DIPARTIMENTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE E DI COMUNITA RELAZIONE SULLA PERFORMANCE 2015

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1 DIPARTIMENTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE E DI COMUNITA RELAZIONE SULLA PERFORMANCE Maggio 2016

2 INDICE 1 PRESENTAZIONE SINTESI DELLE INFORMAZIONI DI INTERESSE PER I CITTADINI E GLI ALTRI STAKEHOLDER ESTERNI IL CONTESTO ESTERNO DI RIFERIMENTO L AMMINISTRAZIONE (COSA FACCIAMO E COME OPERIAMO) I RISULTATI RAGGIUNTI (L AMMINISTRAZIONE IN CIFRE) LE CRITICITA E LE OPPORTUNITA OBIETTIVI: RISULTATI RAGGIUNTI E SCOSTAMENTI ALBERO DELLA PERFORMANCE OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI E PIANI OPERATIVI OBIETTIVI INDIVIDUALI RISORSE, EFFICIENZA ED ECONOMICITA PARI OPPORTUNITA E BILANCIO DI GENERE IL PROCESSO DI REDAZIONE DELLA RELAZIONE SULLA PERFORMANCE FASI, SOGGETTI, TEMPI E RESPONSABILITA PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL CICLO DELLA PERFORMANCE

3 1- PRESENTAZIONE La presente porzione della Relazione sulla Performance del Ministero della Giustizia evidenzia a consuntivo i risultati raggiunti nel corso dell anno precedente relativamente alla Giustizia Minorile con riferimento alla missione istituzionale, alle priorità politiche, alle strategie, agli obiettivi, ai progetti e alle risorse disponibili. In questo documento si relaziona solo ed esclusivamente sulla gestione della Giustizia Minorile. Il nuovo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, previsto dal D.P.C.M. 15 giugno 2015, n. 84, è stato organizzato, o meglio sarà organizzato, solo nel La Relazione rappresenta l ultimo passaggio del ciclo di gestione e in particolare del ciclo di gestione della performance. Nel ciclo di gestione l Amministrazione Centrale elabora il Documento di Programmazione Generale DPG contenente le strategie, i programmi/obiettivo, le direttive, le linee guida, le risorse a disposizione dell Amministrazione e la ripartizione di queste tra i centri di spesa centrali e territoriali. Questi ultimi elaborano a loro volta i Documenti di Programmazione Distrettuale DPD che, ricalcando lo stesso schema del Documento di Programmazione Generale, indicano gli obiettivi e le attività, nonché la ripartizione delle risorse finanziarie assegnate tra gli uffici e servizi minorili presenti sul territorio di propria competenza. Il DPD e i DPG costituiscono, nel loro insieme, una completa descrizione, dal generale al particolare, delle attività programmate. Questi strumenti, indispensabili per la quotidiana attività di tutti gli uffici e servizi dell Amministrazione, sono il presupposto per l avvio della costante attività di monitoraggio e dell attività di rendicontazione e verifica finale. L attività di rendicontazione interessa l Amministrazione centrale e i Centri per la Giustizia Minorile, questi ultimi elaborano il Rendiconto distrettuale RD mentre l Amministrazione centrale, per il momento, elabora il Rendiconto Generale RG i cui contenuti sono ampiamente riportati nella presente relazione sulla performance. La porzione della Relazione sulla Performance relativa alla Giustizia Minorile ovvero alle competenze del Dipartimento per la Giustizia Minorile, nella sua articolazione, illustra: - l identità dell Amministrazione e il suo mandato istituzionale; - i numeri dell Amministrazione; - i risultati raggiunti e gli eventuali scostamenti rilevati per gli obiettivi strategici e strutturali (operativi) delle Direzioni Generali e di alcuni Uffici Centrali; - il quadro di coerenza finanziaria ed economica; - le pari opportunità. In futuro, ridisegnando i tempi di elaborazione della documentazione a livello centrale e a livello territoriale, e disponendo delle risorse umane necessarie, si può prevedere l inserimento nella Relazione sulla performance anche delle informazioni desumibili dai Rendiconti Distrettuali sopra indicati. 3

4 2 - SINTESI DELLE INFORMAZIONI DI INTERESSE PER I CITTADINI E GLI ALTRI STAKEHOLDER ESTERNI 2.1 IL CONTESTO ESTERNO DI RIFERIMENTO Il Dipartimento per la Giustizia Minorile, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 2001 n. 55, esercita le funzioni e i compiti concernenti l area funzionale dei servizi relativi alla giustizia minorile, previsti dall articolo 16 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 300: svolgimento dei compiti assegnati dalla legge al ministero della giustizia in materia di minori e gestione amministrativa del personale e dei beni ad essi relativi. In particolare, il Dipartimento per la Giustizia Minorile svolge le funzioni attribuite dalla legge in materia di: - Attuazione dei provvedimenti penali emessi dall'autorità Giudiziaria Minorile - Sottrazione internazionale di minori - Protezione giuridica dei minori - Studi, ricerche e progetti in collaborazione con Enti di Ricerca, Università - Accordi di cooperazione con Enti Locali, Territoriali e del privato sociale. L attività dei servizi minorili della Giustizia è essenzialmente orientata a fronteggiare il fenomeno della devianza minorile attraverso un articolata azione di prevenzione e di recupero e mediante il più ampio coinvolgimento delle strutture della rete sociale e un costante rapporto con la magistratura minorile. L introduzione della normativa D.L n. 92, convertito in Legge n. 117 dell , ha ampliato le competenze ai Servizi Minorili della Giustizia per il prolungamento delle permanenze nel circuito penale minorile dei maggiorenni sino al 25 anno di età (21 anni in precedenza). Il Dipartimento Giustizia Minorile garantisce, altresì, il funzionamento degli Uffici Giudiziari Minorili (Tribunali per i Minorenni e relative Procure) di Bologna, Caltanissetta, Catanzaro, Firenze, L Aquila, Napoli, Palermo, Potenza, Torino, Venezia e Roma. 4

5 2.2 - L AMMINISTRAZIONE (COSA FACCIAMO E COME OPERIAMO) L'Amministrazione centrale del Dipartimento per la Giustizia Minorile si compone di tre Direzioni Generali ed un Ufficio del Capo del Dipartimento. Insieme concorrono alla realizzazione degli interventi di giustizia minorile e all'attuazione dei provvedimenti giudiziari attraverso la gestione degli approvvigionamenti, delle risorse materiali e delle strutture e attraverso una adeguata amministrazione, sviluppo, valorizzazione e formazione delle risorse umane: Direzione generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari: esecuzione dei provvedimenti dell Autorità giudiziaria minorile attraverso le articolazioni periferiche dipartimentali, istituzionali e non; organizzazione, programmazione, monitoraggio e verifica dell operatività dei Centri per la Giustizia Minorile e dei Servizi Minorili; collaborazione alle azioni di prevenzione e contrasto della devianza. Protocolli d intesa, progetti e convenzioni, attivazione di reti interistituzionali a livello nazionale ed internazionale, per il rafforzamento del sistema delle politiche sociali e delle opportunità educative finalizzate al trattamento e al reinserimento sociale e lavorativo dei minori e giovani adulti dell'area penale. Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi: acquisizione e gestione dei beni mobili e dei servizi; acquisizione, progettazione e gestione beni immobili; procedure contrattuali. Direzione generale del personale e della formazione: assunzione e amministrazione del personale e dei dirigenti; formazione e aggiornamento professionale del personale civile e di Polizia penitenziaria ed organizzazione delle relative strutture; relazioni sindacali; disciplina. Il Capo del Dipartimento, attraverso i propri uffici di staff, svolge altresì i seguenti compiti: - adempimenti connessi alla formazione del bilancio di previsione e del conto consuntivo, della legge finanziaria e della legge di assestamento del bilancio; adempimenti contabili, attività ispettiva; - adempimenti connessi alla qualità di autorità centrale convenzionale, ai sensi delle leggi 15 gennaio 1994, n. 64, e 23 dicembre 1992, n. 524, e ogni altra competenza conferita dalle leggi, dai regolamenti e dagli strumenti internazionali ratificati ed aventi vigore nello Stato; rapporti con le Autorità giudiziarie italiane ed estere; attività inerenti la nomina dei componenti esperti dei tribunali per i minorenni; - contenzioso relativo ai rapporti di lavoro ed alle altre materie di competenza del Dipartimento. Nel 2016 sarà applicato il D.P.C.M. 15 giugno 2015, n. 84 e quindi il Dipartimento per la Giustizia Minorile confluirà nel nuovo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. In questo paragrafo è descritta l organizzazione del Dipartimento per la Giustizia Minorile Sul territorio nazionale operano per la Giustizia Minorile: Centri per la Giustizia Minorile (12) - Organi del decentramento amministrativo con territorio di competenza generalmente pluriregionale, corrispondente anche a più Corti d Appello. Essi esercitano funzioni di programmazione tecnica ed economica, secondo le direttive centrali, coordinamento, controllo e verifica nei confronti dei Servizi Minorili da essi dipendenti (Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni, Istituti Penali per i Minorenni, Centri di Prima Accoglienza, Comunità) e di collegamento con gli Enti locali in base alla normativa vigente e alle direttive emanate dall articolazione dipartimentale centrale. Stipulano, fra l altro, convenzioni e protocolli d intesa con Enti pubblici, del privato sociale e con le Università. Da essi dipendono: Istituti Penali per Minorenni (19) - Assicurano l esecuzione dei provvedimenti dell Autorità Giudiziaria quali la custodia cautelare, detentiva o l espiazione di pena dei minorenni autori di 5

6 reato. Gli I.P.M. ospitano anche ultradiciottenni, fino al compimento dei 25 anni, quando il reato sia stato commesso prima del compimento della maggiore età. Tali strutture hanno un organizzazione funzionale ad un azione educativa sempre più integrata con gli altri Servizi della Giustizia minorile e del territorio. Negli I.P.M. vengono garantiti i diritti soggettivi dei minori alla crescita armonica psico-fisica, allo studio, alla salute, con particolare riguardo alla non interruzione dei processi educativi in atto ed al mantenimento dei legami con le figure significative. In accordo con la normativa vigente ed al fine di attivare processi di responsabilizzazione e maturazione dei minorenni, vengono organizzate in I.P.M. attività scolastiche, di formazione professionale, di animazione culturale, sportiva, ricreativa e teatrale. Centri di Prima Accoglienza (25) - Ospitano i minorenni in stato di arresto, fermo o accompagnamento sino all udienza di convalida (entro le 96 ore) assicurando la permanenza degli stessi, senza caratterizzarsi come strutture di tipo carcerario. L équipe del Centro predispone una prima relazione informativa sulla situazione psico-sociale del minorenne e sulle risorse territoriali disponibili con l obiettivo di fornire all Autorità Giudiziaria competente tutti gli elementi utili ad individuare, in caso di applicazione di misura cautelare, quella più idonea alla personalità del minorenne. Comunità (12) - Rispondono al duplice mandato istituzionale di assicurare l esecuzione delle misure penali e di restituire il minorenne al contesto sociale di appartenenza. Con l obiettivo di avviare un processo di responsabilizzazione, viene attuato un programma educativo individualizzato, cui aderisce il minore, e che tiene conto delle risorse personali e familiari dello stesso e delle opportunità offerte dal territorio. Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (29) Forniscono assistenza ai minorenni sottoposti a procedimento penale in ogni stato e grado del procedimento penale. Attuano gli interventi previsti dalla legge contro la violenza sessuale e quelli previsti dalla Convenzione de l Aja. Forniscono, inoltre, elementi conoscitivi concernenti il minorenne soggetto a procedimento penale e concrete ipotesi progettuali concorrendo alle decisioni dell Autorità Giudiziaria Minorile (A.G.). Gli U.S.S.M. svolgono attività di sostegno e controllo nella fase di attuazione del provvedimento dell A.G. a favore dei minori sottoposti a misure cautelari non detentive in accordo con gli altri Servizi Minorili della Giustizia e degli Enti locali. Centri diurni polifunzionali (3) Sono Servizi minorili non residenziali per l accoglienza diurna dei minori. Offrono attività educative, di studio e formazione lavoro nonché ludico-ricreative e sportive dirette ai minori e giovani adulti del circuito penale con possibilità di accoglienza di minori in situazione di devianza, disagio sociale e a rischio, anche non sottoposti a procedimento penale. Si segnalano inoltre, le seguenti unità organizzative di livello dirigenziale: Istituto Centrale di Formazione Cura la formazione attraverso le tre scuole per il personale, ubicate in Castiglione delle Stiviere (MN), Roma e Messina. Garantisce a tutto il personale la formazione iniziale e l aggiornamento permanente sui metodi di lavoro, le tecniche e gli strumenti di valutazione dei processi e degli interventi. Studi, ricerche e attività internazionali Svolge attività di studio, ricerca e progettazione in ambito nazionale e internazionale al fine di ampliare il patrimonio culturale del personale per meglio gestire gli interventi sul disagio adolescenziale e la devianza minorile. 6

7 Gestisce il CEuS (Centro Europeo di Studi) di Nisida (NA), un polo avanzato di studio, di ricerca e di documentazione sulla devianza e il disagio minorile, nodo essenziale nella rete di rapporti e conoscenze scientifiche internazionali. Cura la pubblicazione di Nuove Esperienze di giustizia minorile, rivista internazionale di studi e riflessioni (quadrimestrale) e Numeri Pensati, monografie tematiche di approfondimento. Autorità Centrali Convenzionali Gestisce le attività inerenti l attuazione delle convenzioni e dei regolamenti: - Convenzione in materia di protezione dei minori (L Aja ) (tutela dei minori a rischio e dei loro beni). - Convenzione europea relativa al rimpatrio dei minori, fatta a L'Aja il 28 maggio Convenzione sul riconoscimento delle decisioni in materia di affidamento dei minori e di ristabilimento dell affidamento (Lussemburgo ). - Convenzione sugli aspetti civili della Sottrazione Internazionale di Minori (L Aja ) (istanze di rimpatrio dei minori e esercizio del diritto di visita). - Regolamento n. 2201/2003 del Consiglio del (detto anche Bruxelles II Bis) (competenza, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale). - Convenzione sull esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti dei figli e di altri membri della famiglia (L Aja ). - Regolamento n. 4/2009 del Consiglio del (competenza, legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni e cooperazione in materia di obbligazioni alimentari). 7

8 2.3 - I RISULTATI RAGGIUNTI (L AMMINISTRAZIONE IN CIFRE) AREA PENALE anno Ingressi di minori nei Centri di Prima Accoglienza (esclusi trasferimenti) Ingressi di minori negli Istituti Penali (esclusi trasferimenti) Ingressi di minori nelle Comunità (ministeriali e private) (esclusi trasferimenti) Presenza media giornaliera nei Centri di Prima Accoglienza 12 - Presenza media giornaliera negli Istituti Penali Presenza media giornaliera nelle Comunità (ministeriali) 45 - Presenza media giornaliera nelle Comunità (private) Minori in carico agli Uffici di Servizio Sociale AREA CIVILE anno Minori seguiti dagli Uffici di Servizio Sociale vittime di reati sessuali (artt. 609 bis, 609 quater, 609 quinquies, 609 octies c.p.) Minori seguiti dagli Uffici di Servizio Sociale vittime di altre forme di sfruttamento e Maltrattamento (reati previsti dagli artt. 572, 600, 600 bis, 600 ter, 600 quinquies, 601, 602, 609 undecies,612 bis c.p.) Minori seguiti dagli Uffici di Servizio Sociale ai sensi L. 64/94 (sottrazione internazionale) 17 AREA INTERNAZIONALE anno 2015 Casi trattati alle Autorità Centrali - riferiti alla Convenzione L Aja 1961 (protezione minori) 7 - riferiti alla Convenzione L Aja 1980 (sottrazione internazionale) riferiti al Regolamento CE 2201/ Bruxelles II bis (responsabilità genitoriale) riferiti al Regolamento CE 4/2009 (obbligazioni alimentari) riferiti alla Convenzione L Aja 2007 (obbligazioni alimentari) 11 PERSONALE IN ORGANICO - Personale dirigente generale 3 - Personale dirigente non generale 16 - Personale dirigente penitenziario esecuzione penale 34 - Personale dirigente penitenziario - esaurimento 5 - Magistrati 3 - Personale qualifiche comparti ministeri Personale di Polizia Penitenziaria Cappellani (personale aggregato) 19 - Insegnanti Ministero Pubblica Istruzione (pagamento indennità) 120 8

9 CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA Tabella 1 - Ingressi nei Centri di prima accoglienza negli anni dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Grafico 1 - Ingressi nei Centri di prima accoglienza negli anni dal 2006 al 2015, secondo la nazionalità. Tabella 2 Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell anno 2015, secondo la nazionalità e il sesso. Età Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf minori di 14 anni anni anni anni anni anni e oltre Totale

10 Tabella 3 - Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell anno 2015, secondo la provenienza e il sesso. Paesi di provenienza Sesso maschi femmine Totale Italia Altri Paesi dell'unione Europea di cui: Croazia Romania Altri Paesi europei di cui: Albania Bosnia-Erzegovina Serbia Africa di cui: Egitto Gambia Marocco Tunisia America Asia Apolide Totale La tabella riporta il dettaglio dei Paesi per i quali il numero di minori è risultato pari o superiore a 10. Tabella 4 Reati a carico dei minori entrati nei Centri di prima accoglienza nell anno 2015, secondo la categoria. Reati Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Contro la persona di cui: omicidio volontario consumato omicidio volontario tentato lesioni personali volontarie violenza privata, minaccia Contro famiglia, moralità pubblica, buon di cui: maltrattamenti in famiglia Contro il patrimonio di cui: furto rapina estorsione danni ricettazione Contro lo Stato, altre istituzioni, ordine di cui: violenza, resistenza, oltraggio Stupefacenti Falsità in atti e persone Armi Codice della strada Norme in materia di immigrazione Altri reati Totale La tabella riporta il dettaglio delle tipologie di reato con frequenza pari o superiori a 10 o di particolare gravità. I dati sono riferiti ai reati per i quali i minori sono entrati in CPA; il numero dei reati è superiore al numero degli ingressi in quanto un minore può essere entrato nella struttura per uno o più reati. 10

11 Tabella 5 - Ingressi e presenza media giornaliera nei Centri di prima accoglienza nell anno 2015, per sede di CPA. CPA Ingresso stabile Presenza media giornaliera Torino 94 0,7 Genova 25 0,2 Milano 184 1,7 Brescia 25 0,2 Treviso 54 0,5 Trieste 17 0,2 Trento 1 0,0 Bologna 61 0,5 Firenze 79 0,7 Roma 436 4,0 Ancona 6 0,0 L'Aquila 24 0,2 Napoli 158 1,3 Nisida (NA) 4 0,0 Salerno 10 0,1 Bari 41 0,3 Lecce 16 0,2 Taranto 2 0,0 Catanzaro 4 0,0 Reggio Calabria 4 0,0 Potenza 1 0,0 Palermo 76 0,6 Messina 8 0,1 Caltanissetta 10 0,1 Catania 87 0,8 Cagliari 8 0,0 Sassari 3 0,0 Totale ,5 Tabella 6 Uscite dai Centri di prima accoglienza nell anno 2015, secondo il provvedimento di dimissione, la nazionalità e il sesso. Uscite Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Con applicazione misura cautelare Prescrizioni Permanenza in casa Collocamento in comunità Custodia cautelare Altre uscite Remissione in libertà Minore di 14 anni Minore in stato gravidanza Decorrenza dei termini Mancanza di altri presupposti Maggiorenne Totale

12 COMUNITA Tabella 7 Collocamenti in Comunità negli anni dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Grafico 2 Collocamenti in Comunità negli anni dal 2006 al 2015, secondo la nazionalità. Tabella 8 Collocamenti in Comunità nell anno 2015, secondo il motivo, la nazionalità e il sesso. Motivo Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Per arresto o accompagnamento a seguito di flagranza Per misura cautelare del collocamento in comunità Da prescrizioni, per trasformazione misura Da permanenza in casa, per trasformazione misura Da IPM, per trasformazione misura Da IPM, per fine aggravamento Per messa alla prova Per applicazione misure alternative Per misura di sicurezza Per libertà controllata Totale

13 Tabella 9 Collocamenti in Comunità nell anno 2015, per età, nazionalità e sesso. Età Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf meno di 14 anni anni anni anni anni giovani adulti Totale Tabella 10 - Collocamenti in Comunità nell anno 2015, secondo la provenienza e il sesso. Paesi di provenienza Sesso Totale maschi femmine Italia Altri Paesi dell'unione Europea di cui: Croazia Romania Altri Paesi europei di cui: Albania Bosnia-Erzegovina Moldova Serbia Africa di cui: Egitto Gambia Marocco Senegal Tunisia America Asia Apolide Totale La tabella riporta il dettaglio dei Paesi per i quali il numero di minori è risultato pari o superiore a

14 Tabella 11 Reati a carico dei minori collocati in Comunità nell anno 2015, secondo la categoria. Italiani Stranieri Totale Reati m f mf m f mf m f mf Contro la persona di cui: omicidio volontario consumato omicidio volontario tentato percosse lesioni personali volontarie violenza privata, minaccia violenze sessuali ingiurie e diffamazioni Contro famiglia, moralità pubblica, buon costume di cui: maltrattamenti in famiglia Contro il patrimonio di cui: furto rapina estorsione danni a cose ricettazione Contro lo Stato, altre istituzioni e l'ordine pubblico di cui: violenza, resistenza a P.U Stupefacenti Falsità in atti e persone Armi Codice della strada Altri reati Totale La tabella riporta il dettaglio delle tipologie di reato con frequenza pari o superiore a 10. I dati sono riferiti ai reati per i quali i minori sono stati collocati in Comunità; il numero dei reati è superiore al numero degli ingressi in quanto un minore può essere entrato nella struttura per uno o più reati. Tabella 12 Presenza media giornaliera nelle Comunità nel periodo dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf

15 Grafico 3 Presenza media giornaliera nelle Comunità nel periodo dal 2006 al 2015, secondo la nazionalità Italiani Stranieri Totale Tabella 13 - Ingressi e presenza media giornaliera nelle Comunità nell anno Comunità ministeriali e private. a. Comunità ministeriali Comunità ministeriali Collocamenti (compresi trasferimenti tra Comunità) Presenza media giornaliera Genova 13 3,0 Bologna 36 5,8 Nisida (NA) 18 1,7 Salerno 13 3,1 Santa Maria Capua Vetere 38 5,5 Lecce 22 5,4 Catanzaro 18 7,0 Reggio Calabria 10 4,3 Potenza 2 1,6 Caltanissetta 15 7,5 Totale ,9 b. Comunità private per Centro Giustizia Minorile inviante Comunità private per Centro Giustizia Minorile Collocamenti (compresi trasferimenti tra Comunità) Presenza media giornaliera Torino ,2 Milano ,4 Venezia ,4 Bologna ,0 Firenze 96 35,8 Roma ,4 L'Aquila 48 26,4 Napoli ,7 Bari 97 50,7 Catanzaro 12 10,3 Cagliari 69 31,3 Palermo ,3 Totale ,8 15

16 ISTITUTI PENALI PER I MINORENNI Tabella 14 Ingressi negli Istituti penali per i minorenni negli anni dal 2006 al 2015, secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Grafico 4 Ingressi negli Istituti penali per i minorenni negli anni dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità Italiani Stranieri Totale

17 Tabella 15 Ingressi negli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, per motivo, nazionalità e sesso. Motivo Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Per custodia cautelare Dalla libertà Da CPA Da prescrizioni, per trasformazione di misura Da permanenza in casa, per trasformazione misura Da comunità, per trasformazione di misura Da comunità per nuovo procedimento Da comunità, per aggravamento Da istituto penale per adulti Per esecuzione di pena Dalla libertà Da comunità Per revoca o sospensione misura alternativa Per revoca liberazione condizionale Per revoca libertà controllata Dagli arresti domiciliari (adulti) Da istituto penale per adulti Totale Tabella 16 Ingressi negli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, per età, nazionalità e sesso. Età Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf 14 anni anni anni anni giovani adulti Totale

18 Tabella 17 - Ingressi negli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, secondo la provenienza e il sesso. Paesi di provenienza Sesso maschi femmine Totale Italia Altri Paesi dell'unione Europea di cui: Croazia Romania Altri Paesi europei di cui: Albania Bosnia-Erzegovina Moldova Serbia Africa di cui: Egitto Marocco Senegal Tunisia America Asia 6-6 Apolide Totale La tabella riporta il dettaglio dei Paesi per i quali il numero di minori è risultato pari o superiore a 10. Tabella 18 Reati a carico dei minori entrati negli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, secondo la categoria. Reati Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Contro la persona di cui: omicidio volontario consumato omicidio volontario tentato lesioni personali volontarie violenza privata, minaccia, ingiurie e diffamazioni Contro il patrimonio di cui: furto rapina estorsione danni a cose ricettazione Contro Stato, altre istituzioni, ordine di cui: violenza, resistenza, oltraggio contro l'amministrazione Stupefacenti Falsità in atti e persone Armi Codice della strada Altri reati Totale La tabella riporta il dettaglio delle tipologie di reato con frequenza pari o superiore a 10. I dati sono riferiti ai reati per i quali i minori sono entrati in IPM; il numero dei reati è superiore al numero degli ingressi in quanto un minore può essere entrato nella struttura per uno o più reati. 18

19 Tabella 19 Uscite dagli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, secondo il motivo, la nazionalità e il sesso. Motivi di uscita Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Da custodia cautelare Decorrenza termini custodia cautelare Revoca della custodia cautelare Remissione in libertà Prescrizioni Permanenza in casa Collocamento in comunità (compresi fine aggravamento) Sospensione del processo e messa alla prova Arresti domiciliari Sospensione condizionale della pena Provvedimento del giudice a seguito di udienza Estradizione Da espiazione pena Espiazione della pena Differimento esecuzione pena Sospensione esecuzione pena Sospensione condizionale della pena Concessione liberazione anticipata Concessione libertà controllata Liberazione condizionale Affidamento in prova al servizio sociale Detenzione domiciliare Concessione Legge 199/ Trasferimenti a strutture per adulti A strutture per adulti Totale Tabella 20 Presenza media giornaliera negli Istituti penali per i minorenni nel periodo dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf

20 Grafico 5 Presenza media giornaliera negli Istituti penali per i minorenni nel periodo dal 2006 al 2015 secondo la nazionalità. Tabella 21 - Ingressi e presenza media giornaliera negli Istituti penali per i minorenni nell anno 2015, per sede. IPM Ingresso stabile Presenti al (compresi Presenza media trasferimenti tra giornaliera Milano IPM) ,1 50 Torino ,0 31 Pontremoli (MS) ,1 18 Treviso 68 14,4 16 Bologna 89 21,5 21 Firenze - attività temporaneamente sospesa 0 0,0 0 Roma ,0 61 L'Aquila - attività temporaneamente sospesa 0 0,0 0 Nisida (NA) ,7 52 Airola (BN) 70 28,2 23 Bari ,6 19 Lecce - attività temporaneamente sospesa 0 0,0 0 Catanzaro 42 17,3 17 Potenza 22 9,1 10 Palermo 54 29,4 34 Caltanissetta 27 9,9 12 Acireale (CT) 55 18,9 19 Catania 86 52,0 53 Quartucciu (CA) 26 8,0 5 Totale ,

21 Tabella 22 Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni alla data del 31 dicembre 2015, per posizione giuridica, età, nazionalità e sesso. Italiani. Posizione giuridica anni anni giovani adulti Totale m f mf m f mf m f mf m f mf In attesa di 1 giudizio Appellanti Ricorrenti Mista senza definitivo Definitivi Mista con definitivo Totale Stranieri. Posizione giuridica anni anni giovani adulti Totale m f mf m f mf m f mf m f mf In attesa di 1 giudizio Appellanti Ricorrenti Mista senza definitivo Definitivi Mista con definitivo Totale Totale. Posizione giuridica anni anni giovani adulti Totale m f mf m f mf m f mf m f mf In attesa di 1 giudizio Appellanti Ricorrenti Mista senza definitivo Definitivi Mista con definitivo Totale

22 UFFICI DI SERVIZIO SOCIALE PER I MINORENNI Tabella 23 Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni negli anni dal 2007 al 2015 secondo la nazionalità e il sesso. Anni Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Grafico 6 Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni negli anni dal 2007 al 2015 secondo la nazionalità. Grafico 7 Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015 secondo il periodo di presa in carico. 22

23 Tabella 24 Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015 per alcune specifiche tipologie di provvedimenti, secondo la nazionalità e il sesso. Provvedimenti Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf Denuncia a piede libero Denuncia con ingresso in comunità Ingresso in CPA Misura cautelare Messa alla prova Misure alternative alla detenzione Esecuzione pena Sanzioni sostitutive Misure di sicurezza N.B.: Alcuni minori sono stati in carico per più provvedimenti nel corso dell anno 2015; nella tabella sono considerati in corrispondenza di ciascuna tipologia di provvedimento per cui sono stati in carico. I dati riguardano sia i provvedimenti emessi nel corso dell anno 2015 sia i provvedimenti in esecuzione da periodi precedenti. Tabella 25 - Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015, secondo l età nel periodo considerato, la nazionalità e il sesso. Età nel periodo Italiani Stranieri Totale m f mf m f mf m f mf meno di 14 anni anni anni anni anni giovani adulti Totale Tabella 25 bis - Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015, secondo l età alla prima presa in carico, la nazionalità e il sesso. Età alla prima Italiani Stranieri Totale presa in carico m f mf m f mf m f mf meno di 14 anni anni anni anni anni giovani adulti Totale

24 Tabella 26 - Soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015, secondo la provenienza e il sesso. Paesi di provenienza Sesso maschi femmine Totale Italia Paesi dell'unione Europea di cui: Croazia Romania Altri Paesi europei di cui: Albania Bosnia-Erzegovina Kosovo Macedonia Moldova Serbia Ucraina Africa di cui: Egitto Marocco Senegal Tunisia Asia America di cui: Brasile Ecuador Apolidi Totale La tabella riporta il dettaglio dei Paesi per i quali il numero di minori è risultato pari o superiore a

25 Tabella 27 Reati dei soggetti in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni nell anno 2015, secondo la categoria. Italiani Stranieri Totale Reati m f mf m f mf m f mf Contro la persona di cui: omicidio volontario consumato omicidio volontario tentato percosse lesioni personali volontarie lesioni personali colpose rissa violenza privata, minaccia violenze sessuali atti sessuali con minorenne sfruttamento pornografia e prostituzione minorile ingiurie e diffamazioni Contro famiglia, moralità pubblica, buon costume di cui: maltrattamenti in famiglia Contro il patrimonio di cui: furto rapina estorsione danni truffa ricettazione Contro Stato, altre istituzioni, ordine pubblico di cui: violenza, resistenza a P.U contro l'amministrazione della giustizia contro l'ordine pubblico Stupefacenti Falsità in atti e persone Armi Codice della strada Norme in materia di immigrazione Altri reati Totale I dati sono riferiti ai reati dei procedimenti penali a carico dei minori nel periodo in esame; il numero dei reati è superiore al numero dei minori in quanto un minore può avere a carico uno o più reati. La tabella riporta il dettaglio delle tipologie di reato con frequenza pari o superiore a 100 o di particolare gravità. 25

26 2.4 - LE CRITICITA E LE OPPORTUNITA L amministrazione della giustizia minorile negli ultimi anni, nonostante una attenta rivisitazione delle attività e l adozione di tutti gli accorgimenti utili ad un reale contenimento delle spese, presenta difficoltà gestionali per la strutturale carenza di dotazioni finanziarie iniziali per le spese di funzionamento e di gestione. Lo stanziamento iniziale per l esercizio 2015 ammontava a ,00. Durante l esercizio sono state assegnate ulteriori risorse a titolo di integrazioni per complessivi ,00. In particolare, è pervenuta sul capitolo 2134 (spese obbligatorie per l attuazione provvedimenti giudiziari) un integrazione fondi di ,00. Per quanto riguarda le spese di funzionamento (cap. 2061), le disponibilità di bilancio iniziali sono state integrate in corso di esercizio grazie alla quota proveniente dalla ripartizione del fondo per le spese di funzionamento giustizia pari a ,00 e dall assestamento del bilancio pari a ,00. Sono state riassegnate al bilancio della Giustizia Minorile le somme sotto indicate, versate da Enti territoriali o da altre Amministrazioni dello Stato per la compartecipazione a specifici progetti di intervento inerenti i minorenni: - sul cap (interventi trattamentali): ,00 - sul cap (attuazione provvedimenti giudiziari): ,00 - sul cap (attività internazionale): ,00 E pervenuta dal fondo F.E.I. Fondo Europeo per l integrazione sul cap (interventi trattamentali) la somma di ,00. La disponibilità finale per l esercizio 2015 risulta quindi essere stata di ,00 di cui: ,00 per cofinanziamenti e riassegnazioni; ,00 per reiscrizioni; ,00 per riassegnazioni ed integrazioni sui capitoli di cedolino unico; ,00 per gestione ordinaria. La Giustizia Minorile ha avuto una organizzazione sostanzialmente autonoma dall anno Nel 2001 la strutturazione in Dipartimento è stata concepita nel pieno rispetto delle allora norme di contenimento della spesa pubblica. I successivi tagli lineari, in termini di risorse finanziarie e di personale, hanno colpito, pertanto, una amministrazione che aveva già osservato il dovuto contenimento delle spese. Una delle attività prioritarie dell Amministrazione è diventata l individuazione di forme di finanziamento esterne che permettano di svolgere attività, interventi e progetti che altrimenti non si potrebbero realizzare. Tali finanziamenti, provenienti per lo più dagli Enti Territoriali, permettono di liberare risorse interne da destinare in modo più efficace verso quegli interventi non procrastinabili e indispensabili a garantire l espletamento a volte ordinario dell attività istituzionale. La carenza di personale contabile, soprattutto nei Centri per la Giustizia Minorile (organi del decentramento amministrativo e ordinatori primari di spesa), determina in alcuni casi l incapacità a spendere non essendo possibile seguire fino in fondo tutte le procedure amministrative contabili. 26

27 3 - OBIETTIVI: RISULTATI RAGGIUNTI E SCOSTAMENTI ALBERO DELLA PERFORMANCE (esemplificazione della struttura) PRIORITA POLITICHE OBIETTIVI STRATEGICI (MINISTRO) NOTE INTEGRATIVE D.P.G (CAPO DIPARTIMENTO) OBIETTIVI STRUTTURALI OBIETTIVI STRUTTURALI OBIETTIVI STRUTTURALI OBIETTIVI STRUTTURALI N N N. 4 N (DIREZIONE GENERALE PERS. E FORMAZIONE ) (DIREZIONE GENERALE BENI E SERVIZI) (DIREZIONE GENERALE PROVV. GIUDIZARI) (UFFICI CAPO DIPARTIMENTO) OBIETTIVI OPERATIVI OBIETTIVI OPERATIVI OBIETTIVI OPERATIVI OBIETTIVI OPERATIVI OBIETTIVI OPERATIVI (UFFICI DIRIGENZIALI TERRITORIALI) (UFFICI DIRIGENZIALI TERRITORIALI) (UFFICI DIRIGENZIALI TERRITORIALI) (UFFICI DIRIGENZIALI TERRITORIALI) (UFFICI DIRIGENZIALI TERRITORIALI) 27

28 3.2 - OBIETTIVI STRATEGICI Le priorità politiche indicate dal Ministro della Giustizia da perseguire nel corso dell anno 2015 riconducibili per la loro natura alle competenze del Dipartimento per la Giustizia Minorile sono: Rif. 2. La razionalizzazione e innalzamento dei livelli di efficienza dei servizi e dell organizzazione del Ministero: alla luce dell emanando nuovo regolamento di organizzazione e della conseguente revisione delle articolazioni centrali e periferiche del Ministero e, quindi, delle varie infrastrutture giudiziarie, penitenziarie, minorili e degli archivi notarili; sviluppo di modelli organizzativi e gestionali innovativi per il funzionamento delle strutture, anche prevedendo centri unitari di spesa per gli acquisti di beni e servizi, di gestione del personale e di erogazione dei servizi per i cittadini. Rif. 3. Il miglioramento dei livelli di efficienza, efficacia ed economicità dell azione amministrativa, da conseguirsi soprattutto per il tramite di un processo di pianificazione, controllo e valutazione che selezioni obiettivi chiari, specifici e rilevanti rispetto ai bisogni della collettività, oltre che coerenti con le priorità politiche e, quindi, misurabili, così da consentire l effettiva verifica del loro raggiungimento ed apportare eventuali azioni correttive sulla base delle lezioni apprese; finalità da perseguire anche attraverso lo sviluppo di una politica del personale tesa all aggiornamento continuo ed al completamento dell infrastruttura tecnologica a supporto dei controlli strategici e di gestione, affinando i meccanismi di controllo interno e di valutazione del personale e dei dirigenti - anche per il tramite di periodiche rilevazioni effettuate dall ufficio statistico - con l obiettivo di raggiungere standard qualitativi soddisfacenti, di riconoscere il merito e di valorizzare le singole capacità. Rif. 5. L incremento e diffusione dei progetti di innovazione tecnologica nei procedimenti giudiziari, civili e penali, potenziando le infrastrutture informatiche e riorganizzando gli uffici giudiziari in funzione della telematizzazione degli atti e in un ottica di prossimità al cittadino. Rif. 6. Il potenziamento degli strumenti statistici e di monitoraggio esistenti e incremento del loro utilizzo, al fine di orientare verso meccanismi di maggiore efficienza l'agire delle singole articolazioni amministrative e per consentire serie verifiche degli obiettivi programmati e valutazioni dei risultati ottenuti. Rif. 7. La razionalizzazione e tempestiva utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili per ridurre il debito dell amministrazione nei confronti dei privati, nonché per la riduzione dei tempi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture. Rif. 8. Un deciso miglioramento delle condizioni di detenzione, anche per il tramite di più moderni e costituzionalmente coerenti modelli organizzativi per la differenziazione dei circuiti detentivi; implementazione delle attività di istruzione, formazione professionale ed avviamento al lavoro all interno degli istituti penitenziari, anche attraverso l attuazione di progetti europei e protocolli con gli enti locali; adozione di nuove modalità organizzative per la gestione dell esecuzione penale esterna. Rif. 9. Razionalizzazione e revisione delle infrastrutture e dell edilizia degli istituti penitenziari e minorili; è essenziale una profonda revisione gestionale e una decisa razionalizzazione delle funzioni amministrative correlate all edilizia penitenziaria, onde garantire la trasparenza, la correttezza, l efficacia e l economicità dei modelli gestionali. Rif. 10. Attuazione delle disposizioni in materia di trasparenza ed anticorruzione, al fine di rendere l agire amministrativo aperto a forme diffuse di controllo circa l effettiva rispondenza all interesse della collettività delle scelte poste in essere, anche per il tramite dell attuazione del programma di definizione degli standard di qualità dei servizi resi al cittadino, approntando forme più soddisfacenti di rilevazione dei bisogni degli utenti e del grado di soddisfazione rispetto ai servizi resi e attraverso l adozione del codice di autoregolamentazione interno dei dipendenti e di criteri organizzativi improntati al principio di trasparenza nel conferimento di funzioni dirigenziali. 28

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