La Famiglia di San Giovanni di Dio al servizio della missione
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- Marisa Verde
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1 Documento conclusivo preliminare IV Conferenza Regionale d Europa aprile 2011 Dublino La Famiglia di San Giovanni di Dio al servizio della missione Il presente documento sarà integrato con le linee d azione proposte dalla Conferenza nell ambito della riunione della Commissione Europa in programma il 5 ottobre Il documento è stato approvato all unanimità. 1. La Conferenza Regionale Per la IV Conferenza Regionale d Europa si sono riuniti 46 rappresentanti provenienti dalle 11 Province dell Ordine in Europa. La Conferenza, come traspare dallo stesso tema, si e svolta nell anno dedicato alla Famiglia di San Giovanni di Dio che vuole essere anche un anno di rinnovamento della vita dei confratelli. Seguendo questa ispirazione, la Conferenza ha trattato le seguenti tematiche centrali: - l Ordine in Europa tra 10 anni - strutture di governo per il futuro nelle Province - Capitolo Generale 2012 Nel riflettere su queste tematiche, i partecipanti hanno tenuto presente le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI durante il viaggio in Inghilterra nel A Westminster il Santo Padre ha sottolineato che i principi etici di una democrazia non possono fondarsi esclusivamente sul consenso sociale. L inadeguatezza di soluzioni pragmatiche di breve termine ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in evidenza dalla recente crisi finanziaria globale. Proprio per questo e importante riconoscere il ruolo correttivo che la religione puo e deve giocare nel dibattito politico e sociale sui valori. 1 I partecipanti ringraziano la Provincia dell Europa Occidentale per aver ospitato la Conferenza nel Centro Conferenze Emmaus a Dublino. I progetti valoriali nati dalla Scuola dell Ospitalita 2 tenutasi a Granada sono stati considerati stimolanti dalle Province. 1 2 Papa Benedetto XVI, Viaggio apostolico nel Regno Unito 2010, cfr. Discorso tenuto a Westminster Hall, Londra, 17 settembre marzo 2009 Pag. 1 di 9
2 2. Valutazione della Conferenza Regionale di Los Molinos Dalla valutazione del documento conclusivo e risultato che il documento e stato messo in pratica nei punti essenziali, anche se alcuni progetti sono tuttora in fase di realizzazione. Altri temi sono da considerarsi come una sfida costante e richiedono pertanto un attenzione continua. Tra questi temi vanno rimarcati: - la necessita di continuare a promuovere e ad approfondire la collaborazione interprovinciale; cio vale, in maniera generalizzata, anche per la collaborazione tra le Province europee ( ) - l approfondimento e lo sviluppo del ruolo dei Confratelli e dei Collaboratori in una nuova luce (4.2.) - la riorganizzazione dei canali di finanziamento come anche dell organizzazione e della realizzazione dei progetti a favore delle nostre opere missionarie (9.) 3. L Ordine in Europa tra 10 anni Immaginando l Ordine in Europa tra 10 anni, ci sembrano di particolare importanza quattro aree tematiche che pertanto devono essere sviluppate ed approfondite a livello di tutto l Ordine, delle Province e delle Commissioni interprovinciali: - Confratelli e collaboratori devono considerarsi come un solo corpo nella realizzazione della missione dell Ordine: la Famiglia di San Giovanni di Dio al servizio della missione. Pertano devono essere superate le riserve esistenti e le differenzazioni inutili. - Promuovere attivita formative e avviare processi di dialogo sui principi e sui valori dell ospitalita deve costituire un nostro impegno prioritario. In quest ottica, i programmi comuni per confratelli e collaboratori sono particolarmente importanti. - E indispensabile migliorare e intensificare la cooperazione tra i centri di una stessa Provincia, tra le Province e a livello europeo. - Si auspica uno scambio di esperienze relativamente alle diverse strutture di gestione e di governo esistenti nelle Province europee, per ottimizzare le relative strategie nelle Province. 4. Creazione di un ufficio a Bruxelles E stata approvata all unanimita la creazione di un ufficio presso l Unione Europea a Bruxelles. I relativi costi saranno sostenuti congiuntamente da tutte le Province europee. Il progetto avra inizialmente una durata di cinque anni. Allo stato attuale si ipotizza un fabbisogno finanziario annuale pari a Euro. Pag. 2 di 9
3 5. Strutture di governo per il futuro nelle Province In merito alle future strutture di governo sono emerse cinque aree tematiche di particolare rilevanza: - Abbiamo bisogno di strutture flessibili e adeguate alla realta, che servano alla missione e promuovano il suo sviluppo. - Bisogna assicurarsi che all interno di queste strutture la voce degli assistiti e dei pazienti venga ascoltata e presa in considerazione. - E necessario intensificare l attivita formativa per i quadri intermedi e i dirigenti (con l obiettivo prioritario di renderli co-protagonisti e corresponsabili del carisma dell ospitalita ). In questo ambito sarebbe auspicabile una cooperazione ed uno scambio di esperienze a livello europeo. - Sarebbe opportuno comunque promuovere scambi di esperienze tra le Province a tutti i livelli. - La selezione e l assunzione del personale dirigente costituisce un compito di primaria importanza; a questo riguardo sarebbe utile poter disporre di criteri omogenei a mo di orientamento per le Province. 6. Riflessioni sull organizzazione delle visite canoniche nel futuro Le idee e le proposte scaturite da questa Conferenza relativamente al tema delle visite canoniche (vedi allegato 1), saranno prese in esame e approfondite dalla Commissione Europa e dal Consiglio Generale allargato. Si auspica l elaborazione di linee guida per la realizzazione delle visite canoniche. 7. Capitolo Generale 2012 Le idee e le proposte scaturite da questa Conferenza relativamente allo svolgimento del prossimo Capitolo Generale (vedi allegato 2), saranno prese in esame e approfondite dalla Commissione Preparatoria del Capitolo Generale per essere incluse nel programma del Capitolo Generale Pag. 3 di 9
4 8. Ringraziamenti e implementazione delle risoluzioni Questa conferenza e stata preparata dalla Commissione Europa 3 della Curia Generalizia. Ringraziamo i suoi membri per il lavoro svolto. Riteniamo opportuno affidarle anche il follow up della Conferenza con il coinvolgimento, a seconda dei temi, delle altre Commissioni della Curia Generalizia. I partecipanti ringraziano: - la Provincia dell Europa Occidentale per l ospitalita e la buona organizzazione in loco, - le interpreti per il loro lavoro professionale, - i moderatori, - i relatori, - le tante persone che, nella segreteria e nella casa, hanno agito dietro le quinte contribuendo in maniera fondamentale alla buona riuscita dell incontro. Dublino, 15 aprile Presidente: Fra Rudolf Knopp, Curia Generale Membri: Fra Jesus Etayo, Curia Generale; Fra Julian Sanchez Bravo, Spagna; Fra Eugeniusz Kret, Polonia; Fra Giampietro Luzzato, Italia; Fra Laurence Kearns, Irlanda Pag. 4 di 9
5 Allegato 1 IV. Conferenza Regionale d Europa aprile 2011 Dublino La Famiglia di San Giovanni di Dio al servizio della missione Riflessioni sull organizzazione delle visite canoniche nel futuro Il pomeriggio del giorno 13 aprile 2011 la Conferenza ha discusso sull organizzazione delle Visite Canoniche nel futuro. Sempre tenendo presente l idea di costruire una famiglia nell ospitalità, si è riflettuto su come potrebbero essere nel futuro. Dalla discussione dei diversi gruppi sono scaturite le seguenti idee e proposte: La Visita dovrebbe essere più una gioia per l incontro e non costituire uno stress per il controllo che si pensa verrà fatto. Dovrebbe irradiare lo spirito fraterno; ispirare la sensazione di formare una Famiglia, e cioè il senso di appartenenza e questa Famiglia. La Visita Canonica dovrebbe apportare un arricchimento reciproco ed essere aperta ai Collaboratori e alle persone assistite; essere una festa comune. Colloqui con i collaboratori; soprattutto la presenza, l interesse e gli scambi sono di importanza centrale. Dovrebbe prevedere incontri con i confratelli, con i dirigenti, i componenti del consiglio di pastorale e con le rappresentanze degli assistiti. La Visita Canonica dovrebbe essere una verifica della rispondenza e dell attuazione della mission: oltre a costituire una verifica del se e quanto l istituzione corrisponda alla missione, dovrebbe verificare anche quanto corrisponde ai bisogni necessari; la misurazione dovrebbe riguardare l andamento della produzione, dei costi, della qualità e dell umanizzazione come parte caratterizzante la nostra istituzione. In sintesi, la Visita Canonica dovrebbe costituire una visita fraterna, rivolta allo stile di vita della comunità e alla missione, per verificare la coerenza del centro col carisma della nostra Istituzione, e con il Magistero della Chiesa e dell Ordine. La documentazione dovrebbe essere predisposta e inoltrata al visitatore con largo anticipo. La Visita Canonica dovrebbe prevedere il contatto diretto con i collaboratori della base, con le rappresentanze sindacali e con gli ospiti del centro in modo che chi realizza la visita possa verificare se lo spirito di San Giovanni di Dio è presente nel centro. Privilegiare gli incontri e meno i protocolli e i bilanci. Scegliere un tema principale per la visita. Far conoscere degli esempi di best practice esistenti nell Ordine, per promuovere la reciproca conoscenza tra le Province. Pag. 5 di 9
6 La Visita Canonica dovrebbe costituire un processo di analisi e valutazione della Provincia e delle prospettive per infondere il senso di appartenenza. La visita andrebbe preparata in anticipo con il Governo Generale e con quello Provinciale per discutere i punti forti e quelli da migliorare, oltre a fare una lettura della VC precedente per non realizzare due visite identiche. Favorire il senso di appartenenza dei collaboratori e fare in modo che possano presentare le loro attività. A questo scopo, sarebbe utile avere dei modelli di valutazione e di preparazione. Realizzare un legame tra la Visita Canonica Generale e quella Provinciale, per procedere con le valutazioni del caso. Si propone di cambiare il nome, in quanto il termine canonica è ritenuto superato si potrebbe chiamare: Visita del Governo Generale. Possibilità di cambiare le modalità, con una Assemblea Provinciale al termine della visita. E importante poi motivare i centri prima della visita; inoltre la relazione generale che stila il visitatore deve essere fatta sia alla comunità, sia al centro. La presenza e la visita è necessaria ed importante nel Centro. Lo scopo è quello di animare, di ascoltare le persone e pregare con loro. Il gruppo sottolinea la necessità di concentrarsi su 1 o 2 problemi a seconda della Provincia; certamente si deve vedere l aspetto economico e quello pastorale, ma in tutte le Case ci deve essere un argomento che deve essere considerato motivo della visita. E necessario che il visitatore parli con i malati e che sia presente anche nei confronti delle Autorità sanitarie e sociali. Dovrebbe poi visitare la Chiesa locale, il Vescovo della diocesi. Se il tema da trattare fosse specifico, il visitatore potrebbe essere accompagnato da una persona esperta in materia. La visita inoltre dovrebbe essere realizzata dal Consigliere che ha la responsabilità dell Area Regionale specifica. Si propone di cambiare il nome in Auditoria fraterna, cioè un momento più di carattere familiare, e non troppo tecnico. Dovrebbe essere un occasione di condivisione per la Famiglia di S. Giovanni di Dio. La visita dovrebbe continuare poi con una riunione assieme ai dirigenti. Il gruppo esprime dei dubbi riguardo la ripercussione reale nella vita della Provincia. Il punto principale è la valutazione della fedeltà alla missione; si dovrebbe avere una veduta d'insieme del servizio, anche attraverso un accompagnamento appropriato da parte di persone esperte. Una presentazione che rispecchi la diversità multiculturale dei centri e delle comunità; cambiare il nome ( visita alla Famiglia ); visitare tutte le strutture e non limitarsi solo a quelle più grandi. Nuovi tipi di visite, con riunioni sociali e video presentazioni. Tenendo presente che in alcuni posti il centro è anche la casa per alcuni pazienti, invitarli a partecipare alla visita. Pag. 6 di 9
7 Allegato 2 IV. Conferenza Regionale d Europa aprile 2011 Dublino La Famiglia di San Giovanni di Dio al servizio della missione Idee e proposte per lo svolgimento del prossimo Capitolo Generale Il giorno 14 aprile 2011 la Conferenza ha discusso sullo svolgimento del Capitolo Generale Dalla discussione dei diversi gruppi sono scaturite le seguenti idee e proposte. Temi Sono stati proposti i seguenti temi per il Capitolo Generale 2012: 1. La Famiglia di San Giovanni di Dio: concetto di famiglia dell ospitalità concetto interessante e universale; nel Capitolo si dovrebbe dedicare del tempo a definire questo concetto di famiglia, come funziona, chi prende le decisioni, gli spazi di relazione come famiglia, ecc. Nella pratica, infatti, il concetto deve riconciliarci con i temi del lavoro (lavoratori, volontari, ecc.) e ciò porta a sfumature diverse. Es. l elezione è un tema canonico riservato ai confratelli, ma non riguarda solo loro, bensì tutta la famiglia. Un piccolo gruppo ha preso una decisione che riguarda un gruppo più grande. Calare questi concetti nella pratica. Approfondire l identità canonica dell Ordine. Definire il ruolo e l identità dei confratelli (il tema della Famiglia di San Giovanni di Dio, la sua definizione, articolazione ecc. è stato proposto, anche se con sfumature diverse, da tutti e 7 i gruppi). 2. Necessità di definire le nuove figure di governance: quali figure e modelli necessari al mantenimento dell Ordine? (Il tema delle possibili strutture delle organizzazioni di governo e/o di governance è stato proposto da 4 gruppi). 3. La missione. Pensiamo che si dovrebbe affrontare questo tema perché è fondativo delle nostre Costituzioni, tutto ha un senso se è orientato alla missione. La missione ha 2 cardini: a) la sostenibilità economica in un contesto di crisi; b) vedere e analizzare la risposta che possiamo dare alle nuove povertà, ai nuovi bisogni (il tema della missione, con particolare riferimento ai nuovi bisogni, è stato proposto da 3 gruppi). 4. La vita religiosa. Esiste la realtà dei religiosi. Nel Capitolo ci vorrebbe un momento specifico per individuare quale stile di vita dobbiamo promuovere per vedere come dobbiamo formare le comunità, il ruolo del Provinciale, ecc. La realtà ci spinge a riflettere su ciò che viviamo e a vedere se è ciò che vuole la realtà di oggi. Temi speci- Pag. 7 di 9
8 fici dei religiosi che nel Capitolo devono avere uno spazio per essere affrontati (questo tema, vale a dire, dedicare un momento specifico alla vita e alla realtà dei religiosi, è stato proposto da 2 gruppi). 5. Dare un messaggio chiaro ai collaboratori: aspettative e compiti che derivano per noi, vorremmo un messaggio chiaro. Il messaggio che è venuto dai collaboratori è che ci sia uno spazio per i temi dei confratelli e un posto per i temi dei collaboratori. Il Capitolo si dovrebbe interrogare come rendere partecipi i collaboratori, in uno spirito di co-governance e corresponsabilità, alle decisioni strutturali della missione apostolica dell Ordine in conformità agli Statuti Generali (2 gruppi). 6. Diritti degli assistiti: come garantire che queste persone possano trovare una loro voce e un ascolto? (La proposta di riflettere nel Capitolo Generale su un codice etico comune per la difesa dei diritti umani, con un linguaggio che adotti un punto di vista comune a tutte le Province, è venuta, anche se con accezioni diverse, da 2 gruppi). 7. Definizione di criteri, necessità e metodologie dove si devono fare accorpamenti di Province. 8. Quali possono essere le forme innovative di finanziamento e di raccolta fondi per il sostentamento delle opere. 9. Riflessione sull anno del rinnovamento: cosa ne possiamo dedurre per i prossimi 6 anni. 10. Concordare criteri prioritari e aspettative minime relativamente alle persone che fanno parte delle strutture di alta governance dell Ordine (figure apicali). 11. Innovazione nello spirito di San Giovanni di Dio: come creare una rete (networking) e alleanze per mettere in comune il patrimonio di conoscenze ed esperienze dell Ordine a favore dei diversi gruppi di persone che assistiamo (salute mentale, ospedali per acuti, anziani ecc.). 12. Esplorare e approfondire le nuove forme di fare parte dell Ordine così come prospettate nei nuovi Statuti Generali. 13. Formazione dei collaboratori: dovrebbe essere un impegno che vada oltre il contratto lavorativo e questo processo potrebbe culminare con un documento che segnerebbe l appartenenza del collaboratore e la sua partecipazione. 14. Creare criteri per la formazione congiunta di confratelli e collaboratori. Pag. 8 di 9
9 Metodologia e partecipazione: 1. La metodologia è ritenuta valida (instrumentum laboris) se il documento arriva in tempo per essere studiato e analizzato. 2. Aumentare la partecipazione dei collaboratori al Capitolo Generale nel futuro; alcuni di loro potrebbero essere eletti e non solo designati. 3. Suggeriamo un cambiamento nella sequenza del Capitolo Generale: elezioni prima e poi sessioni con collaboratori invitati sulla missione di ospitalità. 4. I punti forti e deboli dell Ordine proposti all attenzione del Capitolo dal P. Generale potrebbero essere formulati in un secondo tempo, cioè al momento del discernimento e non essere proposti all inizio del Capitolo o dopo la valutazione del sessennio da parte del P. Generale. 5. Il tipo di moderazione utilizzata a questa Conferenza di Dublino ha offerto un clima sereno e costruttivo. Potrebbe essere presa in considerazione anche per il Capitolo Generale. 6. Il periodo della celebrazione del Capitolo Generale è formato da più fasi: la prima per trattare argomenti di interesse comune con la partecipazione dei laici e argomenti specifici a noi religiosi (Past. Vocaz., Vita religiosa, ecc.) perciò destinare alcuni giorni a trattare argomenti comuni (all inizio o alla fine del CG) e altri ad argomenti specifici per i confratelli. 7. Per questo anno lasciamo il Capitolo Generale così com è, cosa cambierà nei prossimi anni richiederà decisioni nuove; sembra sensato però che per il momento (CG 2012) si lasci tutto così com è. E importante lasciare spazio ai confratelli, come accade per i genitori in una famiglia, per ritirarsi, chiarire le cose tra di loro, ecc. Pag. 9 di 9
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