Transizioni alla democrazia

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1 Transizioni alla democrazia Clark, Golder & Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011, cap.8 Andrea Cassani, Università degli Studi di Milano Ciclo «Democrazia e democratizzazione PIS GLO»

2 LA TERZA ONDATA DI DEMOCRATIZZAZIONE Huntington, Samuel (1991) The Third Wave of Democratization. Ondata di democratizzazione = un periodo nel corso del quale il numero di transizioni verso la democrazia supera significativamente il numero di transizioni in direzione opposta. Le ondate: Prima ondata «lunga» Seconda ondata riflusso riflusso «corta» Terza ondata Attualmente è in corso un dibattito sull inizio di una nuova fase di riflusso. Studi più recenti (Doorenspleet 2005), tuttavia, suggeriscono che il potenziale interpretativo della teoria secondo cui la democratizzazione avanza per «flussi e riflussi» non deve essere sovrastimato. Altri autori parlano di «ondate regionali» di democratizzazione (paesi excomunisti, Africa, paesi Arabi).

3 I NUMERI DELLA TERZA ONDATA

4 Fine anni 50 metà anni 70 (II riflusso) La decolonizzazione, che ha riguardato soprattutto l Africa e l Asia, ha corrisposto a un incremento nel numero di paesi indipendenti; Il numero di democrazia resta sostanzialmente invariato; Nella maggioranza dei nuovi stati indipendenti si è instaurata una forma di regime autocratico. Metà anni 70 fine anni 80 (1a fase III ondata) Il numero di paesi indipendenti continua ad aumentare, ma meno; I trend di diffusione di democrazia e autocrazia si invertono; Molte delle autocrazie esistenti falliscono e diventano democrazie. Anni 90 (2a fase III ondata) Il crollo dell Unione Sovietica produce un nuovo aumento nel numero dei paesi indipendenti; Il numero di paesi democratici continua ad aumentare; Per la prima volta nella storia il numero di democrazie supera il numero di paesi autocratici.

5 TREND REGIONALI 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 Indice Freedom House, livello medio regionale Western Europe post-communist Latin America MENA sub-saharan Africa Asia I trend regionali colgono il progredire temporale e geografico della III Ondata: Metà anni 70: inizia in Europa occidentale Fine anni 70 Anni 80: raggiunge America Latina e alcuni paesi dell Asia; Fine anni 80: si muove verso i paesi dell Europa orientale e dell ex URSS; Inizio anni 90: si propaga in Africa sub-sahariana; Non ha mai raggiunto l area del Medio Oriente e Nord Africa (MENA)

6 DALLA MODERNIZZAZIONE ALLA TRANSIZIONE La Terza Ondata ha determinato un vero e proprio cambio di approccio allo studio dello sviluppo politico dei paesi. Molti dei paesi che hanno sperimentato una transizione democratica nel corso della Terza Ondata non soddisfacevano i prerequisiti sociali, economici (e culturali) che in passato, stando alla teoria della modernizzazione, erano stati ritenuti necessari o favorevoli all instaurazione di un regime democratico. L esperienza della Terza Ondata sembra invece dimostrare che la probabilità che un paese diventi democratico sia soprattutto determinata dall azione umana (agency): volontà, preferenze, e scelte dei principali attori politici.! Questo non significa rinnegare quanto finora studiato. I fattori strutturali quali lo sviluppo economico possono senz altro determinare la stabilità/crisi di un regime esistente, la formazione delle preferenze degli attori in gioco, e la distribuzione del potere tra di essi.

7 Questo cambio di prospettiva ha inaugurato un nuovo filone di studi sulla democratizzazione, la transitologia L obiettivo non è più spiegare perché la democrazia nasce, ma come un paese diventa democratico. L attenzione si sposta dalle condizioni strutturali (sociali, economiche, culturali) di un paese agli attori e alle loro scelte.

8 COME AVVIENE UNA TRANSIZIONE DEMOCRATICA Transizione = intervallo tra la caduta di un regime e l instaurazione di un nuovo regime, nel corso del quale l esito rimane incerto. Transizione democratica = autocrazia democrazia Una transizione democratica può fallire, e portare all instaurazione di un nuovo regime autocratico. «Transizione democratica» è un concetto più specifico di «democratizzazione». Tipi di transizione Rivoluzione o sostituzione dal basso es. Filippine, Germania Est, Romania, Tunisia Riforma o trasformazione dall alto es. Spagna, Cile, Ungheria, Taiwan, Polonia, Myanmar Negoziato tra governo e opposizioni es. Uruguay, Sudafrica Imposizione esterna es. Germania Ovest, Giappone, Panama, Iraq Venezuela 2019?

9 LE TRANSIZIONI DAL BASSO (bottom up) Tre passaggi principali 1. Una transizione democratica dal basso ha inizio con una sollevazione popolare. più o meno violenta, per ragioni non necessariamente politiche 2. Le proteste assumono una dimensione e una intensità tali da condurre alla caduta del regime autocratico. 3. Alla caduta del regime autocratico segue l introduzione di istituzioni democratiche. solitamente si comincia con l organizzazione di elezioni «fondanti» si elegge un parlamento che avrà innanzitutto il compito di redigere una nuova costituzione democratica (assemblea costituente)

10 Alcuni esempi recenti, non tutti di successo: Rivoluzioni colorate, anni 2000: delle rose Georgia 2003, arancione Ucraina 2004, cedri Libano 2005, zafferano Myanmar 2007, verde Iran Primavera Araba, : Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Yemen. Tuttavia, le transizioni democratiche dal basso, e più in generale le proteste di massa nei regimi autoritari, sono eventi rari e inattesi. Solitamente, le autocrazie appaiono regimi stabili. Né prima della caduta del muro di Berlino, né prima delle proteste in Tunisia si aveva la percezione che quei regimi fossero fragili e che in breve tempo avrebbero potuto entrare in crisi. Perché le transizioni dal basso sono difficili da prevedere? Dissimulazione delle preferenze (private pubbliche) Scarsità di informazioni Problemi dell azione collettiva (o di coordinamento)

11 TEORIA DELL AZIONE COLLETTIVA Tipicamente un azione collettiva riguarda la produzione da parte di un gruppo di individui di un bene pubblico: Non escludibile: non è possibile limitarne la fruizione alle sole persone che hanno contribuito a produrlo; Non rivale: il suo consumo da parte di un individuo non limita la possibilità che altri individui lo consumino; es: illuminazione stradale, aria pulita, i servizi sociali (welfare) si contrappongono ai beni privati (individuali o club goods) Tali caratteristiche riducono la disponibilità (gli incentivi) di ciascun individuo a contribuire alla produzione di un bene (sobbarcarsi parte del suo costo) che andrà a beneficio di tutta la comunità, ovvero di cui comunque si potrà godere. Problema del free riding Il free rider è un individuo che ambisce a godere di un bene pubblico senza dover contribuire alla sua produzione Anche di fronte a un obiettivo comune, emergono dei problemi di coordinamento tra gli individui che possono ostacolare il perseguimento di tale obiettivo.

12 PROBLEMI DI COORDINAMENTO NELLE TRANSIZIONI DEMOCRATICHE DAL BASSO La democrazia può essere vista come un bene pubblico tutti i cittadini di uno stato ne godono, a prescindere dal fatto che abbiano contribuito a conquistarla. Produrre il bene pubblico «democrazia» richiede un azione collettiva, nella forma di una protesta di massa contro il regime autoritario. Il costo del bene pubblico «democrazia» per i cittadini consiste nel rischio derivante dal protestare in un paese in cui la libertà di espressione non è garantita (ritorsioni). Perché il cittadino X dovrebbe assumersi il rischio di partecipare a una manifestazione per la democrazia? Se fallisce, verrà punito dal regime in quanto oppositore Se ha successo, godrà comunque della democrazia free riding Lo farà solo se avrà la percezione che la sua partecipazione/assenza possa determinare il successo/fallimento dell azione collettiva.

13 Formalizziamo quanto detto: La democrazia è un bene pubblico (B>0). Ottenerlo implica il ricorso a un azione collettiva di protesta. Per ciascun individuo, prendere parte alla protesta implica un costo (C>0). I vantaggi della democrazia sono comunque superiori ai costi (B>C>0). L azione collettiva avrà successo solo se parteciperanno almeno K cittadini di una società che si compone di N individui (K<N). La percezione di un individuo di essere necessario al successo della protesta dipende dalle sue aspettative rispetto al comportamento degli altri. Tre scenari possibili: Secondo me, la protesta 1. fallisce in ogni caso Partecipano meno di K 1 individui 2. ha successo in ogni caso Partecipano K o più individui 3. ha esito incerto Partecipano esattamente K 1 individui

14 PARTECIPO O NON PARTECIPO? K = numero di individui necessari al successo della protesta C = costo individuale associato alla partecipazione alla protesta B = benefici derivanti dal successo della protesta B > C > 0 Payoffs Scenario 1 Partecipano in meno di K-1 Scenario 2 Partecipano in K o più Scenario 3 Partecipano in K-1 Partecipare C B C B C Non partecipare 0 B 0 Anche se partecipassi, non sarebbe sufficiente Se partecipassi, sarebbe superfluo E assolutamente necessario che io partecipi Non partecipo Non partecipo Partecipo

15 L unica ragione che spinge un individuo ad assumersi il rischio di partecipare a una protesta è la percezione di essere necessario al successo della protesta. Cosa influenza la probabilità che un singolo cittadino scelga di partecipare? Le dimensioni di Differenza tra K e N K (partecipanti necessari al successo) e N (popolazione del paese) N > K Se K = N, tutti sono necessari e sanno di esserlo Minore è K rispetto a N, maggiore l aspettativa che si raggiunga comunque il numero necessario al successo, maggiore l incentivo a non partecipare Implicazioni 1. E raro che i cittadini di un paese (N grande, per definizione) retto da un regime autocratico riescano a organizzare una protesta di successo. 2. Per paradosso, la difficoltà aumenta quando basterebbe la partecipazione di un numero di persone relativamente esiguo rispetto alle dimensioni della popolazione.

16 Ma perché allora talvolta le proteste avvengono e hanno successo? Perché, oltre a una naturale predisposizione al free riding, ciascun individuo ha una personale soglia rivoluzionaria: Soglia rivoluzionaria: il numero minimo di persone che partecipano a una protesta, raggiunto il quale un individuo è disposto a partecipare. Maggiori le dimensioni di una protesta in corso, maggiore la disponibilità a rivelare pubblicamente le proprie preferenze. La gente comune ha una soglia medio/alta: è disposta a partecipare solo se molti altri sono già nelle piazze; I lealisti (sostenitori del regime) hanno una soglia molto alta: si uniranno alla protesta solo quando è evidente che il regime cadrà (Bandwagoning) I dissidenti hanno una soglia molto bassa: si oppongono indipendentemente dal fatto che altri lo facciano. Nonostante la scarsa predisposizione della gente comune a partecipare a una protesta di massa contro il regime, alcuni eventi possono abbassare la soglia rivoluzionaria di alcuni individui, innescando una cascata rivoluzionaria, favorendo il formarsi di una protesta di dimensioni tali da far cadere il regime.

17 MODELLI DI RIBALTAMENTO In una società A, al tempo t, i dieci individui che la compongono hanno la seguente distribuzione delle soglie rivoluzionarie personali. At = {0, 2, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10} l individuo con soglia 0 è disposto a protestare anche da solo l individuo con soglia 2 protesta solo se ci sono almeno altre due persone La protesta avrà successo se partecipano almeno 5 individui. In questa situazione non ci sono le condizioni affinché possa emergere una protesta di successo. Nel frattempo, tuttavia, il paese viene colpito da una grave crisi economica, o subisce una sconfitta militare, o perde il sostegno di una grande potenza, ecc. Questi eventi abbassano la soglia rivoluzionaria di alcuni individui al tempo t+1 At+1 = {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10} Si sono venute a creare le condizioni affinché possa emergere una protesta di successo. parteciperanno tutti tranne? l individuo con soglia 10

18 LA PRIMAVERA ARABA

19 La cosiddetta Primavera Araba consiste nella serie di proteste popolari che hanno avuto inizio in Tunisia (Dicembre 2010), per poi diffondersi rapidamente in altri paesi della regione. effetto dimostrativo/imitativo, o «valanga» La protesta in Tunisia inizialmente aveva motivazioni economiche, ma è subito sfociata in contestazione del regime di Ben Ali MENA Middle East & North Africa Tali rivolte destarono molta attenzione e aspettative rispetto alla possibilità che, finalmente, la democrazia potesse diffondersi anche nel mondo arabo. Il «raccolto» di questa stagione di fermento politico è tuttavia modesto. Su 14 paesi arabi (dei 20 paesi MENA): Solo 6 hanno sperimentato rivolte popolari significative Solo in 4 di essi le rivolte hanno portato alla caduta del regime esistente Solo in 1 di questi ultimi è avvenuta una transizione democratica

20 1,00 1,00 2,00 0,90 0,80 Livello medio regionale di democrazia Indici Freedom House e V-Dem 3,00 4,00 5,00 6,00 0,70 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 Numero di paesi liberi, parzialmente liberi e non liberi nella regione Indicatore status Freedom House 7, FH V-Dem 0,00 La regione MENA resta l area geopolitica meno democratica del mondo Not Free (FH) Partly Free (FH) Free (FH)

21 Come spiegare il sostanziale fallimento della Primavera Araba? Brownlee et al. (2013): Due fattori permettono di spiegare i diversi esiti delle rivolte del : Un economia basata sul petrolio Le rendite da petrolio permettono ai governi di non dipendere dai cittadini, di distribuire ai cittadini premi, di avere i mezzi per punirli La presenza di un meccanismo dinastico di successione al potere Le successioni nei regimi non-democratici sono spesso congiunture critiche, il principio ereditario toglie i dubbi su chi sarà il nuovo capo Major oil exporters Minor oil exporters Non-hereditary Algeria Libya Egypt Tunisia Yemen Hereditary Bahrain Kuwait Oman Qatar Saudi Arabia UAE Jordan Morocco Syria Legenda: Rivolta Caduta regime Transizione democratica

22 Risultati: Proteste: sono avvenute (o non avvenute) in tutte le possibili circostanze, cosa che indica l assenza di condizioni specifiche che determinano la loro nascita. Caduta del regime: si è verificata solo in paesi non dinastici, le cui economie non sono prevalentemente basate sul petrolio. i militari si sono rifiutati di reprimere le rivolte, la Libia è l unica eccezione (major oil exporter), ma anche l unico caso in cui la caduta del regime è stata conseguenza di un intervento militare esterno Esito della caduta del regime Yemen, Libia: guerra civile Egitto: transizione democratica fallita le prime elezioni vengono vinte dai partiti islamisti, che cercano di estromettere gli altri partiti dalla preparazione della nuova costituzione, il che spinge l esercito a intervenire e prendere il potere Tunisia: transizione democratica gli islamisti vincono le elezioni, ma si collaborano con i partiti secolaristi nella preparazione della nuova costituzione

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24 Transizioni alla democrazia Clark, Golder & Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011, cap.8 Andrea Cassani, Università degli Studi di Milano Ciclo «Democrazia e democratizzazione PIS GLO»

25 COSA ABBIAMO STUDIATO SETTIMANA SCORSA La Terza Ondata ha determinato la diffusione della democrazia in regioni e paesi che non presentavano i requisiti economici, sociali e culturali tipicamente considerati favorevoli all instaurarsi di tale forma di regime politico. Negli anni 90, l attenzione degli studiosi si è quindi spostata dalle cause («perché?») alle modalità («come?») delle transizioni democratiche. Come avviene una transizione alla democrazia? Rivoluzione o sostituzione dal basso Sono conseguenza di una rivolta popolare Sono rare per i problemi di coordinamento inerenti alle azioni collettive (democrazia come bene pubblico) Free riding: partecipo a una protesta solo se ritengo di essere necessario al suo successo, ma maggiore è il numero di persone che potrebbero partecipare a tale protesta (rispetto al numero di persone minimo per il successo della protesta), minore sarà la percezione che la mia partecipazione sia necessaria. Tuttavia, alcuni eventi possono abbassare la soglia rivoluzionaria di alcuni individui e innescare una cascata rivoluzionaria. Riforma o trasformazione dall alto

26 LE TRANSIZIONI DALL ALTO (top down) In questo caso, il confronto è prevalentemente tra fazioni politiche (non popolo vs élite). Il punto di partenza è solitamente una divisione all interno dell élite di un regime autocratico tra conservatori e riformisti. Spesso tale frattura si produce in un momento di crisi (es. economica, militare). I Conservatori vogliono mantenere lo status quo a ogni costo (hard-liners) I Riformisti sono disposti ad alcune concessioni politiche (liberalizzazione) in cambio del sostegno da parte delle opposizioni (soft-liners) Liberalizzazione: apertura controllata e parziale dell arena politica, tramite alcune concessioni alle forze di opposizione: es. multipartitismo, parlamento, elezioni ( democratizzazione). cooptazione = l élite «invita» l opposizione (o alcune fazioni) a far parte del sistema di potere Sia i conservatori che i riformisti preferiscono l autocrazia alla democrazia. Se prevale la linea dei riformisti, tuttavia, entra in gioco l opposizione.

27 IL GIOCO DELLA TRANSIZIONE DALL ALTO Preambolo: In seguito a una crisi, emerge una divisione nell élite autocratica tra riformisti e conservatori. Immaginiamo che i riformisti siano in maggioranza. I riformisti dovranno scegliere se aprire lo spazio politico o mantenere lo status quo. Se sceglieranno di aprire, si confronteranno con l opposizione. A quel punto, l opposizione deve scegliere: Accettare l offerta dei riformisti, e beneficiare del maggior spazio politico concesso, in una posizione subordinata rispetto all élite autoritaria. Approfittare della maggiore libertà per mobilitarsi, e forzare i riformisti a concedere la democrazia. Se l opposizione si mobilita, i riformisti dovranno decidere se concedere la democrazia oppure se reprimere l opposizione. NB: il modello delle transizioni dall alto è stato teorizzato da A. Przeworski, lo stesso autore dell indicatore di democrazia dicotomico PACL, che assegna molta importanza all alternanza al governo come segnale che il paese sia effettivamente democratico. Similmente, nel suo modello di transizione dall alto, una transizione democratica corrisponde sostanzialmente al passaggio del potere dall élite autoritaria alle forze di opposizione.

28 IL GIOCO DELLA TRANSIZIONE DALL ALTO L esito della repressione dipende dalla forza dell opposizione

29 Esiti, preferenze e payoff di ciascun attore Riformisti Dittatura allargata > Status quo > Dittatura ristretta > Democrazia > Insurrezione Opposizione Democrazia > Dittatura allargata > Status quo > Insurrezione > Dittatura ristretta In base all ordine delle preferenze di ciascun attore, assegniamo i payoff da 1 a 5. Payoff

30 Consideriamo due diverse situazioni, in cui i riformisti si confrontano, rispettivamente, con un opposizione debole o forte. Scenario 1: l opposizione è debole (*) Informazione completa Induzione a ritroso Status quo (4 ; 3) Dittatura allargata (5 ; 4) Dittatura ristretta (3 ; 1) * Transizione democratica (2 ; 5)

31 Consideriamo due diverse situazioni, in cui i riformisti si confrontano, rispettivamente, con un opposizione debole o forte. Scenario 2: l opposizione è forte (*) Informazione completa Induzione a ritroso Status quo (4 ; 3) Dittatura allargata (5 ; 4) * Insurrezione (1 ; 2) Transizione democratica (2 ; 5)

32 Liberalizzare o non liberalizzare? La liberalizzazione può sfuggire al controllo dei riformisti. La decisione dei riformisti di liberalizzare (ovvero il calcolo dell entità del rischio di tale mossa) dipende dalla forza dell opposizione: Opposizione forte i riformisti non liberalizzano status quo Opposizione debole i riformisti liberalizzano autocrazia allargata Se l élite autocratica conoscesse sempre la forza dell opposizione, non si arriverebbe mai alla democrazia. Tuttavia, in un regime non-democratico, è irrealistico assumere che ci sia informazione completa. La dissimulazione delle preferenze, tipica dei regimi non-democratici, implica che l élite non sappia esattamente la forza dell opposizione. Inizialmente, l opposizione potrebbe non rivelare la propria forza e le sue reali intenzioni. L élite autocratica potrebbe quindi credere di confrontarsi con un opposizione debole e disposta a essere cooptata.

33 Scenario 3: l opposizione è forte, ma i riformisti credono sia debole Status quo (4 ; 3) Dittatura allargata (5 ; 4) A questo punto la forza dell opposizione è palese * Dittatura Insurrezione ristretta (3 (1 ; 1) 2) * Transizione democratica (2 ; 5)

34 Errore di calcolo

35 Spesso, quindi, una transizione democratica dall alto è il risultato non voluto di una politica di liberalizzazione da parte dell élite autocratica. Le transizioni dall alto si verificano quando i riformisti credono erroneamente che l opposizione sia debole. I Riformisti liberalizzano (sperando di cooptare l opposizione) L Opposizione si mobilita I Riformisti concedono la democrazia, avendo a questo punto realizzato che l opposizione è forte e che la repressione condurrebbe a un insurrezione. Quando l opposizione è debole, l esito più probabile sarà l instaurazione di una autocrazia allargata, in cui il potere rimarrà in mano all élite (la fazione dei riformisti, in particolare), e le altre forze politiche avranno una limitata capacità d azione e di influenza.

36 AUTOCRAZIE ELETTORALI Corrispondono approssimativamente alle «dittature allargate». Un autocrazia elettorale è un regime caratterizzato da: alcune istituzioni proprie della democrazia es. multipartitismo, elezioni, parlamento pratiche di governo di tipo autoritario es. limitazione della libertà di espressione e di associazione, manipolazione delle regole da parte di chi sta al potere Rappresentano una categoria ampia che può essere ulteriormente suddivisa: Autocrazie elettorali a partito egemone (pseudo-democrazie) Autocrazie elettorali competitive (semi-democrazie, o regimi ibridi)

37 Trend storici (numero di regimi) (Wahman, Teorell & Hadenius) Democracy Military Monarchy Electoral autocracy One-party Nel periodo post Guerra Fredda, il numero delle autocrazie elettorali è aumentato esponenzialmente. In proporzione, l aumento è anche maggiore rispetto a quello delle democrazie. Sia i regimi a partito unico che i regimi militari sono diminuiti significativamente. Il numero delle monarchie è rimasto pressoché immutato. Attualmente, l autocrazia elettorale è la forma più diffusa di non-democrazia esistente.

38 STABILITA DELLE AUTOCRAZIE ELETTORALI Si è detto che la scelta da parte di una élite autocratica di liberalizzare (parzialmente) l arena politica è mirata alla sopravvivenza dell autocrazia. Ma è davvero così? Perché liberalizzare dovrebbe consolidare un regime autocratico? Cooptare alcune fazioni dell opposizione all interno del sistema di potere Frammentare il fronte di opposizione (divide et impera) Dare ai cittadini una valvola di sfogo Monitorare la popolarità del regime (superare la dissimulazione preferenze) Apparire democratici agli altri paesi (ottenere aiuti, legittimità, evitare sanzioni) Perché liberalizzare dovrebbe indebolire un regime autocratico? Dare all opposizione l opportunità di organizzarsi e presentarsi ai cittadini Dare all opposizione il tempo di imparare ad affrontare l élite al potere Le elezioni sono per definizione incerte, può sempre succedere l imprevisto NB: vittoria dell opposizione democratizzazione!

39 Durata media dei regimi politici (anni) (Wahman, Teorell & Hadenius) 41, ,62 20, ,43 9,09 0 Democracy Military Monarchy Electoral autocracy One-party Nel periodo , le autocrazie elettorali sono una delle forme di regime politico meno longeve, insieme ai regimi militari. Le monarchie emergono come la forma di regime più longeva esistente. L interpretazione dei risultati relativi a democrazie e autocrazie elettorali, tuttavia, deve tenere conto del fatto che molti di questi regimi sono «giovani» (cf. grafico precedente).

40 90 Caduta dei regimi politici (numero di eventi) (Wahman, Teorell & Hadenius) Democracy Military Monarchy Electoral autocracy One-party Nel periodo , le autocrazie elettorali hanno subito un numero di episodi di caduta di regime superiore a qualsiasi altra forma di regime politico. Ancora una volta, le monarchie emergono come la forma di regime più stabile esistente.

41 100% Cosa diventano le autocrazie elettorali, quando crollano? (Wahman, Teorell & Hadenius) 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% Other One-party Monarchy Military Democracy 20% 10% 0% Nel periodo , nella maggior parte dei casi, il crollo di una autocrazia elettorale è seguito da una transizione democratica.

42 LE TRANSIZIONI DI REGIME POST-COMUNISTE 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 Indice Freedom House, livello medio regionale Western Europe post-communist Latin America MENA sub-saharan Africa Asia Il blocco dei paesi ex comunisti è la regione che, nel corso della Terza Ondata, ha sperimentato i maggiori progressi rispetto al livello di partenza (il più basso). Ciononostante, il livello di democrazia regionale si è rapidamente assestato su valori intermedi. Tale valore intermedio nasconde tuttavia un alto livello di varianza sub-regionale.

43 Freedom House status 2010 Libero (9 paesi) Parzialmente libero (5 paesi) Non libero (7 paesi) Le transizioni post-comuniste sono state innescate dallo stesso evento (la crisi e il successivo crollo dell URSS), sono avvenute nello stesso momento ( ), e sono accadute in paesi resi simili dall esperienza socialista. Ciononostante, hanno avuto esiti diversi. Esse confermano che il crollo di un regime autoritario non implica necessariamente l instaurazione (e/o il consolidamento) della democrazia.

44 Come spiegare i diversi esiti delle transizioni post-comuniste? McFaul (2002): Occorre guardare alle élites e, in particolare a: Distribuzione del potere tra le varie fazioni all indomani della caduta del regime Preferenze ideologiche della fazione che più forte Tre possibili combinazioni e tre diversi esiti corrispondenti: C è una forte asimmetria nella distribuzione del potere tra le fazioni emerse dalla caduta del regime? No Si Regime ibrido (parzialmente libero) Quali sono le preferenze ideologiche della fazione che ha prevalso? Democrazia Autocrazia

45 Altri (non tutti) fattori che hanno contribuito a determinare le traiettorie di regime dei paesi post-comunisti: Fattori strutturali / eredità del passato Frammentazione etnica (e come è stata gestita) Statualità Fattori internazionali Allargamento UE «Near abroad» della Russia Relazioni con l Occidente (commercio, migrazioni, ecc.) Fattori concomitanti Liberalizzazione economica (economia pianificata economia di mercato) (proprietà, investimenti, scambi, finanza, moneta, lavoro)

46 DEMOCRATIZZAZIONE E LIBERALIZZAZIONE ECONOMICA Argomenti sulla compatibilità Democrazia e economia di mercato si basano su uno stesso principio, la competizione. Se i cittadini non sono liberi nella sfera economica, difficilmente potranno esserlo nella sfera politica. Nella misura in cui l economia di mercato favorisce lo sviluppo economico, essa è anche favorevole alla democratizzazione di un paese. Argomenti sulla incompatibilità L economia di mercato tende a creare disuguaglianze socioeconomiche, che possono tradursi in disuguaglianze politiche. Liberalizzare l economia spesso richiede assumere politiche «dure» (es. tagli alla spesa pubblica) per i cittadini, dal cui voto i governi dei paesi democratici dipendono.

47 Economic freedom (Heritage Foundation, 0-100) Armenia Georgia Kazakhstan Kyrgyzstan Moldova Ukraine 40 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 Democracy (V-Dem, 0-1) Nel 2010, i paesi post-comunisti più democratici hanno tutti livelli di libertà economica piuttosto alti. I regimi ibridi hanno livelli di libertà economica molto diversi tra loro. Alcuni dei nuovi regimi autocratici della regione hanno comunque liberalizzato l economia.

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