LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE UN ANALISI SUI PRINCIPALI COMUNI DEL PIEMONTE Edizione 2013

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1 MONSPL2013 LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE UN ANALISI SUI PRINCIPALI COMUNI DEL PIEMONTE Edizione 2013 Executive Summary Il progetto MONSPL 2013 ambisce ad offrire al sistema camerale e alle amministrazioni competenti un utile strumento per gestire e partecipare in modo consapevole ai dibattiti che hanno come oggetto il destino dei servizi pubblici locali. Con informazioni attendibili e definite con procedure e metodologie certificate tali soggetti potranno far fronte, con consapevolezza, alle pressioni che provengono dalla crescente attenzione da parte dei media e delle associazioni dei consumatori. Sono state analizzate le tariffe del periodo di acqua, gas naturale e rifiuti e del periodo di energia elettrica. L analisi si concentra sulle utenze domestiche residenti nei capoluoghi piemontesi ed in altre 17 località del Piemonte con più di abitanti per un totale di 25 città. La raccolta dati ed il monitoraggio delle tariffe del teleriscaldamento sono proseguiti anche per l edizione Tuttavia, si è proceduto con notevole difficoltà raccogliendo informazioni su un settore che attraversa una fase di intensa evoluzione normativa e che, secondo le nostre aspettative, subirà ulteriori spinte al cambiamento con la pubblicazione in Autunno del rapporto curato dall Antitrust. Il processo di ristrutturazione in atto produrrà effetti su: regole tariffarie, accesso al servizio e forme di tutela dei consumatori, trasformando radicalmente il settore. Queste considerazioni hanno indotto il gruppo di lavoro, in discontinuità con le precedenti edizioni ed in attesa che si configuri con più chiarezza il quadro normativo che regolerà il settore, ad interrompere la pubblicazione delle analisi tariffarie relative al teleriscaldamento. 1

2 Servizio Idrico Integrato Con il decreto legge 201/11 è stato dato avvio ad un processo di riforma: sono state attribuite all'autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, dalla definizione dei costi ammissibili e dei criteri per la determinazione delle tariffe a copertura di questi costi, alle competenze in tema di qualità del servizio, di verifica dei piani d'ambito e di predisposizione delle convenzioni tipo per l'affidamento del servizio. L'Autorità, con la delibera 585/2012/R/IDR, ha poi approvato i criteri per determinare le tariffe del servizio idrico integrato nel biennio La metodologia proposta non ha determinato le tariffe, ma definito i criteri per la loro quantificazione, anticipando le linee generali di quella definitiva, prevista a partire dal Con la deliberazione 273/2013/R/IDR sono stati inoltre determinati i criteri attraverso cui gli Enti d'ambito dovranno individuare gli importi di remunerazione del capitale investito da restituire agli utenti, per il periodo 21 luglio-31 dicembre 2011, a seguito dell esito del referendum popolare del 12 e 13 giugno Appare evidente che la fornitura dei servizi idrici sia contraddistinta in questa fase da un elevata incertezza causata dai tempi, ritenuti da alcuni troppo lunghi, necessari per produrre il processo di cambiamento imposto al settore dall esito referendario e dal decreto Salva Italia. Tuttavia prevediamo che l impatto sulle tariffe, quantomeno nel breve periodo, sarà piuttosto contenuto a causa dei limiti agli aumenti imposti dalla stessa AEEG. Allo stato attuale ed in riferimento agli anni oggetto di monitoraggio, la tariffa del SSI prevede una componente fissa ed una variabile. Le due componenti possono essere a loro volta distinte per tipologia di servizio (acquedotto, fognatura e depurazione). Nella maggior parte dei casi viene utilizzata un articolazione tariffaria a blocchi crescenti per il servizio acquedotto ed una a scaglione fisso (flat) per i servizi di fognatura e depurazione. Solo nel comune di Biella rimane operativa per l'anno 2012 una tariffa flat anche per la componente acquedotto. La variabilità di scelte fra i vari comuni si riflette anche nella configurazione degli scaglioni di consumo, la cui dimensione congiuntamente alla struttura incrementale della tariffa è stata individuata come strumento per generare una spinta a comportamenti virtuosi nel consumo di acqua. Sulla base dello schema già utilizzato nelle precedenti edizioni sono state considerate tre diverse tipologie di famiglia: i single (il cui consumo annuale di acqua secondo i dati generalmente riconosciuti ammonta in media a 55 metri cubi l anno), i nuclei composti da tre persone (130 metri cubi l anno) e le famiglie formate da cinque componenti (200 metri cubi). Per l'anno 2012 la spesa media per le tre tipologie è stata rispettivamente di 76,90, 178,83, 294,96. Più in generale se raffrontiamo i livelli di spesa delle città piemontesi monitorate al dato medio nazionale è possibile evidenziare come la quasi totalità dei comuni oggetto di monitoraggio si trovi ad un livello di spesa inferiore alla media nazionale 1. 1 Fonte: XI Indagine sul servizio idrico integrato, realizzata dal Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione della Federconsumatori Nazionale 2

3 Tuttavia, molte realtà piemontesi si sono avvicinate alla media nazionale e nel 2012, così come nel 2011, quattro città, Asti, Biella, Vercelli e Casale Monferrato sono risultate sopra la media (se si considera il dato relativo alla famiglia di 5 componenti). La media delle variazioni di spesa per il consumo di acqua per i single piemontesi è stata tra il 2011 ed il 2012 di circa il 2,07%, in linea con le variazioni registrate tra il 2010 ed il 2011 (pari al 2,3%). Scendendo nel dettaglio abbiamo registrato variazioni negative, ovvero inferiori al tasso di inflazione, per la sola città di Vercelli. Le tariffe sono invece rimaste invariate rispetto al 2011 nella città di Asti. Le città appartenenti all ATO-6, Biella, Cuneo, Verbania, Bra, Casale e Mondovì hanno imposto aumenti inferiori al 3%. Tra il 3% ed il 6% gli aumenti per le città di Novara, Borgomanero, Fossano e dell ATO-3, superiori al 6% per la città di Alba. Se osserviamo l intera serie storica, come la variazione tra il 2011 e il 2012, appare evidente come vi sia stata una generale convergenza delle tariffe. Per questo motivo le città che hanno fatto registrare gli aumenti più significativi sono quelle che partivano da livelli di spesa inferiori. Nel periodo Cuneo, Novara, Verbania e Alba sono state le città con gli aumenti maggiori. La città di Cuneo ha registrato l'aumento maggiore (108,15 %), seguita da Alba (98,95%), Novara (83,05%) e Verbania (73,40 %). Sono invece le città appartenenti all ATO-6 che, seppur partendo da un livello di spesa nel 2005 sopra la media (58 ), hanno registrato aumenti più contenuti (circa il 6,8%). La spesa media per le famiglie di 3 componenti nel 2012 è stata di circa 179. Le città che hanno offerto le tariffe più basse sono quelle della Provincia di Cuneo: Fossano (142 ), Mondovì (143 ) e la stessa Cuneo (160 ), e la città di Novara (159 ). Vercelli e Biella sono state le città con le tariffe più alte (202 e 260 ). Se si osserva nel dettaglio la dinamica della spesa per il consumo d'acqua per le famiglie con tre componenti si notano aumenti contenuti o nulli per le città dell'ato 6, di Biella, Verbania,Vercelli e Casale. Alba e Fossano sono i comuni che hanno registrato l'aumento maggiore tra il 2011 ed il 2012, rispettivamente il 25,88% e l'11,36%. Cuneo, Novara, l'ato 3, Bra, Borgomanero e Mondovì hanno registrato aumenti tra il 3% e il 6%. Tra il 2005 ed il 2012 le città di Alba, Cuneo e Novara hanno fatto registrare i maggiori aumenti: tra l'87% di Novara ed il 111% di Alba. Anche per questa categoria di consumi si riscontra una generale convergenza delle tariffe, con aumenti più sostenuti per le città con un valore di partenza più basso. Per le famiglie con 5 componenti si registrano variazioni delle tariffe rispetto al 2011 comprese tra il -3% (al n.i.) di Asti, dove le tariffe non hanno subito alcuna modifica, e il 22% di Alba; come già accennato l aumento in quest'ultimo caso è però applicato a tariffe che si attestano su livelli inferiori al valore medio regionale. Sull intera serie storica gli aumenti registrati per le famiglie con cinque componenti sono stati mediamente pari al 49%, in linea con gli aumenti rilevati per le altre tipologie famigliari. Le città di Cuneo, Novara e Alba hanno registrato il maggior aumento (tra l'85% e il 120% circa), a seguire Verbania (53%) e le città dell'ato-3 (44%). Per i comuni restanti si sono verificati aumenti tra il 21% ed il 38%. Aumenti contenuti, pari a circa il 5%, per la città di Asti. 3

4 Energia Elettrica L Autorità per l Energia Elettrica e il Gas (AEEG) definisce le regole tariffarie per la vendita ai consumatori finali di energia elettrica e ne determina le variazioni e gli aggiustamenti con cadenza trimestrale. L analisi è stata svolta su tutti i Comuni oggetto di monitoraggio considerando le tariffe definite dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas riferite ai clienti che rimangono legati al mercato regolato, ovvero coloro che non avendo compiuto il passaggio al mercato libero beneficiano delle condizioni tariffarie di maggior tutela. Dal primo luglio 2007, momento di apertura al mercato del settore dell energia elettrica, circa il 24,8% delle utenze domestiche ha effettuato il passaggio al mercato libero. Al netto dei rientri nel servizio di maggior tutela registrati le utenze servite con condizioni tariffarie di maggior tutela sono alla fine del 2012 ancora il 78,2%. Il sistema tariffario prevede una quota fissa e una quota variabile. La quota fissa è divisa in corrispettivo di potenza (determinato dalla potenza installata, 3 kw nelle nostre stime) e un corrispettivo per l'utenza (stabilito all'inizio dell'anno termico e costante per l'intero anno). La quota variabile comprende: distribuzione, trasporto, commercializzazione all ingrosso e vendita al dettaglio. Assumendo un consumo medio annuo pari a kwh per i single, kwh per le famiglie di tre componenti e kwh per le famiglie di cinque componenti, la spesa che le tre tipologie hanno sostenuto per l approvvigionamento di energia elettrica nel 2012 è rispettivamente di: 340,58, 568,25 e 1.245,71. La spesa per singolo componente risente dell incidenza dei costi fissi e delle assunzioni sul consumo medio mostrando un andamento non lineare, con valori procapite pari a 340,58 /persona per i single, 189,42 /persona per la famiglia di 3 componenti e 249,14/persona per il nucleo di cinque persone. Discorso diverso se si osserva il costo medio del kwh che cresce al crescere della famiglia, o meglio del consumo, con valori compresi tra 0,17 e 0,24 euro. Anche per l'anno 2012, continua il trend di aumento per le componenti di tariffa relativi a oneri generali di sistema, energia ed approvvigionamento, già registrato a partire dal primo trimestre Si segnala inoltre che dall'1/1/2012 sono state soppresse le addizionali comunali e provinciali e che l'imposta erariale è stata di conseguenza rideterminata (2,27 c /kwh) per mantenere la parità di gettito dalle accise. Rispetto al 2011 si segnala un aumento della spesa per energia elettrica di circa il 14,44% per i single, 6,45% per le famiglie con tre componenti e del 10,17% per le famiglie con cinque componenti. Gas Naturale per uso domestico Le regole tariffarie della vendita e distribuzione di gas sono determinate dall'autorità per l'energia Elettrica ed il Gas. Nel corso del 2009 una rilevante modifica alla struttura delle tariffe è stata introdotta dalla delibera dell'aeeg num. 206, secondo cui a decorrere dal Luglio del 2009 la tariffa applicata alle utenze finali, denominata tariffa obbligatoria, è unica a livello sovraregionale 2 e mantenuta costante per l'intero anno solare. Anche la tariffa del gas prevede una quota fissa e una quota variabile. Il valore della quota fissa è stabilito all inizio di ogni anno termico e rimane invariato per i dodici mesi successivi. La quota variabile comprende le quote per i seguenti servizi: 2 Il Piemonte rientra nell'ambito Nord-Occidentale. 4

5 distribuzione, trasporto sulla rete nazionale, stoccaggio, commercializzazione all ingrosso. L'aliquota IVA applicata risulta differenziata per livelli di consumo: il 10% per consumi entro i 480 mc/anno, il 20% per le eccedenze. Sono stati ipotizzati tre scenari medi, al fine di elaborare simulazioni esemplificative della spesa media di differenti tipologie familiari residenti in Piemonte. Il consumo medio nazionale di gas per uso domestico è di circa metri cubi per una famiglia di due o tre componenti (si ipotizza efficienza media per la dotazione tecnologica della casa). E' presumibile che le utenze collocate sul territorio piemontese presentino un consumo superiore alla media (per le caratteristiche orografiche e climatiche della regione) e variabile in funzione della stagione termica. Per questo motivo si è proposta nuovamente una distribuzione del consumo medio seguendo la domanda media nell anno termico e le temperature medie nella città di Torino. Nello specifico abbiamo assunto che il fabbisogno di energia termica sia proporzionale alla sommatoria dei gradi giorno, ovvero la differenza tra la temperatura interna di una abitazione e la media delle temperature registrate all esterno. La spesa per il gas nell anno 2012 è stata di 739,11 per i single, 1.630,23 per le famiglie di tre componenti e 2.086,73 per le famiglie di 5 componenti. Seppure il costo medio per metro cubo di gas cresca al crescere della famiglia seguendo la struttura tariffaria a blocchi incrementali, anche nel caso del gas la spesa per i single risente dell incidenza dei costi fissi e dell assunzione di crescita non lineare dei consumi di gas. Nel 2012 un single pagava in media il 36% in più della quota di spesa imputabile al singolo componente di una famiglia di 3 persone e il 77% in più del singolo componente di una famiglia di 5 persone. Osserviamo aumenti tra il 2011 e il 2012 per tutte le tipologie familiari. Va ricordato però che dopo la crisi del 2008 e il crollo del prezzo del petrolio anche il prezzo del gas naturale si è ridotto con evidenti effetti sulla spesa per il riscaldamento residenziale. Tra il 2011 e il 2012, l'aumento maggiore, pari all'8,75%, è stato registrato per la categoria dei single. Per le altre tipologie familiari, come tra il 2010 e il 2011, gli aumenti sono stati nell ordine del 10%, che al netto del tasso di inflazione risulta essere circa del 7%. In tutta la serie storica, , gli aumenti sono stati compresi tra il 39% ed il 56% (al lordo dell inflazione) a seconda della composizione famigliare. Rifiuti Solidi Urbani Dopo più di dieci anni dalla legge 3 che istituiva il passaggio da tassa (TARSU) a tariffa (TIA) il sistema tariffario piemontese continua ad essere caratterizzato da elevata eterogeneità; nell'anno 2012 sono ancora esistenti due differenti sistemi di tariffazione che per le loro peculiarità conducono ad esiti assai divergenti del calcolo della spesa presunta per le famiglie. L'incertezza normativa in materia di gestione dei rifiuti che ha caratterizzato gli ultimi anni sembra essere giunta ad un punto di svolta, con il decreto Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011, che ha istituito dal 1 gennaio 2013 in tutti i comuni del territorio nazionale il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, denominato TARES. Il nuovo tributo assorbirà la TARSU e la TIA ma sarà associata al finanziamento di servizi definiti indivisibili ( illuminazione pubblica e manutenzione delle strade) per differenziarli dai servizi a 3 Decreto Legislativo 22/97 ( Decreto Ronchi) poi modificato ed assorbito dal Decreto Legislativo 152/06 (Codice dell'ambiente). 5

6 richiesta (asili nido e assistenze domiciliari). I cittadini si troveranno a pagare dunque un tributo di qualche decina di euro superiore rispetto a quello che pagavano in precedenza essenzialmente per due cause: la prima è quella relativa copertura finanziaria di un più ampio spettro di servizi alla cittadinanza, in secondo luogo il tributo dovrà necessariamente coprire integralmente il costo del servizio rifiuti. Quest ultimo aspetto è particolarmente rilevante soprattutto per i Comuni che applicano ancora la TARSU per i quali la distanza da colmare rispetto alla copertura completa dei costi potrebbe portare ad aumenti considerevoli. Per l anno 2012, oggetto del rapporto di monitoraggio qui presentato, la tassa (Tarsu) è definita, approvata e riscossa dal singolo Comune annualmente. Non esistono criteri tariffari veri e propri per la determinazione della Tarsu e non esistono limiti al suo incremento negli anni. Per le utenze domestiche il Comune approva una tariffa al metro quadro che viene applicata alla superficie dell abitazione di cui dispone la famiglia. Proprio perché la Tarsu risulta completamente slegata dalle dimensioni della famiglia, sono previste agevolazioni e riduzioni per le utenze composte da una sola persona (tra il 10% ed il 33%). Alla Tarsu si applica il contributo ambientale provinciale pari al 5% e l addizionale ex ECA in misura 10% della tassa. L applicazione della Tariffa di igiene ambientale (TIA) risulta più complessa ed articolata: è determinata dal Comune ed è riscossa dal gestore del servizio (in alcuni casi dallo stesso Comune o da un Consorzio di Comuni). Per la determinazione della TIA, al contrario della Tarsu, viene utilizzato il Metodo Normalizzato che presume la copertura dei costi del servizio e la remunerazione dei capitali investiti. L articolazione della tariffa prevede in genere una quota fissa ed una variabile: la prima dipende dal numero di componenti della famiglia o della superficie dell'immobile. La quota variabile può essere legata al quantitativo di rifiuti prodotti, stimato in modo parametrico, o al numero di svuotamenti effettivi dei contenitori di rifiuto non differenziato. Sulla tariffa è applicato il tributo ambientale provinciale nella misura massima del 5% sul totale del costo della tariffa. 4 tra i comuni analizzati applicano ancora l'iva sulla TIA, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale n. 238 nel 2009 e la più recente sentenza della corte di Cassazione n. 3756/201, abbiano stabilito che essendo la TIA un tributo e non una vera tariffa, su di essa non può essere applicata l IVA. L analisi ha riguardato 25 comuni; nel 2012 nessuno di essi e è passato dalla tassa alla tariffa di igiene ambientale e dunque, come nel 2011, circa la metà dei comuni (12) utilizza ancora la TARSU. Per il calcolo della spesa per rifiuti abbiamo assunto che i single vivano in un abitazione di 75 metri quadri, le famiglie formate da tre persone in 95 metri quadri e i nuclei di cinque persone in 105 metri quadri. Nel 2012 la spesa annuale per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sostenuta dalle persone che vivono sole oscilla fra 87 della città di Chieri (tariffa) e i 197 di Alessandria (tariffa). In media le città che adottano la Tarsu sono state meno care (circa 133 ) rispetto alle città che hanno adottato la TIA (145 ). Tuttavia appare evidente che non vi sia una connessione chiara tra i valori osservati e i sistemi tariffari applicati. Mentre tra il 2010 e il 2011 le variazioni tariffarie erano state molto contenute, tra il 2011 e il 2012 gli aumenti sia delle TIA che delle TARSU risultano più consistenti, anche se in molte città comunque inferiori al tasso di inflazione. 6

7 Nei comuni di Asti, Cuneo,Vercelli, Alba, Bra, Ivrea, Novi Ligure, Pinerolo e Mondovì le tariffe sono rimaste invariate. Per le città di Torino, Verbania, Chieri, Rivoli, Borgomanero, Grugliasco e Collegno gli aumenti sono stati uguali o inferiori al tasso di inflazione e i comuni di Moncalieri e di Fossano hanno fatto registrare una riduzione della spesa, rispettivamente pari al 3,4% e al 6,8%. Settimo Torinese e Biella hanno fatto registrare aumenti inferiori al 2%. Nei comuni di Tortona e Nichelino gli aumenti sono stati più elevati (6,6% e 4,21%), ma le variazioni maggiori sono state registrate ad Alessandria (9,71%) e a Novara (16,23%). Mentre quest'ultimo comune presenta una spesa per il servizio di raccolta dei rifiuti ampiamente inferiori alla media regionale, Alessandria a causa del consistente aumento risulta la città più cara per l'anno Osservando la serie storica, tra il per alcune città (Biella, Rivoli, Pinerolo, Chieri ed Alba) vi sono stati aumenti non superiori al 10%, per altre (Cuneo e Torino) gli aumenti sono stati tra il 10 e il 20%. Le città con i maggiori aumenti sono state Alessandria (34%) e Novi ligure (42%).Asti, Ivrea e Verbania hanno invece registrato aumenti inferiori al tasso di inflazione. Casi particolari sono le città di Casale M.to e Moncalieri: entrambe nel 2005 adottavano la Tarsu, ma con il passaggio alla tariffa e ad una nuova gestione del ciclo del servizio avvenuti nel 2006 si è registrata una riduzione del corrispettivo richiesto ai single considerevole, rispettivamente del 15% e del 37% in termini reali. La spesa per le famiglie di tre componenti è oscillata nel 2012 tra i 134 di Fossano e i 364 di Alessandria, evidenziando una differenza tra il valore minimo e quello massimo di circa 2,7 volte. Le città meno care sono state: Novara, Alba, Chieri, Ivrea, Rivoli e Fossano, in cui la spesa media è stata inferiore ai 200. Asti, Alessandria e Casale M.to le città in cui le famiglie di tre persone hanno speso di più, con una spesa superiore ai 300. Le famiglie composte da cinque persone hanno speso in media 374 se residenti nei Comuni che hanno adottato la tariffa di igiene ambientale e 236 in quelli cha hanno utilizzato la Tarsu, con il valore minimo fatto registrare a Fossano (149 ) e quello massimo a Alessandria (506, dovuto ad un considerevole aumento tra il 2011 e il 2012). Mediamente il divario tra i due sistemi tariffari aumenta al crescere della dimensione della famiglia. Tuttavia, è bene ricordare che le medie sono misure statistiche che possono risultare limitate nella rappresentazione delle specificità delle realtà monitorate; ne è un esempio il caso della città di Chieri che adotta la tariffa dal 2004 e in cui le famiglie con cinque componenti hanno speso nel , attestandosi ad un livello di spesa ampiamente inferiore alla media dei Comuni che utilizzano la Tarsu. Gli aumenti tariffari tra il 2011 e il 2012 risultano uguali per tutte e tre le tipologie di famiglie analizzate; la città che ha fatto registrare l'aumento più significativo è stata la città di Novara (16 % al netto dell'inflazione). La spesa complessiva e l impatto sui consumi L analisi della spesa complessiva è stata realizzata utilizzando i dati relativi all acqua, i rifiuti e il gas a partire dal Per gli anni è stato possibile inserire la voce di spesa relativa all energia elettrica. 7

8 La spesa complessiva nell anno 2012 per i servizi pubblici locali, nello specifico: acqua, rifiuti, gas naturale (esclusa energia elettrica) per le persone che vivono da sole è stata compresa tra 894 e Le città nelle quali si è speso di più nel 2011 si sono confermate come le realtà più care anche nel 2012: Alessandria, Asti, Biella, Torino e Moncalieri, seguite da Nichelino e Casale. Le città in cui si spende meno sono state anche nel 2012 Chieri, Fossano e Grugliasco. Rispetto al 2011, la spesa totale per servizi pubblici locali è aumentata mediamente del 6,6% (al netto dell'inflazione). Per quanto riguarda la serie storica completa, la città di Novara registra l'aumento maggiore, pari al 36%, mentre quella di Moncalieri, che fino al 2011 presentava incrementi tariffari inferiori al livello di inflazione generale, registra l'aumento minore (pari al 3,28%) In sette città la spesa totale per i servizi pubblici locali è aumentata tra il 14% e il 20% (Asti, Biella, Torino, Alba, Chieri, Pinerolo e Rivoli). Per tutti gli altri Comuni si sono registrati aumenti compresi tra il 20% e il 30%. La spesa complessiva per le famiglie composte da tre persone oscilla tra i a Fossano, città in cui è stato rilevato l'aumento maggiore rispetto al 2011 (pari all'8%) e i a Biella. In generale, la media degli incrementi è stata pari a circa il 6%. Per le famiglie più numerose (cinque componenti) la spesa complessiva per acqua, rifiuti e gas nel 2012 oscilla tra e I Comuni nei quali si spende di più sono Alessandria, Asti, Biella, Casale M.to e Moncalieri; quelli nei quali si spende meno sono Fossano, Borgomanero, Cuneo, Novara, Ivrea e Alba. Anche per le famiglie di cinque componenti notiamo che le variazioni rispetto all anno 2011 sono state mediamente del 6%. Rispetto al 2005 le variazioni sono state paragonabili a quelle riscontrate per le famiglie di tre componenti, tutte comprese tra il 23% ed il 45%. Considerando la serie storica, le famiglie numerose risultano ancora generalmente le più penalizzate, con aumenti negli ultimi sette anni mediamente pari al 34%, contro il 21% registrato per i single. Appare evidente che la dinamica della spesa per servizi pubblici locali è fortemente condizionata dalla spesa per il riscaldamento, che rappresenta la quota principale dell'importo totale. L inclusione nelle analisi di spesa della voce relativa all energia elettrica determina variazioni più significative rispetto al 2011 con valori che si attestano mediamente intorno al 9% per i single, al 6% per le famiglie di tre componenti e all'8% per le famiglie più numerose. La spesa totale per gas naturale, elettricità, servizio idrico integrato e raccolta e smaltimento rifiuti è pari a per i single, a per la famiglia di 3 componenti e a per la famiglia di 5 componenti. 8

9 Nella tabella seguente è riportata una tabella riassuntiva che riporta la spesa annua in Euro per i servizi pubblici locali analizzati nei capoluoghi di provincia piemontesi per una famiglia di 3 componenti: Capoluogo Servizio Idrico Integrato Rifiuti Solidi Urbani Energia Elettrica Gas Naturale Spesa Totale in SPL Torino 180,00 255,54 568, , ,02 Alessandria 174,45 364,20 568, , ,13 Asti 197,67 332,71 568, , ,86 Biella 260,29 295,20 568, , ,97 Cuneo 159,75 207,58 568, , ,81 Novara 158,70 183,54 568, , ,72 Verbania 164,85 263,84 568, , ,17 Vercelli 201,63 208,67 568, , ,78 Conclusioni Considerazioni Generali: Si è riscontrato un graduale e continuo aumento della trasparenza nella gestione e comunicazione dei dati relativi alle tariffe dei SPL, Si può riscontrare una tendenziale convergenza dei livelli tariffari: i maggiori aumenti avvengono nelle città che partivano da più bassi livelli garantendo una maggiore omogeneità di servizi e tariffe sul territorio regionale, Servizio Idrico Integrato: I livelli di spesa di quasi tutte le città piemontesi monitorate sono più bassi del dato medio nazionale (XI Indagine sul servizio idrico integrato, realizzata dal Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione della Federconsumatori Nazionale), Le variazioni rispetto al 2011 risultano generalmente contenute, con comuni che hanno mantenuto costanti le tariffe (Asti) o addirittura diminuite (Vercelli), Rifiuti Solidi Urbani: Anche nel caso dei rifiuti solidi urbani gli aumenti sono rimasti piuttosto contenuti, Nei comuni di Asti, Cuneo, Vercelli, Alba, Bra, Ivrea, Novi Ligure, Pinerolo e Mondovì le tariffe sono rimaste invariate, Per le città di Torino, Verbania, Chieri, Rivoli, Borgomanero, Grugliasco e Collegno gli aumenti sono stati uguali o inferiori al tasso di inflazione e i comuni di Moncalieri e di Fossano hanno fatto registrare una riduzione della spesa, rispettivamente pari al 3,4% e al 6,8%, 9

10 Se si osserva l intera serie storica ( ) si evidenzia una crescita delle tariffe piuttosto contenuta (anche inferiori al 10% come Chieri, Rivoli, Pinerolo, Bra; o di poco superiori come Torino). Note finali Se escludiamo i servizi di fornitura di gas naturale ed energia elettrica, le cui tariffe vengono determinate a livello sovraregionale, la variabilità sul territorio delle tariffe di acqua e di rifiuti e persiste anche nel 2012, Le tariffe per il servizio idrico, l energia elettrica e il gas naturale tendono per il 2012 strutturalmente al rialzo, con l'unica eccezione del servizio idrico della città di Vercelli che presenta variazioni negative, La spesa per la raccolta rifiuti ha fatto registrare variazioni più eterogenee con realtà che presentano variazioni reali, ovvero al netto del tasso d inflazione, negative ed altre città con aumenti anche pari al 20%, La spesa totale per i servizi pubblici (esclusa l'elettricità) è aumentata per tutte le tipologie familiari e in particolare per i single, per i quali l'aumento rispetto al 2011 (pari al 7%) è maggiore di circa un punto percentuale rispetto all'incremento registrato per le famiglie più numerose, Infatti, mentre le tariffe per il servizio idrico e per i rifiuti hanno previsto incrementi minori per le persone che vivono da sole, privilegiando scelte tariffarie finalizzate al contenimento dei consumi di acqua e di produzione di rifiuti, le tariffe per l'elettricità e il gas naturale hanno registrato aumenti notevolmente più consistenti per i single, L inclusione nella spesa totale della quota legata all'energia elettrica, aumenta il divario tra le variazioni rispetto al 2011 per i single e per la famiglia di tre componenti e aumenta di quasi due punti percentuali la variazione media rispetto al 2011 per le famiglie di cinque componenti, Il continuo monitoraggio della spesa per i servizi pubblici locali ha consentito di evidenziare un progressivo aumento delle tariffe che sembra persistere nel tempo, Tali aumenti, riconducibili al concorrere di più fattori e accompagnati dalla crisi economica in atto, hanno come effetto immediato quello di generare difficoltà nell affrontare il pagamento di taluni servizi, L identificazione e quantificazione di utenti cosiddetti vulnerabili, ovvero quelli più esposti al rischio di affrontare periodi di insolvibilità, diventa una naturale prosecuzione del progetto di monitoraggio qui presentato oltre che un compito di rilevanza strategica sia per l operatore privato che per gli amministratori di politiche di welfare, Queste considerazioni sono state dunque il motore per la Turin School of Local Regulation iniziativa della Fondazione per l Ambiente - ad avviare il progetto AFFORD La sostenibilità delle tariffe dei principali servizi pubblici locali, realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e di EGEA Ente Gestione Energia Ambiente S,p,a, di Alba, In tale ambito è stato sviluppato il Turin Index, indice della morosità dei servizi pubblici locali in ambito urbano, che rappresenta una delle attuali prospettive di ricerca della Turin School of Local Regulation. 10

11 Per informazioni ulteriori: L attività di ricerca è realizzata dal gruppo di lavoro della Turin School of Local Regulation della Fondazione per l Ambiente Teobaldo Fenoglio - ONLUS (Coordinamento scientifico: Franco Becchis e Daniele Russolillo). Il rapporto è stato curato da Vito Frontuto con la collaborazione di Alice Montalto, Fulvia Nada e Andrea Sbandati. Il progetto è sostenuto dalla Camera di commercio di Torino: 11

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