PROTOCOLLO DI INVIO DELLE. PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/2011 REGIONALE SVS

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2 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/2011 INDICE 0. PREMESSA pag OGGETTO E SCOPO pag CAMPO DI APPLICAZIONE pag DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA pag CONTENUTI pag PROCEDURA pag DENUNCIA DI REATO pag MODULI ALLEGATI pag. 11 Pag 2 di 11

3 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ PREMESSA L Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 1995 pone in evidenza il problema della violenza contro le donne e dei suoi effetti e dichiara che, in tutto il mondo è il più grande problema di salute pubblica e di diritti umani violati. L Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha cominciato a lanciare l allarme sulla violenza come fattore eziologico e di rischio in una serie di patologie di rilevanza per la popolazione femminile. In particolare sono stati condotti studi oltre che sulle patologie ginecologiche anche sulle patologie gastroenteriche, sulle patologie mentali ed in particolare sulla depressione, sui disturbi alimentari (anoressia, bulimia), sui disturbi d ansia. Molti di questi studi hanno evidenziato in donne con eventi di violenza, subiti sia nel corso della vita che negli ultimi anni, una connessione con una o più delle patologie menzionate. Vi è quindi una chiara indicazione a considerare la violenza contro le donne anche come un problema di sanità pubblica, che deve coinvolgere tutti gli operatori sanitari nella prevenzione del fenomeno e nel trattamento delle conseguenze in termini di danni alla salute fisica e psichica. Queste indicazioni sono state accolte e tradotte in raccomandazioni in più di una occasione dalle istituzioni europee. Nel corso della 425 sed uta plenaria del 22 febbraio 2006, il Comitato economico europeo ha adottato un parere e formulato raccomandazioni sul tema della violenza contro le donne. Per questo motivo ciascun Stato membro, nel quadro della strategia paneuropea, deve elaborare un piano d azione nazionale per la lotta alla violenza contro le donne. La mancanza di conoscenze da parte dei servizi pertinenti sui sintomi, le forme di manifestazione, i cicli e l escalation della violenza fa sì che la violenza sia messa a tacere, i processi non vengano riconosciuti e vengano adottate misure inadeguate, e tutto questo può avere conseguenze fatali. Ribadendo quindi che il fenomeno della violenza sessuale e domestica è un problema di Salute Pubblica, le Istituzioni preposte a garantire percorsi di salute non possono più sottrarsi. Tra l altro, la problematica è fortemente sollecitata anche dal Ministero Pari Opportunità, attraverso campagne mediatiche allo scopo di sensibilizzare l opinione pubblica sull entità del fenomeno e fornire elementi utili di aiuto alle vittime di violenza. Si è scelto di chiedere il sostegno di SVS Milano, centro di riferimento regionale, per la loro esperienza e capacità professionale e per approntare in modo corretto sin dall inizio un percorso di accoglienza e quindi di invio. Il Soccorso Violenza Sessuale di Milano è attivo dal 1996 presso la Mangiagalli, dove è affiancato dal servizio di supporto medico, psicologico e sociale a favore di donne e bambini vittime di violenza sessuale o domestica. La loro casistica conta donne e bambini che hanno trovato aiuto e assistenza. Le vittime, per lo più maggiorenni (68%) e italiane (62%), nel 59% dei casi conoscevano il loro aggressore. L idea stereotipa di violenza, comune tra gli operatori socio-sanitari, è che sia un grave reato, ma relativamente poco frequente. Anche per questo si tende a non riconoscerla come problema, alla stregua delle malattie troppo rare. Purtroppo i dati sulla diffusione della violenza sia domestica sia da parte di persone conosciute alle vittime, dimostrano il contrario. Il presente documento è stato realizzato con il contributo di un gruppo di lavoro appositamente creato nell ambito del progetto della rete HPH e congiuntosi nel corso della riunione del 22 Settembre Il gruppo è costituito da: Pag 3 di 11

4 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/2011 Responsabili di SSD Pronto Soccorso Direttori DEA Coordinatori infermieristici di PS Coordinatori infermieristici di Pediatria Coordinatori infermieristici di Ginecologia Ginecologo Direzioni Mediche di Presidio Pediatra Psicologia Clinica SITRA- Referente Dipartimento materno infantile Referente Qualità Aziendale Marketing-Comunicazione Formazione Permanente 1. OGGETTO E SCOPO Scopo del presente protocollo è attivare un corretto invio delle vittime di violenza sessuale, adulti e minori, che si recano presso le strutture aziendali di Pronto Soccorso, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, al centro di riferimento regionale SVS ( Soccorso Violenza Sessuale ) della Clinica Mangiagalli di Milano. E indispensabile anticipare che la validità delle prove raccolte, ivi compresa l anamnesi e la storia del racconto portato dalla vittima, dovranno essere appannaggio del centro di riferimento regionale succitato, in quanto le strutture dell Azienda Salvini non dispongono di mezzi idonei per lo stoccaggio dei campioni biologici repertati, che dovranno seguire l iter giudiziario del caso ed inviati alla Medicina Legale, così come disposto dalle Linee Guida assistenza sanitaria, medico-legale, psico-sociale nelle situazioni di violenza alle donne e ai bambini a cura del SVS - Soccorso Violenza Sessuale. Per ciò che concerne la storia del racconto riferito, sarà indispensabile provvedere che la vittima racconti una sola volta quanto accaduto, anche per impedire il continuo ricordo, dunque sarà opportuno che la storia venga raccolta presso l SVS, anche in applicazione delle Linee Guida succitate, che prevedono, tra l altro, l apertura di una cartella clinica da acquisire, se necessario agli atti. Gli obiettivi che ci si pone di ottenere sono così declinabili: Acquisire una maggiore consapevolezza delle competenze e dei ruoli degli operatori sanitari in materia di accoglienza delle vittime di violenza ed abuso sessuale Favorire l aggiornamento clinico- scientifico in materia di violenza sessuale ed abuso sui minori, affinando la sensibilità negli operatori sanitari Approcciare il singolo caso clinico/evento critico con modalità operative e strumenti condivisi e diffusi tra le strutture coinvolte, omogeneizzando i comportamenti e le competenze professionali, alla luce del protocollo d intesa sul corretto invio delle vittime in SVS di Milano, elaborato dal GdL formato ad hoc Pag 4 di 11

5 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ CAMPO DI APPLICAZIONE La procedura si applica nei Pronto Soccorso aziendali, nelle Unità operative di Pediatria e nelle Unità operative di Ostetricia-Ginecologia aziendali ed è adottata, per quanto di competenza, da tutti i livelli di responsabilità degli stessi. Tutte le vittime, adulti e minori che riferiscono un racconto di violenza sessuale dovranno aderire al seguente protocollo, che sarà così applicato da tutti gli operatori dell Azienda Salvini, coinvolti nella presa in carico della vittima ABBREVIAZIONI SVS GdL INF TRIAGE MED PS INF/OST UO Soccorso Violenza Sessuale Gruppo di Lavoro Infermiere di Triage (PS generale o specialistico) Medico di Pronto Soccorso (branca chirurgica, ginecologica, pediatrica) Infermiere/Ostetrica di Unità Operativa (Ostetricia- ginecologia o Pediatria) 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA Nella tabella seguente sono sintetizzate le attività necessarie per il corretto invio in SVS, le relative responsabilità, ed il riferimento ai passaggi (step) citati negli allegati (flow-chart) che rappresentano il processo. STEP RESPONSABILITA ATTIVITA SVOLTA (1) INF TRIAGE Accettazione della vittima in ed assegnazione di codice GIALLO in Pronto Soccorso (1) INF TRIAGE Predisposizione di un setting adeguato per il tempo di attesa della vittima (1) MED PS Constatazione della diagnosi di accettazione e del codice colore assegnato alla vittima (2) - (3) MED PS Presa in carico della vittima in presenza di lesioni extra genitali (5) MED PS Informazione alla vittima circa il percorso che dovrà seguire ( ricovero temporaneo o invio ad SVS ) MED PS Ricerca del posto letto in caso di ricovero temporaneo della vittima (6) MED PS Contatto telefonico con SVS ( ) (7) MED PS Ricerca ed attivazione dell ambulanza per il trasporto della vittima (8) INF/OST UO Assegnazione del posto letto (osservazione breve se ambito pediatrico) INF/OST UO Garanzia della privacy (4) INF/OST UO Educazione/informazione sulla modalità corretta di conservazione delle prove biologiche Pag 5 di 11

6 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ CONTENUTI La descrizione dei contenuti specifici ha lo scopo di dettagliare il percorso che la vittima di violenza affronterà presso il centro di riferimento regionale SVS. Pertanto ha una funzione puramente conoscitiva delle attività, nel caso in cui la vittima voglia essere informata del percorso clinico- assistenziale che sarà predisposto per lei ESAME ISPETTIVO EXTRA-VAGINALE Vanno cercate su tutta la superficie corporea, descritte e possibilmente documentate fotograficamente tutte le lesioni presenti specificandone l aspetto, la forma e il colore, la dimensione e la sede. Le lesioni più comuni possono essere di tipo contusivo (ecchimosi, escoriazioni, lacerazioni e fratture), dovute all urto di una superficie corporea con una superficie piana o ottusa oppure essere provocate da un arma. Le ecchimosi sono lesioni chiuse che si manifestano come una discolorazione (il colore varia a seconda dell epoca di produzione e va da rosso-blu per le più recenti a verdastro, a marrone e infine giallo per le più vecchie) dovuta alla rottura di vasi sottocutanei che provocano una infiltrazione dei tessuti. La modalità di produzione di tale rottura può essere per compressione (es. un pugno), per suzione (es. un succhiotto), o per strappo (es. un pizzicotto). Variano di dimensioni, a seconda della superficie contundente e possono riflettere la forma dell oggetto, per esempio, se piccole e tondeggianti possono essere attribuibili a dita, a seguito di afferramento violento o, se più grandi, a pugni, calci o urti contro il suolo. Le escoriazioni implicano una perdita di sostanza cutanea dovuta all effetto di frizione di una superficie ottusa contro il corpo. L irregolarità della superficie e la forza applicata si riflettono nella profondità della lesione. Escoriazioni lineari, parallele e superficiali possono rappresentare graffi, mentre vaste escoriazioni su dorso e glutei possono indicare il trascinamento del corpo su una superficie. L evoluzione delle escoriazioni avviene attraverso la formazione di croste sierose, siero-ematiche ed ematiche. Le lacerazioni sono delle soluzioni di continuo della cute solitamente a margini irregolari spesso associate a ecchimosi e escoriazioni. Le lacerazioni si distinguono dalle lesioni da taglio (inferte con un arma bianca) per i margini irregolari e poco netti e per il fondo della lesione, che spesso presenta ponti e briglie. Quando la discontinuazione interessa il tessuto osseo prende il nome di frattura. Nei casi di violenza sessuale le lesioni coinvolgono più frequentemente il capo, il collo e le estremità (tipiche ad esempio le ecchimosi sulla superficie interna delle cosce, dovute alla forzata divaricazione degli arti inferiori). Possono riscontarsi segni di morsicature, sottoforma di ecchimosi o di escoriazioni in base agli elementi dentari rappresentati e alla forza esercitata, o di franche lacerazioni. Nei casi di morsi è possibile, attraverso tamponi, prelevare materiale genetico dell aggressore o rilevare forma e dimensioni dell arcata dentaria dell aggressore. Nei casi di sospette fratture, anche pregresse è naturalmente necessario ricorrere a radiografie. Pag 6 di 11

7 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ ESAME GINECOLOGICO Può essere eseguito ad occhio nudo, ma sarebbe meglio utilizzare una lente di ingrandimento. Il colposcopio permette di evidenziare lesioni anche meno evidenti e di produrre una documentazione fotografica. Va segnalata la presenza di lesioni recenti (arrossamenti, escoriazioni, soluzioni di continuo superficiali o profonde, aree ecchimotiche, sanguinamento o altro), specificandone la sede (grandi e piccole labbra, clitoride, meato uretrale, forchetta, perineo e ano). L imene va descritto accuratamente specificando la presenza o meno di incisure e la loro profondità, in particolare se raggiungono la base di impianto e la presenza di eventuali lesioni traumatico - contusive recenti. L esame con speculum, purtroppo, deve essere effettuato per la raccolta degli eventuali spermatozoi dal canale cervicale, sede in cui permangono più a lungo, anche nei casi in cui la donna si sia lavata dopo la violenza. Se indicato e non traumatico per la paziente, può essere opportuno completare l esame con una visita ginecologica bi- manuale PRELIEVI Tamponi per tipizzazioni genetiche In base al tempo trascorso dalla violenza (massimo entro 7-10 giorni) vanno effettuati due tamponi sterili per la raccolta di spermatozoi e materiale genetico dell aggressore nelle diverse sedi: vulva, fornice vaginale posteriore, canale cervicale, retto, cavo orale. Per ogni sede vanno effettuati due tamponi e il primo dei tamponi va strisciato su un vetrino da fissare con normale fissativo spray per l esame citologico per la ricerca di spermatozoi. La persistenza degli spermatozoi nelle diverse sedi può variare da 6 ore (cavo orale) a 1-3 giorni (retto e genitali esterni) fino a 7-10 giorni (cervice). In base al racconto, tracce biologiche dell aggressore possono essere ricercate sulla cute (tampone sterile asciutto e bagnato con fisiologica sterile) o sotto le unghie della vittima (che vanno in questo caso tagliate e conservate) e possono essere ricercati e raccolti eventuali peli pubici dell aggressore con pettine nuovo a denti mediamente spaziati. Tutto il materiale raccolto deve essere conservato presso strutture dotate di freezer a -20 /- 80 che garantiscano una corretta conservazione del le prove raccolte e che consentano di rintracciarle con la sicurezza che non vi siano errori di attribuzione (garanzie sulla catena delle prove ). La tipizzazione genetica, se richiesta dalla Magistratura, dovrà essere effettuata in centri di provata esperienza. Esami tossicologici In base al racconto, possono essere effettuati esami tossicologici ematici o sulle urine. E importante che i campioni di sangue e urine siano raccolti in doppio per ulteriori e più sofisticate ricerche, da effettuare eventualmente in un secondo momento su richiesta dalla Magistratura, che siano conservati in modo adeguato per impedire il deterioramento dei campioni ad opera dei batteri; comunque vanno tenuti in freezer che garantiscano una corretta conservazione delle prove e che consentano di rintracciarle con la sicurezza che non vi siano errori di attribuzione (garanzie sulla catena delle prove ). Screening delle malattie sessualmente trasmesse (MST) Tamponi vaginali e/o cervicali per la ricerca di: Pag 7 di 11

8 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/2011 neisseria gonhorrea trichomonas vaginale clamydia trachomatis batteriosi vaginale Prelievi ematici da ripetere a mesi per VDRL-TPHA HIV markers per epatite B e C 4.4. PROFILASSI Profilassi antibiotica Nei casi in cui ci sia un rischio legato alle modalità dell aggressione o all identità dell aggressore e non siano trascorse più di 72 ore dall aggressione, va prescritta una profilassi antibiotica che copra le diverse possibilità di trasmissione di MST. Lo schema consigliato è: AZITROMICINA 1gr. per os o TETRACICLINA 100mg. x 2 die x 7 giorni + CEFTRIAZONE 250 mg. i.m. + METRONIDAZOLO 2 gr. per os In presenza di ferite sporche di terra o altro e in base al tempo trascorso dall ultimo richiamo di antitetanica, può essere prescritta la profilassi. Può essere consigliata la vaccinazione anti-epatite B. Profilassi HIV Il rischio di acquisire l infezione da HIV da una singola violenza sessuale è da ritenersi, in base ai dati attuali, basso ma non facilmente quantificabile. Nei casi in cui il rischio di trasmissione è probabilmente alto (aggressore sieropositivo noto o tossicodipendente o con abitudini sessuali ad alto rischio, o proveniente da aree geografiche ad alta prevalenza di questa patologia, in presenza di lesioni genitali sanguinanti, o di rapporti anali o in caso di aggressori multipli) o se la vittima lo richiede, può essere somministrata la profilassi. Va discussa con la paziente la non sicura efficacia della terapia, la sua possibile tossicità renale, ematica, gastrointestinale e neurologica, la comparsa di effetti collaterali importanti, la necessità di controlli regolari durante la terapia. La terapia consigliata consiste in ZIDOVUDINA + LAMIVUDINA + INIBITORE DELLE PROTEASI. Va iniziata il prima possibile, probabilmente al massimo entro ore, ma comunque mai oltre le prime 72 ore e continuata per 4 settimane. Intercezione post coitale Se sono trascorse meno di 72 ore è opportuno proporre l intercezione post coitale con LEVONOGESTREL 750 mg. 2 cps in unica somministrazione. Pag 8 di 11

9 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ CONCLUSIONI La visita ginecologica è solo uno dei tanti elementi che concorrono a definire il quadro di una violenza sessuale. La maggioranza delle vittime non oppone resistenza, alcune per timore di essere uccise, e quindi solo raramente l esame ispettivo permette di rilevare segni di certezza di avvenuta violenza. Soprattutto nei casi di donne adulte è presumibile che la maggioranza abbia già avuto rapporti sessuali in passato, per cui segni recenti di soluzioni di continuo dell imene non sono ovviamente più riscontrabili e molte possono avere addirittura già partorito e avere solo residui imenali. Sanguinamenti ano-genitali o aree ecchimotiche sono poco frequenti, mentre sono più facilmente evidenziabili segni di più modesta entità, anche se di dubbia interpretazione. Diversi studi nelle letteratura internazionale e l esperienza del SVS di Milano hanno dimostrato che le lesioni a livello genitale sono per la maggior parte lievi, costituite da arrossamenti, soluzioni di continuo, escoriazioni per lo più in sede anale o a livello di piccole labbra, forchetta e fossa navicolare e meno frequentemente a livello imenale. Il colposcopio o una lente di ingrandimento possono migliorare la rilevazione di piccole lesioni genitali. Le lesioni più frequentemente riscontrabili sono extragenitali, nella maggioranza di lieve entità (piccole ecchimosi, escoriazioni, soluzioni di continuo superficiali) e solo in pochi casi si tratta di lesioni gravi. Non tutte le donne violentate sono in grado di reagire e di conseguenza di dimostrare i segni incontrovertibili che le aiutino a provare l avvenuta violenza. Sulla base della sola visita ginecologica o dell esame ispettivo non è possibile confermare o smentire il racconto della violenza sessuale. E importante però una descrizione precisa delle lesioni eventualmente presenti, in quanto l accurata documentazione, anche dello stato psicologico, nella scheda clinica e le prove biologiche raccolte possono costituire un valido aiuto per le vittime da un punto di vista giudiziario se decidono di presentare querela per la violenza subita. 5. PROCEDURA Si rimanda alla flow chart A Donna adulta vittima di violenza sessuale e alla flow chart B Minore vittima di violenza sessuale che descrivono il percorso di accoglienza, l inquadramento generale e l invio presso il Centro SVS di Milano. Pag 9 di 11

10 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/ DENUNCIA DI REATO 362 Codice Penale: Omessa denuncia da parte di un incaricato di Pubblico Servizio L incaricato di un pubblico servizio, che omette o ritarda di denunciare all Autorità indicata (omissis) un reato del quale abbia avuto notizia nell esercizio o a causa del servizio (c.p.p ,347) è punito con una multa fino a centotre euro. Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa (120) omissis. Nella tabella si riportano le fattispecie giuridiche che disciplinano, a seconda della tipologia della vittima e delle caratteristiche dell autore di reato, le tipologie di procedibilità. VITTIMA Età <10 AUTORE anni Età 10/13 anni B) querela Età 13/14 anni B) querela B) non reato Età 14/16 anni B) non reato B) non reato Età 16/18 anni B) non reato B) non reato Età >18 A) querela A) querela A) querela anni A) atti sessuali con violenza o minaccia o abuso di autorità (violenza sessuale art. 609 bis) B) atti sessuali senza violenza o minaccia o abuso di autorità (atti sessuale con minorenne art. 609 quater) Pag 10 di 11

11 PROTOCOLLO DI INVIO DELLE PRESSO IL CENTRO DI RIFERIMENTO Rev. 01/2011 Nella tabella sottostante si riportano le caratteristiche degli autori di reato e la relativa procedibilità. Violenza sessuale di gruppo art. 609 octies Atti sessuali al fine di far assistere la vittima (corruzione di minorenne art. 609 quinquies) AUTORE VITTIMA età <10 anni ufficio ufficio età 10/13 anni ufficio ufficio età 13/14 anni ufficio ufficio età 14/16 anni ufficio non reato età 16/18 anni ufficio non reato età >18 anni ufficio 7. ALLEGATI Argomento Riferimento Note Flow chart A Donna adulta vittima di violenza Allegato N 1 A cura del GdL sessuale Flow chart B Minore vittima di violenza sessuale Allegato N.2 A cura del GdL Pag 11 di 11

12 ALLEGATO 1 al PRT INVIO IN SVS Assegnazione codice GIALLO di triage e raccolta anamnestica sommaria a cura del medico (1) Presenza di lesioni extragenitali (2) LEGENDA SI NO Accettazione chirurgica in PS generale e trattamento specifico (es. Rx, sutura, consulenze specialistiche, ) (3) DARE ISTRUZIONI PER NON (4) ESEGUIRE VISITA GINECOLOGICA!!!! (4) Invio in SVS (5) NO consenso della donna SI consenso della donna Contatto telefonico in SVS (6) Suggerire consulenza c/o SVS entro 72 ore Invio in ambulanza a carico dell azienda ospedaliera (7) Posto letto in osservazione c/o UO Ginecologia nel caso in cui SVS non sia in grado di accogliere nell immediato la donna (8)

13 ALLEGATO 2 al PRT INVIO IN SVS MINORE VITTIMA DI VIOLENZA SESSUALE: si reca in PS spontaneamente o accompagnato dalle Forze dell Ordine ( sia PS generale che specialistico ) Assegnazione codice GIALLO di triage e raccolta anamnestica sommaria a cura del medico (1) Lesioni extragenitali (2) LEGENDA (1) E opportuno raccogliere sommariamente l accaduto per le considerazioni espresse in premessa al Protocollo. Il Pediatra si reca in PS (2) Si intendono tutte le lesioni traumatiche che esulano dalla zona genitale e che necessitano di trattamento immediato SI NO Accettazione chirurgica in PS generale e trattamento specifico (es. Rx, sutura, consulenze specialistiche, ) (3) NON ESEGUIRE VISITA GINECOLOGICA O CHIRURGICA!!!! (4) (3) Escludere la visita ginecologica o chirurgica per evitare di inquinare le prove biologiche. Informare il minore che non deve lavarsi Invio in SVS (5) NO consenso del minore/genitori SI consenso del minore/genitori Contatto telefonico in SVS (6) Suggerire consulenza c/o SVS entro 72 ore Invio in ambulanza a carico dell azienda ospedaliera con accompagnamento del minore Posto letto in osservazione c/o UO Pediatria nel caso in cui SVS non sia in grado di accogliere nell immediato il minore (8)

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