Webinar. Costi standard per il servizio di smaltimento di rifiuti. Note interpretative e strumenti di calcolo
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- Olivia Franco
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1 Webinar Costi standard per il servizio di smaltimento di rifiuti Note interpretative e strumenti di calcolo a cura di IFEL Dipartimento Finanza locale Roma, 7 marzo 2018
2 INDICE Le peculiarità della TARI Costi del servizio e comma 653 della L. 147/2013 Le Linee guida del MEF I compiti di ARERA I fabbisogni standard del servizio RSU Quali «risultanze» dei fabbisogni L aggiornamento dei dati e l applicativo IFEL per il calcolo 2
3 Tari: un entrata a valore predeterminato Ultimo ventennio: susseguirsi di interventi normativi che hanno tentato di correlare il prelievo tributario da richiedere ai cittadini alla quantità di rifiuti dagli stessi prodotta, in linea con il principio europeo di "chi inquina paga". Obiettivo non ancora raggiunto Cause: normativa incerta e giurisprudenza rigida. La Tari è un entrata a valore predeterminato che trova un limite assoluto nell obbligo di copertura integrale dei costi del servizio attraverso le tariffe. Nella Tari il Comune non ha il potere tipico tributario ma è titolare di un potere tecnico-discrezionale che deve tenere conto delle peculiarità delle fattispecie imponibili e trova un limite intrinseco nella proporzionalità intesa come individuazione delle aliquote in relazione alla quantità di rifiuti potenzialmente producibili dalle varie tipologie di beni e dalle rispettive capacità inquinanti. 3
4 Il Piano Economico Finanziario come strumento per la determinazione dei costi e delle tariffe L ammontare del prelievo necessario per la copertura dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è predeterminato dal PEF che il gestore del servizio predispone con cadenza annuale. Nella commisurazione della tariffa si deve tenere conto dei criteri del cd. metodo normalizzato, di cui al dpr 158/1999. Il metodo normalizzato è costituito da un complesso di regole, metodologie e prescrizioni per determinare, da un lato, i costi del servizio di gestione e, dall altro, l intera struttura tariffaria applicabile alle varie tipologie di utenza, in maniera tale che il gettito che ne deriva copra integralmente i costi del servizio. Il PEF così predisposto deve essere approvato dal Comune con delibera di Consiglio. I Comuni rappresentano l «ultimo miglio» del procedimento tecnico e decisionale che porta alla determinazione dei costi del servizio. 4
5 Che strumenti hanno a disposizione i Comuni? Quali strumenti hanno a disposizione i Comuni per raggiungere gli obiettivi di un efficace gestione e di tariffe contenute, fermo restando il rispetto del principio di proporzionalità? Due nuove norme contenute nella Legge di bilancio 2018 pongono i riflettori su: Costi del servizio, anche in rapporto ai fabbisogni standard (co.653, l. 147/2013, di cui non è stata prorogata l entrata in vigore); Costituzione dell ARERA cui vengono affidate una serie di funzioni di regolazione e controllo sul ciclo dei rifiuti (co.527, 528 e 529). 5
6 L applicazione del comma 653 Il co. 653 della legge n. 147 del 2013 prevede che (inizialmente a partire dal 2016) nella determinazione dei costi di gestione del servizio (ivi compresi i costi di investimento e di esercizio, inclusi i costi di smaltimento in discarica) i Comuni devono «avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard» La legge di stabilità 2016 (legge n.208 del 2015), anche a seguito delle ripetute richieste di proroga dell ANCI/IFEL, ha rimandato l applicabilità della norma al 2018 Sarebbe forse stato più opportuno rimandare ulteriormente la norma, che non è di facile e diretta applicazione, anche considerando il progressivo avvio a regime dell ARERA Come indicato nelle premesse delle Linee guida interpretative del Mef, infatti, «i fabbisogni standard del servizio rifiuti possono rappresentare solo un paradigma di confronto per valutare l andamento della gestione del servizio» e non possono costituire un riferimento diretto, aritmetico, per stabilire se il costo del servizio rifiuti è «troppo alto» (o «troppo basso») per una determinata collettività 6
7 L applicazione del comma 653 Le linee guida MEF (1) Il Mef sottolinea inoltre che: «la disciplina della TARI presenta già una sua completezza in termini di individuazione dei costi per predisporre il piano finanziario» L utilizzo delle «risultanze» dei fabbisogni std rappresenta un ulteriore elemento da tenere in considerazione, che si aggiunge a quelli ordinariamente utilizzati per la redazione del PEF «Il comma 653 richiede che il comune prenda cognizione delle risultanze dei fabbisogni std del servizio raccolta e smaltimento rifiuti, sulla cui base potrà nel tempo intraprendere le iniziative di propria competenza finalizzate a far convergere sul valore di riferimento eventuali valori di costo effettivo superiori allo standard che non trovino adeguato riscontro in livelli di servizio più elevati.» «il 2018 può essere ritenuto un anno di transizione in attesa di poter più efficacemente procedere ad una compiuta applicazione della norma». Ciò porta il Mef a ritenere che: «i comuni che hanno già approvato i propri PEF e conseguentemente deliberato le tariffe TARI, non siano tenuti a rivedere detti provvedimenti.» 7
8 L applicazione del comma 653 Le linee guida MEF (2) Il Mef precisa anche che: la fonte informativa per identificare il fabbisogno di ciascun Comune NON è l informazione contenuta su OpenCivitas, per due essenziali motivi i dati pubblicati non sono aggiornati le condizioni di gestione del servizio e le scelte del Comune, proiettate alla previsione 2018 possono condurre a una dato standard molto diverso la linea indicata dal Mef è di considerare le diverse componenti di costo inserite nel modello dei fabbisogni, attualizzarle alla previsione 2018 e «costruire» così la «risultanza» del fabbisogno standard di ciascun ente, di cui la norma chiede di avvalersi 8
9 L applicazione del comma 653 Le linee guida MEF (3) In conclusione, i costi/fabbisogni standard possono rappresentare un ulteriore strumento a disposizione dei Comuni per valutare l efficienza della gestione, MA: un Comune può presentare una spesa effettiva (o storica) più alta del fabbisogno non necessariamente perché inefficiente, ma perché, a fronte di una spesa alta offre maggiori servizi rispetto a quelli rappresentati dal fabbisogno standard; allo stesso modo, un Comune con una spesa storica più bassa del fabbisogno, non è detto che eroghi i servizi in modo efficiente, poiché alla spesa più bassa può corrispondere un offerta di servizi ai cittadini più povera rispetto al livello compatibile con lo standard. Si ricorda che il comma 653 non è applicabile nei confronti dei comuni delle Regioni a statuto speciale, poiché ad oggi l elaborazione dei fabbisogni std è prevista per legge solo per le regioni a statuto ordinario. 9
10 ARERA: principali competenze Competenze amministrative Emanazione di direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione, valutazione dei costi delle prestazioni per area geografica e per categorie di utenti e definizione di indici di valutazione dell efficienza ed economicità delle gestioni; Definizione dei livelli di qualità dei servizi e vigilanza su modalità erogazione servizi; Definizione di schemi tipo di contratti di servizio che regolano i rapporti tra le autorità d Ambito e i soggetti affidatari del servizio integrato di rifiuti; Definizione e aggiornamento della metodologia per la determinazione delle tariffe volte alla determinazione del corrispettivo del servizio integrato dei rifiuti e dei singoli servizi, che assicuri la copertura dei costi efficienti, nel rispetto del principio chi inquina paga ; Fissazione dei criteri per la definizione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento. Tutela e monitoraggio Tutela dei diritti degli utenti; Approvazione delle tariffe proposte dall ente di governo d ambito per il servizio integrato e dai singoli gestori degli impianti di trattamento; Verifica della corretta redazione dei piani d ambito. Proposte Formulazione di proposte sulle attività che devono essere assoggettate a concessione o autorizzazione; Formulazione di proposte di revisione della disciplina vigente. 10
11 Le tariffe sono di competenza dei Comuni L integrale riserva a favore dei Comuni circa la potestà sulle tariffe Tari, è prevista dal co. 682 della legge 147 del Non si discute il potere di proposta o il supporto tecnico che l ATO o ente di governo esprime nella determinazione delle modalità operative di svolgimento del servizio e con il Piano economico finanziario, da cui promanano le grandezze essenziali sulla cui base il Comune determinerà le tariffe applicabili. Ambiguità dell articolo 3-bis, co.1-bis del dl 138/2011 che dà in linea generale competenza alle ATO su tutti i servizi a rete, ivi compresi i rifiuti e ivi comprese quelle di determinazione delle tariffe per quanto di competenza (e quindi ad esclusione del caso in cui come per i rifiuti una norma specifica dà questo potere ai Comuni). 1-bis. Le funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, compresi quelli appartenenti al settore dei rifiuti urbani, di scelta della forma di gestione, di determinazione delle tariffe all'utenza per quanto di competenza, di affidamento della gestione e relativo controllo sono esercitate unicamente dagli enti di governo degli ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei istituiti o designati ai sensi del comma 1 del presente articolo cui gli enti locali partecipano obbligatoriamente,.
12 Governance multilivello Si viene quindi a configurare una governance multilivello con un interazione dei livelli regolatori tra ARERA, enti di governo, Comuni e soggetti gestori del servizio. Ci troviamo in un ambito particolarmente complesso, all interno del quale è necessario avvalersi di modelli. Il Parlamento, tramite la legificazione delle novità della legge di bilancio 2018 ha compiuto un passo importante ma la vera sfida è trovare incentivi adeguati a rafforzare gli elementi che riguardano la qualità del servizio. Si segnalano i webinar IFEL del 14, 22 marzo e 5 aprile sulla tariffazione puntuale dei rifiuti urbani per utili spunti di riflessione.
13 Governance multilivello ARERA Enti di governo e Comuni convenzione di affidamento Gestori del servizio
14 Risultanze dei fabbisogni standard 2015 per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti urbani
15 Risultati dei fabbisogni standard 2015 confronto tra spesa storica e costi standard Spesa storica vs costi std 2015 ( /ab, per fascia demografica) 15
16 Risultati dei fabbisogni standard 2015 confronto tra spesa storica e costi standard Spesa storica vs costi std 2015 ( /ab, per regione) 16
17 Risultati dei fabbisogni standard 2015 scostamenti tra costi standard e spesa storica Scostamento %: (costi std 2015 spesa storica 2015)/ spesa storica 2015 Scostamento % positivo Intervallo di scostamento N. comuni Scostamento % negativo Intervallo di scostamento N. comuni (0,10%] 830 [0, -10%] 792 (10%,20%] 637 (-10%, -20%] 658 (20%, 30%] 510 (-20%, -30%] 490 (30%, 40%] 371 (-30%, -40%] 254 (40%, 50%] 247 (-40%, -50%] 133 (50%, 60%] 176 (-50%, -60%] 47 (60%,70%] 98 (-60%, -70%] 19 (70%, 80%] 53 (-70%, -80%] 2 (80%, 90%] 38 (-80%, -90%] 4 Si osserva la sostenuta variabilità del costo standard rispetto alla spesa storica per il servizio Su comuni per quali è disponibile la spesa storica per il servizio nel 2015, i 205 enti evidenziati presentano gli scostamenti percentuali negativi del costo std rispetto alla spesa storica superiore al 40% (90%, 100%] 21 (-90%, -100%] Il confronto è effettuato considerano comuni per i quali è disponibile la spesa storica 17
18 Metodologia dei costi standard (1) Il modello semplificato del fabbisogno standard - Regressione lineare con il metodo di minimi quadrati In un modello lineare y=a+bx dove, per semplicità, y è la spesa storica /tonnellata x è la % di raccolta differenziata: considerando la distribuzione di y e x di tutti i comuni, il metodo statistico (la regressione) permette di stimare i valori di a' (intercetta) e di b' (coefficiente) tali che sia minima la somma dei quadratati degli scostamenti y y retta (dove y retta = a' + b' x) di tutti i comuni 18
19 Metodologia dei costi standard (2) Contributo % di gruppi delle variabili sul totale dei fabbisogni standard (2015) Contributo monetario delle variabili sul totale dei fabbisogni standard (2015) Il modello del costo std è multivariato (non come l esempio precedente) Il valore stimato dell intercetta è /tonnellata I costi std comunali sono determinati in gran parte dal contributo dell intercetta ( * N.tonnellate) Nel modello sono pochi i fattori che permettono di introdurre le differenziazioni dei comuni rispetto al costo medio (regione/cluster di appartenenza, prezzi dei fattori produttivi etc) 19
20 Applicativo di simulazione costi standard del servizio Comune Regione Cluster di riferimento valori di default inserire valori aggiornati Forma di gestione Quantità di rifiuti prevista in tonnellate (N) Unità di misura Coefficiente [ per ton] (A) Valore medio (M) Valore del comune (B) Componente del costo standard A Costante Regione (1) Cluster (2) - - Cluster Forme di gestione associata (3) A*B Dotazione provinciale infrastrutture (4) Impianti di compostaggio n Impianti di digestione anaerobica n Impianti di TMB n Discariche rifiuti non pericolosi per RU n (B-M)*100/M*A Costi dei fattori produttivi Prezzo medio comunale della benzina (5) scostamento % dalla media Contesto domanda/offerta Raccolta differenziata prevista (6) % Distanza tra il comune e gli impianti (7) Km A/N Economie/diseconomie di scala (8) Costo standard unitario (C) (9) per ton Costo standard complessivo (D=N*C) (10) Le variabili i cui valori possono essere aggiornati 0.00 valori di default (B-M)*A inserire valori aggiornati 20
21 Applicativo di simulazione costi standard del servizio Simulazione del costo standard in base ai valori di default (comune tipo) User ID area riservata IFEL Password area riservata IFEL BS011SIF Comune Regione Cluster di riferimento Lombardia 10 Forma di gestione Gest. diretta/indiretta Quantità di rifiuti prevista in tonnellate (N) Unità di misura Coefficiente [ per ton] (A) Valore medio (M) Valore del comune (B) Componente del costo standard A Costante Regione (1) Lombardia Cluster (2) Cluster Forme di gestione associata (3) Gest. diretta/indiretta 0.00 Dotazione provinciale infrastrutture (4) Impianti di compostaggio n Impianti di digestione anaerobica n Impianti di TMB n Discariche rifiuti non pericolosi per RU n (B-M)*100/M*A Costi dei fattori produttivi Prezzo medio comunale della benzina (5) scostamento % dalla media A*B (B-M)*A Contesto domanda/offerta Raccolta differenziata prevista (6) % (7) Distanza tra il comune e gli impianti Km A/N Economie/diseconomie di scala (8) Costo standard unitario (C) (9) per ton Costo standard complessivo (D=N*C) (10)
22 Applicativo di simulazione costi standard del servizio Simulazione del costo standard in base ai valori aggiornati (comune tipo) User ID area riservata IFEL Password area riservata IFEL BS011SIF Comune Regione Cluster di riferimento Lombardia 10 modifica valori Forma di gestione Quantità di rifiuti prevista in tonnellate (N) Coefficiente Valore medio Unità di misura [ per ton] (M) (A) Valore del comune (B) Componente del costo standard A Costante Regione (1) Lombardia Cluster (2) Cluster Forme di gestione associata (3) Unione di comuni A*B Dotazione provinciale infrastrutture (4) Impianti di compostaggio n Impianti di digestione anaerobica n Impianti di TMB n Discariche rifiuti non pericolosi per RU n (B-M)*100/M*A Costi dei fattori produttivi Prezzo medio comunale della benzina (5) scostamento % dalla media (B-M)*A Contesto domanda/offerta Raccolta differenziata prevista (6) % (7) Gest. diretta/indiretta Unione di comuni Distanza tra il comune e gli impianti Km A/N Economie/diseconomie di scala (8) Costo standard unitario (C) (9) per ton Costo standard complessivo (D=N*C) (10) modifica valori 22
23 Applicativo di simulazione costi standard del servizio Esempio di simulazione costo standard in base ai valori aggiornati (comune tipo) User ID area riservata IFEL Password area riservata IFEL BS011SIF Comune Regione Cluster di riferimento Lombardia 10 modifica valori Forma di gestione Quantità di rifiuti prevista in tonnellate (N) Unità di misura Coefficiente [ per ton] (A) Valore medio (M) Valore del comune (B) Componente del costo standard A Costante Regione (1) Lombardia Cluster (2) Cluster Forme di gestione associata (3) Gest. diretta/indiretta 0.00 A*B Dotazione provinciale infrastrutture (4) Impianti di compostaggio n Impianti di digestione anaerobica n Impianti di TMB n Discariche rifiuti non pericolosi per RU n (B-M)*100/M*A Costi dei fattori produttivi Prezzo medio comunale della benzina (5) scostamento % dalla media (B-M)*A Contesto domanda/offerta Raccolta differenziata prevista (6) % (7) Gest. diretta/indiretta Distanza tra il comune e gli impianti Km A/N Economie/diseconomie di scala (8) Costo standard unitario (C) (9) per ton Costo standard complessivo (D=N*C) (10) Unione di comuni modifica valori Componente del costo standard A A*B (B-M)*100/M*A (B-M)*A A/N
24 Linee guida per «le risultanze» dei fabbisogni standard (1) Le variabili del modello costo standard non modificabili valore dell intercetta ( /tonnellata) - rappresenta il costo medio del servizio per tonnellata osservato sul campione dei comuni oggetto di stima (come se non ci fosse nessun altra influenza sui costi); valori dei coefficienti relativi alla regione e al cluster di appartenenza del Comune tali valori rappresentano la stima delle variazioni del costo medio del servizio per tonnellata nazionale in funzione dell appartenenza geografica (regione) e della tipologia socio-economica e demografica del Comune. I valori dei coefficienti sono stimati sul campione dei comuni oggetto di stima. 24
25 Linee guida per «le risultanze» dei fabbisogni standard (2) Le variabili del modello costo standard modificabili n. tonnellate e % di raccolta differenziata da aggiornare con i rispettivi valori previsti dal PEF 2018 (valori di default nell applicativo sono quelli dichiarati nel MUD 2015); n. impianti presenti in ambito provinciale indipendentemente dal fatto se il Comune conferisce o no i rifiuti a tali impianti (i valori di default nell applicativo sono quelli della banca dati 2015 del Catasto Rifiuti messa a disposizione da ISPRA); prezzo della benzina a livello comunale (i valori di default sono relativi al 2015 di fonte Ministero dello Sviluppo Economico). Si noti bene che nell applicativo IFEL tale variabile può essere aggiornata inserendo il prezzo della benzina al litro, non è necessario calcolare lo scostamento del prezzo a livello comunale dal valore medio nazionale; distanza media ponderata dagli impianti (i valori di default sono quelli del Questionario fabbisogni standard riferito ai dati di bilancio 2013). La procedura del calcolo è illustrata nella nota IFEL. Si considerano tutti gli impianti indipendentemente dalla loro collocazione a quelli il Comune conferisce propri rifiuti (anche quelli fuori della provincia/regione di appartenenza del Comune). 25
26 Linee guida per «le risultanze» dei fabbisogni standard (3) Il costo std complessivo calcolato con l applicativo IFEL è comprensivo dell IVA Si ritiene che al costo std complessivo calcolato a seguito dell aggiornamento dei dati debbano essere aggiunte due poste di natura fiscale e amministrativa, che non erano considerate dal modello di calcolo dei fabbisogni standard. Si tratta, in particolare, di: costi amministrativi della gestione/riscossione del tributo o tariffa corrispettiva, che nella nomenclatura del piano finanziario sono identificati dalla sigla CARC; costi derivanti dalle mancate riscossioni per crediti inesigibili, che sono anche menzionati dal comma 654-bis della legge n. 147 del 2013, con riferimento alle inesigibilità emergenti dalle precedenti versioni del tributo: Tares, Tia1, Tia2. 26
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