LE ISCRIZIONI CAMUNE

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1 LE ISCRIZIONI CAMUNE Autore: Adolfo Zavaroni 1. FONOLOGIA Il corpus delle iscrizioni preromane della Val Camonica, formato da almeno 170 iscrizioni, prevalentemente formate da una o due parole, presenta caratteristiche alfabetiche e linguistiche omogenee che permettono di distinguere il Camuno dalle lingue vicine quali il Retico e il Leponzio. L alfabeto è attestato anche in Valtellina e su entrambe le sponde del Garda: quindi è presumibile che esso fosse stato adottato da quelli che Plinio definisce popoli Euganei. Il ritrovamento di vari alfabetari a Zurla, Foppe di Nadro e nella zona fra Piancogno ed il santuario dell Annunciata ha ultimamente permesso, insieme all analisi delle iscrizioni, di stabilire l esatto valore delle lettere (grafi), alcuni dei quali presentano varianti grafematiche (vedi Tabella A). Questi alfabetari sono di epoca recente (circa I 100 a.c. 50 d. C.), mentre le iscrizioni più antiche potrebbero risalire al IV-V secolo a.c. Fig. 1. Alfabetario camuno tipo Foppe di Nadro

2 Fig. 2. Varianti dei segni grafici Probabilmente nella prima fase della scrittura non erano pronunciate le occlusive sonore [b], [d], [g]: questi suoni erano assenti anche in retico ed etrusco. Erano invece presenti i suoni aspirati [h], [ph] e [th] (che si trascrive con ). Ad esempio, il grafo che negli alfabetari occupa il secondo posto (quello di latino b e greco ) denotava molto probabilmente il suono [ph]. Successivamente [th] fu affiancato da [þ] (il suono spirante presente, ad esempio, nelle lingue germaniche). Durante il periodo della latinizzazione furono anche assunte le occlusive sonore, mentre [f] fu probabilmente l ultimo suono ad essere assimilato. I grafemi della sibilante sorda [s] sono (con le sue varianti) e che occorre distinguere dal segno = u 2, da = z e da = þ. L equivalenza fra e è provata dalla loro intercambiabilità nel gruppo -st h - e dalla loro presenza in nomi camuni e retici aventi lo stesso tema. Il gruppo s è scritto,, X, X. Esso, d altronde può mutarsi in sþ ( = ). In camuno non è presente il segno retico, bensì. Negli alfabetari questo grafema è stato intenzionalmente messo al posto dello tsade dell etrusco meridionale, presumibilmente perché marca lo stesso fonema. tale fonema non è un suono univoco: come si desume anche dai grafi leponzi e gallici che gli corrispondono, i suoni sibilanti denotati da (che trascriviamo con ) erano i suoni doppi [s s] (con uno stop fra i due [s]), [ss], [t s t s ] che generalmente erano una evoluzione di [sþ] e [s]. Sono proprio alcune iscrizioni camune che testimoniano questo passaggio, il quale sarebbe meno dimostrabile per l etrusco e tuttavia noto anche in greco ( > ) ed in vari termini celtici. La presunta esistenza di un suono palatale [š] (quello di ital. scimmia) in etrusco oggi sostenuta da molti etruscologi a nostro avviso è epigraficamente e fonologicamente impossibile. Alcune iscrizioni camune mostrano chiaramente che ( ) sostituisce sþ ( ) da cui non può derivare [š]. Siccome etrusco, retico e camuno appartenevano alla stessa famiglia linguistica (lo si deduce dall analisi morfologica), anche l etrusco non poteva avere il suono [š], come d altronde si deduce per via interna. 1 Nel primo periodo della scrittura i grafi delle vocali furono probabilmente soltanto quattro come in retico ed etrusco; ma con i primi influssi celtici si sentì la necessità di avere più grafi per le vocali posteriori ([o], [u] e valori intermedi). I segni vocalici negli alfabetari di Foppe di Nadro (circa I sec. a.c. I sec. d.c.) sono numerosi: una a, due e (a 3 ed a 4 trattini: e ), due o (O e ), tre u (,, ). È però difficile stabilire i suoni esatti di queste vocali: le attestazioni nelle varie iscrizioni mostrano che non esistevano distinzioni fisse per tutta la Valcamonica. Probabilmente esistevano scuole scrittorie diverse e gli alfabetari segnavano anche le lettere usate da altre scuole affinché fossero imparate le varianti. Certamente, si può stabilire che esisteva anche un suono intermedio fra [o] ed [u], mentre è ipotizzabile il desiderio di denotare le vocali lunghe e le brevi. Ecco i segni per le vocali posteriori negli alfabetari di Foppe di Nadro: = u 2 = ú O = o = ó = u 1 Vedi A. Zavaroni, Sulla presunta sibilante palatale in etrusco, in: Incontri linguistici 25, 2002,

3 La scrittura camuna tarda fece uso di legature fra lettere sia per abbreviare il lavoro di incisione sia per aumentare l aria di mistero intorno a questa arte di élite. Ad esempio la scritta sinistrorsa di Fig. 3, su una roccia isolata presso Berzo-Demo, inizia con una legatura fra t capovolta e h. La scritta 2 mostra come la resa del suono [t s ] (z aspra) fosse problematica. Fig. 3. thsen ([t s en] da indoeuropeo *sten-) MORFOLOGIA L analisi grammaticale e lessicale per quel poco che si può desumere dalle iscrizioni mostra la stretta parentela linguistica del camuno con l etrusco e con il retico. Il camuno, però, è caratterizzato da un folto gruppo di termini che finiscono in -au. Poiché dal contesto risulta evidente che almeno alcuni di essi (uirau, zeriau, munau, ukiliau, uaiau ecc.) riguardano personaggi ritratti nelle incisioni, dobbiamo concludere che essi sono nomi propri o appellativi funzionali. Siccome in età arcaica anche i nomi di persona e di divinità sono attributi che esprimono una qualità, una funzione o un mestiere, si può concludere che i termini in -au sono dei derivati. Forse la terminazione -au deriva da un precedente -avus : infatti -avus si incontra in Gallia e nel Norico (Caucavus, Batavus, Iuvavus, Timavus, Moliavus, Anavus, Lacavus etc.). Non è da escludere che fra i termini in -au possano esservi nomi di oggetti, definiti per una loro qualità. Le didascalie eúlu ukiliau ed eúlu aleúlaz di Pia d Ort mostrano che ukiliau è apposizione di eúlu. Quindi in eulú esiau anche esiau è un aggettivo o apposizione di eúlu. Altri nominativi potevano terminare sia in vocale (uaho, uelai, ulai, núú, uaia, anki ecc.) sia in consonante (ulk, uesuenes, aleulaz < *aleulats < *aleulates). In camuno il genitivo-dativo si poteva formare con il suffisso finale -s (come in etrusco e retico) almeno per una certa classe di nomi e aggettivi: sono tali enoinas, temalas, ruas, ueses ecc. Per il camuno è anche attestato il suffisso -(i) del locativo (identico a quello etrusco ed a quello greco arcaico) che veniva aggiunto al caso obliquo. Alcune iscrizioni camune permettono di ipotizzare l esistenza di un duale in -ua = -va come in etrusco (nominativo alhua, genitivo-dativo o 2 kuas). La ricerca sul sistema verbale camuno è più problematica che per l etrusco a causa della scarsità del materiale. Per l etrusco le difficoltà sono dovute alla mancanza di flessione relativa al numero e alla persona: il presente è ridotto ad un tema che può terminare con qualsiasi vocale e con qualsiasi consonante: è quindi impossibile distinguere sostantivi, aggettivi, verbi etc., se non dopo un paziente lavoro di confronti fra le varie iscrizioni. Inoltre alcune parole, come acil, ara, ma etc. fungono ora da sostantivo ora da verbo. Nell etrusco recente -ke = -ce funge anche da suffisso del participio passato passivo, che però in epoca arcaica doveva essere -e come per la formazione del passato passivo. 2 Dalla copia di M. G. Tibiletti Bruno, Nuove iscrizioni camune, in Quaderni camuni 49-50, 1990,

4 Fig. 4. neuþake / zaalas (Berzo-Demo, presso Poggio della Croce) Fig. 5. pueia is (foto di A. Priuli) 3 In camuno sono attestate due forme in -ke (emunke e neuake) che sembrano fungere da participio passato. Ovviamente è probabile che esistessero altri modi di formare il passato ed il passivo, specialmente in epoca tarda: ad esempio nell iscrizione di Berzo-Demo makasþ / sepþa esþ sembra presente il verbo essere che in etrusco è assente. 3 Da A. Priuli, Le iscrizioni prelatine nel più vasto contesto della cultura figurativa rupestre camuna, in: Quaderni camuni 49-50, 1990, 7-28.

5 ALTRE ISCRIZIONI CAMUNE Sasiau (Foppe di Nadro Roccia 23) nome di divinità ( quello delle messi, dei frutti, del cibo : i.e. *sasio-) Uesuenes (Naquane Roccia 50) nome composto di divinità ( Animatore degli esseri )

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