(Prototipo di) PIATTAFORMA PROGRAMMATICA per lo sviluppo di un nuovo modello di welfare locale

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2 (Prototipo di) PIATTAFORMA PROGRAMMATICA per lo sviluppo di un nuovo modello di welfare locale La piattaforma che qui si propone è stata elaborata in forma di prototipo proprio perché vuole essere una proposta aperta al dibattito e al contributo dei cittadini, delle famiglie e delle organizzazioni presenti nel territorio. 1 Consulta delle Famiglie Il primo passo che si intende compiere (utilizzando peraltro le previsioni dello Statuto del Comune di Udine) è quello di promuovere la costituzione di una istanza in cui sia adeguatamente rappresentato l associazionismo familiare ed il volontariato locale ed in cui sia attivato un raccordo permanente tra quest ultimo e l Amministrazione comunale, mediante lo svolgimento di: o funzioni consultive o funzioni propositive o attività di elaborazione progettuale partecipata, ferma restando l autonomia decisionale del Comune nelle sue scelte politico-amministrative, nonché o una funzione laboratoriale e sperimentale, aperta alla partecipazione e al contributo di altri soggetti pubblici e privati per iniziare a costruire e a sostenere una ragnatela di reti locali ognuna delle quali attivate su singole aree di intervento e tutte connesse fra di loro attraverso un apposita struttura di coordinamento cittadino (per ora il nome di battaglia attribuito a questa struttura è Coordinamento delle Reti Locali per le Famiglie acronimo: C.Re.L.F.), rappresentativa di istituzioni pubbliche, forze sociali, categorie economiche, soggetti culturali che, in accordo tra loro, promuovono l approvazione e la successiva applicazione di linee guida relative a politiche, servizi e progetti family friendly in tutti gli ambiti di interesse delle famiglie. Ciò si potrà ottenere connettendo o quanto meno raccordando le attività di ogni soggetto della rete con le attività degli altri soggetti e di ogni rete con l attività delle altre reti, allo scopo di rendere la comunità locale più accogliente ed attrattiva per le famiglie e di realizzare un sistema integrato di servizi che riguardi uno spettro sempre più ampio di materie (alloggi, trasporti, servizi scolastici ed educativi, servizi assistenziali, servizi di accesso al lavoro, ecc.); l implementazione di una rete delle reti rappresentativa della realtà locale e l adozione di linee guida impegnative per tutti i soggetti che compongono queste reti, spingerà la comunità ad essere sempre più orientata verso il raggiungimento della meta di una società veramente amica della famiglia (obiettivo peraltro perfettamente in linea con uno dei principi ispiratori del Piano Nazionale per la famiglia, approvato dal Consiglio dei Ministri nello scorso mese di giugno). Oltre all adozione delle linee guida, un ulteriore strumento per consolidare e sviluppare ciascuna rete è rappresentato dalla sottoscrizione di Protocolli d Intesa con cui le Parti vanno oltre l osservanza delle linee guida, assumendo reciprocamente precisi impegni in ordine a uno specifico campo d azione (un servizio o un progetto) ed instaurando così un rapporto di collaborazione e cooperazione che consente di integrare le funzioni e le attività di tutti i soggetti firmatari e di migliorare l intensità e la qualità complessiva dell intervento della comunità nel settore interessato dal Protocollo d Intesa.

3 2 Funzioni INTERNE di raccordo, di coordinamento e di integrazione delle attività e dei servizi comunali Il Comune, in piena coerenza con l obiettivo appena illustrato e anche in conformità ad uno specifico impegno previsto nella Carta del Network italiano delle Città per la Famiglia, intende adeguare la propria struttura organizzativa a questo obiettivo e a questo impegno, istituendo ed implementando una struttura leggera che operi trasversalmente alle diverse competenze e che sia incaricata: a) di verificare che le scelte del Comune siano effettuate applicando e sviluppando l approccio family friendly e quindi anche valutandone preventivamente l impatto sulle condizioni di vita delle famiglie; b) di predisporre ed offrire una rendicontazione pubblica annuale delle azioni realizzate dal Comune in favore delle famiglie. c) di svolgere per conto del Comune le medesime tipologie di attività all interno della costruenda rete locale per la famiglia. 3 Sviluppo dello sportello informativo dedicato alle famiglie In questa fase iniziale, lo Sportello per le Famiglie, appena istituito, opera all interno dello Sportello Informativo Unico dei Servizi Sociali (SISSU), ma l Amministrazione è intenzionata a svilupparne progressivamente le funzioni in modo che in futuro esso operi come sportello unico per la famiglia, svolgendo sostanzialmente le seguenti tre attività: orientare ed informare sui diritti e sui servizi previsti dalle leggi nazionali e regionali e dai regolamenti comunali; fornire informazioni su benefici, agevolazioni ed ogni altra opportunità offerta alle famiglie dai soggetti pubblici e privati aderenti alle Reti; provvedere alla raccolta e all aggiornamento di ogni informazione utile in materia di politiche familiari e di servizi e progetti per le famiglie a livello locale e nazionale; Dal punto di vista organizzativo, anche per lo sportello unico per la famiglia si propone un modello di gestione in cui le istituzioni pubbliche (il Comune in primo luogo come ente rappresentativo dell intera comunità locale), il privato sociale ed il volontariato uniscano le loro forze, utilizzando lo strumento di una Rete ad hoc regolata da Protocolli d Intesa e Convenzioni. 4 Dalla guida informativa di oggi ad un portale tematico dedicato alla famiglia inteso come strumento evoluto di comunicazione e interrelazione con le famiglie La Guida Informativa per le Famiglie pubblicata nell ambito del progetto la cui prima fase si conclude oggi con questa conferenza, vuole essere solo un prodotto propedeutico ad un azione più complessa e lungimirante sulla quale il Comune vorrebbe puntare ed investire nel futuro: un nuovo portale Internet interamente dedicato alla famiglia che, parallelamente allo sportello di cui abbiamo detto, sviluppi progressivamente il suo ambito soggettivo (dal Comune a tutti i soggetti della specifica Rete) e il suo raggio d azione in modo che tale sviluppo comprenda tre fondamentali aspetti: - contenuti dei servizi informativi (estensione ad ogni ambito di interesse delle famiglie); - territorio di riferimento (estensione dall ambito cittadino ad un ambito più ampio che a medio termine coincida con quello distrettuale), - interattività (estensione delle sue funzionalità in modo da consentire la possibilità diretta di intervento, giudizio critico, partecipazione e proposta da parte delle famiglie e dei cittadini).

4 Anche in questo caso gli strumenti per la costituzione della Rete avente ad oggetto il Portale Informativo Udinese per la Famiglia (col significativo acronimo di PIU Famiglia) saranno Protocolli d Intesa, Convenzioni e per alcuni aspetti anche Accordi di Programma. 5 Sviluppo del progetto relativo alla revisione dell ISEE e delle politiche tariffarie Il Gruppo di lavoro costituito per la realizzazione del progetto 2012 ha già prodotto due risultati: a) l elaborazione dello studio sull utilizzo dell ISEE nel Comune di Udine i cui esiti sono riportati in uno dei documenti presentati agli atti dell odierna Conferenza; b) l acquisizione di un servizio tecnico che supporterà l Amministrazione comunale nella realizzazione di un processo di rilevanza strategica articolato nell insieme delle seguenti attività: creazione nell ambito dei servizi comunali di una banca dati unica degli elementi informativi contenuti nelle attestazioni ISEE relative ai nuclei familiari a cui appartengono i cittadini che chiedono di essere ammessi a fruire di determinati servizi o di accedere a determinate prestazioni sociali, agevolazioni tariffarie o altre forme di beneficio; semplificazione degli adempimenti dei cittadini relativi alla comunicazione al Comune dei dati relativi al loro ISEE; elaborazione di indirizzi specifici riguardanti i parametri integrativi e/o aggiuntivi rispetto ai parametri dell ISEE nazionale che l Amministrazione vorrebbe introdurre ed applicare per giungere ad una valutazione della situazione economica delle famiglie che soddisfi quanto più possibile le seguenti esigenze: - soppesare meglio la presenza dei figli minori nel nucleo familiare, magari attraverso l introduzione di correttivi alla scala di equivalenza utilizzata dall ISEE, correttivi necessari per tenere conto dei costi derivanti dalla presenza di figli minori (istruzione, vestiario, trasporto, altre attività di cura), dalla loro età, dalle loro condizioni di salute; - verificare l eventuale sussistenza di altri fattori e circostanze che aggravano il carico familiare, in modo che la scala di equivalenza possa essere adattata alla realtà familiare; - valutare i redditi e i patrimoni della famiglia in modo più attento e mirato rispetto a quanto avviene oggi con l ISEE; - Introdurre criteri di flessibilità nell uso dell ISEE e dei parametri integrativi in funzione degli elementi di specificità delle politiche da attuare nei diversi settori e servizi; revisione complessiva delle modalità di applicazione dello strumento dell ISEE nelle politiche comunali attraverso l approvazione di un regolamento sull ISEE, integrativo di quello approvato più di dieci anni fa (che era sostanzialmente vuoto, cioè privo di contenuti specifici) ed attuativo degli indirizzi specifici che saranno elaborati ed approvati dall Amministrazione a conclusione dell attività di cui abbiamo detto, nonché completo anche della parte da dedicare specificamente alle attività di controllo, oggi del tutto prive di una disciplina organica e uniforme all interno dell Amministrazione; aumento della capacità di analisi e di verifica preventiva e successiva della notevole mole di dati (direttamente o indirettamente riguardanti le dichiarazioni sostitutive uniche rese ai fini dell ISEE) che risulteranno disponibili nella banca dati, allo scopo di migliorare i processi di pianificazione delle risorse disponibili e di valutazione

5 dell impatto delle scelte politico-amministrative in ordine al peso da attribuire alla condizione economica del nucleo familiare ai fini dell ammissione ad un servizio o ad una prestazione, oppure ai fini della fruizione di una esenzione o agevolazione tariffaria. A breve/medio termine lo sviluppo di questo progetto consisterà nell implementazione della banca dati informatica per tutti i procedimenti che interessano l ISEE nel corso del 2013 e nell utilizzo della stessa per lo svolgimento delle attività di cui sopra. Una ulteriore attività consisterà nel porre le basi per la stipulazione di accordi e intese fra il Comune e le altre Amministrazioni pubbliche interessate a vario titolo all uso dell ISEE da parte dei cittadini (INPS, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza). Più a lungo termine, sarebbe estremamente interessante formulare delle proposte per creare piattaforme operative comuni nell uso dell ISEE a livello prima distrettuale e poi regionale, in primo luogo allo scopo di ridurre le possibili sperequazioni di trattamento fra i cittadini e i nuclei familiari appartenenti tutto sommato al medesimo contesto territoriale, ma trattati in modo talora molto diverso tra comune a comune per la medesima prestazione, anche se per talune di queste prestazioni sussistono già criteri omogenei a livello di ambiti distrettuali; in secondo luogo per incrementare i livelli di economicità, efficacia ed efficienza nella gestione delle procedure amministrative di erogazione dei servizi e di controllo dei beneficiari. 6 Elaborazione, approvazione ed applicazione di Accordi di Rete e di Protocolli d Intesa A questo tipo di attività si è già accennato nel precedente punto 5.1. Nella nostra realtà esistono già casi collaudati di Protocolli di Intesa (o di patti a carattere convenzionale denominati in altri modi), ad esempio per i servizi di prossimità e per gli ambulatori infermieristici di quartiere. Si tratta in sostanza di: - condividere, approvare e sperimentare, assieme ai soggetti del privato sociale e del volontariato, nonché assieme agli eventuali gruppi familiari auto organizzati, oltre che assieme agli eventuali altri soggetti pubblici e privati volta per volta interessati all oggetto, i primi Accordi di Rete che fissano le Linee Guida in determinati ambiti di intervento, - di estendere progressivamente l uso dei Protocolli di Intesa (e di eventuali convenzioni attuative, laddove risultino necessarie) a tante altre aree di interesse delle famiglie. Esempi possibili di aree di interesse delle famiglie: servizi educativi e ricreativi per la prima infanzia mobilità pubblica servizi per bambini e ragazzi in contesti scolastici servizi per bambini e ragazzi in contesti extrascolastici servizi di accoglienza familiare servizi di sostegno alla genitorialità servizi di mediazione familiare attività socio-assistenziali accesso all abitazione servizi per la conciliazione famiglia lavoro lavoro di cura nelle famiglie con problematiche di rilevante impegno (disabili, anziani non autosufficienti, ecc.) sostegno al potere d acquisto delle famiglie.

6 7 Istituzione e promozione fra gli esercenti locali del contrassegno Esercizio amico della famiglia Trattasi di un possibile progetto volto a promuovere gli esercizi commerciali che si impegnano a svolgere la loro attività dedicando particolare attenzione in varie forme alla famiglia (quindi non solo e non esclusivamente in forma di sconti ed agevolazioni sul prezzo dei prodotti). La deliberazione istitutiva del contrassegno Esercizio amico della famiglia dovrà essere preceduta da un attività di elaborazione e condivisione con i rappresentanti della categoria degli esercenti cittadini di un accordo preventivo di collaborazione in cui, a fronte del rilascio del contrassegno e della sua promozione da parte del Comune, l esercente aderente all accordo si impegna ad assicurare un attenzione speciale alla propria clientela familiare in una o più forme fra quelle previste dall accordo stesso. 8 Accordo territoriale sugli orari scolastici delle scuole primarie e secondarie Partendo dall accordo attuativo già siglato fra Comune e Dirigenti delle istituzioni scolastiche, occorrerebbe svilupparne i contenuti in modo che attraverso il coinvolgimento delle famiglie, delle associazioni e dei gruppi organizzati di genitori e degli altri soggetti eventualmente interessati, si riuscissero ad individuare pochi modelli di orario settimanale delle lezioni, alternativi fra loro, da distribuire in modo equilibrato fra tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado (statali) della città (29 compreso l Educandato Uccellis). La scelta dei modelli di orario dovrebbe essere effettuata tenendo conto non solo delle esigenze dell organizzazione scolastica, ma anche di quelle relative alla mobilità urbana e alla conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di cura della famiglia. 9 Erogazione di contributi per iniziative ad hoc aventi ad oggetto la valorizzazione e la diffusione di d esperienze di sussidiarietà Compatibilmente con le risorse che risulteranno disponibili nei prossimi bilanci, il Comune destinerà i fondi tradizionalmente assegnati alla realizzazione di iniziative ad hoc esclusivamente ad iniziative/progetti che affiancano, integrano o sostituiscono l azione pubblica con interventi efficaci e di qualità in ogni ambito di interesse delle famiglie con particolare riferimento alle esperienze dirette a: - sviluppare il mutuo aiuto tra le famiglie nelle attività di gestione dei compiti di cura della famiglia e nelle situazioni di disagio e di difficoltà delle famiglie; - favorire progetti di condominio solidale; - sostenere le competenze educative dei genitori con strumenti e criteri innovativi; - realizzare progetti di accoglienza e solidarietà intergenerazionale e interculturale. 10 Applicazione dell istituto della VIF (valutazione dell impatto familiare) in ambito comunale Parallelamente alle attività già illustrate nel precedente punto 5.2, la struttura che si occuperà di politiche familiari elaborerà un progetto per l introduzione e l applicazione alle attività del Comune e, in particolare, ai suoi processi decisionali, dell istituto della valutazione dell impatto familiare. Sarà rigorosamente evitato l appesantimento delle procedure, concentrando l attenzione su forme snelle di verifica preventiva di ordine tecnico (uffici) e politico-istituzionale (Consulta delle Famiglie, soggetti aderenti agli accordi di rete in base alla competenza per materia, ecc.) e su atti di

7 particolare rilievo (configurazione di nuovi servizi, cambiamento dei regimi tariffari, emanazione di nuovi regolamenti destinati a cittadini e famiglie, ecc.). 11 Attività di impulso e di proposta, da svolgersi in seno all Assemblea dei Sindaci, per una gestione coordinata ed integrata dei servizi e degli interventi a sostegno delle famiglie a livello di Ambito Distrettuale Udinese. Si proporrà l istituzione del Consiglio distrettuale di coordinamento delle politiche familiari, nel quale dovranno essere rappresentanti, oltre ai Comuni, anche altre istituzioni pubbliche, le associazioni familiari, le categorie economiche, il privato sociale e il volontariato. I lavori del Consiglio dovranno consistere essenzialmente nell esaminare le eventuali proposte presentate da Comuni o altri componenti e, qualora queste ultime siano approvate, nel trasformarle in Accordi Volontari di Distretto (AVD). Ogni AVD riguarderà uno più ambiti di intervento di interesse delle famiglie e individuerà azioni da realizzare in tutto il territorio distrettuale con i criteri e le modalità fissate nell Accordo, oppure stabilirà linee guida o linee di condotta che i soggetti firmatari dell Accordo si impegnano a rispettare nello svolgimento dell attività di propria competenza. In pratica tutte le proposte e i progetti previsti in ambito comunale ed illustrati nei precedenti punti (dal 5.3 al 5.10) potrebbero essere oggetto di appositi AVD. Ulteriori AVD potrebbero riguardare altri ambiti di grande interesse per le famiglie (ad esempio: il microcredito, l accesso alle TIC, le politiche di time saving, il trasporto scolastico, ecc.).

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