MANIFESTAZIONE DI INTERESSE
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- Samuele Pasini
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1 MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER REALIZZAZIONE DI UNA RETE REGIONALE NELL AMBITO DEL PROGETTO PILOTA MISURE DI CONTRASTO AL FENOMENO DELLA SEGREGAZIONE SOCIALE IN AREA URBANA ZONE/QUARTIERI DI REGGIO OGGETTO DELL AVVISO Con il presente avviso, la Fondazione Calabria Etica, ente in house della Regione Calabria sita in via G. Barrio, Catanzaro, soggetto attuatore del Progetto Pilota Regionale- Misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana - POR Calabria FES 2007/2013 Asse II Occupabilità- Obiettivo Specifico D-E-F Ob. Operativo D3- E4 F1- F.3 POC Calabria,di competenza del, lavoro, politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato, approvato con DDG13965 del 09/10/2013, intende selezionare Enti per la realizzazione della Rete Regionale nell ambito del progetto pilota misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana. Con particolare riferimento alle zone/quartieri della città di Reggio Calabria specificatamente dettagliate nel successivo paragrafo requisiti minimi di partecipazione. Sono aree che si trovano in una condizione di totale dipendenza dall area centrale della città;la popolazione residente, infatti, è costretta, molto spesso, a rivolgersi altrove anche per le piccole necessità quotidiane,forzata al pendolarismo o a cercare un definitivo trasferimento verso zone più ricche di occasioni di lavoro e di svago, per via della totale carenza di attrezzature e servizi generali. Nella maggior parte di queste aree i servizi sono ridotti o assenti; oltre agli edifici per il culto sono presenti, ed anche per questo solo in qualche caso, posta, guardia medica e farmacie. I servizi per l istruzione sono limitati e per gli studi superiori ci si rivolge quasi esclusivamente agli istituti cittadini. Difficili, per motivi infrastrutturali risultano anche gli spostamenti delle fasce deboli della popolazione residente. La città infatti risulta servita, soprattutto nelle sue appendici più periferiche, da una rete viaria sottodimensionata che fa sì che una delle principali criticità di queste aree siano legate proprio all accessibilità generalizzata. I collegamenti principali sono soddisfatti dalle autolinee municipali ma le corse sono sporadiche, adottate più che altre alle necessità di studenti e lavoratori che necessitano di spostarsi al centro per le loro attività, ma inadatte per le fasce deboli e per la corretta fruizione a quest ultimi dei servizi essenziali.
2 PREMESSA Il Progetto denominato MISURE DI CONTRASTO AL FENOMENO DELLA SEGREGAZIONE SOCIALE IN AREA URBANA, nasce dalla consapevolezza che le nuove condizioni di frammentazione e di crescente complessità della città contemporanea portano a situazioni più o meno patologiche di incertezza, scarsa trasparenza, inadeguatezza sia dal punto di vista del sistema nel suo complesso sia da parte dei singoli attori che rendono meno agevole la mobilità spaziale degli utenti, che allungano i tempi di accesso-fruizione dei servizi, che generano nuove forme di esclusione 1, in particolare di esclusione sociale. L esclusione sociale è un processo che emargina progressivamente individui, gruppi e comunità dal mercato del lavoro, dall accesso ai servizi a favore della salute, all educazione, ecc. In generale essa è correlata alla combinazione di diversi fattori: disoccupazione, dequalificazione, situazioni di basso reddito, condizioni abitative inadeguate, criminalità ambientale elevata, cattiva salute e disgregazioni familiari e, soprattutto per le donne l atavica difficoltà di coniugare tempi di vita e tempi di lavoro, con la conseguenza diretta che in molte aree, soprattutto di regioni economicamente marginali, le donne hanno dovuto o dimezzare le aspettative di affrancamento personale nel lavoro o, in molti casi, mettere assolutamente da parte ogni velleità lavorativa. E cruciale considerare negli aspetti di esclusione sociale elementi di qualità della vita, interazioni interpersonali, coinvolgimento con la comunità, fattori personali e opinioni. Le fasce di popolazione con basso reddito, anziane, con difficoltà motorie, le donne e le minoranze etnico/culturali sono particolarmente coinvolte da questo fenomeno. In molte zone urbane, la mancanza di opportunità di lavoro ha seriamente condizionato la vita dei giovani. I cambiamenti sociali connessi all evoluzione della struttura delle famiglie, l invecchiamento e la suburbanizzazione delle persone e delle attività lavorative, hanno intensificato le conseguenze della ristrutturazione economica e del mercato del lavoro. Tutti questi fattori hanno incentivato lo sviluppo di città con problemi di segregazione, comprese alcune città che hanno conseguito buoni risultati economici. La concentrazione di persone con i redditi più bassi e le peggiori prospettive di occupazione in quartieri caratterizzati da edifici fatiscenti e pessime condizioni ambientali, spesso inadeguatamente serviti dai trasporti pubblici e dalle infrastrutture locali, ha creato problemi sociali e gravi tensioni. Tali quartieri, praticamente esclusi dai maggiori sviluppi economici e sociali, diventano, di fatto, aree urbane dove si favoriscono i fenomeni di segregazione sociale. 1 Nuvolati, G. (2007), Mobilità quotidiana e complessità urbana, Firenze University Press, Firenze.
3 Le attuali situazioni di segregazione ed i comportamenti discriminatori, implicano l esistenza di un potenziale di crescita economica non sfruttato, non solo in termini di risorse umane, ma anche di rapporti economici e sociali. Ricondurre tali fasce socialmente emarginate nelle strutture sociali ed economiche della società, a cominciare dalla possibilità per queste persone di trovare un lavoro adeguato, costituisce uno degli elementi essenziali delle politiche attive del lavoro. La possibilità di accedere al lavoro, all educazione, ai servizi di cura della salute e ad altri servizi, è un fattore chiave dell inclusione sociale. FINALITÀ GENERALI DEL PROGETTO L intervento di contrasto alla segregazione sociale, persegue i seguenti obiettivi: sostegno, attraverso opportuni strumenti, alle donne per integrare tempi vita-lavoro, a tal fine risulta indispensabile creare una rete di centri e punti di ascolto, nelle città campione i primi, per tutta l area provinciale i secondi; realizzazione di una rete di centri di ascolto di quartiere che funzionino anche come antenne territoriali e di orientamento della domanda sociale nelle aree urbane oggetto del progetto, con particolare riferimento ai segmenti urbani più svantaggiati; costruzione del processo di integrazione tra le politiche del lavoro e le politiche sociali; identificazione delle antenne territoriali in qualità di presidi di legalità e di educazione all esercizio dei diritti; Rafforzamento dell integrazione tra i soggetti che operano nel sistema dei servizi per l impiego, dei punti unici di accesso ed i soggetti attivi a livello locale, tramite l integrazione tra le attività progettuali e le attività istituzionali dei centri per l impiego; Realizzazione di sistemi informativi appropriati all analisi della domanda sociale e dell inclusione socio lavorativa implementazione e realizzazione della Rete regionale dei Centri per l Occupabilità Femminile nell ambito dei Centri per l Impiego e di una rete di sportelli di pari opportunità nelle aree rurali e urbane svantaggiate; L integrazione tra le banche dati costruite ad hoc per il progetto e i sistemi informativi sociali (s.i.n.a. e s.i.n.s.e) favorire iniziative di sensibilizzazione per il coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese. contrastare l isolamento l emarginazione sociale dell individuo e dei nuclei familiari; sostenere e promuovere i processi di socializzazione e di integrazione con tutto il territorio urbano; favorire il sistema di regole e la cultura della legalità; ricostruire l intero sistema relazionale attraverso l avvicinamento al rete dei servizi, per ridare fiducia per i cittadini al servizio pubblico; favorire percorsi integrati per l'accesso alla formazione professionale e per l inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate;
4 FINALITÀ DELLA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE Specificatamente al territorio della citta di Reggio Calabria, caratterizzata da una molteplicità di quartieri molto distanti e lontani dai tradizionali punti di socializzazione attiva e di accesso ai servizi (si consideri che il quartiere più lontano dal centro di Reggio Calabria è a circa 60 minuti), lo scopo della presente manifestazione di interesse è quello di individuare le associazioni o le organizzazioni no profit, in forma singola o associata, aventi sede nelle zone/quartieri di cui al successivo paragrafo, interessate ad aderire alla Rete Regionale nell ambito del progetto pilota misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana, con lo scopo di apportare valore aggiunto all azione progettuale consentendone una più capillare ramificazione sul territorio. REQUISITI MINIMI DI PARTECIPAZIONE Possono richiedere di partecipare alla selezione le associazioni o le organizzazioni no profit, in forma singola o associata, aventi sedenellacittà di Reggio Calabria nei quartieri di: Vecchio centro città; Sbarre e Gebbione, Santa Caterina ; S. Anna, Condera, Eremo; Archi, Gallico e Catona Modena, Arangea, S.Gregorio, Pellaro e Bocale; Ortì, Arasì, Cerasi, Podargoni, Straorino, Schindifilà, Terreti, Trizzino; Puzzi e Gallina; Vinco, Pavigliana, Mosorrofa, S. Salvatore; Trunca; S. Gregorio; Cannavò; Armo, che abbiano i seguenti requisiti: svolgimento di attività nel campo dell inclusione sociale, da almeno 3 anni dalla data di pubblicazione del presente avviso; disponibilità di una sede fisica, attrezzata e funzionate; La Fondazione Calabria Etica, potrà eventualmente riconoscere una indennità che sarà rapportata alla durata del progetto di segregazione sociale proporzionalmente alla partecipazione ed al dimensionamento alla Rete Regionale nell ambito del progetto pilota misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana. LA RETE REGIONALE NELL AMBITO DEL PROGETTO PILOTA MISURE DI CONTRASTO AL FENOMENO DELLA SEGREGAZIONE SOCIALE IN AREA URBANA La rete regionale di ascolto di quartiere, che vede la Fondazione Calabria Etica quale cabina di regia, è costituita da presidi diurni che rimangono a disposizione dell utenza per prestare un supporto di tipo informativo di segretariato sociale e raccolta dei bisogni. Una volta raccolti i fabbisogni si provvede a mettere a sistema le esigenze dell utenza ed avviare le fasi
5 organizzative per il supporto operativo. In particolare l erogazione capillare di informazione attiva presso i punti di ascolto di quartiere è finalizzata a garantire: unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi, soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell accesso ai servizi, funzioni attive di accompagnamento nelle situazioni di ricerca di lavoro, interfaccia con i servizi sociali ed accompagnamento anche le normali problematiche quotidiane. È quindi una azione informativa, di orientamento e di accompagnamento indispensabile per evitare che le persone esauriscano le loro energie (fisiche ed economiche) nel procedere, per tentativi ed errori, nella ricerca di risposte adeguate ai loro bisogni ed alle loro problematiche. L attività info/formativa erogata nei punti di ascolto di quartierepuò essere così sintetizzata: Accoglienza/ascolto/colloquio/accompagnamento; Analisi della domanda e del contesto d appartenenza; Definizione del bisogno principale e delle priorità; Risposta informativa per orientare verso la soluzione del problema; Affiancamento, ove occorra, nell attivazione dei processi per la soluzione del problema. In particolare le attività dei punti di ascolto possono suddividersi in quattro fasi: Fase 1 Accoglienza/ascolto/colloquio: l operatore di front office accoglie l utente e provvede a compilare una scheda di prima accoglienza al fine di ottenere il maggior numero di informazioni possibili, di censire l utenza e di misurare il disagio manifestato; Fase 2 Analisi della domanda e del contesto d appartenenza: dalla fase 1 emergono gli elementi di valutazione; il responsabile di unità provvede ad assegnare l utente alla specifica professionalità (es: un utente che manifesta un bisogno di natura legale o di natura psicologica); Fase 3 Definizione del bisogno principale e delle priorità: a seguito dell assegnazione ed a tutela della privacy, l utente viene accompagnato dall esperto in una cabina di ascolto per approfondire meglio i bisogni; l esperto, in questa fase avrà il compito di comprendere quali siano le priorità di intervento e se insistono situazioni di disagio gravi; in questo caso verrà segnalato al responsabile di unità il quale provvederà a contattare immediatamente gli uffici appositamente predisposti; questa fase è il core dell intervento: l attività di osservazione della realtà, infatti, offre ove possibile, il supporto, nella fase di individuazione dei percorsi risolutivi e degli interventi da adottare. Sempre in questa fase, per dare coerenza e continuità al progetto in tutti i settori, si procederà alla definizione dei beneficiari degli strumenti di conciliazione vita-lavoro e si procederà alla definizione ed individuazione delle persone totalmente o parzialmente prive di reddito, e che si collocano al di sotto della linea di povertà relativa, ed alla individuazione dei requisiti (possibilmente anche certificabili attraverso la metodologia degli indicatori della situazione economica equivalente integrata da altri pesi di valutazione soggettivi e oggettivi) per l accesso alle forme di inclusione sociale attraverso il sostegno al reddito, con accompagnamento, laddove possibile, attraverso progetti di inclusione socio-lavorativa rivolto a singoli beneficiari e/o alle rispettive famiglie. Nel contempo le problematiche ed i bisogni vengono definiti e censiti in appositi strumenti informatici di raccolta per le attività di analisi studi, ricerche ed approfondimenti;
6 Fase 4 Risposta informativa per orientare verso la soluzione del problema: in questa fase, il problema derivante dal disagio manifestato viene risolto direttamente presso il centro di ascolto di quartiere con un supporto di tipo informativo. In questa fase (fase 4) si ottiene un duplice obbiettivo: l utente risolve un problema ma, soprattutto, perde la sensazione di l isolamento e di segregazione sociale. Nei punti di ascolto opereranno animatori ed operatori specializzati del progetto anche in servizio di orientamento e bilancio delle competenze. DESTINATARI L intervento si rivolge a tutti i soggetti a rischio di segregazione sociale residenti negli ambiti territoriali individuati per l azione pilota, ed intende anche operare all interno della regione per sostenere le donne che lavorano nell abito delle azioni di conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro. Il progetto si rivolge altresì a tutte le fasce della popolazione a rischio di segregazione sociale: lavoratori svantaggiati, donne, anziani, popolazione immigrata, nomadi, persone appartenenti a minoranze etniche, donne vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica e/o di costrizione economica, persone diversamente abili; gruppi a rischio di esclusione sociale e in condizioni di povertà relativa; giovani e studenti fuori dai percorsi di istruzione e formazione iniziale; detenuti/e ed ex detenuti/e, persone soggette a misura penale esterna o in semilibertà; soggetti affetti da dipendenze e quanti altri a rischio di segregazione sociale. MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALL AVVISO I soggetti interessati a far parte della Rete Regionale nell ambito del progetto pilota misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana, dovranno far pervenire alla Fondazione Calabria Etica la propria domanda redatta secondo Il modello (allegato A), in un plico chiuso a mano o a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Sul plico dovrà essere scritto, oltre l indicazione del mittente, del relativo recapito telefonico, la seguente dicitura: Progetto Pilota Regionale- Misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana - POR Calabria FES 2007/2013 Asse II Occupabilità- Obiettivo Specifico D-E-F Ob. Operativo D3- E4 F1- F.3 POC Calabria - realizzazione zone/quartieri di Reggio Calabria della Rete Regionale.Il plico, a pena di esclusione, dovrà pervenire entro le ore 12:00 del 11/02/2014 al seguente indirizzo: Fondazione Calabria Etica, via G. Barrio, Catanzaro. In caso di spedizione non farà fede il timbro postale. La Fondazione non assume alcuna responsabilità per eventuali dispersioni o ritardi nella trasmissione delle domande e della relativa documentazione. Saranno escluse le istanze pervenute al protocollo della Fondazione oltre il termine perentorio di cui sopra, e comunque tutte le istanze prive della documentazione richiesta.
7 DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE Pena l esclusione dalla selezione, gli Enti dovranno allegare alla domanda di partecipazione (allegato A), compilata in tutte le sue parti, la seguente documentazione: Documento d identità in corso di validità del rappresentante legale dell Ente; Statuto e Atto costitutivo; Curriculum dell Ente; COMUNICAZIONI Eventuali informazioni e chiarimenti di carattere amministrativo potranno essere richiesti al seguente indirizzo mail: segregazionesociale@calabriaetica.org.
8 ALLEGATO A Spett.le Fondazione Calabria Etica Via G. Barrio, Catanzaro OGGETTO: manifestazione di interesse nell ambito delle zone/quartieri di Reggio Calabria, per realizzazione di una Rete Regionale nell ambito del progetto pilota misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana. Il/la sottoscritto/a, nato/a ( ) il, residente in ( ), in qualità di legale rappresentante dell Ente con sedein ( ) via n. Cap tel.: fax: codice fiscale/p.i.: Manifesta il proprio interesse alla selezione in oggetto Chiede in riferimento a quanto in oggetto, di essere individuato tra i soggetti che partecipano alla Rete Regionale nell ambito del Progetto Pilota Regionale- Misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana - POR Calabria FES 2007/2013 Asse II Occupabilità- Obiettivo Specifico D-E-F Ob. Operativo D3- E4 F1- F.3 POC Calabria. A tal fine, a conoscenza di quanto prescritto dall art. 76 del DPR n. 445 del 28/12/2000, sulla responsabilità penale cui può andare incontro in caso di dichiarazioni non veritiere, di informazione o uso di atti falsi, e dall art. 11, comma 3, del DPR n. 403 del 20/10/1998 sulla decadenza dei benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base delle predette
9 dichiarazioni, ai sensi e per gli effetti di cui all art. n. 4 della L. 15/1968 e n. 2 comma 1 del DPR n. 403/1998 e sotto la propria responsabilità, Dichiara a) Di essere a conoscenza di tutte le disposizioni contenute e prescritte nell Avviso indicato in oggetto e nella documentazione in esso richiamata e/o allegata; b) che la sede dell Ente è in regola con i requisiti previsti dalla legge 19 Settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni ed integrazioni, concernenti la sicurezza sui luoghi di lavoro; c) di accettare senza riserva i termini, le condizioni e le prescrizioni contenute nell Avviso, negli allegati che ne formano parte integrante, e di impegnarsi a rispettarle; In copia, la seguente documentazione: Trasmette documento di identità in corso di validità del rappresentante legale dell Ente; statuto e atto costitutivo; curriculum dell Ente; Data Firma e timbro del legale rappresentante Il/la sottoscritto/a, presta il suo consenso al trattamento dei dati personali per le attività indispensabili al proseguimento del rapporto. Consapevole che il trattamento potrà riguardare alcuni dati definiti sensibili o giudiziari di cui all art. 4 comma 1 lett. d) ed e), nonché art. 26 del D.lgs. 196/2003, presta il suo libero consenso al trattamento dei propri dati personali sensibili come risultante della suddetta informativa, limitatamente comunque al rispetto di ogni altra condizione imposta per legge. Data Firma e timbro del legale rappresentante
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