PERCORSO DIDATTICO di MATEMATICA. La classe nella quale svolgo questo intervento didattico è la IV A dell Istituto Tecnico per Geometri di Grosseto.
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- Irene Cuomo
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1 1 PERCORSO DIDATTICO di MATEMATICA La classe nella quale svolgo questo intervento didattico è la IV A dell Istituto Tecnico per Geometri di Grosseto. Primo incontro Quando sono entrato in classe ho intuito una certa diffidenza da parte dei ragazzi perché non mi conoscono ed io non conosco loro infatti è il primo incontro. Per rendere l atmosfera meno tesa mi presento e li metto al corrente del mio titolo di studio e dove l ho conseguito; aggiungo che diversi anni fa anch io ero seduto in un banco di questo Istituto, proprio come loro adesso. Il clima si fa più rilassato e dopo alcune domande rivoltemi dagli alunni, spiego loro che dopo la laurea non pensavo minimamente rientrare nella scuola come insegnante, ma l insegnamento mi ha scelto tramite una proposta di supplenza con pochissimo tempo per decidere se accettare o meno. Da quel giorno sono passati un po di anni, ho insegnato in diverse scuole superiori di Grosseto con la convinzione di aver fatto la scelta giusta. Dopo aver soddisfatto le loro curiosità nei miei confronti, il dialogo si fa più aperto e cerco di coinvolgerli sempre di più nella conversazione facendoli parlare di loro stessi, come è maturata la scelta di venire in questa scuola, dei loro interessi sportivi e non, dei loro hobbies e di come occupano il tempo libero, dopo di che li informo sul metodo che vorrei utilizzare durante l anno scolastico basato sul dialogo collettivo. I ragazzi inizialmente rimangono un po sorpresi ma chiarisco subito che questo metodo è parte di un progetto portato avanti dalle professoresse universitarie Manuela Moscucci e Maria Piccione che si occupano di didattica della matematica, il loro obiettivo principale è capire le difficoltà incontrate dagli alunni in matematica e di aiutarli a superarle. Applicare questo metodo fa si che gli argomenti spiegati durante la lezione rimangano fissati nella mente per un tempo maggiore del solito perché viene sfruttata la memoria a lungo termine, quindi serve ad avviare i ragazzi ad un apprendimento di tipo significativo, perché in grado di far evolvere l assetto del patrimonio cognitivo. Le ore di lezione così impiegate non devono essere considerate come una perdita di tempo perché innanzitutto a me non piace perdere del tempo e sarebbe scorretto nei confronti dei ragazzi per il loro futuro. Termina così il primo incontro con i ragazzi e lascio un ambiente più disteso e sereno.
2 Secondo incontro In questo incontro cerco di ricostruire il curricolo affettivo in matematica che hanno avuto i ragazzi negli anni scolastici precedenti. All inizio della lezione chiedo alla classe se ha ripensato e riflettuto su ciò che era stato detto nel precedente incontro e se ci sono delle domande da pormi o avere degli ulteriori chiarimenti; i ragazzi appaiono sicuramente più partecipi e interessati all argomento trattato. Dopo aver risposto ad alcune domande comincio a parlare del lavoro che andremo a svolgere nelle ore successive, comunico che questo elaborato cerca di ricostruire la loro storia con la matematica, con l obbiettivo di conoscere le cause delle difficoltà incontrate in matematica a tutt oggi. Distribuisco le fotocopie con la traccia da seguire raccomandandomi di leggerla con attenzione ed in silenzio e se ci sono delle domande, un alunno mi chiede se è un tema sulla matematica allora rispondo che questo elaborato fa parte del progetto spiegato nel precedente incontro. Preciso che non mi interessa la grammatica, la sintassi e l ortografia, che l elaborato può essere consegnato con indicato il solo nome o in forma anonima e che lo leggerò solo io. Mentre i ragazzi lavorano io mi muovo tra i banchi senza soffermarmi a leggere ciò che hanno scritto. Dalla lettura degli elaborati emergono cause diverse dei problemi che i ragazzi hanno con la matematica, c è chi ha avuto problemi con gli insegnanti delle scuole elementari come Francesca che scrive: non avevo problemi con la materia ma con l insegnante che era severa e fin troppo rigorosa per i bambini di prima elementare o come Sarah che dice; nei cinque anni delle scuole elementari non ho mai avuto problemi con la matematica, una materia che mi piaceva, ma piuttosto difficile era il rapporto con la maestra con la quale esisteva sempre un motivo per non andare d accordo. Anche i problemi di Luca iniziano alle scuole elementari questa volta dovuti all avvicendamento dei maestri non solo all inizio ma anche durante l anno scolastico, questo continuo cambiamento degli insegnanti ma soprattutto del metodo di insegnamento ha creato confusione portandolo a non amare la matematica, mentre Riccardo non ricorda con piacere le maestre elementari perché facevano di tutto fuorché insegnare la matematica, fumavano in classe con la finestra aperta, oppure erano assenti. La maggior parte dei ragazzi hanno incontrato delle difficoltà, per lo studio della matematica, nella scuola media inferiore ed anche qui le cause sono diverse, ad esempio prendiamo il caso di Marlene che scrive: alla scuola media avevo una professoressa che oltre a matematica mi insegnava anche scienze ed era iscritta al WWF, perciò invece di spiegare la matematica ci parlava dei gatti e degli animali in genere, In altri casi il professore di matematica spiega ma i ragazzi non riescono a seguirlo, come dice Marco i problemi sono sorti alle medie, dove il professore 2
3 3 spiegava male e io non ci capivo niente ed i risultati si sono visti alla scuola superiore, dello stesso avviso un altro alunno che ricorda avevo una professoressa che non sapeva spiegare, si metteva alla lavagna scriveva delle formule e tutto finiva lì. Nella classe ci sono però alcuni ragazzi che ricordano con piacere il loro rapporto con la matematica negli anni scolastici precedenti come Jacopo che scrive: non ho mai avuto problemi con la matematica, ricordo con piacere la maestra elementare che mi ha insegnato le tabelline usando una cassettina gialla con dentro dei mattoncini colorati che servivano a farci capire il significato delle unità, decine, centinaia ecc., mentre alle medie inferiori ho avuto un piccolo problema con il professore di matematica perché aveva la pretesa di farci studiare e ripetere i concetti senza capire, mi sembrava di essere in una classe di pappagalli Dalla lettura degli scritti deriva un quadro abbastanza preciso nella maggioranza dei casi, i ragazzi hanno vissuto episodi che sono loro rimasti impressi e sono la causa delle attuali difficoltà nella matematica. Nessuno di loro ha indicato nella materia la causa principale delle proprie difficoltà, ma bensì negli insegnanti siano essi delle scuole elementari o delle scuole medie inferiori (stigmatizzando il loro comportamento o il loro metodo didattico). I pochi alunni che non hanno delle difficoltà in matematica ricordano con piacere sia gli insegnanti che i metodi da loro applicati (ad esempio la scatolina gialla), purtroppo sono la minoranza. Terzo incontro Riconsegno gli elaborati agli alunni sui quali nasce uno scambio di idee, io ne approfitto per chiedere chiarimenti ad alcuni ragazzi su ciò che hanno scritto. Ad un certo punto ho chiesto loro una maggiore attenzione spiegando che il lavoro della mattina consiste nello scrivere subito, senza pensare, quale immagine mentale vedono nel momento in cui pronuncio una parola. Chiedo se hanno capito e se ci sono delle domande, dopo di che pronuncio la parola: matematica. Negli elaborati i ragazzi, compresi coloro con un buon profitto, associano la matematica ad immagini totalmente negative, ad esempio Jacopo la identifica con un pozzo senza fondo, altri a una infinità di numeri, calcoli complicatissimi, insegnanti avuti negli anni precedenti dei quali non conservano un buon ricordo. Alcuni alunni hanno dato una risposta che mi ha colpito perché per loro la matematica è il nulla (affermano che non gli viene in mente niente), quindi questi ragazzi sono completamente indifferenti e il loro interesse per la materia è molto molto scarso tanto da non associarla ad alcuna immagine. Una risposta singolare è quella di Matteo che scrive: non mi viene in mente niente perché la matematica è legata al ragionamento e il ragionamento non ha forma.
4 4 Quarto incontro Spiego agli alunni che il lavoro odierno consiste nel completare alcune frasi e rispondere a sei domande e dico che anche questa attività è compresa nel progetto che ho illustrato nel primo incontro. Distribuisco ai ragazzi il materiale ripetendo loro che non mi interessa la forma, la grammatica e la sintassi ma ciò che esprimono. Dalla lettura delle risposte mi rendo conto che la matematica è vissuta dalla classe in modo del tutto negativo. La prima frase ( per riuscire bene in matematica occorre ) è stata completata dai ragazzi con molti luoghi comuni come: è necessario applicarsi con impegno, oppure fare molti esercizi, altra risposta esserci portati, qualcuno ha scritto avere un buon insegnante che sappia spiegare bene ed avere un giusto metodo di studio. Nella seconda frase i ragazzi devono scegliere tra: la matematica serve o penso che la matematica non serva perché. Le risposte sono state diverse tipo la matematica serve a molte cose però non hanno specificato a cosa serve; altri scrivono che serve a velocizzare il ragionamento ; altri affermano che la matematica non serve a nulla oppure non serve tutta la matematica perché non vedono l applicazione nella vita quotidiana. Alle frasi del secondo gruppo ( io vorrei che la prof./il prof. di matematica mi piacerebbe che le lezioni di matematica ) la maggior parte dei ragazzi ha risposto che l insegnante spiegasse meglio e in modo più chiaro, alla seconda frase invece che lezioni fossero più interessanti e coinvolgenti. Nel terzo gruppo di frasi gli alunni devono esprimere cosa provano e come si sentono quando fanno un compito di matematica o quando vengono interrogati. La risposta è stata praticamente unanime manifestando preoccupazione e insicurezza nell affrontare sia il compito che l interrogazione. Dopo aver terminato questa fase del lavoro, la classe risponde alle ultime domande che si riferiscono all intelligenza. Anche in questo caso gli alunni hanno risposto con molti luoghi comuni del tipo: intelligenti si nasce, intelligenti ci si diventa, l intelligenza è la capacità di saper risolvere velocemente i vari problemi che si incontrano sia nella vita che a scuola, l intelligenza è un bene prezioso ed infine qualcuno non è riuscito a dare una definizione. Per gli alunni una persona intelligente è colui che riesce a cavarsela nel miglior modo possibile in qualunque situazione si trovi; altri riconoscono una persona intelligente dall aspetto fisico o caratteriale (persona boriosa, scontrosa, piena di se). Curiosa è stata la risposta di Marco: spesso la gente confonde la cultura con l intelligenza. La maggior parte dei ragazzi è dell opinione che il miglioramento dell intelligenza nel tempo è dovuto all esperienza nel campo lavorativo o alle esperienze di vita, mentre alcuni pensano che l intelligenza non si può modificare.
5 Nell ultima risposta una buona parte degli alunni si ritiene intelligente perché gli è stato detto dai genitori o dagli amici mentre una piccola percentuale ritiene di essere una persona normale e una sole ragazza non pensa di essere una persona intelligente. 5
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