Stili cognitivi e difficoltà comportamentali

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1 + Stili cognitivi e difficoltà comportamentali Centro Psiky Dott.ssa Giorgia Concari Psicologa-Psicoterapeuta Dottore di Ricerca in Psicologia dell educazione e disabilità Università di Parma

2 + Complessità ADHD DIFFICOLTà RELAZIONALI AMBIENTE SCOLASTICO POCO STIMOLANTE MALESSERE FISICO DSA DEFICIT COGNITIVI DIFFICOLTà IN FAMIGLIA

3 + DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ETA PRESCOLARE L età di insorgenza è molto precoce. Si fa diagnosi dai 7 anni in poi, ma si possono avere evidenze della presenza del disturbo già dai 3 anni.

4 + Fin da piccoli.. Molto irritabili, Inclini ad un pianto poco consolabile; Difficoltà legate al sonno e all alimentazione; Facilmente frustrabili; Molto attivi (massimo grado di iperattività), iniziano a camminare molto precocemente;

5 + Campanelli d allarme: Difficoltà nel rispetto delle regole Crisi di rabbia Difficoltà a tollerare i no e le attese Assenza di paura, condotte pericolose, incidenti

6 + Cosa succede prima dei tre anni? Dall esperienza clinica: spesso nell anamnesi è possibile trovare pregressi disturbi della regolazione Capacità che il bambino possiede fin dalla nascita di regolare i propri stati emotivi organizzando l esperienza e le risposte comportamentali

7 + LA CAPACITA DI REGOLARSI (AUTOREGOLAZIONE) E UNA COMPETENZA FONDAMENTALE NEL CORSO DELLO SVILUPPO AUTOREGOLAZIONE: PROCESSO COLLEGATO ALLA CAPACITA DI ATTENZIONE Le abilità di autoregolazione sono influenzate dalla maturazione di aree cerebrali (lobi frontali) e si sviluppano gradualmente dai 3 ai 10 anni.

8 + Cos è l attenzione? Possiamo definire l'attenzione come quella capacità mentale che ci consente di fare una selezione degli stimoli che percepiamo (tra cui anche stimoli 'interni') per permetterci di investire le nostre capacità di elaborazione delle informazioni in modo più funzionale rispetto alla situazione Attenzione selettiva: la capacità di focalizzare la propria attenzione su alcuni stimoli escludendo gli altri Arousal / vigilanza: la capacità di attivarsi in risposta ad un cambiamento delle condizioni ambientali Attenzione sostenuta: la capacità di mantenere l'attenzione nel tempo Attenzione divisa: la capacità di prestare attenzione a 2 (o +) fonti di stimoli

9 Il disagio scolastico I disturbi più frequenti durante gli anni delle scuole primarie e secondarie Rendimento scolastico DISTURBI DEL COMPORTAMENTO

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11 I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO Comportamento disturbante Disturbo del comportamento Si fa riferimento a qualsiasi tipo di comportamento non adattivo rispetto alle richieste esterne. si indica una possibile sindrome clinica con criteri diagnostici specifici relativi al tipo di comportamento, la gravità, la durata e le conseguenze evolutive

12 Fortunatamente non tutti i problemi di comportamento assumono la connotazione di un vero e proprio disturbo. Esiste accordo tra gli psicologi clinici riguardo al fatto che si può parlare di disturbo solo quando: Sono significativi da un punto di vista QUANTITATIVO

13 + Disturbi esternalizzanti ü Disturbo da deficit d attenzione e iperattività (ADHD) ü Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) ü Disturbo della condotta (DC)

14 +

15 + Disturbo oppositivo provocatorio (DOP)

16 + Si fa presente che i primi segnali che indicano la presenza di disturbo provocatorio possono già identificarsi verso i 5-6 anni di età.

17 + Disturbo della condotta (DC)

18 + Adhd e apprendimento Il 21% di bambini con ADHD presenta un disturbo di lettura (velocità e correttezza), il 26% un deficit di ortografia e il 28% problemi nell area logico-matematica. Se si tiene conto che complessivamente i disturbi di apprendimento si presentano in circa il 3% della popolazione scolare, si calcola che i bambini con ADHD sono da 7 a 9 volte più a rischio di manifestare anche un disturbo di apprendimento in comorbilità.

19 + I bambini con ADHD hanno prestazioni scolastiche inferiori ai loro coetanei, pur avendo le stesse abilità intellettive. Infatti la percentuale di bambini affetti da questo disturbo che ha ripetuto almeno una classe, è tre volte superiore a quella del resto della popolazione scolastica. Le ragioni sono dovute a difficoltà attentive e di autoregolazione cognitiva, ad una maggiore quantità di risposte impulsive e al comportamento iperattivo all interno della classe. I disturbi di apprendimento e le difficoltà scolastiche possono anche essere gravate da un incapacità nell uso delle risorse cognitive, in particolare di memoria di lavoro, di strategie di apprendimento e di inibizione delle informazioni irrilevanti. Fattori, questi, che hanno ripercussioni negative sulla comprensione di testi scritti, sullo studio e sulla soluzione di problemi aritmetici.

20 La storia di Sara Sara ha 7 anni, frequenta il secondo anno di scuola primaria. I genitori la descrivono come una bimba molto difficile è testarda, non riesce a giocare con gli amici perché se non fanno ciò che vuole scoppia in un ira esagerata, tanto che spesso abbiamo rimandato i bambini a casa. A scuola sta spesso sola perché irrita i compagni, a volte anche fisicamente. L apprendimento è sufficiente anche se spesso non riescono a gestire il suo comportamento.

21 La storia di Paolo Paolo è un ragazzo di 11 anni, viene costantemente ripreso dagli insegnanti a causa dei continui scontri fisici in cui è coinvolto e dagli atteggiamenti intimidatori. Recentemente è stato sospeso per aver combinato dei grossi guai a scuola a discapito dei ragazzini più piccoli. Il rendimento non è sufficiente, è irrispettoso e ha spesso comportamenti distruttivi.

22 + La storia di Riccardo Riccardo ha 8 anni, la sua insegnante riferisce un comportamento disorganizzato, spesso dimentica il quaderno dei compiti e il suo banco è sempre in confusione. Quando l insegnante dà istruzioni perde alcuni punti essenziali e il suo lavoro risulta poi incompleto. Spesso è occupato a fare cose che non hanno niente a che fare con l attività in corso. Inoltre più volte nell arco della mattinata si incanta a guardare fuori dalla finestra invece di impegnarsi sul lavoro assegnato. Mentre l insegnante spiega si alza spesso dal proprio posto e disturba i compagni, un paio di volte si è perfino arrampicato sulla finestra.

23 + Cosa possiamo fare? MODIFICO IL CONTESTO IN MODO DA RENDERE MENO FREQUENTE L EMISSIONE DI UN COMPORTMENTO DISTURBANTE MODIFICO LE CONSEGUENZE DI UN COMPORTAMENTO DISTURBANTE IN MODO DA RENDERE MENO FREQUENTE LA SUA EMISSIONE

24 + ANTECEDENTI Si modifica l ambiente per: ridurre i comportamenti disfunzionali facilitare i comportamenti desiderabili QUINDI si attua un cambiamento PRIMA che il problema si presenti creazione di un contesto facilitante

25 + Interventi basati sugli antecedenti a) Organizzazione dell aula b) Organizzazione dei materiali c) Attività routinarie d) Regole e) Organizzazione del lavoro f) Attività di transizione e momenti liberi

26 + ORGANIZZARE L AULA Disposizione dei banchi 3 obiettivi: Ø Ø Ø limitare noia e disturbo favorire le interazioni positive incrementare l applicazione al compito

27 + Mi devo chiedere: Dalla cattedra vedo il bambino? È facilmente raggiungibile? È favorito lo scambio di sguardo? Ha compagni vicini? Tranquilli o vivaci? È vicino a fonti di distrazione? Quanti bambini vede dal suo posto? SPAZIO DI LIBERO MOVIMENTO

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29 + b) Organizzazione dei materiali Obiettivi Ø incrementare la capacità di organizzazione e pianificazione Ø ridurre i comportamenti di disturbo (es. lamentarsi di non avere il materiale, chiederlo al compagno durante la lezione) Strategie Ø cartelloni da appendere in classe con elenco materiali Ø schema con elenco materiale per ogni materia da apporre sul diario Ø quaderni e cartellette ben contrassegnate (colore, etichetta) Ø verificare la presenza del materiale prima di ogni attività

30 + C) ATTIVITà ROUTINARIE Vantaggi: n Permettono di prevedere tempi e richieste n Favoriscono la strutturazione n di un ambiente prevedibile!

31 + d) Regole n Comunicano le aspettative n permettono di consolidare il comportamento desiderato (attraverso l applicazione sistematica) n costituiscono un segnale per rispondere adeguatamente al comportamento MAI DARLE PER SCONTATE!!!!

32 + Per facilitare il rispetto delle regole: n Anticipare le situazioni problematiche n Favorire la comprensione del legame causa-effetto per facilitarne l interiorizzazione ed il rispetto n Rispetto della regola: conseguenza positiva (gesto di approvazione) n Violazione della regola: conseguenza negativa (intervento con calma e fermezza)

33 + COOPERATIVE LEARNING n metodologia di insegnamento attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. n L insegnante come facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando ambienti di apprendimento in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di problem solving di gruppo, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti. n Tali obiettivi possono essere conseguiti se all interno dei piccoli gruppi di apprendimento gli studenti sviluppano determinate abilità e competenze sociali, intese come un insieme di abilità interpersonali e di piccolo gruppo indispensabili per sviluppare e mantenere un livello di cooperazione qualitativamente alto

34 + CONSEGUENZE È MOLTO DIFFICILE!!!! Trovare conseguenze motivanti Capire la differenza tra ciò che gratifica me e il bambino!!!! Il loro comportamento è molto gratificante!!

35 Buon lavoro! Per info e approfondimenti: Dott.ssa Giorgia Concari Tel giorgia.concari@gmail.com

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