Allegato 4 I COSTI DELL INFORMAZIONE 1
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- Graziano Montanari
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1 Allegato 4 I COSTI DELL INFORMAZIONE 1 Le università attraverso le biblioteche sono costrette ad acquistare riviste a costi sempre più elevati, i cui contenuti intellettuali sono stati prodotti e ceduti gratuitamente dalla comunità internazionale tramite il noto meccanismo give-away da parte degli autori. Di recente è stato pubblicato un rapporto sul mercato dei periodici elettronici commissionato da Oxford Journals per le biblioteche dell Università di Loughborough. Lo studio 2 analizza i prezzi nel periodo di circa periodici di 12 editori accademici e mostra considerevoli differenze: Cambridge University aumento medio del 26,5%, Sage 93,5%, Elsevier 36%. Va considerato però che anche se gli aumenti dei prezzi per Elsevier sono nella media, un titolo Elsevier si aggira attualmente attorno a 781 sterline, rispetto alle 356 di media degli altri editori. Cedendo per esempio il diritto di riproduzione, para- 1 Questo documento, curato da Antonella De Robbio, è stato distribuito ai delegati della Commissione Biblioteche in occasione del Workshop di Messina sull Open Access, 4-5 Novembre Scholarly Journal Prices: Selected Trends and Comparisons <
2 dossalmente le università perdono la possibilità di poter riprodurre i propri lavori. Con la Legge 248/2000, in modifica alla vecchia Legge 633/1941, siamo anche costretti a pagare, in virtù di un accordo sottoscritto tra la CRUI e la SIAE, una quota forfetaria per il copyright sulle riproduzioni cartacee possedute nelle nostre biblioteche. Riviste come Brain Research e Nuclear Physics A and B costano rispettivamente $ e $ all anno e per poterne fotocopiare un articolo (entro il 15% del fascicolo) si deve pagare (alla SIAE) il copyright per delle royalties che gli autori non hanno mai percepito! Le università praticamente pagano più volte: pagano gli autori che producono informazione, i quali cedono i diritti gratuitamente agli editori; pagano per avere accesso alle produzioni intellettuali della ricerca attraverso la sottoscrizione a periodici elettronici e banche dati; pagano il copyright alla SIAE a seguito della Legge 248/2000, per poter riprodurre fino al 15% di un fascicolo di periodico; non possono riutilizzare le proprie produzioni di ricerca se non autorizzati dagli editori; non possono fare fotocopie multiple per scopi di didattica se il lavoro è stato pubblicato su una rivista «chiusa». I rischi che il rilascio dell informazione sia ristretto dai costi e dalla gestione proprietaria degli editori I meccanismi che regolano la proprietà intellettuale sono prevalentemente costruiti attorno ad un mercato delle idee che nulla ha a che fare con la ricerca e la didattica,
3 nostre due mission prioritarie. Piuttosto tali meccanismi sono orientati a soddisfare i bisogni dei produttori informativi del mercato musicale e dello spettacolo e del mercato dei supporti informativi. Tali regole, così conformate, ci stanno privando della facoltà di poter disporre di alcuni diritti fondamentali, come il diritto di ritenere il copyright, per esempio per poter depositare i nostri lavori entro archivi di ateneo (Open Archives) o per costruire biblioteche digitali disciplinari. A questo si può porre rimedio, con una buona consapevolezza e con azioni coordinate. Poiché tutti i diritti sono dell autore all atto della creazione della sua opera, non c è motivo di perdere il diritto di deposito o di pubblicazione su un archivio istituzionale di ateneo. Stevan Harnad, studioso di scienze cognitive all Università di Southampton (UK) e ideatore del sistema EPrints per la creazione di Open Archives istituzionali, traccia una netta separazione tra due realtà. La prima soggiace a regole di mercato precise ed è giusto che, a fronte di un pagamento all autore di royalties da parte di un editore, i diritti vadano rispettati. Cosa assai diversa è il micro-mondo, ma macro in termini di economia, dell editoria scientifica. I due mondi andrebbero nettamente separati. Nessuno paga gli scienziati/ricercatori per i loro lavori. I ricercatori, contrariamente a tutti gli altri autori, devono i loro guadagni non alla vendita dei loro articoli scientifici, ma all impatto dei loro articoli sulla comunità dei ricercatori, ossia al fatto di essere letti, citati e utilizzati da altri ricercatori. Ogni anno vengono pubblicati circa due milioni di articoli in ventimila riviste, tenuti «prigionieri» entro riviste scientifiche a pagamento.
4 Ne consegue che tutti gli ostacoli all accesso costituiti da barriere a pagamento sono ostacoli ad una crescita culturale collettiva, ostacoli alla ricerca e ai ricercatori, che sfociano in un impatto negativo in termini di benessere economico e sociale, per il semplice motivo che vanno a ledere il processo «formativo» degli individui. La libertà possibile dagli strumenti della IT Una strada per migliorare l accesso consiste nel rendere immediatamente disponibili gli articoli di ricerca, accessibili a chiunque sia dotato di una connessione alla rete. In questo scenario le biblioteche di Ateneo, organizzate entro un infrastruttura dell informazione globale, appropriandosi degli strumenti offerti dalle nuove tecnologie, rafforzano il proprio ruolo di mediatori informativi, di custodi di un patrimonio in connessione esponenziale, per fornire alle comunità un servizio di accesso ai contenuti dei propri autori, immediato e con un impatto massimizzato. Le tecnologie legate allo sviluppo degli Open Archives consentono di creare depositi istituzionali per la ricerca u- tilizzando software libero (per esempio Dspace o Eprints), in modo facile e a costi bassissimi, rendendo immediatamente fruibili le produzioni intellettuali. Le piattaforme ove si svolge l attività e-learning possono anch esse essere rilasciate sotto licenze copyleft, in quanto costruite da comunità internazionali entro la cornice del software libero. Anche nella creazione di piattaforme per l e-publishing il mercato del software open source ha una gamma di strumenti disponibili di buon livello e con ottime funzionalità. L Università di Padova ha sviluppato peraltro un
5 software in ambiente libero Zope per i flussi comunicativi (processi di refereeing) per la gestione di riviste scientifiche. Open Access Journal Business Guides < index.shtml>. Le problematiche di una gestione dell informazione in un ambiente diverso dall attuale, in cui devono essere mantenute le regole per la qualità La trasformazione della lineare e familiare catena dell informazione scientifica, in una rete interattiva per la comunicazione scientifica, è la risposta, come ci dicono Roosendaal e Geurts nel loro fondamentale articolo che risale al 1997, 3 ai cambiamenti concomitanti nei campi della ricerca scientifica e della didattica. Questo sviluppo necessita di nuove vie di gestione della conoscenza, tra cui la revisione delle quattro funzioni che caratterizzano il circuito della comunicazione scientifica: registrazione, certificazione, consapevolezza (awareness), archiviazione, per giungere alla quinta funzione che concerne il rewarding. Registrazione: stabilire la priorità intellettuale di un idea, un concetto, o una scoperta scientifica; Certificazione: certificare la qualità della ricerca e/o la 3 HANS E. ROOSENDAAL, PETER A. TH. M. GEURTS, Forces and functions in scientific communication: an analysis of their interpla. < CRISP97/roosendaal.html>.
6 validità delle scoperte dichiarate; Consapevolezza: assicurare la disseminazione e l accessibilità delle produzioni della ricerca, fornendo un mezzo attraverso il quale i ricercatori possono essere avvertiti delle novità della ricerca; Archiviazione: conservare il patrimonio intellettuale per le fruizioni future. I due obiettivi strategici, che dovranno essere comuni e condivisi tra quanti più atenei possibile, sono quelli di favorire la crescita dei depositi istituzionali per le produzioni intellettuali della ricerca in Italia, disponendo di una rete di servizi a supporto dei soggetti (istituzionali e non) interessati all apertura e alla costruzione di archivi aperti per la ricerca; proporre strumenti per l editoria elettronica alternativa che possano: 1. assistere il comitato editoriale nei processi di refereeing e abstracting attraverso un agevole comunicazione tra le varie figure del circuito; 2. assistere gli autori nella pubblicazione elettronica dei loro papers offrendo un servizio editoriale di qualità; 3. valorizzare la produzione editoriale dell ateneo nel rispetto dei diritti di proprietà intellettuale; 4. proporre un modello di riferimento di editoria elettronica accademica utile a essere applicato ad altre pubblicazioni dell ateneo. Certificazione dell informazione Entro i nuovi modelli di mercato, la distinzione tra comunicazione formale e informale diverrà sempre più effimera.
7 Le funzioni chiave di un periodico, come descritto dal mitico lavoro di Roosendaal e Geurts del 1997, sono quattro: registrazione, certificazione, consapevolezza, archiviazione, e vengono assicurate in modo differenziato dagli archivi istituzionali per la registrazione, che offre un valido supporto per stabilire la priorità intellettuale di una scoperta e, in un certo senso, agendo come strumento ai fini della tutela sul contenuto; la consapevolezza, che include l accessibilità e la disseminazione, fondamentale momento di scambio per la rielaborazione di idee e di concetti condivisi, ai fini della produzione di nuova conoscenza; l archiviazione, intesa a due livelli: come semplice anagrafe della produzione intellettuale dell ente o, nei server più evoluti, come archivio preposto alla conservazione a lunga memoria; dai periodici open access o tradizionali per la certificazione, che viene assicurata attraverso i meccanismi di peer-review consolidati, da gruppi di esperti (i pari) che validano i papers. Il problema della proprietà dell informazione: autori versus editori nei nuovi assetti informativi dati dalla IT. La cessione dei diritti agli editori per i lavori scientifici e di ricerca, la quale solitamente viene regolata da un contratto tra autore ed editore, all atto della sottomissione di un articolo, richiede una maggiore consapevolezza da parte degli autori accademici. Dovrebbe essere evitata una cessione in blocco di tutti i diritti economici a favore degli
8 editori i quali, come è noto, si sono aggregati in multinazionali (oligopoli editoriali) raggiungendo margini di profitto per l area medico-scientifico-tecnicologica anche del 48%. Certamente se per gli editori questo modello economico si ripercuote in un mercato fiorente attraverso il consolidamento di un mercato anelastico ormai sclerotizzato da qualche decennio, da parte nostra (come atenei e centri di ricerca) stiamo subendo una progressiva riduzione dei budget a causa di finanziamenti sempre più ridotti a fronte di un aumento dei prezzi della letteratura scientifica in crescita vertiginosa. La necessità di rivedere l organizzazione e la struttura del mercato attuale è evidente e richiede urgenti rinnovamenti nelle modalità e nei meccanismi di un circuito ormai difettoso che vede la ricerca sempre più dominata da scopi economici e di mercato. Sono state investigate oltre 100 politiche editoriali in merito al permesso o divieto di auto-archiviazione da parte degli autori nell ambito del Progetto RoMEO. I risultati sono stati sorprendenti in quanto è emerso dall indagine che ben il 69% degli editori presenti nel database Sherpa 4 costruito a seguito del progetto RoMEO formalmente permette forme di auto-archiviazione. Potremmo forse anche parlare di metamorfosi a seguito di un certo numero di editori tradizionali che stanno trasformando i loro periodici ad accesso chiuso in open access journals, tra i quali spiccano nomi prestigiosi come: Oxford University Press Company of Biologists American Physiological Society 4 Publisher copyright policies & self-archiving SHERPA <http ://
9 Florida Entomological Society Entomological Society of America Infotrieve. Ogni Paese civile dovrebbe tenere in debito conto primo tra tutti il diritto di accesso all informazione, stabilendo eccezioni per la ricerca, la didattica, i servizi di biblioteca e prevedendo dei diritti di accesso all informazione quale bene comune mondiale, anche alle fasce di utenza svantaggiate e agli utenti con disabilità. Gli Atenei hanno un ruolo importante in questo processo di sensibilizzazione dei Governi, nel proporre emendamenti alle leggi orientate a lobby di mercato e non alla tutela della ricerca e della didattica.
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