Dalla rivista in tedesco «Yacht» N 19 pag

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1 Dalla rivista in tedesco «Yacht» N 19 pag LA PICCOLA BARCA ROBUSTA Di Peter Schweer - foto di Ralph Kugla Sommario Il nuovo modello del cantiere belga Etap, il 26i, è lungo solo 7,85 metri, ma tiene bene il mare grazie alla sua alta stabilità. 1

2 YACHT TEST ETAP 26i DATI E SPECIFICHE Materiale: vetroresina lunghezza fuori tutto (L.F.T.) 8,25 m lunghezza scafo 7,85 m lunghezza al galleggiamento (L.G.) 7,15 m baglio massimo (B.M.) 2,78 m larghezza al galleggiamento 2,20 m velocità critica (teorica) 6,5 kn rapporto disloc./zavorra 2,82:1 armamento 7/8 sloop pescaggio 1,55/1,15/0,90 m altezza (tirante d aria) 12,20 m dislocamento 2300 / 2325 Kg bulbo (per pescaggio 1,55 m) 650 Kg bulbo (per pescaggio 0.90/1,15 m) 675 Kg superficie velica randa 22,30 m 2 superficie velica fiocco 7,8 m 2 motore: Volvo Penta 2010 S potenza motore 10CV 7,35 kw numero massimo di giri: 3600 min -1 tipo di elica: fissa a due pale capacità del serbatoio carburante 50 litri materiale del serbatoio: inox capacità del serbatoio acqua: 80 litri materiale serbatoio acqua: politene kajen: 2 4 materiale della chiglia: ghisa categoria di progettazione CE B categoria della Marine Marchande 3 a Progettisti: Mortain - Mavrikos ETAP Yachting S.A. Foto sopra: con lo stretto fiocco autovirante andare a vela con una Etap 26i, anche in solitario, è un piacere. Il pozzetto ha sufficiente spazio per quattro persone. Sotto coperta (qui a sinistra) la barca è arredata semplicemente, ma con criterio. Il tavolo si può abbassare e diventa un sostegno per le imbottiture del letto doppio a prua. 2

3 I velisti collegano il nome Etap a uno dei maggiori cantieri d'europa, che si è fatto un nome soprattutto costruendo barche a vela inaffondabili. In realtà l'azienda Etap a Malle, in Belgio, fa profitti vendendo prodotti industriali. Per esempio, con le lampade. Il settore imprenditoriale Etap Yachting esiste solo dall'inizio degli anni Settanta. Fu fondato in un'epoca in cui il mercato degli sport d'acqua era in forte espansione. La costruzione di barche da allora si è sviluppata bene, e rappresenta oggi il 20 per cento del fatturato aziendale. Un'industria non è un cantiere nel senso tradizionale e perciò le Etap hanno un aspetto sempre un po diverso dalla barche che escono da un'azienda artigianale. Tutte le Etap, che oggi veleggiano nel mondo, sono state prodotte con un sistema industriale ben organizzato. Non ci sono "cianfrusaglie" marittime, molte attrezzature lo ritroviamo nei diversi modelli (come nel gioco delle costruzioni dei bambini, le barche sono costruite in modo logico e semplice. La filosofia del cantiere è questa: il successo non lo si ottiene seguendo la moda, con il continuo cambio dei modelli, ma con una gamma omogenea di prodotti tra 22 e 38 piedi di lunghezza. La direzione aziendale inoltre punta su una diffusione particolarmente efficace e un servizio al top. Paul Wuyts, manager per le esportazioni, assicura: "Consegniamo una barca in 48 ore in ogni angolo d'europa. Con ogni barca diamo un manuale particolarmente dettagliato, che contiene anche tutti i codici dei pezzi di ricambio". Il nuovo, piccolo Etap 26i (i sta per innovation) è stato presentato in Germania all'inizio della stagione di vela. La barca che abbiamo provato era ancora una della prima serie prodotta: oggi sono annunciati alcuni piccoli cambiamenti nell'arredamento interno della nuova serie. Ad esempio, l'altezza al centro del quadrato dovrebbe essere aumentata di sei, sette centimetri. Appena sono salito a bordo della barca, ho notato che c'erano scarsissimi ondeggiamenti. Ne sono rimasto sorpreso: invece di trovare il comportamento di un battellino, questa piccola barca a vela si comportava come una barca grande: 2,3 tonnellate di dislocamento sono relativamente tante per una barca di otto metri, nel mondo di oggi, tutto all'insegna del dislocamento leggero. L'impressione di una barca rigida è stata confermata poco dopo dai primi bordi. Ma prima siamo usciti a motore dallo stretto porto. Girare e manovrare in pochissimo spazio facevano parte del programma: il compito è stato assolto con facilità dalla barca Etap. Il cosiddetto effetto passo dell'elica (sinistrorsa) si è rivelato minimo. La barca aveva un'elica ripiegabile (opzionale). Con tale elica bisogna abituarsi (ma non è un problema) alla risposta ritardata che si ha alla barra, quando si innesta il motore in marcia avanti. La causa sta soprattutto nella grande distanza tra l'elica del piede saildrive e il timone. Questo porta a una ritardata risposta alle azioni sulla barra. Già dopo un brevissimo percorso, sia a motore che sotto vela, la barca si può timonare con precisione centimetrica, con l'aiuto della grande pala del timone. Questo darà un grande senso di sicurezza sopratutto ai principianti. La barca rispondeva bene alla barra, anche quando era molto inclinata, a circa 35 gradi. Si deve dire che non bisognerebbe andare a vela con uno sbandamento così elevato; a dire il vero, bisogna prendere una mano di terzaroli quando la barca si inclina oltre i 20 gradi. La giusta regolazione della randa è determinante, in questo modello, per ottenere il comportamento equilibrato al timone. Questo dipende dalla superficie particolarmente ampia della randa steccata rispetto alla superficie totale della velatura. Il fiocco è piccolo. Se con vento forte di bolina si cazza troppo la scotta della randa, allora la balumina è molto tesa e la barca diventa orziera. La vela è chiusa". La conseguenza è che nella zona della balumina si forma una pressione del vento molto alta, il quale non può scorrere via facilmente: Caratteristici del marchio Etap sono le grandi finestre a proravia del quadrato (sopra). Danno molta luce. Ci sono stipetti aperti, poco efficaci, in quanto la roba riposta cade facilmente fuori. La cucina (a sinistra) è arredata molto bene, per questa tipologia di barche, con lavello, ghiacciaia, fornello a due fuochi e armadietti. Il bagno (a destra) è piccolo, ma funzionale. La porta si chiude bene, la finestra si può aprire. Anche le cerate bagnate possono sgocciolare e asciugare nell apposito spazio loro dedicato. 3

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5 invece di trasformare il flusso del vento in avanzamento, la barca diventa orziera e sbanda. Con l'aiuto del paterazzo si potrebbe diminuire quest'effetto, ma su questa barca, per ottenere una più facile governabilità, il paterazzo non c'è. Perciò il mio consiglio per l'etap 26i è questo: bisogna regolare finemente l'apertura della randa, per non chiudere troppo la vela, soprattutto nella parte alta. I tell-tales della balumina aiutano a trovare in fretta la posizione giusta. L'armo a 7/8 con una crocetta lunga, molto acquartierata, richiede un'alta tensione delle manovre dormienti. Solo così la trinchettina nel vento non poggia eccessivamente e il fiocco piatto assicura un'altezza ottimale. Il sistema autovirante della barca ha funzionato perfettamente in tutte le diverse condizioni. Virare di bordo è un piacere. Su tutte le rotte l'etap 26i ha soddisfatto le mie aspettative. Veleggia equilibrata, molto vivacemente persino, se si tiene conto delle sue dimensioni, è rigida e non crea alcun problema nelle manovre. Mi è piaciuto il pozzetto allungato, dal quale, sedendo normalmente sulla panca, si ha una buona visione, senza limitazioni. Per quanto riguada l'attrezzatura: il robusto vang rigido di Seldén è ben dimensionato; anche con vento forte ci si lavora splendidamente. Inoltre impedisce che il boma possa cadere sulla coperta (per esempio quando si ammainano le vele o si prendono mani di terzaroli). La rotaia di scotta per la randa (opzionale) la ritengo superflua come ulteriore strumento di aggiustamento, sarebbe solo un ingombro nel pozzetto. Il sistema automatico per prendere mani di terzaroli, proposto già da molti anni dal cantiere, è pure opzionale. Consiglio di ordinarlo subito, perché si possono prendere le mani di terzaroli direttamente dal pozzetto. L'attrezzatura sul ponte corrisponde a quella di una piccola e sicura barca per fa miglie, capace anche di affrontare vento forte. Da anni l'etap si è fatta apprezzare per il rivestimento antisdrucciolo TBS, per la falchetta puntapiedi in alluminio alta 5 cm. e per i candelieri fissati in modo molto sicuro. Resiste a tutte le intemperie il tambuccio sopra il boccaporto. Il gavone però si è bagnato, quando abbiamo gettato un secchio d'acqua a dritta sulla tuga. Insolito : il bocchettone di riempimento del gasolio è alla stessa altezza del coperchio del gavone. Ciò è comodo per versare il gasolio da una tanica, ma poco pratico quando ci si rifornisce da un distributore di carburante, perché di solito un po di carburante cola fuori. Sotto coperta due persone ci stanno benissimo. L'idea del cantiere, di fare "una barca per la famiglia giovane con due bambini" è realistica. Abbassando il tavolo del quadrato si ottiene un letto doppio di 2,86 metri per 1,90 metri. Il sistema è veloce e senza complicazioni. Di giorno si sta seduti comodamente su sedili con una imbottitura di 9 centimetri attorno al grande tavolo girevole. Nella cabina di poppa c'è una cuccetta doppia lunga 1,93/1,88 metri e larga 1,42 metri, però l'altezza è scarsa. Per dei bambini va bene, ma gli adulti non possono dormirci sempre. Il rubinetto del lavandino della piccola toilette si può far passare dall'oblò sul ponte, far farsi una doccia. Però il tubo arriva solo fino alla vita. Quando si è sbandati a dritta l'acqua può entrare attraverso il lavandino all'interno della barca. La valvola quindi, quando si va a vela, deve stare sempre chiusa! Si spera che l'equipaggio se ne ricordi sempre: una valvola automatica di non ritorno sarebbe utile. La cucina ha poco spazio di stivaggio, ma è semplice e funzionale. Il fornello (opzionale) viene offerto conforme alle norme tedesche. CONCLUSIONE Questa piccola imbarcazione, che può avere una chiglia ad alette lunga 1,55 metri o 1,15 metri, non ha soltanto il vantaggio della inaffondabilità (viene consegnato anche il relativo certificato), ma affronta bene anche il maltempo. Il poliuretano espanso tra i due scafi, naturalmente, diminuisce un po lo spazio per stivare le cose. Il piccolo fiocco autovirante consente anche di uscire a far vela da soli. La lavorazione solida e pulita dovrebbe garantire un alto prezzo in caso di rivendita. La barca che abbiamo provato ha veleggiato bene quando le randa era ben regolata. Ci ha colpito la grande stabilità quando facevamo rotta nel vento (di bolina). Il comportamento a motore, quando si deve girare in poco spazio, è un pò pigro e bisogna abituarcisi. Il numero massimo di giri che abbiamo raggiunto, solo giri al minuto invece di 3.600, sta a indicare che l'elica era troppo grande. 5