PERCORSO AUTORIZZATIVO DEL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA DI BORGOGIGLIONE
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- Giovanna Cirillo
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1 PERCORSO AUTORIZZATIVO DEL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA DI BORGOGIGLIONE ATI2, PROCEDURA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Fase di preparazione e organizzazione preliminare all avvio di formazione del Piano d Ambito Tra le indicazioni programmatiche del Progetto Preliminare risulta l ampliamento di 930mila mc. della discarica di BorgoGiglione ottobre 2010 DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA) 26 gennaio riporta tra gli altri l allegato2 VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE - fa riferimento a: Progetto definitivo per l ampliamento della colmata della discarica di Borgogiglione Studio di Impatto Ambientale relativo al progetto di ampliamento della discarica di Borgogiglione ISTANZA DI VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (VIA) 31 gennaio 2011 coordinata con la procedura di AIA e con la Procedura di Valutazione di incidenza (VIncA) Correda l istanza lo STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (SIA), completato nel dicembre 2010 Il RAPPORTO ISTRUTTORIO (datato da GEST 11/8/2009) è stato approvato dalla Conferenza dei Servizi AIA, convocata presso la provincia di Perugia, il 27/07/2011 COSA DICONO I DOCUMENTI SULLA PERICOLOSITÀ DELLA DISCARICA IL PROGETTO DEFINITIVO è datato dicembre 2010 I dati su cui sono costruite le elaborazioni progettuali sono stati assunti dal PRGR del 2009, non risultano ulteriori aggiornamenti e almeno per alcuni aspetti appaiono difformi dalla situazione attuale (es: quantità rifiuti prodotti in ATI2, % RD finora raggiunta, bisogni di smaltimento in discarica degli altri ATI confinanti, entrata in funzione dell inceneritore) Anche il calcolo economico dell impianto è fatto sulla base del prezziario regionale RT p3> Il progetto consentirà l autosufficienza dello stessa Ambito Territoriale nella gestione dei rifiuti per l intero arco temporale di durata del piano regionale (ovvero fino al 2022) qualora siano rispettate le condizioni e previsioni contenute nel piano stesso. RT p15> In base ai dati di conferimento forniti dalla Società di gestione (aggiornati al 30/09/2006) e ai rilievi plano altimetrici effettuati periodicamente, si evince che la volumetria è in fase di rapido esaurimento. In particolare dal recente rilievo plano-altimetrico del 19/03/10 (vedi Planimetria Tav. B.2) raffrontato con la situazione già autorizzata (Planimetria Tav. B.3) e rappresentata nelle Sezioni di cui alla Tav. B.4, è stata calcolata, con il metodo delle sezioni ragguagliate, la volumetria residua che risulta pari a mc. (??? Secondo un doc. Comune Perugia la volumetria residua al 31/12/2009 era di mc.) RT p35> Sulla base di tali dati, si è cercato di implementare lo scenario A (con tutte le ipotesi previste dal piano e una stima di fabbisogno annuo di discarica costante e pari a mc) fino al 2022 (scadenza del Piano d Ambito) dal quale risulta quanto riportato nella tabella seguente: cfr.tabella Nella valutazione si è poi ritenuto opportuno stimare le volumetrie di smaltimento necessarie, ipotizzando uno slittamento relativamente alla data di entrata in funzione del termovalorizzatore e mantenendo invariate le altre ipotesi come da scenario obiettivo del PRGR: crescita della produzione di rifiuti pari al 1,21 % annuo percentuale di raccolta differenziata pari al 50% al 2010, 60% al 2011 e 66,3 % al 2012
2 La volumetria di 930mila mc aggiuntivi decisa per la discarica di BG deriva dall ipotesi dell entrata in funzione dell inceneritore, nel 2015, e di un ulteriore ampliamento in via cautelativa! PGO p4> Secondo la quale RT a partire dall anno 2015 entrerà in funzione il nuovo termovalorizzatore che assorbirà quasi tutta la produzione di rifiuto secco sottraendola così alla discarica. Si è quindi valutato che, con decorrenza 01/01/2015, visto il modesto fabbisogno di volumetria di smaltimento per la frazione secca, l impianto verrà per intero gestito con modalità bioreattore. Qualora nel corso degli anni dovessero verificarsi conferimenti diversi da quelli di progetto il rapporto volumetrico tra i due bacini verrà adeguato di conseguenza. Qualche dubbio sulla perfetta tenuta di un impianto a più stadi, progettato inizialmente nel 1988 RT p10> D.G.R. n del 23/09/1988 della Regione dell Umbria approva il progetto esecutivo per la realizzazione di una discarica di 1 categoria in L ocalita Borgogiglione del Comune di Magione e autorizza la gestione ai sensi del D.P.R. 915/82; - D.G.R. n 103/92 e D.GR. 7079/93 della Regione de ll Umbria approva il 1 stralcio esecutivo e la var iante al progetto generale; - D.P.G.R. n 653 del 26/09/1995 della Regione dell Umbria modifica il piano regionale con il quale stabilisce il conferimento dei rifiuti urbani prodotti nel nuovo bacino (perugino-trasimeno-tuderte) presso l impianto di riciclaggio di Ponte Rio e lo smaltimento dei sovvalli a Borgogiglione; - Determinazione Dirigenziale del 27/12/2001 della Regione dell Umbria con cui si autorizza ai sensi del D. Lgs 22/97 lo smaltimento dei rifiuti secondo i codici CER indicati nella determina; - Determinazione Dirigenziale del 20/12/2006 della Provincia di Perugia con cui si approva ai sensi del D. Lgs 36/03 art. 17 comma 4 e del D. Lgs 152/06 art. 208 il piano di adeguamento della discarica per rifiuti non pericolosi. RT p16> L ipotesi progettuale prevede una sopraelevazione della colmata di circa 24 metri rispetto alla quota sommitale della discarica già autorizzata, insistendo per gran parte sulla superficie del bacino impermeabilizzato già impegnato e interessando solo verso monte una ulteriore fascia perimetrale di terreno. [ ] Questo tipo di ampliamento della colmata si rende possibile grazie alla positiva verifica delle caratteristiche della barriera di fondo del bacino già impegnato che ne ha attestato la conformità alle prescrizioni normative introdotte dal D. Lgs. 36/03, così come peraltro ratificato in sede di approvazione del relativo Piano di Adeguamento (D.D. Provincia di Perugia n del 20/12/2006 ai sensi del art. 17 del D.Lgs. 36/03). RT p17/18> Barriera impermeabile La posa in opera deve essere fatta da operatori specializzati che rilasciano, a lavoro ultimato, un attestato di conformità alle norme tecniche operative di riferimento. Tale attestato, associato alle certificazioni di qualità della geomembrana rilasciati da laboratori ufficiali e forniti dal produttore, costituisce documentazione valida ai fini del collaudo dell opera di impermeabilizzazione. Il rivestimento artificiale (telo) deve quindi essere adeguatamente protetto dagli agenti atmosferici e dal pericolo di danneggiamento meccanico sia in fase di realizzazione che di esercizio della discarica mediante la posa di un tessuto non tessuto di forte grammatura [ ]. Le quantità e la pericolosità del percolato prodotto RT p13> Attraverso questa rete di drenaggio il percolato viene raccolto in una vasca della capacità di circa mc per poi essere depurato da uno specifico impianto posto sopra il solaio della cisterna dotato di una potenzialità di trattamento pari a circa 50 mc/giorno ed in grado di scaricare un effluente conforme ai limiti della Tab. 4 del D.Lgs. 152/06 [ ] La quota eccedente questa capacità di trattamento verrà prelevata con autocisterne e portato al trattamento e smaltimento presso impianti specificamente autorizzati. RT p20> Il percolato così raccolto viene avviato al trattamento presso l impianto esistente in adiacenza alla vasca di stoccaggio, mentre le eccedenze di produzione nei periodi di punta stagionali vengono avviate a trattamento presso impianti esterni (anche fuori Regione) allo scopo autorizzati, previo trasporto a mezzo autocisterne (anch esse autorizzate allo specifico servizio a mezzo iscrizione all Albo Nazionale dei Trasportatori). [ ] L impianto di trattamento, avente una potenzialità di 50 mc/giorno di percolato in ingresso, è stato realizzato nel AIA p21>
3 Quantità di percolato che l impianto può trattare: 50 t/g, t/anno. Perché in questo caso la quantità viene espressa in t. piuttosto che in mc. come nella RT? RT p7> Sul solaio di copertura delle vasche è posizionato l impianto di trattamento per una potenzialità autorizzata pari a 50 mc/giorno. Nei casi di punte di produzione stagionali dovuti all apporto delle precipitazioni meteoriche o a fermi straordinari dell impianto di trattamento, il percolato viene prelevato da autocisterne e trasportato presso impianti esterni di depurazione appositamente autorizzati. PGPost p>6 Nei 30 anni della gestione postoperativa, la discarica produrrà, in misura ogni anno inferiore, ancora ben 90 mila mc di percolato Quante saranno e dove verranno smaltite le t. di percolato non trattato dall impianto? C è una Tabella (anno per anno) sulla quantità di percolato prodotto dopo la chiusura della discarica ma non viene quantificato il percolato presente invece in fase operativa Perché non sono quantificati i camion che trasporteranno il percolato in altri siti? Eppure nello SIA sono minuziosamente descritti e quantificati i 14 camion dei rifiuti al giorno (viaggi a/r) solamente??? Le quantità di biogas prodotto/recuperato. Pericoli di inquinamento da emissioni di biogas in ambiente RT p5> L impianto da una parte consente lo sfruttamento energetico di una risorsa energetica rinnovabile (il biogas) che altrimenti verrebbe dispersa in atmosfera e dall altra riduce drasticamente le emissioni di metano della discarica che, come notorio, sono una delle principali cause dell effetto serra. PGO p5> La discarica bioreattore è un modello innovativo di gestione dei RS che offre notevoli vantaggi energetici ed ambientali grazie ad una gestione razionale ed tecnologicamente avanzata della degradazione della frazione biodegradabile. I rifiuti solidi contenti alte percentuali di biodegradabili (FORSU da selezione meccanica, fanghi) sono posti in apposite celle di discarica dove si ottengono condizioni ottimali di umidità e assenza di ossigeno che favoriscono i processi degradativi anaerobici con la massimizzazione della produzione di metano (biogas) utilizzabile energeticamente e la conseguente rapida stabilizzazione dei rifiuti. Il ricircolo del percolato dà il vantaggio aggiuntivo della diminuzione del carico inquinante dello stesso ad ogni passaggio. RT p13> Il biogas prodotto dalla degradazione anaerobica dei rifiuti abbancati viene captato mediante una rete di camini e pozzi verticali drenanti chiusi superiormente da teste di pozzo collegate ad una centrale di aspirazione posta fuori del bacino di smaltimento dei rifiuti. Da qui, previo trattamento di deumidificazione, viene convogliato ad un impianto di produzione di energia elettrica costituito da n 3 gruppi elettrog eni di potenza pari a 200 kwe ciascuno. RT p22 L impianto di recupero consentirà quindi di utilizzare tutto il biogas captabile riducendo drasticamente i livelli di emissione di inquinanti in atmosfera. Infatti, oltre ad un importante beneficio energetico (il biogas di discarica rappresenta una importante fonte rinnovabile di energia), l impianto fornirà anche un considerevole contributo in termini di salvaguardia ambientale, con la riduzione di emissioni di gas serra e l abbattimento di emissioni gassose maleodoranti. [ ] Tabella biogas totale: oltre 6 milioni mc /anno, di cui un terzo (circa 2 milioni mc/anno) è il metano recuperato per produrre energia elettrica (la produzione del biogas continuerà per alcuni anni anche dopo la fine della discarica nel 2022). La parte di biogas non recuperata si disperde nell aria? Con quali effetti inquinanti? AIA p106> Gestione impianti di Recupero del Biogas Si autorizza Il Gestore ad effettuare le operazioni di recupero energetico [ ] del biogas da discarica presso i seguenti impianti: Impianto 1 per una Potenza Termica Nominale di kw (Pot. Elettrica Nominale 930 kwe). L impianto è in grado di trattare metri cubi di biogas/anno. Impianto 2 per una Potenza Termica Nominale di kw (Pot. Elettrica Nominale 930 kwe). L impianto è in grado di trattare metri cubi di biogas/anno.
4 Perché i due impianti sono dimensionati per trattare un volume di biogas così elevato (oltre 12 milioni mc. complessivi) rispetto alle quantità di biogas prodotte annualmente in discarica come da Tabella RT p.22? AIA p20> Ai fini di evitare qualsiasi tipo di rilascio in atmosfera di biogas, l emungimento da ciascun pozzo ai fini della produzione di energia elettrica è sempre mantenuto attivo anche in caso di bassissime percentuali di metano e di minime portate e regolato tramite apposita valvola dedicata posta sulla singola linea. L influenza del biogas estratto da tali pozzi è pertanto tale da non pregiudicare le caratteristiche energetiche del totale biogas estratto dal corpo discarica consentendo una combustione efficace da parte dei gruppi elettrogeni. La dismissione di tutti i pozzi ai fini della produzione di energia elettrica e la conseguente combustione in torcia avverrà quando la qualità e quantità del biogas sarà tale da consentire una potenza massima inferiore a 50 kw. Che significa? È un argomento che può tranquillizzare? Si parla solo del metano o di tutto il biogas? Il piano di monitoraggio: chi controlla il controllore? RT p7> L impianto (trattamento percolato) in definitiva produce un effluente chiarificato che viene immesso nel Fosso Contessa in conformità ai limiti previsti dalla specifica normativa sugli scarichi. RT p10> Attualmente gli impianti in questione sono autorizzati con Determinazione Dirigenziale n.5550 del 25/06/2008 Autorizzazione Integrata Ambientale del D.Lgs 59/2005 e sottoposti al relativo Piano di monitoraggio e controllo definito in tale atto. Si sottolinea che l area della discarica risulta monitorata a partire dalla fase antecedente la sua costruzione (primi anni 90). Il monitoraggio, inizialmente elaborato con la consulenza scientifica dell ENEA, è oggi condotto in contraddittorio con la Provincia di Perugia e l ARPA UMBRIA. Si specifica inoltre che contestualmente all istanza di valutazione di impatto ambientale è effettuata l istanza di modifica dell autorizzazione integrata ambientale a seguito di modifica sostanziale all impianto (rappresentata dall intervento in oggetto), per la quale è redatta e presentata apposita documentazione. RT p21> I fanghi di risulta provenienti dall impianto di trattamento del percolato sono smaltiti tal quale o inertizzati tramite appropriato impianto. Le analisi sul percolato e sulle acque di scarico sono effettuate con le modalità e cadenze previste dal Piano di monitoraggio allegato all Autorizzazione Integrata Ambientale. PGO p7> Il controllo dell efficienza del sistema di drenaggio e raccolta e il trattamento del percolato dovrà essere assicurato, oltre che per tutta la fase di gestione operativa, anche per la fase di post-chiusura per un periodo non inferiore a 30 anni come stabilito dall art. 2 del D.Lgs. 36/2003. Si ipotizzano situazioni di pericolo anche gravi: sono adeguate le procedure di monitoraggio (autocontrollo) e di intervento delle istituzioni preposte? Non si sottolinea forse abbastanza che il passaggio da una gestione tradizionale ad un altra ben più complessa a bioreattore (in misura via via crescente con gli anni) comporta pericolosità e rischi ambientali molto più elevati, come dimostrano le normative e gli studi scientifici. Maggiori devono essere le precauzioni e i controlli, sia in fase costruttiva che negli anni di gestione; si può lasciare ad un soggetto privato (GEST-Gesenu) la stessa libertà d azione di cui aveva goduto finora, ma per gestire una discarica di ben minore portata? Cosa prevede e chi gestisce il piano di intervento per condizioni straordinarie? C è sufficiente controllo degli Enti pubblici sul Gestore, che risulta un impresa privata? Cfr. PIANO DI MANUTENZIONE IN FASE DI GESTIONE (PGO pp.33-38) Cfr.PIANO DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO PGPostoperativa>p5 Per la superficie della discarica saranno previsti controlli visivi almeno semestrali volti ad individuare la presenza di: 1. franamenti o scivolamenti del terreno; 2. aree di eccessivi assestamenti;
5 3. apertura di fratture strutturali macroscopiche. Al cui manifestarsi saranno programmati interventi di ripristino specifici con l utilizzo di materiali e mezzi meccanici idonei. PGPostoperativa>p9 I principali indicatori sulla corretta funzionalità del sistema raccolta/combustione del biogas si possono così riassumere: 1. presenza di odori molesti nell ambito del corpo della discarica; 2. perdita di funzionalità del sistema di captazione del biogas; 3. perdita di funzionalità del sistema di combustione del biogas. I controlli e le manutenzioni nella fase di post-chiusura saranno gli stessi di quelli svolti durante la fase di gestione operativa PGPostoperativa>p11 Tutti gli impianti installati nella discarica allo scopo di monitorare l ambiente (stazione meteo, sonde per la rilevazione di parametri chimici ecc.) e la stabilità del corpo rifiuti e dell argine (in clinometri, capisaldi di riferimento, ecc.) saranno manutentate in base a quanto previsto nelle istruzioni del costruttore. Abbiamo analizzato anche il PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE, datato 12/01/12: OGNI ASPETTO DELLE PROCEDURE È STATO PUNTUALIZZATO MA SONO ESTREMAMENTE CARENTI REGOLE / TEMPI / MODALITÀ SUI CONTROLLI DA PARTE DEL CONTROLLORE: Ogni punto recita: è fatto obbligo al Gestore PER QUESTO LE OSSERVAZIONI RECEDENTI PERMANGONO Manca SOPRATTUTTO il coinvolgimento delle popolazioni locali (è mancata la partecipazione diretta nelle fasi progettuali; manca l informazione sul Piano della sicurezza) Le sigle utilizzate nella scheda: RT = Relazione Tecnica in PROGETTO DEFINITIVO PGO = Piano Gestione Operativa in PROGETTO DEFINITIVO PGP = Piano Gestione Postoperativa in PROGETTO DEFINITIVO AIA = GEST_Rapporto Istruttorio in ISTRUTTORIA AIA
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