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1 Il Progetto PRISCA Progetto pilota di riutilizzo su scala a partire dal flusso dei rifiuti solidi urbani ENV11/IT/ a cura di Scuola Superiore Sant Anna e Coop. sociale Insieme -

2 I partner di progetto Project leader Partner tecnici Partner sperimentazione locale Vicenza Partner sperimentazione locale San Benedetto del Tronto Partner disseminazione

3 Gli obiettivi del Progetto Il Progetto si propone di sperimentare due Centri del Riuso a Vicenza e a San Benedetto del Tronto, per raggiungere obiettivi quantitativi di incremento di beni e di rifiuti sottoposti, rispettivamente, ad operazioni di riutilizzo e di preparazione al riutilizzo, a seconda della rispettiva provenienza, per essere reimmessi nel circuito commerciale come beni usati. Durata del Progetto: 1 Settembre Giugno 2015

4 Vision del Progetto PRISCA Accordi di programma Elaborazione strumenti per la replicabilità Preparazione e realizzazione dei Centri di Riuso Organizzazione gestionale Compliance normativa Monitoraggio e valutazione del modello Sostenibilità economica Sostenibilità sociale Politiche Disseminazione dei risultati e sensibilizzazione sulle buone pratiche Stakeholders engagement Benchmarkingdel modello Sostenibilità ambientale

5 I primi risultati: l analisi normativa Uno dei primi step del progetto ha riguardato lo svolgimento di una approfondita analisi della normativa vigente in materia di preparazione al riutilizzo dei rifiuti ai fini della validazione e replicabilità del modello PRISCA. A tale scopo è stato effettuato uno Studio Tecnico-Legale per ricostruire il quadro politico-normativo comunitario e nazionale e per suggerire interpretazioni e soluzioni atte a sostenere tali attività in conformità normativa superando gli aspetti critici, presenti nel quadro nazionale. In un contesto di incertezza normativa quale quello attuale, la possibilità di effettuare sperimentazioni - come nel progetto PRISCA - risulta di grande utilità, in quanto i risultati vanno a comporre un sistema di competenze e di strumenti utili alla effettiva diffusione, nel nostro Paese, dei centri di riuso e riparazione, come, peraltro, auspicato dalle Linee Guida della Commissione Europea sulla Prevenzione.

6 Il contesto politico e normativo europeo

7 La gerarchia europea delle opzioni di gestione dei rifiuti Tale gerarchia deve essere realizzata dalla politica e dalla normativa, sia a livello di Unione che di singoli Stati membri: i destinatari sono i policy makersed i legislatori

8 La preparazione al riutilizzo dei rifiuti E la stessa Commissione europea che osserva come la preparazione al riutilizzo contribuisca al medesimo scopo perseguito dalla prevenzione, avendo a che fare, però, con prodotti di cui gli ultimi proprietari si sono disfatti, e, per questo, risultano formalmente rifiuti, in accordo con la definizione di rifiuto. Preparing a Waste Prevention Programme Guidance document, ottobre Il documento è scaricabile all indirizzo web df/waste%20prevention%20guidelines.pdf Come sottolinea la Commissione europea, questo livello della gerarchia è stato introdotto per rendere gli operatori della gestione dei rifiuti consapevoli rispetto alla distrazione di prodotti dai flussi di rifiuti, in quanto la loro selezione, pulizia e riparazione consente che questi prodotti vengano utilizzati da qualche altro soggetto.

9 La preparazione al riutilizzo dei rifiuti Il legislatore comunitario sancisce che gli Stati membri devono adottare le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e le misure di preparazione per le attività di riutilizzo, in particolare favorendo la costituzione e il sostegno di reti di riutilizzo e di riparazione, l uso di strumenti economici, di criteri in materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure.

10 Reti di riuso e riparazione Per la Commissione Europea, i centri di riuso e riparazione: svolgono un servizio centrale nella estensione della vita utile di un ampio range di prodotti di consumo ed hanno un significativo impatto nel distrarre i rifiuti di consumo dalla discarica; sono gestiti da imprese di integrazione sociale che lavorano con gruppi svantaggiati, come, ad esempio, i disoccupati di lungo periodo, che vengono formati sugli specifici skills utili alla riparazione, svolgendo, contemporaneamente una funzione sociale; rappresentano una parte fondamentale di qualsiasi piano di prevenzione e possono svolgere un ruolo essenziale nei sistemi locali di gestione dei rifiuti, gestiti da attori pubblici, operanti a livello, locale, regionale o nazionale.

11 Il contesto politico e normativo italiano

12 Riutilizzo e preparazione al riutilizzo Il Legislatore italiano ha recepito puntualmente la gerarchia e le definizioni di origine comunitaria ed ha previsto disposizioni specifiche sul riutilizzo di prodotti e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti (art. 180 bis): le pubbliche amministrazioni promuovono, nell esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. Si fa riferimento, ad esempio, a misure logistiche, come la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo

13 Riutilizzo e preparazione al riutilizzo Si rinvia alla adozione di uno o più decreti per la regolamentazione: delle modalità operative per la costituzione e il sostegno di centri e reti accreditati, ivi compresa la definizione di procedure autorizzative semplificate e di un catalogo esemplificativo di prodotti e rifiuti di prodotti che possono essere sottoposti, rispettivamente, a riutilizzo o a preparazione per il riutilizzo.

14 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti La mancata adozione di questi decreti di semplificazione e la riconduzione esplicita, da parte del Legislatore nazionale, delle attività di preparazione al riutilizzo tra le attività di recupero, comporta che i soggetti che vogliano intraprendere attività di preparazione al riutilizzo dei rifiuti debbano dotarsi di autorizzazione ordinaria alla gestione dei rifiuti, ai sensi degli articoli 208 e seguenti del d.lgs. n. 152/2006. La mancanza, nell ambito dell elenco non esaustivo delle operazioni di recupero (da R1 a R13) indicato dal legislatore comunitario e recepito da quello nazionale (allegato C), di una previsione espressa di questa attività, comporta che sia la pubblica amministrazione autorizzante ad indicare le sigle più opportune (ad esempio, nell esperienza di Vicenza R13, R3, R4).

15 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti Per quanto attiene alla cessazione della qualifica di rifiuto, trova applicazione l art. 9-bis, lett. a) del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 210 (come richiamato dall art. 184 ter, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006), alla luce del quale è l autorizzazione che stabilisce le caratteristiche dei prodotti (nel rispetto degli standard ad essi applicabili, come, ad esempio, quelli di igiene e di sicurezza) efficacemente sottoposti alle attività di preparazione al riutilizzo. Ciò nel rispetto dei principi normativi e giurisprudenziali di riferimento.

16 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti Cessazione della qualifica di rifiuto a valle della Preparazione al riutilizzo (interpretazione dei principi generali applicabili in materia) Gli oggetti provenienti dal flusso dei rifiuti urbani e sottoposti a questa operazione: -Devono poter essere utilizzati per scopi specifici (stesse funzioni originarie); -Devono avere un mercato o una domanda (di beni usati); -Devono soddisfare i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispettare la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti -Non devono generare impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana

17 Preparazione al riutilizzo dei rifiuti l assenza di una chiara politica nazionale in materia di prevenzione dei rifiuti, che come si è visto, nella interpretazione della Commissione europea, comprende, ove ampiamente intesa, anche la preparazione al riutilizzo dei rifiuti; l assenza di specifici decreti di semplificazione per lo svolgimento di questa attività; la presenza di ambiti cronici di incertezza della normativa in materia di rifiuti comportano la necessità che gli enti locali si facciano promotori attivi di tale tipo di attività, avendo un ruolo significativo e dirimente anche sotto il profilo autorizzativo in stretta collaborazione con le imprese e soggetti interessati e le società di gestione dei rifiuti urbani

18 Accordi di programma Ciò premesso, gli accordi di programma o, comunque, atti a valenza generale(di livello locale) rappresentano utili strumenti per la conduzione delle attività di preparazione al riutilizzo dei rifiuti su binari chiari eunivoci, nel pieno rispetto della normativa vigente. Simili strumenti, inoltre, possono rafforzare la validità dei singoli atti autorizzativi.

19 I primi risultati tecnici Fase di Preparazione e realizzazione del Centro di Riuso a Vicenza Durante questa fase è stato svolto un approfondito monitoraggio dei flussi di rifiuti e di beni intercettati dalla Cooperativa Insieme (i quantitativi, le caratteristiche merceologiche, lo stato e la funzionalità) A valle di tale analisi è stato possibile: -Identificare il layout adeguato del nuovo centro di riuso e riparazione e le attrezzature necessarie; -Definire ed implementare un sistema di procedure, etichette e registri, quali strumenti gestionali del modello PRISCA

20 Una storia lunga 30 anni La sperimentazione a Vicenza una partenza avvantaggiata Cooperativa Insieme è attiva da più di trent anni sul territorio vicentino nel settore del riuso e del riciclo di materiali. Raccoglie e ridà valore a mobili, indumenti, oggetti e materiali usati consentendo di diminuire gli sprechi e i rifiuti urbani. Riciclare e riusare è per noi rapportarsi alle cose in maniera diversa, è un concreto impegno ecologico utile alla città, è un modo per il cittadino di essere partecipe alle finalità sociali della cooperativa. Il sociale : il valore aggiunto La compagine sociale è composta da circa 120 soci, di cui circa 50 sono in inserimento al lavoro con percorsi educativi. Cooperativa Insieme è un laboratorio collettivo di sperimentazione, riflessione e proposta sui temi del disagio di giovani e adulti e della cooperazione sociale. E un impresa sociale (Onlus), una presenza consolidata nel territorio vicentino; un modo di far prendere coscienza, nella vita di ogni giorno, di modi diversi di vivere l essere cittadini.

21 La fase organizzativa La partenza del progetto ha visto, in primo luogo, una condivisione interna, in chiave assembleare. Dal 25 settembre 2012 sono stati realizzati incontri interni alla compagine sociale della cooperativa per: -presentare il progetto e i suoi obiettivi -creare il team di lavoro -valutare le prime ripercussioni sull organizzazione interna -creare le condizioni per la realizzazione 27/09/2013 momento assembleare

22 La presentazione alla città Il 7 dicembre 2012, con una conferenza stampa promossa dai partner AIM - Valore Ambiente e Insieme, alla quale hanno partecipato l Assessore all Ambiente, allo Sviluppo Economico e al Sociale del Comune di Vicenza, il progetto Prisca è stato presentato ufficialmente alla città di Vicenza. 07/12/2012 conferenza stampa Il Modello PRISCA è volto a massimizzare il flusso dei rifiuti riutilizzabili distratti dal flusso dei rifiuti solidi urbani ed il riutilizzo di beni riutilizzabili ceduti come tali da soggetti privati al soggetto attuatore.

23 il riscontro della stampa:

24 La fase transitoria In attesa dell individuazione e dell allestimento del nuovo spazio in cui realizzare la sperimentazione vera e propria di Prisca, partendo da una situazione già avviata dalla cooperativa Insieme, è stato messo a punto un sistema di logistica temporaneo legato alla riorganizzazione del magazzino, ancora in fase di perfezionamento, che collega i flussi dai centri di raccolta, alla preparazione al riuso, allo stoccaggio del materiale pronto per la successiva vendita. riorganizzazione logistica del magazzino

25 La fase transitoria Oggetto di riorganizzazione è stata anche l area del minuto conferimento, ossia di quello spazio dove i cittadini portano oggetti, vestiti, casalinghi, libri che non utilizzano più. E stato creato lo spazio per una prima selezione e registrazione dei beni. area del minuto conferimento

26 La Ricicleria Ovest Parallelamente si è riorganizzata la logistica anche per la Ricicleria Ovest, il Centro di Raccolta a Vicenza che attualmente rifornisce Cooperativa Insieme. Una riorganizzazione si è resa necessaria al fine dell ottimizzazione di spazi, tempi e risorse a fronte di un aumento quantitativo di beni da avviare al riutilizzo. l area per i beni da avviare al riutilizzo

27 I laboratori: l elettrico E stato strutturato un laboratorio per la selezione, le operazioni di testing e di preparazione alla vendita dell apparecchiatura elettrica di piccole dimensioni. Il laboratorio elettrico

28 I laboratori: le biciclette Importante è stato l impulso dato alla riparazione delle biciclette provenienti dai centri di raccolta. Il laboratorio di riparazione biciclette

29 Il nuovo spazio La ricerca del capannone dove implementare la sperimentazione ha richiesto tutta una serie di verifiche sulle condizioni necessarie ai fini dell ottenimento dell autorizzazione per la lavorazione di rifiuti e ai fini dell impiantistica anticendio. A gennaio 2013 è stato individuato nel Comune di Grisignano di Zocco (VI). A febbraio 2013 è stato siglato il contratto di affitto. Il nuovo capannone a Grisignano (VI)

30 Lo studio del layout Particolare attenzione è stata data allo studio del layout che prevede: - l identificazione dell area destinata al materiale ancora «rifiuto» da avviare alla preparazione al riutilizzo - l organizzazione dello spazio destinato ai «beni» in magazzini logici beni beni/rifiuti rifiuti

31 L allestimento del nuovo spazio L estate ha visto il nuovo spazio popolarsi di carrelli elevatori, transpallet, ceste, cargopallet sono state acquistate tutte le attrezzature necessarie per l inizio della sperimentazione Attrezzatura per il nuovo spazio

32 L allestimento del nuovo spazio Importante e di forte impatto è stato il montaggio delle scaffalature che ha reso evidente l obiettivo di Prisca: processare grossi quantitativi di materiale da avviare al riuso. L allestimento del nuovo spazio

33 Cosa avviene I primi risultati: le fasi operative del Modello PRISCA Dove avviene Intercettazione Rifiuti: Centri di Raccolta Beni: sede, sgomberi civili Differenziazione Rifiuti: Centri di Raccolta Beni: sede Preparazione al riutilizzo (igienizzazione, controllo ed eventuale testing, riparazione e restauro) Impianto di Preparazione al Riutilizzo Composizione Lotti Impianto di Preparazione al Riutilizzo Vendita (dettaglio e ingrosso) Sedi di vendita

34 I primi risultati: il Manuale Operativo del Modello PRISCA E stato elaborato il Manuale Operativo del Modello PRISCA che descrive e supporta l applicazione del Modello PRISCA. L adozione delle istruzioni operative contenute nel manuale e di un sistema di etichette e registri consente: - Maggiore efficienza gestionale e controllo dei costi; - Completa tracciabilità e rigorosa separazione di beni e rifiuti all interno dell impianto dove si svolgono contemporaneamente attività di riutilizzo e di preparazione al riutilizzo.

35 La formazione: L analisi e la formazione delle competenze in materia ambientale (di lavorazione sui rifiuti), di sicurezza sul luogo di lavoro, di lavorazione e riparazione materiali, di ottimizzazione dei processi, di vendita all ingrosso sono un altro fronte che vede la compagine sociale di Insieme ancora impegnati. laboratorio di ricondizionato

36 I prossimi passi: 1) la costruzione di una rete di approvvigionamento in grado di garantire i quantitativi necessari per l offerta all ingrosso. Sono in programma le seguenti azioni: -contatti con cooperative che gestiscono Centri di Raccolta nel territorio vicentino - contatti con i Comuni della provincia di Vicenza che si sono resi disponibili a lavorare sulla messa a punto di un sistema di raccolta e selezione di materiali provenienti dai propri Centri di Raccolta da indirizzare alla preparazione al riuso, sottraendoli dai rifiuti ingombranti. biciclette materiale elettrico

37 I prossimi passi: 2) la costruzione di una rete commerciale per lo sviluppo della vendita all ingrosso. Sono in programma le seguenti azioni: -contatti con i possibili clienti individuati dalla mappatura OdR -rafforzamento della rete commerciale dei clienti ingrosso di abbigliamento tessile che Insieme ha già in essere con la proposta anche di ingrosso oggettistica lavelli libri

38 I prossimi step Sperimentazione del Modello presso il Centro di Riuso di Vicenza (12 mesi) Avvio della fase di preparazione a SBT Attività di disseminazione: - Seminari Regionali - I Conferenza Nazionale ospitata all interno della XXXV Edizione della Fiera del Baratto e dell Usato a Napoli il 16 novembre

39 E attivo il sito web di progetto È possibile essere informati delle attività di progetto ricevendo la Newsletter

40 Grazie per l attenzione!

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