MUTUALITÀ, MICROCREDITO E COMUNITÀ LOCALE

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2 MUTUALITÀ, MICROCREDITO E COMUNITÀ LOCALE L esperienza del microcredito etico-sociale ravennate e imolese a cura di Marzia Trugli Collana Utilities

3 Questo libro è stampato presso gli stabilimenti Logo srl di Borgoricco (PD), i cui procedimenti tipografici sono interamente certificati dal Forest Stewardship Council fsc.org Homeless Book, Faenza 2013 ISBN: (brossura) (epub) (pdf) homelessbook.it / info@homelessbook.it Progetto grafico e impaginazione Alessandro Ancarani (alessandro@studioin3.com)

4 Utilities per lo studio e il lavoro Sono brevi guide e manuali per chi svolge attività di ricerca, di gestione e di intervento in ambiti di lavoro sociale, formativo ed organizzativo. Chi fosse interessato a proporci dei testi da inserire nella collana può scrivere a info@homelessbook.it La produzione e la diffusione dei testi della collana si avvale della collaborazione della

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6 INDICE Prefazione Il microcredito una storia che viene da lontano p. 7 di Edo Miserocchi Il microcredito nell esperienza della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche p. 9 di Everardo Minardi Il microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese p. 13 di Tiziano Conti Quando lavorare in banca arricchisce p. 21 di Rita Vecchi Un percorso da fare insieme p. 25 di Marzia Trugli Il microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese raccontato dagli aderenti alla convenzione p. 29 Il microcredito come rapporto tra la struttura economica e un soggetto di per sé escluso p. 33 di Cassiano Tabanelli Il microcredito come opportunità di genere p. 37 di Antonella Oriani Microcredito: riflessioni sull operatività p. 39 di Aviero Foschini Dal racconto di una donna che ha ricevuto un finanziamento di microcredito p. 41 Microcredito: a Ravenna un percorso ancora in costruzione p. 43 di Antonio Chiusolo Microcredito: un percorso possibile dopo l assistenza p. 45 di Luca Gabbi Microcredito come opportunità: quando le condizioni non ci sono p. 47 di Marzia Trugli 5

7 Un progetto di micro impresa realizzato! p. 49 di Alfredo Filiberto Cattuti Una ricerca condotta all Università di Pavia p. 55 di Stefano Denicolai, Maurizio Maccarini, Claudia Marventano Scheda p. 65 Convenzione per la realizzazione di un progetto di Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese p. 67 6

8 Prefazione IL MICROCREDITO, UNA STORIA CHE VIENE DA LONTANO di Edo Miserocchi 1 Il microcredito è una pratica concreta della mutualità: nella consolidata esperienza espressa nella storia delle Casse Rurali, oggi divenute Banche di Credito Cooperativo, esso rappresenta nello stesso tempo un metodo di finanza diversa ed un valore. Le prime esperienze di credito cooperativo italiane si sviluppano verso la fine del XIX secolo sulla scia dell Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. In Romagna la prima a sorgere nel 1895 è la Cassa Rurale di San Pietro in Sylvis a Bagnacavallo; diverse altre nasceranno di lì a pochi anni, le operazioni delle prime Casse Rurali, in pratica, erano tutte di microcredito. La concezione che muove i primi fondatori ad interessarsi al credito ed alle forme di accesso connesse, si lega alla visione di una cassa sociale, fortemente collegata alla contestualità ed ai valori cristiani, ed alla promozione dei principi di solidarietà verso le fasce più povere della popolazione. Di fatto l indigenza radicata, la concentrazione della ricchezza in fasce sociali ridotte, la scarsità di strumenti finanziari e culturali, generava problematiche comunitarie di forte impatto, le cui soluzioni di ripiego spesso condizionavano ancor più pesantemente coloro che si ritrovavano esclusi dalle capacità di finanziamento del sistema. Oggi la Banca di Credito Cooperativo ritrova queste situazioni in un mondo fortemente cambiato: in questo contesto difficile (com è quello di questi ultimi anni) promuove il microcredito per le famiglie e le microimprese, in particolare col progetto Buona Impresa portato avanti a livello nazionale dal gruppo BCC, per dare un opportunità 1 Direttore Generale Credito Cooperativo ravennate e imolese 7

9 ai giovani che desiderano rischiare di persona, promuovendo nuove occasioni imprenditoriali. Il mondo delle Casse Rurali prima e ora del Credito Cooperativo si è sempre mosso nella logica della Banca di territorio, al fine di essere promotore dello sviluppo locale. Il microcredito, oggi, attraverso i suoi principi basati sull etica, sulla fiducia e sulla solidarietà, può diventare uno strumento indispensabile per combattere l esclusione sociale e favorire, di conseguenza, sulla scia del principio di sussidiarietà, la formazione di reti di cittadini attivi. È questa la convinzione della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, del Credito Cooperativo ravennate e imolese e delle associazioni firmatarie dell Accordo di collaborazione, che hanno avviato l esperienza del Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese, un progetto di finanziamento per sostenere le famiglie che versano in precarie condizioni economiche. Le Associazioni aderenti, tra le quali ricordiamo le tre Caritas Diocesane di Faenza, Imola e Ravenna, la Società San Vincenzo della Diocesi di Imola, i Servizi Sociali sia dell Unione dei Comuni della Bassa Romagna che dei Comuni del Faentino (per un totale di 15 Comuni aderenti), il settore non-profit della Compagnia delle Opere di Ravenna e Ferrara; hanno realizzato centri d ascolto attraverso i quali accompagnare coloro che non riescono a sostenere finanziariamente le proprie spese o hanno difficoltà ad accedere al credito. Il concetto più innovativo, da cui trae origine l esperienza del Microcredito Etico-Sociale, è il collegamento con le Associazioni del territorio, che garantisce il sistema di relazioni sociali e di tutoraggio necessario per finalizzare il finanziamento a progetti di inclusione. In questo modo si realizza una rete virtuosa che coinvolge la cooperativa di credito e il mondo del volontariato sociale, per avviare una concreta coesione sociale e permettere alle persone più in difficoltà di muovere passi verso la propria autonomia. 8

10 IL MICROCREDITO NELL ESPERIENZA DELLA FONDAZIONE GIOVANNI DALLE FABBRICHE di Everardo Minardi 2 Quando decidemmo di impegnare la Fondazione nella costruzione di risposte concrete agli effetti del processo di impoverimento determinato dalla crisi economica e sociale annunciatasi all inizio degli anni 2000, non esitammo particolarmente nell approccio da adottare. Nonostante le tante sollecitazioni che provenivano dalla esperienza di Yunus e da quelle che a lui si richiamavano, la scelta che adottammo fu quella di riprendere con coerenza la matrice di tante esperienze di mutualità e quindi di solidarietà - sviluppatesi anche diffusamente nella realtà della Romagna - che trovava in Friedrich W. Raiffeisen il punto di partenza e nel credito cooperativo i modi per attualizzare quella ispirazione. Perciò, se il credito cooperativo si misurava sempre di più con l imperativo di sostegno degli attori di piccola e media dimensione della economia reale - contro gli effetti distruttivi di una finanza fine a se stessa - la Fondazione, che della tradizione storica del credito cooperativo è espressione fin dalle origini, ha adottato il compito di superare o meglio integrare la prassi della micro finanza attraverso l avvio e la estensione della prassi del microcredito, da rivolgersi alle persone, alle famiglie, alle micro imprese. Dalla micro finanza al microcredito Perciò nell impostare il programma delle iniziative volte a realizzare dapprima in fase sperimentale il microcredito, abbiamo posto l interrogativo sulle qualità e le caratteristiche della micro finanza, per poi individuare dapprima sotto il profilo teorico e poi soprattutto su quello pratico gli elementi distintivi del microcredito. Ciò in quanto con il microcredito, proprio ritornando alle esperienze av- 2 Presidente Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche 9

11 viate dalle associazioni di credito mutualistico di Raiffeisen, non si mette solo in gioco l ente erogatore del prestito, la cassa rurale ieri, la banca di credito cooperativo oggi, ma anche e soprattutto le formazioni sociali che intermediano il rapporto tra il portatore della domanda di prestito e l ente bancario erogatore del prestito. Una struttura significativa che nel microcredito crea non tanto un sistema di garanzia, pur necessario, ma piuttosto un insieme di rapporti di fiducia che legano in una relazione sociale e pubblica i soggetti coinvolti, sia nella fase iniziale della diagnosi del bisogno che in quella finale della valutazione del cambiamento che, anche le risorse del microcredito hanno determinando, non solo aiutando, ma piuttosto rafforzando l autonomia e la imprenditività sociale ed economica dei soggetti interessati. Cos è la micro finanza? La micro finanza, nell accezione più generale, è intesa come l offerta di prodotti e servizi finanziari a clienti che per la loro condizione economico-sociale hanno difficoltà di accesso al settore finanziario tradizionale ( Micro finanza in Europa, a cura di L.Viganò, Giuffrè 2004). La tipologia di clientela di questo particolare settore è considerata, dagli Istituti di credito più tradizionali, non bancabile sulla base di diversi fattori quali il reddito percepito, la situazione contrattuale e soprattutto l impossibilità di concedere garanzie formali. In questa realtà si inseriscono gli operatori che si muovono sulla base di parametri più legati ad un ottica di mutualità e solidarietà, di sviluppo della comunità, che cercano di trovare risposte positive anche per questa tipologia di persone, per recuperarle ad una vita sociale più dignitosa, mettendo in campo anche una serie di interventi sociali, prima che finanziari e bancari. Nascita ed evoluzione della micro finanza La micro finanza è un fenomeno che affonda le sue radici alla fine dell Ottocento. In particolare, le prime forme di microcredito si hanno già nel XIX secolo con l esperienza delle casse rurali, sorte in Italia sulla scia dell Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII e la creazione di istituzioni in- 10

12 formali per il credito ed il risparmio collegate al mondo delle parrocchie. Anche intorno agli anni del secolo scorso, si riscontra l esistenza di vari programmi pubblici, rivolti principalmente al settore agricolo, in molti paesi del Nord del mondo. Grazie al Bengalese Muhammad Yunus, vincitore nel 2006 del premio Nobel per la pace, la micro finanza viene conosciuta anche a livello internazionale come importante strumento di sviluppo economico-sociale. La sua rilevanza nella lotta contro la povertà è sancita anche dalle Nazioni Unite che, nel 2005, proclamano l anno internazionale del microcredito. La micro finanza nasce con una logica non profit: il microcredito è essenzialmente rivolto al supporto del settore agricolo, con bassi tassi di interesse, forti sussidi statali e istituzioni in maggioranza non sostenibili. Cos è il microcredito? È una prospettiva di azione che si avvale della micro finanza e che soprattutto si caratterizza per la fornitura di servizi di credito ai soggetti a basso reddito, per l avviamento e lo sviluppo della loro imprenditività sociale e della loro imprenditorialità economica e produttiva. In alcuni casi la concessione del credito è accompagnata dall offerta di servizi di consulenza, supporto per lo sviluppo del business ed accompagnamento nell iter procedurale. Il credito è concesso in ammontare limitato ad un solo individuo (prestito individuale) o ad un gruppo di persone solidalmente responsabili (prestito di gruppo) come spesso avviene nelle esperienze dei paesi in via di sviluppo. In quest ultimo caso, la responsabilità congiunta di un gruppo di persone alla restituzione del prestito, può operare come sostitutivo delle garanzie formali in quanto un soggetto moroso rischia ripercussioni sociali da parte del gruppo stesso. È importante sottolineare che il microcredito non viene erogato per consentire l acquisto di beni di consumo, pratica che si sta notevolmente diffondendo nei paesi del nord del mondo, ma solo per favorire lo sviluppo di un attività imprenditoriale che riesca a sua volta a creare reddito ed occupazione. Nel Nord del mondo esistono altre forme di credito che, da alcuni autori vengono considerate come microcredito. Tra queste ricordiamo il credito anti-usura, il credito d onore, il credito al consumo e il 11

13 credito socio-assistenziale. In Italia non esistono ancora definizioni chiare e condivise sull argomento. I tassi di interesse applicati sul microcredito variano a seconda del contesto macroeconomico di riferimento e del fatto che l istituzione sia più o meno orientata a garantire la propria autosufficienza operativa e finanziaria. Nel caso di istituzioni sostenibili (che perdurano nel tempo auto-sostenendosi senza dover ricorrere a finanziamenti esterni) i tassi applicati vengono fissati in maniera da assicurare la copertura dei costi finanziari, del rischio e dei costi gestionali; questi ultimi, nel caso del microcredito, risultano essere molto elevati, sia a causa degli alti costi di istruzione delle pratiche che per quelli di supporto e di accompagnamento al cliente, a volte sostenuti durante l intero iter creditizio. Per quanto riguarda invece la percentuale di rischio è stato dimostrato, a differenza di quanto si possa pensare, che i poveri, proprio per la fiducia che viene accordata loro, tendono maggiormente al rimborso dell intera somma nel rispetto delle scadenze stabilite. Il Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese La Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, il Credito Cooperativo ravennate e imolese e le diverse Associazioni sottoscrittrici hanno avviato nel novembre del 2010 il Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese, che sia contemporaneamente servizio e testimonianza nel territorio per aiutare chi si trova in situazione di precarietà economica. Il microcredito - così come è individuato dalla Convenzione stipulata fra i tre partner dell iniziativa - è una forma di finanziamento a favore di persone in temporanei momenti di difficoltà finanziaria, che pur svolgendo un attività lavorativa, non hanno possibilità di accesso alle istituzioni creditizie, a causa del loro profilo socio-economico: si basa su valutazioni e modelli non unicamente economico-finanziari, cercando di creare un rapporto fiduciario molto forte con le Associazioni aderenti e i loro tutor, fondandolo sulla conoscenza reciproca e sullo scambio costante di informazioni. Obiettivo ambizioso del progetto è favorire anche la nascita di microimprese e, seppure con fatica, qualche segnale incoraggiante inizia ad arrivare. 12

14 IL MICROCREDITO ETICO-SOCIALE RAVENNATE E IMOLESE di Tiziano Conti 3 Le matrici del progetto Il concetto da cui trae origine l esperienza del Microcredito Etico Sociale ravennate e imolese è il collegamento tra le associazioni del territorio, la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche e il Credito Cooperativo ravennate e imolese, garante del sistema di relazioni sociali attraverso il finanziamento di progetti finalizzati all inclusione. In questo modo si realizza una rete virtuosa che coinvolge la cooperativa di credito e il mondo dell attenzione al bisogno, pubblico e nonprofit, per favorire una concreta coesione sociale e permettere alle persone in difficoltà di cercare o ritrovare la propria autonomia. Tra gli operatori economici e i mediatori sociali cresce la consapevolezza che la crisi economica non sia un fatto destinato ad essere superato in breve tempo, con gli inevitabili effetti occupazionali e di riduzione del reddito familiare anche a livello locale, unitamente ad una politica che non compensa i deficit di risorse ma riduce la spesa sociale. Quando la morsa della crisi si sarà attenuata nulla sarà come prima: saranno ancora più evidenti le forti disuguaglianze sociali con volti nuovi della povertà e dell emarginazione; sarà manifesta in tutta la sua gravità la disoccupazione giovanile; si accresceranno le difficoltà e i vincoli per la formazione di nuove giovani famiglie; sarà necessaria una nuova cultura, decisamente più avanzata, per creare nuove imprese e nuova occupazione. Chi opera nelle imprese cooperative può affrontare queste difficoltà grazie ad una cultura e ad una prassi caratterizzata da valori non appartenenti all economia privata e con una diversa visione della realtà sociale. 3 Vice Presidente Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche 13

15 Convegno Mutualità, microcredito e comunità locale: dalla crisi economica alla promozione sociale Faenza, 26 febbraio 2010 In particolare, ciò che oggi ci spinge a rinnovare la fiducia nel microcredito è la tradizione e la consolidata esperienza della mutualità, che si è espressa originariamente nella forma delle Casse Rurali. Perciò, oggi, a partire dai principi ispiratori del Credito Cooperativo, riprendiamo a fare microcredito per sostenere le famiglie e le persone che cercano di uscire da situazioni di difficoltà, di riconquistare l autonomia nella capacità di spesa e di investimento familiare (come l istruzione dei figli) e l indipendenza; per promuovere la nascita di micro-imprese e cooperative affinché la professionalità e la capacità imprenditoriale siano riconosciute e confermate positivamente dal mercato. Per i bisogni urgenti e crescenti di assistenza il Credito Cooperativo, sulla base della propria mission di attore responsabile del benessere della collettività di cui è al servizio, dispone di altri strumenti di intervento, sempre in collaborazione e in sintonia con le molteplici espressioni del terzo settore sociale. È sul microcredito, tuttavia, che oggi il Credito Cooperativo gioca la sua carta identitaria più importante: promuovere il benessere e lo sviluppo nella comunità locale. Si tratta di un impegno su cui si è già sviluppata una sperimentazione che ha dato risposte positive e su cui 14

16 oggi si avvia una nuova fase del servizio alle comunità locali, non in competizione con altri soggetti, economici e istituzionali, bensì in collaborazione con essi. Sulla base di questi convincimenti e al fine di far conoscere alcune esperienze di eccellenza del nostro paese e porre le basi per promuovere anche in Romagna il microcredito, il Credito Cooperativo ravennate e imolese, unitamente alla Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, all Associazione di volontariato Per gli altri della provincia di Ravenna e al Sunas, Sindacato Unitario Assistenti Sociali, ha dato vita nel febbraio 2010, al Convegno Mutualità, microcredito e comunità locale: dalla crisi economica alla promozione sociale. Le caratteristiche del progetto Partendo dall affermazione di Giovanni Dalle Fabbriche: «Una cooperativa che fa affari e non crea valore aggiunto per i propri soci e per la comunità locale non è più una cooperativa», richiamata da Edo Miserocchi, Direttore Generale del Credito Cooperativo ravennate e imolese all apertura del Convegno, l iniziativa si è incentrata sull analisi di alcuni casi di successo: la collaborazione tra il Credito Cooperativo della provincia di Vicenza e la Caritas Diocesana, destinata prevalentemente al sostegno delle famiglie, e l opera della Fondazione Tertio Millennio, orientata soprattutto all avvio di nuove imprese giovanili al Sud. Durante il Convegno è emersa la possibilità di realizzare forme di assistenza e guida per la formazione di una nuova progettualità in campo economico e sociale, oltre a reti di ascolto e sostegno ai bisogni. Il Convegno ha spinto il Credito Cooperativo, le organizzazioni di volontariato e le istituzioni, ad unire sensibilità e competenze per realizzare una nuova solidarietà dei fatti e non delle parole, tramite l accesso ad un credito erogato, non solo attraverso le garanzie materiali, ma soprattutto attraverso le qualità morali e la voglia di lavorare delle persone. Il Convegno si è mostrato, quindi, un buon punto di partenza per avviare un programma di attività volte a favorire il radicamento e lo sviluppo di azioni per il microcredito, rivolto a persone, famiglie e co- 15

17 Firma della Convenzione Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese Faenza, 17 novembre 2010 munità, su una base di netta distinzione tra attività a finalità assistenziale, con specifica attenzione alle situazioni di emergenza (cui occorre rispondere con tempestività), e attività di microcredito, con interventi finalizzati ad accompagnare i soggetti in situazioni di bisogno verso condizioni di vita più favorevoli. Su questi presupposti il 17 novembre 2010 è stato firmato l Accordo di collaborazione che ha dato vita al Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese. Il microcredito, quindi, attraverso i suoi principi basati sull etica, sulla fiducia e sulla solidarietà, può diventare uno strumento indispensabile per combattere l esclusione sociale e favorire, di conseguenza, sulla scia del principio di sussidiarietà, la formazione di reti di cittadini attivi. È questa la convinzione della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, del Credito Cooperativo ravennate e imolese e delle Associazioni firmatarie dell Accordo di collaborazione, che hanno avviato l esperienza del Microcredito Etico-Sociale ravennate e imolese, un progetto di finanziamento per sostenere le famiglie che versano in precarie condizioni economiche. In particolare, l iniziativa è stata promossa a favore di persone in temporanei momenti di difficoltà finanziaria che, pur svolgendo un attività 16

18 lavorativa, non hanno la possibilità di accesso alle istituzioni creditizie, a causa del proprio profilo socio-economico. Ci si basa, quindi, su valutazioni e modelli non unicamente economico-finanziari, cercando di creare un rapporto fiduciario molto forte tra le Associazioni aderenti e i loro tutor, fondato sulla conoscenza reciproca e sulla collaborazione. In base all analisi delle comunità locali è emerso il significativo disagio sociale delle persone e delle famiglie chiamate a sostenere impegni finanziari superiori alle proprie capacità economiche immediate e alle quali l accesso al credito è solitamente negato oppure reso di fatto impossibile, sebbene posseggano le potenzialità necessarie per sostenerne i relativi costi e spese. La Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche ha posto in essere una costante e proficua attività di collaborazione con le Associazioni sottoscrittrici, realtà queste al servizio delle comunità locali in cui confluiscono persone, risorse, energie, bisogni e speranze, e da cui scaturiscono azioni, progetti, scambi e relazioni perfettamente in sintonia con gli scopi statutari della Fondazione. Il Credito Cooperativo ravennate e imolese ispira la propria attività all attenzione e alla promozione della persona, con l obiettivo di fabbricare fiducia e creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e, più in generale, della Comunità locale. In particolare, il Credito Cooperativo: favorisce la partecipazione degli operatori locali alla vita economica, privilegiando le famiglie e le piccole imprese; promuove l accesso al credito e contribuisce alla parificazione delle opportunità; promuove, attraverso la propria attività creditizia e mediante la destinazione annuale di una parte degli utili di gestione, il benessere delle Comunità locali come pure lo sviluppo economico, sociale e culturale delle stesse, esplicando un attività imprenditoriale a responsabilità sociale, non soltanto finanziaria, al servizio dell economia locale. 17

19 I primi sviluppi del progetto Il primo passo per attuare l iniziativa e rendere il Microcredito una soluzione efficace consiste nel formare tutti gli operatori che in prima linea incontrano quotidianamente le persone in situazioni di difficoltà. Per questo, sono stati organizzati corsi di formazione incentrati su argomenti relativi a: storia delle Banche di Credito Cooperativo e modo di operare delle Casse Rurali; caratteristiche e condizioni di erogazione del microcredito eticosociale ravennate e imolese; un metodo per utilizzare il microcredito in ambito sociale; aspetti salienti della relazione e del supporto nel percorso di restituzione del prestito. Questi primi corsi hanno visto la partecipazione di operatori pubblici, del privato sociale e dipendenti del Credito Cooperativo ravennate e imolese e si sono mostrati di grande interesse e utilità per i partecipanti, tanto che sono stati più volte riproposti sempre con nuovi partecipanti. Per valutare nella sua complessità l iniziativa del Microcredito Etico- Sociale ravennate e imolese è bene considerare che sono state coinvolte le maggiori realtà del sociale (pubbliche e del privato nonprofit) del territorio ravennate e imolese, tra cui quindici dei diciotto Comuni che fanno parte della Provincia di Ravenna; che l iniziativa raggiunge tutta la provincia di Ravenna e il Circondario Imolese, per un totale di circa persone. Considerazioni conclusive Per concludere si riporta la testimonianza di Cassiano Tabanelli, Presidente della Società San Vincenzo della Diocesi di Imola, firmataria della Convenzione: «Poiché il Microcredito è un rapporto fra una struttura economica ed un soggetto di per sé escluso, aprire questa possibilità significa permettere la nascita di una relazione fra persona ed economia legata in modo particolare alla persona stessa, intesa 18

20 come risorsa oggettiva, e non ridotta solamente a parametri economici come unici criteri reali. Che cosa genera l incontro tra incidenza morale e risultato economico? Un attenzione educativa. Si indica con il termine educare il sollecitare con attenta discrezione la persona a riprendere in mano se stessa e a ricominciare a camminare. É educare il dare indicazioni su come gestire i propri desideri e le proprie risorse, il far comprendere cosa vale e cosa non vale». 19

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22 QUANDO LAVORARE IN BANCA ARRICCHISCE di Rita Vecchi 4... la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, il Credito Cooperativo ravennate e imolese, le Associazioni sottoscrittrici, intendono avviare un Progetto di microcredito etico-sociale... (da Convenzione microcredito Etico-Sociale) Il 17 Novembre 2010 è stata firmata la Convenzione e partecipare alla realizzazione del progetto di microcredito, mi ha reso orgogliosa. Ritengo importante raccontare la mia esperienza e quanto questa abbia contribuito ad arricchirmi dal punto di vista professionale e personale. Ringrazio tutti coloro che come me, hanno creduto in questo progetto e con i quali ho avuto il piacere di collaborare.... Il microcredito e una forma di finanziamento a favore di persone che, pur svolgendo un attività lavorativa, non hanno possibilità di accesso alle istituzioni finanziarie, a causa del loro profilo socio-economico (da Convenzione Microcredito Etico-Sociale). La crisi economica che non accenna ad allentare la propria morsa e che anzi si va consolidando e ampliando nei suoi effetti in termini produttivi, occupazionali e sociali, sta generando un ampliamento della fascia di coloro che corrono il rischio di cadere in povertà. Molte famiglie che in passato riuscivano ad arrivare alla fine del mese senza alcuna difficoltà, oggi si trovano impossibilitate a sostenere spese essenziali. Piccole imprese che erano spinte dalla voglia di mettersi in gioco sul mercato, oggi non trovano prospettive di crescita e di continuità. Il progetto nasce dalla volontà di creare uno strumento di riequilibrio sociale, rivolto al bene comune, al territorio e alle persone che lo vivono e lo rappresentano. Uno strumento a sostegno di persone 4 Dipendente del Credito Cooperativo ravennate e imolese 21

23 seriamente intenzionate ad attivarsi per uscire da situazioni di difficoltà e riconquistare la propria autonomia di spesa. Uno strumento che vuole riconoscere e promuovere le capacità imprenditoriali di valore, in particolare nell ambito etico-sociale. Negli ultimi anni in Italia il microcredito ha registrato una crescita esponenziale (oltre il 500%). Questo ne ha determinato in alcuni casi un utilizzo improprio e speculativo, interesse e lucro ad esclusivo beneficio di chi eroga il denaro, con l applicazione di tassi elevati non coerenti con le finalità di questa particolare forma di prestito, dunque un microcredito economico e non sociale. Il nostro progetto vuole contribuire ad un riequilibrio delle opportunità offerte dal mercato, attraverso il sostegno di una Catena di valori che operi in un ottica di Riscatto sociale. Ciò significa sostenere chi per condizione economica e sociale, non può accedere ai canali tradizionali del credito. Non si tratta di erogazioni liberali ma di aiuti finalizzati alla costruzione di una qualità di vita più equa, solidale e dignitosa individualmente e collettivamente. Alla persona si chiede capacità di lavoro ed uso responsabile del denaro. In una comunità dove l assistenza è pesantemente ridotta si possono concretizzare, e non solo ipotizzare, valori come la solidarietà e la responsabilità, anche attraverso l uso del microcredito inteso come opportunità per chi sembra non averne più. Lavorare per il nostro territorio è anche questo. L esperienza, l unione delle forze, il lavoro di gruppo, la condivisione leale degli obiettivi, sono il futuro della cooperazione e del credito di qualità e i risultati sono incoraggianti. La vittoria più grande per chi ha collaborato e creduto nel progetto è stata il costatare che il credito è risultato di qualità, debito insoluto pressoché pari a zero. Ciò ha un significato non solo contabile ma dimostra che il progetto finanziato è andato a buon fine, che il metodo di lavoro che ci siamo dati è stato corretto, che la persona ha raggiunto il proprio obiettivo. Rilevante il ruolo delle Associazioni che hanno aderito al progetto, 22

24 loro hanno il compito di raccogliere i bisogni del territorio e quelli della persona che concretamente porta il proprio, lì dove trova ascolto e risposte, quelle possibili. Fondamentale, nella fase istruttoria, il loro lavoro di monitoraggio e tutoraggio. Rilevante altresì l azione di coordinamento delle parti coinvolte e l impegno attivo: in un approccio integrale tra la fase di erogazione del finanziamento e quella precedente di assistenza/formazione dei tutor; nel mantenere tassi adeguati al fine; nella relazione sociale; nel responsabilizzare il personale addetto, con centralità del lavoro di squadra. Questa attività ha un significato importante per il Credito Cooperativo del nostro territorio; tiene fede e consolida quelli che sono i principi costitutivi e la reale volontà di intraprendere un azione creditizia ispirata da valori umani, oltre che economici ed imprenditoriali. Tutto questo può rappresentare una sfida nei confronti di un sistema consumistico ed individualista, nella direzione di una realtà, magari considerata utopistica ma fatta di azioni e persone coerenti. L esperienza ci insegna che lavoro comune e costruzione di una fabbrica di fiducia efficiente, sono la base per una dignitosa crescita sociale. Ora sappiamo che ci sono strumenti in grado di ridare credito e riscatto in un momento difficile della vita. Il lavoro condiviso, la volontà e la responsabilizzazione di tutte le parti coinvolte, hanno reso grande un piccolo progetto e questo in una società come la nostra può fare la differenza. 23

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