2 - PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

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1 2 - PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

2 A Il concetto di area vasta

3 Il concetto di Area Vasta Il concetto di Area Vasta costituisce il nostro campo d indagine. Applicheremo la Tecnica Urbanistica a territori di questo tipo. L Area Vasta è un concetto relativo : area vasta, rispetto ad un piccolo territorio; area molto vasta, rispetto ad un grande territorio. L Area Vasta può essere: un area sovracomunale; un area che non coincide con il confine amministrativo di un territorio.

4 Il concetto di Area Vasta I concetti di Area Vasta e di Pianificazione di Area Vasta intesi come Tecnica Urbanistica assumono connotati nuovi: applicheremo la Tecnica Urbanistica su territori di questo tipo; vedremo esempi precisi. Un tipo particolare di pianificazione è quella socio-economica. La pianificazione include precise responsabilità, per esempio: nella ristrutturazione dei ghetti alcuni servizi devono essere organizzati in funzione del: tessuto sociale; tipo di popolazione cha va ad insediarsi.

5 Il concetto di Area Vasta Bologna. Progetto per la riqualificazione dell ex ghetto ebraico.

6 B - I piani territoriali di coordinamento

7 Il Piano territoriale di coordinamento Quale è il piano urbanistico che più si avvicina alle definizioni di area vasta? Possiamo affermare che il piano che meglio si adatta alla definizione e alla struttura di piano di area vasta è il Piano Territoriale Provinciale. Da questa definizione nasce la diretta conseguenza di considerare il territorio di area vasta coincidente con il territorio della provincia interessata. Da un punito di vista di impostazione generale, questa definizione potrebbe essere una limitazione alla definizione di area vasta.

8 Il Piano territoriale di coordinamento La definizione di area vasta viene definita come un territorio che prescinde da un confine amministrativo, infatti è area vasta quel territorio all interno del quale è possibile governare una serie di effetti derivanti da azioni sia antropiche che non antropiche. L area vasta, quindi, non dovrebbe essere definita dal punto di vista amministrativo! Dobbiamo, quindi, dare una definizione ben precisa di area vasta e farla coincidere con la Pianificazione Territoriale Provinciale, poiché, solo in questo modo è possibile verificare se le impostazione che avevamo dato alle definizioni di area vasta hanno un risvolto sul territorio.

9 Il Piano territoriale di coordinamento Nonostante il Piano Provinciale Territoriale sia sancito da legge di delega in materia urbanistica e rappresenta il miglior esempio di pianificazione di area vasta, non significa che è l unico esempio di pianificazione di area vasta. Esiste infatti la pianificazione di area vasta su un territorio che viene definito ad hoc nel momento in cui abbiamo bisogno di mettere a regime una pianificazione di un territorio intermedio. In questo caso valgono i contenuti della Legge Urbanistica del 42 art. 5 in cui definiva i piani territoriali di coordinamento in un ambito territoriale non definito.

10 Il Piano territoriale di coordinamento Quindi la pianificazione di area vasta si può fare per distretti, comprensori, altre unità territoriali omogenee, ecc., vi è quindi, tutta una serie di confini territoriali che non coincidono con un confine amministrativo ben definito. Rimane la necessità di dare maggior competenza all ente Provincia poiché essa proprio per il fatto di stare a metà tra la regione e il comune, potrebbe sviluppare al meglio i processi di pianificazione di area vasta.

11 Il Piano territoriale di coordinamento Nel momento in cui le province adottano un piano territoriale di coordinamento devono riferirsi necessariamente sia alla Legge 142 del 1990 ma anche al Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali che è il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n 267. Le due leggi infatti vanno di pari passo.

12 Il Piano territoriale di coordinamento Il piano territoriale di coordinamento deve sviluppare degli indirizzi generali: 1. La divisione del territorio in destinazione di uso; il processo di zonizzazione riferito alla vocazione che si vuole dare al territorio sia a quello naturale che a quello storico del territorio. Non sempre la vocazione naturale del territorio è quella che viene sviluppata nel tempo. Ci possono essere dei territori che hanno una particolare vocazione naturale o storica ma che per cause diverse può essere mutata. Prendiamo come esempio la Silicon Valley a sud di San Francisco che è passata da zona altamente produttiva da un punto di vista agricolo ad una zona industrializzata, dove tutt oggi si sviluppa la componentistica primaria dei computer. Questo esempio ci illustra che non sempre la vocazione storica di un territorio rimarrà tale nel tempo poiché ci possono essere dei fattori esterni che possono radicalmente cambiare. Quindi la zonizzazione, ovvero l organizzazione del territorio secondo le destinazioni di uso devono essere coerenti con le impostazioni di pianificazione provinciale.

13 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento 2. La localizzazione delle infrastrutture territoriali; le linee di comunicazione e le relazione tra i vari territori avviene attraverso una rete di sviluppo delle comunicazioni come ad esempio: ferrovie, aeroporti, strade, autostrade, ecc.. 3. Le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica, idraulica e forestale del territorio con particolare riferimento alla regimazione delle acque; la struttura morfologica del territorio viene messa in condizioni di sopportare e supportare lo sviluppo del territorio stesso. La pianificazione decide come bisogna organizzare il territorio, in modo tale che il territorio possa recepire le destinazioni d uso. 4. Le aree soggette ad una sub pianificazione; questa è una caratteristica importante che ha la pianificazione provinciale, perché determina la possibilità di individuare dei territori al cui interno occorre effettuare un livello di pianificazione più particolareggiato.

14 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Ricapitolando, il piano deve avere queste caratteristiche strutturali: 1. zonizzazione; 2. struttura delle vie di comunicazione; 3. sistemazioni idrauliche e morfologiche del territorio, 4. possibilità di individuare aree dove effettuare pianificazione sub provinciale, Sono proprio queste caratteristiche che conferiscono al piano una funzione innovativa rispetto alla sua collocazione storica, divenendo così un Piano Quadro cioè un piano di riferimento a livello intermedio fra la scala regionale e scala comunale.

15 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Il Piano Quadro significa che assume la caratteristica di piano di indirizzo verso la pianificazione sub provinciale. Inoltre la funzione dell Ente Regione è duplice: indirizzo diretto per quanto riguarda le scelte che vengono maturate a livello provinciale; indirizzo mediato nel senso di trasferire gli indirizzi della pianificazione regionale alla pianificazione comunale, quindi la regione passa attraverso la provincia per dare gli indirizzi al comune! La provincia assume un identità nuova dal punto di vista amministrativo in quanto è un ente delegato della regione per attuare alcune scelte.

16 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Alla provincia viene conferita la delega non solo per la pianificazione territoriale ma anche per quella inerente allo sviluppo socio-economico. Questo vuol dire che la pianificazione deve cercare di controllare gli effetti di carattere sociale ed economico che la panificazione stessa genera sul territorio. Grazie al nuovo ruolo della Provincia, i comuni non sono più degli enti isolati dal punto di vista territoriale poiché vengono guidati nelle scelte di pianificazione.

17 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Uno degli obiettivi del piano è la promozione della difesa e della salvaguardia dell ambiente stesso; per ambiente consideriamo tutti gli elementi primari come ad esempio: la difesa idrogeologica, la difesa idraulica, il rispetto delle aree sensibili, la creazioni di parchi di riserve naturali ecc.. Questo è fondamentale perchè rappresenta un momento in cui la difesa dell ambiente, la difesa del suolo e sottosuolo diventa elemento attivo della pianificazione provinciale e negli altri atti di pianificazione a livello comunale.

18 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento La difesa dell ambiente è una conseguenza degli atti di zonizzazione. Infatti nell individuazione delle destinazioni d uso delle aree bisogna svolgere alcune azioni di tutela. Nell ambito della pianificazione provinciale è richiesta esplicitamente che questa azione di tutela debba essere preventivamente organizzata al fine della definizione della zonizzazione della destinazione di uso delle aree. Da un punto di vista organizzativo questo ha un importanza notevole!

19 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Il piano territoriale provinciale ha due contenuti macro che rappresentano l ossatura del piano: contenuti strutturali; quindi è un piano che organizza la struttura del proprio territorio; struttura prescrittiva cioè individua delle destinazioni d uso cui assoggettare il territorio considerato. Quindi una doppia funzione che rappresenta la natura di questo piano che si colloca a metà tra due momenti di Pianificazione gia consolidati nella legge del 42: quello regionale e quello comunale.

20 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento Come deve essere organizzato un piano? Dobbiamo ricordare che le tre funzioni della formazione di uno strumento urbanistico sono: 1) attività di analisi; 2) attività di progettazione e quindi di formazione del piano; 3) attività di gestione del piano. Questi tre momenti li ritroviamo ben definiti nell ossatura della pianificazione provinciale che sono: analisi, formazione e gestione.

21 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento L attività di analisi, all interno di un processo di pianificazione provinciale è legata alla conoscenza diretta del territorio provinciale. Le analisi che caratterizzano lo stato di fatto di un territorio provinciale al fine della predisposizione del piano territoriale di coordinamento provinciale sono: 1. La geologia, il quale è un aspetto fondamentale, infatti è obbligatorio predisporre una documentazione firmata da un geologo; 2. La climatologia, ovvero gli aspetti meteo climatici che caratterizzano il territorio. 3. L agricoltura, intesa come elemento produttivo, e di salvaguardia del territorio.

22 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento 4. Il patrimonio storico artistico che è il veicolo di sviluppo di diverse attività, sociali, umane, e attività economiche produttive: ovvero il turismo produttivo. 5. Le infrastrutture, sulla quale organizzare una pianificazione futura per quanto riguarda lo sviluppo e l incremento delle attrezzature. 6. L armatura urbana, infatti l individuazione dei nuclei abitativi consolidati sia a livello storico che urbano ci aiuterà a definirne le linee di sviluppo futuro. 7. Le emergenze ambientali, emergenze naturalistiche, paesistiche, di aree sensibili, ovvero tutto quello merita un attenzione particolare; solo la conoscenza delle emergenze ambientali porterà a definire le linee per uno sviluppo e un organizzazione futura dell ambiente naturale. 8. La viabilità e trasporti: bisogna conoscere la consistenza dei flussi di traffico della rete per poter stimare quanto il territorio dovrà essere in grado di supportare.

23 Contenuti del Piano territoriale di coordinamento La pianificazione provinciale ha il ruolo di indirizzo per la pianificazione comunale e quindi è necessaria un analisi approfondita. Ci possono essere piani che attuati e gestiti nell ambito comunale hanno una propria logica ma se inseriti in un organizzazione territoriale più ampia potrebbero comportare un livello di contrasto. Bisogna far coesistere la pianificazione comunale con quella provinciale; quindi la provincia deve attuare non solo una pianificazione provinciale ma anche delle linee guida affinché incentivi i comuni a non chiudersi in una politica autarchica.

24 La fase attuativa L'attuazione è un elemento importante della pianificazione stessa e bisogna evitare che questa avvenga a macchia di leopardo, cioè la progettazione di alcune aree a prescindere dal contesto territoriale interessato. L'attuazione è sempre strettamente connessa alla progettazione. Un elemento importante per l'attuazione del piano stesso è il momento in cui è entrata in vigore la legge 142 del 1990 che conferisce alla provincia il compito di organizzare una pianificazione e programmazione territoriale, economica ed ambientale a livello comunale. La provincia, quindi come ente amministrativo ha il compito e la responsabilità di coordinare la pianificazione comunale.

25 La fase attuativa L'attuazione della pianificazione provinciale, deve dare degli indirizzi alla pianificazione comunale, cioè non solo deve individuare le scelte di pianificazione provinciale ma deve organizzare un pacchetto di deleghe da trasferire alla pianificazione comunale. L'attuazione della pianificazione provinciale deve controllare non solo la realizzazione delle scelte di pianificazione, ma anche il fatto che i comuni attuino le coordinate della pianificazione provinciale.

26 La fase attuativa Il principio di sussidiarietà tra provincia e comune è quel principio che consente si svolgere all'uno e all'altro le proprie funzioni in materia di pianificazione urbanistica. Il concetto è proprio nello stabilire il confine fra coordinamento da parte della provincia e l autonomia diretta del comune di gestire la pianificazione. È importante riuscire a definire questo limite: tra la capacità della provincia di dare degli indirizzi e la capacità del comune a recepire gli indirizzi e quindi svolgere un azione propria. Questo delle volte crea un conflitto che paralizza l'attività di pianificazione, quindi nell'attuazione di una pianificazione a livello provinciale è importante individuare un coordinamento dei processi di pianificazione a livello comunale.

27 La fase attuativa Sia la provincia che il comune svolgono un doppio ruolo. Il comune deve sia attuare delle scelte e delle direttive provinciali che sviluppare attività di pianificazione autonoma. La definizione di questo confine non è semplice, in quanto la definizione di ogni piano provinciale è strutturato in modo diverso.

28 Un Caso Studio Il Piano Territoriale della Provincia di Savona

29 Piano Territoriale della Provincia di Savona Il piano di coordinamento della provincia di Savona, che è stato adottato dal Consiglio Provinciale nel giugno 2003, ci consente di verificare l'attuazione di tutte le condizioni elencate. Gli aspetti territoriali e paesistici della provincia di Savona, consentono di: considerare il piano un atto per la pianificazione futura; esaltare il ruolo di indirizzo dei piani stessi. La concezione di paesaggio è l'elemento portante del piano stesso: " il piano di coordinamento propone una visione del territorio e del paesaggio e dell'ambiente nella sua totalità. L'ambiente diventa " vero e proprio paradigma del piano" cioè diventa l'elemento portante del piano.

30 Piano Territoriale della Provincia di Savona Il piano identifica le unità di paesaggio che costituiscono il riferimento per gli strumenti urbanistici comunali. Queste unità servono ad identificare gli elementi che devono essere recepiti obbligatoriamente negli atti di pianificazione comunale. Le unità di paesaggio sono 21 all'interno delle quali troviamo degli assi di sviluppo. Queste 21 unità costituiscono l'intero territorio della provincia e sono mediamente uguali ed omogenei, quindi rappresentano una mosaico quasi perfetto dell ambito territoriale.

31 Piano Territoriale della Provincia di Savona Questi ambiti territoriali servono ad indirizzare la pianificazione a livello comunale e quindi a: esaltare la scelta di pianificazione sovraordinata alla pianificazione comunale; dare delle direttive precise collocate sul territorio in maniera puntuale così da garantire il coordinamento dei comuni. Successivamente il piano individua l'organizzazione e la trasformazione del territorio sulla base degli obiettivi da raggiungere e quindi determina alcune problematiche a livello generale su cui basare la struttura del piano.

32 Piano Territoriale della Provincia di Savona Gli 8 tematismi principali sono: 1. tutela ed identità del paesaggio: il piano si attua attraverso le forme che consentono la tutela del paesaggio: analisi del paesaggio, scelte di alcune problematiche di sviluppo del piano, realizzazione degli strumenti attuativi, ecc.. 2. qualità urbana ovvero armatura urbana: lo sviluppo e il mantenimento della qualità urbana: potenziamento della struttura dei servizi, potenziamento delle infrastrutture, ecc. 3. mantenimento degli spazi coltivati: significa mantenere dei livelli produttivi agricoli, e quindi una particolare attenzione all'agricoltura. Per esempio la regione Liguria ha organizzato dei terrazzamenti per garantire lo sviluppo dell attività agricola. 4. valorizzazione delle emergenze e degli itinerari storico culturali: cioè i beni culturali intesi non solo come presenza fisica e localizzazione del territorio ovvero intesi come itinerari che comportano l'attenzione e la modalità di trasferimento.

33 Piano Territoriale della Provincia di Savona 5. presidio ambientale e sostenibilità ambientale del territorio: gli interventi devono essere verificati sotto la sostenibilità ambientale. 6. valorizzazione delle emergenze naturali: si effettua un analisi delle emergenze così da individuarle e valorizzarle. 7. criteri di trasformazione del paesaggio: il paesaggio è l'insieme di più componenti, questo è un elemento in continua trasformazione ed evoluzione. Il paesaggio non è statico ma evolve! 8. fruizione del paesaggio: non posso individuare le forme di fruizione ma si può solo dire il concetto che può avere diverse sfaccettature.

34 Piano Territoriale della Provincia di Savona La Provincia di Savana ha individuato una serie di azioni nell ambito territoriale che si riferiscono a quelle di carattere generale. Fra i progetti attuativi ricordiamo: riorganizzazione insediativa della piana di Albenga; conservazione delle risorse primarie, integrazione dell'offerta turistica di Alassio e le Baie del sole, ecc.. Fra i progetti generali ricordiamo: valorizzazione del paesaggio attraverso comunità locali e manutenzioni del territorio

35 Piano Territoriale della Provincia di Savona Nel Piano Provinciale della Provincia di Savona c'è la parte che riguarda le norme e gli indirizzi da trasferire alla pianificazione comunale, affinché i comuni adeguano o impostano gli atti di pianificazione comunale in linea con i contenuti del piano territoriale provinciale. Ci sono prescrizioni che "impongono ai comuni l'adeguamento dei rispettivi piani entro un termine prefissato" oppure "previsione di indirizzo e coordinamento con efficacia di direttiva in sede di formazione dei nuovi strumenti urbanistici comunali.

36 Piano Territoriale della Provincia di Savona Quindi esistono delle direttive per l'adeguamento dei piani esistenti e delle prescrizioni che comportano la competenza provinciale sui piani urbanistici comunali. Ciò vuol dire che alcune scelte del piano comunale vengono modificate all'atto dell approvazione del piano territoriale della Provincia di Savona. Questo è un elemento importante che fa si che il piano assume la funzione di linea guida per l'attuazione della panificazione comunale.

37 Piano Territoriale della Provincia di Savona Queste norme hanno validità se vengono gestite adeguatamente in maniera tale che l'ente provincia possa svolgere il ruolo che è a metà strada tra l'attività regionale e quella comunale. Ogni provincia, regione e comune si muove sulla propria strada ma con un perfetto coordinamento tra le loro attività. In questo modo il piano provinciale ha una sua valenza applicativa e di indirizzo.

38 C I Piani Territoriali Paesistici

39 Evoluzione della normativa paesistica La pianificazione in ambito territoriale ha caratteristiche diverse rispetto a quella comunale, che è legata al Piano Regolatore Generale. Non esiste un quadro normativo completo e univoco valido per tutte le Regioni: questo causa delle differenze di applicazione delle varie norme. Quadro normativo ambientale caratteristiche È di competenza regionale conseguenza Le applicazioni delle norme posso essere molto diverse da Regione a Regione

40 Evoluzione della normativa paesistica La Legge n del 1939 detta Protezione delle bellezze naturali introduce la cultura paesistica nella normativa italiana. La normativa del 1939 teneva in considerazione l esigenza della normalizzazione del territorio, tuttavia: non si occupava di tutte le problematiche dell ambiente; si interessava solo di specifiche aree. Le aree assoggettabili alla Pianificazione Territoriale Paesistica erano caratterizzate da: particolari aspetti geografici e morfologici; una particolare destinazione d uso.

41 Evoluzione della normativa paesistica Legge 15 maggio 1939, n detta Protezione delle bellezze naturali art. 1 Sono soggette alla presente legge a causa del loro notevole interesse pubblico: Le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica Le ville, i giardini e i parchi che, non contemplati dalle leggi per la tutela delle cose d'interesse artistico o storico, si distinguono per la loro non comune bellezza I complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale Le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze

42 Evoluzione della normativa paesistica Secondo la Legge n del 1939, le aree assoggettabili alla pianificazione territoriale paesistica, erano caratterizzate da una particolare destinazione d uso. Queste aree erano: i parchi e le riserve nazionali e regionali; le foreste e i boschi, a prescindere dal confine amministrativo; i terreni destinati alle Università Agrarie e ai Musei Civici; le zone umide. Le foreste e i boschi erano soggetti a una azione di tutela per prevenire gli interventi naturali e non naturali che avrebbero potuto alterare la configurazione territoriale, ad esempio: gli incendi; i disboscamenti.

43 Evoluzione della normativa paesistica riguarda Legge n 1497 del 1939 Territori costieri Laghi Fiumi e torrenti Montagne Ghiacciai riguarda Parchi e riserve Foreste e boschi Università Agrarie, Musei Civici Zone umide Le aree assoggettabili alla Pianificazione Territoriale Paesistica sono sia quelle caratterizzate da particolari aspetti geografici e morfologici che quelle caratterizzate da una particolare destinazione d uso.

44 Evoluzione della normativa paesistica La Legge n. 431 del 1985, detta Legge Galasso, apportò delle significative modifiche alla Legge n del 1939, in particolare: previde che le Regioni si dotassero di una Pianificazione Specifica Paesistica, che poteva essere di due tipi: conforme alla vecchia legge urbanistica; coerente alle prescrizioni della Legge 1497 del Purtroppo, questa duplice possibilità generò molte perplessità. La Corte Costituzionale, chiarì che gli aspetti paesistici devono essere adottati solo all interno di una Pianificazione Territoriale di Area Vasta. Le Regioni devono dotarsi di una Pianificazione Specifica Paesistica Prevede Prima normativa organica per la tutela degli aspetti naturalistici È Legge Galasso Sentenza della Corte Costituzionale Sancì Gli aspetti paesistici devono essere adottati all interno di una Pianificazione Territoriale di Area Vasta

45 Evoluzione della normativa paesistica Alla fine degli anni 90 ogni Regione mise in atto le procedure amministrative e tecniche per la predisposizione dei piani territoriali paesistici. Piano Paesistico Territoriale Regionale Furono introdotti dei piani con una duplice valenza; potevano essere: di Contenimento; di Salvaguardia Paesistica: Norme urbanistiche comprende Norme per la salvaguardia paesaggistica i Piani contenevano le norme: di tutela generale, cioè per la salvaguardia del territorio; per regolamentare la realizzazione dei piani urbanistici a livello inferiore, cioè le linee guida per lo sviluppo a cui dovevano attenersi sia la Regione che la Provincia. Risultato Pianificazione Paesistica complessiva del territorio

46 Evoluzione della normativa paesistica Ogni Regione ha un proprio Piano Paesistico Regionale caratteristico. Tutti i piani mirano a ricondurre la Pianificazione Paesistica ad una pianificazione paesistica complessiva del territorio. Il territorio è visto in maniera dinamica, nel senso che: Il paesaggio è l insieme delle azioni che si svolgono sul territorio da parte dell uomo e da parte della natura. Piano Paesistico di Area Vasta del Metapontino.

47 Un Caso Studio Il Piano Paesistico Lombardo

48 Il Piano Paesistico Lombardo La Regione Lombardia ha una pianificazione del paesaggio molto tematica e ad essa fanno riferimento numerosi piani di tipo tradizionale. Il Piano del Paesaggio Lombardo è costituito dall insieme degli atti a specifica valenza paesistica. Il Piano del Paesaggio costituisce l unione tra Piano Territoriale di Coordinamento Regionale (PTCR) e Piano di Coordinamento Provinciale (PTCP). Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) della Lombardia determina le destinazioni d uso del territorio stesso.

49 Il Piano Paesistico Lombardo Il Piano Territoriale Paesistico Regionale Lombardo ha tre elementi caratteristici: 1. la pianificazione e l individuazione degli elementi di sviluppo da prevedere nel territorio; 2. le norme che disciplinano i piani di livello inferiore, ovvero i piani di livello provinciale; 3. le norme necessarie a valutare la compatibilità ambientale e paesistica degli interventi sul territorio. prevede Piano Territoriale Paesistico Regionale Pianificazione futura Normative che disciplinano i piani di livello inferiore. Normativa per la valutazione della compatibilità ambientale e paesistica.

50 Il Piano Paesistico Lombardo Il Piano Territoriale Paesistico Regionale della Lombardia (PTPR) ha le seguenti peculiarità: - riunisce la pianificazione territoriale con quella paesistica; - è coerente con il concetto di paesaggio, così come è stato definito alla convenzione di Firenze, ovvero: Il paesaggio è una determinata parte del territorio così come è percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dalla azione dei fattori naturali ed umani e dalla loro interrelazione

51 Il Piano Paesistico Lombardo Il concetto di paesaggio è importante per tutti gli atti di pianificazione. Il paesaggio è la diretta conseguenza delle interconnessioni dei fattori a carattere: naturale; antropico. Il territorio comunale è stato classificato in funzione di tutte le attività che si svolgono al suo interno.

52 Il Piano Paesistico Lombardo Il territorio lombardo è stato suddiviso in sei grandi fasce longitudinali, dette anche macroaree. Queste macroaree sono: 1. la fascia alpina; 2. la fascia prealpina ovvero quella che divide le alpi dalla pianura; 3. la fascia collinare; 4. la fascia di pianura; 5. la fascia di bassa pianura; 6. la fascia appenninica, caratterizzata dai paesaggi urbanizzati.

53 Il Piano Paesistico Lombardo Le 6 fasce longitudinali rappresentano una macro individuazione di aree, caratterizzate dalle particolari azioni che vi si svolgono, in conseguenza della loro collocazione geografica. Queste 6 fasce longitudinali si dividono in ulteriori 23 sottofasce, che costituiscono le unità tipologiche del paesaggio, ovvero l elemento unitario minimo. Queste 23 fasce assicurano una stretta relazione tra le norme e il territorio soggetto ad una continua evoluzione.

54 Il Piano Paesistico Lombardo

55 Il Piano Paesistico Lombardo

56 Il Piano Paesistico Lombardo Il Piano Territoriale Paesistico è caratterizzato da 3 elementi cardine: 1. La pianificazione Tout Court; 2. Le Norme Tecniche di Attuazione, che caratterizzano il piano e lo rendono subito operativo; Le norme possono essere di due livelli, ovvero: disposizioni precise e puntuali relative alla pianificazione provinciale e regionale; disposizioni relative agli ambiti di elevata naturalità o elevato valore storico ambientale. Queste norme sono specifiche per ogni realtà territoriale e quindi dipendono dalla peculiarità del territorio in esame. 3. Le Indicazioni per la progettazione di grandi opere, che devono essere molto precise per spiegare come ottenere una sostenibilità paesistica. Nel Piano Territoriale Paesistico sono anche tracciati gli elementi strutturali a cui uniformarsi per la progettazione di grandi opere.

57 Il Piano Paesistico Lombardo La Regione Lombardia ha previsto le linee guida per la predisposizione dei progetti, al fine di valutarne la sostenibilità paesistica. Direttive della Regione Lombardia prevedono Linee guida per la valutazione della sostenibilità La qualità paesistica rappresenta un valore territoriale da perseguire su tutto il territorio regionale; La tutela e la valorizzazione del paesaggio può essere attuata tramite: politiche e strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale; progetti di trasformazione del territorio. Qualità paesistica Tutela e valorizzazione del paesaggio Miglioramento continuo Qualificano il Piano Territoriale Paesistico della Lombardia

58 D Le aree protette ed il Piano del Parco

59 La Legge Quadro sulle Aree Protette La lezione di oggi prevede la trattazione e l esame di un particolare tipo di piano che è il piano del parco. Questo tipo di piano è introdotto dalla Legge Quadro sulle aree protette, del 1991, che individua le modalità di classificazione delle aree protette e quindi la necessità di stabilire degli atti di pianificazione all interno del perimetro del parco. La legge quadro 194 del dicembre 1991 introduce i principi fondamentali per l istituzione e la gestione delle aree naturali protette al fine di garantire e promuovere in forma coordinata la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese.

60 La Legge Quadro sulle Aree Protette Esaminiamo quali sono questi principi fondamentali al fine di comprendere come deve essere costituita l ossatura del piano: 1. La legge stabilisce i principi fondamentali per l istituzione e la gestione delle aree naturali protette, ciò significa che si possono costituire nuove aree protette, e quindi ampliarne il numero. 2. Si garantisce attraverso gli strumenti di pianificazione aggiuntiva, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese. Questo è un concetto fondamentale perché sancisce che la tutela del paesaggio avviene attraverso la conservazione. Si stabilisce quindi l immutabilità del territorio soggetto a pianificazione: la valorizzazione dovrebbe avvenire non alterando la morfologia del paesaggio. Questo però non è vero!

61 La Legge Quadro sulle Aree Protette La legge quadro sulle aree protette prevede di promuovere in forma coordinata la conservazione e la valorizzazione; la valorizzazione può avvenire garantendo l immutabilità o la mutabilità del territorio. Il principio del coordinamento tra conservazione e valorizzazione, a cui faremo riferimento a proposito del piano del parco, ha aperto la strada alla necessità di individuare delle forme di pianificazione autonome, legate esclusivamente al territorio individuato dal parco.

62 La Legge Quadro sulle Aree Protette La legge sulle aree protette sancisce un concetto importante: ad ogni confine amministrativo di gestione sul territorio deve corrispondere un atto di pianificazione. Fino ad ora tale atto era legato ai confini amministrativi storici: la regione definiva un piano regionale; la provincia un piano provinciale; il comune il piano regolatore generale del comune, e così via. Il parco è un territorio nuovo dal punto di vista amministrativo, può comprendere più comuni e più province, ma anche più regioni.

63 La Legge Quadro sulle Aree Protette All interno del perimetro amministrativo, codificato dagli enti locali, c è un confine amministrativo, che è definito per il territorio interessato e che ne riflette l omogeneità. Un parco quindi ha un suo confine territoriale che diventa confine amministrativo, perché la legge prevede la formazione di enti di governo e di gestione del parco. All interno di questo territorio, così individuato dal punto di vista geografico amministrativo, vengono costituiti gli organi del territorio ed individuate una serie di figure che vi operano all interno: l ente parco; il presidente dell ente parco; il direttore dell ente parco; l organizzazione amministrativa del parco.

64 La Legge Quadro sulle Aree Protette L Ente Parco, in particolare, è importante perché deve predisporre il piano del parco; ciò vuol dire che la realizzazione del piano del parco è demandata agli organi di governo del parco stesso. Questa è una grande novità! individua Legge Quadro sulle aree protette Parchi Nazionali Riserve Naturali Statali Parco Naturale Interregionale Parco Naturale Regionale Zone umide Altre aree naturali

65 La Legge Quadro sulle Aree Protette La legge quadro prevede la possibilità di predisporre un elenco ufficiale delle aree protette, classificate secondo importanza: parchi nazionali; riserve naturali statali; parco naturale interregionale; parco naturale regionale; riserva regionale; zone umide di importanza internazionale costituite in base alla convenzione di Ramsar (firmata in Iran il 2 febbraio 1971) che elenca tutte le aree umide di importanza internazionale; altre aree naturali protette, vale a dire, forme di protezione di aree che non hanno una configurazione ben precisa in quanto non sono riconducibili a parchi o riserve nazionali.

66 La Legge Quadro sulle Aree Protette Le altre aree naturali protette possono essere suddivise in due categorie: - aree naturali protette a gestione pubblica; sono istituite da enti regionali con propri provvedimenti e disposizioni legislative. La gestione di queste aree è demandata agli enti pubblici e si tratta per lo più di aree dove ci sono dei biotopi, monumenti naturali, parchi urbani e suburbani, etc.; - aree naturali protette a gestione privata; sono costituite da formule contrattuali che prevedono la gestione privata attraverso atti di concessione, quindi possono essere di proprietà pubblica o privata. Pensate ad esempio alle oasi o a tutte quelle situazioni in cui per questioni di bilancio non è possibile la gestione di queste aree da parte dello Stato: in questi casi si fa un atto convenzionale di gestione con soggetti privati.

67 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco È necessario fare una classificazione ben precisa delle aree protette per poter comprendere a cosa si deve riferire il piano del parco. A tale scopo sono state individuate delle caratteristiche comuni a tutti i parchi e riserve già esistenti, al fine di poterne istituire delle nuove sulla base di queste. Il parco deve avere determinate caratteristiche e deve essere costituito da: aree terrestri, fluviali e marine, al cui interno siano presenti uno o più ecosistemi intatti o parzialmente alterati.

68 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco L intervento dello Stato, ovvero l intervento nazionale, è necessario al fine di conservare queste realtà e valorizzarle. È necessaria innanzitutto una classificazione legata alla peculiarità della situazione presente all interno del territorio: le caratteristiche dei parchi regionali possono essere le stesse di quelle dei parchi nazionali ma hanno un valore naturalistico - ambientale di carattere regionale, ovvero, sono gestite in ambito regionale; le riserve naturali di livello più basso, invece, possono essere caratterizzate da una particolare diversità biologica o da presenze ecosistemiche che necessitano di una conservazione e una valorizzazione appropriata.

69 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Una volta specificata questa classificazione, nasce la necessità di attribuire, ad uno strumento di pianificazione, la possibilità di coniugare conservazione e valorizzazione. Uno di questi interventi per garantire l integrazione tra conservazione e valorizzazione èl atto di pianificazione paesistica. Tale atto è legato non più al territorio regionale o provinciale, ma ad un ambito territoriale ben definito e non coincidente con il confine amministrativo della provincia o la regione o del comune. È coincidente con il parco stesso.

70 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Il piano del parco diventa uno strumento di tutela dei valori naturali presenti all interno del parco. Il piano del parco, per quanto riguarda le sue caratteristiche e i suoi contenuti, è diverso dalla pianificazione che abbiamo a livello territoriale paesistico.

71 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Le attività disciplinate dall Ente Parco vengono enunciate nell articolo 12 della Legge Quadro sulle Aree Protette: organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela ; si individua quindi, inizialmente, il concetto di unicità del piano, e solo successivamente si prevede che questa unicità sia suddivisa in tasselli che sempre riconducono all unicità. Quindi l organizzazione del territorio è articolato in aree e parti; vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano ; si può, quindi, affermare che ci troviamo di fronte ad una pianificazione sia generale che esecutiva.

72 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani ; il piano del parco viene esteso alle infrastrutture che consentono l accesso al parco sia a livello veicolare che pedonale, con particolare riguardo ai percorsi, agli accessi e alle strutture riservate ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani; sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro-turistiche ; il piano del parco prevede non solo l accessibilità al parco ma anche la fruibilità del parco attraverso la realizzazione di elementi attrattivi di carattere pubblico e sociale; indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere ; vi è quindi un preciso riferimento ad azioni dirette sulla flora e sulla fauna e quindi all ambiente naturale.

73 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Il piano del parco ha valore di piano territoriale paesistico, quindi a livello paesistico ha lo stesso valore del piano territoriale di coordinamento e quindi costituisce un obbligo per tutti gli atti di pianificazione subordinati al piano stesso. Prendiamo ad esempio il Piano Regolatore di un Comune situato all interno di un Parco: il piano del parco prevede modificazioni, limitazioni ed indicazioni anche riguardo alla pianificazione comunale; il piano del parco diventerà variante alla pianificazione territoriale e il Comune dovrà adeguare la propria strumentazione urbanistica a quella del piano del parco.

74 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Il piano del parco, quindi, ha la stessa validità di un piano territoriale di coordinamento a valenza paesistica. Spesso però possono sorgere dei problemi tra due piani dello stesso livello territoriale che si sovrappongono. Oltre alle attività di pianificazione elencate nell art 12 della Legge quadro, ci sono una serie di azioni che, seppur inserite nel processo di pianificazione, sono incentivate sia a livello amministrativo che a livello finanziario, proprio per far sì che questi atti possano avere dei risvolti immediati.

75 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Ad esempio, la zonizzazione del parco delle 5 Terre si basa sulla seguente suddivisione: Zona A/B riserve integrali Zona B riserve generali Zona C aree di protezione Zona D aree di promozione economica e sociale

76 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco C è la necessità di regolamentare le attività presenti sul territorio. La legge individua solo delle indicazioni, ma poi è il parco stesso che conferisce una struttura idonea alla norma attuativa. Vi è una stretta relazione tra il regolamento delle attività all interno del parco e gli atti di pianificazione e di regolamentazione urbanistica.

77 Caratteristiche ed azioni previste dal piano del parco Una caratteristica importante nell iter approvativo del piano del parco è la partecipazione da parte dei cittadini. La legge prevede infatti una fase di consultazione da parte dei cittadini, i quali possono presentare le loro osservazioni arricchendo in questo modo il progetto del parco. Quindi, prima dell approvazione definitiva del piano del parco ci deve essere una fase di partecipazione da parte dei cittadini caratterizzata sia dalla deposizione di elaborati che da osservazioni e obiezioni inerenti al parco.

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