Bruno Dolcetta, Venezia Sommersa, Urbanistica 48, dicembre 1966

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1 sito diretto da fabrizio bottini -1/7 - Bruno Dolcetta, Venezia Sommersa, Urbanistica 48, dicembre 1966 Quando nell'ottobre del 1962 il problema di Venezia venne dibattuto in un Convegno Internazionale (Il problema di Venezia, Comune di Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 4-7 ottobre 1962, Atti pubblicati dai promotori, 1964) il capitolo della situazione idrologica della laguna fu oggetto di alcune relazioni molto documentate e proposto all'attenzione degli intervenuti in termini decisamente allarmanti. Nell economia generale del Convegno, tuttavia, il problema della difesa di Venezia e della laguna non ebbe il necessario rilievo e risultò in definitiva marginale rispetto al tema centrale del dibattito che era rivolto soprattutto ad individuare strumenti e metodi per gli interventi di risanamento e di salvaguardia del patrimonio storico, artistico ed ambientale della città. In realtà pareva allora che le più pessimistiche previsioni in ordine al problema idrologico non potessero attendibilmente prefigurare situazioni più gravi di quella registrata il 12 novembre 1951 quando in condizioni atmosferiche particolarmente avverse (negli stessi giorni si era verificata la disastrosa alluvione del Polesine) la marea aveva raggiunto l altezza di 151 cm s.l.m.m. Pertanto sembrava possibile impostare il problema con il necessario rigore e in un tempo a disposizione per studi necessariamente lunghi e difficili, sufficientemente ampio. Non si trattava infatti di rafforzare soltanto le difese già esistenti, ma di porre finalmente allo studio ed in modo definitivo il complesso funzionamento idraulico di tutto il bacino lagunare, di individuare le cause e la dinamica dei fenomeni in atto e di valutare correttamente gli effetti su questi di tutta una serie di opere realizzate ed in corso; in definitiva, di conoscere il problema. Era del resto necessario predisporre una serie di strumenti di base indispensabili quali: la carta della laguna il cui aggiornamento risale al 1931, un modello idraulico dell intero bacino lagunare e tutta una serie di rilievi e di osservazioni da condursi con il necessario rigore scientifico. D altra parte, per ritrovare un alta marea paragonabile a quella registrata nel 1951, era necessario risalire al 15 gennaio 1867 (l acqua raggiunse allora 153 cm s.l.m.m.) e pertanto non appariva imminente il ripetersi di un fenomeno di tale gravità e del tutto improbabile un sensibile degènerare della situazione in un breve periodo di tempo. Nonostante che l attenzione del Convegno, come abbiamo prima accennato, fosse stata prevalentemente rivolta a temi strettamente urbanistici, alcune esigenze di primo intervento e la necessità di impostare studi di ampio respiro sul problema di Venezia hanno trovato recentemente una risposta in sede parlamentare con la approvazione di due leggi speciali di cui la prima consente interventi diretti dello Stato e contributi e agevolazioni ai privati per un ammontare complessivo di 30 sito diretto da fabrizio bottini -1/7 -

2 sito diretto da fabrizio bottini -2/7 - miliardi da utilizzare per la realizzazione di opere marittime di difesa lagunare, per la escavazione di canali interni alla città e per il consolidamento e restauro degli edifici nel centro storico; la seconda nomina una Commissione ministeriale di esperti per lo studio dei provvedimenti da adottare per la salvaguardia del carattere lagunare di Venezia con riferimento particolare ai problemi idraulici ed urbanistici e una dotazione complessiva di 880 milioni. Queste dunque le lodevoli intenzioni, per la prima volta accompagnate dai mezzi necessari ad iniziare un serio studio sull ambiente lagunare e chiaramente volti ad impostare il problema di Venezia come problema globale della città e del suo ambiente fisico-geografico. Il risultato dei lavori non poteva comunque essere atteso entro breve termine sia per le difficoltà a comprimere alcuni tempi tecnici (la sola costruzione del modello richiede molti anni e cosi pure l aggiornamento della carta batometrica della laguna alla quale il modello dovrà essere riferito) sia per il gran numero di studiosi, di competenze e di discipline chiamati ad affrontare il compito proposto. E tuttavia oggi il problema deve essere visto con una diversa prospettiva poiché gli eventi disastrosi verificatisi il 4 novembre 1966 hanno smentito ogni ragionevole previsione e proposto con drammatica urgenza il problema della stessa salvezza fisica di Venezia e della sua laguna. In un quadro meteorologico eccezionalmente sfavorevole l acqua alta ha fatto registrare ai mareografi sistemati in laguna la punta massima di 194 sito diretto da fabrizio bottini -2/7 -

3 sito diretto da fabrizio bottini -3/7 - cm., valore senza precedenti nella storia delle registrazioni mareografiche lagunari, iniziate quasi un secolo fa, e superiore di ben 43 cm. a quella già considerata eccezionale del Tutta la città è stata perciò sommersa da almeno un metro d acqua che ha devastato negozi e magazzini ed ha reso drammatica la situazione delle migliaia di veneziani che tuttora, malgrado l annuale esperienza dell acqua alta, sono costretti a vivere al piano-terreno degli edifici. In piazza San Marco, che si trova a circa 50 cm s.l.m.m., l acqua ha raggiunto l altezza di 150 cm. La città, isolata e assediata dall acqua per quasi 24 ore, era del tutto impreparata ad affrontare questa marea eccezionale. Non ha funzionato alcun sistema di preavviso, sono state danneggiate o distrutte le reti elettriche e telefoniche, poste ad una quota, che si riteneva prudenziale, di alcuni centimetri superiore a quella registrata dall acqua alta nel 1951 e cosi pure sono stati raggiunti dalla marea impianti di riscaldamento mentre le cisterne del combustibile hanno rovesciato in acqua le tonnellate di nafta che contenevano. I danni materiali sono stati immensi ed anche qui, come a Firenze, le acque hanno devastato i depositi degli Archivi e delle Biblioteche. Ma se il quadro cosi delineato appare indubbiamente gravissimo, il pericolo corso dalla città può essere pienamente valutato solo se si considerano gli eventi occorsi ai cordoni litoranei che separano la laguna dal mare. L acqua alta e la mareggiata hanno sommerso infatti la penisola del Cavallino e l isola di S. Erasmo ed intaccato profondamente ed in più punti le difese a mare della sottile lingua di terra che costituisce l isola di Pellestrina, difese costruite dalla Repubblica Veneta nel 700 con una decisione seguita proprio ad una rottura rovinosa del litorale allora indifeso. E forse non stupirà sapere che i manufatti sono ancora oggi gli stessi salvo la inevitabile usura dei secoli non corretta peraltro da lavori di manutenzione del tutto insufficienti. Del resto la fragilità delle difese litoranee era ben nota a tecnici e studiosi che l avevano più volte denunciata e che seguivano al tempo stesso con preoccupazione le modificazioni del regime marino e lagunare intervenute in questi ultimi decenni, modificazioni che hanno portato a fenomeni di progressiva erosione non solo delle spiagge, ma anche delle isole interne all estuario ed in particolare di S. Erasmo che difende Venezia dalle correnti di mare che entrano dal porto di S. Niccolò ed in definitiva dal mare. Si configura cosi una situazione di costante pericolo per la città e la sua laguna, non più esposte soltanto al già grave fenomeno dell acqua alta, ma anche alla diretta aggressione del mare, evento questo che si sarebbe potuto verificare già il 4 novembre scorso se le condizioni avverse avessero più a lungo contrastato il deflusso della marea e continuato a rafforzare il mare in tempesta. In realtà la situazione della laguna e del centro storico si va sito diretto da fabrizio bottini -3/7 -

4 sito diretto da fabrizio bottini -4/7 - progressivamente aggravando per una serie di cause negative e concomitanti: continuano lo sprofondamento della città ed il contemporaneo innalzamento del livello marino tanto che la somma dei valori dei due fenomeni viene stimata dai competenti intorno ai 30 cm. per secolo; la frequenza delle alte maree eccezionali appare notevolmente in aumento negli ultimi 50 anni; le trasformazioni cui, per mano dell uomo, il bacino lagunare è stato sottoposto nell ultimo secolo (dalla creazione delle dighe portuali, alla chiusura del porto di S. Erasmo, alla escavazione di nuovi canali ed all interramento di altri ed infine alla massiccia opera di imbonimenti già realizzati delle barene sul fronte a terra lagunare per utilizzazioni diverse), hanno profondamente modificato il delicato equilibrio idrico. E non vi è dubbio d altra parte che ancor più profondamente su di esso inciderà la realizzazione in corso della terza zona industriale e del canale portuale ad alto fondale che dal porto di Malamocco condurrà a Porto Marghera. In altri termini da almeno un secolo lo specchio lagunare continua ad essere considerato un vuoto disponibile per gli usi più diversi, egli interventi sono stati predisposti e realizzati senza alcun controllo preventivo dei loro possibili esiti negativi. sito diretto da fabrizio bottini -4/7 -

5 sito diretto da fabrizio bottini -5/7 - Del resto il Magistrato alle Acque, che aveva ereditato i compiti dei Savi preposti dalla Repubblica Veneta al controllo di tutto il problema idrico della laguna e del territorio soggetto a Venezia, ha visto progressivamente ridurre e demandare ad altri organi tecnici dello Stato i propri compiti ed ha perduto così la possibilità di controllare a sua volta in termini globali la situazione idrica lagunare. E perciò la laguna di Venezia, aggredita dalle nuove strutture produttive e trascurata nelle sue difese essenziali, utilizzata per interessi settoriali e contrastanti e mai sottoposta ad un piano globale di salvaguardia e di utilizzazione, è oggi un complesso organismo costituito da un ambiente naturale di eccezionale interesse nel quale, accanto a Venezia, è ormai consolidato il grande porto industriale e commerciale. In una situazione idrologica gravemente compromessa quale la marea del 4 novembre ha messo in luce, la compresenza di strutture così diverse costituisce senza dubbio uno degli elementi che più esaltano le difficoltà del compito che sta davanti alla Commissione Ministeriale per lo studio della laguna poiché le soluzioni che saranno da essa proposte dovranno consentire la conservazione dell ambiente lagunare e la definitiva salvaguardia sia del centro storico che dell attività portuale quale elemento essenziale dello sviluppo regionale e nazionale. Dalla Commissione, nei tempi brevi dettati dall esperienza dei recenti eventi, attendiamo le risposte possibili. Cronaca di due giorni 3 novembre - ore 2: il vento soffia dal primo quadrante ad una velocità di circa 17 km/ora; la marea raggiunge il valore massimo della fase crescente registrando un altezza di cm 62 s.l.m.m. e superando le previsioni di circa 45 cm; la pressione atmosferica è di 765 mm con tendenza alla diminuzione. ore 6,30: il vento si mantiene costante per intensità e direzione; la marea ha raggiunto il valore minimo del ciclo a cm 43 s.l.m.m.; la pressione atmosferica scende con andamento lineare ed è ora di 763 mm. ore 13,30: il vento si è rafforzato e soffia alla velocità di circa 28 km/h dal primo quadrante; la marea ha raggiunto nuovamente il valore massimo a cm 85 s.l.m.m. con un ritardo di quasi 2 ore sul previsto e superando di cm 55 il massimo corrispondente sulla curva di riferimento; la pressione atmosferica è scesa sotto i 760 mm. ore 18,30: il vento si mantiene costante come intensità e leggermente variabile come direzione ma soffia sempre dal primo quadrante; la marea ha raggiunto il valore massimo della fase decrescente arrestandosi a 64 cm s.l.m.m: e superando di 106 cm le previsioni; la pressione è ulteriormente caduta. ore 21: il vento cambia direzione; soffia ora lo scirocco dal secondo quadrante con tendenza accentuata ad aumentare d intensità; la marea, già in fase crescente, sale rapidamente ed ha superato gli 80 cm s.l.m.m., oltre 110 cm in più rispetto alle previsioni; la pressione è scesa a 754 mm. sito diretto da fabrizio bottini -5/7 -

6 sito diretto da fabrizio bottini -6/7 - ore 23: il vento soffia ora dal secondo quadrante alla velocità di circa 50 km/h; il mare batte con violenza sulle spiagge e sulle difese litoranee; la marea supera i 110 cm s.l.m.m. invadendo la città; la pressione continua ascendere. 4 novembre -ore 1,30: il vento soffia con intensità dal secondo quadrante; la marea ha raggiunto il valore massimo di questo ciclo, fermandosi a cm 130 s.l.m.m., oltre 120 cm al di sopra del punto corrispondente della curva di pressione e ad un altezza che si colloca tra i valori più alti della storia delle maree; la pressione è scesa a 752 mm; il fenomeno si delinea fin d ora come del tutto eccezionale. ore 6: il vento di scirocco, dopo una breve pausa, ha ripreso a soffiare alla velocità di 35 km/h ed aumenta progressivamente di intensità; le difese amare ed i litorali sono flagellati dalle onde; la marea raggiunge nuovamente il valore minimo della fase decrescente arrestandosi a cm 118 s.l.m.m., circa 110 cm oltre il previsto; la pressione è a 750 mm; inizia la fase più critica poiché la marea ricomincia a salire partendo da un livello già eccezionalmente alto. ore 10: il vento di scirocco soffia ad oltre 55 km/h con raffiche che superano i 90 km/h; la marea supera il valore raggiunto nel 1951 e continua a salire; sulle spiagge del Cavallino e del Lido la mareggiata distrugge gli impianti balneari, mentre a Pellestrina intacca in più punti i murazzi e li scavalca con alte onde confondendo le acque del mare con quelle della laguna che ha sommerso l isola; nel centro storico saltano le reti elettrica e telefonica; anche gli impianti a terra dell Aeroporto internazionale Marco -Polo restano sommersi; la città è isolata e flagellata dal vento e dalla pioggia. ore 12,30: lo scirocco soffia a oltre 60 km/h mentre la pressione è scesa a 747 mm; la marea raggiunge il valore mai registrato prima d ora di 168 cm s.l.m.m.: le previsioni collocano in quest ora il culmine della fase ascendente e perciò la marea, pur superando di oltre 140 cm il valore corrispondente della curva di previsione, dovrebbe decrescere; dopo un breve periodo di stasi, invece, l acqua riprende a salire sotto la spinta dello scirocco che gonfia il mare impedendo all acqua della laguna di defluire dalle bocche portuali; il mare anzi continua ad entrare superando in larghi tratti la penisola del Cavallino e l isola di S. Erasmo che fronteggia il porto di S. Niccolò e separa il centro storico dal mare aperto; la situazione in città è gravissima; nell isola di Pellestrina appare invece insostenibile poiché la sottile lingua di terra è interamente sommersa dalla laguna mentre il mare continua a scavalcare i murazzi e ad allargare le falle; gli abitanti, circa 6.000, abbandonano l isola sulle loro barche da pesca, su alcune motonavi della navigazione interna e sulle vedette inviate in loro soccorso dalla Marina Militare. ore 15: la situazione si aggrava ulteriormente mentre la pressione continua ascendere e lo scirocco soffia alla velocità di 76 km/h con raffiche che superano i 100 km/h; la marea è ad oltre 180 cm s.l.m.m. ed i litorali sommersi dalle acque non segnano più la linea di separazione tra mare e laguna; a Pellestrina., deserta, emerge solo la sommità dei murazzi che il mare in tempesta continua ad erodere e a scavalcare con onde impetuose. sito diretto da fabrizio bottini -6/7 -

7 sito diretto da fabrizio bottini -7/7 - ore 17,40: la marea ha raggiunto l altezza di 194 cm s.l.m.m.; la pressione atmosferica è di 744 mm; ogni riferimento alla curva della marea prevista non ha più alcun valore poiché si discosta da quella reale di oltre 214 cm; se..la marea crescerà ancora, il mare in tempesta, passando liberamente sui litorali già sommersi, aggredirà il centro storico. ore 17,50: improvvisamente il vento è cambiato e soffia ora dal terzo quadrante; il muro d acqua, che 10 scirocco da più di 20 ore teneva eretto sulle bocche del porto, finalmente si abbassa e l acqua della laguna comincia a defluire velocemente; la pressione tende a risalire e il cielo si va rasserenando. ore 20: la pressione è risalita a 746 mm e il vento continua a soffiare dal terzo quadrante con minore intensità; mentre la marea è ridiscesa a cm 160 s.l.m.m., la curva della marea prevista indica l inizio di una nuova fase ascendente; ma ormai i cicli regolari non corrispondono più all andamento reale del fenomeno e la marea continua a decrescere. ore 22: l acqua rientra nei canali lasciando su tutta la città una viscida patina di nafta e relitti di ogni genere. sito diretto da fabrizio bottini -7/7 -

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