Umanesimo, Rinascimento e - Volume 4 sk Rivoluzione scientifica - I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag.

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1 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 1 La vita e le opere di Galileo Galileo Galilei nasce a Pisa il 15 febbraio Chiamato a insegnare a Padova, Galileo rimarrà per diciotto anni (sino al 1610). Nel 1609 ricostruisce per conto suo il cannocchiale, lo perfeziona, osa puntarlo in superioribus e ottiene le clamorose scoperte astronomiche esposte nel Sidereus Nuncius del A Firenze prosegue le sue ricerche astronomiche, ma intanto la sua adesione al copernicanesimo comincia a procurargli i primi guai. Tra il 1613 e il 1615 scrive le famose quattro Lettere copernicane sui rapporti tra scienze e fede. Accusato di eresia a motivo del suo copernicanesimo e poi denunciato al Sant Uffizio, viene processato a Roma nel 1616 e gli viene ingiunto di non insegnare né difendere con la parola e con gli scritti le teorie incriminate. Nel 1623 sale al trono pontificio, col nome di Urbano VIII, il cardinale Maffeo Barberini, amico di Galileo, e che era stato già favorevole a costui e aveva protetto lo stesso Campanella. Ripresi coraggio e speranza, Galileo scrive il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: la nuova opera costituiva la più serrata difesa del copernicanesimo. Nuovamente processato, nel 1633 Galileo viene condannato e costretto all abiura. Il carcere a vita gli viene subito commutato in confino, prima presso il suo amico Ascanio Piccolomini, arcivescovo di Siena, e successivamente nella sua casa di Arcetri, dove non avrebbe dovuto incontrare nessuno né avrebbe potuto scrivere niente, senza previa autorizzazione. Nell ultimo periodo della vita, Galileo perde la vista ed è afflitto da molte e gravi sofferenze. Assistito dai suoi discepoli Vincenzo Viviani ed Evangelista Torricelli, Galileo muore la notte dell 8 gennaio Galileo e la fede nel cannocchiale Nella primavera del 1609 Galileo ha notizia che un certo fiammingo (Keplero) aveva fabbricato un occhiale, mediante il quale gli oggetti visibili, per quanto molto distanti dall occhio dell osservatore, si vedevano distintamente come fossero vicini. Galileo prepara un tubo di piombo e senza risparmiare fatica né spesa alcuna, sono giunto a tanto, da costruirmi uno strumento così eccellente, che le cose vedute per mezzo di esso appariscono quasi mille volte più grandi e più di trenta volte più vicine che se si guardino con la sola facoltà naturale. Quanti e quali siano i vantaggi di questo strumento, così per terra come per mare, sarebbe del tutto superfluo enumerare. Il 25 agosto 1609 Galileo presenta al Governo di Venezia l apparecchio come sua invenzione; la riscoperta e ricostruzione del cannocchiale da parte di Galileo, non è un episodio che possa destare una grande ammirazione. Il fatto davvero interessante è che Galileo abbia portato il cannocchiale dentro la scienza, usandolo come strumento scientifico, e concependolo come un potenziamento dei nostri sensi. La filosofia del Medioevo aveva ignorato le lenti da occhiali, roba per malati, per vecchi, o per far trucchi durante le fiere. Non ci si fidava delle lenti, si pensava che esse ingannassero, c era l idea che gli occhi che il buon Dio ci ha dati fossero sufficienti alla vista delle cose che esistono e non abbisognano di perfezionamenti : esistevano inoltre e prima di tutto radicati pregiudizi da parte della cultura accademica ed ecclesiastica nei confronti delle arti meccaniche. Anche in seguito l espressione vile meccanico varrà come offesa (vedi I Promessi Sposi, cap. 4 la storia di fra Cristoforo: - Fate luogo voi, - rispose Lodovico. - La diritta è mia. - Co' vostri pari, è sempre mia. - Sì, se l'arroganza de' vostri pari fosse legge per i pari miei. - Nel mezzo, vile meccanico; o ch'io t'insegno una volta come si tratta co' gentiluomini. - Voi mentite ch'io sia vile. - Tu menti ch'io abbia mentito.

2 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 2 Quel che va sottolineato è la fiducia di Galileo in uno strumento nato nell ambiente dei meccanici. Ma Galileo punto l occhiale al cielo: puntare l occhiale al cielo era allora, per la gran parte dei dotti, un atto irragionevole. E quando Galileo vide montagne e vallate sulla Luna, capì subito che poteva essere sferrata contro i Peripatetici un offensiva senza precedenti. Galileo trasforma il cannocchiale da attrezzo senza significato scientifico in un pezzo decisivo di sapere. Diversamente da Keplero, Galileo ebbe fede nel cannocchiale. In realtà, non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono, e che credono di vedere delle cose che hanno valore. Le grandi novità del Sidereus Nuncius IL 12 marzo 1610 Galileo fa uscire a Venezia il Sidereus Nuncius. Ecco le grandi cose che Galileo propone alla visione e alla contemplazione degli studiosi della natura: 1. L aggiunta alla moltitudine delle Stelle fisse, visibili anche a occhio nudo, di altre innumerevoli stelle 2. L universo, quindi, diventa più grande; la Luna non ha una superficie liscia e levigata, ma scabra e inuguale come la Terra. E questo, un risultato di enorme rilievo, giacchè distrugge la distinzione tra corpi terrestri e corpi celesti (pilastro della cosmologia aristotelico-tolemaica) 3. Galileo osserva che la Galassia non è nient altro che una congerie di innumerevoli Stelle 4. Le Stelle chiamate fino ad oggi Nebulose sono greggi di piccole Stelle 5. L argomento più importante del Sidereus Nuncius Galileo lo vede nella scoperta dei satelliti di Giove. Questa scoperta offriva a Galileo la insperata visione in cielo di un modello più piccolo dell universo copernicano. Così andava in pezzi la concezione del mondo aristotelico-tolemaica: 1. non c è differenza di natura tra la Terra e la Luna 2. pur essendo come la Terra, la Luna si muove, e allora perché non dovrebbe muoversi anche la terra? 3. l immagine dell universo non solo si amplia, ma muta 4. anche per il fatto che l osservazione delle stelle fisse ci mette in grado di dire che esse sono molto più distanti dai pianeti e non appena dietro al cielo di Saturno, come esigeva la tradizione 5. Giove e i suoi satelliti offriva un modello su scala ridotta del sistema copernicano. Il Sidereus Nuncius corrobora la teoria copernicana e mostra la falsità di quella tolemaica Due grandi teorie sono dunque in competizione. Si tratta di due sistemi: quello tolemaico (con la Terra fissa al centro e il Sole che gira) e quello copernicano (è la Terra a girare intorno al Sole). Il Sidereus Nuncius adduce argomenti contro il primo e a supporto del secondo. Inoltre Galileo effettua altre osservazioni di importanza capitale per il rafforzamento della dottrina di Copernico e che, allo stesso tempo, servono alla demolizione di quella di Tolomeo. Egli nota l aspetto tricorporeo di Saturno (l anello di Saturno, che non si distingueva con il cannocchiale di Galileo), ma soprattutto scopre le fasi di Venere e le macchie del Sole. Venere mostra fasi come la Luna. In tal modo siamo fatti certi come i pianeti tutti ricevano il lume dal Sole, essendo per lor natura tenebrosi. E a proposito delle macchie solari, Galileo afferma che mutazioni e alterazioni avvengono, diversamente da quanto si sostiene nella concezione aristotelica, anche nel Sole. E Galileo a questo punto non sa immaginarsi come i Peripatetici cercheranno di salvare e mantenere l immutabilità dei cieli.

3 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 3 I Peripatetici escogiteranno immaginazioni ad hoc: interpreteranno le macchie solari come sciami di astri rotanti innanzi al Sole. Questa ipotesi era intesa a trasportare la causa delle macchie solari fuori dal Sole e a ristabilire quindi l immutabilità e la perfetta costituzione del Sole. Ma Galileo fece notare che le macchie erano irregolari nel loro formarsi e dissolversi e che erano difformi, e che pertanto non presentavano affatto i caratteri di un sistema di astri. Un altro gesuita per salvare la perfezione della Luna escogitò l ipotesi per cui le montagne e gli avvallamenti osservati da Galileo sulla faccia della Luna sarebbero ricoperti da una sostanza cristallina trasparente e perfettamente sferica. Galileo risponde: Veramente l immaginazione è bella solo gli manca il non essere né dimostrata né dimostrabile (Come poteva il gesuita dimostrare l esistenza della sfera cristallina intorno alla Lune? Ed ammesso che esistesse questa sostanza cristallina, essa poteva essere disposta a forma di avvallamenti e montagna: come poteva il gesuita dimostrare falsa questa ipotesi?) La realtà è che la rivoluzione scientifica operata da Galileo non si basa soltanto sulle novità contenute nelle sue scoperte, ma anche e soprattutto sulla nuova maturità metodologica da essa rivelata. Ma con ciò Galileo aveva stabilito tutte quelle condizioni che lo avrebbero portato alla scontro con la Chiesa. Le radici epistemologiche (le condizioni che portano alla conoscenza scientifica) della scontro tra Galileo e la Chiesa Copernico aveva affermato che tutte le sfere ruotano intorno al Sole come al loro punto centrale e pertanto il centro dell Universo è intorno al Sole. Ma il luterano Andrea Osiander (nella premessa al De revolutionibus sk pag. 1) asserì che non è necessario che queste ipotesi siano vere, ma basta che esse offrano dei calcoli conformi all osservazione. Anche Tolomeo,le cui teorie entravano in collisione con la fisica di Aristotele, aveva sostenuto che le proprie ipotesi fossero dei calcoli matematici e non descrizioni vere dei moti reali. Contro l interpretazione strumentalistica delle teorie di Copernico data da Osiander si scaglia Giordano Bruno, il quale afferma che Copernico non è solo matematico che suppone, ma anche fisico che dimostra il moto de la terra. Ed anche per Keplero le ipotesi di Copernico non solo non sbagliano nei confronti della natura, ma le sono addirittura più consone. La natura infatti ama la semplicità e l unità. Però la difesa della tesi realista (secondo cui il sistema copernicano sarebbe una descrizione vera della realtà e non un insieme di strumenti di calcolo per fare previsioni o un miglior calendario) non poteva non apparire pericolosa per quanti pensavano che la Bibbia, nella sua versione letterale, non poteva errare. L Ecclesiaste (1, 4-5) dice che la Terra rimane sempre al suo posto e che il Sole sorge e tramonta tornando al luogo dal quale si è levato ; e in Giosuè (10,13) leggiamo che Giosuè ordina al Sole di fermarsi. Sulle basi di questi brani della Scrittura, Lutero, Calvino e Melantone si opposero durissimamente alla teoria copernicana. Se il copernicanesimo appariva pericoloso per i protestanti fautori dell immediato contatto del singolo credente con le fonti scritturistiche, tanto più pericolo doveva essere per i cattolici, secondo i quali l interpretazione della Sacra Scrittura dipende dal magistero ecclesiastico. La Controriforma non poteva ammettere che fosse un credente qualsiasi foss anche Galileo a stabilire i principi ermeneutici (come interpretare) di interpretazione della Bibbia e a proporre interpretazioni di questo o quel brano. Sono qui le ragioni dell interpretazione strumentalistica del copernicanesimo proposta da Bellarmino e rifiutata dal realista Galileo.

4 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 4 Il realismo di Galileo contro lo strumentalismo di Bellarmino Bellarmino ricorda al matematico padre Foscarini: Come lei sa, il Concilio proibisce esporre le Scritture contro il comune consenso de Santi Padri; e se la P.V. vorrà leggere non dico solo li Santi Padri, ma li commentatori moderni sopra il Genesi, sopra li Salmi, sopra l Ecclesiaste, sopra Giosuè, troverà che tutti convengono in esporre ad literam che il sole è nel cielo e gira intorno alla terra con somma velocità, e che la terra è lontanissima dal cielo e sta nel centro del mondo, immobile. Consideri hora lei, con la sua prudenza, se la Chiesa possa sopportare che si dia alle Scritture un senso contrario alli Santi Padri et a tutti li espositori greci e latini e questa è materia di fede ex parte dicentis, perché lo dice lo Spirito Santo per bocca de Profeti et Apostoli. Ma supposto che ci fusse vera demostratione che è la terra che gira intorno al Sole allora bisogneria andare con molta considerazione in esplicare le Scritture che paiono contrarie e più tosto dire che non l intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra. Ma considerato che il Concilio tridentino proibisce di interpretare la Scrittura contra il comune consenso de Santi Padri, Bellarmino afferma: Mi pare che V.P. e il Signor Galileo facciano prudentemente a contentarsi di parlare ex supposizione e non assolutamente. Perché il dire che supposto che la terra si muova et il sole sia fermo è benissimo detto e non ha nessun pericolo; e questo basta al matematico: ma voler affermare che realmente il sole stia nel centro del mondo e che la terra giri con somma velocità intorno al sole, è cosa molto pericolosa non solo di irritare tutti i filosofi e teologi scolastici, ma anco di nuocere alla Santa Fede con rendere false le Scritture Sante. Galileo però non era dell opinione di Bellarmino: ribadisce la verità del sistema copernicano. Copernico, secondo Galileo, ha parlato della costituzione dell universo, ha descritto ciò che sussiste realmente in rerum natura. Per Galileo non è un matematico che appronta ipotesi come puri strumenti di calcolo, ma è piuttosto un fisico che pretende di dire come stanno realmente le cose. Ma se si suppone che i passi della Bibbia riguardanti il sistema del mondo, letteralmente interpretati dalla tradizione, siano assolutamente veri e intoccabili, allora lo scontro frontale tra la Chiesa e Galileo diventava inevitabile. E Galileo dovette cedere. L incommensurabilità tra scienza e fede Vediamo in che modo Galileo concepiva i rapporti tra scienza e fede. Galileo teorizza la demarcazione tra proposizioni scientifiche e proposizioni di fede da una parte reclamando l autonomia delle conoscenze scientifiche, le quali si provano e si valutano col metodo sperimentale; d altro canto questa autonomia delle scienze dalle Sacre Scritture trova la sua giustificazione nel principio secondo cui l intenzione dello Spirito Santo essere d insegnarci come si vada al cielo, e non come vada il cielo. Iddio ci ha dato sensi, discorso e intelletto: ed è per mezzo di questi che possiamo giungere a quelle conclusioni naturali. La Scrittura non è un trattato di astronomia; nella Scrittura, difatti, non si trovano né pur nominati i pianeti, eccetto il Sole e la Luna, ed una o due volte soltanto, Venere, sotto il nome di Lucifero. Di conseguenza, non essendo ufficio della Scrittura quello di determinare le costituzioni e movimenti de cieli e delle stelle, Galileo perviene ad affermare: Mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie ; tutto ciò di cui possiamo avere notizia attraverso le sensate esperienze e le dimostrazioni necessarie è sottratto all autorità delle Scritture; stimerei che l autorità delle Sacre lettere avesse auto la mira a persuadere principalmente agli uomini quegli articoli e proposizioni che, superando ogni umano discorso, non potevano per altra scienza né per altro mezzo farcisi credibili, che per la bocca dell istesso Spirito Santo. La Scrittura è un messaggio di salvezza che lascia intatta l autonomia dell indagine scientifica.

5 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 5 La Scrittura non può venir smentita, ma molti suoi passi hanno bisogno di interpretazioni adeguate Possiamo ricapitolare in dieci punti i tratti fondamentali che dal punto di vista di Galileo caratterizzano il rapporto tra scienza e fede: 1. la Scrittura è necessaria per la salvezza dell uomo; 2. gli articoli concernenti alla salute e allo stabilimento della fede sono così fermi che contro di essi non è pericolo alcuno che possa insorgere mai dottrina valida ed efficace 3. la Scrittura, date le sue finalità, non ha alcuna autorità per tutte quelle conoscenze che possono venire stabilite a opera di sensate esperienze e necessarie dimostrazioni 4. la Scrittura quando parla su ciò che è necessario per la nostra salvezza (o su cose non conoscibili per altra via) non può essere smentita 5. tuttavia, dato che gli scrittori sacri si rivolgevano al vulgo rozzo ed indisciplinato, la Scrittura è bisognosa in molti passi di interpretazione 6. la scienza può costituire un mezzo per corrette interpretazioni 7. non tutti gli interpreti della Scrittura sono infallibili 8. non bisogna impegnare la Scrittura su cose che l uomo può conoscere con la ragione 9. la scienza è autonoma: le sue verità si stabiliscono con sensate esperienze e certe dimostrazioni, non in base all autorità della Scrittura 10. nelle questioni naturali la Scrittura ha l ultimo posto. Il discorso scientifico è un discorso empiricamente controllabile tendete a farci capire come funzione questo mondo; il discorso religioso è un discorso di salvezza che non si preoccupa del che cosa, ma del senso di queste cose e della nostra vita. Il primo processo Il 7 febbraio 1615 il domenicano Nicolò Lorini denuncia Galileo al Sant Uffizio; il Sant Uffizio passò ai tuoi teologi le due proposizioni che riassumevano il nocciolo delle questione, perché le esaminassero: 1. che il Sole sia il centro del mondo e per conseguenza immobile di moto locale 2. che la Terra non è al centro del mondo né immobile, ma si muove secondo sé tutta, etiam di moto diurno. Tutti i teologi, d accordo, sentenziarono che la prima proposizione era stolta e assurda in filosofia e formalmente eretica in quanto contrastante con le sentenze della Sacra Scrittura; che la seconda proposizione era meritevole della medesima censura in filosofia e che teologicamente era perlomeno erronea riguardo alla fede. La Congregazione dell Indice il 3 marzo 1616 emise la condanna del copernicanesimo. Il 26 febbraio, il cardinal Bellarmino, su ordine del papa, ammoniva Galileo di abbandonare l idea copernicana e gli ingiungeva di non insegnarla. Galileo acconsentì e promise di ubbidire (si è discusso sull autenticità del verbale di questa seduta: c è chi sostiene che esso sia un falso). Siccome si era sparsa la voce che egli aviesse abiurato le proprie teorie di fronte al cardinale Bellarmino, Galileo chiese al Bellarmino una dichiarazione: Noi Roberto cardinale Bellarmino, avendo inteso che il signor Galileo Galileo sia calunniato o imputato di aver abiurato in nostra mano, e anco di essere stato perciò penitenziato di penitenzie salutari, e essendo ricercati della verità, diciamo che il suddetto signor Galileo non ha abiurato in nostra mano né di altri qua in Roma, né meno in altro luogo che noi sappiamo, alcuna sua opinione o dottrina ma solo gli è stata denunciata la dichiarazione nella quale si contiene che la dottrina attribuita al Copernico, che la terra si muove intorno al sole e che il sole stia fermo nel centro del mondo senza muoversi da oriente a occidente, sia contraria alle Sacre Scritture e però non si possa né difendere né tenere. Intanto Galileo era andato incontro alla sua prima sconfitta: Galileo era un illuso nei pretendere di portare idee nuove nella capitale della Controriforma.

6 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 6 Il Dialogo sopra i due massimi sistemi e l abbattimento della cosmologia aristotelica Sempre nel 1623 viene eletto papa Urbano VIII, amico e sincero estimatore di Galileo. Rinfrancato da questo evento, Galileo riprende la sua battaglia culturale. Quattro sono le giornate nella quali si svolge il Dialogo. La prima giornata è dedicata a dimostrare l infondatezza della distinzione aristotelica tra il mondo celeste che sarebbe incorruttibile e il mondo terrestre degli elementi, che, invece, sarebbe mutabile e alterabile. Siffatta distinzione non c è: questo ci attestano i sensi potenziati dal cannocchiale. E anche per Aristotele quel che dicono i sensi sta a fondamento del discorso. Affrontano gli argomenti sia antichi sia attuali contro il moto della terra. Se in una nave ferma si fa cadere una pietra dalla cima dell albero, la pietra cade a perpendicolo alla base dell albero stesso; ma se si è su di una nave in movimento, allora la pietra lasciata cadere dall alto dell albero cade lontano dalla base dell albero. Lo stesso dovrebbe accadere per una pietra che si fa cadere dalla cima di una torre, se si suppone che è la Terra in movimento. Ma questo non si dà, quindi la terra sta ferma. Galileo stabilisce il principio della relatività del movimento: tutti noi ci muoviamo insieme alla nave. Tutto questo ci mostra che sulla base di osservazioni meccaniche compiute all interno di un determinato sistema, è impossibile stabile se tale sistema sia in quiete o in moto rettilineo uniforme; è il principio di relatività galileiana: quella di Einstein non è altro che un ampliamento della relatività galileiana, dai fenomeni meccanici a tutti i fenomeni naturali. Il Dialogo non è un libro di astronomia e neanche di fisica: è innanzitutto un libro di critica, un opera filosofica contro Aristotele ed a vantaggio di Platone (il libro della natura si legge in termini matematici, quantitativi e non qualitativi). Il secondo processo: la condanna e l abiura Urbano VIII fu convinto dagli avversari di Galileo che il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo costituisse un affronto e uno screditamento dell autorità e anche del prestigio del papa. Si ingiunse a Galileo di portarsi a Roma per essere a disposizione del Sant Uffizio. Galileo dilazionò, adducendo motivi di salute, il suo viaggio a Roma, ma la reazione dell Inquisizione fu durissima: E stato molto male inteso che Galileo Galilei non abbia prontamente aderito al precetto fattogli di venire a Roma; e fa malissimo a cercar di paliar la sua disobbedienza fingendosi ammalato. Il 12 aprile Galileo è davanti al Sant Uffizio, dove lo si accusa di aver disubbidito al precetto impostogli nel 1616, stando al quale Galileo non poteva insegnare o difendere in alcun modo la teoria di Copernico. Galileo si difende affermando che non si ricordava di alcun precetto che gli fosse stato dato in presenza di testimoni, e fa presente la dichiarazione che nel 1616 gli aveva rilasciato Bellarmino. Persuasi che Galileo volesse ingannarli, gli inquisitori, dopo un altro interrogatorio, il 22 giugno emettono la sentenza di condanna, e lo stesso giorno Galileo, in ginocchio, pronuncia la sua abiura. La Chiesa della Controriforma e della paura condannò Galileo. L immagine galileiana della scienza Nella esplicitazione dei presupposti, nella delimitazione della sua autonomia, nella individuazione delle regole del metodo, la scienza moderna è la scienza di Galileo. 1. Innanzi tutto la scienza di Galileo non è più un sapere al servizio della fede; non dipende dalla fede; ha uno scopo diverso da quello della fede 2. se la scienza è autonoma dalla fede, tanto più essa deve essere autonoma da tutti quei vincoli umani che (come la fede in Aristotele) ne proibiscono la realizzazione 3. quindi la scienza è autonoma dalla fede, ma essa è anche cosa ben diversa da quel sapere dogmatico rappresentato dalla tradizione aristotelica (la tradizione diventa dannosa quando si eleva a dogma). Galileo pretende di liberare la strada della scienza da quell autoritarismo di una tradizione soffocante che blocca la scienza (si fa così perché lo dice., perché lo si è sempre fatto, perché si è sempre fatto così)

7 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag autonoma dalla fede, la scienza di Galileo è la scienza di un realista; la scienza non è un insieme di strumenti utili, ma è piuttosto la descrizione vera della realtà 5. la scienza può darci una descrizione vera della realtà ed essere così oggettiva, solo a patto di essere in grado di tracciare una fondamentale distinzione tra le qualità oggettive e quelle soggettive dei corpi;solo a patto cioè che la scienza descriva le qualità oggettive dei corpi, quantitative e misurabili ed escluda le qualità soggettive (colori, odori, sapori sono qualità soggettive, non esistono nel soggetto, ma solo nel soggetto senziente, come il solletico non esiste nella piuma, ma nel soggetto che sente) 6. la scienza descrive la realtà; ed essa è conoscenza e non pseudo-filosofia, per la ragione che descrive le qualità oggettive (primarie) e non quelle soggettive (secondarie) dei corpi. Questa scienza descrittiva di una realtà, oggettiva e misurabile, è possibile perché è lo stesso libro della natura a essere scritto in lingua matematica: La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, ma non si può intendere se prima non s impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri, ne quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola: senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto e matematica significa platonismo. 7. la scienza è conoscenza oggettiva delle affezioni (ciò che è attaccato a ) o qualità quantificabili e misurabili dei corpi. La scienza è oggettiva perché non si impelaga nelle qualità soggettive o secondarie 8. evidentemente, puntare sulle qualità oggettive o primarie dei corpi, sulle qualità geometriche e misurabili dei corpi, porta con sé tutta una serie di conseguenze: a) esclude l uomo dall universo di indagine della fisica b) escludendo l uomo, esclude il cosmo di cose e di oggetti ordinato e gerarchizzato in funzione dell uomo c) esclude l indagine qualitativa a favore di quella quantitativa d) elimina le cause finali a favore delle cause meccaniche ed efficienti è temerità voler far giudice il nostro debolissimo discorso delle opere di Dio, e chiamar vano o superfluo tutto quello dell universo che non serve per noi : l universo deterministico e meccanicistico di Galileo non è più l universo antropocentrico di Aristotele e della tradizione. Esso non è più gerarchizzato, ordinato e finalizzato in funzione dell uomo. Esso è geometricamente ordinato di un ordine cieco all uomo. 9. un ulteriore conseguenza è la dimostrazione della vuotezza o addirittura della insensatezza delle teorie e dei concetti del sapere aristotelico. Così è, per esempio, dell idea di perfezione di alcuni moti e di alcune forme dei corpi. Per un corpo che dovesse consistere stabile ed immobile, la figura sferica saria sopra ogni altra imperfettissima; e chi nella fabbrica delle muraglie si servisse di pietre sferiche faria pessimamente, et perfettissime sono le angolari E così Galileo mostra la vuotezza di un concetto proposto assolutamente portandolo sul piano empirico e relativizzandolo: una cosa è più o meno perfetta a seconda che sia più o meno adeguata a un fine prefissato o comunque dato. E questa perfezione è un attributo controllabile. La questione del metodo: qual è il rapporto tra sensate esperienze e necessarie dimostrazioni? Mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie. E questo non debba in conto alcuno essere revocato in dubbio, non che condennato, per luoghi della Scrittura che avessero nelle parole diverso sembiante. In queste frasi è racchiuso il nocciolo essenziale del metodo scientifico secondo Galileo: sensate esperienze e necessarie dimostrazioni. Le sensate esperienze sono le esperienze effettuate attraverso i nostri sensi, le certe dimostrazioni sono quelle argomentazioni in cui, partendo da una ipotesi, si deducono rigorosamente quelle conseguenze che dovrebbero poi darsi nella realtà. Ma qual è il rapporto che esiste tra le sensate esperienze e le necessarie dimostrazioni?

8 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 8 E fuor di ogni dubbio che Galileo fonda la scienza sull esperienza; per questo si riporta ad Aristotele il quale antepone l esperienze sensate a tutti i discorsi. E privo di equivoci è Galileo allorché asserisce: Quello che l esperienza e il senso ci dimostra, si deve anteporre ad ogni discorso, ancorchè ne paresse assai ben fondato. Ma non sono rari i casi in cui Galileo pare proprio anteporre il discorso all esperienza. Da un canto Galileo fonda la scienza sull esperienza, dall altro sembra proprio condannare l esperienza in nome del discorso. C è chi ha visto nelle sensate esperienze (deduzione) e nelle certe dimostrazioni (induzione) una sorta di antitesi tra esperienza e ragione; altri hanno voluto dire che Galileo era un induttivista; ma c è chi ha sostenuto che egli fosse invece un razionalista deduttivista più fiducioso nei poteri della ragione che in quelli dell osservazione. Non manca chi dice che Galileo, a secondo che gli torni comodo, usa con molta spregiudicatezza ora il metodo induttivo ora quello deduttivo. Pare legittimo sostenere che le sensate esperienze e le necessarie dimostrazioni che si sviluppano a partire da supposizioni sono due ingredienti reciprocamente implicantisi e insieme costituenti l esperienza scientifica. Le osservazioni ordinarie possono essere pure sbagliate, né l esperienza scientifica si può ridurre a una teoria o a un insieme di supposizioni prive di qualsiasi contatto con la realtà. Quindi: sensate esperienze e necessarie dimostrazioni, e non le une oppure le altre; l esperienza scientifica non consiste né nella nuda e passiva osservazione né nella vuota teoria. L esperienza scientifica è l esperimento. E qui la grande idea di Galileo; l esperienza di Galileo è l esperimento e l esperimento è il metodico interrogare la natura che presuppone e richiede un linguaggio in cui formulare le domande e un vocabolario che ci permetta di leggere e interpretare le risposte. L esperienza è l esperimento L esperienza scientifica è dunque esperimento scientifico. E nell esperimento la mente non è affatto passiva. La mente è attiva: fa delle supposizioni, ne estrae con rigore le conseguenze e poi va a vedere se queste si danno o meno nella realtà. La mente non subisce un esperienza scientifica, la fa, la progetta. E l effettua per vedere se una sua supposizione sia vera. Dunque: l esperienza scientifica è fatta da teorie che istituiscono fatti e da fatti che controllano teorie. C è una reciproca integrazione e una reciproca correzione e perfezionamento. Aristotele, secondo Galileo, avrebbe cambiato opinione se avesse visto fatti contrari alle proprie idee. E d altronde le teorie (o supposizioni) possono ben servire a mutare o a correggere teorie incallite, che nessuno osa mettere in discussione, ma che hanno incapsulato l osservazione in interpretazioni inadeguate e hanno creato così molti fatti ostinati ma falsi. E il caso del sistema aristotelico-tolemaico: prima di Copernico tutti vedevano all alba il Sole che sorgeva; dopo Copernico, all alba, la teoria eliocentrica copernicana ci fa vedere la Terra che si abbassa. Il ruolo degli esperimenti mentali L idea che l esperienza svolgesse nel pensiero di Galileo un ruolo secondario e accessorio è stata avanzata per il fatto che Galileo ragiona su esperimenti da lui non eseguiti e talvolta così idealizzati da non poter essere eseguiti: per esempio, bisogna supporre l assenza di qualsiasi resistenza; occorre immaginare che il movimento abbia luogo nel vuoto. Occorre distinguere fra esperimenti eseguibili e esperimenti mentali o immaginari. a. Per quanto riguarda gli esperimenti eseguibili, si tratta di esperimenti tecnicamente effettuabili dove una teoria si controlla sulla base delle sue conseguenze osservative (così si prova che il cannocchiale dà immagini veridiche; si prova che sulla Luna esistono montagne, si prova che sul Sole ci sono le macchie ) b. Ma esistono anche gli esperimenti mentali: si tratta di esperimenti che dovrebbero venir effettuati in condizioni che non si possono dare e quindi sono tali da risultare ineseguibili. Tali esperimenti sono tutt altro che inutili. L importante è vedere l uso che se ne fa. E se il loro uso non è apologetico (o giustificativo), ma critico, allora essi possono essere di grande aiuto al progresso della scienza (Karl Popper).

9 I vertici della rivoluzione scientifica: Galileo e Newton pag. 9 Uno dei più importanti esperimenti immaginari nella storia della filosofia naturale è contenuto nelle critiche di Galileo alla teoria del moto di Aristotele. Prova la falsità della supposizione di Aristotele che la velocità naturale di un corpo più pesante sia maggiore di quella di un corpo più leggero. Qualora dunque noi avessimo due mobili, le naturali velocità de i quali fussero ineguali, è manifesto che se noi congiungessimo il più tardo col più veloce, questo dal più tardo sarebbe in parte ritardato, ed il tardo in parte velocitato dall altro più veloce. Se questo è, ed è insieme vero che una pietra grande si muova, per esempio, con otto gradi di velocità, ed una minore con quattro, adunque, congiungendole amendue insieme, il composto di loro si muoverà ad una velocità minore di otto gradi (es. 6): ma le due pietre, congiunte insieme, fanno una pietra maggiore che quella prima, che si moveva con otto gradi di velocità: dunque questo composto (che pure è maggiore che quella prima sola) si muoverà più tardamente che la prima sola,che è minore; che è contro la vostra supposizione. Galileo è stato il teorizzatore del metodo ipotetico-deduttivo, scriverà Kant nella Critica della ragion pura. Gli investigatori della natura compresero che la ragione vede solo ciò che lei stessa produce secondo il proprio disegno, e che deve essa entrare innanzi e costringere la natura a rispondere alle sue domande; e non lasciarsi guidare da lei, per così dire, colle redini; perché altrimenti le nostre osservazioni, fatte a caso e senza un disegno prestabilito, non metterebbero capo a una legge necessaria, che pure la ragione cerca e di cui ha bisogno. Ossia la ragione deve assoggettare la natura, perché se ci lascia guidare da lei non si avrebbe alcun progresso: bisogna osare e forzare la natura.

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