue Analisi degli investimenti delle imprese per la protezione dell ambiente. Alla luce della disamina (affrontata nel paragrafo 1.1.1) dei potenziali impatti ambientali riconducibili alle attività industriali prevalenti nelle Regioni Obiettivo 1, nel presente paragrafo analizziamo, usufruendo di un recente lavoro dell Istat 7, l ammontare delle spese sostenute su base nazionale dalle stesse attività industriali per la protezione dell ambiente 8 con riferimento 7 Istat Spese delle imprese per la protezione dell'ambiente, 20 novembre Si tratta della prima raccolta di dati sulle spese delle imprese coerente con gli schemi europei di contabilità ambientale, in particolare, del conto satellite delle spese per la protezione dell ambiente EPEA (Enviromental Protection Expenditure Account) parte del sistema europeo di conti satellite SE- RIEE (Système Européen de Rassemblement de l Information Economique sur l Environnement). 8 La definizione di riferimento è quella del manuale del SERIEE (Eurostat, SERIEE 1994 Version): Spese per attività e azioni di prevenzione dei fenomeni di inquinamento e degrado ambientale, nonché di ripristino della qualità dell ambiente. Si tratta delle spese correnti e/o di investimento che abbiano come scopo principale uno o più dei seguenti: raccolta, trattamento, prevenzione, riduzione, eliminazione e monitoraggio dell inquinamento nonché di ogni altra forma di degrado ambientale. Sono escluse le spese sostenute per limitare l utilizzo delle risorse naturali (ad esempio il risparmio energetico); come anche le spese per attività che, pur esercitando un impatto favorevole sull ambiente, sono effettuate per perseguire altri scopi principali, quali ad esempio igiene e sicurezza dell ambiente di lavoro. Capitolo 1 12

18 all anno L indagine Istat prende in considerazione: - gli investimenti in impianti di tipo end of pipe 9 ; - le spese correnti 10 ; - gli investimenti in impianti integrati 11. Ai fini del presente documento, l analisi focalizzerà l attenzione sugli investimenti in impianti di tipo end of pipe e le spese correnti in quanto, diversamente dal caso degli investimenti in impianti integrati, l indagine Istat fornisce dati relativi all ammontare della spesa per la protezione dell ambiente disaggregati per settore ambientale di intervento, classe di addetti e attività economica. Rispetto ai settori ambientali rilevati dall Istat, verificheremo: la protezione dell aria; la gestione delle acque reflue; la gestione dei rifiuti; la protezione del suolo e delle acque di falda 12. Rispetto alle classi di addetti analizzate dal documento in parola 13, alla luce delle carat- 9 In base alle definizioni contenute nel documento in esame: - Investimenti in impianti e attrezzature per il controllo e l abbattimento dell inquinamento (detti anche interventi a valle dell impianto, o di tipo end-of-pipe, o di fine ciclo ): si tratta di tutte le apparecchiature, installazioni o dispositivi per il controllo e l abbattimento dell inquinamento che sono aggiuntivi e separatamente identificabili rispetto alle attrezzature e agli impianti produttivi. Si tratta, ad esempio, di: filtri per il trattamento dei reflui gassosi; reti di raccolta e convogliamento dei reflui; aree di stoccaggio, bacini di contenimento, reti di drenaggio per evitare o trattare sversamenti accidentali di rifiuti, materie prime e reflui liquidi che possono contaminare il suolo e/o le falde; impianti e attrezzature per lo stoccaggio ed il trasporto dei rifiuti; In base alle definizioni contenute nel documento in esame: Spese correnti per attività di protezione dell ambiente: comprendono le spese per attività di protezione dell ambiente svolte in proprio (ad esempio: pagamento delle giornate-uomo dedicate ad attività di protezione ambientale quali gestione e manutenzione di impianti e attrezzature per la protezione dell ambiente, attività amministrative, formative e di ricerca legate alla protezione ambientale; spese connesse ad attrezzature ed impianti per la protezione ambientale quali pagamento delle rate di noleggio o affitto o leasing, consumo di beni e servizi intermedi necessari a funzionamento, riparazione e manutenzione ordinaria, brevetti e licenze; spese per l acquisto dei seguenti beni: contenitori e buste per rifiuti, contenitori per il compost, combustibili senza zolfo, marmitte catalitiche, altre misure di adattamento dei veicoli legate all applicazione della legislazione ambientale) e le spese per servizi di protezione dell ambiente acquistati dall esterno (ad esempio: servizi di smaltimento; servizi di monitoraggio ambientale; servizi di consulenza per la gestione delle problematiche ambientali, per la progettazione di impianti di protezione ambientale;...). 11 Ossia, in base alle definizioni contenute nel documento in esame: tutte le apparecchiature, installazioni o dispositivi a ridotto impatto ambientale che costituiscono parte integrante delle attrezzature e degli impianti produttivi e che quindi non sono identificabili separatamente da questi ultimi. Diversamente dalle due voci di spesa precedenti, con riferimento agli impianti integrati l Istat non ha rilevato l ammontare delle spese di investimento sostenute dalle imprese, tenendo conto anche in base alle esperienze realizzate in altri paesi della notevole difficoltà che incontrano le imprese nel quantificare il valore di tali investimenti. 12 La classificazione delle spese per la protezione dell ambiente fa riferimento alla classificazione CEPA1994 (Classification of Environmental Protection Activities). Le spese di interesse per il presente documento sono: - Protezione dell aria e del clima. Tutte le attività e le azioni finalizzate alla diminuzione della produzione di sostanze inquinanti per l aria e alla riduzione delle emissioni e della concentrazione di sostanze inquinanti nell aria una volta prodotte: prevenzione dell inquinamento attraverso modifiche dei processi produttivi; trattamento dei gas di scarico attraverso tecnologie di tipo end-of-pipe; monitoraggio e controllo del livello di concentrazione di sostanze inquinanti nei gas di scarico, della qualità dell aria, della fascia di ozono, delle emissioni di gas ad effetto serra e, più in generale, delle diverse caratteristiche dell aria; attività e azioni di regolamentazione ed amministrazione esclusivamente finalizzate alla protezione dell aria e del clima. Sono escluse le attività e le azioni finalizzate al risparmio energetico o al risparmio di altre risorse naturali. - Gestione delle acque reflue. Tutte le attività e le azioni finalizzate alla prevenzione dell inquinamento delle acque superficiali e alla raccolta e al trattamento delle acque reflue: prevenzione dell inquinamento delle acque attraverso modifiche dei processi produttivi; reti fognarie; depurazione delle acque reflue e trattamento dei fanghi prodotti a se- Capitolo 1 13

19 teristiche dimensionali delle attività economiche del Mezzogiorno (99% delle unità locali presenti nelle Regioni Obiettivo 1 ha un numero di addetti inferiore a 49), focalizzeremo l analisi sulla Classe di addetti che va da 20 a 99. Infine le attività economiche che prenderemo in esame saranno quelle evidenziate nel paragrafo 1.1, in quanto attività prevalenti nel territorio del Mezzogiorno, ad eccezione del settore delle Costruzioni che nel documento Istat, esaminato, viene classificato nella voce altro, insieme a diverse attività economiche. Sulla base dell impostazione sopra rappresentata si rileva quanto segue. Relativamente agli investimenti in impianti di tipo end of pipe dalla Tabella 1 è possibile estrapolare la seguente classifica (dati in migliaia di eurolire): 1 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo (DJ) ,40 2 Industrie alimentari (DA) ,11 3 Industrie tessili e dell abbigliamento (DB) ,32 4 Industria del legno e dei prodotti in legno (DD) ,50 5 Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (DI) 7.962,74 6 Fabbricazione della pasta carta, della carta e prodotti della carta (DE) 7.436,60 7 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (DH) 5.939,76 8 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti di cuoio (DC) 3.183,00 9 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio (DF) 479,68 guito della depurazione; trattamento delle acque di raffreddamento; monitoraggio e controllo della qualità delle acque marine e delle acque interne di superficie; attività e azioni di regolamentazione ed amministrazione esclusivamente finalizzate alla gestione delle acque reflue. Sono escluse le attività e le azioni finalizzate alla protezione delle acque sotterranee (incluse nella classe 4) e quelle finalizzate al recupero e ripristino dei corpi idrici (incluse nella classe 6). - Gestione dei rifiuti. Tutte le attività e le azioni finalizzate a prevenire la generazione di qualunque tipo di rifiuti, così come le attività di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento di ogni tipo di rifiuti: prevenzione della produzione dei rifiuti attraverso modifiche dei processi produttivi; raccolta e trasporto dei rifiuti (ivi inclusi la raccolta e il trasporto differenziati); trattamento e smaltimento dei rifiuti (pericolosi e non pericolosi); monitoraggio e controllo della quantità e della qualità dei rifiuti prodotti; attività e azioni di regolamentazione ed amministrazione esclusivamente finalizzate alla gestione dei rifiuti. Sono escluse le attività e le azioni finalizzate al risparmio di materiali e di materie prime (ad esempio le attività attraverso cui si producono beni riciclando materiali e materie prime) e quelle finalizzate alla bonifica di siti in cui sono stati rilasciati particolari rifiuti, di siti che ospitavano in passato discariche, di siti in cui si trovano discariche abusive, ecc. (incluse nella classe 4). - Protezione del suolo e delle acque del sottosuolo. Tutte le attività e le azioni finalizzate alla prevenzione e alla riduzione dell inquinamento del suolo e delle acque del sottosuolo, nonché, in alcuni casi, alla difesa del suolo da altre forme di degrado connesse all erosione e all alterazione dell assetto idrogeologico e della copertura vegetale del suolo: prevenzione dell infiltrazione di sostanze inquinanti; decontaminazione del suolo e purificazione delle acque del sottosuolo; difesa del suolo da forme di degrado connesse all erosione e alla alterazione dell assetto idrogeologico e della copertura vegetale del suolo nei casi in cui non sono effettuate a fini economici e purché non svolte all interno di aree naturali protette o in relazione ad aree naturali protette; monitoraggio e controllo dei livelli di inquinamento del suolo e delle acque di falda, ivi inclusi inventari dei siti contaminati, mappatura delle aree inquinate, realizzazione di carte relative all assetto idrogeologico o alla copertura vegetale del suolo, ecc.; attività e azioni di regolamentazione ed amministrazione esclusivamente finalizzate ad ambiti di intervento inclusi in questa classe. Sono escluse: le attività e le azioni finalizzate alla difesa del suolo da forme di degrado connesse all erosione e alla alterazione dell assetto idrogeologico e della copertura vegetale del suolo nei casi in cui sono effettuate per scopi e- conomici (es.: agricoltura) e nei casi in cui, pur essendo effettuate a fini di protezione dell ambiente, vengono svolte all interno di aree naturali protette o in relazione ad aree naturali protette (incluse nella classe 6); quelle di recupero delle cave e delle miniere abbandonate finalizzate al ripristino del paesaggio danneggiato (incluse nella classe 6). 13 Le classi analizzate sono: da 20 a 99 addetti; da 100 a 249 addetti e da 250 ed oltre addetti. Capitolo 1 14

20 Tabella 1: Investimenti in impianti ed attrezzature per il controllo e l'abbattimento dell'inquinamento (o di fine ciclo ) effettuati dalle imprese con almeno 20 addetti, per classe di addetti e attività economica - Anno 1997 (migliaia di eurolire) Classi di addetti Attività Economiche (*) ed oltre TOTALE C. ESTRAZIONE DI MINERALI 4.870,49 74,37 210, ,63 D. ATTIVITA' MANIFATTURIERE , , , ,12 DA. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco , , , ,85 DB. Industrie tessili e dell'abbigliamento , , , ,99 DC. Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari 3.183, ,17 17, ,00 DD. Industria del legno e dei prodotti in legno , ,14 435, ,24 DE. Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DF. Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari DG. Fabbricazione di prodotti chimici e di prodotti chimici artificiali DH. Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DI. Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DJ. Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DK. Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, compresi l'installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione DL. Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 7.436, , , ,67 479, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,23 DM. Fabbricazione di mezzi di trasporto 4.466, , , ,29 DN. Altre industrie manifatturiere 5.664, ,63 512, ,19 E. PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENER- GIA ELETTRICA, GAS E ACQUA I. TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMU- NICAZIONI 8.311, , , , ,61 147, , ,07 ALTRO (**) , , , ,12 TOTALE , , , ,26 Fonte: Istat. (*) Sono escluse le imprese che svolgono a titolo principale attività di "Smaltimento dei rifiuti solidi" (categoria 90001), "Smaltimento e depurazione delle acque di scarico ed attività affini" (categoria 90002), "Recupero e preparazione per il riciclaggio" (divisione 37). (**) Tale voce comprende le seguenti sezioni: costruzioni (F), commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa (G); alberghi e ristoranti (H); intermediazione monetaria e finanziaria (J); attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K); altri servizi pubblici, sociali e personali (O). Considerando le spese di investimento realizzate, nell ambito delle stesse attività industriali, dalle unità appartenenti alle classe di addetti più ampie, lo scostamento più consistente che si registra riguarda il settore Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, il quale dal 9 posto re- Capitolo 1 15

21 gistrato nella classe dimensionale addetti, passa al 1 posto nella classe dimensionale 250 ed oltre. Passando all analisi degli investimenti delle stesse attività industriali, questa volta ripartite per settore ambientale (Tabella 2) si rileva che la distribuzione degli investimenti rispecchia sostanzialmente quelli che sono gli impatti ambientali prevalenti intrinseci alle medesime attività e rilevati nel paragrafo In linea generale gli investimenti più consistenti sono stati destinati al settore ambientale aria e clima, seguiti dal settore gestione delle acque reflue. Scostamenti interessanti si segnalano nell attività Industria del legno e dei prodotti in legno, per la quale si registrano forti investimenti per il settore del rumore e investimenti minori per quello dei rifiuti solidi (la cui voce contempla sia i rifiuti urbani che speciali) che, in base all analisi effettuata nel paragrafo 1.1.1, risulta essere un significativo elemento di pressione ambientale riconducibile all attività. Relativamente alla gestione della risorsa idrica è interessante rilevare come ad un forte impegno finanziario delle attività industriali in parola, rispetto alla gestione delle acque reflue, non corrisponda un adeguato impegno sugli investimenti rivolti al settore del suolo ed acque di falda. Tabella 2: Investimenti in impianti ed attrezzature per il controllo e l'abbattimento dell'inquinamento (o di fine ciclo ) effettuati dalle imprese con almeno 20 addetti, per settore ambientale e attività economica - Anno 1997 (migliaia di eurolire) Attività Economiche (*) C. ESTRAZIONE DI MINERA- LI D. ATTIVITA' MANIFATTU- RIERE DA. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DB. Industrie tessili e dell'abbigliamento DC. Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari DD. Industria del legno e dei prodotti in legno DE. Fabbricazione della pastacarta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DF. Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari DG. Fabbricazione di prodotti chimici e di prodotti chimici artificiali DH. Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche Aria e clima Gestione delle acque reflue Settori ambientali Suolo ed acque di falda Rifiuti solidi Rumore Natura e paesaggio TOTALE 1.384,24 584, ,94 668,97 196,57 829, , , , , , , , , , , , , ,77 735, , , ,92 127, , ,18 544, , , ,31 4,64 533,40 237,14 48, , ,60 292,41 0,00 202,39 756,05 10, , , ,68 528,07 893, ,99 42, , , , , ,96 211,10 527, , , , , , , , , , ,67 259, , ,48 225, ,73 DI. Fabbricazione di prodotti , ,38 803, , , , ,90 Capitolo 1 16

22 della lavorazione di minerali non metalliferi DJ. Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DK. Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, compresi l'installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione DL. Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche DM. Fabbricazione di mezzi di trasporto DN. Altre industrie manifatturiere E. PRODUZIONE E DISTRI- BUZIONE DI ENERGIA E- LETTRICA, GAS E ACQUA I. TRASPORTI, MAGAZZI- NAGGIO E COMUNICAZIONI , , , , ,06 559, , , ,88 626, , ,36 609, , , , ,09 944,31 872,80 267, , , , , , ,54 355, , ,89 535,71 6,10 446, ,95 21, , , , , , ,11 265, , ,24 890, ,44 95, ,40 20, ,07 ALTRO (**) , , , , , , ,12 TOTALE , , , , , , ,26 Fonte: Istat. (*) Sono escluse le imprese che svolgono a titolo principale attività di "Smaltimento dei rifiuti solidi" (categoria 90001), "Smaltimento e depurazione delle acque di scarico ed attività affini" (categoria 90002), "Recupero e preparazione per il riciclaggio" (divisione 37). (**) Tale voce comprende le seguenti sezioni: costruzioni (F), commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa (G); alberghi e ristoranti (H); intermediazione monetaria e finanziaria (J); attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K); altri servizi pubblici, sociali e personali (O). Passando all analisi delle spese correnti (Tabella 3) è interessante verificare una sostanziale variazione della classifica (dati in migliaia di eurolire): 1 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti di cuoio (DC) ,69 2 Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (DI) ,16 3 Industrie tessili e dell abbigliamento (DB) ,45 4 Industrie alimentari (DA) ,12 5 Fabbricazione della pasta carta, della carta e prodotti della carta (DE) ,00 6 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo (DJ) 7.035,12 7 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (DH) 5.256,23 8 Industria del legno e dei prodotti in legno (DD) 1.470,20 9 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio (DF) 400,58 Tabella 3: Spese correnti per lo svolgimento di attività di protezione dell ambiente in proprio o per l acquisto da terzi di servizi di protezione dell ambiente sostenute dalle imprese con almeno 20 addetti, per classe di addetti e attività economica - Anno 1997 (migliaia di eurolire) Attività Economiche (*) Classi di addetti TOTALE Capitolo 1 17

23 ed oltre C. ESTRAZIONE DI MINERALI 3.325,35 136,70 842, ,14 D. ATTIVITA' MANIFATTURIERE , , , ,35 DA. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco , , , ,13 DB. Industrie tessili e dell'abbigliamento , , , ,00 DC. Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari , ,79 561, ,91 DD. Industria del legno e dei prodotti in legno 1.470,20 291,26 140, ,90 DE. Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DF. Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari DG. Fabbricazione di prodotti chimici e di prodotti chimici artificiali DH. Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DI. Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DJ. Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DK. Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, compresi l'installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione DL. Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche , , , ,27 400, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,06 DM. Fabbricazione di mezzi di trasporto 1.159, , , ,58 DN. Altre industrie manifatturiere 3.698, , , ,60 E. PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENER- GIA ELETTRICA, GAS E ACQUA I. TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMU- NICAZIONI , , , , , , , ,50 ALTRO (**) , , , ,14 TOTALE , , , ,51 Fonte: Istat. (*) Sono escluse le imprese che svolgono a titolo principale attività di "Smaltimento dei rifiuti solidi" (categoria 90001), "Smaltimento e depurazione delle acque di scarico ed attività affini" (categoria 90002), "Recupero e preparazione per il riciclaggio" (divisione 37). (**) Tale voce comprende le seguenti sezioni: costruzioni (F), commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa (G); alberghi e ristoranti (H); intermediazione monetaria e finanziaria (J); attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K); altri servizi pubblici, sociali e personali (O). Anche in questo caso, considerando le spese sostenute nell ambito delle stesse attività industriali dalle unità appartenenti alle classe di addetti più ampie, lo scostamento più consistente si registra sempre (come nel caso degli investimenti in impianti di tipo end of pipe ) nel settore Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, che dal 9 posto registrato nella classe dimensionale addetti, passa al 1 posto nella classe dimensionale 250 ed oltre. Analogo scostamento, ma questa volta nel senso opposto, si registra per le Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti di cuoio, in questo caso però l aspetto dimensionale dell impresa è inversamente proporzionale Capitolo 1 18

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