quelle orizzontali, in prima proiezione, su piani orizzontali, dette piante dell'oggetto;
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- Andrea Pellegrini
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1 PROIEZIONI ORTOGONALI Il metodo della doppia proiezione ortogonale consente di ottenere del medesimo oggetto infinite rappresentazioni bidimensionali regolate dalla posizione che lo stesso assume all'interno del riferimento geometrico spaziale definito dai piani di proiezione. E' pratica consuetudine disporre l'oggetto in modo da garantirne il parallelismo tra le sue superfici principali ed i piani di riferimento così che vengono a definirsi due categorie di proiezioni: quelle orizzontali, in prima proiezione, su piani orizzontali, dette piante dell'oggetto; quelle verticali, in successive proiezioni, su piani verticali, dette alzati.
2 PROIEZIONI ORTOGONALI I piani di rappresentazione possono intersecare il corpo dell'oggetto o essere posizionati esternamente ad esso, più raramente si dispongono in tangenza. Nel primo caso, il piano di rappresentazione si colloca in modo da tagliare l'oggetto e definirne le proiezioni in sezione che determinano, per proiezioni verso il basso su piani orizzontali, le piante propriamente dette o icnografie.
3 PROIEZIONI ORTOGONALI le immagini in sezione esigono una ulteriore operazione concettuale rispetto alle immagini in proiezione; si tratta della rimozione teorica della parte di oggetto opposta a quella da rappresentare; dell'oggetto che si rappresenta in sezione, orizzontale o verticale, è visibile soltanto la porzione posta nella direzione di proiezione e ciò a condizione di averne elisa la parte opposta.
4 PROIEZIONI ORTOGONALI PIANTA DELLE COPERTURE PIANTA PRIMO PIANO PIANTA PIANO TERRA Per consuetudine, negli edifici, la posizione del piano orizzontale per la determinazione della pianta si colloca a una quota intorno a 1,20 m dal pavimento del livello in esame, in maniera da intercettare i vani finestra.
5 PROIEZIONI ORTOGONALI Contorni sezionati Contorni a vista Contorni proiettati Piano di sezione Congiunzione tra due pareti
6 PROIEZIONI ORTOGONALI Le parti sezionate possono essere rappresentate con un riempimento a tratteggio o solido.
7 CONVENZIONI GRAFICHE E SIMBOLOGIE Campi di applicazione delle linee secondo la normativa UNI 3968
8 SCALE DI RAPPRESENTAZIONE Si definisce scala di rappresentazione il rapporto tra la dimensione dell oggetto sul disegno ed il valore reale della stessa dimensione. La norma UNI 3967 fissa i valori per le scale normalizzate. 1:1 1:2 particolari 1:5 1:10 1:20 1:50 edilizia 1:100 1:200 1:500 1:1.000 planimetrie 1: : : urbanistica e topografia 1: : :
9 SCALE DI RAPPRESENTAZIONE m. Normalmente accanto ad ogni disegno è indicata sempre la sua scala di disegno, ma a volte per motivi di impaginazione, o in fase di riproduzione, i disegni vengono messi fuori scala. La scala metrica in questi casi serve a ricavare con certezza la scala corretta del disegno.
10 SCALE DI RAPPRESENTAZIONE Le norme grafiche variano in relazione alla scala di rappresentazione, come la simbologia, che diventa sempre più astratta passando dalle medie scale alle più piccole. Pianta 1:100
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12 e rilievo dell architettura I COLLEGAMENTI VERTICALI Ultimo piano Piano intermedio Piano terra
13 Iscrizioni Il riquadro o tabella delle iscrizioni (spesso detto cartiglio) riporta le indicazioni atte ad identificare il disegno ed è solitamente posto in fondo sulla destra. denominazione, numero di codice, ditta, data di esecuzione, nome e firma del progettista, del disegnatore, del revisore, scala di esecuzione, tipo di disposizione delle viste, lista dei pezzi, materiali, ecc.
Così come una lingua ha la sua grammatica e il suo vocabolario, anche il disegno tecnico segue delle regole codificate: LE NORME UNI, ISO, EU, CEN.
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