LA PRASSI DEL RESTAURO DEI MANUFATTI IN STUCCO.

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1 LA PRASSI DEL RESTAURO DEI MANUFATTI IN STUCCO. UN ANALISI DELLE PROCEDURE D INTERVENTO. Carmen Natali*, Giuseppe Lorenzini** *Specializzanda in Restauro dei Monumenti presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano **Architetto e Restauratore, Abstract This research analyses several works executed on stuccoes in order to know the type of deterioration, and the techniques used during the restoration work. La ricerca proposta è parte della tesi di laurea in Architettura (Politecnico di Milano marzo 1999) degli autori La conservazione degli stucchi. Il caso dell Oratorio Imbonati a Cavallasca (CO). Rel. Prof. Della Torre a.a.97/98, correlatori Dott. Roberto Bugini e Ing. Massimo Valentini, centro Gino Bozza C.N.R. Milano. Le relazioni tecniche: note introduttive Sono analizzati una serie di interventi su manufatti in stucco pubblicati o schede d archivio - realizzati tra il 1984 ed il 1997 in ambiti territoriali diversi, per trarre informazioni inerenti i meccanismi di degrado e le pratiche adottate nell'intervento di restauro. Inoltre si è ricercato anche il tipo di approccio operativo in un campo come quello degli stucchi (e delle finiture in genere) non segnato da unità metodologiche specifiche. Le fonti consultate sono comprese in tre ambiti: A- contributi agli atti del Convegno Scienze e Beni Culturali di Bressanone; B - articoli pubblicati su riviste del settore; C - schede tecniche di lavori seguiti dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Archeologici delle province di, Cremona e Mantova. Interessante è anche l approccio metodologico spesso diverso caso per caso e caratterizzato da una certa eterogeneità di metodo. L esperienza acquisita nel restauro degli stucchi è minore rispetto a quella maturata in ambiti più collaudati ed affini alla natura dello stucco. Infatti alcune caratteristiche materiche degli stucchi sono comuni a quelle delle superfici decorate, lapidee o degli intonaci in generale ed è da queste esperienze che si mutuano le metodologie più frequenti. Un altro aspetto emerso dalla nostra ricerca evidenzia che solo raramente esistono rapporti sulle interazioni dei manufatti con l ambiente nei tempi successivi a quelli dell intervento, lasciando un vuoto informativo sul successo o meno di alcune pratiche soprattutto consolidanti.

2 1.2. Gli interventi analizzati TITOLO ANNO FONTE LUOGO ASPETTI considerati nello scritto Gli interventi di restauro sulla decorazione della Villa di Papa Giulio III La prospettiva bramantesca di Santa Maria presso San Satiro storia, restauri e intervento conservativo 1984 Bollettino d Arte nº27, 1984, sett-ott La prospettiva bramantesca di Santa Maria presso San Satiro storia, restauri e intervento conservativo, a cura di R.A. Marrucci, Milano, Restauro di stucchi a Palazzo Spada 1986 Manutenzione e Conservazione del Costruito fra Tradizione e Innovazione Bressanone giugno 1986 a cura di G.Biscontin Il restauro degli stucchi di Filippo Parodi nella Basilica di Santa Giustina Criteri e indicazioni progettuali per il restauro dei paramenti esterni di palazzo Te a Mantova L istituto Centrale del restauro per palazzo Te Paramenti esterni L istituto Centrale del restauro per palazzo Te Sala degli stucchi Gli stucchi ed i dipinti in delle volte delle cappelle Torres e Ruissi in S.Caterina de Funari e della loggia detta del Primaticcio in Palazzo di Firenze Palazzo di Firenze 1989 Il Cantiere della Conoscenza, il Cantiere del Restauro Bressanone giugno 1989 a cura di G.Biscontin, M.Dal Colle, S.Volpin 1989 Archivio S.BB.AA.AA di 1990 Bollettino d Arte volume speciale 1990 Bollettino d Arte volume speciale 1990 Superfici dell Architettura: le finiture Bressanone giugno 1990 a cura di G.Biscontin, S.Volpin Milano Padova Mantova Mantova Mantova -intervento

3 9 Gli stucchi ed i dipinti in delle volte delle cappelle Torres e Ruissi in S.Caterina de Funari e della loggia detta del Primaticcio in Palazzo di Firenze Cappella Torres e Ruissi 1990 Superfici dell Architettura: le finiture Bressanone giugno 1990 a cura di G.Biscontin, S.Volpin Problemi di restauro delle superfici a stucco dorato ed ad affresco della chiesa della SS. Annunziata del Vastato di Genova Anfiteatro Flavio: interventi conservativi sugli stucchi dell ingresso nord Restauro dei rilievi in stucco per il recupero del ninfeo della villa di papa Giulio IIIº a Restauri della chiesa parrocchiale di Pieve di Tremosine Relazione tecnica di restauro della santella di via Forni a Gargnano Cappelle e stucchi delle pareti - Chiesa dei SS. Nazaro e Celso in S.Abbondio Restauro di un altare settecentesco nella Chiesa di S.Rocco in Pignola 1990 Superfici dell Architettura: le finiture Bressanone giugno 1990 a cura di G.Biscontin, S.Volpin 1990 Superfici dell Architettura: le finiture Bressanone giugno 1990 a cura di G.Biscontin, S.Volpin 1990 Superfici dell Architettura: le finiture Bressanone giugno 1990 a cura di G.Biscontin, S.Volpin Archivio S.BB.AA.AA di 1991 Archivio S.BB.AA.AA di s.d Archivio S.BB.AA.AA di Genova Cremona - tecnica 1996 TeMa nº Potenza

4 OPERAZIONE consolidamento con iniezioni ristabilimento coesione/impregnazione ristabilimento coesione / iniezione consolidamento sup.pittorica consolidamento doratura consolidamento pellicola pittorica stuccatura fenditure/ricostruzione ancoraggio parti pericolanti calco dall'originale fissaggio finale 1.4. Tavole riassuntive 1-Tavola riassuntiva iniezioni - consolidamento - stuccatura manufatti legenda: - gr.: grassello - p.m.: polvere di marmo - c.id.: Calce idraulica - pz.: pozzolana - c.idt.: calce idrata - coc.: cocciopesto - g.s.: gluconato di sodio - pr.: Primal AC33 - c.ca: carbonato di Calcio - acq.: acqua MATERIALE acq. di calce e caseato di Ca malta c.id./carb.ca/pr. malta c.id./coc./pr./g.s./acq. malta c.id./gr./p.m. malta c.id./gr./p.m./pr. malta c.id./pz./pr. malta c.id./pz./pr./g.s. malta c.id/gr./pz./pr. malta c.id./p.m. malta c.idt./pr./p.m. malta c.idt./sabbia/p.m. malta gr./c.id./sabbia malta gr./c.id./sabbia/c.grigia malta gr./c.id./sabbia/p.m. malta gr./cem.bianco/pr./sabbia malta gesso/p.m. malta gr./pr. malta p.m./gr./pr./c.ca malta pz./gr./sabbia malta sabbia e calce gesso alabastrino e sabbia resina paraloid B44 resina paraloid B72 resina primal AC 33

5 OPERAZIONE pulitura-rimozione/impacchi pulitura-rimozione/nebulizzazione pulitura - descialbo pulitura - tamponaggi pulitura depositi polverulenti rimozione efflorescenze saline rimozione stuccature rimozione patine biologiche rimozione ruggine pulitura dorature 2-Tavola riassuntiva pulitura manufatti legenda: - gr.: grassello - p.m.: polvere di marmo - c.id.: Calce idraulica - pz.: pozzolana - c.idt.: calce idrata - coc.: cocciopesto - g.s.: gluconato di sodio - pr.: Primal AC33 - c.ca: carbonato di Calcio - acq.: acqua - pig.: pigmento MATERIALE acqua di rete acquerelli alcol etilico / acqua aspiratori bisturi/martellina/microfrese butilamina e carbossimetilcellulosa cloruro di metilene convertitore ruggine Ferox fibre di vetro gomma pane impacchi/desogen bicarb.d'ammonio/soluzione carb.d'ammonio/soluzione impacco con etanotricloro miscela gr./c.id./p.m./pigm. miscela gr./c.id./acqua pennelli morbidi pellicola a starppo pigmenti e primal AC33 preventolo R 80 soluzione AB 57 soluzione ammoniaca 4% tensioattivo spazzole

6 1. Analisi dei materiali Le analisi di laboratorio non sono sempre esaustive riguardo alle domande poste a causa dei numerosi problemi del degrado: anche la definizione dei tipi di stucco è difficile quando alcuni composti sono presenti in bassa percentuale. Ad esempio il contenuto di leganti organici in percentuali del 2-5% non è rilevabile con la spettrofotometria all infrarosso e i vari tipi di cromatografia (con separazione preliminare della parte organica da quella inorganica) sono di complessa articolazione; anche il gesso se presente con percentuali minime, 5-10%, non è facilmente individuabile. Lo stesso gesso può essere presente in superficie se veicolato dall umidità che evapora dagli strati profondi ad esempio dopo un infiltrazione. Molte analisi tendono a sottolineare soprattutto le stratigrafie e la caratterizzazione delle componenti chimiche, trascurando i rapporti legante/aggregato o la porosimetria delle malte, per derivarne il grado di resistenza meccanica. Un dato molto importante ma spesso sottovalutato, è rappresentato dallo studio della permeabilità al vapore acqueo per stabilire l interazione del manufatto con l ambiente. Ciò che forse difetta è una certa omogeneità nella raccolta e nella elaborazione dei dati. Grossi progressi potranno essere realizzati solo con l esecuzione sistematica di analisi e con l accumulo dei dati in basi ben organizzate che permetterebbero, mediante il confronto, di migliorare l interpretazione dei risultati. Ciò che può ostacolare questo progresso è sia il costo eccessivo delle analisi che l insufficienza generale delle strutture scientifiche che si dedicano allo studio scientifico delle tecnologie del passato e dei processi di degrado Pulitura. Un destino che accomuna molti manufatti in stucco è rappresentato dalle molteplici scialbature cui sono stati sottoposti negli anni. Questo tipo di rinnovamento superficiale rappresenta un problema di non immediata soluzione poiché coinvolge argomentazioni di carattere teorico ed operativo. Decidere se asportare le ridipinture o quali salvaguardare è motivo di riflessioni riguardanti la portata testimoniale di queste sovrapposizioni. Le analisi stratigrafiche costituiscono spesso il supporto scientifico per motivare le descialbature ed i riscontri in cantiere permettono di convalidare o no queste previsioni. L asportazione meccanica delle ridipinture è un operazione delicata e traumatica per l opera in rapporto alla tenacia dell imbratto ed alla necessità di non intaccare il modellato durante le rimozioni. Queste, sono una fase comune a molti interventi e si effettuano generalmente con bisturi o scalpelli e martelline. 2 Quando il modellato risulta sensibile all azione meccanica si elaborano metodologie ad hoc come la pellicola a strappo, consistente nell applicare sulla superficie una miscela di resine acriliche e viniliche, opportunamente dosate e lasciate agire in tempi variabili a secondo dello spessore, recuperando così la facies decorativa sottostante senza alterare la stessa.. 3 L impiego d impacchi o trattamenti umidi, è possibile in presenza di opere con componenti non solubili e comunque per tempi molto brevi, per non impregnare il manufatto di acqua che richiederebbe tempi lunghi per evaporare (veicolando i sali solubili). Gli impacchi con polpa di cellulosa sono applicati con

7 tensioattivi 4 o carbonato d ammonio 5. La soluzione denominata AB57 6 si applica con il supporto di carbossimetilcellulosa. Questa serie di applicazioni generalmente è utilizzata per rimuovere i depositi superficiali incoerenti di natura grassa con l ausilio di spazzole o pennelli di setola morbida. In un caso i microlavaggi (con acqua ed alcol al 10%) sono preceduti e seguiti dall analisi delle caratteristiche termo-igroscopiche dei manufatti. 7 La pulitura con nebulizzazione di acqua viene impiegata per rimuovere depositi di ossalati di calcio 8, sali solubili prodotti dall inquinamento atmosferico e per ammorbidire gli strati di scialbo. Altri sistemi d asportazione delle tinteggiature stratificate e dei depositi superficiali è costituito dalla nebulizzazione di acqua di rete per tempi di circa due ore, con successiva spazzolatura con fibre vegetali e spazzolini metallici. 9 Recentemente, sono state eseguite delle prove comparative -con esami in laboratorio- di pulitura riguardanti dei manufatti in stucco di Palazzo Natta a Como. Durante questi test si sono confrontate le superfici dopo la pulitura effettuata con bisturi, microsabbiatura, lavaggio con acqua nebulizzata e laser. 10 I risultati interessanti affermano che la microsabbiatura determina uno sbiancamento delle superfici, mentre il laser provoca un ingiallimento - sulle parti cinquecentesche - laddove l intonaco è chiaro; l ingiallimento è minimo invece sui manufatti settecentesche. Un tassello di pulitura è stato eseguito a densità di energia più elevate, senza che si rivelassero variazioni nei parametri colorimetrici misurati; questo conferma il cosidetto effetto di autolimitazione del laser per cui il grado di pulitura è determinato dalla densità di energia scelta, che anche in seguito ad incremento, non determina variazioni di alcun tipo nell interazione con il supporto. 11 La microsabbiatura provoca una perdita di materiale e vistose abrasioni superficiali, non seleziona gli strati pittorici in caso di descialbatura e non riesce a rimuovere completamente il particellato penetrato nelle microfessurazioni. Anche il bisturi non raggiunge le piccole cavità ma è in grado di selezionare gli strati pittorici in caso di descialbo. Ricordiamo che nell impiego del bisturi e della microsabbiatura è determinante l abilità, la sensibilità e la perizia dell operatore che pondera la forza dell intervento. La maggior parte dei depositi che penetrano negli anfratti e cavità superficiali dei manufatti sono rimossi dalla pulitura laser, riuscendo - con qualche difficoltà - a distinguere la stratificazione in caso di sovrapposizione di strati pittorici. Infine laser, acqua nebulizzata e bisturi riescono a non intaccare le caratteristiche morfologiche del modellato. 3. Iniezioni Per ristabilire l adesione tra il manufatto ed il supporto murario - o tra i vari strati costituenti lo stucco -ove esistono dei sollevamenti o dei distacchi, s interviene cercando di raggiungere il vuoto formatosi nella cavità, con una siringa o una pipetta per iniettare del materiale adesivo.

8 Le miscele impiegate sono composte da leganti idraulici (calce, pozzolana, cocciopesto) caricati con resine acriliche (Primal AC33). Queste, derivano da una formulazione, elaborata dal gruppo di ricerca ICCROM, 12 costituita da una miscela a quattro componenti: - calce idraulica (a basso contenuto di sali solubili); - un inerte (polvere di mattone o pozzolana ventilata); - un fluidificante (gluconato di sodio); - un colloide protettore (emulsione acrilica), ha il compito di evitare la perdita di acqua ed il bloccaggio dell iniezione quando la miscela si trova a contatto con murature porose. Le caratteristiche delle malte da iniezione possono così riassumersi: a. Forza meccanica non troppo superiore a quella delle malte tradizionali per intonaco o muratura. b. Porosità non troppo diversa dalle malte tradizionali. c. Presa idraulica. d. Minimo possibile contenuto di sali solubili potenzialmente dannosi per i materiali circostanti. e. Buona iniettabilità in fessure sottili a contatto con murature porose. f. Basso ritiro, per permettere il riempimento anche di cavità di diversi millimetri di larghezza. Nei nostri casi le ricette consolidanti impiegate riflettono queste indicazioni comprendendo i quattro componenti 13 o solo alcuni di essi 14. Il materiale iniettato oltre a determinare la coesione tra supporto e parte staccata, contribuisce a rassodare anche gli strati profondi favorendo la coesione del materiale. Il gruppo ICCROM, formato dai ricercatori G.Torraca, D.Ferragni, M.Forti, J.Malliet, a proposito dei consolidanti sottolinea che: In realtà le proprietà richieste per le miscele di iniezione sono difficili da realizzare integralmente e ci si deve accontentare di un ragionevole compromesso, fidando nella continuazione delle ricerche per un progressivo affinamento sia delle qualità del materiale che del grado di affidabilità richiesto Consolidamento. Il materiale decoeso si presenta con incipiente polverizzazione e la perdita di compattezza, è spesso dovuta ad erosioni provocate dalle infiltrazioni di acqua negli interni e dall azione erosiva delle acque meteoriche negli esterni. L operazione di consolidamento consiste nel trattare mediante imbibizione il materiale, cercando di ristabilire la coesione tra un granello e l altro o tra le microfessure, favorendo l adesione non di una parte al supporto murario ma tra i componenti della malta. I prodotti utilizzati sono essenzialmente di due tipi: resine sintetiche e consolidanti inorganici. Le prime, Primal AC33 e Paraloid B72 sono delle resine acriliche idrorepellenti che dopo il trattamento rendono il materiale poco permeabile. Questa proprietà è indicata se si vuole proteggere il manufatto dagli agenti atmosferici, ma se le resine si depositano in superficie ingialliscono con il tempo. Inoltre se la concentrazione delle soluzione di resina è elevata, si forma una pellicola superficiale che modifica le

9 caratteristiche cromatiche della parte trattata. I consolidanti inorganici più diffusi sono quelli a base di silicato d etile che agiscono precipitando silice all interno di fessure e pori mentre il gruppo etile si perde durante il consolidamento. Generalmente l applicazione deve raggiungere in profondità la parte sana e l impiego del tipo di prodotto è funzionale a questa necessità. Le miscele idrauliche, pur avendo maggior compatibilità con i materiali costituenti lo stucco, hanno una difficile penetrazione perché sono delle sospensioni di particelle poco indicate quando i varchi di passaggio risultano minimi. Le resine sono indicate in presenza di fessure molto sottili (1/2 millimetri). La compatibilità del materiale consolidante con quello originario si deve osservare dal punto di vista fisico - meccanico (porosità e resistenza meccanica) e chimico (minima concentrazione di sali solubili). Tra i casi studiati, l impregnazione si esegue a pennello 16, oppure con applicazioni a caduta per depressione 17, sino a rifiuto del preparato. Si sono impiegate anche miscele varie a base di calce idraulica e resine acriliche. In un caso si è usata una miscela di grassello di calce e Primall AC Stuccatura delle fenditure e ricostruzioni Per le fenditure superficiali e le parti da ricostruire si sono utilizzate malte con leganti di natura diversa: calce idraulica, grassello, calce aerea, gesso. Le formulazioni, come appare dalla tabella 1, sono varie e impiegano aggregati come la sabbia, la pozzolana o la polvere di marmo; alcune volte si aggiunge anche della resina acrilica tipo Primal AC 33. Se in un caso le preparazioni delle malte sono supportate dalle indicazioni fornite dalle analisi di laboratorio 18. Quando il vuoto da riempire è profondo le malte indicate sono del tipo calce idraulica, pozzolana e/o cocciopesto mentre per fessurazioni superficiali si usa malta composta da calce aerea. Generalmente si presta una particolare cura nel trattamento superficiale delle lacune, differenziando l integrazione dal materiale originario mantenendo sotto livello la stuccatura 19, praticando una selezione cromatica diversificata 20, incidendo leggermente la nuova stesura di malta, 21 oppure impiegando malte con granulometria distinta dalla primitiva 22. Il principio, come nel restauro pittorico, è quello di rendere riconoscibile l intervento. Le ricostruzioni a completamento di modellati modanati cercano di ristabilire l entità volumetrica degli aggetti senza ricorrere a lavorazioni che, seppur raffinate, renderebbero ardua l individuazione della parte ricostruita. Altre esperienze prevedono la riproposizione di elementi seriali (palmette, metope, grani di riso ecc.) dedotta da stampi formati con resina siliconica Ancoraggio delle parti pericolanti La riadesione delle parti pericolanti avviene come specificato nel paragrafo riguardante il consolidamento.

10 L ancoraggio, il fissaggio cioè degli elementi sottoposti a particolari sforzi di taglio o trazione, richiede oltre alla malta o resine termoindurenti, l ausilio di perni e viti in teflon o in metallo inossidabile. 7. Fissaggi superficiali finali I materiali usati per le protezioni finali o per i fissaggi superficiali di pellicole pittoriche e coloriture, sono le resine acriliche Paraloid B 72 e Primal AC33. La prima è applicata con un solvente organico (normalmente toluene), la seconda con una soluzione acquosa. In linea di principio sono prodotti reversibili, ma se penetrano nel materiale, la loro rimozione è difficile e complicata. Se applicati a concentrazioni non idonee, formano una pellicola superficiale traslucida e fotolabile, che altera l aspetto visivo del manufatto oltre ad interferire sulla porosità dello stesso. In alcuni casi queste resine sono impiegate come protettivi allo scopo di proteggere la superficie dagli agenti esterni oltre che per conferirle una maggiore idrorepellenza. E buona norma non eccedere nei trattamenti e se da un versante l applicazione delle resine aiuta a consolidare gli strati superficiali polverulenti, il loro impiego richiede abilità e perizia tecnica da parte dell operatore, riguardo alla risposta del materiale al fissativo. I manufatti in stucco generalmente presentano lo strato superficiale ben compattato e liscio ed una concentrazione alta di resina penetra difficilmente. Il deposito in eccesso si trasforma in una pellicola traslucida con effetti modificanti l aspetto visivo (la cosidetta patina ) e le proprietà fisiche della finitura. Sappiamo che taluni stuccatori l esempio più noto è quello del Serpotta - ponevano molta attenzione e sapienza tecnica nel trattamento superficiale delle loro opere: possiamo immaginare quali interferenze provocherebbe un fissaggio finale inadatto. Per superfici all esterno è stata impiegata una resina siliconica. Questi idrorepellenti necessitano di una verifica periodica perché vengono ossidati e perdono la loro flessibilità e idrorepellenza nel giro di alcuni anni (due o tre fino a quindici anni a seconda del tipo e del numero di mani applicate). 24 La stesura di finiture come velature di colore o scialbi opachi a calce viene eseguita per armonizzare le parti che differiscono da quelle antiche cercando di favorirne la trasparenza; l operazione è eseguita soprattutto dopo l intervento di descialbatura o di pulitura per correggere le differenze cromatiche. La protezione degli elementi metallici si esegue con convertitori di ruggine (ferox) e successivo trattamento con resina metacrilata (paraloid B72). 1 G.TORRACA, Problemi di conservazione delle superfici murarie esterne, in G.BISCONTIN, S.VOLPIN E ALTRI (a cura di), Scienza e Beni culturali - Superfici dell Architettura: le finiture, atti del convegno di Studi (Bressanone giugno 1990), Padova: Libreria Progetto Editore, Scheda intervento Gli interventi di restauro sulla decorazione della Villa di Papa Giulio III 4 Scheda intervento 1 5 Scheda intervento Scheda intervento 13

11 7 Scheda intervento 10 8 Scheda intervento 3 9 Scheda intervento 6 10 AA.VV., La conservazione del Palazzo natta di Como: un progetto in cantiere, in G.BISCONTIN, G.DRIUSSI (a cura di), Scienza e Beni culturali - Progettare i restauri- Orientamento e metodi- Indagini e materiali, atti del convegno di Studi (Bressanone 30 giugno - 3 luglio 1998), Venezia, Edizioni Arcadia, 1998, pp ibidem 12 AA.VV., Inyiection grouting of mural paintings and mosaics, in Adhesives and Consolidants, II C, London, 1984, p Scheda intervento 2 14 Scheda intervento AA.VV., Tecniche di conservazione degli intonaci, in G.BISCONTIN, (a cura di), Scienza e Beni culturali L intonaco: storia, cultura e tecnologia, atti del convegno di Studi (Bressanone giugno 1985), Padova: Libreria Progetto Editore, 1990, pp Scheda intervento Scheda intervento Scheda intervento 2 19 Scheda intervento Scheda intervento 2 21 Scheda intervento Scheda Intervento 6 23 Scheda Intervento AA.VV., Tecniche di conservazione degli intonaci, in G.BISCONTIN, (a cura di), op.cit.

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