L ATTIVITÀ BANCARIA, IL TERRITORIO E L IMPRENDITORIA REALE. UN'ANALISI GIURIDICA DELL'ECONOMIA. Marco Carlizzi Univ. Tor Vergata

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1 L ATTIVITÀ BANCARIA, IL TERRITORIO E L IMPRENDITORIA REALE. UN'ANALISI GIURIDICA DELL'ECONOMIA Marco Carlizzi Univ. Tor Vergata Roma Università degli Studi Roma Tre

2 Origini del sistema bancario: l antichità BABILONIA II MILL. A.C. Templi e palazzi fungevano da banca Custodivano i tesori pubblici Affidamenti privati cittadini (cereali, metalli, oggetti preziosi ecc..) Concedevano mutui e anticipi alla clientela GRECIA V A.C. Cambiavalute Pagamenti per conto dei depositanti Concedevano prestiti Raccolta depositi fruttiferi Inizio delle registrazioni contabili ROMA IV A.C. Cambio delle monete e raccolta di depositi fruttiferi Concessione di prestiti a interesse Accrediti e addebiti per conto dei depositanti anche a mezzo di partite di giro Perfezionarono le forme di documentazione: adversarium, codex rationum, codex accepti et expensi

3 Evoluzione del sistema bancario: il Medioevo PRIMA DEL MILLE Il cambio manuale delle monete era l attività principale Il prestito a interesse, considerato illegittimo dalla Chiesa, era esercitato solo dagli ebrei, cui non si applicava il divieto ecclesiastico L'esigenza del ricorso al credito, salvo che per il consumo, era irrilevante DOPO IL MILLE Espansione della vita economica e conseguente risorgere dell attività bancaria L attività bancaria si sviluppò in stretta connessione con quella mercantile I mercanti divennero banchieri

4 Sviluppo della banca XII-XVII XII XV SECOLO L'Italia centro-settentrionale fu il centro finanziario dell'economia europea Banchieri e compagnie operavano nei principali centri commerciali italiani e all estero (cambio traiettizio, raccolta di depositi, operazioni di giro, mutui) Sviluppo della lettera di credito, comparsa di un titolo assimilabile alla cambiale, sviluppo del conto corrente e la partita di giro Dal XV secolo le banche cominciarono a dedicarsi in prevalenza alle operazioni creditizie (trascurando l'attività mercantile) XVI XVII SECOLO Decadenza dei banchi privati e all'affermarsi dei banchi pubblici I banchi pubblici non potevano effettuare prestiti ed esplicavano il servizio di cassa per lo Stato e amministravano il debito pubblico L'attività di tali banchi pubblici di deposito e di giro era limitata alla custodia delle monete depositate e all'esecuzione dei pagamenti per conto dei clienti preferibilmente mediante giroconto. XVII sec. cominciano a sorgere le prime banche di emissione

5 Sviluppo della banca: banche di emissione, banche miste BANCHE DI EMISSIONE La loro nascita è legata alla trasformazione delle banche di deposito da puri organi di pagamento anche in organi del credito. Impiegavano parte dei depositi in prestiti e in altre operazioni ed emettevano uno speciale titolo di credito (biglietti di banca) Primo esempio fu la Banca d Inghilterra (1694) BANCHE MISTE Banca che esercita sia il credito a breve termine sia quello a medio e a lungo termine ma raccogliendo fondi solo mediante depositi a breve Primo esempio si sviluppò in Germania dopo il 1850

6 Sviluppo della banca: casse di risparmio e banche popolari CASSE DI RISPARMIO Il loro scopo era quello di raccogliere il risparmio accumulato dalle classi meno abbienti Primo esempio ad Amburgo (Germania) nel 1778 BANCHE POPOLARI Dovevano essere società cooperative a responsabilità illimitata volte all'esercizio del credito in favore di artigiani e piccoli commercianti. Dovevano attingere le proprie disponibilità soprattutto dal capitale proprio costituito dalle quote versate dai singoli soci, soli beneficiari dei crediti. Primi esempi in Germania ad opera di Schulze nel 1850 e su di esse furono modellate quelle italiane (in Italia la prima fu a Lodi nel 1864 ad opera di Luigi Luzzatti)

7 Il sistema bancario in Italia DOPO L UNIFICAZIONE Fino al 1861 le banche più importanti della penisola erano tre istituti di emissione: la Banca Nazionale Sarda (1849), la Banca Nazionale Toscana (1857) e la Banca dello Stato Pontificio (1850) Legge Minghetti-Finali (1874): creò un consorzio fra i sei istituti cui fu riservato il diritto di emissione : crisi edilizia, irregolarità e abusi Legge del 1893: regolò la circolazione dei biglietti e riordinò gli istituti di emissione fondando la Banca d'italia : sorsero banche miste e si affermarono anche le banche popolari e le casse di risparmio 1921: caduta della Banca Italiana di Sconto e crisi del Banco di Roma posero in evidenza la fragilità del sistema delle banche miste. DAGLI INIZI DEL XX SECOLO AL SECONDO DOPOGUERRA Sorgono gli Istituti specializzati nell esercizio del credito industriale e altre forme di credito mobiliare che potevano provvedersi di fondi mediante emissione di obbligazione. Il più importante fu l IMI (1931). 1926: venne affidata alla sola Banca d'italia la facoltà di emettere biglietti e si sottopossero le banche alla vigilanza della Banca d'italia.

8 L attività bancaria nella legislazione Italiana LEGGE DEL Dichiarò l'esercizio del credito e la raccolta del risparmio quali funzioni d'interesse pubblico Istituí un Ispettorato per la difesa del risparmio e l'esercizio del credito Dichiarò la Banca d Italia istituto di diritto pubblico; vietò ai privati il possesso di quote della BdI e stabilì che essa dovesse effettuare operazioni di risconto solo nei confronti delle aziende di credito Separò l'esercizio del credito a breve termine da quello a medio e a lungo termine Impose una prima tipizzazione dei modelli bancari, ed infatti l art. 5 indicò sei categorie di aziende di credito: istituti di diritto pubblico, Banche in forma di società lucrative, Banche popolari, Casse di risparmio, Monti di Credito su pegno, Casse rurali e artigiane PRIMA REPUBBLICA GLI ANNI 90 E IL NUOVO SISTEMA BANCARIO Fino agli anni 70: immobilismo dell ordinamento bancario monopolio bancario Cambiamenti: comparsa massiccia di nuovi prodotti finanziari e di nuovi intermediari finanziari insieme alle direttive comunitarie che imposero il riconoscimento reciproco delle licenze bancarie Nasce il fenomeno della cosiddetta despecializzazione bancaria DPR 27 giugno 1985: momento di svolta verso il nuovo ordinamento bancario (riconoscimento del diritto all'ingresso delle banche europee) Legge 1990 e Legge 1994: altri momenti di svolta TUB

9 La nozione di attività bancaria nella legislazione Italiana L articolo 10 del TUB definisce la nozione di attività bancaria come la raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito; La dottrina dal canto suo afferma che: banca è ogni impresa pubblica o privata che esercita una funzione creditizia (Ferri); Ciò che caratterizza giuridicamente una banca è essenzialmente e soltanto la funzione creditizia Possiamo dunque distinguere l attività bancaria tra operazioni di banca tipiche (quelle che realizzano la funzione creditizia) e in operazioni di banca accessorie (quelle attinenti alla prestazione di vari servizi bancari). Le operazioni tipiche poi si distinguono in passive (attengono alla raccolta del risparmio e nelle quali la banca assume la veste di debitore) e le operazioni banca attive (quelle che attengono all esercizio del credito e nelle quali la banca svolge la veste di creditore) Le operazioni di banca sono caratteristiche operazioni di massa cioè compiute con una serie indefinita di persone => standardizzazione + semplificazione Le operazioni di banca sotto il profilo della natura giuridica dei singoli atti, normalmente richiamano schemi contrattuali già conosciuti (mutuo, deposito, deposito irregolare, e solo raramente (come ad esempio nell apertura di credito) ci si trova di fronte a schemi contrattuali nuovi.

10 Differenze nel sistema bancario BANCHE SPA Autorizzazione della Banca d'italia e potere dell'autorità di vigilanza in materia di modificazioni statutarie Norme dettate in materia di assetti proprietari Disciplina della struttura finanziaria sia in materia di capitale di rischio sia in materia di capitale di debito Disciplina specifica in materia di governo della società sia con riferimento all organo amministrativo sia con riferimento a quello di controllo Il controllo giudiziario previsto dell'articolo 2409 svolto da BdI Disciplina speciale di crisi bancarie Liquidazione coatta amministrativa BANCHE POPOLARI Struttura della cooperativa; Scopo sociale mutualistisco? (a favore Costi, contra Ferri) Numero minimo di soci: 200; Limite massimo alla partecipazione detenibile dal socio Gradimento della società nell ammissione a socio (ma discrezionalità limitata + il socio escluso conserva i diritti patrimoniali) Principio una testa un voto + Principio della porta aperta Possibile distribuire gli utili ma il 10% a riserva legale e beneficicenza per i non distribuiti Possono trasformarsi in spa o fondersi con altri organismi dando vita a spa con vincoli BCC Lo scopo sociale è mutualistico Società cooperativa; minimo 200 soci+ una testa un voto +Principio della porta aperta Esercitano il credito prevalentemente a favore dei soci e può svolgere la sua attività solo nella zona di competenza territoriale No distribuzione utili: 70% utili netti annuali a riserva legale + quota ai fondi mutualistici + beneficienza + al termine dell attività vanno devoluti Godono di benefici fiscali

11 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (1/6) SUMMARY Con l art.1 del D.L. 24 gennaio 2015, n. 3 ( Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti ), convertito con l. 24 marzo 2015, n. 33, è stato introdotto nel nostro ordinamento un importante riforma delle Banche Popolari; Tale Riforma ha toccato innanzitutto un aspetto di vertice della disciplina inserendo un limite dimensionale patrimoniale per l uso del modello banca popolare; La Riforma ha poi inserito una serie di modifiche alla governance di queste banche: voto maggiorato delle persone giuridiche, aumento delle deleghe di voto in assemblea e possibilità di amministratori non soci; E alle modalità di finanziamento delle stesse: possibilità degli strumenti finanziari partecipativi Infine, l inserimento di una limitazione al diritto al rimborso delle azioni in caso di recesso.

12 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (2/6) IL BACKGROUND la specialità delle banche popolari (da G. Ferri in poi) le riforme mancate la spinta dei fondi di investimento/il tema dello sconto delle azioni in Borsa LA RELAZIONE ILLUSTRATIVA ED I LAVORI PARLAMENTARI i ratios della riforma gli interventi dei vari interessati ed il dibattito emerso

13 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (2/6) IL TESTO DELLA LEGGE: LIMITE DIMENSIONALE come limite di utilizzo del modello: ha un senso? Art. 29, comma 2-bis, Testo Unico Bancario «L'attivo della banca popolare non può superare 8 miliardi di euro. Se la banca è capogruppo di un gruppo bancario, il limite è determinato a livello consolidato.» come obbligo di trasformazione Art. 29, comma 2-bis, Testo Unico Bancario «In caso di superamento del limite di cui al comma 2-bis, l'organo di amministrazione convoca l'assemblea per le determinazioni del caso. Se entro un anno dal superamento del limite l'attivo non è stato ridotto al di sotto della soglia né è stata deliberata la trasformazione in società per azioni ai sensi dell'articolo 31 o la liquidazione, la Banca d'italia, tenuto conto delle circostanze e dell'entità del superamento, può adottare il divieto di intraprendere nuove operazioni ai sensi dell'articolo 78, o i provvedimenti previsti nel titolo IV, capo I, sezione I, o proporre alla Banca centrale europea la revoca dell'autorizzazione all'attività bancaria e al Ministro dell'economia e delle finanze la liquidazione coatta amministrativa.»

14 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (3/6) LA NUOVA GOVERNANCE DELLE BANCHE POPOLARI aumento delle deleghe di voto in assemblea: minimo 10 deleghe e massimo 20 deleghe Art. 150-bis, comma 2-bis, Testo Unico Bancario «In deroga a quanto previsto dall'articolo 2539, primo comma, del codice civile, gli statuti delle banche popolari determinano il numero massimo di deleghe che possono essere conferite ad un socio; in ogni caso, questo numero non è inferiore a 10 e non è superiore a 20.» voto maggiorato delle persone giuridiche: fino a n. 5 voti - è stato eliminato il divieto di applicabilità dell art. 2538, comma 3 c.c. alle Banche Popolari previsto dall art. 150-bis, Testo Unico Bancario Art. 2538, comma 3, codice civile «Ai soci cooperatori persone giuridiche l'atto costitutivo può attribuire più voti, ma non oltre cinque, in relazione all'ammontare della quota oppure al numero dei loro membri» possibilità di amministratori non soci: è stato inserito il divieto di applicabilità dell art. 2542, comma 2 c.c. alle Banche Popolari previsto dall art. 150-bis, Testo Unico Bancario Art. 2542, comma 2, codice civile «La maggioranza degli amministratori è scelta tra i soci cooperatori ovvero tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche.»

15 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (4/6) LE NUOVE FORME DI FINANZIAMENTO possibilità di emettere strumenti finanziari partecipativi: è stato eliminato il divieto di applicabilità dell art. 2346, comma 6 c.c. alle Banche Popolari previsto dall art. 150-bis, Testo Unico Bancario La disciplina prevista per le società per azioni: Art. 2346, comma 6 codice civile : «Resta salva la possibilità che la società, a seguito dell'apporto da parte dei soci o di terzi anche di opera o servizi, emetta strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o anche di diritti amministrativi, escluso il voto nell'assemblea generale degli azionisti. In tal caso lo statuto ne disciplina le modalità e condizioni di emissione, i diritti che conferiscono, le sanzioni in caso di inadempimento delle prestazioni e, se ammessa, la legge di circolazione.»

16 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (5/6) IL LIMITE AL DIRITTO DI RECESSO Il diritto di recesso (c.d. diritto di exit) e la sua funzione di disinvestimento le ragioni pratiche della scelta legislativa: recesso di massa Art. 28, comma 2-ter, Testo Unico Bancario «Nelle banche popolari il diritto al rimborso delle azioni nel caso di recesso, anche a seguito di trasformazione o di esclusione del socio, è limitato secondo quanto previsto dalla Banca d'italia, anche in deroga a norme di legge, laddove ciò è necessario ad assicurare la computabilità delle azioni nel patrimonio di vigilanza di qualità primaria della banca. Agli stessi fini, la Banca d'italia può limitare il diritto al rimborso degli altri strumenti di capitale emessi.»

17 La Riforma Renzi: DL 3/2015 (6/6) RECEPIMENTO DELLA RIFORMA Il TUB attribuisce alla Banca d Italia il compito di dettare disposizioni di attuazione concernenti le novità normative sopra menzionate, e in particolare: disciplinare le modalità di calcolo della soglia di 8 miliardi, a livello individuale per le banche non appartenenti a un gruppo bancario e a livello consolidato per quelle che appartengono a un gruppo; i casi in cui il rimborso delle azioni spettante al socio uscente può essere limitato e le relative modalità. Fino al 15 maggio 2015 sono state in consultazione le disposizioni secondarie di attuazione della riforma, per gli aspetti regolamentari rimessi alla potestà normativa della Banca d Italia. Le disposizioni saranno incorporate nella Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 Disposizioni di vigilanza per le banche, Parte terza, nuovo Cap. 4 «Banche Popolari» Sez. II).

18 Quali vie d uscita? Separazione tra banche d affari e banche commerciali: esperienza americana e tentativi europei Centri di voto o voto per corrispondenza per recuperare il rapporto sociale Agire attraverso Reti (ordini professionali, associazioni di categorie, Università, ecc.) Banche etiche

19 GRAZIE PER L ATTENZIONE marco.carlizzi@uniroma2.it Marco Carlizzi Univ. Tor Vergata Roma 27 aprile 2015 Università degli Studi Roma Tre