I 10 Obiettivi dell'anno

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1 Per un Italia capace di futuro I 10 Obiettivi dell'anno Le proposte di Sbilanciamoci per la finanziaria del 2008 e per l azione di governo e parlamento nei prossimi 12 mesi Marghera, 6 9 Settembre 2007

2 Premessa L Italia, oggi, non paga solamente il prezzo del rapporto deficit/pil e dell ammontare del debito pubblico accumulato negli ultimi trent anni. L Italia sta pagando anche il prezzo altissimo del suo deficit sociale, ambientale, economico: rispetto agli altri paesi europei siamo drammaticamente indietro. Abbiamo una spesa inferiore alla media dei paesi dell Unione Europea rispetto alle politiche pubbliche per la scuola e l università, l innovazione e la ricerca, la casa e l assistenza sociale, gli ammortizzatori sociali e l ambiente. Tutto questo si ripercuote nella qualità e nelle prospettive di una buona economia che sia al servizio della società, dell ambiente, dei diritti, che sia più egualitaria e più giusta. Serve una radicale inversione di rotta della nostra politica economica. La politica sinora seguita dal governo Prodi che pure ha prodotto importanti risultati nell avvio del risanamento dei conti pubblici e nella lotta all evasione fiscale- non risponde sinora a queste attese, deludendo chi leggendo il programma con il quale l Unione aveva vinto le elezioni- sperava in un cambiamento reale. Non crediamo nella politica dei due tempi. Serve subito- una politica di investimenti pubblici per rilanciare un economia diversa, una politica redistributiva contro le drammatiche disuguaglianze del nostro paese, una politica sociale ed ambientale per i diritti ed un modello di sviluppo sostenibile e di qualità, una politica estera fondata sulla pace e la cooperazione internazionale, una politica fiscale che colpisca le rendite e sia più progressiva di quella attuale. Aspettiamo risposte concrete e diverse da quelle di questi mesi nella prossima finanziaria. Per questo proponiamo i 10 OBIETTIVI DELL ANNO. Sono le proposte di Sbilanciamoci per la prossima finanziaria e per i prossimi 12 mesi di attività del governo e del parlamento. Non accettiamo una politica che ripropone temi e obiettivi che ricordano pure in modo temperato e moderato- i fondamenti e gli obiettivi delle politiche neoliberiste: vogliamo una politica di cambiamento sociale ed economico per un Italia migliore e più giusta che sia capace di dare più forza e peso al ruolo e all iniziativa delle istituzioni pubbliche e alla partecipazione dei cittadini. 10 OBIETTIVI sui quali chiamiamo al confronto e alla mobilitazione la società civile già nelle prossime settimane per una finanziaria fondata sui diritti, l ambiente, la pace.

3 OBIETTIVO 1 ADDIO ALLE ARMI Ridurre le spese militari Disarmare l economia La legge finanziaria del 2007 ha aumentato di circa il 13% le spese militari e il DPEF del luglio scorso ha rimarcato l impegno a razionalizzare ed ad investire nelle spese per la Difesa. La relazione sulla legge 185 di quest anno ci dà inoltre l allarmante dato dell aumento del 68% del commercio di armi dell Italia con altri paesi. L impegno della missione militare sempre di più coinvolta in un teatro di guerra- in Afghanistan continua con un investimento di oltre 400 milioni l anno per la presenza delle nostre Forze Armate, mentre pochissime risorse sono destinate agli aiuti e alla cooperazione di quel paese. Inoltre bisogna ricordare che le nostre Forze Armate, con un organico di 196mila unità ha più di tra ufficiali e sottufficiali, a testimonianza anche dell inefficienza e dei costi eccessivi della struttura. A fronte di ciò nonostante recenti stanziamenti contenuti nell extragettito- mancano sufficienti risorse per far fronte a tutte le richieste delle ragazze e dei ragazzi che svolgono il servizio civile. Ricordiamo che il programma dell Unione con il quale la coalizione ha vinto le elezioni dichiarava la volontà di impegnarsi nell ambito della cooperazione europea a sostenere una politica che consenta la riduzione della spesa per armamenti. Tutto questo fino ad oggi non è successo. Chiediamo un inversione di tendenza delle scelte del governo, che in questo campo ha manifestato una preoccupante continuità con i governi precedenti. Ecco perché la campagna Sbilanciamoci chiede al governo e al parlamento di adottare i seguenti provvedimenti: la riduzione del 20% del Bilancio della Difesa, da ottenere con la progressiva riduzione dell organico delle Forze Armate e il taglio ai programmi dei sistemi d arma, che permetterebbe un risparmio di circa 3 miliardi e 600 milioni di euro; la fine dell attuale missione in Afghanistan e la sua sostituzione con un altro tipo di intervento civile e di pace e rigorosamente dentro il quadro delle Nazioni Unite; questa misura farebbe risparmiare almeno 300 milioni di euro; introdurre meccanismi fiscali penalizzanti per il rilascio del porto d armi e la produzione ed il commercio quello consentito dalla legge- delle armi; la proposta è una sovratassa del 4% sul fatturato dell industria bellica e di un aumento di 150 euro per le licenze (oggi sono 42mila) di armi per la difesa personale; questa misura potrebbe portare un ricavo di circa 230 milioni di euro; sostenere la riconversione dell industria militare con un finanziamento di almeno 200 milioni su un fondo apposito, ripristinando le norme originarie sul controllo del commercio degli armamenti previsto dalla legge 185 del 1990; stanziare almeno 5 milioni di euro per dar vita a dei primi corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 300 volontari impegnati in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto; stanziare almeno altri 100 milioni di euro per il servizio civile nazionale, permettendo in questo modo (cosa oggi non possibile per tutti, per mancanza di risorse) a tutte le ragazze e ragazzi che hanno fatto richiesta di poter svolgere questa esperienza. OBIETTIVO 2 UNA QUESTIONE CIVILE Tassare le rendite, aumentare la progressività Per la giustizia e la legalità fiscale In questi mesi il governo Prodi ha evidenziato sulla politica fiscale importanti segni di discontinuità rispetto al precedente governo sul terreno della legalità e della giustizia fiscale. La lotta all evasione ha segnato importanti passi in avanti, consentendo un significativo extra-gettito utilizzato per il risanamento della spesa pubblica e per investimenti pubblici. Anche la modifica delle aliquote fiscali ha dato un segnale significativo nel correggere una situazione di ingiustizia fiscale che l introduzione del secondo modulo della riforma fiscale voluto da Tremonti aveva fortemente segnato. Nonostante questo riteniamo ancora insufficiente l impegno nella direzione di una vera giustizia fiscale. L IRE è ancora

4 insufficientemente progressiva, mentre la mancata introduzione dell aliquota del 20% sulle rendite (promessa dal programma dell Unione e poi ribadita nel DPEF di quest anno) rappresenta un segnale negativo che fa permanere una situazione di ingiustizia fiscale verso la comunità ed i detentori di un conto corrente bancario che pagano il 14,5% in più di tasse rispetto ai tenitori di azioni o titoli di vario genere. L Italia è inoltre un paese dove metà delle imprese (più di che prosperano e crescono) non dichiara utili e quindi non paga tasse sul reddito d impresa. Si tratta di una situazione inaccettabile. E necessario anche rilanciare una cultura della legalità e della giustizia fiscale che, ovviamente, dalla lotta all evasione può ricevere un impulso determinante e decisivo. Ecco perché la campagna Sbilanciamoci propone al governo: l unificazione dell imposizione fiscale su rendite (azioni, titoli, ecc.) e conti correnti bancari al 23%; la maggiore tassazione di titoli ed azioni e la riduzione di quella sui conti correnti bancari (che beneficerebbe tutte le famiglie italiane) porterebbe ad un saldo netto di 2miliardi e 500 mila euro; il rafforzamento della progressività del nostro sistema fiscale portando l attuale aliquota più alta (sopra i 70mila euro) dal 43 al 45% e introducendo una nuova aliquota per i redditi sopra i 200mila euro del 49% (al pari di altri paesi europei); queste misure porterebbero nelle casse dello Stato oltre 1 miliardo e 200milioni di euro; la tassazione dei diritti televisivi per lo sport spettacolo; proponiamo una misura già adottata in Francia (e per la quale il governo italiano aveva predisposto un disegno di legge rimasto lettera morta) per limitare le distorsioni create dal business dello sport spettacolo, destinando le risorse recuperate alle strutture dello sport sociale e dilettantistico; proponiamo una tassazione del 5% che porterebbe alle casse dello stato circa 40 milioni di euro; la tassazione della pubblicità; gli investimenti pubblicitari sono in Italia circa 9 miliardi di euro. Questo mercato si svolge senza un effettiva concorrenza e con regole dettate dai grandi gruppi in regime di oligopolio: tutto questo crea effetti distorsivi e produce un invadenza sempre maggiore nella comunicazione con conseguenze anche di natura sociale e culturale; proponiamo una sovra tassazione del 5% sugli utili con dei ricavi che si aggirano intorno ai 450 milioni di euro. bisogna rafforzare il controllo sulle società di comodo e sull anomala presenza di un numero eccessivo di società di capitali che non dichiarano utili, pur presentando valori ingenti dei propri attivi; proponiamo sul modello statunitense e di altri paesi- l introduzione di un imposta minima del 4% proporzionale ai valori di bilancio, che potrebbe portare ad entrate per almeno 2miliardi e 500milioni di euro. OBIETTIVO 3 NON CLIENTI, MA CITTADINI Promuovere il Welfare dei diritti. Aumentare la spesa sociale L Italia denuncia ancora un drammatico deficit sociale. La spesa pubblica per la casa, per i servizi alla famiglia, per l assistenza sociale, per i giovani, per gli ammortizzatori sociali è inferiore alla media dei paesi dell Unione Europea. Nell anno appena passato il governo ha fatto dei passi in avanti, innanzitutto cancellando i tagli fatti dal governo Berlusconi nella scorsa legislatura a danno del Fondo nazionale per le politiche sociali. Il finanziamento del fondo per la non autosufficienza, i maggiori finanziamenti per gli asili nido e il ripristino delle risorse per il Fondo rappresentano alcuni dei più importanti risultati. Ma si tratta di impegni ancora largamente insufficienti. Inoltre il recente protocollo sul welfare è un occasione mancata e deve essere cambiato: delude le aspettative di chi vorrebbe finalmente vedere in campo una vera lotta alla precarietà. La mancanza della definizione dei LIVEAS, l assenza di una politica di promozione dei servizi sociali pubblici come gli asili nido) per le politiche sociali, l inesistenza di misure di sostegno al reddito per giovani e disoccupati (come il reddito sociale o di cittadinanza), l insufficienza di una politica pubblica per la casa e far fronte all emergenza abitativa e l assenza di una vera lotta al lavoro precario rappresentano alcuni dei punti negativi dell azione del governo. Chiediamo una svolta nelle politiche sociali del nostro paese. E ora di ripianare il deficit sociale oltre che quello finanziario. Chiediamo investimenti corposi e verificabili, attraverso una programmazione, che sia una sorta di road map sociale che ci porti all obiettivo minimo: raggiungere il livello e la qualità di spesa della media dei paesi dell Unione Europea. Per questo la campagna Sbilanciamoci chiede al governo e al Parlamento: l introduzione dei LIVEAS previsti dalle legge 328 con uno stanziamento straordinario di un

5 miliardo di euro per fare in modo che i LIVEAS non siano introdotti adeguandosi ai livelli minimi attualmente esistenti ma costruendo un livello di prestazioni adeguato al rispetto dei diritti sociali fondamentali; l introduzione di un piano nazionale per la costruzione di 3000 nuovi asili nido pubblici nel nostro paese privilegiando il Mezzogiorno del paese, con una spesa prevista di circa 1miliardo 100 milioni di euro; proponiamo la chiusura di tutti i CPT (Centri di Permanenza Temporanea), con un risparmio di circa 200 milioni di euro per la spesa pubblica e proponiamo di destinare l analoga somma alla promozione di politiche di integrazione e alla costruzione di centri di accoglienza per i richiedenti asilo; chiediamo un intervento straordinario per la casa, attraverso la creazione di un fondo nazionale con l obiettivo di calmierare i prezzi e offrire a prezzi agevolati nuove opportunità di edilizia popolare e sociale, sia con la costruzione di nuovi alloggi che con l ampliamento degli affitti agevolati degli enti pubblici; il costo di questo intervento è pari a circa 500 milioni di euro; proponiamo di reintrodurre il Reddito Minimo d Inserimento, previsto già dalla legge 328 del 2000, accompagnando questa misura con una serie di interventi e sevizi di promozione dell inclusione sociale, alla formazione e alla ricerca del lavoro, alla promozione socio-sanitaria, al risanamento delle condizioni abitative. Costo della misura, circa 1 miliardo di euro; è necessario introdurre misure di lotta al precariato, attraverso una serie di misure: a) la cumulabilità dell assegno sociale e della pensione contributiva per co.pro nella misura del 90%; b) l introduzione di un fondo di 250 milioni di euro per favorire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro nelle imprese sociali e non profit; c) la previsione di contributi figurativi a carico dello Stato nei periodi di interruzione del rapporto di collaborazione; è indispensabile difendere e qualificare la sanità pubblica, potenziando le strutture pubbliche e avviando una politica di risparmio, revisionando l ammissibilità e l estensione del convenzionamento con le strutture private; proponiamo di destinare 100 milioni di euro per potenziare la medicina di base ed altri 100 milioni per un fondo volto all accesso ai farmaci ai malati cronici; è importante promuovere politiche di sostegno alla famiglia (in tutte le sue forme giuridiche e non; rispettose della libera scelta sessuale di ciascuno) attraverso la promozione di una rete di servizi sociali e per la casa e servizi di cura e assistenza diretta rivolti soprattutto ai più deboli: bambini, anziani non autosufficienti, malati e disabili, nuclei economicamente disagiati; OBIETTIVO 4 COOPERARE, NON COMPETERE Dare più soldi per gli Obiettivi del Millennio Fare la nuova legge sulla cooperazione La crisi delle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo sono da tempo note agli addetti ai lavori. La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri funziona con enormi difficoltà, manca una strategia per l'attuazione dei programmi, ciò che viene fatto non è mai monitorato o valutato e le risorse a disposizione sono assolutamente insufficienti. Il Governo sembra aver preso coscienza di tale situazione e ha iniziato a realizzare una serie di misure atte al rinnovamento della cooperazione nel nostro paese. Tra queste spiccano la nomina di un vice ministro con delega alla cooperazione, l'inversione di tendenza nell'erogazione di fondi dopo anni di riduzioni e la presentazione da parte del Governo di una legge delega per la riforma del sistema di cooperazione che porti ad un unitarietà politica e gestionale dell'aiuto Pubblico allo Sviluppo. La strada verso una cooperazione allo sviluppo all'altezza di un paese come l'italia è però ancora lunga e per nulla scontata. Sbilanciamoci! ritiene necessario: Risorse. Chiediamo almeno il mantenimento degli impegni finanziari presi nelle sedi internazionali e in particolare il rispetto della road map presentata nel Dpef ; auspichiamo almeno un miliardo di euro in più per la cooperazione nella prossima finanziaria. Chiediamo che vengano costantemente onorati tutti gli impegni presi in sede internazionale ed in particolare in sede di Nazioni Unite;

6 Debito. Chiediamo che si proceda rapidamente al completamento delle azioni di cancellazione del debito per tutti i paesi che secondo la legge 209/00 si trovano in questa situazione e ne hanno diritto. Legge. Approvazione in tempi rapidi della legge di riforma della cooperazione allo sviluppo garantendo l'unitarietà delle politiche di cooperazione, la creazione di un'agenzia per la gestione di tutte le attività, la creazione di un fondo unico, la separazione della cooperazione da ogni attività militare e la coerenza con le altre politiche estere. Nuovi attori. Si deve prendere atto della mutata realtà del mondo della solidarietà internazionale che va oltre i soggetti pubblici e le ONG accreditate presso il Ministero degli Esteri. Dovranno entrare a far parte del sistema di cooperazione anche l'associazionismo della solidarietà internazionale (oltre 1400 organizzazioni), il volontariato, le comunità locali le associazioni di commercio equo e solidale, la finanza etica e naturalmente, potendo accedere direttamente alle risorse pubbliche, le organizzazioni del Sud del mondo. Nuovi meccanismi di finanziamento. L'Italia deve diventare un soggetto attivo nella promozione e nella definizione di strumenti finanziari innovativi che favoriscano lo sviluppo delle zone più povere del pianeta e che riducano la crescenti disuguaglianze che caratterizzano il sistema economico e finanziario internazionale. Deve essere portata avanti la legge per l'istituzione della Tobin Tax in Europa e si deve partecipare in maniera propositiva al Gruppo Lula-Chirac per Finanziare lo Sviluppo. Proponiamo da subito una tassa sui carburanti e i biglietti aerei che porterebbe 100 milioni di euro di entrate l anno. OBIETTIVO 5 TUTTI A SCUOLA Finanziare la scuola pubblica Investire nella ricerca L'Italia appare ancora molto indietro rispetto ai partner europei in merito ad educazione, università e ricerca, così come appare indietro rispetto agli obiettivi comunitari da raggiungere entro il 2010 relativamente alla Strategia di Lisbona. Quest'ultima infatti mira a raggiungere il 3% del Pil da destinare alla ricerca, attualmente l'italia investe solo l'1.1% del suo Pil in questo campo, e un tasso di abbandono dell'istruzione per i giovani di età compresa tra i 18 e 24 anni non superiore al 10%, l'italia attualmente ha una percentuale di abbandono pari al 20,6% contro la media europea del 15,1%. Il governo deve tracciare una netta inversione di tendenza aumentando gli scarsi fondi destinati nella finanziaria 2007 per università, scuola e ricerca. Il punto di partenza di tale investimento sul futuro deve essere sul fronte del diritto allo studio, dove il nostro paese continua a presentare gravi lacune. Non esiste ancora un fondo nazionale per garantire l'accesso all'istruzione in eguale misura dal Nord al Sud Italia. Servono interventi adeguati per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale per l'accesso all'istruzione e in genere alla formazione. Insufficienti le risorse per il diritto allo studio, si pensi al vergognoso fenomeno degli idonei non beneficiari delle borse di studio, la finanziaria 2007 aumentava il fondo del diritto allo studio di soli 9 milioni di euro rispetto all'anno precedente. E mentre le risorse per l'istruzione pubblica sono calate o rimaste al palo, quelle per le scuole private sono aumentate: da 480 del 2001 a 532 del A distanza di un anno il governo deve essere in grado di dare segnali forti in controtendenza rispetto al passato, anche per quanto riguarda l'edilizia scolastica. Ad oggi oltre il 55% delle nostre scuole non possiede certificato di agibilità scolastica né tanto meno risultano essere a norma 626/94. Per l'università bisogna assolutamente far crescere il modestissimo aumento di 65 milioni di euro previsti in finanziaria. Università e ricerca giocano un ruolo chiave per la crescita, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale del paese. Per questo la Campagna Sbilanciamoci! Chiede al governo: Abolizione dei fondi alle scuole private e del buono scuola 632 milioni di euro. Questo si risparmierebbe dalla eliminazione dei sussidi pubblici alle scuole private. Si tratta di utilizzare le stesse risorse per rilanciare la scuola pubblica, intervenendo su quelle che sono le emergenze del sistema pubblico: il diritto allo studio, l'edilizia scolastica, la qualità dell'offerta formativa. Sostegno a ricerca, università e innovazione FIRST. La finanziaria prevedeva un aumento di 300 milioni alla ricerca e l'unificazione dei diversi fondi nel solo FIRST, provvedimenti che vanno nella giusta direzione ma che non cambiano realmente le prospettive della ricerca universitaria in Italia. Soprattutto, è inaccettabile il fatto che per la ricerca per armi tecnologiche siano stati assegnati alla Difesa ben 1700 milioni. Al fine di rilanciare la ricerca e l'innovazione nel nostro paese il FIRST dovrebbe arrivare ad almeno 1 miliardo.

7 Piano Pluriennale di investimento per l'edilizia scolastica/edilizia e alloggi universitari. Quello dell'edilizia scolastica è un tema sempre trascurato nonostante lo stato in cui versano gli istituti italiani. La finanziaria 2007 destinava 50 milioni di euro per questa voce. Sbilanciamoci! Ne chiede 350 di milioni per il 2008 e una programmazione per gli anni successivi per far uscire da situazioni precarie migliaia di scuole del Sud e del Nord. Per quanto riguarda l'università, come elemento essenziale per l'esercizio del diritto allo studio proponiamo di destinare 200 milioni per la creazione di nuovi alloggi universitari. Fondo per l'innalzamento dell'obbligatorietà a 16 anni. Chiediamo un fondo di almeno 200 milioni di euro che devono servire a garantire il rispetto dell'innalzamento dell'obbligatorietà scolastica, una tappa verso il raggiungimento del titolo di studio di scuola secondaria per tutte e per tutti. Questo fondo deve servire a garantire i costi dei libri di testo e altre spese legate al pieno rispetto del diritto allo studio. OBIETTIVO 6 L'economia solidale Promuovere il commercio equo e solidale, l agricoltura biologica, la finanza etica, il turismo responsabile L'attuale modello di sviluppo energivoro, consumistico, individualista, iniquo che poggia le proprie basi su l'appropriazione sregolata di risorse e sulle disuguaglianze, è oggi profondamente in crisi. Il primato del mercato e il dominio delle politiche neoliberiste mettono in pericolo ambiente, istituzioni e coesione sociale. Per rispondere a questo pericolo bisogna che il governo si adoperi fortemente per un'economia altra, investendo in essa risorse. Si tratta dell'agricoltura biologica, del commercio equo e solidale, della finanza etica, del terzo settore, dei gruppi di acquisto e filiera corta. Si tratta quindi, da una parte, di incentivare quella parte dell'imprenditoria capace di innovare, di fare ricerca e anche di lavorare per una maggiore coesione sociale, per la difesa dell'ambiente e per la definizione di un nuovo modello di sviluppo economico realmente sostenibile e dall'altra di educare al consumo responsabile. In questo senso l'esempio dovrebbe partire proprio dai consumi della Pubblica Amministrazione, l'estensione del Green Public Procurement previsto nella scorsa Finanziaria ad un Social Public Procurement, ovvero il vincolo posto alla Pubblica Amministrazione (quella centrale, regioni ed enti locali) di comprare solo i beni e servizi che siano socialmente sostenibili. Una Legge Finanziaria che volesse puntare a favorire uno sviluppo solidale e sostenibile della nostra economia, promuovendo le esperienze di solidarietà e di commercio giusto che la società civile italiana già sperimenta quotidianamente grazie all'alleanza ideale ed economica con i consumatori consapevoli, dovrebbe cominciare a dare effettiva attuazione a queste misure già previste dai diversi livelli legislativi. DES. I Distretti di Economia Solidale (DES) possono rappresentare il volano per lo sviluppo di un'economia diversa, solidale che si rapporta ad obiettivi e strategie di sviluppo locale. Si vuole sostenere con un finanziamento di 10 milioni di euro un programma pilota attraverso finanziamenti vincolati all'accesso a strutture e servizi per la creazione o sviluppo di almeno 100 distretti di economia solidale, in almeno 10 regione italiane. Riduzione IVA caffè commercio equo.con una somma molto limitata 1 milione di euro si potrebbero finanziare i prodotti del commercio equo e solidale portando l'iva dal 20 al 10% in particolare iniziando dal caffè per tutti quegli importatori che accettano il prezzo fissato dal Coffee International Register. Fondo per l'autoimprenditorialità sociale. La proposta è di stanziare 400 milioni per un programma di animazione sociale ed economica che porti all'erogazione di incentivi, crediti e finanziamenti agevolati. L'impatto previsto, sulla base dei dati disponibili, potrebbe essere di oltre piccole imprese e circa posti di lavoro legati all'economia locale in aree ad alta esclusione sociale. Finanza Etica. Va previsto un incentivo per quei soggetti di finanza etica che svolgono l'istruttoria sociale e ambientale dei progetti economici. Ciò potrebbe tradursi in una deducibilità fiscale di queste spese. L'importo che graverebbe sul bilancio pubblico sarebbe intorno ai 20 milioni di euro. Fondo per l'agricoltura biologica. Uno stanziamento triennale di 50 milioni di euro sul capitolo per il Fondo di sviluppo per l'agricoltura biologica (cap presso il MiPAAF) vincolato alla realizzazione di un nuovo Piano d'azione per l'agricoltura biologica.

8 Social Public Procurement. Se la PA decidesse di sostituire i prodotti e i servizi di cui fa normalmente uso con altri a minore impatto ambientale e provenienti dal circuito del commercio equo e solidale sarebbe in grado di rendere sostenibile l offerta dei prodotti/servizi e di incentivare i mercati produttori rispettosi dell ambiente e sei diritti dei lavoratori dei paesi del sud del mondo senza intervenire attraverso strumenti legislativi o divieti, ma semplicemente agendo sulla domanda pubblica influenzando il mercato dei produttori. Copyleft e opensource. Seguendo esempi che vanno dal Brasile fino al Comune di Roma, proponiamo un programma di diffusione del software libero nella pubblica amministrazione attraverso la realizzazione di corsi di formazione. Allo stesso tempo, per favorire la libertà di diffusione della cultura e della conoscenza si dovrebbe creare un fondo per la distribuzione copyleft di prodotti culturali. Costi previsti 40 milioni. OBIETTIVO 7 ECOECONOMIA Promuovere lo sviluppo sostenibile Difendere l ambiente Occorre rapidamente incamminarsi sulla strada di uno sviluppo sostenibile e di una riconversione ecologica dell economia. Non bastano a questo i pur importanti provvedimenti contenuti nella scorsa Finanziaria come l istituzione di un Fondo per lo Sviluppo Sostenibile o un programma per gli Acquisti Verdi nella Pubblica Amministrazione. La necessità di integrare l'informazione monetaria con quella relativa ai flussi di materiali e risorse naturali che caratterizzano le produzioni e in generale il nostro sistema economico, è un passo essenziale per indirizzare lo sviluppo italiano sulla via della sostenibilità. La legge Finanziaria per il 2007 prevedeva inoltre l Istituzione di un Fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra a cui vengono destinati 200 milioni di euro per il triennio 2007/2009. Si considera questa misura assolutamente doverosa ma nel suo ammontare ancora insufficiente, considerato che, per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo, il Decreto Ronchi prevedeva per il 2007 una spesa di milioni di euro. Infine, ci sono ambiti come quello dell acqua del suo accesso e del suo consumo- che oggi si sono imposti all attenzione dell opinione pubblica. Si tratta di difenderne il suo carattere pubblico, di battersi per eliminare sprechi e fare in modo che possa essere un bene condiviso universalmente. Sbilanciamoci! propone quindi: Adeguati fondi per il Protocollo di Kyoto. Aumentare la dotazione del Fondo di almeno 500 milioni. Al contempo è necessario prevedere che almeno l 80% delle azioni indirizzate al raggiungimento degli obiettivi e finanziate con le risorse di questo fondo avvengano in ambito nazionale e non attraverso l acquisto di crediti di emissione. lcontabilità ambientale. Definizione di un modello di contabilità ambientale che tutte le pubbliche amministrazioni dovrebbero approvare ogni anno, contestualmente ai documenti di programmazione economico-finanziaria e di bilancio. Questa misura comporterebbe un onere ridottissimo, pari a 1 milione di euro. Lotta all abusivismo edilizio e alle ecomafie. La legge Finanziaria 2007 prevede in due articoli (159 e 162) misure di contrasto all abusivismo edilizio e alle ecomafie o altre forme di criminalità ambientale, lo stanziamento previsto si aggira complessivamente intorno ai 7 milioni di euro. Sbilanciamoci! ritiene che lo Stato dovrebbe istituire un Fondo nazionale di 100 milioni di euro finalizzato al monitoraggio, alla tutela, al controllo e alla prevenzione del territorio e conseguentemente alla realizzazione delle demolizioni delle opere abusive. Adeguamento dei canoni di concessione delle acque minerali. I canoni di sfruttamento delle sorgenti sono modestissimi. Si propone perciò un canone aggiuntivo legato alla quantità di acqua imbottigliata, che porterebbe alla non trascurabile cifra di circa 7 milioni di euro per far fronte ai costi che l amministrazione pubblica sostiene in questo settore.

9 Imballaggi, latta e vetro. In Danimarca e Germania è proibito acquistare prodotti con imballaggio a perdere: si paga anche il valore del vetro o della latta e quando lo si consegna (in un qualsiasi punto commerciale) si ottiene indietro il valore. Ciò consente di riutilizzare direttamente i materiali, senza i costosi processi di ri-trasformazione che avvengono nel caso del riciclaggio. Ovviamente un tale sistema avrà dei costi per essere avviato, seppur trascurabili di fronte ai benefici - anche economici - che produrrebbe. Si propone perciò di stanziare 30 milioni di euro per favorirne l avvio; Acqua e Beni Comuni. Difendere l acqua come bene comune e promuovere il carattere pubblico di tutti i beni fondamentali per la comunità deve essere oggi una priorità per l azione del governo e del Parlamento. Siamo contrari alla privatizzazione per legge dei servizi locali ed in particolare di quelli che gestiscono beni e servizi di rilevante interesse pubblico. Proponiamo la creazione di un fondo di 100 milioni di euro per migliorare l efficienza e la qualità delle reti idriche gestite da acquedotti pubblici, finanziato con l adeguamento dei canoni (oggi irrisori) pagati da società private per l imbottigliamento delle acque minerali. Modifiche all'iva per le costruzioni. Si propone di rivedere il regime dell'iva agevolata per le costruzioni edilizie. L'obiettivo è quello di modificare la fascia dell'iva agevolata al 4%, applicandola per interventi di ristrutturazione sull'esistente, indipendentemente dal fatto che si tratti di prima casa, che utilizzino materiali naturali isolanti per la coibentazione degli edifici e degli appartamenti e tecnologie per un efficace risparmio energetico. Si propone una fascia di Iva più alta (10%) per le costruzioni nuove, indipendentemente dalla tipologia degli edifici in questione. L'obiettivo è spostare le agevolazioni dalle costruzioni alle ristrutturazioni, migliorando il parco edifici esistente ed evitando nuova cementificazione. Consolidamento e limitazione della detrazione sugli interventi per il risparmio energetico. Si propone di consolidare le detrazioni Irpef al 55% per gli interventi di risparmio energetico egli immobili oltre la scadenza prevista per il 31 dicembre 2007, limitandole però a materiali che non prevedano un alto consumo energetico, né l'utilizzo di combustibili e materie prime fossili per la loro produzione. Questo permetterebbe di ampliare l'efficacia delle politiche di diminuzione dell'impatto ambientale non solo per ciò che riguarda il consumo domestico, ma andando ad incidere anche sul ciclo produttivo a monte. OBIETTIVO 8 SOLE, ACQUA, VENTO Diffondere l energia pulita L azione di governo per il 2007 segna un passo avanti rispetto alle questioni energetiche arrestando l emorragia di risorse registrata negli anni passati, e identificando una serie di misure che la società civile chiedeva da tempo: parliamo degli incentivi al risparmio energetico degli edifici, all installazione di pannelli solari, all acquisto di elettrodomestici e caldaie ad alto rendimento, alla riduzione delle accise sui biocarburanti. Lavorare per differenziare le fonti energetiche dalle quali dipendiamo, sviluppare tecnologie che risparmino energia, modificare il nostro modello di trasporti, produrre energia in maniera diversa, diventa un urgenza che riguarda la nostra qualità della vita e della salute, ma anche la pace - se si considera che la maggior parte delle guerre sulla faccia della terra si combattono oggi per il petrolio- e, molto più prosaicamente, la nostra economia e il nostro portafogli. Una netta inversione di tendenza è strettamente necessaria altrimenti sarà impossibile raggiungere gli obiettivi concordati con l'unione Europea per il 2010 e cioè il 25% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Occorre, però intensificare le misure previste dal Governo, aumentando, per esempio, le risorse messe in campo dalla normativa vigente per il cosiddetto meccanismo del "conto energia" per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che ancora ha una dimensione irrisoria rispetto a ciò che avviene in altri paesi europei, come la Germania, e la cui prima formulazione ha largamente sottostimato la richiesta potenziale degli autoproduttori di energia in Italia. Quote di emissione. Un'entrata derivante dall'assegnazione tramite asta del 10% delle quote di emissione, come permesso dalla Direttiva comunitaria 87/2003/CE, tenendo ben fermi i parametri individuati nel Piano di assegnazione delle quote opportunamente rivisto e corretto dal Ministero dell ambiente, della tutela del territorio e del mare. IVA. Si propone di raddoppiare, per le aziende distributrici di energia, la quota obbligatoria di risparmio energetico, di abbattere completamente l IVA per l installazione del solare termico e di consentire la totale detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese effettuate per l installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria.

10 Conto energia. Per quanto riguarda la diffusione delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità, si propone di estendere a tutte le fonti rinnovabili il meccanismo del conto energia previsto dalla legge 387, oggi applicato solo al solare fotovoltaico, differenziando la tariffa incentivante a seconda della fonte, della taglia, della tecnologia e della qualità ambientale. Biocarburanti. Si propone, infine, di estendere in conformità da quanto previsto dalla direttiva europea fino al 5,75% di tutti i carburanti, consumati nel paese, la quota di biocarburanti esenti dall accise. Queste misure richiederebbero un onere aggiuntivo di 100 milioni di euro Promozione e installazione di impianti di fotovoltaico ed eolico. Un impianto di piccola taglia (fino a 5 kw di potenza di picco) costa circa euro. Con un investimento pubblico di poco meno di 110 milioni di euro (a copertura del 50% dei costi di installazione), si potrebbe promuovere la nascita di circa 20 mila impianti, pronti a coprire il fabbisogno energetico annuale di altrettante famiglie (di 2-3 persone ciascuna). Si potrebbero così eliminare più centrali elettriche inquinanti (di medie dimensioni) e avvicinarsi agli obiettivi di Kyoto. OBIETTIVO 9 NON GRANDI MA PICCOLE OPERE Contro le grandi infrastrutture strategiche Per la difesa del territorio Il nuovo governo non ha ancora compiuto alcun atto concreto di riforma della legge Obiettivo e con l Allegato Infrastrutture al DPEF ha dato continuità al programma di grandi opere definito nella XIV legislatura (il cui costo oggi viene valutato in 305 miliardi di euro per 243 opere e 534 progetti) prevedendo nel quinquennio finanziamenti pubblici per 32 miliardi di euro (6,4 miliardi di euro l anno) per la quasi totalità finalizzati a realizzare infrastrutture per i trasporti a lunga distanza e per il 56% de quali destinati alla realizzazione di strade e autostrade, invece concentrare le limitate risorse a disposizione su ferrovie, trasporto urbano e pendolare. Nonostante il 75% della domanda di trasporti (merci e persone) sia di breve distanza, si continua a finanziare il Sistema di Alta Velocità anziché porre l'accento sul potenziamento delle linee ferroviarie ordinarie e sui trasporti locali e senza che sia individuata alcuna cautela e alcun elemento vincolante che ponga freno a volani di spesa incontrollati che rischiano di alimentare le tendenze alla continua lievitazione delle spese. Il costo del progetto originario dell'alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria italiana (direttrice dorsale Torino-Milano-Roma-Napoli, direttrice trasversale Torino-Milano-Venezia-Trieste; Milano-Genova in 15 anni è cresciuta dai 13 ai 64 miliardi di euro. Ci sarebbe bisogno anche in Italia di rapporti indipendenti per la valutazione delle scelte strategiche e di una verifica istituzionale dei meccanismi normativi, contrattuali e tecnico-finanziari che hanno portato alla attuale incontrollata lievitazione dei costi in particolare del Sistema AV/AC. Il Rapporto Eddington, commissionato dal dipartimento dei trasporti inglese, mostra come la redditività socioeconomica per unità di spesa sia molto più alta per le opere di modesto importo che per le grandi opere. Sbilanciamoci! chiede quindi al Governo di stanziare, oltre alle risorse liberate dal Ponte sullo Stretto, 1500 milioni di euro per: Ferrovie locali per i pendolari Sempre nell ottica di ridurre la mobilità privata, al fine di incentivare al massimo il trasporto su rotaia, si propone un intervento straordinario dell ammontare complessivo di 700 milioni per l ammodernamento e il potenziamento delle linee locali di collegamento, in particolare al Sud, all interno dei cosiddetti Sistemi Locali del Lavoro. Programma di piccole opere nel mezzogiorno Di fronte ai faraonici programmi di grandi opere che producono ingente spesa pubblica, scarsi benefici sociali e danni ambientali per il territorio (e business per poche imprese), si propone invece un programma di piccole opere per il Mezzogiorno che riguardi interventi integrati sociali, ambientali, urbanistici, ambientali- che possono andare dalla sistemazione della rete idrica locale, al recupero urbanistico dei piccoli centri, al risanamento ambientale di coste e aree montane. Ovviamente tra le piccole opere non rientrano i porti turistici ed altri interventi invasivi e ambientalmente distorsivi. Si propone a questo scopo di creare un fondo di 500 milioni, da finanziare stornando la cifra corrispondente dagli stanziamenti previsti per le infrastrutture strategiche Promozione di forme di mobilità sostenibile ed efficiente, Incentivando le modalità di trasporto meno inquinanti e l introduzione di tecnologie pulite Si

11 propone di portare il finanziamento di 90 milioni di euro l anno, assegnato al Ministero dell Ambiente, previsto dalla Legge Finanziaria 2007 per il triennio, complessivamente a 300 milioni di euro l anno per finanziare tutta una serie di provvedimenti volti a favorire una mobilità urbana sostenibile: piste ciclabili, car sharing, taxi collettivi, piani urbani della mobilità, ecc. per contrastare l inquinamento atmosferico, la congestione da traffico e migliorare la qualità urbana ed ambientale delle nostre città. Introduzione della figura del freight integrator Nel 2003, la Comunità Europea ha proposto la creazione della figura del Freight Integrator, inteso come soggetto che dovrebbe contribuire a facilitare la crescita dei servizi intermodali a pieno carico, favorendo in tal modo il riequilibrio modale tra strada e ferrovia.in Italia, tali figure non sono state ancora sperimentate nell organizzazione della catena logistica, malgrado il nostro paese rappresenti una delle nazioni dove l intermodalità presenti importanti potenzialità legate ai traffici originati dai principali porti del Mediterraneo, dai numerosi sistemi produttivi diffusi sul territorio nazionale e dai flussi di merci in ingresso/uscita attraverso l arco alpino.

12 OBIETTIVO 10 UNA BUONA ECONOMIA: CHE IMPRESA! Innovazione, risparmio energetico e coesione sociale E' necessario puntare su una politica economica che sappia valorizzare le forme più innovative di sviluppo locale e di esperienze di imprese che innovando nei prodotti e nei processi- sappia creare occupazione e valorizzare i legami comunitari. Si tratta di fronteggiare il declino dell Italia industriale con una politica che punti sulla capacità di innovazione e di ricerca e non sulla riduzione del costo del lavoro o sulle privatizzazioni. Una politica economica sostenibile tanto dal punto di vista ambientale quanto dal punto di vista sociale è imprescindibile per garantire un futuro di qualità al nostro paese. Sostenere tale impostazione significa incentivare quella parte dell imprenditoria capace di innovare, di fare ricerca e anche di lavorare per una maggiore coesione sociale, per la difesa dell ambiente e per la definizione di un nuovo modello di sviluppo economico che sia realmente sostenibile. La politica dell'innovazione in Italia è segnata da un apparente paradosso. A fronte di un ritardo grave e crescente in tutti gli indicatori di attività tecnologiche (spesa per R&S, brevetti, risorse umane dedicate alla ricerca, etc.), si registra una percentuale ben più alta della media europea di imprese innovatrici che dichiarano di aver ricevuto un sostegno finanziario pubblico per le loro attività innovative. Il 38% contro il 29% europeo. Le imprese italiane, polverizzate come sono, ricevono un sostegno all'innovazione ancora più frammentato, con regioni ed enti locali che distribuiscono briciole di finanziamenti. Se da un lato è sicuramente positiva la capacità di raggiungere una maggior quantità di imprese, dall'altro lato l'entità di tali interventi tende a essere estremamente modesta e la loro efficacia scarsa. Ad oggi solo lo 1,1% (605 milioni in 5 anni) degli incentivi pubblici alle imprese sono dedicati alla promozione di fonti di energia rinnovabili e ripristino ambientale e i 200 milioni per il Fondo rotativo non rappresentano un reale rilancio. Infine, dopo la positiva esperienza di alcuni provvedimenti volti alla promozione dell auto-imprenditorialità nelle aree a forte marginalità sociale è ancora limitato il sostegno delle piccole imprese nelle aree urbane degradate e nel Mezzogiorno. Le politiche per lo sviluppo economico devono puntare a favorire quei soggetti in grado di rilanciare il sistema produttivo italiano verso uno sviluppo sostenibile ecologicamente e a ridurre la povertà e l'esclusione sociale. Per questo Sbilanciamoci! Propone: Fondo per l auto-imprenditorialità sociale. La proposta è di stanziare 400 milioni per un programma di animazione sociale ed economica che porti all erogazione di incentivi, crediti e finanziamenti agevolati. L impatto previsto, sulla base dei dati disponibili, potrebbe essere di oltre piccole imprese e circa posti di lavoro legati all economia locale. Obbligatorietà dell'audit energetico. Obbligatorietà di indagini preliminari volte ad individuare l'esistenza di presupposti tecnici minimi per la predisposizione di un qualsiasi intervento in materia di riduzione dei costi energetici. Piani di risparmio energetico. Sbilanciamoci! propone di introdurre incentivi per le imprese per la realizzazione dei piani di risparmio energetico. Per tale misura possono essere stanziati 500 milioni di euro. Innovazione e occupazione. Concentrare gli incentivi esistenti (circa 1400 milioni l'anno) su quelle imprese escluse quelle militari- che assumano personale addetto alla ricerca ad alta qualificazione e che attivino contratti con istituzioni pubbliche di ricerca. Finanziamento delle imprese sociali. Fondi di social venture capital per piccole imprese sociali alimentati con i risparmi delle comunità di riferimento, agevolati con un incentivo fiscale per i sottoscrittori. Si tratta di una misura sul modello delle Community Development Finance Institutions (CDFI) inglesi, veri e propri fondi di investimento che mettono capitale di rischio nei progetti delle imprese sociali,alimentandosi con i risparmi dei cittadini della stessa comunità, i quali, in cambio, ottengono una detrazione fiscale del 5% di quanto investito.

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