Carbon Footprint Study Report
|
|
- Francesca Alfieri
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Carbon Footprint Study Report Carbon Footprint Analysis: Parmigiano Reggiano DOP Made by Caseificio Caramasche Soc. Coop. September
2 Indice 1. Introduzione...5 Definizione della Carbon Footprint del Prodotto...5 Carbon Footprint e Carbon Management Metodologia per la quantificazione della CFP...7 Descrizione generale...7 Metodologia per la contabilizzazione della Carbon Footprint...7 Uso di CFP-PCR...8 Principi per la contabilizzazione della Carbon Footprint Obiettivo e il campo di applicazione dello Studio della CFP Obiettivo Campo di applicazione Unità funzionale Specificazione del prodotto e processo della produzione Classificazione dei prodotti secondo PCR Società produttrice Confini del sistema e sistema prodotto Criteri cut-off Raccolta dati e valutazione della qualità dei dati Confini temporali Assunzioni e la fase di distribuzione Assunzioni relative alla conservazione domestica Procedure di allocazione Analisi dell'inventario Descrizione generale Raccolta dati Modulo Upstream Modulo Core Modulo Downstream Fattori di emissione GHG Validazione dei dati Periodo di tempo per la valutazione delle emissioni e delle rimozioni GHG Valutazione dell impatto Metodologia di calcolo
3 Risultati CFP Interpretazione Analisi di incertezza Analisi di sensitività Conclusioni, limitazioni e raccomandazioni Allegato A - Fattori di emissione Allegato B: Analisi di incertezza, la valutazione della qualità dei dati Tabelle Tabella 1. Potenziale di riscaldamento globale (GWP)...5 Tabella 2. Principi fondamentali per la procedura di contabilizzazione della carbon footprint...9 Tabella 3. Ingredienti dei prodotti Tabella 4. Materiali ausiliari utilizzati nella produzione Tabella 5. Upstream modulo produzione di latte crudo Tabella 6. Upstream modulo - imballaggi ed altri materiali di input Tabella 7. Core modulo Fonti di emissioni e raccolta dati primari Tabella 8. Downstream modulo - Fonti di emissioni e raccolta dati primari Tabella 9. Emissioni di gas serra e rimozioni legati alle fasi del ciclo di vita Tabella 10. Emissioni di gas serra e rimozioni provenienti dalle fonti di carbonio fossile e biogenica Tabella 11. Incertezze cumulative Tabella 12. Fase di fine vita Analisi di sensitività Figure Figura 1. Parmigiano Reggiano DOP prodotto dal Caseificio Caramasche Soc. Coop. nella sua forma originale Figura 2. Sito produttivo del latte crudo Figura 3. Trasporto del latte crudo Figura 4. Fase della coagulazione Figura 5. Fase della formatura Figura 6. Fase di salatura Figura 7. Zona di stagionatura Figura 8. Processo di produzione Parmigiano Reggiano DOP Figura 9. Confini generali del sistema Figura 10. Emissioni di gas serra disaggregate per fasi LCA Figure 11. Processi Upstream quota delle fonti di emissione Figure 12. Processi Core - quota delle fonti di emissioni Figure 13. Processi Downstream quota delle fonti di emissioni Figure 14. Incertezze per le emissioni GHG del prodotto
4 Abbreviazioni ADEME CEF CPC DEFRA EPD GHG GWP HFCs ISO IPCC LCA PFCs PCR SF6 WRI UN French Agency for Environment and Energy Management Carbon Emission Factor Central Product Classification UK Departmentfor EnvironmentFood & Rural Affairs Environmental Product Declaration Green House Gasses Global Warming Potential Hydro fluorocarbons International Standardization Organization Intergovernemental Panel for Climate Change Life Cycle Assessment Per fluorocarbons Product Category Rules Sulphur hexafluoride World Resource Institute United Nations 4
5 1. Introduzione Definizione della Carbon Footprint del Prodotto La Carbon Footprint rappresenta il valore delle emissioni di gas serra generate attraverso l intero ciclo di vita di un prodotto o di un servizio, durante un determinato periodo. Per il calcolo della carbon footprint del prodotto i confini sono stabiliti in base al ciclo di vita del medesimo ed Includono, quindi, tutti i processi produttivi ed i servizi relativi al prodotto, partendo dall estrazione e produzione di materie prime, passando dalla fabbricazione del prodotto e finendo con la fase di utilizzo e fine vita. In conformità con quanto definito dal Protocollo di Kyoto, sei tipologie di gas appartengono al gruppo dei gas ad effetto serra (GHG): anidride carbonica (CO 2 ), metano (CH 4 ), protossido d azoto (N 2 O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF 6 ) e perfluorocarburi (PFCs). L unità di misura per il calcolo della carbon footprint è la CO 2 equivalente, è un unità di misura che permette di pesare insieme le emissioni di gas serra diversi, con i differenti effetti di alterazione climatica. La normalizzazione avviene attraverso uno specifico indice denominato potenziale di riscaldamento globale (ing.global Warming Potential - GWP), elaborati dall IPCC, come presentato nella Tabella 1. Ad esempio, 1 tonnellata di metano ha la stessa capacità di assorbire il calore e di riscaldare l atmosfera durante il periodo prestabilito (in questo caso 100 anni) equivalente a 25 tonnellate di anidride carbonica. Gas ad effetto serra Formula chimica GWP 1 Anidride carbonica CO 2 1 Metano CH 4 25 Protossido d azoto N 2 O 298 HFC-23 (Idrofluorocarburi) CHF HFC-134a (Idrofluorocarburi) CH 2 FCF Esafluoruro di zolfo SF PFC-14 (Perfluorocarburi) CF PFC-116 (Perfluorocarburi) C 2 F Tabella 1. Potenziale di riscaldamento globale (GWP) Il presente documento, CFP Study Report, sarà soggetto ad una revisione critica in linea con la norma ISO 14044, come prescritto da ISO/TS è verrà utilizzato al fine di comunicazione interna. Carbon Footprint e Carbon Management La carbon footprint nell industria è definita come: "quantità di CO 2 ed altri gas ad effetto serra emessi dalle attività aziendali" (Carbon Trust). La CF viene calcolata utilizzando un approccio complessivo che riguarda l intero ciclo di vita (ing. Life Cycle). La valutazione del ciclo di vita (ing.life Cycle Assesment, LCA) è regolamentata dalle norme ISO 14040/14044, approvate a livello internazionale ed in vigore dal La comunicazione dei valori della carbon footprint del prodotto attraverso l etichettatura di beni e servizi ha dimostrato benefici sia per i consumatori che per le imprese. I consumatori nella fase 1 Fonte: 2007 IPCC Fourth Assessment Report (TAR) 5
6 d acquisto/utilizzo del prodotto con l apposita etichettatura si dimostrano più sensibili e informati, favorendo così un miglioramento delle performance ambientali di prodotto, mentre le imprese conseguono un vantaggio competitivo dimostrando che stanno agendo in modo responsabile nei confronti dell ambiente, dei consumatori e degli altri partner commerciali. Dal punto di vista di consumatori, la dichiarazione ambientale di prodotto è uno strumento essenziale per lo sviluppo di un consumo sostenibile. La pressione selettiva del consumatore può quindi essere un fattore importante per stimolare l innovazione nelle imprese, la promozione di un consumo sostenibile e il miglioramento delle performance ambientali. 6
7 2. Metodologia per la quantificazione della CFP Descrizione generale Uno studio della CFP del prodotto, secondo la specifica tecnica ISO/TS 14067:2013 (Greenhouse gases Carbon footprint of products Requirements and guidelines for quantification and communication), comprende le quattro fasi dell Analisi del ciclo di vita (ing.life Cycle Assessment, LCA): Definizione di obiettivo e di campo di applicazione Analisi dell inventario (ing. Life Cycle Inventory Analysis, LCI) Analisi degli impatti (ing. Life Cycle Impact Assessment, LCIA) e Interpretazione (ing.life Cycle Interpretation) Mentre i processi unitari del sistema di prodotto sono raggruppati in diverse fasi del ciclo di vita: Acquisto di materie prime, Produzione, Distribuzione e Utilizzo e fine vita. Per eleaborare lo studio della CFP, secondo la PCR, il sistema dei prodotti e processi unitari saranno raggruppati in tre fasi del ciclo di vita/processi: Processi Upstream Processi Core Processi Downstream Le emissioni e le rimozioni di gas serra durante l intero ciclo di vita del prodotto vanno assegnate proprio a quella fase del ciclo di vita in cui realmente si verificano. Metodologia per la contabilizzazione della Carbon Footprint Il calcolo del Carbon Footprint nasce negli anni 80 come parte dell analisi LCA. Nasce quando l'analisi delle prestazioni ambientali dei prodotti e dei servizi acquisisce una crescente importanza, i consumatori hanno bisogno di maggiori informazioni sulle conseguenze ambientali dei loro acquisti. L industria ha risposto definendo delle metodologie per l analisi del ciclo di vita dei prodotti e dei servizi forniti, dando vita a una nuova disciplina, il life-cycle assessment (LCA) (it. valutazione del ciclo di vita). Questo approccio, noto anche come dalla culla alla tomba (ing. "from cradle to grave"), serve a valutare l impatto ambientale della produzione, dell uso e dello smaltimento dei vari prodotti. La metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO 14040/ Uno dei principali impatti ambientali legati al LCA è il cambiamento climatico. La norma che regola la CF del prodotto è la ISO (ing. Greenhouse gases, Carbon footprint of products, Requirements and guidelines for quantification and communication). Un altro standard importante è il Publicly Available Specification(PAS) 2050, sviluppato da DEFRA, Carbon Trust e BSI British Standards e derivato dallo standard ISO Esso fornisce una metodologia standard per il calcolo della carbon footprint di prodotto o servizio, focalizzandosi esclusivamente sulle emissioni di gas serra lungo tutto il ciclo di vita e tenendo conto delle emissioni associate all intera filiera. 7
8 Per la categoria dei prodotti in esame esiste inoltre la Product Category Rules CPC Division 22: Dairy products and egg products, Version 2.0 dated Uso di CFP-PCR Questo studio della CFP viene basato sui requisiti e le linee guida: Sezione: 2 - Prodotti alimentari, bevande e tabacco; tessili, abbigliamento e prodotti in cuoio Divisione: 22 - Prodotti lattiero-caseari e prodotti a base di uova Gruppo: Altri prodotti lattiero-caseari Classe: Formaggi, freschi o trasformati (Versione dal ) freschi o trasformati Dato che la UN CPC 2225 si riferisce a PCR per il latte crudo e per la produzione di prodotti semilavorati delle operazioni presso le aziende agricole, vengono utilizzati anche: Sezione: 0 - Agricoltura, silvicoltura e prodotti della pesca Divisione: 02 - Animali vivi e prodotti di origine animale (escluse le carni) Gruppo: 022 Latte crudo Classe: Latte crudo bovino (Versione dal ) Divisione: 01 - Prodotti dell'agricoltura, orticoltura e ortofrutticoltura Gruppo: Cereali Classi: Altri cereali (Versione 1.01 dal ) Principi per la contabilizzazione della Carbon Footprint I principi fondamentali per la valutazione della carbon footprint, specificati nella ISO/DIS Carbon footprint di prodotto, sono riportati nella Tabella 1: Ciclo di vita Tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto dovrebbero essere prese in considerazione durante la quantificazione e la comunicazione della CFP. Unità funzionale Lo studio della CFP dovrebbe essere strutturato intorno ad un unità funzionale; dovrebbero essere calcolati i risultati relativi a tale unità funzionale. Approccio iterative L approccio iterativo di revisione continua contribuirà alla coerenza dello studio CFP e dei risultati riportati. Approccio scientifico Quando si prende una decisione all interno di LCA, la preferenza dovrebbe essere data alle scienze naturali. Se questo non è possibile, vanno utilizzati altri approcci scientifici oppure approcci di cui nelle convenzioni attinenti e valide. 8
9 Pertinenza Il risultato finale della valutazione deve rappresentare una base comprensibile ed affidabile per le successive procedure decisionali. Completezza Il rapporto relativo alla carbon footprint deve comprendere tutte le fonti nonchè rimozioni delle emissioni durante l intero ciclo di vita del prodotto, all interno dei confini prestabiliti. Si devono riportare e giustificare tutti i passi importanti ed eventuali esclusioni. Uniformità L uniformità nell applicazione delle metodologie è importante per ottenere una comparazione accurata e affidabile delle informazioni nel corso degli anni. Ogni cambiamento va documentato in maniera trasparente. Coerenza Selezionare le metodologie, gli standard e i documenti di guida già riconosciuti ed adottati per le categorie di prodotti per valorizzare la comparabilità tra le CFP all interno di ogni specifica categoria di prodotto. Accuratezza La quantificazione delle emissioni di gas serra dovrebbe garantire il livello delle emissioni non significativamente diverso dal livello effettivo, con unlivello di incertezza contenuto. Trasparenza Tutte le questioni devono essere documentate in modo effettivo e coerente, basandosi sulle apposite verifiche. Le eventuali assunzioni o previsioni devono essere pubbliche e devono essere indicate le fonti utilizzate per i relativi dati e le metodologie. Evitare il doppio conteggio Va evitato il doppio conteggio delle emissioni e rimozioni GHG all interno del sistema di prodotto studiato, così come l allocazione delle emissioni e rimozioni GHG che sono già state prese in considerazione nell ambito degli altri sistemi di prodotto. Partecipazione Un processo aperto, con partecipazione di tutte le parti interessate, dovrebbe essere applicato nello sviluppo e nell attuazione dei programmi di comunicazione della CFP; vanno intrapresi gli sforzi necessari per raggiungere un consenso durante il processo. Equità La comunicazione della CFP si basa sullo studio CFP che valuta una sola categoria di impatto, quella di cambiamento climatico, senza che implichi la superiorità ambientale globale né esaminare implicazioni ambientali più ampie. Le emissioni GHG quantificate non dovrebbero essere confuse con le riduzioni delle emissioni GHG. Tabella 2. Principi fondamentali per la procedura di contabilizzazione della carbon footprint 9
10 3. Obiettivo e il campo di applicazione dello Studio della CFP Obiettivo L'obiettivo dello studio della CFP è quello di quantificare l impatto di un determinato prodotto sul riscaldamento globale, espresso in CO2e, quantificando tutte le emissioni significative di gas ad effetto serra, nonchè le rimozioni, durante l intero ciclo di vita del prodotto in esame. L oggetto dell'analisi della CFP è il prodotto principale della società di reporting, Parmigiano Reggiano DOP. Questo è un formaggio a pasta dura granulare, fatto con il latte crudo di denominazione d'origine protetta. Inoltre, questo è il primo calcolo della CFP per questo tipo di formaggio. La CO 2 equivalente è un unità di misura che permette di pesare insieme, le emissioni di gas serra, con differenti effetti climalteranti. La normalizzazione avviene attraverso uno specifico indice denominato potenziale di riscaldamento globale (ing. Global Warming Potential - GWP), elaborato dall IPCC (Tabella 1). Campo di applicazione Tenendo conto dei requisiti di cui nelle specificazioni tecniche ISO/TS 14067:2013 e PCR, nel definire il campo di applicazione dello studio della CFP sono stati chiaramente descritti i seguenti elementi: Unità funzionale L unità funzionale costituisce una prestazione quantificata di un sistema prodotto (come definito dalle norme sul LCA: ISO e ISO 14044), da utilizzare come unità di riferimento in uno studio di valutazione del ciclo di vita. Prodotto analizzato è il Parmigiano Reggiano prodotto dal Caseificio Caramasche Soc. Coop. Il formaggio di forma cilindrica con peso che varia tra 40 e 41 kg esce dal cancello dell azienda agricola. Poi viene tagliato a pezzi nei centri di distribuzione. Ogni pezzo viene avvolto in una pellicola di plastica e mandato alla vendita al dettaglio. I pezzi più piccoli rimanenti, hanno una grande varietà di forme e quindi non è possibile selezionare un campione rappresentativo. Per questo motivo, e in conformità all approccio conservativo viene assunto lo scenario peggiore - i pezzi di formaggio vengono considerati molto piccoli, 200g. In conformità alle linee guida dell'un CPC 2225 l'unità di analisi è espressa in 1 kg di tale formaggio. Ciò significa che l unità funzionale - 1 kg di formaggio in realtà è composto da 5 pezzi di 200 g avvolti singolarmente nella pellicola. Per questo motivo, tutti i dati in questo rapporto vengono espressi per 1 kg di formaggio. Alla fine, le emissioni di gas serra di taglie diverse del formaggio analizzato, avvolte in fogli di plastica verranno calcolate utilizzando le emissioni di GHG dell unità funzionale. A questo punto, sarebbe necessario moltiplicare il peso del formaggio in chilogrammi e le emissioni GHG dell'unità funzionale (ad es. le emissioni GHG di un pezzo di 2,5 kg sarebbero calcolate moltiplicando le emissioni GHG dell'unità di analisi con 2,5). 10
11 Figura 1. Parmigiano Reggiano DOP prodotto dal Caseificio Caramasche Soc. Coop. nella sua forma originale Specificazione del prodotto e processo della produzione Parmigiano Reggiano DOP si produce esclusivamente con il latte crudo, senza additivi o agenti di conservazione, tranne sale da cucina. Per il processo di coagulazione viene utilizzato caglio di vitello. Il contenuto degli ingredienti in termini sia assoluti che relativi è presentato nella Tabella 3. Ingredienti g/kg formaggio % Latte crudo ,0 99,7418 Caglio 0,6 0,0044 Sale 34,3 0,2538 Tabella 3. Ingredienti del prodotto Il processo di produzione inizia presso le 11 aziende agricole che sono le fornitrici esclusive del latte crudo per il Caseificio Caramasche. Figura 2. Sito produttivo del latte crudo 11
12 Due volte al giorno, al mattino e alla sera, i camion che sono di proprietà della fabbrica traspotano il latte fresco dalle aziende agricole fino al sito di produzione. Figura 3. Trasporto del latte crudo Il latte della sera viene lasciato riposare tutta la notte all'interno di vasche di acciaio inox. Questo latte, parzialmente scremato, viene mescolato con il latte del mattino successivo. In caldaie di rame a forma di campana rovesciata. In questi contenitori di rame vengono immessi circa quintali di latte, ovvero il quantitativo necessario per la produzione delle due classiche "forme gemelle". Si procede all'aggiunta di 3-4 kg per quintale di "siero innesto" ricco di fermenti lattici ottenuto lasciando acidificare il siero della lavorazione del giorno precedente. Successivamente viene provocata la coagulazione del latte tramite un'aggiunta di caglio di vitello. Con un apposito strumento denominato "spino" si esegue la rottura del coagulo in piccoli granuli, a cui seguirà lo spurgo e la cottura. Figura 4. Fase della coagulazione La cagliata a questo punto diventa omogenea,i granuli sedimentando, si raccolgono, e si compattano sul fondo. La cagliata viene raccolta con teli e divisa in parti uguali (gemelle) e sistemate in appositi stampi per la "formatura". 12
13 Figura 5. Fase della formatura Dopo 2-3 giorni di asciugatura all'interno degli stampi si procede alla "salatura" tramite immersione completa in salamoia (soluzione satura di cloruro di sodio) per una durata di circa 3 settimane. Figura 6. Fase di salatura Alla fine del periodo, le forme di formaggio vengono destinate alla "stagionatura" in apposite stanze. Figura 7. Zona di stagionatura Il processo di stagionatura dura mesi. Poi, il formaggio viene confezionato sottovuoto e inviato a 3 centri di distribuzione. dove viene depositato per un periodo di ulteriori 12 mesi, in base anche alla 13
14 richiesta del mercato. In questi centri di distribuzione il formaggio viene ulteriormente tagliato e confezionato, in forme pronte per la vendita. Classificazione dei prodotti secondo PCR Il prodotto scelto appartiene alla seguente classe in base alla Classificazione centrale dei prodotti (CPC): Sezione: 2 - Prodotti alimentari, bevande e tabacco; tessili, abbigliamento e prodotti in cuoio Divisione: 22 - Prodotti lattiero-caseari e prodotti a base di uova Gruppo: Altri prodotti lattiero-caseari Classe: Formaggi, freschi o trasformati (Versione dal ) Società produttrice Come previsto dal PCR, qui di seguito sono riportate le informazioni che sono obbligatorie per la società produttrice, nonché una descrizione breve dell'azienda. Denominazione sociale: Caseificio Caramsche Soc. Coop. Impianto produttivo: Strada Caramasche 29; Pegognaga (MN) Italy Sito web ufficiale: Numero di telefono e fax: Indirizzo info@parmigianoreggianoitalia.it Contatto: Sig. Piero Gattoni La Società Cooperativa Caramasche trasformazione del latte, essendo stata costituita nel Nella camera del latte, sulla parete est della struttura di trasformazione del latte in formaggio parmigiano reggiano, è collocata l'immagine di una Madonna con Bambino di ispirazione robbiana. Il tondo di notevoli dimensioni (50 cm diametro), è un manufatto di terracotta ingobbiata e sotto vernice policroma, collocato nei primi anni '60. Molto appariscente, dopo una recente pulitura, la policromia della ghirlanda floreale che circonda la Vergine e il Bambin Gesù, la cui derivazione iconografica può essere ascritta alla "Madonna Corsini" di Luca della Robbia. Accanto a questa Camera del latte è stata recentemente edificata la nuova e moderna Latteria, più adeguata alle esigenze dell'attuale produzione. Il caseificio si dedica alla produzione ed alla vendita, anche diretta, di uno dei migliori formaggi "made in Italy", Il "Parmigiano Reggiano DOP", conosciuto in tutto il mondo. Oltre alle classiche forme intere, i tranci di formaggio sono venduti in confezioni sottovuoto per mantenere perfettamente la fragranza ed il gusto del prodotto. 14
15 Confini del sistema e sistema prodotto I confini del sistema sono strettamente legati al sistema prodotto. Un sistema di prodotto presenta una serie di processi unitari, flussi elementari e flussi di prodotto nei confini del sistema. Flow chart (diagramma di flusso) del Sistema Prodotto è presentato in Figura 8. Figura 8. Processo di produzione Parmigiano Reggiano DOP 15
16 I confini organizzativi dell azienda sono presentati in Figura 9. PROCESSI UPSTREAM Produzione del latte crudo presso le 11 aziende agricole Produzione e trasporto di imballaggi Produzione e trasporto di altri materiali di input PROCESSI CORE Trasporto del latte crudo Consumo di energia ed acqua Trasporto di materie sussidiarie Trasporto e trattamento dei rifiuti PROCESSI DOWNSTREAM Trasporto alla piattaforma media della distrubuzione Stoccaggio e confezionameto in DC Fase di utilizzo conservazione domestica Fine vita degli imballaggi primari Figura 9. Confini generali del sistema I Processi Upstream includono tre gruppi di flusso di materie prime: Produzione di latte crudo presso 11 caseifici (sulla base di PCR per il latte crudo) Produzione di imballaggi e il loro trasporto dal fornitore al sito di produzione Produzione di altri materiali di input utilizzati nel prodotto e il suo trasporto dai fornitori al sito di produzione Produzione di latte crudo I confini generali del sistema per quanto riguarda la produzione del latte crudo sono basati su UN CPC 022 Latte crudo e comprendono: Processi Upstream: o La produzione e il trasporto di mangimi acquistati dall'azienda agricola o La coltivazione di prodotti agricoli nell azienda agricola destinata all'alimentazione degli animali (sulla base di PCR per i cereali) o Produzione e trasporto di prodotti ausiliari come biancheria da letto, prodotti di lavaggio e sostanze di disinfezione delle mammelle delle bovine, fogli di insilato (silage sheets)... Processi Core: o Consumo di energia nell azienda agricola o Consumo di acqua nell azienda agricola o Emissioni da fermentazione enterica o Emissioni da liquami e da gestione e stoccaggio del letame o Trasporto e trattamento dei rifiuti Processi Core includono: Il trasporto esterno di latte crudo allo stabilimento di trasformazione (questo è il processo downstream della produzione di latte crudo, ma il processo core per la produzione di formaggio) 16
17 Consumo di energia relativa a: o Trattamento di latte o Processo per la trasformazione del latte nel prodotto finale o Stoccaggio del prodotto o Processo di imballaggio o Consumo di acqua o Trasporto e trattamento dei rifiuti Processi Downstream includono: Trasporto dal sito di produzione fino alla piattaforma media di distribuzione Stoccaggio ai centri di distribuzione come parte della seconda fase di stagionatura Conservazione domestica del prodotto Fine vita degli imballaggi primari Criteri cut-off Tutti gli ingredienti sono inclusi nel calcolo così come tutti i materiali ausiliari, nel caso in cui venisse usato più di 1 g / kg di formaggio. L'elenco dei materiali ausiliari compresi ed i loro valori assoluti e relativi sono presentati nella Tabella 4. Materiali ausiliari g/kg di formaggio % Metalsorb ZM3 0,19 4,2 Policloruro di Al al 18% 0,70 15,3 X13 Diversey Lever 0,51 11,1 Sodio Ipoclorito 0,03 0,7 Acido Pascal VA5 0,99 21,5 Soda Solaris VC9 2,18 47,2 Tabella 4. Materiali ausiliari usati nella produzione Raccolta dati e valutazione della qualità dei dati Considerando l importanza cruciale delll attendibilità dei valori della carbon footprint, l accertamento e l affidabilità dei dati raccolti costituisce un importante fase preparatoria, che permette di ottimizzare i tempi nelle fasi successive dello studio. In questa fase è quindi importante determinare il grado di dettaglio e gli elementi da cui dipende la precisione dell analisi. Ci sono due principali tipologie di dati utilizzati per il calcolo della carbon footprint che possono essere classificati come: Dati primari dati raccolti direttamente sul campo, da impianti specifici posseduti o controllati dall azienda di riferimento o da un azienda che si trova all interno della sua catena logistica, es. allevamenti, fornitori di materiali, aziende per la gestione dei rifiuti, ecc. Dati secondari dati derivati ricavabili dalla letteratura o da banche dati appositamente predisposte (es. azienda energetica del paese in cui si svolge l analisi, le emissioni prodotte da un autocarro impiegato per il trasporto, e così via). In genere, per essere pertinenti, i dati secondari devono riflettere le condizioni tipiche dei rispettivi processi o servizi, e quando si 17
18 usano dati derivati è importante controllare e citare le fonti, la data di pubblicazione e tutti gli elementi che ne permettano una gestione trasparente. I dati specifici per il sito in esame, come una parte dei dati primari, sono stati raccolti per i singoli processi sotto il controllo finanziario e operativo dell'organizzazione che prepara lo studio della CFP. Per tutte le categorie dei dati relativi ai processi, e per i relativi fattori di emissione, viene fatta la valutazione sulla qualità dei dati, per determinare i limiti di incertezza associati ai risultati ottenuti dai calcoli, nonchè per procedere nel tempo alla riduzione di tale incertezza. In conformità con il Product Life Cycle Accounting and Reporting Standard, per la valutazione della qualità dei dati, vanno utilizzati i seguenti indicatori: Rappresentatività tecnologica: il livello di conformità dei dati alla(e) tecnologia(e) effettivamente utilizzata(e) nel processo; Rappresentatività geografica: la conformità dei dati rispetto all effettiva ubicazione geografica del processo all interno del confine d inventario (es. paese o sito); Rappresentatività temporale: il livello di conformità dei dati al tempo effettivo (es. anno) o al periodo del processo; Completezza: valutazione qualitativa sulla rappresentatività statistica dei dati; Attendibilità: valutazione qualitativa del grado delle fonti, il metodo di raccolta dei dati e la procedura di verifica. Allo scopo di ridurre il livello di incertezza, va considerato quanto segue: 1. I dati primari devono essere valutati da parte dell azienda e, ove possibile, controllati e documentati con i documenti ufficiali. 2. Qualora i dati primari non fossero disponibili, andrebbero raccolti i dati secondari, tenendo conto dei seguenti principi i. dati a livello locale, ove disponibili; ii. iii. iv. dati a livello nazionale (per esempio: ISTAT, APAT); dati a livello UE che si dovrebbero utilizzare solo se i dati di cui ai punti i. e ii. non fossero disponibili (DEFRA, ADEME, EcoInvent ecc.); dati a livello internazionale, usati solo se i dati di cui sopra non sono disponibili (IPCC, USA EPA, ecc.). Confini temporali L azienda ha selezionato l'anno 2013 come l anno di riferimento per lo studio della CFP di prodotto selezionato. Tutti i dati raccolti si riferiscono all'anno Assunzioni e la fase di distribuzione I dati disponibili indicano che dopo gli stabilimenti di produzione il formaggio viene trasportato in 3 centri di distribuzione. Dopo questi centri, non ci sono stati resi disponibili i dati relativi alla distanza coperta dai camion necessari alla consegna del prodotto fino alle piattaforme di distribuzione. Pertanto, viene assunta una distanza media di 1000 km. Inoltre, è stato incluso il consumo di energia per la refrigerazione dei camion come proposto dall'onu CPC In questi centri di distribuzione, il formaggio prosiegue 18
19 nella fase di stagionatura, dove viene conservato a condizioni controllate per un periodo di 12 mesi. Approssimativamente, la metà del formaggio viene venduto dopo 12 mesi dal tempo totale di invecchiamento, e la metà dopo altri 12 mesi di stagionatura, raggiungendo 24 mesi di tempo totale di ti invecchiamento. Non è stato possibile rilevare i dati relativi al consumo di energia elettrica per la conservazione in questi centri di distribuzione. Pertanto, sono stati utilizzati dati sul consumo totale di elettricità del Caseificio Caramasche allocandolo solo al formaggio, come dati rappresentativi per il calcolo delle emissioni di gas serra dello stesso periodo di stoccaggio in questi centri di distribuzione. Si tratta di un approccio conservativo in quanto il consumo di energia elettrica del Caseificio Caramaschi comprende anche la produzione di formaggio, ma non è stato possibile dividere il consumo di energia elettrica per lo stoccaggio e la produzione. Pertanto, vengono utilizzati i dati sul consumo totale di elettricità del Caseificio Caramasche allocato al formaggio, come dati rappresentativi per il calcolo delle emissioni di gas serra nello stesso periodo di stoccaggio in questi centri di distribuzione. Assunzioni relative alla conservazione domestica A causa della mancanza dei dati primari sullo stoccaggio e della data di scadenza del prodotto specificato (ing. shelf life) viene utilizzata l ipotesi da parte del produttore che il tempo medio di stoccaggio del prodotto in frigorifero da parte dei consumatori viene calcolata in una o due settimane. Dato che nel calcolo viene utilizzata l ipotesi che il periodo di stoccaggio è 14 giorni nei frigoriferi domestici, le emissioni di gas serra derivanti dal consumo di energia elettrica, si basano su dati statistici nazionali. Assunzioni relative alla fase di fine vita L imballaggio primario viene è il confezionamento in LLDPE di dimensioni 40 x 40 cm che copre parte del prodotto per un peso medio di 200g. Lo scenario della fase di fine vita è stato fatto in base alle statistiche dell UE (fonte:eurostat) considerando i rifiuti urbani di 28 paesi europei in cui si afferma che il 49% dei rifiuti solidi viene inviato in discarica o al compostaggio, il 24% viene incenerito e il restante 27 % viene riciclato. Procedure di allocazione Ci sono 3 livelli di allocazione utilizzati nel processo di calcolo: l allocazione basata sulla massa ; l allocazione economica nel caso in cui si dividono le emissioni di gas serra tra latte, surplus di vitelli e carne secondo l UN CPC 022; il rapporto tra massa di proteine e grassi in caso di disaggregazione delle emissioni di gas serra tra formaggio, siero di latte e burro secondo l UN CPC 2225 Considerando le emissioni di gas serra, il formaggio di prima e seconda categoria che potrebbe essere chiamato Parmigiano Reggiano DOP e il formaggio di terza categoria che non potrebbe essere chiamato Parmigiano Reggiano DOP viene trattato nello stesso modo, dal momento che vengono utilizzati gli stessi ingredienti, lo stesso processo di produzione e lo stesso tempo di stoccaggio. Uso del suolo e cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF) Tenendo conto che le aziende agricole non hanno cambiato l uso del suolo e le pratiche di gestione negli ultimi 20 anni, e prendendo in considerazione la metodologia dell IPCCC 2006 Guideline Vol. 4, Ch. 5, le emissioni di gas serra dovute al cambio dell uso del suolo non vengono calcolate. 19
20 Stoccaggio di carbonio Per l'alimentazione degli animali, l azienda agricola produce le colture a breve rotazione e acquista gli alimenti per animali di composizione simile, pertanto non vi è uno stoccaggio di carbonio nel prodotto. Emissioni di gas serra derivanti dal trasporto aereo I dati primari non forniscono alcuna informazione relativa all uso di trasporto aereo; quindi questa fonte di emissione non viene contabilizzata come attribuibile per questo prodotto. Trattamento del carbonio fossile e biogenico Le emissioni e rimozioni GHG derivanti dalle fonti e dagli assorbimenti fossili e biogenici sono state quantificate separatamente per ogni fase del ciclo di vita e per ogni modulo, e sono incluse nella quantificazione finale della CF del prodotto. Le emissioni biogeniche derivano dalla coltivazione, fermentazione enterica e dalla gestione del letame, nonché dallo smaltimento di rifiuti industriali e smaltimento degli imballaggi in discarica. Trattamento delle emissioni relative all energia elettrica Secondo la norma ISO/DIS , le emissioni GHG associate all utilizzo di elettricità dovrebbero includere, le emissioni GHG derivanti dal ciclo di vita del sistema di alimentazione elettrica; Queste emissioni dovrebbero includere le emissioni GHG derivanti dalla generazione di elettricità, dalle perdite di distribuzione e trasmissione nella rete, dalle emissioni upstream e downstream, nonché le emissioni GHG relative alla costruzione, manutenzione e disattivazione del sistema di alimentazione elettrica. Il Fattore di Emissione di Carbonio per la rete elettrica italiana (CEF), applicato in questo studio, è l unico disponibile a livello nazionale ed è riportato nel documento Italian Greenhouse Gas Inventory ( ) - National Inventory Report (2014), pubblicato ufficialmente da ISPRA; Disponibile anche sul sito web questo fattore di emissione non copre tutti i requisiti associati all uso di elettricità, prescritti dalla norma ISO/DIS , però applicando questo CEF nazionale, si evita l adozione di un CEF internazionale. 20
21 4. Analisi dell'inventario Descrizione generale L analisi dell inventario (ing. Life cycle inventory LCI) rappresenta una fase della valutazione del ciclo di vita (ing. Life Cycle Assessment, LCA) che comprende la compilazione e la quantificazione degli inputs e uotputs relativi al prodotto in esame, durante l intero ciclo di vita. Questa fase è composta da seguenti passi, elencati qui di seguito. Raccolta dati I dati qualitativi e quantitativi per LCI sono stati raccolti per tutti i processi unitari inclusi nei confini del sistema. I dati raccolti (misurati, calcolati o stimati) sono stati utilizzati per quantificare gli inputs e gli outputs di un processo unitario. Modulo Upstream Le emissioni di gas serra in questa fase del ciclo di vita derivano dalle fonti divise in modo seguente: Produzione del latte crudo valutazione delle emissioni utilizzando l approccio from cradle to farm gate ( dalla culla al cancello dell azienda agricola ); Produzione di imballaggi e il loro trasporto dal fornitore al sito di produzione Produzione di altri materiali di input utilizzati nel processo di produzione e il loro trasporto dai fornitori al sito di produzione Le principali fonti di emissioni relative alla produzione del latte crudo sono presentati in Tabella 5. Fonte di emission Trasporto di tutti i materiali di input fornito da terzi Produzione degli inputs agricoli Coltivazione Combustione stazionaria e mobile del combustibile Produzione di mangime Produzione di prodotti di lavaggio e sostanze di disinfezione delle mammelle delle bovine Consumo di acqua Perdite di refrigeranti Dati primary Distanza dal fornitore Quantità del materiale trasportato Tipo di veicolo Tipo di combustibile consumato Tipologia e quantità annuale di fertilizzante utilizzato Contenuto di N o P2O5 Tipologia, quantità annuale e contenuto di principio attivo per gli agrofarmaci utilizzati Quantità annuale colture cultivate Consumo di fertilizzanti Residui di colture Cambiamento di uso del suolo Tipo di combustibile Consumo annuale Consumo annuale Composizione di mangime Consumatore tipico presso l'azienda agricola Nome commerciale del prodotto Consumo annuale Consumo annuale Origine di acqua consumata Tipo di refrigerante Tasso di perdite annuali 21
22 Consumo di energia elettrica Gestione di letame e fermentazione enterica Trasporto e trattamento dei rifiuti da aziende agricole Tabella 5. Modulo Upstream produzione del latte crudo Origine dell'elettricità consumata Consumo annuale Tipo di animale nell azienda agricola Numero medio di capi per tipo di animale Peso medio e peso massimo di animali Produzione di latte Quantità di animali venduti come vitelli surplus Quantità di animali venduti per la produzione di carne Tipo di gestione del letame Quantità di letame utilizzato in azienda e la quantità di letame venduto Quantità annuale dei rifiuti e il tipo di rifiuto Tipo di trattamento Le principali fonti di emissioni relative all imballaggio e altri materiali di input sono presentati in Tabella 6. Fonte di emissione Produzione di imballaggi e altri materiali di input Dati primari Peso del materiale Tipo di materiale, nome commerciale del prodotto Trasporto di imballaggi e altri materiali di input Tabella 6. Modulo Upstream - imballaggi e altri materiali di input Peso di materiali Distanza dal fornitore Tipo di combustibile impiegato Tipo di veicolo Modulo Core I dati di attività relativi alle fonti di emissione del modulo Core sono presentati in Tabella 7. Fonte di emissione Consumo di elettricità per i processi produttivi Combustione stazionaria e mobile Consumo di acqua Perdite di refrigeranti Dati primari Origine dell'elettricità consumata Consumo annuale Quantità annuale del combustibile consumato Tipo di combustibile Consumo annuale Origine di acqua Tipo di refrigerante Tasso di perdite annuali Trasporto e trattamento dei rifiuti Tipo di veicolo Tipo di combustibile Distanza fino al smaltimento in discarica Tipo di trattamento Tipo e quantità dei rifiuti per tipo Tabella 7. Modulo Core Fonti di emissioni e raccolta dati primari 22
23 Modulo Downstream Le principali fonti di emissione downstream ed i relativi dati di attività sono presentati in Tabella 8. Fonte di emissione Trasporto a centri di distribuzione Fase di utilizzo Fine vita Dati primari Distanza fino a principali centri di distribuzione Quantità di prodotti trasportati Tipo di veicolo Tipo di combustibile Non ci sono dati primari Non ci sono dati primari Tabella 8. Modulo Downstream - Fonti di emissioni e raccolta dati primari Fattori di emissione GHG Il fattore di emissione è definito come il rapporto tra l emissione di un inquinante da una data sorgente emissiva e l'unità di indicatore della sorgente stessa. Essi possono essere anche definiti come proporzione tra la quantità di inquinamento generato e la quantità di materie prime trattate. In generale, esiste una vasta gamma di fattori di emissione. Una lista di fattori di emissione suddivisi per differenti settori, è sviluppata nei rapporti dell International Panel of Climate Change (IPCC) e nelle ricerche dei differenti enti governativi ed accademici. Il GHG Protocol è diventato uno dei principali standard per il calcolo delle emissioni, riportando quindi i fattori di emissione che risultano essere i più utilizzati nelle relative metodologie internazionali. Successivamente, l UK Department of Environment Food and Rural Affairs (DEFRA) ha sviluppato specifiche linee guida per la rendicontazione delle emissioni di anidride carbonica nel Regno Unito, ed una serie di fattori specifici relativi al Regno Unito. In Francia, l Agenzia dell Ambiente e dell Energia (ADEME) ha sviluppato il protocollo Bilan Carbone manual per la contabilizzazione delle emissioni di gas serra, che include una delle serie più complete dei fattori di emissione. Lo Swiss Centre for Life Cycle Inventories - EcoInvent Centre ha compilato un esauriente Life Cycle Inventory Data Base, con più di 4000 set di dati nei settori dell agricoltura, fornitura dell energia elettrica, trasporto, biocombustibili, prodotti chimici, materiali per costruzione e imballaggio, metalli primari e preziosi, lavorazione di metalli, dispositivi elettronici e trattamento dei rifiuti. Per quanto riguarda il sistema nazionale, l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, nell ambito del programma SINA, ha stabilito un database di fattori di emissione medi per il parco veicoli nazionale. Le fonti utilizzate per i fattori di emissione, usati durante la quantificazione della CFP, sono state presentate nell Allegato A. Validazione dei dati Durante il processo di raccolta dati, è stato condotto un controllo della validità dei dati, al fine di confermare e dimostrare che sono stati rispettati tutti i requisiti sulla qualità dei dati. Durante la validazione dei dati il focus era sui dati primari, quelli site-specific. Particolare attenzione è stata dedicata al calcolo delle emissioni di gas ad effetto serra derivanti dalla produzione di latte crudo in 23
24 quanto responsabile per la quota preponderante delle emissioni relative ai prodotti. Inoltre, viene eseguita la correzione del latte crudo al fine di equiparare tutti i produttori di latte. Periodo di tempo per la valutazione delle emissioni e delle rimozioni GHG Il prodotto è specifico per quanto riguarda il periodo di tempo per la valutazione. Tutte le emissioni upstream e la produzione cominciano in un anno, poi il formaggio va depositato per circa un anno prima di uscire dalla fabbrica. Poi, il processo di stagionatura dura un anno. Dal momento che la raccolta di questi dati non fosse possibile durante il suo intero ciclo di vita, tutti i dati vengano raccolti e le emissioni di gas serra vengano calcolate per l anno Successivamente questi dati vengono estrapolati per l'intero LCA del prodotto. Questo l'approccio è giustificato dal momento che le possibilità di modifiche durante il tempo di vita del prodotto siano molto piccole e non potessero essere previste in anticipo. D'altra parte, la raccolta di dati del passato, in particolare la raccolta di dati relativi alla produzione di latte crudo causerà molte ipotesi e valutazioni. 24
25 5. Valutazione dell impatto Nella fase di Valutazione dell impatto (ing. Life Cycle Impact Assessment, LCIA) nello studio della CFP, è stato quantificato il potenziale impatto sui cambiamenti climatici di ciascuna fonte di emissione GHG individuata all'interno dei confini del sistema. La CFP presenta la somma di questi singoli impatti calcolati. Metodologia di calcolo Terminata la raccolta dati, il passo seguente è il calcolo delle emissioni di gas serra relative alle singole fonti di emissione. Il calcolo è sviluppato secondo l approccio definito dall IPCC, dove le emissioni vengono calcolate moltiplicando i dati delle attività con i relativi fattori di emissione: Emissioni di gas serra [CO 2 eq] = Dati di attività *massa/volume/kwh/km+ * Fattore di emissione [CO 2 eq/(massa/volume/kwh/km)] Risultati CFP Il carbon footprint di un chilo di formaggio Parmigiano Reggiano DOP prodotto da Caseificio Caramasche Soc. Coop. risulta essere pari a 9,0967 kgco2e. Le emissioni di gas serra suddivise per le diverse fasi del ciclo di vita (come richiesto da PCR utilizzato) sono presentate in Figura 10. 3,42% 8,54% Upstream processes Core processes Downstream processes 88,04% Figura 10. Emissioni di gas serra disaggregate per fasi LCA Emissioni di gas serra e rimozioni legate alle fasi del ciclo di vita sono presentate in Tabella 9. Fasi del ciclo di vita Emissioni GHG [%] del Totale [kgco2eq/kg] della CFP Rimozioni delle emissioni [%]del Totale [kgco2eq/kg] della CFP Processi Upstream 8, ,04 0,0000 0,00 Processi Core 0,3111 3,42 0,0000 0,00 Processi Downstream 0,7769 8,54 0,0000 0,00 TOTALE 9, ,00 0,0000 0,00 Tabella 9. Emissioni di gas serra e rimozioni legate alle fasi del ciclo di vita 25
26 Emissioni di gas serra e rimozioni derivanti da sequestri e fonti fossili e biogeniche sono presentate in Tabella 10. Fasi del ciclo di vita Processi Upstream Processi Core Processi Downstream Fonti biogeniche [%]del Totale [kgco2eq/kg] della CFP Fonti Fossili [%]del Totale [kgco2eq/kg] della CFP Rimozioni GHG 0,0000 0,000 0,0000 0,000 Emissioni GHG 3, ,526 4, ,514 Rimozioni GHG 0,0000 0,000 0,0000 0,000 Emissioni GHG 0,0002 0,002 0,3109 3,418 Rimozioni GHG 0,0000 0,000 0,0000 0,000 Emissioni GHG 0,0004 0,004 0,7765 8,536 Tabella 10. Emissioni di gas serra e rimozioni derivanti da sequestri e fonti fossili e biogeniche Non ci sono le emissioni di gas serra derivanti dal cambiamento di uso del suolo in quanto tutte le attività vengono svolte a terra il cui scopo non è cambiato da più di 20 anni. Inoltre, non vi è uno stoccaggio di carbonio nel prodotto, poiché gli alimenti per animali sono costituiti da colture a rotazione breve. Le emissioni dal trasporto aereo non vengono riportate come attribuibili per questo prodotto. Le seguenti figure 11, 12 e 13 presentano l'influenza delle diverse fonti di emissione di gas serra per fasi del ciclo di vita, upstream core downstream. 0,16% 0,01% Raw milk production Production and transport of other input materials Production and transport of packaging 99,82% Figure 11. Processi Upstream quota delle fonti di emissione Le emissioni di gas serra dovute all'acquisto di materiali di input sono considerate le emissioni downstream. Come previsto la fonte di emissione dominante nei processi downstream è quella da produzione di latte crudo. Il calcolo di queste emissioni è diviso in 3 principali segmenti: 1. Produzione del latte crudo produzione del latte crudo presso le 11 aziende agricole. Vengono analizate 4 aziende agricole scelte per la loro diversità in materia di gestione del letame, capacità di produzione, numero di animali, colture coltivate e dimensioni delle 26
27 aziende agricole, nonché disponibilità dei dati. Pertanto, il fattore di emissione calcolato dovrebbe qualitativamente illustrare le condizioni sul sito di tutti i produttori di latte crudo. Il primo passo è il calcolo delle emissioni di gas ad effetto serra provenienti dalla produzione di colture che vengono utilizzate per l'alimentazione degli animali nelle aziende agricole. Queste colture vengono calcolate in base ai dati primari sul tipo di produttività, nonché in base alla quantità e al tipo di semi utilizzati, pesticidi, fertilizzanti sintetici e naturali. Le colture che non vengono utilizzate per l'alimentazione degli animali nell azienda agricola e che vengono venduti sul mercato sono escluse dal calcolo. Questa operazione viene eseguita escludendo tutte le fonti di emissione che potrebbero essere collegate a queste colture (semi, fertilizzanti, pesticidi...). D'altra parte, alcune fonti di emissione non potevano essere legate esclusivamente a queste colture (consumo di elettricità o di gasolio). Pertanto, queste fonti di emissioni di gas serra sono calcolate al livello dell azienda e assegnate a tutti i prodotti agricoli. Il passo successivo è quello di determinare tutte le altre fonti di emissione: l acquisto degli alimenti per animali e prodotti ausiliari, il consumo di energia e di acqua e la produzione e lo smaltimento di rifiuti. Queste emissioni sono calcolate in base al consumo / produzione annuale utilizzando i dati primari che vengono ricevuti direttamente dalle aziende agricole. La maggior parte delle fonti significative di emissioni di gas serra a livello aziendale derivano da fermentazione enterica e gestione del letame. Queste emissioni sono responsabili di un po più della metà delle emissioni totali di gas serra provenienti da aziende agricole, e la massima attenzione è stata dedicata ad esse durante il calcolo di processi upstream. Il calcolo viene eseguito seguendo l approccio Tier 2 del 2006 dell'ipcc Guideline Vol.4. Ch.10. Le emissioni derivanti dall allevamento del bestiame e della gestione del letame vengono calcolati utilizzando i dati di alta qualità forniti da proprietari di aziende agricole come presentato in Tabella 5. L allocazione viene effettuata per tutti i prodotti bovini della fattoria (latte, carne, surplus di vitelli), come richiesto dall UN CPC 022 Latte crudo. L impatto dei gas ad effetto serra proveniente dal letame venduto al mercato è incluso solo per la quantità di emissioni che vengono generate durante lo stoccaggio del letame nell azienda agricola. L ulteriore gestione del letame solido, nonché il suo trasporto è stato escluso dal calcolo. 2. Produzione e trasporto degli imballaggi il calcolo delle emissioni di gas serra legati a questa attività upstream è basato sui seguenti dati primari riportati dalla società: tipo e quantità di imballaggi per round di formaggio, la distanza dal fornitore, tipo di veicolo e combustibile usato. 3. Produzione e trasporto di materiali di input il calcolo delle emissioni di gas serra da questo tipo di attività si basa sul tipo e la quantità di materiali di input, tipo di veicolo e carburante riportati direttamente dalla società di reporting. In alcuni casi, l ingrediente principale di materiali di input viene utilizzato per determinare un adeguato fattore di emissione secondario. 27
28 0,00% 0,00% 0,13% 11,83% Transportation of raw milk Energy consumption Emissions to the environment Water consumption 88,04% Waste treatment Figure 12. Processi Core - quota delle fonti di emissioni Fonti di emissione di gas serra per i processi core, o produzione diretta e prima fase di stagionatura del prodotto sono: Trasporto del latte crudo viene effettuato dai veicoli di proprietà dell azienda e per questo motivo sono disponibili i dati relativi alla quantità annule e al tipo di combustibile consumato Consumo di energia questi dati sono disponibili a livello aziendale, sia come dati sommari che per tutti i prodotti e per il tipo di prodotto. L'azienda consuma il gas naturale e l energia elettrica e dati primari riguardanti queste fonti di emissioni di gas serra sono: tipo di combustibile, origine dell'elettricità consumata e i consumi annuali. L'allocazione viene eseguita come si è già spiegato nel capitolo "procedure di allocazione" Non ci sono emissioni dirette nell'ambiente le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione di acqua vengono contabilizzate attraverso il consumo di energia elettrica e il consumo delle pompe. Tutti i materiali ausiliari riportati per il trattamento delle acque reflue e la disinfezione dell azienda agricola sono calcolati in base al tipo di materiali, componenti attivi e consumo annuo. Per tutti i rifiuti prodotti presso l azienda agricola, vengono calcolate le emissioni di gas serra generate dal trasporto al sito di smaltimento in base ai dati sulla quantità di rifiuti, la distanza dal sito di smaltimento e il tipo di veicolo utilizzato per il trasporto. Poi, vengono calcolate le emissioni di gas serra dal trattamento dei rifiuti in base al tipo di rifiuti e la sua quantità. La fonte principale di emissione è legata al gas naturale e al consumo di energia elettrica a causa del trattamento e stoccaggio del prodotto. La seguente fonte di emissione significativa nei processi core è legata alle attività di trasporto, specialmente il trasporto del latte crudo alla sera e al mattino. Le altre fonti vengono tagliate di seguito. 28
29 0,67% Transportation from final manufacturing to distribution centre 27,06% Storage at distribution centre Production of packaging at DC 55,96% 14,35% Domestic conservation End of life of primary packaging 1,96% Figure 13. Processi Downstream quota delle fonti di emissioni Fonti di emissione di gas serra che si verificano dopo il cancello dell azienda agricola rappresentano i processi downstream. Dal punto di vista della CFP, le emissioni più importanti derivano dallo stoccaggio del prodotto in frigoriferi domestici, il che rappresenta più della metà delle emissioni di gas serra dai processi downstream. Subito dopo ci sono le fonti di emissioni di gas serra derivanti dal trasporto e stagionatura nei centri di distribuzione. Il calcolo della maggior parte delle fonti di emissioni di gas serra dai processi downstream è basato su ipotesi. Tuttavia, i dati relativi al trasporto dall azienda agricola ai primi centri di distribuzione dove si continua il processo di stagionatura del formaggio, dopo di che viene tagliato, confezionato e distribuito successivamente; sono disponibili attraverso i dati primari: distanza a questi CD, tipo di veicolo e tipo di combustibile. L ipotesi fatte per questa fase del ciclo di vita sono spiegate nel capitolo precedente. Tuttavia, le emissioni downstream sono responsabili solo per il 8,54% delle emissioni totali: Pertanto, le ipotesi ad alto livello non possono influenzare in modo significativo la CFP finale. Inoltre, nel capitolo "Analisi di sensitività" vengono forniti scenari marginali per quanto riguarda questa fase, che conferma un basso impatto delle emissioni downstream sulle emissioni complessive. 29
30 Total Life Cycle GHG Inventory (Kg CO2e) per 1 kg 6. Interpretazione I risultati della quantificazione della CFP, secondo LCI o LCIA, sono stati interpretati secondo l'obiettivo e il campo di applicazione del presente studio della CFP. L'interpretazione comprende: Valutazione quantitativa e/o qualitativa di incertezza, Analisi di sensitività Conclusioni e raccomandazioni Analisi di incertezza I risultati della valutazione di incertezza sono stati ottenuti utilizzando i fogli di lavoro automatici del GHG Protocol Uncertainty Tool per le emissioni misurate indirettamente. L incertezza cumulativa della carbon footprint per il Parmigiano Reggiano DOP prodotto da Caseificio Caramasche Sooc. Cop. è presentata in Tabella 11 e in Figura 14. Tabella 11. Incertezze cumulative Parmigiano Reggiano DOP GSD 2 2, Parameter Uncertainty for Baseline Scenarios Parmigiano Reggiano DOP Figure 14. Incertezze per le emissioni GHG del prodotto Viene previsto l alto livello di incertezza. Ci sono due processi incerti che hanno un alta incertezza come Fattore di Base 2. Si tratta di "Prodotti agricoli" e "Servizi di trasporto" e sono responsabili di più del 90% 30
Introduzione. 02» Prodotto oggetto del report e unità funzionale
» Spinaci Cubello Foglia Più 01» Introduzione Questo documento è un estratto del Report relativo al calcolo dell impronta di carbonio (Carbon Footprint) di 8 prodotti orticoli surgelati a marchio Orogel,
DettagliCarbon Footprint. A. Contin - Gestione Ambientale VII - 0
Carbon Footprint VII - 0 Gestione delle emissioni di gas serra Settore cogente Settore volontario VII - 1 L impronta climatica Carbon Footprint Carbon Footprint di di azienda azienda Carbon Footprint di
DettagliLa valutazione del Carbon Footprint del cuoio: Il caso della lavorazione delle pelli ovine nel Distretto di Solofra
La valutazione del Carbon Footprint del cuoio: Il caso della lavorazione delle pelli ovine nel Distretto di Solofra Biagio Naviglio a, Massimiliano Fabbricino b, Anna Cozzolino b a. Stazione Sperimentale
DettagliLa certificazione ambientale
La certificazione ambientale Vi sono due forme di certificazione: la certificazione di un organizzazione, cioè delle sue attività e dei suoi processi; la certificazione di un prodotto o servizio offerto
DettagliCFP External Communication Report
CFP External Communication Report Novembre, 2014 Progetto co-finanziato dal Ministero dell'ambiente e della Tutela e del Territorio e del Mare nell ambito del Programma per la valutazione dell impronta
DettagliLA DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Estrapolato dal bilancio di sostenibilità 2013 IL PROGETTO CARBON FOOTPRINT LA DESCRIZIONE DEL PROGETTO La partecipazione al bando per l accesso al finanziamento (ai sensi del D.M. 468 del 19.05.2011)
Dettagli(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE
L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce
DettagliI risultati ottenuti, mostrati nella tabella seguente, hanno evidenziato chiaramente le migliori prestazioni ambientali della nuova confezione:
Con la nuova linea di omogeneizzati Sapori di Natura, Plasmon rinnova il suo storico impegno per la buona crescita del tuo bambino, non solo garantendo i migliori alimenti per la sua dieta, ma anche contribuendo
DettagliRelazione LCA Comparativa Infissi in Legno, PVC ed Alluminio. Commissionata da
Relazione LCA Comparativa Infissi in Legno, PVC ed Alluminio Commissionata da Dicembre 2012 Sommario Elementi del Sistema...3 Infisso in Legno...8 Risultati...9 Infisso in PVC...13 Risultati...14 Infisso
DettagliCompostLabel POLYCART S.P.A. www.polycart.eu. la collaborazione con Green Innovation, l accordo volontario con il Ministero dell Ambiente
POLYCART S.P.A. www.polycart.eu CompostLabel CFP e riduzione delle emissioni l esperienza Polycart, la collaborazione con Green Innovation, l accordo volontario con il Ministero dell Ambiente Cos è CompostLabel
DettagliLa Certificazione della sostenibilità a supporto dell integrato
La Certificazione della sostenibilità a supporto dell integrato Fabrizio Piva e Giuseppe Garcea - CCPB srl Bologna fpiva@ccpb.it ggarcea@ccpb.it Chi Siamo Bologna 1988 Bologna 2004 Certificazione Prodotti
Dettagli1.2 Emissioni climalteranti
1.2 Emissioni climalteranti In tema di cambiamenti climatici il PRAA stabiliva l impegno a ridurre, nel periodo 2008-2012, le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto ai valori del 1990, facendo proprio
DettagliMetodologie e vantaggi. Ing. Matteo Locati Responsabile Servizi Sostenibilità Certiquality
GLI STRUMENTI VOLONTARI DI RENDICONTAZIONE DELLE EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA (GHG) Lo standard ISO 14064 Metodologie e vantaggi Ing. Matteo Locati Responsabile Servizi Sostenibilità Certiquality VERSO
DettagliLa Gestione del Carbon Footprint in ottica di Filiera L esperienza di PALM
Centro Studi Qualità Ambiente Dipartimento di Processi Chimici dell Ingegneria Università di Padova 049 8275536-9 www.cesqa.it Responsabile: Prof. Antonio Scipioni Relatore: Ing. Filippo Zuliani filippo.zuliani@unipd.it
DettagliLe principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari. Graziella Lasi. Bologna, 03 ottobre 2014
Bologna, 03 ottobre 2014 Le principali novità nell etichettatura del latte e dei derivati lattiero-caseari Graziella Lasi Resp. Consumer Care, Leg.Alimentare, Nutr, Com. medico-scient. Gruppo GRANAROLO
Dettagli1. Metodologia di calcolo del bilancio dei consumi finali
ALLEGATO C PAES Rosignano M.mo 1. Metodologia di calcolo del bilancio dei consumi finali PRODOTTI PETROLIFERI Settore Civile: I consumi dei prodotti petroliferi in ambito civile vengono calcolati sommando
DettagliREGOLAMENTO (UE) N. 397/2013 DELLA COMMISSIONE
L 120/4 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 1.5.2013 REGOLAMENTO (UE) N. 397/2013 DELLA COMMISSIONE del 30 aprile 2013 che modifica il regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio
DettagliL analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment)
Progetto SISTER Finanziamento Regione Toscana DOCUP Ob. 2 Anni 2000-2006 Azione 2.8.4. Potenziamento del sistema regionale di servizi telematici e di comunicazione per le PMI L analisi del ciclo di vita
Dettaglisiamo partiti dalle scuole per arrivare a tutti i cittadini!
siamo partiti dalle scuole per arrivare a tutti i cittadini! COME E STATO FATTO IL BILANCIO ENERGETICO? Per effettuare il bilancio energetico è stato necessario conoscere e valutare tutti i consumi energetici
DettagliMANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA
Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento
DettagliGREEN TOOLS Armando Romaniello Direttore Marketing Industry Management e Certificazione di prodotto
GREEN TOOLS Armando Romaniello Direttore Marketing Industry Management e Certificazione di prodotto Mantova, 25 novembre 2015 Consumatore e mercato globale: ogni giorno più esigenti - Sicurezza (conditio
DettagliIIS Giovanni Dalmasso VIA CLAVIERE, 10 PIANEZZA(TO)
IIS Giovanni Dalmasso VIA CLAVIERE, 10 PIANEZZA(TO) Calcolo Carbon Footprint personale A.S. 2014-2015 Allievo: Stefano Tarizzo 1 INDICE Cap. 1 Definizione di Carbon Footprint pag. 3 Tab. 1 pag. 3 Cap.
DettagliRegolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati effetto serra (F-gas), che abroga il regolamento n. 842/2006
Regolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati effetto serra (F-gas), che abroga il regolamento n. 842/2006 AIB Area Regolamento n. 517/2014 pubblicato su GUCE L150 del 20 maggio 2014 entra in vigore il 20
DettagliCambiamento climatico. EMISSIONI DI GAS SERRA: Cosa ha contribuito in maniera significativa alla loro riduzione?
Cambiamento climatico EMISSIONI DI GAS SERRA: Cosa ha contribuito in maniera significativa alla loro riduzione? La sostituzione dei CFC! Un ruolo chiave è stato quello degli idrofluorocarburi (HFC) I CFC,
DettagliCHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608
COSTRUIRE SERRAMENTI IN PVC CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608 1 La norma europea rivolta alla definizione delle caratteristiche dei profili in PVC per finestre
DettagliStrumenti per ottimizzare i processi e valorizzare i prodotti. Life-Cycle Assessment e ISO 14064 per la gestione del Carbon Footprint
Centro Studi Qualità Ambiente c/o Dipartimento di Processi Chimici dell Ingegneria Università di Padova tel +39 049 8275539/5536 www.cesqa.it cesqa@unipd.it Responsabile: Prof. Antonio Scipioni Relatore:
DettagliREGOLE PARTICOLARI PER LA CERTIFICAZIONE DI PRODOTTI PLASTICI IN POLIPROPILENE CON CONTENUTO RICICLATO
PROCEDURA OPERATIVA REGOLE PARTICOLARI PER PRODOTTI PLASTICI IN 0 15/03/2012 RQ LTM 1 di 7 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...3 2. TERMINOLOGIA...3 2.1 RICICLO DI MATERIALI PLASTICI...3 2.2 MATERIALE PLASTICO
DettagliLa quantificazione dei benefici di BIOCASA sui consumi energetici ed emissioni di CO 2
La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui energetici ed emissioni di CO 2 Rapporto di Sostenibilità 2011 I benefici di BIOCASA su energetici e emissioni di CO 2 Il Progetto BIOCASA è la risposta di
DettagliCONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA
CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA A distanza di 10 anni dall inizio della sua attività è possibile fare un primo bilancio dei risultati dell impegno che il sistema delle imprese, rappresentato
DettagliFerrara, 5 maggio 2004 Nicola Praderio
Esperienza metodologica: servizio di gestione mense scolastiche Scuola elementare "G.Bombonati" di Ferrara Applicazione dell'lca Ferrara, 5 maggio 2004 Nicola Praderio L Analisi del Ciclo di Vita L Analisi
DettagliLa gestione del Carbon Footprint di Prodotto: il processo di normazione ISO 14067
Centro Studi Qualità Ambiente c/o Dipartimento di Processi Chimici dell Ingegneria Università di Padova tel +39 049 8275539 www.cesqa.it cesqa@unipd.it Ing. Alessandro Manzardo alessandro.manzardo@unipd.it
DettagliAnno 2014. Rapporto ambientale
Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel
DettagliBIOGAS: UN OPPORTUNITÀ PER LA GESTIONE SOSTENIBILE IN AGRICOLTURA Merigo Giambattista Dipartimento agricoltura, sviluppo sostenibile ed energie rinnovabili CONAF Giorgio Provolo Dipartimento di Scienze
DettagliRapporto ambientale Anno 2012
Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e
DettagliREGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 gennaio 2005 che stabilisce requisiti per l igiene dei mangimi Regolamento 183/2005 Applicazione sul territorio regionale L applicazione
DettagliQuantificazione e rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra relativi alla 3ª CONFERENZA INTERNAZIONALE SU DECRESCITA, SOSTENIBILITA ED
Quantificazione e rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra relativi alla 3ª CONFERENZA INTERNAZIONALE SU DECRESCITA, SOSTENIBILITA ED EQUITA SOCIALE Introduzione La Carbon Footprint misura
DettagliQuale è il ruolo delle certificazioni nel settore alimentare con riferimento alla filiera dei cereali: quali, quante, troppe?
Quale è il ruolo delle certificazioni nel settore alimentare con riferimento alla filiera dei cereali: quali, quante, troppe? Simona Gullace CERTIFICAZIONE Procedura volontaria mediante la quale una terza
DettagliCarbon Footprint di un organizzazione
CHE COSA E LA CARBON FOOTPRINT? La Carbon Footprint misura il contributo che le attività umane producono sull effetto serra, espresso in tonnellate di biossido di carbonio equivalente (CO 2 eq). Il tema
DettagliLCA DEL SISTEMA RICICLO: RICICLO vs SMALTIMENTO, MONOUSO RICICLABILI vs LAVABILI
LCA DEL SISTEMA RICICLO: RICICLO vs SMALTIMENTO, MONOUSO RICICLABILI vs LAVABILI 28/10/2014 Duccio Bianchi, Ambiente Italia Ambiente Italia, istituto indipendente di analisi e ricerca ambientale, ha analizzato
DettagliBozza UNI Riproduzione riservata
DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO U59099510 Yogurt con aggiunta di altri ingredienti alimentari Definizione, composizione e caratteristiche Yogurt and yogurt with addition of food ingredients Definition,
DettagliCARBON FOOTPRINT. project 2013
1 descrizione del progetto La decisione di partecipare al bando del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare per l accesso al finanziamento (ai sensi del D.M. 468 del 19.05.2011)
DettagliDISCIPLINARE PER LA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI DESTINATI A CONSUMATORI VEGETARIANI E VEGANI PER AZIENDE CONTROLLATE
DISCIPLINARE PER LA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI DESTINATI A CONSUMATORI VEGETARIANI E VEGANI PER AZIENDE CONTROLLATE www.imveg.it info@imveg.it DISCIPLINARE PER LA CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI DESTINATI
DettagliUniversità degli Studi di Napoli Federico II
Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Edile, Civile e Ambientale Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio Abstract
DettagliSMART EXPO 2015: SMART PLANNING, SMART BUILDING, SMART CONNECTING. Fiera Milano 8 maggio 2014. L inventario delle emissioni di gas serra di Expo 2015
SMART EXPO 2015: SMART PLANNING, SMART BUILDING, SMART CONNECTING Fiera Milano 8 maggio 2014 L inventario delle emissioni di gas serra di Expo 2015 Roberto Giacomelli, Climate Change and Sustainability
DettagliExternal Communication Report dell insalatina novella in sacchetti formato da 90 g X 2
Via Cesare Battisti, 80-24060 Telgate (BG) External Communication Report dell insalatina novella in sacchetti formato da 90 g X 2 secondo la ISO-TS 14067 Analisi dell impronta di carbonio nella filiera
DettagliA cura di Giorgio Mezzasalma
GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliMetodologia. 5 rapporto sull energia
2 Metodologia 5 rapporto sull energia 23 2.1 Usi finali e consumi finali Per l aggiornamento del bilancio energetico provinciale al 2005 si è adottata la stessa metodologia utilizzata per il Quarto Rapporto
DettagliOLITALIA SRL VIA ANTONIO MEUCCI, 22/A - FORLÌ
OLITALIA SRL VIA ANTONIO MEUCCI, 22/A - FORLÌ DICHIARAZIONE DI VERIFICA (ISO 14064-3) 23 febbraio 2015 Copia controllata del presente documento è solamente quella elettronica disponibile on-line sulla
DettagliPRODUCT CARBON FOOTPRINT RAPPORTO DI VERIFICA PRODOTTO: 02 Febbraio 2015. TÜV Italia Srl Via Giosuè Carducci 125. 20099 Sesto San Giovanni (MI) Italy
PRODUCT CARBON FOOTPRINT RAPPORTO DI VERIFICA AZIENDA: CASEIFICIO CARAMASCHE PRODOTTO: PARMIGIANO REGGIANO DOP RAPPORTO NO. IS-PCF-247069 02 Febbraio 2015 TÜV Italia Srl Via Giosuè Carducci 125 20099 Sesto
DettagliAccesso alla banca dati dell inventario delle emissioni in atmosfera
Accesso alla banca dati dell inventario delle emissioni in atmosfera Regione Liguria Dipartimento Ambiente Patrizia Costi Settore aria clima e ciclo integrato dei rifiuti INDICE Accesso alle informazioni
DettagliCONSUMI ENERGETICI 09
CONSUMI ENERGETICI 09 Quadro sinottico degli indicatori INDICATORI DI PRESSIONE (P) Consumi di metano ad uso domestico Consumi di metano ad uso non domestico: comparto ceramico Consumi di energia elettrica
DettagliISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali. Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15
ISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15 EVOLUZIONE DELLA NORMA ISO 14001 Prima pubblicazione: 1996 Prima revisione: 2004 (introdotti cambiamenti
DettagliDichiarazione di conformità per caldaie a carica manuale
Ufficio di contatto marchio di qualità: Moritz Dreher Neugasse 6 CH-8005 Zürich Tel.: +41 (0)44 250 88 16 Fax.: +41 (0)44 250 88 22 Email: dreher@holzenergie.ch Marchio di qualità Energia leg Svizzera
DettagliGli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica
Roma, 23 Settembre 2010 Gli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica Dott.ssa M.R. Di Somma Assocostieri è l associazione italiana della
DettagliCome archiviare i dati per le scienze sociali
Come archiviare i dati per le scienze sociali ADPSS-SOCIODATA Archivio Dati e Programmi per le Scienze Sociali www.sociologiadip.unimib.it/sociodata E-mail: adpss.sociologia@unimib.it Tel.: 02 64487513
DettagliLA PRODUZIONE PRIMARIA NEL COMPARTO AGRO-ALIMENTARE
LA PRODUZIONE PRIMARIA NEL COMPARTO AGRO-ALIMENTARE Fabio Grillo Spina Dipartimento dell Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari Via Quintino Sella,
DettagliPRINCIPI FONDAMENTALI...
QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3
DettagliCarbon footprint: stato dell arte del lavoro della RRN sulla stima degli impatti sulle emissioni a livello di azienda agricola
Carbon footprint: stato dell arte del lavoro della RRN sulla stima degli impatti sulle emissioni a livello di azienda agricola Luogo e data Roma, 13/03/2014 Federico Chiani Motivazioni alla base del progetto
DettagliSe siete interessati a costituire un associazione per il vostro distretto, contattate il vostro rappresentante di supporto per club e distretti.
omississ Costituzione del distretto in associazione Quando un gruppo o un organizzazione si costituiscono formano un associazione. Il bene cio primario della costituzione in associazione è la protezione
DettagliAllegato A al Decreto n. 104 del 31 marzo 2008 pag. 1/9 PREMESSE
Allegato A al Decreto n. 104 del 31 marzo 2008 pag. 1/9 TRATTAMENTO DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO: PERDITE DI AZOTO VOLATILE E CONTENUTO RESIDUO NELLE FRAZIONI PALABILE E NON PALABILE DEI MATERIALI TRATTATI
DettagliIndicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto
Indicatori aziendali: bilancio aziendale dell azoto I bilanci colturali e aziendali dell azoto sono degli indicatori semplici della valutazione della gestione dell azoto delle colture e agrotecniche ad
DettagliRISPARMIO ENERGETICO, ENERGIA RINNOVABILE E RIDUZIONE DELLE EMISSIONI
RISPARMIO ENERGETICO, ENERGIA RINNOVABILE E RIDUZIONE DELLE EMISSIONI di Fabrizio Piva CCPB srl Bologna fpiva@ccpb.it BIOENERGY Verona 04.02. 2010 1 SOMMARIO CHI SIAMO LA SITUAZIONE A LIVELLO EUROPEO GLI
DettagliI lavori preparatori all inventario delle emissioni provinciali
PIANO DI AZIONE AMBIENTALE PER UN FUTURO SOSTENIBILE 2008/2010: PIANI "CLIMA LOCALE" I lavori preparatori all inventario delle emissioni provinciali Fiera Ecomondo 11 novembre 2011 Dott.ssa Claudia Ozzi
DettagliDisponibilità dati *** 2007 / 2010 C
EMISSIONI IN ATMOSFERA 2010 Emissioni in atmosfera Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (INEMAR Puglia 2010) Nome indicatore DPSIR Fonte dati Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera
DettagliLeasing secondo lo IAS 17
Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per
DettagliLa sostenibilità come leva di marketing: la comunicazione oltre il greenwashing
Convegno La sostenibilità come leva di marketing: la comunicazione oltre il greenwashing Milano, 14 aprile 2011 Comunicare l innovazione ambientale attraverso il green marketing: la Environmental Product
DettagliGli standard ISO 14064 (Gas Serra) e ISO 50001 (Gestione energetica)
Seminario Internazionale - EnSURE project Buone pratiche per l uso sostenibile dell energia 6-7 Marzo 2012 Padova Gli standard ISO 14064 (Gas Serra) e ISO 50001 (Gestione energetica) Ing. Alessandro Manzardo
DettagliAllegato A Guida ai Diritti Guida al sito dell Autorità
Criteri per la selezione e il finanziamento di progetti da realizzare nell ambito del Protocollo di intesa tra l Autorità per l energia elettrica e il gas e il Consiglio nazionale dei consumatori e degli
DettagliMarcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia
ICMQ Certificazioni e controlli per le costruzioni La certificazione dei prodotti Le tipologie di certificazione rilasciate da ICMQ riguardano sia le certificazioni cogenti, cioè obbligatorie secondo la
DettagliGESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi
GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:
DettagliVITA DA RIFIUTI 2. Elisabetta Caroti. Titolo: Autore: Percorsi didattici associati: 1. Trasformazioni fisiche. 2. Trasformazioni chimiche
Titolo: VITA DA RIFIUTI 2 Autore: Elisabetta Caroti Percorsi didattici associati: 1. Trasformazioni fisiche 2. Trasformazioni chimiche 3. In un pugno di terra AVVERTENZA: Le domande che seguono si ispirano
DettagliLa gestione del Carbon Footprint a livello di organizzazione: competitività di impresa nella low-carbon economy
Centro Studi Qualità Ambiente Dipartimento di Processi Chimici dell Ingegneria Università degli Studi di Padova 049 8275536-9 www.cesqa.it cesqa@unipd.it Prof. Antonio Scipioni Ing. Alessandro Manzardo
DettagliRifiuti: da problema a risorsa
CONSORZIO NAZIONALE PER IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI BENI A BASE DI POLIETILENE Rifiuti: da problema a risorsa Nota illustrativa sul ciclo di gestione dei rifiuti in Italia CHE COSA SONO I RIFIUTI? Un
DettagliDEFINIZIONI INDISPENSABILI
1 DEFINIZIONI INDISPENSABILI Preimballaggio Per imballaggio preconfezionato, o preimballaggio, si intende l insieme del prodotto e dell imballaggio nel quale è confezionato. Possiamo affermare quindi che
DettagliI Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001
I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo
Dettagli6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento
Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione
DettagliIl primo EPD Process certificato per i tessuti-non-tessuti
Il primo EPD Process certificato per i tessuti-non-tessuti comunicare dati ambientali oggettivi, accurati e scientificamente dimostrati sui propri prodotti; monitorare gli impatti ambientali connessi
DettagliEA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1
UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti
DettagliSostenibilità della filiera agroalimentare regionale:
LCA Food Lazio Sostenibilità della filiera agroalimentare regionale: le aziende del Lazio verso l EXPO Milano 2015 Fondo Euorpeo Agricolo per lo sviluppo: L Europa investe nelle zone rurali Regione Lazio
DettagliIl risparmio energetico: priorità economica ed ambientale
Il risparmio energetico: priorità economica ed ambientale Ing Alessandro Fatini del Grande 20 febbraio 2007 Il risparmio energetico è diventata un esigenza importante sia a livello ambientale (riduzione
DettagliPROGETTO per la rappresentazione della produzione della Mozzarella di Bufala Scuola: Istituto Comprensivo Statale Amaseno/Scuola Primaria
Associazione SERAF Regione Lazio Istituto di Ricerca sulla Formazione-Intervento Progetto EUREKA Uno PROGETTO per la rappresentazione della produzione della Mozzarella di Bufala Scuola: Istituto Comprensivo
DettagliArea Ricerca e Sviluppo
Documento Informativo nr. 119 Data di emissione: 04/05/2005 Revisione n. 0 Area Ricerca e Sviluppo LA SHELF-LIFE DEGLI ALIMENTI Riferimento interno: dr.ssa Bastianon Martina - Area Ricerca e Sviluppo,
DettagliL impronta carbonica degli alimenti. Laura Tagliabue, Matteo Zanchi, Stefano Caserini Politecnico di Milano
L impronta carbonica degli alimenti Laura Tagliabue, Matteo Zanchi, Stefano Caserini Politecnico di Milano Fondazione Culturale San Fedele, Milano, 9 ottobre 2014 Indice Le emissioni di gas serra dalle
DettagliAutorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche
Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione
DettagliUTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI
UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI Un utilizzatore a valle di sostanze chimiche dovrebbe informare i propri fornitori riguardo al suo utilizzo delle sostanze (come tali o all
DettagliEFFETTI DEGLI INVESTIMENTI AMBIENTALI B.A.T. SULLA COMPATIBILITà AMBIENTALE
LEZIONE DEL 3 GIUGNO 2004 L articolo 15 comma 2 della direttiva IPPC prevede l obbligo di identificare quelle che siano le B.A.T ovvero le migliori tecniche disponibili in campo ambientale relative ad
DettagliAldo Iacomelli E-Cube srl. Presentazione dell analisi e del calcolo della Carbon Footprint dei chiusini KIO
Aldo Iacomelli E-Cube srl Presentazione dell analisi e del calcolo della Carbon Footprint dei chiusini KIO COSA ABBIAMO FATTO Fornitura dati Carbon footprint di prodotto Certificazione ISO (TS) 14067:2013
DettagliGESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI
GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 27/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie
DettagliEPD ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION. RINA Services S.p.A. Barbara Cavanna
EPD ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION Il ruolo del certificatore RINA Services S.p.A. Barbara Cavanna 9 Aprile 2010 Che cos è l EPD? Foto L EPD è un etichetta di tipo III Dichiarazione Ambientale di Prodotto
DettagliFigura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica
Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati
DettagliConsumi energetici ed impronta carbonica della mela nella fase di post-raccolta
Consumi energetici ed impronta carbonica della mela nella fase di post-raccolta Zanotelli D 1, Ciarapica F 1-2, Fadanelli L 3, Mazzetto F 1, Tagliavini M 1 1. Facoltà di Scienze e Tecnologie, Libera Università
DettagliLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Clienti e
LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI Clienti e vendite Novembre 2013 Indice 1. Crediti e vendite 2. Obiettivi di revisione 3. Pianificazione della revisione 4. La valutazione del sistema di controllo interno
Dettagli4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI
Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva
DettagliTorino, 16 aprile 2013. Andrea Loro Piana Falpi Srl. associato AFIDAMP dal 1987
Torino, 16 aprile 2013 Andrea Loro Piana Falpi Srl associato AFIDAMP dal 1987 IL CAM PULIZIE CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER L AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI PULIZIA O PER LA FORNITURA DI PRODOTTI PER L IGIENE
Dettagli1. Chi è il produttore secondo GSE? Vi sono delle conseguenze per me?
1. Chi è il produttore secondo GSE? Vi sono delle conseguenze per me? Produttore nel campo di applicazione del GSE è la società che immette per la prima volta a titolo professionale, un pannello fotovoltaico
DettagliLA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI PREMESSA Il panorama delle disposizioni all interno delle quali si pone la manutenzione è cambiato e si avverte la necessità di individuare
DettagliRegolamento (CE) n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante norme di commercializzazione applicabili alle uova.
Regolamento (CE) n. 1028/2006 del 19 giugno 2006. Regolamento (CE) n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante norme di commercializzazione applicabili alle uova. (pubbl. in Gazz. Uff. dell Unione
Dettaglidella manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.
L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono
Dettagli