- Convegni estivi. - Il catecumenato, dono dello Spirito alla Chiesa, di suor Lorenzina Colosi - Il cammino catecumenale (scheda)

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1 UFFICIO CATECHISTICO E SERVIZIO PER IL CATECUMENATO DELLA DIOCESI DI ROMA Catechisti nella Città F OGLIO DI COLLEGAMENTO TRA I CATECHISTI DI R OMA 69 Gennaio - Febbraio Periodico bimestrale a carattere religioso - Anno IX - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma Tempo di Pasqua 2008 Il Cristo risorto è presente nella barca della chiesa che affronta il mare aperto e si spinge al largo, anzi ne è sempre la vera guida, colui che ne tiene il timone. Gli evangelisti e con loro tutti i cristiani, servitori ed annunziatori del Cristo, e così anche i catechisti- spingono la barca con i loro remi, perché il vangelo possa raggiungere i cuori e le menti di ogni uomo. Da questo numero, questa rappresentazione scolpita su di un sarcofago custodito nel Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani accompagnerà la nostra rivista. Con questa immagine, vogliamo che vi giungano i nostri auguri di Pasqua, dono della nuova vita per noi e per tutti don Andrea Lonardo ed i collaboratori dell Ufficio catechistico e Servizio per il catecumenato Barca mistica con il Cristo e gli evangelisti. Foto: Archivio Fotografico Musei Vaticani Musei Vaticani INDICE - Convegni estivi Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede - Introduzione di don Andrea Lonardo - Relazione di don Roberto Mastacchi sul Credo nella catechesi - Relazione di don Ryszard Knapiński sul Credo nell arte Il catecumenato - Il catecumenato, dono dello Spirito alla Chiesa, di suor Lorenzina Colosi - Il cammino catecumenale (scheda) Esperienze - Uno scambio di carità e di fede nel cammino dell iniziazione cristiana: una proposta dal Perù di Luigi Bencetti - La preparazione alla confessione nella parrocchia di Santa Chiara - Le schede per la festa dei cresimandi ed il Simbolo della fede - La proposta di una lettera ai cresimandi per la scelta del padrino o della madrina Appuntamenti - Festa dei cresimandi Presentazione della Spe salvi ai catechisti - III convegno annuale dei catechisti su Chiesa e gruppi parrocchiali - Pellegrinaggio a piedi sui passi di San Paolo lungo la via Appia antica 1

2 Convegni estivi «Ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo le sue decisioni». I convegni estivi per i catechisti e gli aspiranti catechisti di Roma di don Andrea Lonardo di quanto avviene in campo tecnico o economico, «Adifferenza dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell ambito della formazione e della crescita morale delle persone non esiste una simile possibilità di accumulazione, perché la libertà dell uomo è sempre nuova e quindi ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, e in proprio, le sue decisioni. Anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale». La proposta di due convegni di formazione per aspiranti catechisti e catechisti vuole essere una risposta a queste parole della Lettera sul compito urgente dell educazione del papa Benedetto XVI alla nostra diocesi. Il programma diocesano del 2007/2008 aveva, fra le proposte più significative, quella di incoraggiare la vocazione di nuovi catechisti ed animatori della pastorale, sia fra le giovani generazioni, sia tra le famiglie. La generosità della risposta a questa chiamata diviene subito, in coloro che si affidano al Signore per il ministero della catechesi, esigenza di formazione. Proprio il magistero di Benedetto XVI ci richiama a quel binomio indissolubile di Logos ed Agape, di sapienza ed amore, che è così caratteristico della fede cristiana. I due convegni vogliono aiutare a maturare questa duplice prospettiva perché la catechesi risplenda di quella vicinanza di amore ad ogni persona che è propria del vangelo e di quella saggezza che viene dalla Parola di Dio. I due convegni comprenderanno momenti di formazione sui contenuti della fede cristiana insieme a momenti di laboratorio sull animazione, il canto, la liturgia, con particolare riferimento al primo annunzio ed all iniziazione cristiana. Convegni estivi di formazione per catechisti ed aspiranti catechisti L Ufficio catechistico propone due momenti estivi di formazione per catechisti ed aspiranti catechisti. I due convegni estivi si svolgeranno presso il monastero delle clarisse di Fara Sabina (RI, 550 m. s.l.m.). Il costo sarà di 100 euro a persona. Chi avesse problemi economici per partecipare non si faccia scrupolo di rivolgersi all Ufficio per questo luglio 2008 (venerdì pomeriggiodomenica): stage di formazione per catechisti ed aspiranti catechisti fino ai 25 anni settembre 2008 (venerdì pomeriggiodomenica): stage di formazione per tutti Il monastero delle clarisse di Fara Sabina occupa l antico castello di questo centro di origine longobarda. Sarà il luogo nel quale si svolgeranno i due convegni estivi di formazione dei catechisti. Per informazioni, telefonare allo

3 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede Introduzione al Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede di don Andrea Lonardo Mettiamo a disposizione la trascrizione di alcuni passaggi dell introduzione di don Andrea Lonardo al Convegno dei catechisti della diocesi di Roma del 26 gennaio L introduzione è disponibile nella sua integralità sul sito dell Ufficio Questo incontro è dedicato al Simbolo della Fede, il Credo, ed alla sua importanza nella vita cristiana e nella catechesi. Vorrei partire dalla frase straordinariamente semplice e vera che ha detto il Papa, Benedetto XVI, a giugno al Convegno della Diocesi di Roma e che ha ispirato la realizzazione di questo convegno: «Gesù è il Signore» - è la confessione comune della Chiesa, il fondamento sicuro di tutta la vita della Chiesa. Da queste parole si è sviluppata tutta la confessione del Credo Apostolico, del Credo Niceno. Che cosa vogliono dire queste parole? Gesù è il Signore è un affermazione che si ripete più volte nel Nuovo Testamento; con essa Gesù riceve il titolo di Signore, in greco Kurios, il termine riservato a Dio nella traduzione greca della Bibbia ebraica fatta dai rabbini di Alessandria d Egitto, nota con il nome di Settanta (LXX). Applicare a Gesù quel termine vuol dire così riconoscerne la divinità. Il Credo è lo sviluppo di questa affermazione Gesù è il Signore; a ben riflettere tutta la professione di fede del Simbolo è già contenuta in queste parole! Affermare che Gesù è il Signore equivale a dire tutta la fede, tutto il Credo. Il Papa ci invita così a mostrare la relazione che c è tra la nostra fede in Gesù e la fede che noi professiamo nel Credo. In questo sviluppo noi comprendiamo come la fede sia sempre la stessa ed, insieme, come sia sempre nuova, come la riflessione, la preghiera e la vita cristiana sappiano metterne in evidenza in maniera sempre nuova la bellezza. Vorrei iniziare leggendovi due testi, il primo dal Primo Commonitorio di Vincenzo di Lerins, sacerdote, cap. 23 (PL 50, ). Il monaco Vincenzo, che altrove aveva affermato che la fede è sempre la stessa, che la fede cristiana è quod semper, quod ubicumque, quod ab omnibus (ciò che è creduto da sempre, cioè dalle origini del cristianesimo, ciò che è creduto dovunque, in ogni luogo dove vivono i cristiani, e ciò che è creduto da tutti, da tutti coloro che sono cristiani), prosegue scrivendo: Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande. Bisogna tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un altra. È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi... Le membra del lattante sono piccole, più grandi invece quelle del giovane. Però sono le stesse. Le membra dell uomo adulto non hanno più le proporzioni di quelle del bambino. Tuttavia quelle che esistono in età più matura esistevano già nell embrione... Questo è l ordine meraviglioso disposto dalla natura per ogni crescita. Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l età. E necessario però che resti sempre assolutamente intatto e inalterato. I nostri antenati hanno seminato già dai primi tempi nel campo della Chiesa il seme della fede. Sarebbe assurdo e incredibile che noi, loro figli, invece della genuina verità del frumento, raccogliessimo il frutto della frode cioè dell errore della zizzania. È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo. Noi mietiamo quello stesso frumento di verità che fu seminato e che crebbe fino alla maturazione. Poiché dunque c è qualcosa della prima seminagione che può ancora svilupparsi con l andar del tempo, anche oggi essa può essere oggetto di felice e fruttuosa coltivazione. Il secondo testo è molto più recente ed è di J.J.R.Tolkien, l autore de Il signore degli anelli. In una lettera al figlio Michael Tolkien (in J.R.R.Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere, a cura di Humphrey Carpenter e Christopher Tolkien, Bompiani, Milano, 2001, pag.442), esprime il valore della tradizione cattolica nel tentativo di motivarne il valore nel contesto protestante inglese, di matrice anglicana: [Alcuni] protestanti cercano nel passato la semplicità e il rapporto diretto che, naturalmente, benché presenti degli aspetti positivi o per lo meno comprensibili, è uno sbaglio inutile [...] La mia chiesa non è stata concepita da Nostro Signore perché restasse statica o rimanesse in uno stato di eterna fanciullezza; ma perché fosse un organismo vivente (come una pianta), che si sviluppa e cambia all esterno in seguito all interazione fra la vita divina tramandatale e la storia le particolari circostanze del mondo in cui si trova. Non c è alcuna somiglianza tra il seme di senape e l albero quando è completamente cresciuto. Per quelli che vivono all epoca della sua piena crescita è l albero che conta, perché la storia di una cosa viva fa parte della vita e la storia di una cosa divina è sacra. I saggi sanno che tutto è cominciato dal seme, ma è inutile cercare di riportarlo alla luce scavando, perché non esiste più e le sue virtù e i suoi poteri ora sono passati all albero. Molto bene: le autorità, i custodi dell albero devono seguirlo, in base alla saggezza che posseggono, potarlo, curare le sue malattie, togliere i parassiti e così via (con trepidazione, consapevoli di quanto poco sanno della sua crescita!). Ma faranno certamente dei 3

4 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede danni, se sono ossessionati dal desiderio di tornare indietro al seme o anche alla prima giovinezza della pianta quando era (come pensano loro) bella e incontaminata dal male. Queste immagini della vita umana e della crescita di un grande albero ci possono aiutare a comprendere qualcosa di quel processo che ha portato alla formulazione del Credo. Vorrei ancora, per prepararvi all ascolto dei nostri due relatori, proporvi tre questioni che i due relatori ci aiuteranno ad approfondire, in maniera da averle presenti durante questo convegno. Sono tre grandi domande, tre interrogativi del nostro tempo e della fede del nostro tempo: 1) Come avere una sintesi della fede? Come giungere a quella maturità di fede che implica una sintesi, per non essere come dei bambini, sballottati qua e là da qualsiasi vento di dottrina come dice san Paolo? Quando noi pensiamo a Dio, a Cristo, alla Trinità, al Battesimo, ai sacramenti, alla vita eterna, tutte queste realtà sono slegate fra di loro o ne esiste una sintesi? È forte nel nostro tempo la tentazione di frammentare la fede. Un esempio chiarissimo ci è fornito dal libro Gesù di Nazaret quando il Papa presenta alcuni autori cita in particolare Harnack- che hanno affermato che Gesù è l annunziatore di Dio come Padre, ma lui non ne è il Figlio: secondo questa presentazione, che il pontefice contesta, Gesù sarebbe solo uno dei tanti uomini che avrebbero detto che c è un Padre nei cieli. Se questo fosse vero, sarebbe spezzato il rapporto di comunione tra il Padre ed il Figlio. Gesù parlerebbe di Dio come Padre, pur non essendone Figlio. Il problema, allora, è come avere una sintesi, come averla nel cuore e nella mente, ma anche come poterla dire, annunziare, perché le persone capiscano che tutta la fede è una sintesi armonica. Non è un patchwork, nel quale si giustappongono realtà diverse, senza alcun legame tra loro. 2) Come avere una sintesi della Scrittura? Sapete che una delle grandi ed importanti richieste della catechesi odierna è quella di educare alla lettura ed alla conoscenza della Bibbia. Essa era stata un illustre assente nel periodo seguito alla Riforma. Questa richiesta deve, al contempo, evitare anche il rischio opposto, quasi che la catechesi fosse solo commento biblico. Dal silenzio sulla Bibbia si arriverebbe a dire che l unico argomento ammesso nella catechesi è quello della Bibbia, con la conseguenza che chi non facesse catechesi biblica non starebbe facendo vera catechesi. La storia del Credo e la sua presenza nella catechesi- ci aiuta a porre la domanda in maniera molto diversa: che rapporto c è tra la Bibbia e il Credo? Che cos è il Credo in relazione alla Bibbia? Voglio arricchire questa seconda questione con una provocazione esemplificativa: l anno scorso all incontro dei responsabili del catecumenato europeo che si è svolto a Firenze sono stati invitati anche alcuni pastori protestanti per i quali la Bibbia, come sapete, è, in qualche modo, l unico elemento dal quale attingere tutta la fede, poiché non riconoscono alla Tradizione il valore che essa ha nella chiesa cattolica. Eppure nella sua relazione uno dei pastori valdesi di Roma ad un certo punto ha spiegato come avviene la catechesi con le nuove generazioni nella comunità valdese ed ha detto: Noi nella catechesi ai più giovani raccontiamo la storia biblica, ma poi spieghiamo il Credo, i Comandamenti e il Padre Nostro. Notate bene che sono tre delle quattro parti del Catechismo della Chiesa Cattolica! Mancano solo i sacramenti perché il mondo protestante non riconosce la sacramentalità. Allora alcuni gli hanno chiesto come mai non facessero catechesi solo sulla Sacra Scrittura ed inserissero anche il Credo, i Comandamenti e il Padre Nostro, oltre a raccontare la storia della salvezza e lui ha candidamente risposto: Ma perché il Simbolo della fede non è una sintesi della Bibbia? Ed anche i Comandamenti ed il Padre nostro oltre ad essere parte della Bibbia essi stessi non sono come un compendio del messaggio biblico? Pensate allora a come proponiamo nella catechesi il rapporto tra la Scrittura ed il Simbolo della fede: la nostra catechesi utilizza e presenta il Simbolo in relazione alla comprensione della Parola di Dio? Riusciamo a mostrare come la sintesi del Credo sia illuminante per leggere in profondità la Sacra Scrittura? 3) Terza grande questione: è possibile una visione armonica dell uomo? Noi viviamo in un tempo frammentato, qualcuno dice addirittura schizofrenico. Il dramma delle persone, e anche il motivo per cui alcune persone cercano la fede cristiana, è perché si rendono conto che la loro vita è disorganica, senza capo né coda, senza un filo rosso che unisca ieri, oggi e domani. Sorgono così le grandi domande: Cosa resterà di me? Quale progetto della mia vita, quale continuità quando avrò cinquanta anni, sessanta e così via? Dov è la sintesi della mia vita? La mia vita ha un armonia o è una vita dove le cose avvengono a caso? Noi parliamo del Credo, parliamo di una sintesi della fede, di una visione armonica, unitaria, ma questa visione è anche comprensione dell intera economia della salvezza dove tutto ha un posto, l ieri, l oggi, il domani, Dio, l uomo, la natura, l eternità. È possibile una sintesi armonica dell uomo e della vita senza il Credo? O proprio il Credo è la garanzia della bellezza e della sensatezza del vivere? Parlare del Credo vuol dire, in questo senso, anche dire che la vita dell uomo ha un senso, una speranza, un progetto, un destino, una vita in cui i vari elementi per quanto apparentemente difficili, trovano il loro senso nel mistero del tutto. Proprio per l importanza di queste questioni quest anno, come Ufficio catechistico, invitiamo a sottolineare la consegna del Simbolo di fede nel cammino della Cresima. Nel cammino verso la Comunione è maggiormente sottolineata la consegna del Padre Nostro, della preghiera personale. Nel cammino della Confermazione la Chiesa tradizionalmente sottolinea la Consegna del Credo. L Ufficio sta preparando la festa dei cresimandi, che avrà per titolo Io credo... Noi crediamo... suggerendo attraverso alcuni sussidi un cammino di approfondimento del Credo e la celebrazione del rito della Traditio Symboli ai cresimandi. Croce di consacrazione con l'apostolo Giovanni ed un articolo del Credo. 4

5 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede Mettiamo a disposizione la trascrizione di alcuni passaggi della relazione di don Roberto Mastacchi tenuta in occasione del Convegno dei catechisti della diocesi di Roma del 26 gennaio Roberto Mastacchi è autore de I padri spiegano il Credo, Cantagalli, Siena, 2004 e de Il Credo nell arte cristiana italiana, Cantagalli, Siena, La trascrizione conserva lo stile informale di una relazione orale e non è stata rivista dall autore. La relazione è disponibile nella sua integralità sul sito dell Ufficio Papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Germania ha detto 1 : La Chiesa ci offre una piccolissima Somma, nella quale tutto l essenziale è espresso: è il cosiddetto Credo degli Apostoli. Il Simbolo della fede nella catechesi di don Roberto Mastacchi Già qui bisognerebbe fermarsi e commentare questa affermazione così chiara, ma così efficace: tutto l essenziale è espresso. Questa somma, ci dice il Papa, è il Simbolo degli Apostoli. Il Papa continua: Nella sua concezione di fondo, il Credo è composto solo di tre parti principali, e, secondo la sua storia, non è nient altro che un amplificazione della formula battesimale, che lo stesso Signore risorto consegnò ai discepoli per tutti i tempi quando disse loro: Andate e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19). Io insisterò molto su questo punto della struttura tripartita. Provate a considerare quanti elementi cruciali sono detti in queste pochissime parole -questo è tipico del nostro Papa che è sempre essenziale nella sua esposizione. Qui c è dentro la Bibbia: si dice chiaramente che la formula battesimale è quella che lo stesso Signore risorto ha consegnato ai suoi discepoli. Vi ricordate la finale del vangelo di Matteo, è il germe del Credo, di tutti i Credo, perché ce ne sono diversi, ma identici in questa loro struttura derivante dalle parole del Signore. Oratorio dei SS. Nazzaro e Celso di Sologno (NO). Teoria degli Apostoli con gli articoli del Credo. E poi conclude con un affermazione straordinaria che ha dato il titolo alla raccolta di tutti i discorsi tenuti dal Papa in Germania: In questa visione si dimostrano due cose: la fede è semplice. La fede è semplice che non vuol dire che è semplicistica: semplice nel senso etimologico del termine, cioè che si può ridurre ad un nocciolo, ad un cuore essenziale, dove tutto è contenuto e a partire dal quale tutto si può spiegare. Come seconda cosa possiamo costatare: il Credo non è un insieme di sentenze, non è una teoria. È, appunto, ancorato all evento del Battesimo ad un evento d incontro tra Dio e l uomo. Dio, nel mistero del Battesimo, si china sull uomo; ci viene incontro e in questo modo ci avvicina gli uni agli altri. Il Credo nasce nel contesto del Battesimo, cioè di un avvenimento, di un sacramento, di un incontro con una persona, è un fatto da cui scaturisce non semplicemente un insieme di teorie -è anche questo, ma non è primariamente questo- ma che è ancorato ad un evento di incontro tra Dio e l uomo. Vediamo brevemente qual è lo sviluppo storico del Credo. Faccio una premessa importante: nel Credo (ma i Credo prodotti nella storia della Chiesa sono tanti, non solo uno) troverete a volte un inizio che non è Io credo, ma Noi crediamo. Questa fluttuazione non deve farci problema, cito ancora Benedetto XVI, quando non era ancora papa, da Introduzione al cristianesimo: Noi crediamo è il luogo in cui l affermazione io credo non viene assorbita, ma trova la sua collocazione. È importante sottolineare questo, mentre la nostra sensibilità odierna ci porterebbe superficialmente ad accentuare sempre la dimensione individualistica, personalistica, della fede. Noi crediamo è il noi della comunità apostolica, della Chiesa: allora il mio io credo -che devo dire, perché è richiesta la mia adesione personale, perché devo entrare in gioco io- si colloca originariamente dentro il noi crediamo. Quindi il soggetto che più propriamente dice Io credo è la Chiesa. È lei il primo soggetto ed io, membro della Chiesa, trovo la collocazione del mio Io credo, dentro questa che è la fede degli Apostoli, è la predicazione apostolica. Questo è molto importante ed è una pista di lavoro su problematiche oggi molto 5

6 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede attuali, cioè il rapporto tra la persona e la comunità. Il Simbolo è anche chiamato così perché è una tessera di riconoscimento, nasce perché c è l esigenza di un linguaggio comune. Ma l esigenza di un linguaggio comune c è tra gente che si parla, che vive insieme. Se io sono un microcosmo separato dagli altri, alla fine rischio di non aver bisogno di un linguaggio comune e giungo ad un linguaggio che è frantumato, distrutto, diviso. Le varie forme del Credo hanno rappresentato nel corso dei secoli il linguaggio comune dei credenti. Cenni sullo sviluppo storico del Credo Il Credo nasce dal Nuovo Testamento 2. Già lì, non solo dopo, si vede nascere la necessità di cominciare a formulare in maniera sintetica i contenuti della fede. Le prime formule che noi troviamo, che sono la preistoria del Credo, sono delle formule cristologiche, che possono presentare più membri: il Padre e il Figlio o il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Già nel Nuovo Testamento trovate diverse piccole professioni di fede, prevalentemente di tipo cristologico, soprattutto nelle lettere di S.Paolo. Nei Padri Apostolici, quindi molto vicino all epoca apostolica, si possono individuare almeno quattro modelli che combinano in maniera varia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; quindi da un nucleo cristologico piano piano ci si allarga alle formule ternarie successive, non perché le prime formulazioni dimentichino il Padre e lo Spirito Santo, ma perché la sottolineatura iniziale è sul Figlio, perché è solo il Figlio che ci rivela il Padre ed è il Figlio che nella pienezza del mistero pasquale dona lo Spirito. Questo era già molto chiaro ai cristiani dei primi decenni, siamo noi che poi nel tempo abbiamo avuto bisogno di precisare meglio queste cose perché rischiavamo di perderle. Un passaggio molto importante avviene nel II secolo quando avviene un unione fra le formule cristologiche e le formule trinitarie, soprattutto ad opera di Giustino e poi di Ireneo di Lione che in realtà è considerato il primo vero grande teologo, che ha dei testi straordinari. grandi Concili, e l occidente che ha l antico Simbolo battesimale romano. Il Simbolo degli Apostoli era dunque il simbolo battesimale usato nella Chiesa di Roma. In Oriente, nel frattempo, attraverso il Concilio di Nicea prima, poi quello di Costantinopoli, si giunge al Simbolo che noi conosciamo meglio perché lo professiamo abitualmente la domenica, e cioè il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, che cioè raccoglie insieme le definizioni di Nicea del 325, che riguardavano in modo particolare la divinità di Cristo, e di Costantinopoli del 381, che riguardava in modo particolare la divinità dello Spirito Santo. L insieme di questi due Concili porta alla formulazione di quello che noi chiamiamo il Credo Niceno-costantinopolitano. Il Simbolo Niceno-costantinopolitano è molto più articolato, molto più teologico, molto meno raffigurato nell arte, perché per la sua densità teologica, è più difficile esprimerlo dal punto di vista artistico. Quali sono i fattori che hanno contribuito allo sviluppo storico, all evoluzione del Credo? Innanzitutto la vita liturgica, la celebrazione del Battesimo, anche gli esorcismi hanno avuto una loro importanza perché durante la loro celebrazione era necessario professare con chiarezza la fede cristiana, poi l istruzione catechetica ed, infine, i primi Concili. Tutti questi elementi hanno contribuito a produrre queste formulazioni sintetiche di fede chiamati Credo. Questo è importante perché fa capire che il Simbolo è l espressione di una vita di fede, non è un testo scritto che a tavolino da qualcuno che ha deciso di scrivere una bella formulazione di fede. Non è così! Questo va rivendicato con molta forza, altrimenti rischiamo di perdere per strada un elemento decisivo che è la vita vissuta di fede della comunità cristiana. In caso contrario corriamo il rischio di dare una visione puramente dottrinale che sembra in realtà astratta, lontana dalla nostra vita, tutto sommato inutile. Il Credo nell itinerario catecumenale antico Il Credo ha avuto un importanza straordinaria nell itinerario catecumenale antico 3. Il Credo originario addirittura ha due formulazioni, la prima di tipo interrogatorio, che nasceva dal fatto che nella celebrazione del battesimo venivano fatte tre domande a coloro che dovevano ricevere il sacramento: Credi in Dio Padre? Credi in Gesù Cristo il Figlio? Credi nello Spirito Santo? Dovevano essere tre domande. Nell itinerario catecumenale invece si usava e si usa la formula cosiddetta decla- Nel III secolo cominciamo a vedere una biforcazione, ci sono come due grandi piste che cominciano ad aprirsi, la pista orientale che si muove in direzione dei Simboli dei Oratorio di S. Martino a Vicolungo (NO). Profeti e apostoli. 6

7 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede ratoria. Il periodo di preparazione all iniziazione cristiana, che era molto lungo, era una cosa molto seria, estremamente impegnativa, che comportava un cambio radicale della vita. Culminava e culmina in genere nell ultima Quaresima che precede la notte di Pasqua nella quale venivano ricevuti i Sacramenti di iniziazione. Durante quest ultima Quaresima la preparazione catechetica si intensificava e veniva anche accompagnata da alcuni riti. C erano e ci sono!- alcuni testi base che era necessario conoscere, riceverne la spiegazione e poi in qualche modo professare pubblicamente: questi testi erano il Credo e il Padre Nostro. Esistevano ed esistono- dei riti che erano la Traditio Symboli (il Credo veniva consegnato) e la Redditio Symboli (restituzione, nel senso che il Simbolo veniva proclamato a voce alta). Nel tempo che intercorreva tra la consegna e la riconsegna i catechisti spiegavano ai catecumeni il contenuto di quello che poi avrebbero professato a voce alta. Come vedete uno schema di catechesi che poi di fatto ha strutturato tutta la catechesi successiva. A partire dal IV secolo, in questa preparazione prossima all iniziazione cristiana nelle chiese orientali, in particolare a Gerusalemme, Antiochia e Costantinopoli, veniva fatta un istruzione sistematica sul Credo durante la Quaresima e si svolgevano i riti della Traditio Symboli e della Redditio Symboli. Nella preparazione prossima delle chiese occidentali lo svolgimento è abbastanza simile però si aggiunge una nota particolare -qui il riferimento sono in particolare Milano, Roma ed il Nord Africa- poiché abbiamo un istruzione dottrinale durante la Quaresima, nella quale pure viene dedicata attenzione particolare anche al Credo e in più viene fatta un istruzione morale, che in genere mancava nelle chiese orientali. Non perché nelle chiese orientali si trascurasse la morale, perché i catecumeni dovevano cambiare veramente vita per diventare cristiani, ma noi occidentali abbiamo sicuramente una predisposizione maggiore agli aspetti dottrinali morali e questo si vede già dal IV secolo. L iconografia del Credo Il Credo è così importante dal punto di vista catechetico che è stato infinite volte rappresentato nell arte. Voglio mostrarvi alcune immagini prettamente italiane. Ecco la Teoria degli Apostoli, dipinta da Giovanni De Campo nel 1461 per l Oratorio cimiteriale dei SS. Nazzaro e Celso di Sologno (NO). Provate ad immaginare una catechesi medievale in questa chiesa: immaginate che ci sia un prete intento a fare l omelia ai suoi fedeli adulti e ai bambini in chiesa, a spiegare il Simbolo apostolico. Alle sue spalle -questa immagine si riferisce al Piemonte- si vede il Cristo con i simboli dei quattro evangelisti, sotto un bel registro con i Dodici Apostoli con in mano un libro aperto e in ciascun libro c è scritto uno dei dodici versetti del Credo apostolico, in modo che lui mentre spiega possa anche voltarsi e mostrare le immagini a chiarimento di quanto sta dicendo. In questa immagine c è un elemento interessante: al di sotto degli apostoli ci sono le opere di misericordia, ad indicare che quella fede deve produrre delle opere. Quindi abbiamo Cristo, i vangeli, gli Apostoli, la fede apostolica, le opere di misericordia. Questo Giovanni De Campo non è un autore particolarmente importante, ma è straordinario il modo in cui mediante l immagine si fa qui una catechesi di grande efficacia. A volte noi ci inventiamo cose complicatissime, seguiamo le regole della comunicazione, studiamo i concetti di strumento, destinatario, ecc. Tutte cose bellissime, ma a volte siamo un po complicati. Attraverso questa immagine si sottolinea l origine apostolica del Credo, che nasce appunto dalla predicazione apostolica, per cui far vedere i Dodici con in mano un libro o un cartiglio o con la scritta a fianco significa evidenziare che ciò che professiamo nel Credo è la fede apostolica. C è un legame tra la Bibbia e il Credo. La rivelazione cristiana arriva a questa sintesi perché la fede è semplice, lì c è tutto l essenziale. Un altro passaggio importante è che questo Credo che professiamo, e che riflette e sintetizza la predicazione apostolica, non prescinde da ciò che ha preparato la predicazione apostolica, quella che potremmo chiamare la predicazione profetica. Allora esiste un altro modo di raffigurarlo che è quello di collegare i Profeti con gli Apostoli. Ecco un immagine dell Oratorio di S.Martino a Vicolungo (NO). Sono gli affreschi dell abside (forse ancora del De Campo, degli anni 1460/1465). Qui c è una cosa particolare: i Profeti sono rappresentati a mezzobusto, mentre gli Apostoli sono raffigurati a busto intero, per indicare in qualche modo l inferiorità dei Profeti rispetto agli Apostoli. I Profeti sono prefigurazione, preparazione, ma ci viene anche mostrato che non si cancella quello che c era prima. Qui si sottolinea l unità del disegno della salvezza e quella che viene chiamata la concordantia tra l Antico Testamento e il Nuovo. Le immagini ci consegnano con grande efficacia un contenuto cruciale per la nostra fede. La struttura della Professione di fede o Simbolo della fede Come è strutturato il Credo? All inizio c è sempre una frase che può essere Io credo o Noi crediamo perché non può non esserci la parola di colui che professa la fede, ci deve essere il soggetto che esprime questa fede. Abbiamo detto che la struttura è ternaria. C è una prima parte che è la confessione teologica: Dio Padre. Se dovessimo dire una parola che qualifica questa prima parte di quella che si chiama l economia della salvezza, cioè il modo in cui il disegno eterno del Padre si dipana nella storia, come se io prendessi un tappeto arrotolato e lo srotolassi, la prima parola che potrei dire è origine. Infatti si parla di Dio Padre e Creatore. Gli attributi legati a questa prima parte sono l unicità (Credo in un solo Dio), la paternità (rivelata dal Figlio) e l attività creatrice; quest ultima è comune anche ad altre religioni. La seconda parte è la confessione cristologica, quella da cui di fatto sorge tutto il resto. Nel Credo la parte che riguarda Cristo è anche la parte di dimensioni maggiori. A Cristo è associata la parola redenzione e l elemento della mediazione. Pensate alla lettera agli Ebrei, Cristo è l unico mediatore, il sommo sacerdote; ormai non abbiamo bisogno di altri sacerdoti. Gli altri elementi sono messi in sequenza, l incarnazione, la passione e la morte, la resurrezione (il kerygma originario, passione, morte e resurrezione, ci riporta alle prime cose che gli Apostoli dicono dopo la Pasqua, pensate al discorso 7

8 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede di Pietro a Pentecoste), l Ascensione e il ritorno come giudice. La terza parte è la confessione pneumatologica che riguarda lo Spirito Santo evidentemente associata alla santificazione e al compimento. Fra poco entreremo nella Quaresima, tempo di preparazione alla grande celebrazione pasquale che ha il suo compimento nella Pentecoste. A questa confessione viene associata la Chiesa. Non è secondario sottolineare che nel Credo niceno-costantinopolitano diciamo Credo la Chiesa, non Credo nella Chiesa, anche se, a rigore, troviamo anche dei Simboli di fede nei quali si usa quest ultima espressione. Nel Credo niceno-costantinopolitano si vuole distinguere tra Dio e le opere di Dio, fra cui la Chiesa. Ma non esiste nessun Simbolo di fede che non dica che la Chiesa è santa. Noi non siamo santi, siamo peccatori, ma la Chiesa è santa, è la sposa di Cristo, quindi è santa e immacolata. Il Simbolo professa la Chiesa, la Comunione dei Santi, il perdono dei peccati che diventa qui l elemento fondamentale della santificazione, è la vita nuova che ci è data dalla forza del mistero pasquale di Cristo, la resurrezione della carne e la vita eterna. Ma il Credo non è finito, ci manca una parolina importante che non può mancare: amen. Vuol dire che a tutto quello che ho detto fino ad adesso, ci credo, ci gioco la vita, dico di sì. Quell Io credo iniziale e quell amen finale non sono elementi di poca importanza, ci devono assolutamente essere. Termino con una citazione molto bella di Cirillo di Gerusalemme nelle Catechesi pre-battesimali e mistagogiche (V, 12): Acquista fede nell insegnamento e Il primo articolo del Credo in una stampa barocca di Tommaso de Leu. nell annuncio e custodisci quella sola che ora ti è data dalla Chiesa, che è confermata da tutta la Scrittura e ora ascoltando attentamente parola per parola, ricorda a memoria il Simbolo della fede. Apprendi a tempo opportuno le dimostrazioni dei suoi singoli articoli, tratta dalle divine Scritture. Vedete? E la sottolineatura del rapporto fra Bibbia e Simbolo che ne è come una sintesi. Infatti non come pare opportuno agli uomini fu composto il Simbolo della fede, ma le affermazioni più importanti, raccolte insieme da tutta la Scrittura, formano l unica dottrina della fede Ritrovate una notevole eco delle cose che il nostro Papa ha detto in Germania. E nello stesso modo in cui il seme della senape in un piccolo granello racchiude molti rami, così anche la stessa fede in poche parole racchiude tutta la conoscenza della religiosità che si trova nell Antico e nel Nuovo Testamento. State dunque attenti fratelli a conservare gli insegnamenti che ora ricevete e trascriveteli nella profondità del vostro cuore. Ci sono testi molto belli in cui i Padri della Chiesa esortavano a pregare con il Credo, a tenerlo sul cuore. Il Credo era anche una preghiera; a noi non viene immediatamente in mente questo aspetto, lo sentiamo come una cosa un po lontana, dottrinale, teorica. Non è così! Le cose che vi ho detto non sono asserti dottrinali polverizzati, ma sono raccolti nell unità del Simbolo della fede. 1 Il Papa Benedetto XVI, nel suo viaggio in Germania, nell omelia alla Spianata dell Islinger Feld a Regensburg, il 12 settembre 2006 ha detto: La Chiesa ci offre una piccolissima Somma, nella quale tutto l essenziale è espresso: è il cosiddetto Credo degli Apostoli. ( ) Nella sua concezione, di fondo il Credo è composto solo di tre parti principali e, secondo la sua storia, non è nient altro che un amplificazione della formula battesimale che lo stesso Signore risorto consegnò ai discepoli per tutti i tempi ( ) In questa visione si dimostrano due cose: la fede è semplice. ( ) Come seconda cosa possiamo constatare: il Credo non è un insieme di sentenze, una teoria. E, appunto, ancorato all evento del Battesimo, a un evento di incontro tra Dio e l uomo. Il testo completo in Benedetto XVI, Chi crede non è mai solo, Cantagalli Siena 2006; pp Sulla storia del Credo, cfr. J.N.D.Kelly, I simboli di fede della Chiesa antica, ED Napoli, 1987; S.Sabugal, Io credo. La fede della Chiesa, ED Roma, 1986; L.H.Wetstra, The Apostle s Creed. Origin, history, and some early commentaries, Brepols, Turnhout, Cfr su questo: G.Cavallotto, Catecumenato antico, EDB, Bologna, 1996; A.Hamman, L iniziazione cristiana, Marietti, Casale Monferrato (AL), 1982; R.Mastacchi, I Padri spiegano il Credo, Cantagalli, Siena, 2004; P.L.Gavrilyuk, Histoire du catéchuménat dans l Eglise ancienne, Cerf, Parigi,

9 Convegno diocesano dei catechisti sul Simbolo di fede Mettiamo a disposizione la sintesi fornita dal prof. Ryszard Knapiński della sua relazione sul Credo nell arte europea tenuta in occasione del Convegno dei catechisti della diocesi di Roma del 26 gennaio Ryszard Knapiński è docente di Storia dell arte presso l Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino in Polonia ed è autore di numerosissime pubblicazioni in polacco sull iconografia del Credo ed, in generale, sull iconografia cristiana. La relazione è disponibile nella sua integralità sul sito dell Ufficio Il Simbolo della fede nell arte del prof. Ryszard Knapiński delle immagini raffiguranti gli Apostoli si riallaccia ad una tradizione antica, radicatasi già nel L uso periodo patristico e legata al carattere simbolico del tempio cristiano. Le immagini degli Apostoli, sia scolpite che dipinte, si possono trovare quasi ovunque nelle decorazioni delle chiese, all interno come all esterno. Inoltre esse si possono trovare, a seconda della ricchezza dell arredo, quasi su ogni oggetto di uso liturgico. Gli esempi possono essere innumerevoli: dal battistero al calice, dalla pisside al confessionale, agli scranni del coro, eccetera. Tutti questi richiami sono legati dal comune filo conduttore della continua presenza degli Apostoli nella Chiesa, mentre il contesto specifico in cui essi sono inseriti illustra aspetti particolari significativi. Le immagini degli Apostoli sono spunto per una continua riproposizione dei dogmi cristiani, così come sono formulati nel Symbolum Apostolorum. La loro raffigurazione costituisce così una perenne catechesi. Il Credo, come Simbolo della Fede, era un elemento distintivo, un riconoscimento nella fede di fronte agli attacchi dei pagani o degli eretici. Possiamo affermare che tutte le rappresentazioni dell intero Collegio degli Apostoli, seppur prive delle iscrizioni, possono essere interpretate come un Credo nascosto. Nella letteratura del tema si distinguevano fin qui solo due tipi dell iconografia del Credo nell arte (Gertrud Schiller, Ikonographie der christlichen Kunst, Bd. 4,1 Gütersloh 1986). Invece a seguito delle nostre ricerche possiamo affermare che ne esistono cinque tipi: I tipo: l iconografia scenografica. Dodici croci, poste sulle colonne o sulle pareti, vengono consacrate al momento di dedicare una nuova chiesa (nelle chiese moderne, talvolta, se ne trovano quattro con riferimento agli evangelisti). Sono segni che ricordano la tradizione apostolica e possono ricevere anche i nomi e le immagini dei dodici apostoli con i dodici articoli del Credo. La catechesi se ne serve per mostrare iconograficamente la chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Consiste nelle rappresentazioni con scene illustrative degli articoli del Credo. II tipo: l iconografia originaria. Comprende le figure degli Apostoli con le frasi del Credo nelle loro mani, con riferimento all origine del Credo. III tipo: l iconografia tipologica. Comprende le rappresentazioni degli Apostoli messe a confronto con i profeti. IV tipo: l iconografia mista. Comprende le composizioni contenenti sia le figure degli Apostoli sia quelle dei profeti sia quelle che rappresentano scenograficamente gli articoli del Credo. V tipo: l iconografia simbolica. Infine, in questo quinto tipo, troviamo anche delle immagini che indicano simbolicamente tutto il Collegio degli Apostoli. Dall analisi iconologica risulta che le rappresentazioni degli Apostoli servivano a mostrare la loro perenne protezione sulla Chiesa (Deesis) e ricordavano ai fedeli la missione evangelizzatrice della Chiesa universale ed apostolica. Così tali immagini contribuivano a rendere continuamente presenti gli Apostoli nella coscienza degli fedeli. 9

10 Il catecumenato Il Catecumenato, dono dello Spirito alla Chiesa di suor Lorenzina Colosi Èalba di resurrezione la VEGLIA PASQUALE nella quale in tutte le chiese cattoliche del mondo nuovi germogli vengono innestati, attraverso il Battesimo, sul solido ceppo che è Cristo. Anche la nostra comunità diocesana quest anno si arricchisce di nuovi figli che, risorgendo dalle acque battesimali, saranno ammessi a celebrare con i fratelli la Cena pasquale. Più numeroso del solito, infatti, è il gruppo dei catecumeni che sta completando la preparazione dopo un lungo periodo di preghiera, catechesi, tirocinio di vita cristiana per diventare neofiti (= nuove pianticelle). Il processo di iniziazione che hanno seguito è detto Catecumenato. Ma cos è il Catecumenato? Nel Catechismo della Chiesa cattolica leggiamo: Diventare cristiani richiede, fin dai tempi degli Apostoli, un cammino ed una iniziazione per diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente o lentamente. Dovrà comportare alcuni elementi essenziali: l annuncio della Parola, l accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professione di fede, il battesimo, l effusione dello Spirito Santo, l accesso alla comunione eucaristica (n. 1229). Il Catecumenato nella Chiesa Il Catecumenato è senza dubbio una delle manifestazioni più espressive della creatività pedagogica missionaria della Chiesa, segno tipico della sua crescita ed espansione ad opera dello Spirito Santo e della genialità pastorale per cui, possiamo dire - con una espressione dell allora Card. Ratzinger - che il cristianesimo si è sviluppato per via di catecumenato. Si tratta di un dono che impegna e vuole larghezza di energie per poter rispondere alla dinamica che ritroviamo agli albori stessi della Chiesa: passione della fede nel Signore Gesù, testimonianza aperta, ardore missionario, creatività, parresia, coraggio e costanza sapendo che siamo noi stessi portati dalla Parola che Il fonte battesimale del Battistero di S. Giovanni in Laterano. comunichiamo (cfr. At 14,26). Il libro degli Atti, le lettere di Paolo, la prima lettera di Pietro, e prima ancora gli incontri di Gesù con le persone nei Vangeli, sono linee di azione per un buon Catecumenato. Il Catecumenato è servizio propriamente ecclesiale in quanto legato intrinsecamente al nascere della Chiesa. Questo principio è chiaramente espresso nei documenti della Chiesa Italiana che da anni è impegnata a riflettere e lavorare ad un progetto stabile, che si vuole comune e condiviso, in quanto nell oggi della evangelizzazione e della catechesi il progetto catecumenale appare innovatore rispetto alla prassi tradizionale di diventare cristiani. Il comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, richiedendo una attenzione nuova alla modalità di annuncio della fede, apre orizzonti di comunione che sono propri del cammino del Catecumenato: - accoglienza aperta, serena, rispettosa dei tempi e della cultura della persona; - apertura teologica e culturale, tale da superare ogni forma di rigidità; - sensibilizzazione della comunità ecclesiale che accoglie ed accompagna i catecumeni ed i neofiti; - organizzazione efficiente, non burocratica, ma fedele alle tappe fondamentali della pedagogia catecumenale, che evita scorciatoie controproducenti. - scambio continuo di esperienze che sono il migliore maestro e insieme la verifica di ogni progetto. La singolarità del Catecumenato è quella di avvicinarsi al dinamismo della fede cristiana in Dio, vista nella sua nascita, nel suo sviluppo e nel lavoro di interiorizzazione. I catecumeni ci richiamano a due convinzioni fondamentali: - la fede cristiana passa sempre attraverso una sorpresa ed i segni di Dio, della sua azione, della sua pazienza, ci sono donati in forma misteriosa e personale; - i catecumeni impegnano la Chiesa ad essere se stessa, corpo vivente di Cristo risorto, madre che genera i suoi figli nella fede. Il Catecumenato a Roma La Costituzione Sacrosanctum Concilium, promulgata il 4 dicembre 1963, durante il Concilio Vaticano II, al n. 64 riporta: Si ristabilisca il catecumenato degli adulti, diviso in più gradi, da attuarsi a giudizio dell Ordinario del luogo, in modo che il tempo destinato ad una conveniente istruzione, sia santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi. Il risultato di questo auspicio si è tradotto nella pubblicazione del Rito di Iniziazione Cristiana degli Adulti (R.I.C.A.) che la Sacra Congregazione per il Culto Divino ha preparato in lingua latina alla data del 6 gennaio 1972, che Paolo VI, attraverso la stessa Sacra Congregazione, ha autorizzato in lingua italiana il 13 gennaio 1978, e che la Conferenza Episcopale Italiana ha reso obbligatorio dal 4 marzo

11 Il catecumenato A Roma l esperienza dell Iniziazione Cristiana degli Adulti si è diffusa lentamente, ma con il Sinodo Romano (conclusosi il 29 maggio 1993), che ha ripreso questo argomento ai nn. 37 e 50 del documento e soprattutto al n. 21 delle indicazioni pastorali (punto 7), c è stata una accelerazione dei tempi. Da allora, grazie anche all attivazione presso il Vicariato di Roma del Servizio Diocesano per il Catecumenato, così come indicato dal Sinodo stesso, e il fattivo sostegno del Consiglio Episcopale, la diffusione è aumentata rapidamente tanto da portare a circa 1700 il numero dei catecumeni che a tutt oggi, dopo un impegnativo e serio cammino biennale, sono stati ammessi a ricevere i sacramenti della iniziazione cristiana. Ogni anno il numero di coloro che chiedono di conoscere il Signore Gesù ed entrare nella Chiesa cattolica va crescendo. Quest anno sono 88 coloro che, compiuto l itinerario di preparazione nelle parrocchie o nelle cappellanie etniche, o universitarie, chiedono di ricevere i sacramenti della iniziazione cristiana. Sono italiani e stranieri di ogni continente, di lingue, culture, religioni molto diverse. I catechisti/accompagnatori, insieme ai parroci, si sono impegnati nella loro formazione catechetica, nell iniziazione alla vita di preghiera e di carità, e con pazienza, sistematicità ed amore li hanno guidati all incontro profondo con Dio nel Signore Gesù. Nel primo sabato di quaresima, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, nella solenne celebrazione della Elezione, sono stati presentati al Cardinale Vicario che li ha eletti a ricevere i sacramenti del Battesimo, della Cresima e della Eucaristia nella Veglia Pasquale ed hanno iscritto il loro nome nel Libro dei Catecumeni della Diocesi alla presenza di S.E. Mons. Ernesto Mandara. Nelle loro parrocchie celebreranno il 1 e 2 scrutinio per ritrovarsi poi nel Battistero di S. Giovanni a celebrare il 3, presieduto da S.E. Mons. Rino Fisichella. Poi, dopo la solenne celebrazione dei sacramenti nella Veglia Pasquale in seno alle loro comunità parrocchiali, si ritroveranno, la domenica in albis nella basilica di San Pancrazio al Gianicolo, per l ultimo gesto profondamente simbolico della deposizione della veste bianca. L itinerario della iniziazione è così completato, si apre ora il tempo della mistagogia e per ognuno di loro il quotidiano cammino verso la santità sostenuto dalla Grazia del Signore Gesù. Il Catecumenato antico Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto. Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una salvezza. Questa pienezza di vita ci viene data nel Battesimo. (Benedetto XVI, 13 gennaio 2008, domenica del Battesimo del Signore) Non è esperienza nuova nella Chiesa l iniziazione degli adulti alla fede ed alla vita della comunità. È solo cambiata nel tempo la prassi adottata per questo processo chiamato catecumenato. Nella sua storia possiamo distinguere, perciò, un catecumenato antico, un catecumenato dei secoli XVI-XX, ed uno recente. In questo articolo riportiamo, attingendole dal libro Il Catecumenato di Mons.Giuseppe Cavallotto, vescovo di Fossano, le notizie sul catecumenato antico, rimandando ai prossimi articoli quelle sugli altri periodi. Il cammino catecumenale Il catecumenato antico era una tappa fondamentale del processo iniziatico. In senso proprio esso si estendeva dalla prima accoglienza dei nuovi credenti nella comunità cristiana tra i catecumeni sino alla soglia del battesimo. Il tempo catecumenale si articolava in due tappe: un esteso ed esigente periodo di formazione e conversione, arricchita, nel III secolo, da una breve esperienza spirituale, di pochi giorni, precedente la celebrazione battesimale; una prima tappa, alquanto ampia, di orientamento al cristianesimo e di una iniziale conversione, alla quale, nel IV e V secolo, seguiva una seconda tappa, durante la Quaresima, di intensa e rigorosa formazione e crescita spirituale, prima della celebrazione, nella Veglia pasquale, dei sacramenti dell iniziazione. Parte integrante del processo iniziatico, la proposta del catecumenato ne assumeva gli stessi tratti fondamentali e costitutivi. Finalizzato a formare il vero discepolo di Cristo e a promuovere una progressiva santificazione, il cammino catecumenale si fondava su una vitale esperienza comunitaria nel grembo materno della Chiesa. I catecumeni, sostenuti dall accoglienza fraterna, dalla testimonianza e preghiera dei fedeli e dall accompagnamento spirituale dei padrini, percorrevano un ricco itinerario formativo spirituale, fondato su una triplice esperienza: approfondimento della parola di Dio soprattutto attraverso la catechesi, esercizi ascetico-penitenziali, inoltre riti e celebrazioni. La catechesi, universalmente attestata, occupava un posto centrale e insostituibile nella formazione e crescita spirituale dei nuovi credenti. Organica e sistematica, profondamente radicata nella Sacra Scrittura, introduceva al piano salvifico di Dio e proponeva, seppure in forma essenziale, i contenuti fondamentali del messaggio cristiano. Aveva lo scopo di favorire l apprendimento, soprattutto la risposta di fede, la conversione del cuore, lo sviluppo di un comportamento cristiano. Il suo vitale legame con le altre componenti del processo iniziatico, le scelte contenutistiche e i criteri pedagogici e applicativi conferivano un volto proprio e originale al suo modello di trasmissione della Parola. Gli esercizi ascetico-penitenziali erano numerosi, severi, sempre più frequenti con l avvicinarsi del battesimo. Abituale era la richiesta del digiuno, a cui si aggiungeva sovente l invito all astinenza dalle carni e dal vino, alla moderazione nel cibo e nelle bevande, in alcune testimonianze anche alla rinunzia temporanea per gli sposati ai rapporti matrimoniali. Erano proposte elemosine, opere di carità e solidarietà fraterna, distacco dai beni materiali. Grande risalto veniva dato alla preghiera. Erano previsti diversi esercizi di mortificazione corporale: oltre al digiuno e all astinenza, si raccomandava la frugalità, talvolta la rinunzia all acqua, il cilicio, prostrazioni, lacrime, veglie notturne, dormire per terra, in alcune Chiese anche la privazione del bagno. Ancora più insistente era la richiesta di un ascesi spirituale: confessione dei peccati, perdono delle offese, freno della lingua e degli occhi, lotta contro le passioni, correzione di vizi e difetti. La severità di queste forme penitenziali è paragonata da Agostino alla macinazione del grano. Queste diversi esercizi, proposti dalla Chiesa e testimoniati dai fedeli, erano un efficace sostegno al cammino spirituale dei catecumeni. Avevano un valore ascetico: si mortifica la carne per liberare lo spirito, ci si esercita in un combattimento spirituale per rompere con le cattive abitudini e per acquisire un comportamento evangelico. Favorivano un apertura e disponibilità a Dio e agli altri. Erano, poi, un via di purificazione. Imponendo sofferenze e afflizioni al nostro corpo e al nostro spirito, scrive Tertulliano, noi rendiamo soddisfazione dei peccati commessi. E Agostino ricorda che i competenti si purificano con l astinenza, i digiuni e gli esorcismi. Il cammino catecumenale, inoltre, era sostenuto da riti e celebrazioni, sempre più numerosi nella tappa che precede il battesimo. In Occidente si incontra il rito dell accoglienza dei nuovi credenti tra i catecumeni: segno di croce, sale e imposizione delle mani. Universale era la prassi dell esorcismo ripetuto con frequenza: si invocava l aiuto del Signore per liberare il catecumeno dalle catene del male. Rivestiva particolare rilievo, all inizio della Quaresima, il rito di ammissione dei catecumeni tra gli eletti o illuminandi, seguito dalla nomendatio in Occidente o dalla onomatographia in Oriente. Si avevano, quindi, gli scrutini, una sorta di celebrazioni penitenziali comunitarie con l inserimento dell esorcismo, che a Roma e a Milano venivano celebrati tre volte nelle domeniche quaresimali. Anche gli esorcismi, che prevedevano la partecipazione dei fedeli, avevano lo scopo di purificare i candidati al battesimo e di sostenerli nel loro combattimento spirituale. Verso la fine della Quaresima erano comunemente previste la traditio del Simbolo e, dopo alcuni giorni, la sua redditio. In alcune Chiese si incontrava anche un analoga traditio e redditio del Padre Nostro. A questi riti si deve aggiungere la pubblica preghiera per i nuovi credenti durante l eucaristia domenicale per i catecumeni. Tutti questi riti e celebrazioni, mentre esprimevano la presenza materna della Chiesa e introducevano progressivamente alla vita liturgica della comunità cristiana, nello stesso tempo sostenevano e alimentavano la risposta di fede ricordando che la crescita spirituale è primariamente un dono dall Alto. 11

12 Esperienze Uno scambio di carità e di fede nel cammino dell iniziazione cristiana: una proposta dal Perù di Luigi Bencetti Nel recente incontro con i preti e i diaconi di Roma, Benedetto XVI ricordava come sia un espressione meravigliosa della cattolicità il fatto che sacerdoti di altri paesi vengano a Roma a studiare e a collaborare nel lavoro pastorale delle nostre parrocchie, mentre nostri missionari vadano negli altri continenti. La Chiesa cattolica vive di questa reciprocità dei doni, di questo scambio del dare e del ricevere. Il Papa aggiungeva anche che il nostro cattolicesimo europeo, a volte un po freddo, viene così ravvivato dal fervore degli altri continenti. Questa è anche la mia esperienza come diacono della Chiesa di Roma nei sei anni trascorsi insieme con mia moglie Isabella in Perù, all estrema periferia di Lima, in una cappella costruita, anche con l aiuto della diocesi di Roma, in mezzo ad una baraccopoli nella quale grande è la povertà e malattie di ogni genere, anche per la scarsa nutrizione, aggravano la situazione. Nonostante queste difficoltà, abbiamo sentito il calore dei peruviani, l affetto delle loro persone, la richiesta di ricevere i sacramenti, il bisogno di essere istruiti, di ascoltare la Parola di Dio. Tutti, adulti e ragazzi, hanno compreso come la nostra presenza permettesse loro di vivere una forte unione con la Chiesa di Roma e con il Papa, al quale li lega un grande affetto. In questo momento siamo qui in Italia per motivi di salute, ma la missione continua nelle opere avviate (due ambulatori ed una piccola scuola materna), grazie alla generosità di altri diaconi e di alcune famiglie missionarie. In questo spirito vorremmo mettere maggiormente in luce la possibilità di uno scambio di esperienze fra le nostre parrocchie e le nostre missioni. Già in passato abbiamo offerto ad alcune parrocchie romane piccole bomboniere in occasione delle prime comunioni; esse erano composte da oggetti artigianali accompagnati da una frase di bambini peruviani che ricevevano anche loro per la prima volta la comunione, per evidenziare in questo modo un comune I piccoli crocifissi con i bigliettini di ringraziamento proposti come bomboniere dai bambini della parrocchia Cristo camino, verdad y vida di Lima. sentire oltre all aiuto concreto a famiglie della nostra zona peruviana. Ci domandiamo ora come sia possibile continuare, in questa direzione, a costruire ponti tra le nostre comunità e quelle di altri continenti. Molte parrocchie romane hanno già missioni di riferimento che sostengono con aiuti concreti, ma, forse, si potrebbe incentivare lo scambio di esperienze tra bambini, trovando modi appropriati che li coinvolgano direttamente. La sfida è quella di un cambio di mentalità. Non si tratta, certo, di abolire quel clima conviviale di festa che accompagna quell evento così grande che è il ricevere per la prima volta Gesù nell eucarestia, quanto piuttosto di viverlo con uno spirito diverso. Il desiderio è quello di dare ancora più risalto al momento liturgico, aiutando i bambini a percepire che la celebrazione dell eucarestia unisce nella stessa fede persone fisicamente lontanissime ed, insieme, fa scaturire una vita di condivisione nella carità. Il cammino dell iniziazione cristiana e la celebrazione dei sacramenti possono essere allora un momento favorevole per ricordare ad adulti e bambini che esistono nel mondo altre situazioni che, come cristiani, non possiamo ignorare. Aiutare i nostri figli, già da piccoli, a crescere con una sensibilità diversa significa accompagnarli a farsi carico fin da ora dei poveri, ma insieme aprirli a ricevere da loro quei doni di fede e di spiritualità cristiana che li caratterizzano. Nello stesso tempo i bambini degli altri paesi potranno sentirsi sostenuti attraverso questi piccoli aiuti concreti, ma, soprattutto, comprenderanno anch essi che l eucarestia genera una comunione profonda, donataci dal medesimo Spirito, che permette di vivere la fratellanza in Cristo anche a tanti chilometri di distanza. Sono certo che il Signore, che ci precede nelle nostre azioni, non mancherà di suggerirci modi nuovi di relazionarci, continuando e approfondendo quanto già si vive nelle nostre comunità parrocchiali. Nel momento di andare in stampa è giunta in redazione la notizia che il Signore ha chiamato a sé Luigi Bencetti. Anche gli ultimi momenti della sua malattia sono stati una testimonianza, pur nel dolore, della sua viva fede e speranza certa, come dell amore che lo ha sempre unito alla sua numerosissima famiglia, alla chiesa tutta, in particolare quella di Roma, ed alla sua missione verso ogni uomo. La pubblicazione di questo suo ultimo articolo sia anche, allora, occasione per affidarlo al Signore nella preghiera, in quella intercessione che esprime la comunione della chiesa della terra e di quella del cielo, certi anche noi della preghiera dei nostri cari che ci accompagna. 12

13 Esperienze Abbracciati da un mare di misericordia Percorso d iniziazione dei fanciulli alla celebrazione del perdono nella parrocchia di Santa Chiara (Vigna Clara) La testimonianza scritta di Agata Amici è stata raccolta da P. Enrico Bosoni per la redazione della Rivista. Ringraziamo Agata Amici per averci offerto in questo articolo la sua testimonianza di come la Parrocchia romana di Santa Chiara a Vigna Clara accompagna i fanciulli a celebrare il sacramento della Penitenza. Nel procedere graduale della catechesi di iniziazione cristiana, questo cammino non si pone come esclusivamente finalizzato al sacramento, ma strettamente connessa al sacramento, propone un azione educativa che si sviluppa in un ampio percorso di inserimento dei fanciulli nella vita nuova iniziata con il battesimo. Convertitevi e credete al vangelo (Mc 1, 15) L imperativo di Cristo che ad ogni inizio di Quaresima sentiamo ripetere nel rito dell imposizione delle ceneri è paradigma per la vita di ogni cristiano: chi vuol seguire Cristo è chiamato costantemente a rivedere il suo stile di vita e a conformare ogni sua scelta sulla scia del Vangelo. Ed è proprio il Vangelo la prima consegna che nella nostra parrocchia di Santa Chiara (Vigna Clara) facciamo ai fanciulli che si preparano a celebrare il sacramento della riconciliazione: conoscere Gesù, il suo stile di vita, i suoi insegnamenti, il suo insondabile amore per ciascuno, costituisce il fondamento per comprendere la portata della misericordia di Dio per ogni uomo. Egli, nel Battesimo, riconosce ciascuno di noi come suo figlio e ci dona la sua stessa vita; ed è proprio la rievocazione battesimale la seconda tappa del nostro cammino. Genitori e figli davanti al fonte battesimale riscoprono mediante i segni della luce, dell acqua, della veste bianca e delle promesse battesimali il mistero celebrato e si rendono conto che quell evento del passato ha una forte incidenza nella vita presente perché il Battesimo è un dono da ridire continuamente alla vita, alla solidarietà, all amicizia con Dio. Ma questa vita che il Signore ci ha donato è da noi portata in vasi di creta (2 Cor 4, 7). Questa vita nuova del FIGLIO DI DIO può essere indebolita e persino perduta a causa del peccato. ESSERE FEDELI A GESÙ È UN IMPE- GNO E UN SACRIFICIO. POSSIAMO DIMENTICARE LE PROMESSE DEL NOSTRO BATTESIMO. SIAMO DEBOLI E TENTATI DI SCEGLIERE LA VITA PIÙ COMODA, ANCHE SE NON È QUELLA GIUSTA. ALTRE VOLTE, NON VOGLIA- MO DIRE SI AL SIGNORE E NON OSSERVIAMO I SUOI COMANDAMEN- TI: FACCIAMO PECCATO E ROMPIAMO LA NOSTRA AMICIZIA CON DIO E CON I FRATELLI. (dal catechismo VENITE CON ME) Peccare è in definitiva venire meno al nostro Battesimo, tradire le promesse fatte e infrangere l alleanza con il Signore. Ma la misericordia divina viene in aiuto all uomo ferito dal male con il sacramento della riconciliazione. Tertulliano chiamava il sacramento della penitenza POENITENTIA SECUN- DA cioè secondo Battesimo. Infatti con il sacramento della penitenza rinnoviamo, nel tempo, la scelta fondamentale di Dio nonostante le piccole e grandi infedeltà. Questi punti, brevemente illustrati, costituiscono la trama del nostro percorso verso la riconciliazione e li riprendiamo sotto forma di gesti e segni durante la celebrazione della Prima Confessione. I bambini, accolti in chiesa dal celebrante, dopo il saluto iniziale ricevono, ciascuno, una candela che verrà accesa dalla fiamma del cero pasquale portato a ciascun gruppo dalla propria catechista (ripetiamo il gesto della luce nella veglia pasquale). Quella candela accesa nelle loro mani è segno del dono della vita divina ricevuta nel Battesimo, ma un soffio la spegne: il peccato entra nella nostra vita. Ogni bambino si presenta al confessore con la propria candela spenta; al termine della confessione il sacerdote riaccende la candela che il bambino andrà a depositare in un vaso riempito di sabbia posto nelle vicinanze del cero pasquale. In un altro vaso, anch esso riempito di sabbia, posto sull altare ogni bambino va a depositare un fiore di carta dove ha scritto un augurio di pace e gioia per i propri amici. Al termine delle confessioni, sotto al cero pasquale ci saranno le loro candeline accese, segno della vita battesimale ritrovata e l altare sarà fiorito con i fiori della pace. Dopo aver impartito la benedizione ai fanciulli, ogni gruppo offre all altro gruppo i propri fiori; la pace, la gioia e il perdono ricevuto non vanno trattenuti per sé, ma donati agli altri: la misericordia di Dio è per tutti gli uomini! DIO HA MESSO CONFINI ALL OCEA- NO, MA HA LASCIATO SENZA CONFINI LA SUA MISERICORDIA (S. Francesco di Sales) San Pietro con le chiavi ed il primo articolo del Credo. 13

14 Esperienze Le schede per la festa dei cresimandi ed il Simbolo della fede Questa cara gioia sopra la quale ogne virtù si fonda, onde ti venne? Così si sente chiedere Dante nel Paradiso, interrogato da San Pietro sulla fede. La gioia ci è cara ed è cara per gli adolescenti che si preparano alla cresima. Ascoltavamo al convegno diocesano di giugno che senza gioia si diventa cattivi, perché ogni virtù si fonda su di essa. Non esiste vita virtuosa senza fatica, certo, ma soprattutto, senza la gioia ed il desiderio di vivere quella vita perché conquistati dal bene. Ma da dove viene la cara gioia, quella gioia che ci è così necessaria. Dove si origina, dove si sviluppa? «Il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino» (Spe salvi 1). La fede annuncia che il cammino della vita non conduce al nulla, ma all incontro con Colui che ha desiderato questa nostra vita e l ha benedetta, colmandola di senso. Proporre il Simbolo della fede nel cammino di preparazione alla cresima vuol dire annunciare il profondo significato di ogni frammento dell esistenza. Il Simbolo di fede, infatti, non è una disarmonica collezione di verità astratte. Papa Benedetto XVI ha affermato durante il convegno di questo anno pastorale: «Gesù è il Signore - è la confessione comune della Chiesa, il fondamento sicuro di tutta la vita della Chiesa. Da queste parole si è sviluppata tutta la confessione del Credo Apostolico, del Credo Niceno». Già in occasione del Sinodo romano l allora cardinal J.Ratzinger, mostrando che il Credo era la vitale espansione della fede battesimale, aveva detto: «Ciò che mi stava a cuore era propriamente la considerazione dell interiore unità della fede, che non è un cumulo di proposizioni, ma un semplice intenso atto, nella cui semplicità è contenuta tutta la profondità ed ampiezza dell essere. Chi parla di Dio, parla del tutto; impara a distinguere l essenziale da ciò che non è essenziale, e scopre qualcosa della logica interiore e dell unità di tutto il reale, anche se sempre solo in frammenti e per enigma (1Cor 13,12), finché la fede sarà fede e non diverrà visione Così creazione, storia della salvezza, vita eterna sono temi che fluiscono immediatamente dal problema di Dio. Se parliamo della storia di Dio con l umanità, si tocca con questo anche il problema del peccato e della grazia. È toccato il problema di come noi incontriamo Dio, quindi il problema della liturgia, dei sacramenti, della preghiera, della morale.» (dalla riflessione Che cosa crede la Chiesa? pronunciata il 18 gennaio 1993 e pubblicata nei Quaderni del Sinodo, Nuova serie, n. 2, pp ). La festa dei cresimandi di quest anno avrà come orizzonte questa capacità della fede di sintetizzare la rivelazione di Dio ed il senso del vivere. Il materiale che vi proponiamo comprende le schede per un itinerario di quattro incontri che preparino alla consegna durante la liturgia domenicale del Simbolo di fede, la traditio Symboli. Le schede, seguendo l itinerario della Dei Verbum, invitano ad accostarsi alla Parola di Dio, mostrando che la Parola vivente e definitiva del Padre è il Figlio fatto carne (I scheda), che la viva Tradizione della Chiesa è Parola con la quale siamo raggiunti da Dio (II scheda), che la Sacra Scrittura è Parola scritta come regola della fede per ogni generazione (III scheda), che il Simbolo della fede è come il riassunto di tutta la Scrittura (IV scheda o schedone). Questo cammino preparatorio ha come meta la Consegna del Simbolo che può essere fatta con il rito che conclude questa presentazione, tratto dal RICA. Il Credo può essere consegnato liturgicamente in forma scritta, secondo il testo allegato a parte. Troverete anche una lettera che è possibile utilizzare per la scelta del padrino o della madrina della cresima. Suggeriamo di consegnarla un anno prima della celebrazione del sacramento. Un ringraziamento particolare a don Stefano Bianchini, al diacono Simone Vendola ed al gruppo dei seminaristi del Maggiore che hanno curato le quattro schede. Tutto il materiale è disponibile on-line sul sito dell Ufficio L Ufficio catechistico CONSEGNA DEL SIMBOLO Al termine dell omelia avviene la Consegna del Simbolo. MONIZIONE La Chiesa consegna amorevolmente ai cresimandi il Credo Apostolico che, fin dall antichità, è ritenuto il compendio della fede cristiana, perché lo approfondiscano nella catechesi. Il diacono od un altro ministro dice: Si avvicinino i cresimandi per ricevere dalla Chiesa il Simbolo della fede per approfondirlo nella catechesi. Se è stata preparata una pergamena con la forma scritta del Simbolo, i cresimandi si avvicinano ed essa viene loro consegnata. Quindi il celebrante si rivolge loro con queste parole: Carissimi, ascoltate le parole della fede per mezzo della quale abbiamo ricevuto la nuova vita in Dio. Sono poche parole, ma contengono grandi misteri. Accoglietele e conservatele con cuore sincero. Poi il celebrante dà inizio alla recita del Simbolo, dicendo: Io credo in Dio, Padre onnipotente, E tutti proseguono insieme: creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen. Segue la Preghiera dei fedeli e la Liturgia eucaristica. 14

15 Esperienze La proposta di una lettera ai cresimandi per la scelta del padrino o della madrina Insieme alle schede per la festa dei cresimandi è stata suggerita una lettera da inviare ai cresimandi un anno prima della celebrazione per invitarli a riflettere sulla scelta dei padrini. Il testo è puramente orientativo e vuole essere uno stimolo a non trascurare questa dimensione così importante. Se vedi una persona saggia, va presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta (Sir 6,36) Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo (1Cor 11,1) Carissimo, carissima, fra un anno riceverai il dono della Cresima. Quel giorno avrai al tuo fianco il padrino o la madrina che ti accompagnerà nel cammino cristiano. Ti scriviamo, allora, queste righe per aiutarti a sceglierlo, avendo ben chiaro il significato della sua presenza e testimonianza. La Cresima viene chiamata anche Confermazione, come ben sai. Alla vita appartiene un dinamismo continuo ed essa non è mai statica. Il battesimo ti ha reso per sempre figlio di Dio, ma la Cresima ti fa crescere in questa figliolanza (anche nelle nostre famiglie siamo già una volta per tutte figli dei nostri genitori, ma, insieme, sentiamo che questo rapporto cresce a matura sempre più con gli anni!). Nel sacramento della Confermazione è innanzitutto Dio che ti conferma e ti rafforza. Dio rinnova il suo sì al tuo essere suo figlio. Ma la grandezza della sua grazia è tale da rendere anche te capace di confermare la tua fede. Comincia così il tempo della tua responsabilità nella Chiesa e della testimonianza della fede cristiana dinanzi a tutti. È una vocazione difficile, ma straordinaria. Questa vocazione spinge al largo. Avrai la forza di testimoniare il Signore? Troverai le parole giuste per farlo conoscere al mondo? Avrai la carità sufficiente per convincere del bene? È a motivo della coscienza di questa serietà della vita e della testimonianza cristiana che l antichissima tradizione della Chiesa vuole che un padrino o una madrina accompagnino il nuovo cresimato. La Chiesa ha sempre visto in questa presenza dei padrini e delle madrine l aiuto di cui si ha bisogno al sorgere del dubbio, dello scoraggiamento o della tentazione di abbandonare il cammino per la stanchezza. Per questo il padrino o la madrina che sceglierai deve avere una fede cristiana provata, perché possa venire in aiuto della tua. Devi essere tu a sceglierlo e non i tuoi genitori, perché è il tuo padrino o madrina. Lo sceglierai, certamente, tra coloro Una delle schede per la festa dei cresimandi. che sono già cresimati e, se sposati, sono testimoni del sacramento delle nozze. I non cresimati e coloro che non sono riusciti a rimanere fedeli alle promesse del matrimonio, infatti, non possono essere padrini perché il compito del padrino è proprio quello di testimoniarti oggi l importanza della Cresima e di aiutarti domani a comprendere cos è il matrimonio cristiano non dimenticare che questo non vuol dire un giudizio sul loro cuore, che solo Dio conosce fino in fondo. Ben più profondamente lo sceglierai tra coloro in cui vedi una fede viva, un amore al Signore ed alla Chiesa, una fierezza nell essere cristiani, perché è in questo che ti debbono aiutare. Il Rito dell Iniziazione cristiana degli adulti utilizza, a riguardo, un espressione molto bella: il padrino sarà scelto in seno alla comunità cristiana (RICA 8). Può essere un tuo parente, ma non tuo padre o tua madre, perché essi hanno già un ruolo educativo nei tuoi confronti. Può essere il padrino o la madrina del tuo Battesimo (è possibile che un uomo abbia una madrina di Cresima ed una donna un padrino). Può essere anche un tuo catechista, un tuo professore, un tuo amico, un amico di famiglia. Insomma, ciò che conta è che il tuo padrino o madrina sia un testimone semplice ma vero della fede cristiana alla cui vita vorresti che la tua assomigliasse, le cui scelte di fede vorresti divenissero le tue. Se hai difficoltà nello sceglierlo, parlane con il sacerdote che ti segue nel cammino di preparazione e sarà pronto a discuterne con te. Una volta scelto, sarà lo stesso padrino o madrina a recarsi dal sacerdote della parrocchia nella quale partecipa all Eucaristia. Questi gli farà firmare la promessa dell impegno che si assume su di un documento che si chiama Certificato di idoneità dei padrini. Non dimenticare che, proprio perché la Cresima ti conferma, potrà essere chiesto a te un giorno di diventare catechista, come di diventare padrino o madrina, mentre non può essere chiesto a chi non ha ricevuto questo sacramento. Continua il tuo cammino di fede. E sappi un giorno dire di sì quando qualcuno ti chiederà esplicitamente l impegno che ora tu domandi a un altro di starti vicino nella testimonianza della fede. I tuoi sacerdoti ed i tuoi catechisti 15

16 Appuntamenti Per ricevere le informazioni sugli appuntamenti dell Ufficio, è possibile iscriversi alla newsletter del sito - martedì 8 aprile, alle ore 21.00, presso la parrocchia di Santa Francesca Romana, in via Luigi Capucci 15, presentazione ai catechisti della seconda enciclica del papa Benedetto XVI, Spe salvi, sulla speranza cristiana, con don Paolo Asolan, professore di Teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranense, ed il dott. Stefano De Luca, professore di Storia delle dottrine politiche presso l Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Festa dei cresimandi 2008 Settima festa dei cresimandi, sabato 24 maggio, dalle ore alle 19.00, in piazza san Giovanni in Laterano. La festa dei cresimandi 2008 avrà per tema Io credo... Noi crediamo.... Le schede per preparare la festa, con la proposta di un itinerario di quattro incontri, con il rito della Consegna del Simbolo durante la celebrazione eucaristica (ed il testo che si può consegnare in quell occasione) e con una lettera ai cresimandi per la scelta del padrino o della madrina sono disponibili on-line sul sito dell Ufficio - sabato 19 aprile, alle ore 9.30, in Vicariato, terzo convegno annuale dei catechisti, sul tema: Una compagnia affidabile, la proposta della vita ecclesiale attraverso la vita di gruppo nella catechesi aprile 2008, alle ore 9.45, presso la chiesa di Santa Prassede all Esquilino, incontro su L Apocalisse e la lettura cristiana della storia, all interno del corso di formazione catechisti sulla storia della chiesa di Roma maggio 2008, alle ore 9.45, pellegrinaggio sulle orme di San Paolo lungo l Appia antica a partire dalla Villa dei Quintili, con riflessioni sulle lettere pastorali a Timoteo e Tito, all interno del corso di formazione catechisti sulla storia della chiesa di Roma. Saranno percorsi circa quattro chilometri a piedi. Catechisti nella Città 69 Strumento di lavoro per la FORMAZIONE PERMANENTE e IL COLLEGAMENTO dei CATECHISTI ROMANI a cura dell Ufficio Catechistico e Servizio per il Catecumenato della Diocesi di Roma Piazza S. Giovanni in Laterano, ROMA Tel C.C. Postale n Direttore Responsabile: Angelo Zema Editore: Diocesi di Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 138 del Amministrazione: Piazza S. Giovanni in Laterano, 6 FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA: Tipolitografia Trullo s.r.l Roma - Via delle Idrovore della Magliana, 173 Tel r.a. - Fax Finito di stampare nel mese di Marzo

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