Prof. Andrea Potestio Università degli studi di Bergamo

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1 CORSO DI STORIA DELLA PEDAGOGIA Prof. Andrea Potestio Università degli studi di Bergamo 1

2 La Cristianità e le scuole monastiche Diffusione della cultura cristiana Una tradizione nuova che si innesta su quella romana in decadenza Nascono le Scuole monastiche: Le Regole di S. Basilio e gli insegnamenti S. Gerolamo (in Oriente). Forte presenza di elementi ascetici. Poco aperte all esterno. Molto legate ai testi Sacri Ha una struttura più colta e basata sui testi e la tradizione latina. Regola di S. Benedetto (V sec.): Preghiera e lavoro. 2

3 La scuola episcopale Nascono per la diffusione del sentimento di crisi dovuto alle invasioni barbare Necessità di formare il clero Si formano intorno all autorità del vescovo Importante perché mantiene la tradizione latina È necessario insegnare a leggere e scrivere e difendersi dalle altre tradizioni 3

4 La scuola presbiteriale Si formano intorno alle parrocchie Nascono dopo il Concilio di Vaison, 529 per iniziativa di S. Cesario Danno origine alle prime scuole rurali Funzione fondamentale per l educazione popolare elementare Si studia l alfabeto, si ripetono a memoria i testi. La finalità è però diversa da prima: si impara a leggere per conoscere le Sacre Scritture Il maestro assume un ruolo rilevante e significativo (scuole Medioevali) merita rispetto 4

5 San Agostino - biografia Nasce nel 354 d.c. a Tagaste (Numidia) Figlio di Claudio (patrizio) e di Monica (cristiana) Studia a Cartagine retorica Si lega con una concubina e ha un figlio: Adeodato Incontra il Manicheismo e se ne allontana 384: si trasferisce in Italia: Roma e Milano 387: incontra il vescovo Ambrogio e viene battezzato 5

6 I testi e la vita religiosa Inizia un percorso di formazione e vita monastica ( ) Scrive il De Magistro (390) 396 è nominato vescovo a Ippona 397 Scrive le Confessioni Da vescovo si confronta con i donatisti e pelagiani Scrive il De civitatae dei (413) Muore nel 430, mentre i Vandali assediano la città 6

7 Il De Magistro È un dialogo tra Agostino e il figlio Adeodato La scena è profondamente educativa È scritto nel periodo del soggiorno nella tenuta di Cassiciaco (forse Cassago Brianza) Si fonda un cenobio: un gruppo di persone che dialogano su temi filosofici Agostino, il fratello, il figlio (15 anni), i cugini e la madre Monica 7

8 I temi del testo L oggetto del dialogo sono i rapporti tra linguaggio e pensiero L indagine è rivolta alla scoperta della Verità (dimensione trascendente) La parola ha il compito di portare il ricevente ad avvicinarsi alla Verità Il linguaggio non è un mezzo per raggiungere un fine Il linguaggio è l atto stesso di questo cammino 8

9 Il rapporto maestro-allievoallievo Diversi studiosi interpretano il testo come una riflessione sul rapporto maestroallievo Il rapporto maestro-allievo si basa sul linguaggio Se è possibile comunicare, è possibile anche insegnare Il maestro terreno, attraverso la parola, porta fuori la verità insita nell allievo 9

10 Il linguaggio: i due volti Il linguaggio possiede due volti Uno proteso verso l Essere (ontologia) e la verità (gnoseologia) Uno proteso verso la comunicazione tra gli uomini La vita dell uomo si basa sul linguaggio. La ricerca della vita beata è basata sul linguaggio. Ogni uomo parla e, di conseguenza, insegna Il parlare è un azione 10

11 Il linguaggio e la spiritualità Il linguaggio porta con sé i segni della vita spirituale È distaccato dalle cose e vicino alle idee del Maestro L uomo può giungere alla conoscenza delle idee. Solo Dio a quella delle cose in sé Tra la coscienza e la cosa vi sono le idee (che risiedono nell interiorità dell animo) Rifiuto del mistico abbandono alle cose che rimangono inattingibili per l uomo 11

12 Linguaggio e la parola Segno: ciò che indica qualcosa. Rimane un concetto generale Parola: espressione fonetica che espone un significato Nome: parte del discorso che indica un oggetto. È compreso tra le parole 12

13 Funzione trascendentale del linguaggio La parola-nome ha una funzione intermedia tra le idee (interiorità della coscienza) e l oggetto La parola-nome è la condizione di possibilità del rapporto tra realtà e coscienza 13