Gnam! Il cibo in gioco un progetto per educare, sensibilizzare e persino divertire!
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- Simone Neri
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1 Gnam! Il cibo in gioco un progetto per educare, sensibilizzare e persino divertire! Gnam! Il cibo in gioco è il nome più che originale assegnato ad un progetto on line davvero speciale voluto dalla Regione del Veneto insieme a Veneto Agricoltura e con la collaborazione della Scuola di Specializzazione in Scienza dell Alimentazione dell Università di Padova, per sensibilizzare gli alunni della scuola secondaria di primo grado ed i loro insegnanti sui principali aspetti dell educazione alimentare. Concepito come un vero e proprio gioco in cui quattro personaggi a fumetti coinvolgono i ragazzi in altrettanti percorsi interamente dedicati agli alimenti, alle filiere produttive della carne e dell orto frutta, alla tracciabilità e rintracciabilità, all etichettatura, ai controlli sanitari e al comportamento alimentare, Gnam! Il cibo in gioco prevede, all interno di ogni singolo percorso, una serie di problemi da risolvere nonché numerose domande per le quali selezionare la risposta corretta. Bortolo, Fanny Dream, X-Jones ed Etì sono dunque i nomi dati alle guide virtuali alle quali è stato rispettivamente assegnata una missione davvero molto importante così sintetizzata nella scheda di presentazione del programma didattico : Bortolo el wraiter delle calli : è un ragazzaccio che si diverte a scrivere sui muri della città. Un giorno per caso si imbatte in uno strano vicolo con una porta-specchio sulla cui sommità c'è un cartello che lo invita ad entrare...bortolo non ci pensa due volte, salta al suo interno e si ritrova in un'anti Venezia dove tutte le cose sono al contrario: il sopra è sotto, la destra è a sinistra e ci si comporta proprio al contrario! Bortolo dopo un po' di tempo trascorso nella nuova Venezia... anzi Aizenev, sente una gran fame e decide così di entrare in una Pizzeria... cioè una Airezzip. Il cameriere gli porta il menù, ma Bortolo per mangiare deve ordinare la "cosa sbagliata"! Scopo didattico: dar luogo ad un percorso che evidenzi le "risposte alimentari sbagliate" per consentire al ragazzo di apprendere le regole della giusta alimentazione attraverso la loro trasgressione. Fanny Dream: è una ragazza di 15 anni alla moda, simpatica e divertente. Golosa, sogna spesso di mangiare cibi diversi comportandosi in modo più o meno corretto. Aiutala a mantenersi in forma scegliendo il cibo più adatto alla sua età ed alle sue esigenze... Scopo didattico: stimolare il ragazzo/a ad alimentarsi correttamente mettendo in evidenza le conseguenze che possono derivare seguendo una alimentazione sbagliata. X-Jones: è un alieno inviato sul pianeta Terra per scoprire di cosa si nutrono gli umani. Sul suo pianeta chiamato Uranyo 31 hanno un unico alimento: una pagnotta di sintesi che sa di metantriptanbruttano. Catapultato sulla terra X-Jones comincia a indagare sulle filiere dei vari
2 cibi scoprendo i giacimenti gastronomici che provengono dalla natura: cibi che hanno colori, odori e gusti nuovi! Scopri con X-Jones da dove derivano i cibi che tutti i giorni trovi a tavola! Scopo didattico: guidare il ragazzo/a alla scoperta delle filiere agroalimentare, con particolare riguardo alle filiere della carne e a quelle orto-frutticole. Etì: Etì è un agente segreto della Repubblica dei Dogi esperto nello smascherare i sabotatori assoldati dal Dottor Virus che attentano alla salute dei cittadini. Etì è solo un ragazzo ma grazie all' Etidekoder da lui stesso inventato, riesce ad analizzare le etichette di cibi e bevande ed evitare che consumatori vengano frodati e corrano dei rischi. Il Dott. Virus è il capo di un'organizzazione chiamata Kolica, che semina il panico tra i cittadini sabotando le confezioni degli alimenti e soprattutto stampando false etichette che poi applica di nascosto sulle confezioni di cibi e bevande. Il diabolico dottore spera così di vendere più medicinali che lui stesso produce da impiegare come antidoto alle malattie che diffonde? Segui Etì nelle avventure e aiutarlo a sconfiggere il malvagio Dottor Virus! Scopo didattico: insegnare al ragazzo/a a comprendere le indicazioni delle etichette che accompagnano i prodotti alimentari. (Per maggiori informazioni: Pandoro, mandorlato, torrone o panettone? restano solo trenta giorni per decidere da quale cominciare! Finalmente il conto alla rovescia può dirsi iniziato: manca un solo mese infatti alla vigilia di Natale, la notte più attesa di tutto l anno dalle persone ricche di fede, dai piccoli fan di Babbo Natale e da chiunque attenda questa festività per riunire intorno a sé la propria famiglia e condividere con essa dei momenti di pace, serenità ed amore. Trenta giorni fondamentali dedicati ai grandi preparativi e agli acquisti di regali di ogni genere, dai semplici pensierini ai cadeaux più costosi ed originali. Così, mentre le strade cittadine vengono illuminate da luci coloratissime o addobbate con stelle di natale e festoni di ogni tipo ed i saloni di casa finiscono con l essere arredati ex novo per far posto ad abeti e presepi, c è chi si concentra sulla buona riuscita di due momenti tra i più attesi: la cena della Vigilia ed il pranzo di Natale. Ecco allora che se vi sono quelli che, per realizzare i menù tipici della propria regione, ricorrono a vecchi libri di cucina ereditati da mamme e nonne, vi è anche chi si affida ai saggi consigli dei commercianti di fiducia o trascorre le proprie ore davanti a tutti i programmi televisivi
3 dedicati alla cucina nella speranza di riuscire a videoregistrare ogni gesto compiuto da cuochi professionisti per poterlo poi ripetere a propria volta dinnanzi ai fornelli di casa. Dopodiché il risultato cercato è in fondo lo stesso per tutti: riuscire a rappresentare degnamente la tradizione enogastronomica della propria terra riportando in vita i piatti nati dalla fantasia dei propri avi per festeggiare la nascita del Bambin Gesù ed i giorni ad esso dedicati. Dal nord al sud della penisola, ogni regione racconta, dunque, la propria storia di Natale attraverso i sapori e gli aromi di piatti unici che in Veneto, ad esempio, portano il nome di soppressa o salsiccia luganega, osso magon (ossocollo), ravioli in brodo di cappone, bigoli co la sardella, risotto al radicchio, risoto con el tastatale, gnocchi al sugo d'anatra, polenta e baccalá, lesso di manzo al cren con contorno di purè di patate, pandoro di Verona, mostarda con il mascarpone, mandorlato di Cologna Veneta o, ancora, bigoloto de Nadal. Alcuni di essi sono ovviamente noti ai soli veneti e a chi sceglie il loro territorio come meta per le vacanze di fine anno (il cren, ad esempio, altro non è che una salsa utilizzata per aromatizzare il lesso ed ottenuta dalla radice della pianta di rafano prima pulita e grattugiata e poi conservata negli appositi vasetti per alimenti insieme a sale e aceto) ma altri sono a tal punto apprezzati al di là dei confini della regione dall essere divenuti un simbolo gastronomico consumato a livello nazionale proprio come nel caso del Pandoro di Verona esportato e venduto praticamente ovunque! Bigoloto de Nadal: anche il pandoro ha il suo papà! Da alcuni chiamato nadalin e da altri bigoloto de Nadal, fatto sta che questo dolce veronese viene da tutti considerato il diretto antenato del Pandoro. Dalla tipica forma di stella con cinque punte, il papà del Pandoro sembra sia nato nel lontano 1260 grazie ai Della Scala (allora signori di Verona) i quali, proprio in occasione del Natale, chiesero ad un pasticcere locale di rappresentare tutta la maestosità e la bellezza della città in un solo dolce. Ciò che ne conseguì fu un prodotto incredibilmente soffice che, oltre ad affermarsi subito quale simbolo del natale veronese, finì anche con l essere protagonista di numerose storie, in una delle quali si narra, ad esempio, che a crearlo fu, invece, un soldato di ventura delle centurie dei lanzichenecchi che, colto da una terribile nostalgia, cercò di rinfrancare il proprio stato d animo dedicandosi alla preparazione di un dolce al quale dette per l appunto le sembianze di una stella. Qualunque sia la verità sull origine del nadalin, questa squisitezza viene ancora oggi preparata con la massima cura formando una fontana con 500 grammi di farina bianca e mettendovi al centro 170 grammi di burro, 150 grammi di zucchero, 4 uova, 20 grammi di anice, 50 grammi di lievito di birra e 5 grammi di sale; una volta lavorato l impasto lo si copre con un panno e lo si lascia lievitare per almeno tre ore in un ambiente tiepido. Infine, si prende quanto ottenuto, lo si versa in uno stampo profondo a forma di stella, lo si cospargere con una manciata di pinoli e si inforna per almeno 50 minuti a fuoco medio. Cosparso, dopo che si è freddato, con lo zucchero a velo il nadalin è tra i pochi dolci capaci di far sperare a chiunque lo assaggi che sia sempre Natale!
4 Pan d Oro : una storia antica per un prodotto senza tempo Nato alla fine dell Ottocento, il Pan d Oro, così chiamato per il suo tipico colore giallo oro, viene prodotto impastando lievito madre (succo di mela, farina, acqua), tuorlo d uovo, zucchero, farina, burro di cacao, burro, bacche di vaniglia e sale. Apprezzato da moltissimi consumatori, che lo prediligono a tutti gli altri dolci di Natale, sembra che esso comparve per la prima volta già nel lontano 500 quale prodotto destinato ai ricchi nobili della Repubblica veneta e dunque maestosamente addobbato con delle foglie d oro, che gli valsero per l appunto l appellativo di Pan de Oro (a dire il vero c è anche chi è invece convinto che esso derivi dal nadalin, ovvero un dolce a forma di stella preparato dai veronesi in occasione del Santo Natale, così come c è chi - ricollegandolo al pane di Vienna - ne attribuisce la creazione alla Casa Reale degli Asburgo). Qualunque sia la verità sulla sua origine, resta il fatto che questo prodotto, amato da grandi e piccini, giovani e anziani, uomini e donne, conosce davvero pochi rivali e non a caso, dunque, nel luglio del 2005 è stato regolamentato da un importante Decreto del Ministero delle Attività Produttive e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali relativo la Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno. Secondo quanto previsto all articolo 2 del Decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 177 del primo agosto 2005 ed adottato per far fronte alla necessità di assicurare la trasparenza del mercato, proteggere ed informare adeguatamente il consumatore attraverso la definizione di taluni prodotti dolciari da forno di largo consumo in relazione alla loro composizione : 1. La denominazione pandoro e' riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida di forma a tronco di cono con sezione a stella ottagonale e con superficie esterna non crostosa, una struttura soffice e setosa ad alveolatura minuta ed uniforme ed aroma caratteristico di burro e vaniglia. 2. Salvo quanto previsto all'art. 7, l'impasto del pandoro contiene i seguenti ingredienti: a) farina di frumento; b) zucchero; c) uova di gallina di categoria «A» o tuorlo d'uovo, o entrambi, in quantità tali da garantire non meno del quattro per cento in tuorlo; d) materia grassa butirrica, in quantità non inferiore al venti per cento; e) lievito naturale costituito da pasta acida; f) aromi di vaniglia o vanillina; g) sale. 3. E' facoltà del produttore aggiungere anche i seguenti ingredienti:
5 a) latte e derivati; b) malto; c) burro di cacao; d) zuccheri; e) lievito avente i requisiti di cui all'art. 8 del decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 1998, n. 502, fino al limite dell'un per cento; f) zucchero impalpabile; g) aromi naturali e naturali identici; h) emulsionanti; i) il conservante acido sorbico; j) il conservante sorbato di potassio. 4. Il calcolo delle percentuali degli ingredienti menzionati ai commi 2 e 3 è effettuato conformemente all'allegato I, punto Il pandoro e' prodotto secondo il procedimento di cui all'allegato II, punto 2. Art. 7. Prodotti speciali e arricchiti 3. E' in facoltà del produttore aggiungere al panettone, al pandoro e alla colomba: farciture, bagne, coperture, glassature, decorazioni e frutta, nonché altri ingredienti caratterizzanti, ad eccezione di altri grassi diversi dal burro. Il prodotto così finito contiene almeno il cinquanta per cento dell'impasto base di cui ai commi 2 e 3 degli articoli 1, 2 e 3, calcolato sul peso del prodotto finito. Allegato I Calcolo delle percentuali 1. Panettone, Pandoro, Colomba a) Le percentuali minime del tuorlo e della materia grassa butirrica, riportate al secco, sono riferite all'impasto, pronto da spezzare, espresso sulla sostanza secca, al netto degli ingredienti inerti. Ai fini del calcolo della percentuale in tuorlo vengono fissati i seguenti parametri di riferimento: rapporto tuorlo/albume: 35/65; residuo secco del misto: 0,235; residuo secco del tuorlo: 0,43; b) le percentuali minime dell'uvetta e della scorza di agrumi canditi, riportate al secco, sono riferite all'impasto, pronto da spezzare, espresso sulla sostanza secca; c) il lievito, qualora impiegato, deve corrispondere al massimo all'un per cento dell'impasto tal quale, pronto da spezzare, inclusi gli ingredienti inerti.
6 Allegato II Processi tecnologici 2. Il processo tecnologico della fabbricazione del pandoro prevede le seguenti fasi di lavorazione, anche fra loro accorpabili: a) preparazione della pasta acida; b) fermentazione; c) preparazione impasto con dosaggio ingredienti, e impastamento; d) porzionatura; e) pirlatura con deposizione dell'impasto nello stampo di cottura; f) lievitazione; g) cottura; h) raffreddamento; i) zuccheratura superficiale (opzionale); j) confezionamento. A Bussolengo per scoprire la magia del Natale tra sapori e artigianato, divertimento e solidarietà La magia del Natale tra sapori e artigianato, divertimento e solidarietà : con questo slogan la città di Bussolengo, in provincia di Verona, ha inaugurato il 18 novembre scorso i visitatori del Mercatino dell Avvento. Allestito nella Piazza XXVI Aprile fino al 14 dicembre (dal lunedì al venerdì, dalle ore alle mentre, il sabato e la domenica, dalle ore 9.30 alle 19.30), il Mercatino è stato realizzato costruendo delle coloratissime casette del Villaggio di Natale presso le quali è possibile acquistare mille e più decorazioni per l'albero di Natale, il presepe e la tavola delle feste. I più golosi possono, inoltre, sbizzarrirsi tra gli stand eno-gastronomici grazie all intervento dei ristoranti che fanno parte dell'associazione della Collina gardesana che propongono le tipiche ricette veronesi condite con un pizzico di fantasia e un menu legato al periodo natalizio.
Dott. Francesco De Dominicis
Unione CNA Alimentare Associazione di Bologna 40127 Bologna Viale Aldo Moro, 22 Tel. 051.299241-051.299207 Fax 051.299295 Web:www.bo.cna.it E-mail: cnaalimentare@bo.cna.it Alla C. Att. ne delle Aziende
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