AGRICOLTURA ECOSTENIBILE. Cos'è, come funziona e le sue applicazioni sul territorio

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1 AGRICOLTURA ECOSTENIBILE Cos'è, come funziona e le sue applicazioni sul territorio

2 Che cos'è? Per agricoltura sostenibile si intende il rispetto dei criteri di sostenibilità nella produzione agricola e agroalimentare, privilegiando quei processi naturali che consentono di preservare l'ambiente nel quale viene effettuata.

3 Come funziona? L'agricoltura sostenibile consiste quindi nell'utilizzo di tecniche agricole in grado di rispettare l'ambiente, la biodiversità e la naturale capacità di assorbimento dei rifiuti della terra. In tal senso i modelli agricoli più diffusi in Italia che mettono in pratica i principi e le tecniche sostenibili sono l agricoltura biologica e quella biodinamica.

4 AGRICOLTURA BIODINAMICA

5 Che cos'è? Si tratta di un'agricoltura che cerca di aver cura della terra per aver cura dell'uomo e viceversa. L agricoltura biodinamica si basa sulle percezioni ed emozioni che la coltivazione della terra evoca in noi; inoltre si inserisce il tentativo dell'agricoltore di sperimentare vecchie varietà certificate bio, seguendo il loro ciclo naturale.

6 Come funziona? L'agricoltura biodinamica utilizza solo ed esclusivamente prodotti che provengono dall'interno dell'azienda: per concimare, ad esempio, si può utilizzare solo lo stallatico prodotto dai propri animali. Ciò implica la presenza all'interno dell'azienda agricola di un allevamento per la produzione di letame. Tale regola viene applicata anche alla cura degli animali: non possono, per esempio, essere "bruciate" le corna.

7 Le sue applicazioni alla realtà L'agricoltura biodinamica non è molto sviluppata sul territorio parmense per i seguenti motivi: Ha regole molto più restrittive rispetto a quelle dell'agricoltura biologica Comporta un notevole cambio di mentalità dell'agricoltore e, di conseguenza, una nuova organizzazione dell'azienda agricola A causa delle sue regole è difficilmente applicabile a realtà agricole di grandezza media o superiore alla media

8 AGRICOLTURA BIOLOGICA

9 Che cos'è? È un metodo di produzione che rispetta i cicli biogeochimici della natura; tale metodo ha come fondamento 3 principi essenziali: RISPETTO DEL SUOLO CONOSCENZA DEL TERRITORIO E DEL TERRENO RISPETTO DELLA SALUTE DELL'ANIMALE Essa è l'unica forma di agricoltura controllata seguendo leggi europee e nazionali: i prodotti biologici non sono dunque autodichiarati dai produttori, ma sono garantiti da un sistema di controllo uniforme in tutta l'unione Europea.

10 La sua definizione La definizione di agricoltura biologica è contenuta nel regolamento CE N. 834/2007 del consiglio del 28 Giugno 2007; viene riportato l'articolo n.1 del sopracitato regolamento: "La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo".

11 Perché si è ritornati all'agricoltura biologica? Per tanto tempo, fino circa al 1960, il metodo utilizzato per la coltivazione dei campi coincideva con il metodo biologico utilizzato oggi; con l'avvento dell'agricoltura intensiva si è perso, soprattutto con l'utilizzo di OGM e sostanze chimiche, il rispetto per la natura e i suoi cicli. Si è ritornati all'agricoltura biologica per necessità, poiché si riscontravano residui di agenti chimici nel cibo e di conseguenza nelle persone; era stato riscontrato anche un notevole impoverimento del suolo, causato dall'utilizzo intensivo di fertilizzanti chimici.

12 Conoscenza del terreno Conoscere un terreno significa sapere le sue caratteristiche chimiche, come il suo ph o la sua concentrazione di minerali, e le sue caratteristiche fisiche. Conoscere il terreno nel quale si coltiva è molto importante: tale conoscenza ci permette di capire quali colture si adattino meglio alla condizione biochimica del luogo in questione. La conoscenza del territorio nel quale si opera è importante anche per la progettazione dell'intera azienda agricola: ad esempio conoscere il livello di ventilazione del nostro territorio ci aiuterà nella progettazione della stalla.

13 Rispetto del terreno e del territorio Il suolo è lo strato più superficiale della crosta terrestre, costituito da detriti minerali, materia organica, acqua e aria; esso è il risultato di continui fenomeni di interazione fisico-chimici. I tempi necessari per la sua formazione sono estremamente lunghi e perciò è considerato una risorsa non rinnovabile; il suo deterioramento ha ripercussioni dirette sulla qualità dell'acqua e dell'aria, sulla biodiversità, sul dissesto idrogeologico e sulla salute.

14 La degradazione del suolo Il suolo va incontro a numerosi processi di degradazione: Compattazione, causata da un' eccessiva pressione meccanica Diminuzione di materia organica Perdita di biodiversità Contaminazione L'agricoltura biologica cerca di contrastare questi fenomeni: Non lavorare la terra quando è bagnata Effettuare la rotazione delle coltivazioni Utilizzare concimi organici Utilizzare colture autoctone

15 Rispetto degli animali L'allevamento degli animali con metodo biologico è strettamente legato alla terra; il numero dei capi allevabili è infatti in stretta relazione con la superficie disponibile. I sistemi di allevamento adottati devono soddisfare i bisogni etologici e fisiologici degli animali: si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente.

16 Come si ottiene una certificazione? Il passaggio da agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica non è immediato; si deve infatti lasciare un "periodo di conversione" all'intera azienda agricola, che corrisponde a: 2 anni per i terreni 6 mesi per la stalla Terminato il periodo di conversione si può dunque far richiesta ad un ente certificatore che, dopo aver effettuato i dovuti controlli, assegna la certificazione biologica richiesta. Un agricoltore può prendere più certificazioni Bio.

17 Le varie certificazioni Ogni stato può creare una propria certificazione biologica; ecco un elenco delle principali: JAS (Giappone) NOP (Stati Uniti) CEE (Europa) BIOSUISSE (Svizzera) COR (Canada)

18 Vendita dei prodotti Bio Dopo aver ottenuto una certificazione Bio l'agricoltore può vendere ciò che produce come prodotto biologico certificato; se è in possesso di più certificazioni potrà vedere i suoi prodotti biologici anche nei paesi dei quali ha la certificazione biologica. L'agricoltura biologica punta a mettere a disposizione dei consumatori dei prodotti di buona qualità, ottenuti rispettando i cicli della natura e senza l'aiuto di sostanze chimiche; tale interesse va a discapito della quantità e della redditività.

19 I ricavi degli agricoltori I primi agricoltori che hanno intrapreso la strada dell'agricoltura biologica non avevano riscontro economico: ciò era influenzato dalla mentalità delle persone, che cercavano prodotti a prezzi vantaggiosi invece che di qualità. Numerose manifestazioni, tra le quali spicca l'expo Milano, e numerose campagne pubblicitarie hanno contribuito ad un progressivo cambio di mentalità delle persone e, di conseguenza, ad una variazione delle richieste del mercato globale: si cercano prodotti di qualità che tutelino la nostra salute; in questo momento per gli agricoltori una minor produzione non comporta necessariamente un minor ricavo.

20 Il biologico in Europa Gli stati membri dell'unione Europea hanno, di comune accordo, stillato un regolamento riguardante l'agricoltura biologica, ovvero il regolamento CE N.834/2007. Ogni stato può rilasciare decreti ministeriali per regolamentare l'agricoltura biologica all'interno di esso. Il logo della certificazione biologica CEE è entrato in vigore nel 2010 e da numerose garanzie al consumatore, oltre a rendere visibile il prodotto biologico.

21 Il logo Euro-leaf da numerose certezze al consumatore, in quanto la sua applicazione comporta che: Almeno il 95% degli ingredienti agricoli sono stati prodotti con metodo biologico Il prodotto è conforme alle regole del sistema di controllo e certificazione, approvato da ogni stato membro Il prodotto porta il nome del produttore, del preparatore o del venditore e il codice dell'ente che ha effettuato il controllo finale Il prodotto proviene direttamente dal produttore, se sfuso, o è preparato in una confezione sigillata

22 Oggi l'italia è il secondo paese dell'u.e per il numero di aziende certificate biologiche, che rappresentano circa un terzo di tutte le aziende biologiche europee, e per superfici coltivate a biologico. In Emilia Romagna è presente il maggior numero di imprese che trasforma e commercializza prodotti Bio, mentre la Sicilia è la regione con il maggior numero di pr oduttori agricoli. Nel 2014 sul territorio nazionale erano presenti più di 55 mila imprese. Il biologico in Italia

23 Rispetto all'estensione media delle aziende agricole regionali (16,10 ha; Istat 2013), l'azienda agricola biologica ha una dimensione media quasi doppia: 30,17 Ha. La zona collinare, caratterizzata da coltivazioni estensive, in genere seminativi in rotazione e prati, è quella più vocata per l'applicazione del metodo di produzione agricola biologica. Il biologico in Emilia Romagna

24 Il biologico in Emilia Romagna Al 31 maggio 2016 in Emilia- Romagna si contano imprese che producono e trasformano prodotti biologici: ad esse corrispondono più di sedi operative dislocate sull'intero territorio regionale, anche se in alcuni casi la sede operativa è situata in altre regioni italiane.

25 Il 40% delle aziende agricole biologiche regionali è dedita anche all allevamento, per un totale di 1483 allevamenti; di questi 601 sono convertiti al biologico 718 utilizzano il convenzionale 164 utilizzano entrambe Quasi la metà di queste 754 imprese alleva bovini: i bovini vengono utilizzati maggiormente per la produzione di latte piuttosto che per la produzione di carne. La zootecnia in Emilia Romagna

26 Il biologico nel Parmense Nel 2016 Parma, secondo i dati della regione Emilia-Romagna, è stata la provincia con il maggior numero di ettari di campi coltivati seguendo il metodo biologico. La distribuzione delle aziende biologiche presenti sul territorio non è uniforme: la maggior parte di esse è situata nella zona collinare della provincia.

27 Un esempio concreto L'azienda agricola Ciaolatte è un valido esempio dell'applicazione delle norme agricolo-biologiche. L'azienda è situata a Borghetto di Noceto, sulle prime colline parmensi, e si è convertita alla produzione biologica nel Essa gestisce circa 130 ettari di terreno e alleva 250 bovini, rispettando le norme della certificazione BIOSUISSE. Dall'allevamento di bovini si ha la produzione di latte, il quale viene lavorato nel caseificio aziendale: i risultati sono prodotti caseari biologici, tra i quali spicca il Parmigiano Reggiano.

28 Un esempio concreto L'applicazione delle regole BIOSUISSE nell'attività zootecnica prevede che ogni capo di bestiame abbia a disposizione: 10mq di superficie calpestabile all'interno della stalla 15mt di recinto all'interno del paddock 800mt di pascolo esterno Si deve garantire una buona ventilazione all'interno della stalla I bovini dell'azienda arrivano a produrre lt di latte al giorno: ciò è frutto della situazione di benessere creata dall'azienda per i suoi animali.

29 Bibliografie Gazzetta ufficiale dell'unione Europea Rapporto agricoltura biologica Emilia-Romagna Consultazione con Roberto e Filippo Peveri, titolari dell'azienda Cialatte Consultazione con Massimo Granelli, agricoltore biologico di Borghetto

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