Ascolto Comunicazione Incontro. Istituto Superiore di Scienze Religiose 31 ottobre 2015 Rossana Ragonese

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1 Ascolto Comunicazione Incontro Istituto Superiore di Scienze Religiose 31 ottobre 2015 Rossana Ragonese

2 La Relazione di aiuto La relazione di aiuto è quella relazione in cui almeno uno dei due protagonisti cerca di favorire nell altro la crescita, lo sviluppo, la maturità,... L'altro può essere un individuo o un gruppo. In altre parole, una relazione di aiuto potrebbe essere definita come una situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire in una o ambedue le parti, una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggior possibilità di espressione (C. Rogers)

3 La Relazione di aiuto In base a questa definizione le caratteristiche della relazione di aiuto appartengono a numerose situazioni, tra cui l esperienza dell insegnante, dell educatore, del medico, infermiere, catechista, operatore Caritas

4 Una relazione asimmetrica La relazione di aiuto è circolare e non paritaria Si basa sulla differenza: - di esperienze - di conoscenze - di responsabilità - di ruolo Vi è uguaglianza sul piano umano e della dignità personale

5 I cinque elementi della relazione di aiuto Motivazione (va fatta emergere) Tollerabilitàalla fatica Il sentimento di fiducia fondamentale ovvero capacità di un legame Scopo comune Idoneità ad essere aiutato: farsi aiutare ed aiutarsi

6 Porre attenzione a: In una relazione è importante considerare: Ascolto (cosa c è dentro non sotto, sarebbe interpretazione) Accoglienza, empatia, contatto Pericolo delle alleanze: il sentire simpatia o antipatia per uno dei componenti è normale ma va superato nella consapevolezza Pericolo dell identificazione Pericolo della proiezione (ascolto il mio dialogo interiore)

7 Ascoltare per vedere Quando l orecchio si affina diventa un occhio. Rumi poeta e mistico islamico XIII secolo

8 I bisogni relazionali - bisogno di sicurezza (protezione) - di validazione (sentirsi affermato, importante) - di accettazione - di conferma dell esperienza - di definizione (di esprimere la propria unicità) - di avere impatto sull altro - di avere l iniziativa dell altro - di esprimere amore - di riconoscimento

9 Ascolto L ascolto può soddisfare molti di questi bisogni Dio ci ha dato due orecchie e una bocca. Alcuni dicono perché voleva che ascoltassimo il doppio di quanto parliamo Altri perché ascoltare è il doppio più difficile che parlare

10 Esercitazione Mi interessa la formazione in un contesto di volontariato sociale perché: L'aspetto che mi attrae di più nell'immaginarmi come operatore volontario è: L'aspetto che mi spaventa di più nell'immaginarmi come operatore/volontario in ambito educativo è:

11 Esercitazione Pensa ad una situazione nella tua vita in passato in cui hai avuto bisogno di aiuto In quella situazione una figura di riferimento importante è stata: Perchè:

12 In Ascolto di sé Ascolto di se stessi nel qui ed ora ascolto del proprio contesto di riferimento ascolto di quanto si attribuisce all altro di ciò che appartiene a se stessi consapevolezza di sé per non confondersi con l altro congruenza interna: consapevolezza di ciò che si prova a contatto con i propri sentimenti

13 In ascolto degli altri L operatore volontario Chi è? Cosa fa? Perché lo fa?

14 Definire il volontariato Andare oltre la definizione di volontario contenuta nella Legge quadro sul volontariato: Per attività di volontariato deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà (L. 266/91)

15 Definire il volontariato Verso un concetto di volontariato che lo definisce diverso da: Ruolo di supplenza volto a colmare le carenze del welfare Filantropia (l altro è oggetto) Assistenzialismo (l altro non è rispettato) Solidarietà (non è solo fare qualcosa per qualcuno)

16 Pensiero francescano Nel medioevo la filosofia e la pratica francescana hanno contribuito a un nuovo concetto di povertà e di aiuto Quale tipo di aiuto offrire? Non l elemosina poiché questa aiuta a sopravvivere e non a vivere, mentre vivere è essere capaci di produrre inteso nel senso di contribuire al bene comune. Il volontario non fa elemosina (di tempo, di soldi ), né crea assistenzialismo, attua l aiuto all altro con il riconoscimento delle sue capacità personali

17 Identità del volontario è qualcuno che prima di dare vestiti, pane o cibo, offre un rapporto di reciprocità. il volontariato è una dimensione del vivere: cioè non è tanto che cosa faccio ma piuttosto come vivo. Il volontario è una persona che ha capito che nella vita il bene più prezioso sono i rapporti, sono le persone, non le merci o i soldi. Vive questa dimensione a casa, al lavoro e poi, quando può, dona del suo tempo. È uno stile di vita, un modo di intendere l esistenza umana; non è un attività confinata in due, tre ore di tempo libero. Le ore donate sono la punta di un iceberg, se c è l iceberg hanno senso: c è qualcosa che è più profondo, invisibile, ed è una vita vissuta come reciprocità e gratuità. (L. Bruni)

18 Gratuità Non è solo la non remuneratività Non è non avere interesse E invece interesse (essere tra) per l altro, desiderio di relazione Il volontario, in questo senso, fa il suo interesse, inteso come interesse a stare nella relazione con l altro La gratuità è nel non cercare altro fine che non la relazione autentica (il dono è al servizio del legame)

19 L impatto sociale della gratuità la missione specifica e fondamentale del volontariato è quella di costituire la forza trainante per la propagazione, nelle sfere sia politica sia economica, della logica della gratuità e dell etica del bene comune. (Zamagni) far uscire la gratuità dalla sfera privata, dall ora di tempo libero, dal gratis

20 L ascolto è comunicazione Noi comunichiamo sempre, anche quando ascoltiamo o stiamo in silenzio: La comunicazione è conditio sine qua non della vita umana (Watzlawick 1971)

21 La Comunicazione Comunicare = mettere in comune, condividere E molto più che parlare non è mai soltanto informazione, è un atto che ha sempre anche valenza relazionale e sociale: non ti dico solo qualcosa, ma anche come voglio stare con te. La comunicazione umana è un modo di essere, un comportamento che genera comportamenti (Pragmatica).

22 La Pragmatica della Comunicazione Bateson, Watzlavick e la scuola di Palo Alto (modello cibernetico) descrivono come avviene la comunicazione, la sua pragmatica. La comunicazione è comportamento e genera comportamenti

23 La dimensione comunicativa dell Ascolto L ascolto è comunicazione Con l ascolto comunico (interesse, riconoscimento, importanza, valore ) Ascoltare è un azione, un attività, un intervento. Così come lo è il silenzio Ascoltare richiede impegno per: non dare per scontato quanto l altro mi sta dicendo (e quindi non andare automaticamente in stand-by) non pensare ad altro mentre l altro mi sta parlando non operare - su quanto l altro dice - forzature o distorsioni condizionate dal mio modo di vedere la realtà (ascoltare cioè ciò che l altro mi sta dicendo, non il mio dialogo interno)

24 Per ascoltare bene occorrono: Accettazione incondizionata Autenticità o congruenza Empatia

25 Ascolto e Silenzio Per ascoltare occorre tacere fare silenzio interiore fare spazio dentro mettere in atto un atteggiamento di accoglienza dell altro e del suo mondo Si tratta di operare l ascolto passivo

26 Fare spazio per ricevere (Racconto Zen) Un professore universitario venne a far visita ad un famoso maestro Zen per ottenere la saggezza. Il maestro Zen lo invitò ad una cerimonia del tè; il maestro Zen versò il tè nella tazza del professore, colmò la tazza e continuò fino a versare il tè sul tavolo. Il professore osservò e protestò: Basta! Non ce n entra più!. Il maestro paragonò il professore ad una tazza piena e gli fece rilevare che la tazza deve essere svuotata per poter essere riempita.

27 Consiste in: stare ad ascoltare trattenersi Ascolto Passivo dall interrompere per dire il proprio pensiero dall intervenire per correggere dall applicare la lettura del pensiero altrui (lo so già cosa stai per dire) E un atteggiamento di autentico rispetto e richiede apertura alla novità dell altro che non posso mai dare per scontata

28 Ascolto Attivo L ascolto attivo facilita la comunicazione manifestando a chi sta parlando che lo stiamo ascoltando e seguendo Si tratta di accompagnare l ascolto con segnali di attenzione e interesse (sorriso, flessione del capo, sguardo attento e rivolto, espressioni vocali: hmm, però, interessante ) L ascolto attivo aiuta chi ascolta a comprendere e chi parla ad esprimersi

29 Azioni dell ascolto attivo riformulazione dei contenuti rispecchiamento dei sentimenti collegare sentimenti e contenuti

30 Strumenti dell ascolto attivo silenzio domande aperte riformulazione domande di precisione incoraggiamento riassunto

31 Elementi importanti per l ascolto osservare ed ascoltare, raccogliendo tutte le informazioni necessarie sulla situazione contingente mettersi nei panni dell altro, assumere il suo punto di vista (empatia) verificare la comprensione, sia a livello dei contenuti che della relazione, curare il setting

32 Impedimenti all ascolto autentico Gordon (in Insegnanti efficaci) indica alcuni errori che possono ostacolare l ascolto attento bloccando la comunicazione: giudicare, criticare consigliare, offrire soluzioni mettere in guardia, ammonire istruire, persuadere inquisire, far domande e altri

33 Ascoltare non è uno stereotipo ma un Arte In realtà dare un giudizio, consigliare, proporre soluzioni,, istruire, far domande sono atteggiamenti importanti e validi nella relazione di aiuto Gordon evidenzia i rischi di un utilizzo stereotipato, sbrigativo, non comunicativo di interruzioni, domande, giudizi, se espressi in modo non aperto Sta all operatore fare le domande giuste (le domande che ascoltano!) con il desiderio e l intenzione di comprendere meglio L Arte di ascoltare implica la Relazione

34 I modi della comunicazione Si comunica con le parole: comunicazione verbale, digitale Si comunica con la nostra stessa persona: comunicazione non verbale, analogica Ne deriva la responsabilità del comunicare; il valore (dovere) dell autenticità, della congruenza Comunicare é essere, dire e fare.

35 Circolarità della Comunicazione La comunicazione non è un fenomeno lineare (Io dico qualcosa a Te) e neppure automaticamente retroattivo (Tu rimandi qualcosa in risposta a Me, un feedback ugualmente lineare) La comunicazione è circolare: esiste costantemente la contemporaneità della comunicazione, si sta sempre comunicando

36 Gli Assiomi della Comunicazione 1. Non si può non comunicare. Tutto è comunicazione; non esiste infatti un non comportamento, una non comunicazione. Ne consegue la responsabilità in educazione di ogni nostro gestoparola. 2. Ogni comunicazione ha due livelli: contenuto e relazione. Si trasmette un contenuto (il cosa di cui si parla, il messaggio) e insieme definisce il tipo di relazione tra i soggetti che comunicano. L operatore ha la responsabilità del tipo di relazione che definisce (autorevolezza, l amicone, fraternità )

37 Gli Assiomi della Comunicazione 3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione. Circolarità e contemporaneità della comunicazione; nella comunicazione ognuno dei due sta contemporaneamente influenzando e muovendo comportamenti nell altro 4. La comunicazione è numerica-digitale (verbale) e analogica. Si comunica non solo con le parole ma con gesti, sguardi, atteggiamenti, comportamenti, ambiente. Efficacia dei due tipi di comunicazione a seconda dei contesti. Compresenza dei due modi comunicativi 5. La comunicazione può essere complementare (up and down) o simmetrica (antagonismo, escalation simmetrica, competizione, conflittualità)

38 Posizione nella Comunicazione Conferma: accettazione sia del contenuto che della persona Disaccordo: è sul contenuto, ma accettazione e riconoscimento della persona Disconferma: rifiuto sia del contenuto che della persona; posizione squalificante espressa sia verbalmente che con l indifferenza

39 Gli Stili Comunicativi Stile comunicativo aggressivo: interruzioni frequenti, tendenza a tenere sotto controllo il discorso. Blocca la comunicazione e ostacola l incontro. Stile comunicativo passivo: consiste nel non manifestare autenticamente sentimenti, opinioni e convinzioni. Può derivare da mancanza di fiducia o da svalutazione. Chi lo attua poi resta triste. Non favorisce la relazione educativa e la comunicazione poiché pone in una posizione di non autenticità. Stile comunicativo assertivo: si basa sull ascolto autentico (passivo e attivo), aperto e sincero e sull espressione altrettanto autentica e rispettosa di sentimenti, opinioni e convinzioni.. Deriva dall avere fiducia, da una considerazione positiva, delle persone. Assertività può includere anche il disaccordo ma considera l altro sempre un interlocutore. Assertività è rispetto

40 Comunicazione ed Empatia Si definisce con il termina empatia (letteralmente sentire dentro) la capacità o il processo che porta a sentire cosa sta provando l altro mentre è in relazione con me L empatia aiuta l operatore a comprendere come si sente la persona che si ha di fronte permettendo il riconoscimento dei suoi bisogni

41 L importanza dei neuroni specchio Grazie alla presenza dei neuroni specchio la mente umana è in grado di penetrare nella mente degli altri, soprattutto di comprenderne le emozioni, capire ciò che stanno facendo ed anche ciò che hanno intenzione di fare Le neuroscienze sostengono che il cervello umano è predisposto fin dalla nascita per rispecchiare gli altri, simulare e condividere le sue emozioni Questa struttura della mente permette al bambino di vivere attaccandosi a chi si prende cura di lui, ed ha consentito all umanità di crescere ed evolvere in civiltà e appartenenza sociale

42 Empatia è essere presso Essere empatici non è fondersi con l altro, essere l altro è percepire profondamente la sua esperienza: non è provare come mi sentirei io al suo posto o cosa ho provato io trovandomi nella medesima situazione ma sentire come si sente lui, guardare le cose dal suo punto di vista, cambiare posizione, mettersi accanto e vedere da dove sta lui Empatia è atto di conoscenza intuitiva di un altra persona (Bellingreri)

43 E adesso alla prova Riformulare Rispondere Riassumere

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