La comunicazione medico paziente
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- Demetrio Edoardo Bonfanti
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1 Università degli Studi di Perugia Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia La comunicazione medico paziente Damiano Parretti
2 I principi della comunicazione Watzlawick (1971) descrive gli aspetti della comunicazione umana come assiomi che, al tempo stesso, la definiscono e la regolano
3 I principi della comunicazione (Watzlawick) Non si può non comunicare Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione Ogni comunicazione è composta da un modulo numerico ed uno analogico Per comunicare efficacemente la componente verbale (conscia) e quella extraverbale (inconscia) devono essere congrue ed allineate tra di loro La comunicazione deve avere sempre un obiettivo Il significato della comunicazione è nella risposta che si ottiene Ognuno è responsabile della propria comunicazione
4 Non si può non comunicare Il paziente in sala d attesa si nasconde nella lettura del giornale per COMUNICARE di non voler essere disturbato
5 Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione COSA DICO messaggio verbale COME LO DICO rapporto o percezione dell altro che caratterizza e definisce il significato della comunicazione «Mi raccomando» da padre a figlio è un consiglio da un militare ad un subalterno è un ordine da uno stalker alla sua vittima è una minaccia
6 Ogni comunicazione è composta da un modulo numerico ed uno analogico Modulo numerico linguaggio verbale Modulo analogico linguaggio paraverbale (tono, ritmo,volume e tutto quello che riguarda l utilizzo della voce) linguaggio non verbale (atteggiamenti posturali, gestualità, mimica facciale )
7 Per comunicare efficacemente la componente verbale e quella extraverbale devono essere congrue ed allineate tra di loro Stefania entra in ambulatorio con un sorriso splendente: «Finalmente ce l abbiamo fatta! Test positivo, ho disdetto l appuntamento per la fivet! Tutto per vie naturali, sono troppo contenta!» Il medico sta per un attimo in silenzio e quindi con un filo di voce dice: «Mi fa piacere, ma ora vediamo gli esami che le sono stati prescritti»???
8 La comunicazione deve avere sempre un obiettivo «Non esiste vento favorevole per quel navigatore che non sa a quale porto approdare» Seneca
9 Il significato della comunicazione è nella risposta che si ottiene L importanza del feed back Non basta il proposito di spiegarsi bene: è necessario farlo e verificarne la comprensione Nella comunicazione con il paziente è importante usare un linguaggio semplice, chiaro e adatto alle caratteristiche culturali e intellettuali del soggetto evitando termini scientifici difficilmente comprensibili per i «non addetti ai lavori»
10 Ognuno è responsabile della propria comunicazione Organizzare il COSA DICO e il COME LO DICO Avere un atteggiamento e stato mentale congruo e allineato con quanto si vuole comunicare tenendo conto del paziente come persona Valutare la presenza di condizioni che ostacolano la ricezione del messaggio
11 Saper ascoltare Dio ci ha dotato di due orecchie e una bocca. Probabilmente voleva che ascoltassimo di più e parlassimo di meno (Armstrong e Lampe 1983)
12 L ascolto attivo Atteggiamento di apertura («non ho fretta, parliamone», tono della voce, postura ) Ascoltare senza interrompere Osservare e leggere il linguaggio non verbale Mantenere il contatto visivo Sospendere l espressione di giudizi o pareri Non distrarsi (dalla ricezione del messaggio pensando alla domanda che si vuol fare) Riformulare o parafrasare
13 Fattori che disturbano l ascolto attivo Ambiente rumoroso Pensare alla domanda da fare Deficit uditivi Scarso interesse per l argomento o per la persona Filtrare solo ciò che interessa Formulare giudizi o valutazioni prima che l altro abbia terminato Avere fretta o problemi di tempo
14 Quali competenze per una buona comunicazione e relazione? SAPERE: letture, lezioni, osservazione SAPER esperienze FARE: osservazione, simulazioni, SAPER ESSERE
15 Il saper essere dipende 1. Dalla personalità del medico 2. Dalle esperienze del medico Caratteristiche del medico 3. Dalle caratteristiche degli assistiti (culturali, storiche, geografiche ) 4. Dal setting (professionale, ambientale ) 5. Dal tempo a disposizione 6. Dallo studio e dall apprendimento (peculiarità del training formativo) Caratteristiche operative
16 IL GIOCO RELAZIONALE EMPATIA Immergersi nel mondo soggettivo dell altro partecipando alle sue esperienze come se fossero le nostre Verificare la certezza della reciproca comprensione Essere capaci di sentire con, ponendosi alla giusta distanza di chi compartecipa, senza lasciarsi travolgere dalla emotività dell altro Non emettere giudizi
17 IL GIOCO RELAZIONALE I NON INTERVENTI 1. Concentrarsi su quello che si desidera evitare ( Con quel paziente posso instaurare qualsiasi tipo di relazione e pormi qualsiasi obiettivo, basta che non.. ) 1. Il non intervento è qualcosa di attivo, che si sceglie 1. Evitare di prendere qualsiasi posizione prima che si siano comprese appieno le ragioni del paziente
18 IL GIOCO RELAZIONALE LA NEGOZIAZIONE QUANDO DUE PERSONE INTERAGISCONO, LA NEGOZIAZIONE E GIA IN ATTO R. Botalho
19 Conflitto e negoziazione Conflitto come situazione patologica Conflitto come aspetto costitutivo delle relazioni (cum fligere) Negoziazione come stile di relazione Negoziazione come strumento Negoziazione come aspetto implicito nella relazione
20 Presupposti per l'approccio negoziale Riconoscere che il paziente non ha sempre ragione ma sicuramente ha una sua ragione e una sua verità, che hanno il diritto di essere riconosciute (relativismo critico) Riconoscere che comunque la relazione è asimmetrica, in termini sia di conoscenza che di responsabilità, anche se sulle proprie percezioni e possibilità il paziente è più competente (asimmetria critica) Rispettare i punti di vista dell'altro contemporaneamente alla consapevolezza del proprio punto di vista (politica del doppio binario) Avere come obiettivo significativo quello raggiungibile (politica del minor danno)
21 Modelli di relazione medicopaziente Emmanuel, 1992 Modello paternalistico Modello informativo Modello interpretativo Modello deliberativo
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