Riferimento ns. prat./fasc./prot. : 28517/2015 Prot. N... Russi, luglio 2015

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1 Riferimento ns. prat./fasc./prot. : 28517/2015 Prot. N.... Russi, luglio 2015 RACCOMANDATA A R. FAX PRIORITARIA A MANO X MAIL / PEC Spett.le Provincia di Ravenna SETTORE AMBIENTE E TERRITORIO Servizio Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali Piazza Caduti per la Libertà, Ravenna PEC: provra@cert.provincia.ra.it Oggetto: Procedura di Valutazione d Impatto Ambientale (VIA), comprensiva d'autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi della L.R. n. 9/1999 e del Dlgs n. 152/2006 e s.m.i. relativa al progetto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi ai sensi del Decreto Legislativo n. 36/2003 e definita, ai sensi dell'articolo 7 atta a ricevere rifiuti ai sensi dell'articolo 6, comma 7, lettera c) del DM 27/09/2010 localizzato in V. Calderana 24, Comune di Russi e presentato da CALDERANA srl. Valutazione delle osservazioni prodotte ed espressione di parere In primo luogo duole e nel medesimo tempo provoca sdegno leggere in premessa alle osservazioni della Società Calderana un chiaro messaggio intimidatorio, oltre che accuse di nullità ed illegittimità sul parere espresso dal Comune di Russi: si ritiene che tali affermazioni non possano ne debbano trovare luogo negli atti che una Società inoltra alla Pubblica Amministrazione. Indipendentemente da quanto sopra, valutato il materiale, in osservazione ai pareri espressi in sede di Conferenza dei Servizi del , trasmesso dalla Società Calderana srl in data 20/06/2015, si esprime in forma scritta quanto già illustrato sinteticamente nella Conferenza dei Servizi del : il Comune di Russi conferma e ribadisce che attualmente il progetto presentato non presenta le condizioni per dichiarare: - la conformità urbanistica, in quanto, a fronte, da un lato, della efficacia della adottata (e non approvata) Variante Dicembre 2008 ( delib.c.c. n.1 del 8/01/2009), derivante dall'ordinanza cautelare del TAR Emilia Romagna n. 135/2015 dell'8maggio 2015, in attesa della trattazione di merito del ricorso R.G. n. 160/2014, promosso dalla Società Calderana contro il Comune di Russi e la Provincia di Ravenna, e dall'altro, a fronte della vigenza del PRG'95, in assenza, allo stato attuale, di una sentenza di merito che confermi in via definitiva, il superamento in parte qua del PRG ad opera della Variante di cui sopra, il progetto non risulta possedere la cd "doppia conformità", non è cioè conforme ad entrambi gli strumenti urbanistici sopra citati. 1/7

2 Si ribadisce quindi quanto espresso nel parere precedente, (Non essendo stato predisposto, in fase di integrazione della documentazione, da Calderana srl il Progetto Unitario di riqualificazione ambientale si ritiene che attualmente non vi siano gli elementi obbligatori e necessari alla corretta valutazione della conformità alla disciplina urbanistica vigente sul territorio comunale di Russi.) precisando che la mera Adozione di un atto di Variante al PRG non può ritenersi giuridicamente efficace prima della conclusione del procedimento urbanistico che avviene solo a fronte di un atto espresso di Approvazione di competenza del Consiglio Comunale; - la compatibilità territoriale in merito all accessibilità: l area non risulta accessibile mediante la viabilità esistente e non è stato predisposto alcuno studio e/o progetto per garantire un adeguata accessibilità all area. Nelle ultime integrazioni il proponente, non tenendo in alcun conto le indicazioni dettate con i precedenti pareri, ripropone nuovamente il transito dei mezzi sulla Via Vecchia Godo: si rileva che con Ordinanza del Sindaco n. 60 del 14 maggio 2009 su tale strada, al fine di creare idonee condizioni di sicurezza della circolazione veicolare, è stato istituito, in entrambe le direzioni di marcia, il divieto di transito agli autocarri aventi un peso complessivo alle 3,5 tonnellate. Tale divieto è correttamente segnalato con apposita segnaletica verticale. Inoltre nel primo tratto di Via Calderana, la cui sezione è inferiore ai 4 metri, è segnalata la presenza di banchina cedevole, che ne mette in evidenza le caratteristiche strutturali inadeguate al passaggio di mezzi pesanti e a cui il proponente non ha dato alcun rilievo. Si ribadisce quindi l obbligatorietà dell adeguamento della rete viaria finalizzato a garantire un adeguata accessibilità all area, ad esempio mediante messa in opera, a cura e spese del proponente, di una nuova arteria stradale con caratteristiche adatte al traffico pesante (strada extraurbana di categoria C2) che colleghi la rotatoria esistente sulla SP 253, da cui provengono i mezzi, all area Calderana; - la compatibilità ambientale: si rileva nuovamente l insufficienza del progetto sotto il profilo della sistemazione finale dell area sottoposta da norma di PAE a recupero e ripristino ambientale e da norma di PIAE a rinaturalizzazione del sito. Si evidenzia inoltre che lo strumento urbanistico vigente PRG 95 sottopone a tutela ex art. XI.8 delle NTA del PRG95 tale zone umide (sottozona I3), imponendo il mantenimento delle loro caratteristiche attuali, a salvaguardia dell'equilibrio idrogeologico del territorio e vieta l'esecuzione di opere che non siano inserite in Progetti Unitari di Recupero e Riqualificazione Ambientale di iniziativa privata o pubblica, fatti salvi ordinari interventi manutentivi. Infine si pone l attenzione sulla tavola di PTCP Progetto reti ecologiche in Provincia di Ravenna che inquadra l area oggetto dell intervento proposto all interno di un Ambito entro cui potenziare o 2/7

3 riqualificare gangli della rete ecologica di secondo livello esistente parte di una più estesa Fascia territoriale entro cui realizzare corridoi ecologici complementari della rete ecologica di secondo livello di progetto, e la cui filosofia si può sintetizzare con un breve estratto della Relazione Generale del PTCP stesso: Le reti ecologiche sono uno strumento concettuale di estrema importanza per la conservazione della natura e per un assetto sostenibile del territorio. Le loro fondamenta teoriche si ritrovano nella biologia della conservazione e derivano dalla constatazione che tutte le specie, vegetali ed animali, sono distribuite disomogeneamente sul territorio a causa di fattori naturali intrinseci sui quali si innestano fattori storici ed antropici.... L obiettivo strategico del progetto è la definizione di un modello di rete ecologica integrata che rappresenti il sistema riorganizzativo della funzionalità ecologica del territorio nel suo complesso e che si ponga quindi a fondamento di un nuovo scenario di gestione del territorio improntato sui criteri di sostenibilità ambientale. Gli esiti del presente progetto entrano, quindi, quale parte integrante del PTCP, sia a livello cartografico, sia normativo, allo scopo di indirizzare gli usi e le trasformazioni del territorio in coerenza con la realizzazione della rete ecologica. Il progetto di rete ecologica provinciale si propone quale schema integrato e complessivo di riferimento per la gestione del territorio, attuabile nel tempo attraverso realizzazioni parziali di diversa natura, compatibili con il sistema integrato attuato dai soggetti responsabili della pianificazione e della programmazione dei numerosi interventi trasformativi dell attuale mosaico ambientale, in primis gli enti locali. Ciò presuppone, oltre alla salvaguardia e gestione delle zone naturali esistenti (per il loro ruolo nella conservazione della biodiversità), una diversa sensibilità dei gestori delle aree esterne (agroecosistemi, sistema insediativo ed industriale, sistema infrastrutturale). È sulla pluralità di tali soggetti che gli enti responsabili della pianificazione e gestione territoriale (in primo luogo la Provincia) svilupperanno un azione di sensibilizzazione, assistenza, armonizzazione e coordinamento delle politiche, al fine di ottimizzare le risorse disponibili, finalizzandole al raggiungimento di risultati significativi nei riguardi della costruzione della rete ecologica provinciale. Tale risultato appare conseguibile a condizione che gli interventi posseggano adeguati contenuti tecnici e, pertanto, i soggetti responsabili dell approvazione o della promozione degli interventi dovranno tenerne conto all interno dei diversi iter procedurali. Un aspetto rilevante che dovrà essere affrontato riguarda le modalità operative di attuazione degli interventi, che sarà necessariamente legato al livello di disponibilità che i diversi attori coinvolti potranno dimostrare. Aderendo a questa filosofia dettata dalle linee della pianificazione provinciale, si è osservato e si ribadisce che il progetto avrebbe dovuto (ma non ha fatto) proporre misure di mitigazione definibili come misure intese a ridurre al minimo o addirittura a sopprimere l impatto negativo di un progetto durante o dopo la sua realizzazione, intendendo con questo vere opere di compensazione, cioè interventi non strettamente collegati con l'opera, realizzati a titolo di compensazione ambientale (ad 3/7

4 esempio la creazione di habitat umidi o di zone boscate o la bonifica e rivegetazione di siti devastati), realizzate a parziale compensazione del danno prodotto, specie se questo non è completamente mitigabile, che non riducono gli impatti residui attribuibili al progetto ma provvedono a sostituire una risorsa ambientale che è stata depauperata con una risorsa considerata equivalente; - la presenza dei presupposti amministrativi dettati dal PAE Comunale per l autorizzazione alla coltivazione della cava: vista la richiesta di integrazioni emessa dalla Provincia di Ravenna in data 08/07/2011 ed in particolare il punto 32, e considerato che l Autorizzazione comunale per l estrazione di argilla, rilasciata dal Comune di Russi in data 02/03/2010, prot e notificata il 09/03/2010, non risulta più efficace per decorrenza dei termini di validità (5 anni) dalla data di notifica del medesimo provvedimento, si evidenzia che le integrazioni al progetto non presentano il materiale necessario per la valutazione di una nuova Autorizzazione alla attività estrattiva. Si sottolinea inoltre che lo screening, cui il progetto di coltivazione e sistemazione finale della cava è di norma assoggettato, doveva essere incluso nella procedura di V.I.A. per il progetto di discarica, di cui costituisce presupposto e parte integrante, e si rileva quindi la mancanza della documentazione attestante l individuazione e la valutazione degli impatti connessi/generati su entrambe le attività (coltivazione e discarica) dalla loro compresenza all interno del comparto estrattivo, anche in relazione al cronoprogramma dei lavori. Si elenca di seguito la documentazione obbligatoria di progetto relativo alla coltivazione e sistemazione della cava che risulta mancante: a) DOCUMENTAZIONE DI CARATTERE AMMINISTRATIVO: a.1) Proposta di convenzione redatta secondo quanto disposto dall'art. 13 delle Norme del PAE a.2) Designazione del Direttore dei Lavori ai sensi del D.P.R. 9/4/1959 n. 128 a.3) Eventuali deroghe dalle distanze minime previste dall'art. 13 delle Norme del PAE b) DOCUMENTAZIONE DI CARATTERE TECNICO: b.1) Inquadramento giacimentologico, costituito da una relazione tecnica e da rappresentazioni cartografiche b.2) Piano di coltivazione della cava, costituito da una relazione tecnica contenente: la valutazione della consistenza del giacimento, con particolare riferimento ai materiali utili, materiali di scarto e terreno di coltura; l indicazione della profondità massima di scavo con riferimento alla quota media del piano di campagna; 4/7

5 la definizione delle potenzialità faunistiche e vegetazionali dell'area e descrizione agrovegetazionale dello stato di fatto della zona di attività estrattiva che indichi, qualitativamente e quantitativamente, gli esemplari arborei, arbustivi e le aggregazioni floristiche di rilievo dal punto di vista paesaggistico (quinte, gruppi arborei e arbustivi, boschi ecc...) riportati nel rilievo plano altimetrico; la verifica dell'eventuale presenza di endemismi e flora protetta; il programma dettagliato delle varie fasi di scavo finalizzato; la valutazione della stabilità della zona di attività estrattiva ed indicazione della geometria delle scarpate di escavazione. In particolare la relazione contiene la verifica di stabilità di tutti i fronti di scavo, redatta sulla base delle indagini specifiche, che permette di definire un profilo del terreno sulle scarpate di escavazione con un adeguato margine di sicurezza; la valutazione accurata delle possibili interferenze dell'attività estrattiva con le acque superficiali e sotterranee ed individuazione degli interventi mitigatori per la tutela delle stesse; e da rappresentazioni cartografiche comprendenti: stralcio aggiornato della planimetria C.T.R. a scala 1:2000 con riportato il perimetro della zona di attività estrattiva ed il perimetro dell invaso estrattivo, con i capisaldi altimetrici di riferimento; carta del piano di coltivazione a scala 1:500, ricavata sulla base del rilievo planoaltimetrico: rappresenta cartograficamente il progetto di coltivazione contenuto nella relazione tecnica indicando le situazioni corrispondenti alle principali fasi di coltivazione (suddivise per lotti di intervento progressivo) e a quella finale. Nella cartografia sono anche evidenziate tutte le infrastrutture, i fabbricati che interferiscono con l'estrazione e quindi definiti con precisi richiami metrici le distanze di rispetto di cui all art. 32 delle norme di PAE, le scarpate e le altre caratteristiche dell'invaso estrattivo proposto, la posizione delle recinzioni e degli accessi carrai, la posizione delle eventuali sorgenti, dei piezometri, dei sondaggi, dei pozzi esistenti, la rete idrografica, il tracciato delle sezioni di cui al punto successivo; sezioni dello stato di fatto e del piano di coltivazione longitudinali e trasversali nel senso della massima pendenza a scala non inferiore a 1:500: tali sezioni rappresentano contemporaneamente il profilo morfologico precedente l'attività estrattiva e quello corrispondente alla fase finale di coltivazione e devono essere in numero sufficiente a permettere una precisa valutazione del giacimento. Le tracce delle sezioni, partono possibilmente da capisaldi di riferimento o da punti quotati facilmente identificabili. 5/7

6 b.3) Progetto di sistemazione finale, costituito da una relazione tecnica che illustra: il progetto di sistemazione della zona di attività estrattiva durante e al termine dell'attività, redatto definendo i lotti che progressivamente andranno sistemati, le modalità, nonché la destinazione del suolo al termine della sistemazione finale; il progetto di sistemazione redatto prevedendo l'attuazione coordinata delle opere di sistemazione con le modalità di coltivazione; la descrizione, dettagliata, delle modalità di sistemazione delle scarpate e della geometria delle stesse, dei provvedimenti antierosione, della rete di raccolta e smaltimento delle acque superficiali e sotterranee, degli interventi di rinaturalizzazione e ricostruzione vegetale con specifiche delle quantità e qualità dei ricarichi di terreno coltura nella totalità della superficie d'intervento e del genere, specie, dimensioni d'impianto di tutte le specie vegetali che verranno messe a dimora (alberi, arbusti ecc..). e da elaborati cartografici comprendenti: carta del progetto di sistemazione finale redatta utilizzando la base cartografica del rilievo plano-altimetrico dello stato di fatto nella medesima scala 1:500, con l indicazione della conformazione finale del suolo, della destinazione dello stesso, di tutte le opere previste, della rete di raccolta e smaltimento delle acque superficiali, dei lotti di progressivo intervento e quant'altro contenuto nel progetto di sistemazione finale compreso l ubicazione delle essenze vegetali messe a dimora; sezioni del piano di coltivazione e di progetto di riassetto rappresentanti contemporaneamente il profilo morfologico al termine dell'escavazione ed il profilo finale al termine del riassetto, in numero sufficiente per permettere una precisa valutazione quantitativa dei materiali necessari per il tombamento e per il riassetto. b.4) Programma economico-finanziario, redatto in relazione al piano di coltivazione e quindi alla consistenza degli impianti di lavorazione del materiale estratto nonché alla potenzialità commerciale della Ditta estrattrice, contenente le previsioni di: produzione media annua caratteristiche tecniche e merceologiche del materiale l'utilizzazione la distribuzione e la destinazione dello stesso i sistemi e le fasi di lavorazione in relazione alle macchine utilizzate ed alle unità lavorative impiegate la potenzialità degli impianti di lavorazione le opere di riassetto e di manutenzione a verde 6/7

7 ed inoltre contenente l analisi dei costi di tutte le opere e dei lavori previsti dal progetto di sistemazione finale, nonché degli interventi di manutenzione viari con un dettagliato computo metrico estimativo, che costituiranno la base per determinare l importo della fidejussione a garanzia della sistemazione finale e per le opere di manutenzione viaria. b.5) Descrizione tecnica e localizzazione degli impianti di lavorazione e trasformazione, costituita da una relazione che indica gli impianti di lavorazione e trasformazione nei quali viene trasportato il materiale estratto, e che contiene una descrizione tecnica delle caratteristiche principali dell impianto stesso e da un elaborato grafico a scala adeguata che indica la localizzazione di tali impianti rispetto all ubicazione della zona di attività estrattiva nonché il percorso stradale utilizzato dai mezzi pesanti per il trasporto del materiale estratto agli impianti stessi. IL RESPONSABILE DI AREA URBANISTICA, EDILIZIA PRIVATA AMBIENTE Arch. Marina Doni Firmato digitalmente 7/7

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