4. Le norme costituzionali in materia.

Transcript

1 26 dottrina e la giurisprudenza, nel tempo, ne hanno definito i contorni essenziali. Il tributo è: - una entrata coattiva; - di una comunità organizzata; - generata da un fatto economico indice rivelatore di capacità contributiva (in ciò si differenzia dalla sanzione, generata da un fatto illecito); - che comporta il sorgere di una obbligazione pubblicistica (in quanto trae la sua fonte da un elemento pubblicistico: la legge); - avente ad oggetto una prestazione pecuniaria; - con finalità fiscali (cioè di procurare entrate all ente pubblico) e di solidarietà (perequazione delle risorse e carico delle necessità dei consociati). I tributi si distinguono in imposte, tasse, contributi e monopoli fiscali. 4. Le norme costituzionali in materia. La nozione di tributo rileva all interno della Costituzione negli articoli: - 23: Nessuna prestazione patrimoniale o personale può essere imposta se non in base alla legge (riserva di legge relativa); - 53: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività (principio di capacità contributiva); - 75, comma 2: Non è ammesso referendum per le leggi tributarie e di bilancio (divieto di referendum) , comma 2: Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. Si segnala che con legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 (con applicazione dall esercizio finanziario relativo all anno 2014) è stato eliminato il riferimento che era contenuto nell art. 81, comma 3, secondo il quale: Con la legge di bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. La mancata riproposizione del terzo comma dell art. 81

2 3. Le entrate pubbliche e la loro distinzione Cost., attraverso l abolizione del divieto di introdurre con legge di bilancio nuovi tributi e nuove spese, eleva il rango legislativo della legge di bilancio da formale a sostanziale. 5. Imposte. Nozione. L imposta è la figura di tributo più diffusa. La sua nozione deriva dallo scopo a cui essa è volta e si sostanzia in esso: l imposta, invero, è la prestazione coattiva, espressione della potestà di imperio dello Stato, volta a ripartire fra i consociati il carico finanziario delle attività pubbliche, a ciascuno per la quota e nei modi previsti dalla legge (FALSITTA, GIANNINI), senza alcuna relazione specifica con una particolare attività dell ente pubblico (TESAURO, MICHELI). 6. Il presupposto d imposta. Il presupposto d imposta è l atto o la circostanza di fatto al cui verificarsi il tributo è dovuto. Essendo l elemento che fa nascere il tributo, il presupposto deve necessariamente essere previsto dalla legge, nel rispetto della riserva di legge di cui all art. 23 Cost. Inoltre, sostanziandosi nel fatto generatore che determina l an debeatur del tributo, deve risolversi in un atto o un fatto che, anche indirettamente, sia indice rivelatore della capacità contributiva (cioè l attitudine economica di un soggetto alla contribuzione alle pubbliche spese) in conformità dell art. 53 Cost. Il presupposto di imposta instaura il rapporto di imposta, cioè quella particolare situazione giuridica soggettiva che intercorre tra i soggetti coinvolti nella vicenda tributaria. Il presupposto, come vedremo, può essere anche assunto come punto di riferimento nella classificazione delle imposte. 7. Elementi costitutivi. Gli elementi dell imposta sono: - soggetto attivo: lo Stato e gli Enti pubblici, titolari della capacità impositiva a norma degli artt. 117 e 119 Cost.; - soggetto passivo: il contribuente, sia persona fisica che persona giuridica, residente (per tutti i suoi redditi) o non residente (limitatamente ai redditi prodotti in Italia); - fonte: la ricchezza a cui il contribuente attinge per pagare 27

3 l imposta stessa; - base imponibile: il valore economico del reddito su cui si applica l imposta (manca nelle imposte fisse); - aliquota: la percentuale che, applicata alla base imponibile, consente di calcolare l imposta dovuta (manca nelle imposte fisse). 8. La classificazione delle imposte. Le imposte si distinguono, in primo luogo, in: imposte dirette: hanno come presupposto le manifestazioni dirette e immediate di ricchezza. Tali manifestazioni sono rappresentate dal conseguimento dei redditi o dal possesso di un patrimonio (IRPEF, IRES), ovvero dall autonoma organizzazione di un attività imprenditoriale (IRAP). È il tipo di imposta attraverso cui, maggiormente, si attua la ripartizione del carico tributario nel rispetto della capacità contributiva del singolo; imposte indirette: hanno come presupposto l utilizzazione della ricchezza, cioè atti o fatti che fanno indirettamente desumere la disponibilità di un reddito o di un patrimonio e sono rivelatori di capacità contributiva. Hanno per oggetto i consumi, i trasferimenti e gli affari (IVA, imposta di registro). Sono meno rispettose del principio di capacità contributiva, in quanto sono previste in misura uguale per tutti, indipendentemente dalla possibilità di concorrere alle spese pubbliche. Le imposte possono essere distinte anche in: imposte personali: prende in considerazione il reddito in quanto appartiene a una determinata persona e non in quanto proviene da una determinata fonte; a parità di reddito, l entità del prelievo è dunque diversa a seconda delle particolari situazioni personali e familiari in cui si trova il contribuente; 28

4 3. Le entrate pubbliche e la loro distinzione imposte reali: attuata tenendo conto soltanto dell esistenza oggettiva della materia imponibile, della res in sé e per sé considerata, indipendentemente da ogni altra circostanza. Ancora, le imposte si possono altresì distinguere in: - imposte fisse: previste in misura fissa predeterminata (imposta di registro, in alcuni casi); - imposte variabili: per le quali è prevista una aliquota; queste, a loro volta, si distinguono in: 9. Le Tasse. - imposte proporzionali: con aliquota costante al variare della base imponibile; - imposte progressive: con aliquota crescente all aumentare della base imponibile; - imposte regressive: con aliquota decrescente all aumentare della base imponibile. Nozione. La tassa è una prestazione pecuniaria obbligatoria, che non trova titolo giustificativo nella capacità contributiva del soggetto al quale è richiesta (Cass. Civ., SS.UU., ord. 16 aprile 2007, n. 8956), ma è direttamente collegata alla fruizione di un servizio pubblico (divisibile), richiesto dal soggetto passivo, senza che per ciò sorga un rapporto di sinallagmaticità tra ente percettore e soggetto passivo (non esiste, cioè, correlazione tra la tassa ed il costo del servizio, non ravvisandosi dunque uno scambio di prestazioni). Esempi di tasse sono la tassa per l occupazione di spazi ed aree pubbliche dei comuni e delle province, la tassa sul marchio dei metalli preziosi, le tasse scolastiche. Presupposto della tassa sarebbe un rapporto di correlatività al servizio reso dalla P.A. In particolare, come chiarito dalla giurisprudenza di legittimità il carattere proprio della tassa è rappresentato dal rapporto di correlatività a servizi resi dalla P.A. diverso da quello di corrispettività che giustifica la percezione di un entrata tributaria non commisurata esclusivamente alla capacità contributiva (come l imposta), né concretandosi in un rapporto di scambio tra utilizzazione di servizi e prestazione pecuniaria. 29

5 10. Elementi costitutivi. Gli elementi costitutivi sono: - il oggetto attivo: lo Stato e gli Enti Pubblici, che erogano il servizio pubblico; - il soggetto passivo: chi fa richiesta del servizio; - l oggetto: la prestazione del servizio. 11. I contributi. Il contributo è un tributo che ha come presupposto l arricchimento che esso ricava, in via diretta o indiretta, dall esecuzione di un opera pubblica destinata, di per sé, alla collettività in modo indistinto. Il contributo è prelevato coattivamente al soggetto passivo per il solo fatto della sussistenza del vantaggio, indipendentemente che l opera sia stata richiesta o meno dal soggetto stesso. Le risorse così prelevate sono destinate al particolare scopo per cui sono istituite e non potranno pertanto essere distratte da tale scopo. Il contributo rinviene il suo fondamento giuridico nella soggezione allo ius imperii dello Stato e nel particolare vantaggio che il contribuente trae dall intervento pubblico. 12. I monopoli fiscali. Il monopolio fiscale è il regime giuridico mediante il quale lo Stato riserva a sé stesso la produzione e/o la vendita di determinati beni o servizi, vietando a terzi l esercizio di tale attività (ad esempio, il monopolio sul gioco del lotto e sui tabacchi lavorati).i monopoli fiscali sono funzionali a procacciare un entrata tributaria. Lo Stato infatti stabilisce il prezzo del bene o del servizio erogato in una misura superiore a quello corrispondente al costo di produzione del bene, tale per cui l eccedenza non possa rivestire il margine di utile tipico di una attività imprenditoriale: allora, la somma dovuta per l utilizzo di un bene o servizio è il tributo, che ha come presupposto il consumo del bene o del servizio. Si segnala che l adesione alla CEE ha comportato un recesso alla fruizione dei regimi di monopolio fiscale da parte degli Stati membri, in ottemperanza al principio europeo di libera concorrenza. L art. 106 del Trattato sul Funzionamento dell Unione Europea (ex art. 86 TCE), infatti, include nell ambito delle imprese sottoposte alle regole della concorrenza, anche quelle che hanno carattere di monopolio fiscale. 30