LA RIPRESA DELL ATTIVITÀ FISICA DOPO UN INTERVENTO DI CHIRURGIA ESTETICA: MASTOPLASTICA ADDITTIVA O LIPOSUZIONE
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- Clementina Nicolosi
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1 LA RIPRESA DELL ATTIVITÀ FISICA DOPO UN INTERVENTO DI CHIRURGIA ESTETICA: MASTOPLASTICA ADDITTIVA O LIPOSUZIONE Di Fabio Zonin, Marco Neri e Bruno Rizzuto La pratica costante del fitness, soprattutto quando abbinata ad un appropriato regime alimentare, è sicuramente uno strumento molto efficace per garantire, oltre allo stato di buona salute ed all efficienza fisica, anche un aspetto migliore. Nonostante ciò, per correggere particolari inestetismi, o quando si è stati per troppo tempo inattivi e fuori forma prima di iniziare un valido programma di training, si può intravedere la necessità di ricorrere ad un iniziativa più radicale. Sono sempre più numerose le persone, appartenenti ad entrambi i sessi, che, allorché comprendono che la costanza nell allenarsi e nello stare a dieta non sono più sufficienti per ottenere il risultato finale desiderato, ricorrono all opera di un valido chirurgo estetico. Molti sono gli interventi che possono aiutare uno sportivo ad ottenere la linea e le proporzioni desiderate, dalla più comune liposuzione e mastoplastica additiva, fino all addominoplastica. Esiste anche la possibilità, per atleti praticanti il bodybuilding agonistico, di impiantare protesi tali da proporzionare al resto del corpo un gruppo muscolare carente e recidivo nel rispondere agli stimoli allenanti (es. polpacci). A questa serie si aggiungono tutti quegli interventi quali la rinoplastica, la blefaroplastica, l autotrapianto di capelli che, seppur non mirati al miglioramento della silhouette, contribuiscono al perfezionamento dell estetica della persona in generale. In questo articolo ci occuperemo delle due più comuni tipologie di intervento, la mastoplastica additiva e la liposuzione, con particolare riferimento alla ripresa dell attività fisica nel periodo post- operatorio. MASTOPLASTICA ADDITTIVA Di cosa si tratta Lo scopo di questo intervento è quello di regalare più volume e tonicità al seno. Esso consta nell inserimento di una protesi che ha lo scopo di riempire un seno troppo piccolo, o che ha perso volume e tono in seguito ad una gravidanza ed allattamento, o ad una dieta dimagrante prolungata. Si tratta un intervento di chirurgia estetica di esecuzione relativamente semplice. Le protesi sono introdotte, attraverso particolari incisioni, praticate in zone poco visibili, in un apposita tasca creata chirurgicamente al di sotto della ghiandola mammaria. Di media è possibile incidere in tre punti diversi: alla base dell'areola, nel solco sottomammario, oppure a livello dell ascella. È demandata al medico la scelta di inserire la protesi al di sopra o sotto del muscolo pettorale. Indipendentemente dal sito scelto per l incisione, la cicatrice che ne risulta è ben dissimulata, e la sua lunghezza varia dai due ai tre centimetri. L intervento si esegue in anestesia sedativa ed ha la durata di circa minuti. Non è necessario il ricovero, ma è sufficiente un day-hospital. Terminato l intervento, si applicano alla paziente dei bendaggi compressivi che saranno rimossi, insieme ai punti di sutura, dopo circa 10 giorni. Il materiale attualmente più usato è il silicone. Esistono protesi di svariati volumi e forma, ed è dunque possibile, in fase di visita pre-operatoria, valutare accuratamente la scelta della protesi più confacente alle caratteristiche strutturali della paziente ed ai suoi desideri. I tempi di guarigione completa, che includono l assestamento delle protesi, la formazione del nuovo solco sottomammario e la scomparsa dell edema post-operatorio, si aggirano attorno alle due-quattro settimane. Quali sono i rischi Il rischio più comune è il cosiddetto incapsulamento, ossia la contrazione della capsula che avvolge la protesi e che comporta un indurimento del seno. Si tratta di una reazione esagerata dell organismo dovuta all introduzione di un corpo estraneo. Le protesi di ultima generazione (a doppia camera, testurizzate, in gel di silicone altamente coesivo), sono studiate in modo tale da ridurre drasticamente l eventualità che si verifichi tale inconveniente. La percentuale di casi di incapsulamento, che prima dell introduzione delle protesi testurizzate si assestava intorno al 15-
2 20%, è ora drasticamente scesa al 2-3%. Nel caso in cui il fenomeno si dovesse verificare, esistono comunque una serie di manovre atte a ridurre lo stesso. Quali sono le precauzioni cui attenersi dopo l operazione Al termine dell intervento è subito applicata una medicazione compressiva che dovrà essere portata per 8-10 giorni. Si avvertirà un certo indolenzimento, che sarà più marcato nei primi 2-3 giorni, durante i quali è necessario astenersi dal compiere movimenti bruschi, evitando in particolare di eseguire ampi gesti con le braccia, soprattutto quelli che presuppongono l allontanamento delle stesse dal tronco. Nei restanti giorni antecedenti la rimozione dei punti di sutura sarà possibile riprendere una normale attività lavorativa, badando però di non sovraccaricare in alcun modo gli arti superiori. Nei tre mesi successivi all operazione è bene evitare fonti di calore, lampade e sole ed indossare durante il giorno un reggiseno adeguato, possibilmente senza tutori metallici. In questo periodo sarà inoltre necessario praticare tutti i giorni un opportuno automassaggio. Quando e come riprendere l attività fisica A tre-quattro settimane dall intervento sarà possibile riprendere l attività fisica, coadiuvati da una guida esperta. Il primo punto da sottolineare è l importanza di evitare l utilizzo carichi gravosi e di prestare particolare attenzione a quelli che sono i punti più delicati da allenare, nella fattispecie i deltoidi ed i pettorali. È dunque spesso auspicabile rimandare il training di tali settori di qualche settimana ancora. Nessun problema invece per quanto riguarda la ripresa dell attività per la parte inferiore del corpo, soprattutto se svolta a bassa intensità con l utilizzo di macchine aerobiche, con l eventuale inclusione di esercizi al tappeto e macchine isotoniche. In questa fase iniziale è buona norma evitare di eseguire esercizi per gli atri inferiori che comunque comportino il posizionamento degli arti superiori in atteggiamento sconveniente, quale ad esempio lo squat. Un discorso estremamente diverso và fatto per ciò che riguarda le operazioni di mastoplastica additiva ove la protesi è collocata sotto il muscolo pettorale. Quando il chirurgo si è avvalso di questa tecnica che, pur consentendo di ottenere indiscutibili vantaggi dal punto di vista del risultato estetico finale, comporta un intervento più invasivo e delicato, l allenamento del pettorale deve essere valutato con grande attenzione. In alcuni casi, onde evitare qualsiasi pericolo di spostamento delle protesi, si può anche arrivare a consigliare di non eseguire più esercizi specifici per i pettorali. In ogni caso risulta molto più sicuro selezionare movimenti composti, quali ad esempio le distensioni, piuttosto che di isolamento, quali le croci o la pectoral machine. Anche optando per l esecuzione di movimenti quali le distensioni, si suggerisce di non esagerare con il carico utilizzato e di effettuare il movimento con un escursione ridotta, tale da escludere il massimo allungamento del muscolo. Nel caso in cui la protesi sia stata collocata sopra il muscolo pettorale, il decorso post operatorio è più rapido, ed è perciò possibile riprendere a breve il normale allenamento dei pettorali senza particolari controindicazioni. In tabella è riportato un esempio di progressione utile alla graduale ripresa degli allenamenti.
3 ESEMPIO DI SCHEDA DI ALLENAMENTO PER LA RIPRESA DELL ATTIVITÀ DI FITNESS DOPO L OPERAZIONE NB: INIZIO 4 SETTIMANE DOPO L INTERVENTO 1 & 2 SETTIMANA 3 & 4 SETTIMANA 5 & 6 SETTIMANA Riscaldamento: Bike o Step Riscaldamento: Bike o Step Riscaldamento: Bike o Step Addome: crunch Addome: crunch Addome: crunch Pettorali: panca orizzontale o chest press (eseguendo solo la parte alta del movimento, senza allungare il muscolo) Deltoidi: alzate laterali da seduta Dorsali: trazioni al lat (eventualmente con presa inversa - senza distendere completamente in alto le braccia) Pettorali: panca orizzontale o chest press (eseguendo solo la parte alta del movimento, senza allungare il muscolo) Deltoidi: alzate laterali da seduta Dorsali: trazioni al lat (eventualmente con presa inversa - senza distendere completamente in alto le braccia) Pettorali ( * ) : panca orizzontale o chest press Deltoidi ( * ) : alzate laterali da seduta o spinte in alto con 2 manubri Dorsali ( * ) : trazioni al lat Arti inferiori: a piacere Arti inferiori: a piacere Arti inferiori: a piacere Attività aerobica: a piacere Attività aerobica: a piacere Attività aerobica: a piacere NOTE NOTE NOTE 2 allenamenti settimanali 2-3 allenamenti settimanali 3 allenamenti settimanali 2 serie per esercizio 2-3 serie per esercizio 3 serie per esercizio 12/15 ripetizioni per esercizio, 12/15 ripetizioni per esercizio, 10/12 ripetizioni per esercizio, Carichi medio-bassi Carichi medio-bassi Incrementare gradualmente i carichi, mantenendoli comunque ampiamente al di sotto di quelli utilizzati prima dell intervento Recuperi fra le serie Recuperi fra le serie Recuperi fra le serie * ) : incrementare gradualmente e con prudenza l ampiezza del movimento, fino a raggiungere l escursione completa. È possibile iniziare ad introdurre anche esercizi di isolamento per i pettorali quali le croci o la pectoral machine, ma ancora non in allungamento completo
4 Domande frequenti Allarmismi e paure hanno fatto sì che si diffondessero ingiustificati pregiudizi nei confronti delle operazioni di mastoplastica additiva; al fine di sfatare tali timori non giustificati riportiamo di seguito le risposte alle domande più frequenti in merito a questa tipologia di intervento. D: Il capezzolo e l epidermide saranno ancora sensibili? R: Assolutamente sì. Dopo un breve periodo necessario alla completa re-innervazione periferica, la sensibilità sarà completamente ripristinata. D: Sarà possibile allattare? R: Certamente, non esiste alcuna controindicazione all allattamento. D: Le protesi sono sicure oppure possono esplodere o provocare tumori? R: Le protesi sono inerti ed ormai supercollaudate, prima di essere commercializzate devono inoltre superare severissimi test di controllo. La storia del seno che esplode è pura leggenda metropolitana. D altro canto si sono verificati dei casi un cui, in conseguenza di operazioni mal riuscite, o di mancate procedure precauzionali post-operatorie da parte della paziente, la protesi si sia spostata. D: Dopo un intervento di protesi, la mammografia ha ancora una sua validità? R: Certamente, la presenza della protesi è ininfluente per questo esame; lo stesso vale per le radiografie, ove è sufficiente avvertire preventivamente il radiologo della presenza delle protesi, onde di evitare che si possano verificare mal interpretazioni dell esame. D: L attività sportiva, anche agonista, potrà essere ripresa? R: Solitamente non esistono limitazioni alla pratica degli sport. D: Rimarranno i segni delle cicatrici? R: Questo dipende da peculiari caratteristiche della paziente, dal fatto che la stessa si attenga scrupolosamente alle indicazioni post-operatorie, ed è ovviamente legato all abilità del chirurgo. Con i moderni strumenti e le nuove tecniche, già dopo 6-8 settimane le cicatrici sono quasi invisibili. È di fondamentale importanza, a questo fine, evitare l esposizione al sole per le prime 8-12 settimane dopo l intervento. Si rivela inoltre molto utile utilizzare creme specifiche atte ad ammorbidire la pelle cicatriziale. LIPOSUZIONE Di cosa si tratta La liposuzione si basa sul principio di Björnstorp secondo il quale, in soggetti adulti, le cellule dell organismo deputate ad accumulare il grasso (adipociti), perdono la capacità di duplicarsi, e possono subire solo variazioni di volume. Centinaia di migliaia di casi trattati con la liposuzione nel mondo hanno confermato tale principio. Dato che grazie all aspirazione è possibile ridurre il numero degli adipociti, la liposuzione consente di ottenere risultati definitivi nelle zone trattate. L intervento può essere effettuato in anestesia locale (intervento ambulatoriale) oppure in sedazione (intervento in day-hospital), secondo la vastità e del numero di zone da trattare contemporaneamente. Le fasi dell intervento comprendono il disegno pre-operatorio, l infiltrazione di anestetico locale, l aspirazione del grasso, ed infine la medicazione con bendaggi elastici compressivi. Mediante delle piccolissime incisioni (2-3 mm) si inseriscono apposite cannule dalla punta smussa collegate ad un sistema aspirante, e si asporta il grasso in eccesso. Con un intervento è possibile rimuovere fino a tre chili e mezzo di tessuto adiposo. Oltre ad addome, glutei e cosce, è possibile intervenire su ginocchia e caviglie. Quali sono i rischi La liposuzione conta una casistica vastissima, di centinaia di migliaia di soggetti trattati con successo dagli anni 80 ad oggi. A causa della sua provata efficacia e dell estrema sicurezza, si tratta dell intervento di chirurgia estetica attualmente più richiesto. Probabilmente proprio per la sua enorme diffusione, si è recentemente riscontrata una sorta di fobia relativa alla sicurezza in questo intervento. A questo proposito và ricordato che è stato ampiamente dimostrato da molteplici studi condotti nel corso dell ultimo ventennio come la liposuzione in sé non comporti alcun rischio per la salute di chi vi si sottopone. Trattandosi comunque di un intervento chirurgico, è necessario rispettare scrupolosamente tutta una serie di regole necessarie a
5 garantire l assoluta sicurezza del paziente. È innanzitutto essenziale accertarsi delle buone condizioni cliniche del soggetto prima dell intervento. È fondamentale inoltre che l operazione sia eseguita esclusivamente in strutture adeguate, ove siano sempre presenti tutte le attrezzature di monitoraggio e di rianimazione del paziente. Infine la tecnica chirurgica deve essere applicata in modo rigoroso e conservativo, vale a dire senza abusarne al fine di ricercare risultati eclatanti. Liposuzione e cellulite La cellulite o PEFS (panicolopatia edemato-fibrosclerotica) non và confusa con il semplice grasso localizzato. Nei semplici cuscinetti di grasso le cellule adipose sono ingrossate, ma il tessuto è sano, mentre in presenza di cellulite lo stesso risulta alterato. Una delle principali cause della PEFS è da imputarsi agli ormoni femminili, che promuovono una diversa distribuzione del tessuto adiposo e predispongono alla comparsa di questo inestetismo. Per questa ragione la cellulite è molto comune fra le donne, mentre gli uomini ne sono raramente colpiti. Si stima che l 80% delle donne mediterranee sia colpita da PEFS. In caso di forte predisposizione possono rimanerne vittime persino le bambine e le donne molto magre. Le zone più colpite sono in genere la parte esterna delle cosce, i glutei ed i fianchi. Essa può comunque aggredire anche ginocchia e caviglie, la parte interna delle braccia, l addome e la nuca. Ad oggi si contano molti metodi efficaci nella lotta alla cellulite, dall alimentazione al fitness, dai cosmetici alle tecniche di medicina estetica, quali la mesoterapia e l elettrolipolisi. La liposuzione rappresenta però sicuramente il metodo più efficace e rapido e duraturo per eliminare l eccesso di grasso localizzato e per combattere la cellulite. Liposuzione addominale La liposuzione costituisce un metodo rapido, efficace e duraturo per eliminare anche il grasso sottocutaneo in eccesso localizzato nella regione addominale. Tramite la liposuzione è possibile asportare il tessuto adiposo in eccedenza localizzato fra la cute e i muscoli addominali. Grazie alle cannule sottili e delicate dell ultima generazione ed all abilità del chirurgo, è possibile intervenire in modo che nella zona trattata non restino cicatrici evidenti, aderenze, ondulazioni o solchi. Come comportarsi prima dell intervento. È bene evitare di dimagrire in modo eccessivamente rapido nel periodo che precede l intervento. Questo al fine di scongiurare il rischio di una cattiva riuscita dell operazione a causa del rilassamento dei tessuti. Sottoporsi ad alcune sedute di drenaggio linfatico consentiranno di verificare la futura buona adattabilità dei tessuti all intervento. Come comportarsi dopo l intervento. Le fasciature elastiche adesive applicate al termine dell intervento sono rimosse dopo circa dieci giorni. In tale periodo è bene lavarsi a settori, evitando di fare la doccia, per non bagnare i bendaggi. Una volta rimossa la fasciatura, si consiglia di sottoporsi ad un ciclo di sedute di linfodrenaggio, allo scopo di far regredire il gonfiore e di stimolare la circolazione nella zona trattata. In taluni casi è auspicabile ricorrere al supporto di una calza elastica o di un apposita guaina contenitiva da indossare durante il giorno. È inoltre buona norma evitare sole, lampade, saune per almeno un mese. Il risultato definitivo è comunque apprezzabile dopo un periodo variabile fra i tre ed i sei mesi. Trattandosi di un intervento superficiale e poco invasivo, l attività fisica può essere ripresa in tempi molto brevi. È comunque consigliabile astenersene nei giorni precedenti l asportazione del bendaggio, a causa del fatto che un eccessiva sudorazione potrebbe compromettere la buona tenuta dell adesivo e provocare fastidiose irritazioni cutanee sotto le bende.
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