Atlante dei Ropaloceri del Veneto: un esperienza di integrazione tra studio di collezioni e rilevamenti sul campo
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1 MUSEOLOGIA SCIENTIFICA MEMORIE N. 9/ I musei delle scienze e la biodiversità Ferrara, novembre 2010 a cura di Stefano Mazzotti e Giancarla Malerba ISSN Atlante dei Ropaloceri del Veneto: un esperienza di integrazione tra studio di collezioni e rilevamenti sul campo Lucio Bonato Dip. Biologia, Università di Padova, Via U. Bassi, 58B. I Padova. lucio.bonato@unipd.it Marco Uliana Museo di Storia Naturale di Venezia, S. Croce, I Venezia. entomologia.msn@fmcvenezia.it Stefano Beretta Associazione Entomologica Naturalistica Vicentina. beretta_stefano@fastwebnet.it Paolo Paolucci Dipartimento Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente, Università di Padova, Viale dell Università, 16. I Legnaro (Pd). paolo.paolucci@unipd.it Michele Zanetti Associazione Naturalistica Sandonatese, Via Romanziol, 130. I Noventa di Piave (Ve). zanettimichele@hotmail.com RIASSUNTO Il progetto Atlante dei Ropaloceri del Veneto, promosso dal Museo di Storia Naturale di Venezia, intende documentare la distribuzione geografica ed ecologica delle specie di farfalle diurne (Ropaloceri) nel territorio del Veneto, anche per valutarne lo stato di conservazione a livello regionale. Intende costruire un database elettronico georeferenziato integrando sia dati ricavati dalle numerose collezioni museali e private esistenti (il cui valore di documentazione scientifica è rimasto finora in larga parte inutilizzato) sia nuovi dati ottenuti da rilevamenti sul campo (condotti da una rete di collaboratori volontari mediante diversi metodi: osservazione, eventualmente con cattura temporanea degli animali; fotografia; raccolta di esemplari). Dopo il primo anno del progetto (2010), sono stati ottenuti più di dati da 60 collaboratori. Tra i dati già validati e analizzati, il 36% deriva da collezioni, il 47% da segnalazioni inedite, gli altri dalla letteratura. Il 92% di questi dati sono stati riferiti a siti relativamente precisi e altri 6% almeno a livello di comune. Parole chiave: Rhopalocera, faunistica, indagine collettiva, collezioni zoologiche. ABSTRACT Atlas of butterflies (Rhopalocera) of the Veneto region: integrating study of collections and field surveys. The Atlante dei Ropaloceri del Veneto project is promoted by the Museum of Natural History of Venice and aims at documenting the geographical and environmental distribution of the species of butterflies (Rhopalocera) living in the Veneto region (north-east Italy), so that to contribute to evaluate their conservation status at the regional scale. A geo-referenced electronic database is going to be assembled by merging data from both the many existent butterfly collections (including public and private collections, whose value as biodiversity documentation has been hitherto underexploited) and either occasional or planned field surveys (performed by a network of volunteers by multiple approaches including visual census, photography and temporary catching, besides collecting specimens). During the first year of the project (2010), more than data have been gathered by 60 collaborators. Out of the total amount of the validated data, 36% came from collections, 47% from original observations or photographs, the remaining data from the literature; 92% of the data have been referred to precise localities and another 6% to municipalities at least. Key words: Rhopalocera, faunistics, partecipatory research, zoological collections. IL PROGETTO ARVE: FINALITÀ E STRATEGIA Il progetto Atlante dei Ropaloceri del Veneto (ARVe) è un iniziativa volta a indagare le cosiddette farfalle diurne che vivono nel Veneto. Nonostante i Ropaloceri siano tra gli insetti più studiati per diversi aspetti della loro biologia ed ecologia, e siano pure tra 107
2 i più apprezzati a livello popolare, la loro distribuzione e il loro stato di conservazione in Italia, e in particolare nel Veneto, sono ancora largamente sconosciuti. Inoltre, i Ropaloceri sono riconosciuti a livello europeo come utili indicatori per la valutazione e il monitoraggio della qualità ambientale, nonché efficaci soggetti per la divulgazione naturalistica e l educazione ambientale. Obiettivi specifici del progetto sono: cartografare la distribuzione geografica delle diverse specie nel territorio del Veneto; ottenere informazioni di base per valutarne lo stato di conservazione in ambito regionale; individuare le aree di maggior valore per le comunità di Ropaloceri e quindi meritevoli di prioritaria attenzione gestionale. Prodotti fondamentali saranno sia un database elettronico georeferenziato, che sarà reso disponibile all amministrazione regionale per le sue attività di gestione territoriale (Salogni, 2008), sia un volume in cui saranno pubblicati i risultati dell indagine, secondo la tradizione degli atlanti floro-faunistici che si è sviluppata negli ultimi decenni anche in Italia (Bonato et al., 2011). Il progetto, ideato e coordinato dagli autori di questo articolo, è sostenuto dal Museo civico di Storia Naturale di Venezia, grazie ad una convenzione stipulata con l amministrazione della Regione Veneto. Il progetto è stato varato all inizio del 2010 e si svilupperà per un triennio. In analogia a precedenti indagini condotte nel Veneto, a livello regionale o provinciale, su gruppi di Vertebrati, il progetto ARVe è stato concepito come un iniziativa collettiva, volontaristica e aperta alla collaborazione di tutti coloro che ne condividono le motivazioni fondamentali di documentazione scientifica e di valorizzazione e conservazione della realtà naturale. Per promuovere l iniziativa e offrire assistenza e formazione ai collaboratori meno esperti, sono stati attivati un servizio di segreteria presso il Museo di Storia Naturale di Venezia, un sito web dedicato ( e altre iniziative di supporto. La metodologia è illustrata in dettaglio nel sito web ed è sintetizzata in Bonato et al. (2011). STUDIO DI COLLEZIONI E INDAGINI SUL CAMPO Con l obiettivo di assemblare un database di segnalazioni georeferenziate quanto più possibile ampio e rappresentativo, oltre a considerare l intera letteratura faunistica esistente per il territorio interessato, è apparso strategico considerare e promuovere contemporaneamente due diversi canali per acquisire dati originali e/o inediti: indagini finalizzate e/o osservazioni occasionali sul territorio. A seconda della difficoltà di identificazione delle diverse specie e dell esperienza personale dei collaboratori, si ottenengono dati utili sia attraverso la semplice osservazione e il riconoscimento in natura delle farfalle, eventualmente mediante la loro cattura temporanea, sia attraverso la fotografia sul campo e la successiva identificazione sulla base delle foto, sia ancora mediante la raccolta di esemplari, che vengono esaminati successivamente da esperti; studio delle collezioni entomologiche. L individuazione e l esame diretto delle collezioni esistenti, museali o private, permette di ottenere dati utili verificando l identificazione degli esemplari preparati e digitalizzando i dati di raccolta riportati sui relativi cartellini. Nella maggior parte dei casi, le indagini faunistiche estese finora condotte in Italia, a livello nazionale o regionale, hanno utilizzato esclusivamente o principalmente l uno o l altro di questi due approcci. Ciò è in relazione alle diverse tradizioni metodologiche di rilevamento e identificazione per i diversi gruppi di animali: essenzialmente osservazioni sul campo, con o senza cattura temporanea, per i Vertebrati (come testimoniato dall abbondante produzione di atlanti distributivi di pesci, anfibi, rettili e uccelli); esame di collezioni di esemplari raccolti e conservati, per gli invertebrati (come, ad esempio, per i Ropaloceri italiani nell ambito del progetto CKmap; Balletto et al., 2005). L integrazione di questi approcci appare invece particolarmente utile e strategica per i Ropaloceri. A differenza di altri gruppi di invertebrati, infatti, la maggiore parte delle specie di Ropaloceri potenzialmente presenti nel Veneto (quasi 200) può essere identificata sulla base di caratteri morfologici e cromatici valutabili anche senza catturare gli animali o comunque senza necessariamente raccoglierli (Lafranchis, 2004). I Ropaloceri, infatti, sono tra i pochi gruppi di invertebrati (come, ad esempio, anche gli Odonati) che possono essere indagati e monitorati in modo efficace utilizzando modalità speditive di rilevamento, anche mediante semplice osservazione, cattura temporanea e/o fotografia in natura, limitando la necessità di raccolta e preparazione secondo modalità tradizionali. D altra parte, nel Veneto così come in generale in Italia, i Ropaloceri sono stati - e continuano ad essere - oggetto di raccolta e collezionismo scientifico da parte di molti appassionati, sia professionisti sia amatoriali. Le numerose collezioni esistenti che si stanno individuando stanno fornendo dati utili sulla fauna regionale dei Ropaloceri. Parte di queste collezioni è conservata presso musei pubblici, sia in Veneto sia nelle regioni circostanti, e molte altre collezioni sono invece private e rimangono da censire. Nella maggior parte dei casi, queste collezioni non sono state ancora considerate e studiate per analisi faunistiche o ecologiche, né ne sono stati pubblicati cataloghi, cosicché il loro potenziale valore per la documentazione della biodiversità regionale è rimasto finora in larga parte inutilizzato. RISULTATI PRELIMINARI Al termine del primo anno del progetto (2010), sono stati raccolti più di dati, forniti da 60 collaboratori. La maggior parte di questi dati (23235, ossia tutti i dati 108 LUCIO BONATO - MARCO ULIANA - STEFANO BERETTA - PAOLO PAOLUCCI - MICHELE ZANETTI
3 segnalazioni riferiti ai Papilionoidei) è già stata sottoposta a una procedura di validazione secondo diversi criteri per valutarne l attendibilità (vedi Bonato et al., 2011), è stata georeferenziata in un sistema GIS ed è stata quindi analizzata, allo scopo di valutare in itinere l andamento del progetto, restituire i primi risultati ai collaboratori e ottenere utili indicazioni per indirizzare le successive indagini verso particolari aree, ambienti e specie. A seguito della procedura di validazione, il 93% dei dati sono stati accettati senza riserva, il 3% sono stati considerati temporaneamente con dubbio (ad esempio: segnalazioni di una specie in un ambiente o in una data inusuali per quella specie; fotografie o esemplari che lasciano dubbi sull identificazione), mentre il 4% sono stati scartati (nella maggior parte dei casi perché segnalazioni ridondanti della stessa specie nello stesso sito nello stesso giorno). Per quanto riguarda la fonte dei dati (fig. 1), il 17% di tutti i dati utili (accettati o dubbi) derivano dallo spoglio della letteratura, che è ancora in corso ma è stato completato per la maggior parte. Il 36% sono stati ottenuti da esemplari presenti in collezioni (finora sono state esaminate 10 collezioni museali e 9 private; tab. 1), mentre il restante 47% consiste in segnalazioni inedite, quando necessario supportate da fotografie ed esemplari raccolti. In relazione alla georeferenziazione, il 92% dei dati utili sono stati riferiti ad un sito in modo non ambiguo e relativamente preciso, il 6% sono risultati attribuibiletteratura 3792 collezioni 8108 Fig. 1. Numero di segnalazioni di Ropaloceri Papilionoidei nel Veneto per ciascuna delle fonti di origine, al termine del primo anno del progetto ARVe. li solo ad un territorio comunale ma senza localizzazione più precisa, mentre il 2% sono risultati solo genericamente riferiti ad un area di estensione sovracomunale. Indicazioni geografiche poco dettagliate e quindi limitanti per la georeferenziazione sono state riscontrate soprattutto per esemplari di collezioni, sulla base di quanto indicato sui rispettivi cartellini. Collezione localizzazione aree principali periodo principale Avventi Claudio Museo civico di Storia Naturale di Verona varie Bizzi Alberto Museo civico di Storia naturale di Ferrara Colli Berici Beretta Stefano privata (Vicenza) Vicentino Bonato Lucio Museo Naturalistico Archeologico di Montebelluna medio Piave Carlotto Leonardo privata (Sandrigo) Vicentino Cogo Lorenzo privata (Trebaseleghe) varie Collezione generale del Museo civico di Storia Naturale di Verona Museo civico di Storia Naturale di Verona rilievi veronesi Collezione generale del Museo di Storia Naturale di Venezia Museo di Storia Naturale di Venezia pianura veneziana Cussigh Fausto Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza Vicentino De Martin Paolo privata (Venezia Lido) varie Fontana Paolo Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza varie Fracasso Alberto Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza varie Longo Turri Giuseppe privata (Quinzano) rilievi veronesi Palmi Paolo privata (Vedano al Lambro) varie Paolucci Paolo Dip. Agronomia ambientale e Produzioni vegetali, Univ. di Padova varie Sala Giovanni privata (Salò) varie Tasca Stefano privata (Crespano del Grappa) Monte Grappa Verza Emiliano privata (Rovigo) Polesine Zangheri Sergio Museo civico di Storia Naturale di Verona varie Tab. 1. Collezioni finora considerate che hanno fornito dati utili sui Ropaloceri del Veneto, al termine del primo anno del progetto ARVe. 109
4 l m o dato certo / coordinate precise dato dubbio / coordinate precise dato certo / presenza a scala comunale dato dubbio / presenza a scala comunale Fig. 2. Distribuzione geografica delle segnalazioni di Ropaloceri Papilionoidei nel Veneto, al termine del primo anno del progetto ARVe. Le segnalazioni sono distinte in base alla precisione geografica (sito preciso oppure territorio comunale) e al giudizio di attendibilità dell identificazione (accettata oppure dubbia). L analisi cartografica di tutti i dati riferiti a siti o almeno a territori comunali (figg. 2-3) ha fornito un indicazione indiretta del grado di copertura del territorio regionale dopo il primo anno del progetto, utile per orientare ulteriori indagini su aree finora meno indagate o del tutto trascurate. RINGRAZIAMENTI Ringraziamo collettivamente tutti i collaboratori che stanno contribuendo volontariamente e generosamente alla costruzione del database, il Servizio Reti Ecologiche e Biodiversità della Regione Veneto che ha supportato il progetto, nonché i musei e gli enti-parco che hanno messo a disposizione le loro collezioni o archivi: Museo civico di Storia naturale di Ferrara (F. Pesarini), Museo Naturalistico Archeologico di Montebelluna (G. Vaccari), Museo di Storia Naturale di Venezia (M. Bon), Museo di Storia Naturale di Verona (L. Latella), Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza (A. Dal Lago), Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (E. Vettorazzo), Parco Naturale delle Dolomiti d Ampezzo (M. Da Pozzo), Parco Regionale dei Colli Euganei (R. Rosa). 110 LUCIO BONATO - MARCO ULIANA - STEFANO BERETTA - PAOLO PAOLUCCI - MICHELE ZANETTI
5 Segnalazioni < > 500 Fig. 3. Distribuzione geografica della densità di segnalazioni di Ropaloceri Papilionoidei nel Veneto, sulla base del reticolo UTM di 5x5 km, al termine del primo anno del progetto ARVe. Un ringraziamento particolare a P. Martinelli per aver digitalizzato i dati degli oltre esemplari conservati nelle collezioni del Museo di Verona, e a G. Salogni e E. Romanazzi per aver curato l analisi cartografica dei dati. BIBLIOGRAFIA BALLETTO E., BONELLI S., CASSULO L Insecta Lepidoptera Papilionoidea (Rhopalocera). In: Ruffo S., Stoch F. (eds.), Checklist e distribuzione della fauna italiana. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. 2 serie. Sezione scienze della vita, pp. + CDRom. BONATO L., ULIANA M., BERETTA S., PAOLUCCI P., ZANETTI M., BON M., Dai vertebrati agli invertebrati: un progetto di indagine sulle farfalle diurne del Veneto. Bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia, 61 (suppl.): LAFRANCHIS T., Butterflies of Europe. Diatheo, 352 pp. SALOGNI G., Banche dati georiferite floro-faunistiche nella gestione dei siti della Rete Natura 2000 del Veneto. Bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia, 58(suppl.):
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