PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura MISURA 2. Progetto

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1 PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura MISURA 2 COMUNITA' EUROPEA Fondo europeo di orientamento e garanzia per l'agricoltura Ministero per le Politiche Agricole e Forestali Progetto STRUMENTI PER LA PROGETTAZIONE DI POLITICHE PER LO SVILUPPO DEI SISTEMI AGRICOLI LOCALI DI CALABRIA E PUGLIA Documenti e materiali per la divulgazione dei risultati LE POSSIBILI MODIFICHE DI SCENARIO DELLA PAC A MEDIO TERMINE Dipartimento di ECONOMIA e STATISTICA ARCAVACATA DI RENDE, Gennaio Istituto Nazionale di Economia Agraria

2 LE POSSIBILI MODIFICHE DI SCENARIO DELLA PAC A MEDIO TERMINE 1. Introduzione Questo documento presenta gli scenari per le politiche agricole utilizzati nelle simulazioni realizzate nell ambito dell azione 4B del Progetto. Esso è basato (a) sui risultati del workshop organizzato dal Dipartimento di Economia e Statistica dell Università degli studi della Calabria e dall Osservatorio sulle Politiche Agricole dell UE dell INEA sul tema del futuro a medio termine della Politica Agricola Comunitaria (PAC) (Roma, 20 e 21 Dicembre 2000), e (b) sui risultati della discussione sugli esiti di quel workshop che ha visto impegnati i ricercatori impegnati nel Progetto. Al workshop hanno preso parte: Giovanni Anania, Anna Carbone, Antonio Cioffi, Piero Conforti, Crescenzo Dell Acquila, Fabrizio De Filippis, Gabriele Dono, Roberto Henke, Marina Mastrostefano, Maria Rosaria Pupo D Andrea, Luca Salvatici, Roberta Sardone, Paolo Sckokai, Margherita Scoppola, Beatrice Velazquez e Marco Zuppiroli. La responsabilità di questo documento, peraltro, è esclusivamente dei ricercatori del Dipartimento di Economia e Statistica dell Università della Calabria e non impegna in alcun modo l opinione degli altri partecipanti al workshop. 2. Gli scenari di riferimento Obiettivo del documento è definire gli elementi principali di un ipotetico scenario delle politiche agricole di qui a qualche anno, tenendo conto dei possibili esiti del processo di riforma della Politiche Agricole Comune in corso, dell allargamento dell Unione Europea ai Paesi dell Europa Centrale ed Orientale (PECO) e dell esito del negoziato agricolo nell ambito dell Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Più specificamente, obiettivo del lavoro è l individuazione di un insieme di prezzi e di aiuti diretti alle imprese da utilizzare nelle simulazioni degli effetti dei cambiamenti nelle politiche sui Sistemi Agricoli Rappresentativi (SAR) definiti nell azione 1 del Progetto. Sono stati definiti due scenari alternativi, uno di riforma moderata delle politiche dell UE, l altro di riforma radicale, entrambi relativi all anno Le ipotesi di natura generale comuni ai due scenari sono le seguenti: (a) si avrà un allargamento dell UE ad un numero non trascurabile di Paesi dell Europa Centrale ed Orientale, compresi alcuni di quelli di maggiori dimensioni (quali, ad esempio, la Polonia e l Ungheria); (b) il negoziato agricolo in corso nell Organizzazione Mondiale del Commercio si concluderà con un accordo compatibile con le scelte di riforma delle sue politiche agricole che l Unione Europea avrà già preso (o deciso di prendere) autonomamente. Verrà cancellata la scatola blu (cioè sparirà l esenzione dagli obblighi di riduzione del sostegno interno di quello legato ai pagamenti diretti alle imprese per seminativi e carni introdotti con la riforma della PAC del 1992 e confermati con Agenda 2000), ma la scatola verde (quella che idealmente contiene le politiche esenti dagli obblighi di riduzione del sostegno interno perché ritenute non distorsive, o assai poco distorsive, degli scambi internazionali) verrà allargata in modo da contenere i 2

3 pagamenti diretti alle aziende agricole dell Unione Europea in vigore nel 2007 (quindi anche quelli previsti a quella data per le aziende produttrici di latte). Tali pagamenti saranno probabilmente diversi da quelli attuali: a seconda dei prodotti, saranno più disaccoppiati, condizionati al soddisfacimento di vincoli legati all impatto ambientale dell attività produttiva (cross compliance ambientale), o legati alla produzione di beni e servizi diversi da quelli agricoli, valorizzando il ruolo multifunzionale delle aziende. (c) Il tasso di cambio /$ sarà non lontano dalla parità. Per ciascuna Organizzazione Comune di Mercato (OCM) sono stati considerati due scenari: uno più conservativo, di riforma moderata, che vede una significativa, ma contenuta, riduzione del sostegno alle aziende, in una logica di riforma graduale delle politiche comunitarie a piccoli passi ; l altro, di riforma radicale della PAC, risultato del prevalere all interno dell Unione Europea delle forze che premono per una decisa riduzione della spesa agricola (spostando le risorse che si rendono libere verso altre politiche) e del sostegno accordato agli agricoltori. Scenario di riforma moderata delle politiche L ipotesi è che in questo caso prevalga la logica della riforma a piccoli passi (gradualismo congiunturale) della PAC. Una riforma che, nel quadro dei mutati vincoli (la necessità di realizzare l allargamento ai PECO; la necessità di fare i conti con i vincoli di bilancio), tende (a) a conservare quanto più è possibile un forte sostegno per i produttori agricoli e (b) a determinare una distribuzione dei costi e dei benefici della PAC (tra i prodotti, tra i paesi e tra le diverse realtà aziendali) non molto dissimile da quella attuale. Il cambiamento delle politiche, sia pure graduale, prevede comunque un certo riorientamento al mercato delle stesse. Le singole Organizzazioni Comuni di Mercato vengono modificate anche come risultato di decisioni dettate da motivazioni interne, quali la sostenibilità delle politiche in termini di spesa e/o in termini di accettabilità sociale dei loro effetti. Il mantenimento dei pagamenti diretti alle aziende agricole è garantito dal fatto che il relativo onere finanziario ricade ora in parte sui bilanci nazionali. Si ipotizza che ad eventuali riduzioni dei prezzi istituzionali e di mercato, o non corrisponda alcuna compensazione, o, così come si è avuto con Agenda 2000 per il grano, corrisponda un aumento dei pagamenti diretti in grado di compensare solo parzialmente la riduzione dei ricavi e dei redditi delle aziende. L accordo agricolo alla conclusione del negoziato nell OMC prevede: (a) una riduzione significativa delle esportazioni sussidiate (dell ordine di un ulteriore 21%) e della spesa in sussidi all esportazione (-36%); (b) una riduzione significativa delle tariffe all importazione ed un aumento delle quote di importazione a tariffa ridotta (Tariff Rate Quotas, TRQs); e 3

4 (c) vincoli nell area del sostegno interno che non determinano alcuna significativa esigenza di ulteriore modifica delle politiche comunitarie oltre a quelle eventualmente decise autonomamente. Scenario di riforma radicale delle politiche In questo caso l ipotesi è che prevalgano nell UE le forze che premono per un deciso riorientamento al mercato della PAC, con una decisa riduzione della spesa agricola e del livello di protezione e di sostegno accordato ai produttori (soprattutto di quelli che oggi di più beneficiano dalla PAC). Tale riforma verrebbe comunque realizzata progressivamente nell arco di un certo numero di anni. In questo quadro, l allargamento ai PECO ed i vincoli imposti dall accordo nell OMC verrebbero utilizzati quali motivazioni esterne per giustificare il progressivo smantellamento dell attuale PAC. Anche in questo caso le politiche previste da ciascuna OCM vengono modificate anche come risultato di decisioni dettate dalla motivazione di aumentarne la giustificazione in un quadro di obiettivi e vincoli nuovi, definiti sulla base di una valutazione delle nuove domande che all agricoltura vengono dalla società (cioè con riferimento ad obiettivi e vincoli che non sono solo quelli del settore agricolo). I pagamenti compensativi diventano degressivi nel tempo, sono co-finanziati dai bilanci nazionali e pagati soltanto nei paesi membri dell UE nel 2003 (quelli attuali). Si adotta l ipotesi che tali pagamenti siano destinati a scomparire progressivamente nei dieci anni tra il 2003 ed il In questo caso l accordo OMC prevede: (a) l eliminazione dei sussidi all esportazione; (b) una riduzione significativa delle tariffe all importazione ed un aumento delle quote di importazione a tariffa ridotta (TRQs); e (c) vincoli nell area del sostegno interno che non determinano alcuna significativa esigenza di ulteriore modifica delle politiche comunitarie oltre a quelle decise autonomamente. Vediamo ora le ipotesi fatte per ciascuna Organizzazione Comune di Mercato nelle due ipotesi estreme, di riforma moderata e di riforma radicale della PAC. 3. Gli scenari specifici per le principali Organizzazioni Comuni di Mercato nelle due ipotesi 3.1 Seminativi Scenario di riforma moderata Nello scenario moderato si prevede una riduzione del 10% del prezzo di intervento per i cereali. 4

5 I pagamenti compensativi diretti alle aziende per ettaro di superficie sono quelli previsti a regime da Agenda L aumento di spesa, associato all incremento dei pagamenti per superficie e all ingresso dei PECO, viene sostenuto ricorrendo in tutto o in parte a risorse nazionali. La riduzione del prezzo d intervento permette un riorientamento al mercato : i prezzi interni divengono non lontani da quelli sul mercato mondiale. Ciò rende il set aside obbligatorio non più giustificabile, per cui si ipotizza che esso venga cancellato. L abolizione della differenziazione delle rese e l unificazione dei pagamenti (tranne che per il grano duro) a quelli per i cereali, con la sparizione della differenziazione per le piante proteiche, determina un maggiore disaccoppiamento degli aiuti, sebbene permanga l obbligo di semina. La riduzione del prezzo d intervento comporta anche una riduzione della protezione effettiva del mercato interno dalle importazioni. L accordo tra UE e USA noto come accordo di Blair House, infatti, ha stabilito che il prezzo d entrata dei cereali nell UE, vale a dire il prezzo d importazione aumentato della tariffa, non possa superare il 155% del prezzo d intervento. Gli equilibri tra mercato interno e mercato internazionale sono ora legati ai rapporto di mercato fra il prezzo di mercato interno e il prezzo internazionale. Ci si può aspettare conseguenze positive per il frumento, che può essere esportato con maggiore facilità (il suo prezzo interno coincide o è assai prossimo a quello mondiale); per i cereali foraggieri, invece, potrebbe verificarsi uno spiazzamento di una quota di mercato a beneficio del frumento tenero negli impieghi per l alimentazione animale. Nessun problema, invece, sarebbe associato all aumento delle TRQs previsto dall accordo OMC ed alla riduzione dei sussidi all esportazione: la riduzione del prezzo d intervento, determinando una riduzione del prezzo sul mercato interno, rende, infatti, i sussidi all esportazione non più necessari, se non, probabilmente, per i cereali foraggieri (orzo). Come risultato di tutto ciò, si ipotizza che il prezzo del frumento tenero e quello del frumento duro rimangano invariati, mentre quelli dei cereali foraggieri subiscono una flessione del 5% Scenario di riforma radicale Nello scenario di riforma radicale si ipotizza l eliminazione dei prezzi di intervento. I pagamenti diretti compensativi agli agricoltori sono ora totalmente disaccoppiati (in quanto, sempre associati alle superfici destinate in un certo anno base a ciascuna coltura, ma non più legati all obbligo di produrre), e più bassi del 40% rispetto a quelli previsti da Agenda 2000 a regime. La riduzione del 40% deriva dall ipotesi di una riduzione degli aiuti del 10% all anno a partire dal 2004, in modo da pervenire alla loro scomparsa nel Anche in questo caso si ipotizza l abolizione della differenziazione delle rese e l unificazione dei pagamenti (tranne che per il grano duro) a quelli per i cereali, con la sparizione della differenziazione per le piante proteiche. Il mantenimento dell aiuto supplementare per le superfici (storiche) a grano duro è giustificato sulla base di garantire un sostegno specifico ad aziende collocate in aree particolarmente svantaggiate. 5

6 In questo scenario si ipotizza la cancellazione non solo del set aside obbligatorio, ma anche di quello volontario. L eliminazione del prezzo d intervento determina la caduta del vincolo di Blair House sulla preferenza comunitaria massima possibile (un prezzo d entrata non superiore al 155% del prezzo d intervento), determinando il ritorno ad un vincolo sulla tassazione delle importazioni dato dalla tariffa massima applicabile stabilita in sede OMC, che è più alta di quelle applicate sotto il vincolo di Blair House nel regime precedente. Non ci si attendono particolari problemi dall eliminazione dei sussidi alle esportazioni. L ipotesi è che tutto ciò determini prezzi di mercato del frumento tenero e del frumento duro invariati rispetto allo scenario base, mentre quelli dei cereali foraggieri subiscono una flessione del 5%. 3.2 Prodotti lattiero-caseari Scenario di riforma moderata La riforma prevista da Agenda 2000 per questo comparto appare incompatibile con il rispetto dei vincoli internazionali che si ipotizza deriveranno dal nuovo accordo OMC sulle politiche commerciali (eliminazione della scatola blu, ulteriore riduzione delle esportazioni sussidiate del 21%), a meno di non prevedere una crescita significativa della spesa di bilancio comunitaria. E per questa ragione che, pur in uno scenario di riforma moderata si ipotizza una riduzione dei prezzi di intervento dei prodotti lattiero-caseari del 20% rispetto a quelli del periodo base, piuttosto che del 15% previsto nel 1999 con Agenda Ciò consente una maggiore riduzione dei prezzi di mercato interni rispetto a quella che si avrebbe con la riforma prevista da Agenda 2000: tale riduzione permette il rispetto dei vincoli OMC sulle esportazioni sussidiate pur in presenza di un aumento consistente delle quote all importazione a tariffa ridotta (TRQs), che nel caso dei prodotti lattiero-caseari sono particolarmente rilevanti. I prezzi interni si mantengono però al di sopra di quelli mondiali; questi, dato il peso dell UE nel mercato internazionale, crescono, contribuendo per questa via anch essi alla riduzione della forbice tra i prezzi interni e quelli internazionali. L ipotesi è che le quote di produzione ed i pagamenti compensativi siano quelli previsti da Agenda 2000 e che l attribuzione delle quote nei PECO impedisca in questi paesi un aumento della produzione rispetto a quella nel periodo base. L ipotesi che le quote di produzione vengano mantenute anche nel 2007 poggia su tre giustificazioni: la riduzione dei prezzi di intervento ipotizzata è comunque contenuta, e probabilmente insufficiente a scongiurare una forte crescita della produzione in assenza di quote; la conservazione delle quote appare necessaria per controllare la possibile forte crescita della produzione nei PECO, specialmente in quelli, come la Polonia, in cui il prezzo interno è oggi molto inferiore a quello dell UE; la forte opposizione all abolizione delle quote che sembra prevalere ancora oggi nell UE. L effetto ipotizzato di tutto ciò sul prezzo interno di mercato per il latte commestibile è una riduzione del 5%. I prezzi dei formaggi non scendono però assieme al prezzo del latte, ma restano, 6

7 invece, invariati; ciò grazie alla competitività di mercato dei formaggi, legata alla tipicità ed alla differenziazione tra i prodotti Scenario di riforma radicale Questo scenario prevede che, già prima del 2007, si abbia una radicale revisione di quanto deciso con Agenda 2000; infatti, la riforma disegnata a Berlino nel 1999 appare del tutto insufficiente a rispettare i vincoli interni, in particolare quello sulla spesa agricola, e quelli internazionali derivanti dall accordo in ambito OMC. In questo caso si ipotizza (a) una riduzione dei prezzi di intervento per i prodotti lattierocaseari del 30% rispetto a quelli del periodo base, e (b) l eliminazione delle quote. Ciò induce una riduzione del 15% del prezzo interno di mercato del latte commestibile, che si avvicina molto a quello sul mercato mondiale; questo, come risultato della riforma delle politiche dell UE, subisce ora un aumento significativo. In questo caso la riduzione del prezzo del latte si trasmette in parte a quelli dei formaggi, che diminuiscono del 5%. I pagamenti compensativi alle aziende sono quelli previsti da Agenda 2000 ridotti del 20% e disaccoppiati, cioè basati su una mandria virtuale legata alle quote possedute dall azienda al momento della loro eliminazione. La riduzione del 20% deriva dall applicazione della riduzione progressiva di tali pagamenti, che li vedrà sparire in 10 anni, solo a partire dal 2005 (anno in cui è previsto che vengano introdotti). 3.3 Carne bovina In entrambi gli scenari si dà per scontato che nel 2007 il problema BSE sia completamente risolto e che sia stato assorbito il relativo shock sul mercato. Si ipotizza, però, che la vicenda BSE abbia comunque avuto l effetto di uno spostamento verso il basso dell andamento, già discendente nel tempo, dei consumi e dei prezzi di mercato della carne bovina Scenario di riforma moderata Si ipotizza che, anche in questo scenario di riforma moderata, il sostegno assicurato alle aziende produttrici di carne bovina sia nel 2007 ridotto rispetto ai livelli attuali. In questa direzione, infatti, agiranno (a) la scomparsa del prezzo di intervento (con la sostituzione dei ritiri con gli interventi di stoccaggio privato, per i quali sono previsti degli aiuti); la riduzione delle barriere all entrata e dei sussidi alle esportazioni; ed il trend storico discendente dei consumi e dei prezzi interni. Così come per la scomparsa dell intervento, anche i pagamenti diretti si ipotizzano essere quelli previsti da Agenda Il premio alla macellazione resta l unico intervento finanziato e gestito a livello comunitario (e, quindi, esteso anche ai PECO al loro ingresso nell UE). I premi alla macellazione nel 2007 sono resi soggetti a vincoli relativi alla tutela del consumatore, quali la rintracciabilità degli animali e la piena rispondenza sanitaria dei macelli (questo vincolo è lungi dall essere neutrale: esso, infatti, può mettere in discussione la piena e immediata estensione dell applicazione dell aiuto ai nuovi paesi membri e persino in alcune realtà degli attuali paesi membri). Di conseguenza, i prezzi di mercato delle carni bovine sono più bassi del 5% di quelli nel periodo base. 7

8 3.3.2 Scenario di riforma radicale In questo caso si ipotizza che la riduzione del sostegno dei redditi delle imprese sia determinata non soltanto dalla cancellazione dello strumento dell intervento, già prevista da Agenda 2000, ma anche da una riduzione del 40% dei pagamenti diretti alle aziende e dei premi alla macellazione rispetto ai valori previsti dalla riforma del I pagamenti diretti alle imprese sono ora disaccoppiati, cioè indipendenti dal numero di capi presenti in azienda, mentre i premi alla macellazione restano fortemente accoppiati. Di conseguenza, i prezzi di mercato delle carni bovine sono ora del 10% più bassi di quelli nel periodo base. 3.4 Prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati L Organizzazione Comune di Mercato degli ortofrutticoli freschi e trasformati è stata riformata nel 2000 (Reg. CE 2699/00). Con questa riforma sono state apportate alcune importanti modifiche alle politiche per il settore: è stato semplificato il regime di finanziamento dei fondi di esercizio delle Organizzazioni dei Produttori (OO. PP.); per gli agrumi: è stata ridotta la percentuale massima dei quantitativi commercializzati per la quale è possibile ottenere l indennità comunitaria per i ritiri e, parallelamente, sono stati aumentati i limiti massimi di trasformazione; per il pomodoro da industria: il sistema delle quote di produzione è stato sostituito con un sistema di limiti alla trasformazione per paese membro ed è stato introdotto un aiuto alla produzione, pagato però ora direttamente agli agricoltori attraverso le OO. PP Scenario di riforma moderata In uno scenario di riforma moderata non si possono ipotizzare in questa OCM cambiamenti significativi nel sistema degli aiuti alla produzione. Questo non solo perché l UE ha da poco provveduto a modificare le politiche di questa OCM, ma anche perché negli anni i produttori europei di orto-frutticoli hanno già visto una sensibile contrazione del sostegno di cui godono. Si ipotizza, quindi, che gli aiuti alla produzione per pomodoro, pere, pesche ed agrumi da industria rimangano invariati rispetto a quelli del periodo base. Coerentemente con le scelte fatte negli ultimi anni, si ipotizza, invece, una cospicua riduzione (-50%) delle quantità ammesse alle operazioni di ritiro; a questa riduzione corrisponde un aumento di quelle ammesse a godere degli aiuti per la trasformazione industriale. L aumento nel tempo dell efficacia delle azioni delle OO. PP. e la crescita della domanda interna come risultato dell allargamento dell UE ai PECO, si traduce nel 2007 in un aumento del 5% rispetto al periodo base dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli destinati al consumo fresco, mentre quelli dei prodotti conferiti all industria di trasformazione restano invariati Scenario di riforma radicale Nello scenario di riforma radicale gli aiuti alla produzione sono assai diversi da quelli che conosciamo oggi: essi, infatti, diventano (a) disaccoppiati dalla quantità prodotta e legati esclusivamente alla superficie destinata a ciascuna delle produzioni interessate; (b) legati a forme di 8

9 condizionalità (cross compliance) ambientale, e (c) ridotti del 25% rispetto ai loro valori nel periodo base. Tali modifiche incidono certamente sui redditi delle aziende, ma non hanno effetti sui prezzi di mercato dei prodotti. Quindi, come nello scenario di riforma moderata, e per le stesse ragioni, per i prodotti destinati al mercato del fresco si ipotizzano prezzi più alti di quelli nel periodo base del 5%, mentre quelli dei prodotti consegnati all industria restano invariati. 3.5 Vino Scenario di riforma moderata L OCM per il settore vitivinicolo vede nel controllo del potenziale produttivo e, quindi, dell offerta di vino, il principale strumento residuo di sostegno del mercato. Con la riforma attuata nel 1999 sono stati mantenuti in vita strumenti di stabilizzazione del mercato, come le distillazioni, alle quali sono state però destinate minori risorse rispetto al passato. Questo in considerazione della mutata situazione di mercato, che ha visto fortemente ridimensionato il fenomeno delle eccedenze produttive. Nessuna modifica, invece, è stata apportata al regime di aiuti per l impiego dei mosti nei processi di arricchimento. Inoltre, non sono previsti in questa OCM aiuti diretti. Infine, circa 1/3 della dotazione finanziaria complessiva per il funzionamento dell OCM è destinato al regime di aiuti per la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti, la cui durata è attualmente prevista fino al Considerato il livello assai basso di sostegno assicurato al settore, si può ipotizzare che un ipotesi di riforma moderata della PAC non determini modifiche significative negli strumenti di intervento. Anche la riduzione dei sussidi alle esportazioni ipotizzata non produce contraccolpi apprezzabili sul mercato interno, data l esiguità dei sussidi unitari e della quota della produzione interna comunitaria che attualmente ne beneficia (vale forse la pena ricordare che possono beneficiare dei sussidi all esportazione solo i vini da tavola, cioè quelli di più bassa qualità). Viceversa, un ulteriore indebolimento della protezione alla frontiera, congiuntamente all allargamento dell UE ai PECO soprattutto all Ungheria, ma anche alla Bulgaria e alla Romania - potrebbe comportare un cambiamento nello scenario competitivo interno all UE. Tali paesi, infatti, potrebbero rappresentare dei concorrenti pericolosi per i produttori dell attuale UE a 15, soprattutto qualora essi siano in grado di attuare strategie di qualificazione della loro produzione simili a quelle che si sono avute nei paesi di più recente tradizione produttiva (vini varietali). A questo proposito va però anche detto che l ingresso nell UE dei PECO non produttori di vino rappresenta uno sbocco di mercato interno potenzialmente in forte crescita per le produzioni comunitarie di minor pregio e minor prezzo, che trovano oggi collocazione sempre più difficile sul mercato degli attuali 15 paesi membri. Infine, i problemi legati ad eventuali eccedenze produttive potrebbero essere risolti con un leggero potenziamento della distillazione per la produzione di alcool ad uso alimentare, e, soprattutto, con interventi aggiuntivi a carattere strutturale, come gli incentivi all abbandono 9

10 permanente dell attività vitivinicola, già utilizzato in passato con esiti positivi in termini di riequilibrio dell offerta. In questo scenario, quindi, si ipotizza che non abbia luogo alcuna modifica delle politiche settoriali rispetto a quelle del periodo base, e che anche i prezzi restino invariati Scenario di riforma radicale In questo caso si ipotizza una sostanziale liberalizzazione del settore, soprattutto per quel che concerne le attuali restrizioni all ampliamento della superficie vitata comunitaria; parallelamente si avrebbe un drastico ridimensionamento degli interventi di stabilizzazione del mercato, fatta eccezione per gli interventi a sostegno del magazzinaggio privato. Anche l ipotesi estrema sul fronte dell esito del negoziato OMC in corso che prevede la soppressione dei sussidi all esportazione non modifica significativamente il quadro competitivo del settore vitivinicolo europeo, soprattutto alla luce dei modelli di consumo interno che si vanno progressivamente affermando, sempre più legati agli aspetti qualitativi e di tipicità dei prodotti. L unica modifica che si ipotizza rispetto allo scenario del periodo base è una riduzione degli aiuti alla riconversione del 25%. Anche in questo scenario si ipotizza che i prezzi non mutino rispetto a quelli del periodo base. 3.6 Olio d oliva Scenario di riforma moderata Questo scenario prevede: (a) una spesa per l OCM sostanzialmente invariata; (b) un deciso riorientamento al mercato delle politiche comunitarie attraverso un disaccoppiamento dell aiuto alla produzione, che verrebbe anche ridotto; (c) che la risorse che si rendono disponibili grazie alla riduzione dell aiuto alla produzione siano destinate a strumenti innovativi di incentivazione della riqualificazione della produzione e dell offerta. Il nuovo regime avrebbe, tra gli altri meriti, quello di eliminare l attuale forte disincentivo al rinnovo degli impianti. L aiuto alla produzione diventa disaccoppiato ; per ciascuna azienda in ciascun anno esso è dato dall 80% dell ammontare medio dell aiuto alla produzione ricevuto da quella azienda negli anni , con una unica condizione da soddisfare: la cura degli oliveti attraverso la realizzazione di alcune specifiche pratiche colturali. Per i nuovi paesi membri (le cui superfici olivetate sono, peraltro, assai contenute) l aiuto è determinato per ciascuna azienda in maniera forfetaria. Il 20% della spesa media in Italia per l aiuto alla produzione negli anni è invece destinato a finanziare azioni di filiera per la ristrutturazione aziendale (compreso il rinnovo degli impianti), la concentrazione dell offerta, il miglioramento della qualità degli oli ed il miglioramento della commercializzazione. Tali azioni vengono realizzate sulla base di progetti integrati (che coinvolgono, cioè, soggetti attivi nella produzione, trasformazione e 10

11 commercializzazione del prodotto). Possono beneficiare da tali azioni anche gli impianti realizzati successivamente all 1 Maggio Le restituzioni alla produzione variano assieme alla preferenza comunitaria. Mentre i prezzi degli oli di minore pregio restano invariati, quelli degli oli extra vergini sono maggiori di quelli del periodo base del 10%, come risultato del rafforzamento dell organizzazione della filiera che deriva dall accresciuta efficacia nel 2007 rispetto a quella odierna delle azioni di mercato realizzate dalle Organizzazioni dei produttori e da altri attori, individualmente o in associazione tra loro Scenario di riforma radicale Questo scenario vede una modifica del livello degli strumenti previsti dalle politiche ipotizzate in quello di riforma moderata. L aiuto alla produzione disaccoppiato descritto sopra viene azzerato nei 10 anni tra il 2003 al 2013: nel 2007, quindi, esso è più basso di quello nel periodo base del 48% (cioè è pari al 60% di quello ipotizzato nello scenario precedente, che era pari all 80% di quello del periodo base ). Il 12% (60% del 20%) della spesa media per l aiuto alla produzione negli anni va invece a finanziare azioni di filiera per la ristrutturazione aziendale (compreso il rinnovo degli impianti), la concentrazione dell offerta, il miglioramento della qualità degli oli ed il miglioramento della commercializzazione del prodotto. Anche in questo caso, le restituzioni alla produzione variano assieme alla preferenza comunitaria. Le variazioni dei prezzi di mercato sono le stesse ipotizzate nello scenario di riforma moderata : i prezzi degli oli di minore pregio restano invariati, mentre quelli degli oli extra vergini sono più alti del 10% di quelli del periodo base grazie all accresciuta efficacia delle azioni di mercato degli attori della filiera. 3.7 Politiche orizzontali In entrambi gli scenari si ipotizza che gli aiuti legati a tutti i Regolamenti orizzontali - quale, ad esempio il Reg. 2078/92 - restino invariati. La giustificazione di ciò sta nell ipotesi che nei prossimi anni agli obiettivi perseguiti dalle misure previste da questi Regolamenti sia attribuita una rilevanza assai maggiore di quella attuale, salvandoli da riduzioni delle risorse finanziarie a loro disposizione. 11

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