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1 Associazione Ambiente e Lavoro, in collaborazione con SNOP, sicura dell'alto valore sociale e civile dell'iniziativa Progetto Indaco e della creazione del sito per l'informazione sui rischi presenti nel settore ospedaliero (sia che essi coinvolgano gli utenti, i visitatori o i lavoratori) e sulle modalità scientifiche, tecniche, politiche e normative per affrontarli e ridurli, mette gratuitamente a disposizione di tutti coloro che sono interessati i documenti che seguono: I Rischi Ospedalieri - Rischio Chimico - Rischio Biologico - Rischio Fisico - La sindrome del Burn-Out - Rischi connessi alle attrezzature - Dispositivi di Protezione Individuale Esempi di rischi specifici nei singoli reparti - Gas anestetici nelle sale operatorie - Reparti di assistenza ad anziani e lungodegenti - I rischi nei laboratori - Gestione delle camere iperbariche Le Emergenze in Ospedale - Lotta antincendio e gestione delle emergenze - Emergenza antincendio in ospedale - Comportamento del personale in caso d'incendio - Dodecalogo delle emergenze - Dodecalogo dell'evacuazione - Schede per la valutazione del rischio d'incendio La "Sentenza Galeazzi" Il materiale, opportunamente aggiornato, è estratto dal Dossier Ambiente n.42-suppl. Pag.1

2 ESEMPI DI RISCHI SPECIFICI DEI SINGOLI REPARTI Laura Bodini Presidente Nazionale SNOP A) PROCEDURE DI SICUREZZA PER RIDURRE L INQUINAMENTO AMBIENTALE DA GAS ANESTETICI NELLE SALE OPERATORIE. B) REPARTI DI ASSISTENZA AD ANZIANI E LUNGODEGENTI C) I RISCHI NEI LABORATORI D) GESTIONE DELLE CAMERE IPERBARICHE Il capitolo precedente ha affrontato il tema dei rischi ospedalieri dal punto di vista generale fornendo una casistica il più possibile estesa e dettagliata. Nel seguente capitolo, invece, verranno descritte situazioni di rischio specifiche di alcuni reparti, ricordando, però, che, già nel precedente, trattando il rischio biologico si erano affrontate brevemente alcune specificità di reparto. A) PROCEDURE DI SICUREZZA PER RIDURRE L INQUINAMENTO AMBIENTALE DA GAS ANESTETICI NELLE SALE OPERATORIE. Nelle sale operatorie, dove vengono utilizzati anestetici gassosi, sono necessarie idonee misure di prevenzione tendenti a ridurre l inquinamento nell ambiente. Al riguardo, tenendo presente che, per numerose incertezze scientifiche, non è possibile fornire dei limiti di esposizione di tipo sanitario per gli anestetici alogenati e poiché, tuttavia, il rischio è da controllare e ridurre, si possono tenere presenti dei limiti tecnici di concentrazione ambientale media come indice guida nel controllo della accettabilità delle condizioni igienico-ambientali delle sale operatorie. Nelle esistenti sale operatorie, per il protossido d azoto, si può considerare il valore di 100 ppm (TLV-TWA) come limite tecnico, se si seguono norme di buona tecnica e adeguati controlli dell organizzazione del lavoro, pervenendo a un valore di 50 ppm (TLV-TWA) nel caso di sale operatorie realizzate o ristrutturate dopo il 1989 (Circolare del Ministero della Sanità n 5 del 14 maggio 1989). Pag.2

3 Gli attuali indirizzi tecnici di prevenzione, rivolti a ridurre al minimo le possibilità di inquinamento sono quelli di seguito indicati: 1. controllare la perfetta chiusura dei flaconi degli anestetici alogenati 2. ricambiare frequentemente le cartucce a carboni attivi per la captazione degli anestetici alogenati 3. evitare, dove possibile, l impiego di anestetici per inalazione prima dell intubazione orotracheale; 4. qualora sia necessario ricorrere all induzione in maschera con impiego di anestetici per inalazione si dovrà garantire la massima aderenza della maschera sul viso, così da limitare la dispersione dell anestetico nell ambiente; 5. controllare attentamente le perdite: a) dai circuiti ad alta pressione (collegamenti tra prese dell impianto di distribuzione centralizzato e apparecchio di anestesia) tramite attenta verifica della tenuta delle fascette stringitubo, delle filettature dei tubi e delle chiusure a molla. I punti più comuni di perdita sono: tubi di collegamento con l impianto centralizzato circuito ad alta pressione del respiratore. Procedura di verifica: controllo delle pressioni sul manometro dell apparecchio di anestesia dopo apertura del collegamento con l impianto centralizzato di erogazione del protossido di azoto; ricontrollo della pressione dopo un ora dalla chiusura della connessione dell impianto con il sistema centralizzato; un eventuale caduta caduta di pressione sarà indice di una perdita. b) dai circuiti a bassa pressione (circuiti dell apparecchio di anestesia dai flussimetri al paziente) tramite verifica della tenuta del sistema. I punti più comuni di perdita sono: connettori a Y cupole delle valvole non a tenuta tubi del circuito montati erroneamente o non integri sistemi di assorbimento cestello della calce sodata tubi del bypass valvole di sfogo Procedura di verifica: chiusura della valvola di scarico e del raccordo a Y; il flusso di O 2 necessario a mantenere una pressione stabile nel sistema di 40 cm H 2 O non dovrà essere maggiore di 100ml/min; la verifica dovrà essere effettuata giornalmente e comunque ogni qualvolta venga sostituita la calce sodata. 6. avere disponibilità di pezzi di ricambio così da poter prontamente sostituire ogni componente del circuito di anestesia malfunzionante; 7. impiegare evaporatori con sistema chiuso di caricamento (pyn safety) e non a vaschetta. Effettuare le operazioni di caricamento all esterno della sala operatoria e sotto cappa; 8. garantire ossigenazione prolungata del paziente prima dell estubazione così da ridurre l emissione di gas a livello dell ambiente (anche nella sala di risveglio); 9. chiudere i gas ai rotametri al termine dell anestesia; 10.adottare sistemi idonei di raccolta e scarico all esterno dei gas espirati e provenienti dal circuito e verificare periodicamente la loro efficienza; 11.fornire un adeguato numero di ricambi d aria. Pag.3

4 Le sale operatorie devono essere dotate di un idoneo impianto di climatizzazione che assicuri le caratteristiche termoigrometriche riportate nella tabella seguente (D.P.R. del 14 gennaio 1997). PARAMETRO LIMITI DI LEGGE temperatura dell aria invernale ed estiva C umidità relativa invernale ed estiva % ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) > 15 v/h filtraggio dell aria > 99,97 % E inoltre necessario effettuare controlli analitici periodici dell ambiente per mantenere sotto controllo i parametri che permettono di stabilire lo stato di efficienza delle macchine ed intervenire con azioni di manutenzione programmata per prevenire l insorgenza di guasti e fonti di inquinamento. E opportuno provvedere al monitoraggio del protossido di azoto mediante apparecchiature automatiche, controllate con tarature molto frequenti. E altresì opportuno provvedere ad una indagine completa delle condizioni di inquinamento riguardanti tutti gli anestetici con cadenza semestrale, aumentando, eventualmente, la periodicità nei casi in cui l inquinamento sia più preoccupante. Si ritiene opportuno che gli interventi e i rilevamenti analitici siano programmati ed eseguiti da personale adeguatamente qualificato. Oltre agli interventi di tipo tecnico, un azione di tipo preventivo prevede un adeguata sensibilizzazione e formazione del personale di sala operatoria che deve avere come conseguenza un più attento controllo delle apparecchiature e dei comportamenti determinando il miglioramento della qualità ambientale. B) REPARTI DI ASSISTENZA AD ANZIANI E LUNGODEGENTI Il lavoro di assistenza agli anziani e a lungodegenti è caratterizzato da una serie di aspetti e di rischi peculiari, dovuti prevalentemente alla movimentazione di ospiti " non autosufficienti" e dal contatto umano e professionale con persone in difficoltà cronica e ingravescente, spesso depressi o abulici in quanto si sentono (o sono) abbandonati, alla fine della vita e senza speranze. Per fare questo lavoro occorre personale particolarmente qualificato e addestrato non solamente dal punto di vista tecnico-infermieristico ma formato anche fisicamente e psicologicamente. Per migliorare le condizioni di lavoro nei reparti di lungodegenza, nelle case di riposo (residenze sanitarie assistite) e nei reparti di geriatria è molto importante: 1. L'organizzazione del lavoro nelle strutture: un adeguato numero di operatori e quindi la possibilità di fare insieme operazioni " pesanti", rotazione di mansione tra carichi e compiti gravosi e leggeri, ridistribuzione dell'orario e dei compiti in vari momenti della giornata (ovvero non è detto che occorra " concentrare tutte le docce ai pazienti nelle prime ore della giornata"!). 2. Disponibilità di numero adeguato di ausili quali ad esempio: Pag.4

5 spazi di movimentazione adeguati; sollevatori meccanici: sedili per vasche da bagno, docce ad altezza regolabile; wc, lavandini di altezza adeguata con appositi maniglioni; carrelli di trasporto non profondi e attrezzati; disponibilità di maniglie, di teli scorrevoli senza attrito; carrozzine e comode con poggiapiedi e braccioli estraibili o ripiegabili, ruote con freni, schienale non ingombrante letti ad altezza regolabile, snodati o articolati con spondine leggere ed estraibili, etc; attenzione ai pavimenti scivolosi, usare calzature adeguate 3. Potenziare i fattori di sostegno e di autonomizzazione degli ospiti Promuovere l'autonomia residua dell'ospite nella pulizia personale, nel vestirsi, nell'assunzione di bevande e cibo ma anche delle terapie, nella capacità di utilizzare le proprie risorse ed interessi (leggere, chiaccherare, guardare la tv e sentire la radio, essere di aiuto agli altri, giocare, fare delle attività sportive, cucire o fare la maglia, curare dei fiori o piccoli animali, etc) oltre ad essere eticamente e scientificamente corretto per migliorare lo stato di salute e benessere degli ospiti può ridurre il carico di lavoro fisico e psicologico del personale. Per tali ragioni è importante per le condizioni di benessere degli ospiti ma anche degli operatori che queste strutture siano potenziate con figure qualificate di animazione, con una utilizzazione intelligente e "amica" delle risorse rappresentate oltre che da personale e ospiti anche dagli obiettori di coscienza, dai volontari e dai familiari stessi. 4. Garantire una formazione ed un addestramento adeguato e continua del personale su tutti i temi: accertamento preventivo dello stato di salute, capacità di ascolto e di osservazione dei bisogni dell'anziano e quindi conoscenze per comprendere e affrontare i problemi connessi all'indebolimento delle facoltà fisiche, mentali e relazionali degli anziani, ma anche sapere adattarsi ad abitudini, desideri, esigenze per migliorare complessivamente la vita delle persone ma anche dei lavoratori; esecuzione del lavoro di assistenza " domestica" qualificata mobilizzazione, pulizia, riordino stanze e attrezzature, assistenza a pasto, etc; correttezza dei trattamenti infermieristici e sanitari e quindi conoscenze per riconoscere, prevenire e curare le patologie dell'anziano (dalle perdite di memoria alle piaghe da decubito, dall'indifferenza al cibo all'astenia) 5. Garantire : una registrazione chiara e semplice degli infortuni; chiedere al personale di registrare e segnalare i problemi; Tipica patologia da lavoro tra gli operatori di queste strutture è quella reumoarticolare (ernie discali, lombalgie acute, etc). La maggior parte dei disturbi alla schiena che si verificano durante la attività di assistenza non è dovuta solamente a sforzi improvvisi (infortuni), ma anche alle ripetute sollecitazioni (sforzi accumulati nel tempo) legate alle continue mobilizzazioni delle persone e da altri compiti svolti durante la attività giornaliera quali ad esempio: alzare e posizionare l'ospite; Pag.5

6 trasferimento da letto/carrozzina o da carrozzina/servizi; rifare letti e spostare oggetti; Nel capitolo apposito sulla Movimentazione dei carichi troverete le indicazioni per ridurre i rischi dovuti al carico discale e alle posture incongrue. C) I RISCHI NEI LABORATORI Attualmente i laboratori sanitari sono altamente automatizzati e la manualità è ridotta, ma occorre comunque riservare la massima attenzione a queste aree dove vengono manipolati: materiale biologico potenzialmente infetto; materiale biologico sicuramente infetto; sostanze chimiche usate come reagenti, fissativi, etc. L'analisi del rischio in queste strutture deve come sempre necessariamente partire dall analisi del " ciclo lavorativo" ovvero delle fasi potenzialmente critiche sia per il rischio biologico che per quello chimico e impiantistico: ricezione materiali da analizzare (campioni di sangue, urine, feci, escreato, tessuti, organi, etc); campionamento e riduzione del materiale per l'analisi; fissazione o procedure analoghe (disidratazione, immersione in paraffina, formaldeide, etc); immissione nel processo di analisi automatica e/o manuale; operazioni specifiche: diluizione, taglio, colorazioni, lettura risultati, etc. operazioni ausiliarie: ad es. lavaggio vetreria e materiali. SOSTANZE IMPIEGATE NEI LABORATORI Moltissime sono le sostanze ed i prodotti chimici in uso nei vari laboratori sanitari: laboratorio di analisi cliniche, laboratori di istologia e citologia, di anatomia patologica, etc. Al fine della valutazione dei rischi è necessario che venga predisposto (e aggiornato!) dai responsabili dei vari laboratori un elenco esaustivo dei prodotti in uso, provvedendo a reperire le relative schede tecniche tossicologiche (che devono essere fornite dai produttori e dai commercianti). Le schede devono essere facilmente reperibili e disponibili in laboratorio, per una consultazione rapida da parte degli operatori che devono conoscere rischi, modalità e procedure d'uso, precauzioni in caso di contaminazione, etc. Lo studio delle procedure di uso e degli effetti delle sostanze usate in laboratorio è la base della formazione alla sicurezza per gli operatori dei laboratori, oltre che ovviamente all utilizzazione corretta delle attrezzature (vedi capitolo allegato tratto dal Manuale dell'istituto Superiore di Sanità). Molte sostanze chimiche utilizzate per analisi di laboratorio rientrano tra quelle per cui il DPR 303/56 prevede l'obbligo di sorveglianza sanitaria. Le classi di sostanze usate nei vari laboratori sanitari sono: * Componenti fissativi: solventi, acidi * Reattivi per fasi: acidi, composti metallici, coloranti * Sostanze di lavaggio: solventi, acidi Pag.6

7 Tra queste sostanze (vedi lettura delle schede tossicologiche) ve ne sono molte che presentano problemi di tossicità elevata ed anche di rischio ambientale e di infortunio: incompatibilità chimica, reazioni di esplosione e combustione, rischio di reazioni violente con acqua o altre sostanze, infiammabilità, emissione di fumi tossici, Per quanto riguarda la tossicità di questi prodotti occorre tenere presente che possono essere: velenosi e tossici acuti (vedi schede tossicologiche) cancerogeni (metalli, ammine aromatiche) con R45 o R49 teratogeni sperimentali E che quindi occorre sempre usare le massime precauzioni. Per tali ragioni i responsabili del laboratorio devono fissare rigorose procedure di comportamento: formazione, informazione e addestramento del personale; disponibilità delle informazioni (schede, procedure, manuali di sicurezza, piano di emergenza) rispetto delle procedure di analisi chimica e strumentale; lavoro sotto cappe di aspirazione adeguate o a ciclo chiuso; uso dei DPI : guanti, camici, visiere, occhiali; conservazione corretta dei prodotti: armadi di sicurezza per i reagenti, i prodotti, le sostanze infiammabili e tossico-nocive; segregazione dei prodotti e dei gas incompatibili REGOLE DA TENERE PRESENTE IN LABORATORIO 1. Regole Strutturali sufficiente spazio a disposizione per movimenti agevoli; pavimenti antisdrucciolo e antiscivolo; progettazione di adeguato numero di ricambi d'aria; lavabi, lavaocchi e docce di emergenza a disposizione; evitare condutture orizzontali; avere area protetta e aspirata di lavaggio materiali d'uso e svuotamento contenitori; corretta illuminazione anche per il lavoro di precisione tipico del laboratorio; avere luce di emergenza; avere allarmi di emergenza, rilevatori di incendio e di fumo depositi di reagenti, laboratorio; allarme su funzionamento delle cappe di aspirazione: 2. Regole Impiantistiche e di manutenzione impianti elettrici a norme CEI; impianti a gas a norme UNI-CIG; autoclavi e strumentazione a pressione a norme ISO; protezione degli impianti e sottovuoto; mantenere in efficienza gli impianti di aspirazione, avere un programma di ricambio dei filtri; Pag.7

8 decontaminare sistematicamente le superfici e soprattutto fare travasi in vassoi, avere a disposizione kit di intervento, trasportare i campioni in doppio contenitore con assorbente; progettazione e organizzazione degli spazi destinati a deposito (magazzino reagenti dotato di ventilazione forzata, etc). Nota bene: sul rischio delle apparecchiature da laboratorio vedi scheda specifica tratta dal MANUALE DI BIOSICUREZZA IN LABORATORIO dell'istituto Superiore di Sanità. 3. Regole Comportamentali conoscenza dei rischi e del piano di emergenza; vanno sempre segnalati con cartelli e rispettati i divieti di: fumare, mangiare, truccarsi, bere, conservare cibo, non ingresso ai non autorizzati; non pipettare a bocca ma usare pipettatrici automatiche; adottare contenitori rigidi e in numero adeguato per aghi e taglienti; corretta igiene delle mani da parte del personale; mantenere le etichette adesive su recipienti anche di travaso; usare contenitori a chiusura ermetica; mantenere separati indumenti di lavoro e di casa; usare sempre i DPI appropriati anche per operazioni di breve durata; non usare lo stesso frigorifero per alimenti e prodotti!; LABORATORIO: ATTENZIONE ALLE SOSTANZE INCOMPATIBILI SOSTANZA Acidi Sostanze ossidanti Clorati dicromati cromati alogenati composti alogenati acqua ossigenata acido nitrico nitrati INCOMPATIBILITA CON basi sostanze riducenti ammoniaca metalli carbone attivo nitriti composti organici composti del fosforo silicone composti dello zolfo D) GESTIONE DELLE CAMERE IPERBARICHE I recenti fatti di cronaca hanno reso indispensabile una riflessione specifica sul concetto di sicurezza nelle camere iperbariche. L incendio del Galeazzi, infatti, è da ritenersi causato, principalmente, dalle inadempienze nell applicazione del D. Lgs. 626/94. A tale proposito la Regione Lombardia ha pubblicato le Linee guida per la gestione delle camere iperbariche pubbliche e private, con lo scopo di prevenire gli incidenti nelle suddette strutture. Il documento si articola in nove capitoli: 1. Responsabilità (626/94 e aspetti sanitari) 2. Procedure gestionali sugli impianti prima e durante l impiego Pag.8

9 3. Procedure di gestione dei pazienti 4. Requisiti minimali strumentali 5. Procedure di trattamento (relative alla fase di somministrazione della terapia) 6. Personale e requisiti 7. Divieti 8. Quadro normativo e controlli 9. Riferimenti bibliografici Pag.9

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