Francesco Zambotti. Università di Bolzano Centro Studi Erickson
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1 Francesco Zambotti Università di Bolzano Centro Studi Erickson
2 PEI - PROGETTO DI VITA
3 Attivare soluzioni operative Nella maggior parte dei casi significa adattare tecniche materiali contesti relazioni sulla base degli obiettivi previsti dal PDF.
4 Scopo dell adattamento Trovare punti di contatto tra le attività programmate, le esigenze e le abilità di ciascuno per consentire a tutti la possibilità di partecipare attivamente.
5 Adattamento facilitazione degli obiettivi e dei materiali INPUT rappresenta l insieme delle condizioni di stimolo nei confronti delle quali il bambino è chiamato ad agire (comprende il compito che gli è stato proposto) AZIONE 3 fasi di: - comprensione; - elaborazione - - output attraverso le quali il bambino fornisce la sua personale risposta all input
6 Adattare = armonizzazione tra i due principi di parsimonia e di efficacia Principio di parsimonia: Avvalersi di adattamenti il più possibile naturali, cioè che non stravolgano il senso del compito e la situazione stessa nella quale il bambino è chiamato a lavorare. Principio di efficacia: Ci chiama a fornire aiuti decisivi e risolutivi che forniscano effettivamente al bambino con BES la possibilità di svolgere il compito insieme ai propri compagni.
7 Inclusione Piena partecipazione, ma anche massimo apprendimento possibile (Booth e Ainscow, 2008) 1.Equilibrio fra obiettivi di socializzazione e apprendimento 1.Equilibrio fra adattamento e personalizzazione
8 Trovare un equilibrio tra i due principi Parsimonia Adattare il meno possibile senza stravolgere il compito e il contesto Efficacia Adattare affinché sia utile alla partecipazione attiva
9 5 livelli di adattamento successivi 1. Sostituzione; 2. Facilitazione; 3. Semplificazione; 4. Scomposizione nei nuclei fondanti della disciplina 5. Partecipazione alla cultura del compito.
10 SOSTITUZIONE Sostituzione di alcuni componenti dell input o dell azione. Non c è nessun tipo di semplificazione sugli obiettivi. Si agisce per rendere più accessibile il percorso attraverso la traduzione di elementi dello stimolo. Non stravolge il senso del compito, né limita la quantità e la qualità degli elementi in esso contenuti.
11 SOSTITUZIONE
12 FACILITAZIONE Riguarda i contesti di apprendimento (gli ambienti, gli strumenti, le modalità di interazione) Riguarda gli aspetti strutturali del compito (spazi e tempi); Riguarda il contenuto dell attività. Facilitare con aiuti che consistono nell aggiunta di informazioni utili per svolgere il compito, senza però ridurre alcunché nel contenuto e negli obiettivi propri dell attività (uso di immagini significative, strumenti di pianificazione dell azione, strumenti alternativi, ecc.).
13 FACILITAZIONE
14 SEMPLIFICAZIONE Viene semplificato l obiettivo dell attività. È necessario agire su: - Comprensione: intervenire sul lessico che fornisce le informazioni riferite al compito per renderle più comprensibili - Elaborazione: ridurre la complessità concettuale attraverso materiali più semplici, oppure modificare alcune modalità di lavoro e/o regole (ad esempio usare tecniche diverse di disegno o strumenti diversi rispetto al gruppo)
15 SEMPLIFICAZIONE
16 SCOMPOSIZIONE NEI NUCLEI FONDANTI È necessario individuare all interno del percorso curricolare degli aspetti essenziali che possano essere più agevolmente tradotti in obiettivi significativi e accessibili per lo studente con BES. L attenzione viene spostata dai singoli contenuti delle attività, ad aspetti più generali, legati all epistemologia stessa delle funzioni cognitive o delle competenze di autonomia personale e sociale che devono essere acquisite nel corso della scuola.
17 PARTECIPAZIONE ALLA CULTURA DEL COMPITO In casi particolarmente gravi e rari in cui i 4 stadi precedenti non siano possibili e efficaci, vanno ricercati quegli aspetti che mettono in risalto e in qualche modo amplificano e sintetizzano le finalità stesse e lo spirito dell attività. Aspetti che permettono un avvicinamento concreto al clima della sezione, agli aspetti emotivi e affettivi, alla socializzazione dei risultati, che permette una reale partecipazione alla tensione cognitiva e emotiva del gruppo. Non si lavora sull attività, ma sulla presenza e condivisione con la classe e la scuola.
18 Bibliografia Booth T. e Ainscow M. (2008), L index per l inclusione, Trento, Erickson Ianes D. (2006), La speciale normalità, Trento, Erickson. Ianes D. e Macchia V. (2008), La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Trento, Erickson. Scataglini C., Cramerotti S., Ianes D. (2008), Fare sostegno nelle scuole superiori, Trento, Erickson
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