PICCOLA E MEDIA IMPRESA RURALE: MODELLI DI REDDITIVITA E FORME DELLA DIDATTICA AMBIENTALE Prospettive socio-economiche. Venerdì 7 febbraio 2014

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1 PICCOLA E MEDIA IMPRESA RURALE: MODELLI DI REDDITIVITA E FORME DELLA DIDATTICA AMBIENTALE Prospettive socio-economiche Venerdì 7 febbraio 2014 NUOVE FORME DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI FORESTALI NEL REIMPIEGO AZIENDALE E NEL MERCATO LOCALE Guido Locatelli 1

2 NUOVE FORME DI VALORIZZAZIONE O RITORNO AI METODI TRADIZIONALI? DALLA VALENZA PRODUTTIVA CLASSICA AL CONCETTO DI MARKETING DEL TERRITORIO quali capacità produttive forestali possiamo valorizzare? La biomassa legnosa La QUALITA DEI PRODOTTI LEGNOSI FORESTALI SELVICOLTURA MIRATA La DIVERSIFICAZIONE DEI PRODOTTI LEGNOSI FORESTALI SELVICOLTURA MIRATA La VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI MINORI SELVICOLTURA MIRATA LEGNO ED ENERGIA La capacità protettiva idraulico-forestale Il REIMPIEGO AZIENDALE DEI PRODOTTI FORESTALI AD USO S.I.F. La valenza paesaggistica e didattico-ambientale Il REIMPIEGO AZIENDALE DEI PRODOTTI FORESTALI PER ARREDO VERDE SELVICOLTURA NATURALISTICA E BIODIVERSITA 2

3 La biomassa legnosa Il passato utilizzo forestale a finalità prevalente produttiva ha portato a massimizzare la produttività in termini quantitativi operando con sistemi selvicolturali volti a coetaneizzare il bosco con turni di taglio brevi e forti riprese percentuali LA CEDUAZIONE Che ha portato alla progressiva omogeneizzazione del prodotto legnoso offerto dal bosco aumentando di conseguenza il rischio di collocazione del semilavorato sul mercato del legno 3

4 LA STORIA DEL TANNINO 4

5 la competitività richiede invece: QUALIFICAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEL PRODOTTO LEGNO COME? LA GESTIONE FORESTALE DEVE PREVEDERE: 1. interventi omogenei su aree di ridotta estensione 2. allungamento dei turni di utilizzazione 3. riduzione dei tassi di ripresa al taglio con la puntuale conservazione delle specie accessorie 4. applicazione di criteri selettivi al taglio di tipo positivo La QUALITA DEI PRODOTTI LEGNOSI FORESTALI SELVICOLTURA MIRATA Imparare a selezionare il prodotto del taglio già sul letto di caduta cattiva abitudine 5

6 cattiva abitudine eccesso di zelo 6

7 selezione normale La DIVERSIFICAZIONE DEI PRODOTTI LEGNOSI FORESTALI SELVICOLTURA MIRATA Reimpieghi aziendali agricoli del legname locale: uso paleria in presenza di boschi di castagno: creare superfici accorpate di piccola estensione (indicativamente da 0,30 a 0,50 ha) da sottoporre a ceduazione classica (anche senza riserva di matricine) per la produzione di paleria di utilizzo agricolo (fino a sez. medie di cm), con tagli secondo turni massimi di 15 anni; sulle superfici piu vaste operare con matricinature intensive secondo turni di 25 anni al fine di produrre paloni ad uso travatura od ingegneria naturalistica di sez. media di cm; in presenza di boschi di robinia: ridurre i turni della ceduazione a max anni. SEMPRE Ovunque possibile eseguire il concentramento per alberi interi Depezzare i tronchi tagliati per toppi LUNGHI (anche di 6-8 metri) Operare la prima trasformazione (scortecciatura, depezzatura, appuntatura, confezionamento o accastamento) presso il centro azienda sia per facilitare il reimpiego degli scarti sia per favorire la trasformazione in ambiente operativo sicuro 7

8 uso opera Una semplice segatronchi elettrica in azienda permette di valorizzare significativamente numerose produzioni legnose locali per il riutilizzo aziendale quali: la Robinia travature/assi/piccoli pezzi per tornio/pavimentazioni esterne ed interne il Castagno travature/assi Rovere e Farnia travature/assi/piccoli pezzi per tornio il Frassino maggiore piccoli pezzi per tornio il Ciliegio selvatico assi/piccoli pezzi per tornio il Prunus serotina assi/piccoli pezzi per tornio l Ontano nero piccoli pezzi per tornio/pavimentazioni esterne anche in questo caso operare con matricinature intensive secondo turni di anni al fine di produrre tronchi di sez. media di cm; SEMPRE Ovunque possibile eseguire il concentramento per alberi interi Depezzare i tronchi tagliati per toppi LUNGHI (anche di 6-8 metri) Operare la prima trasformazione (depezzatura, segagione confezionamento o accastamento) presso il centro azienda sia per facilitare il reimpiego degli scarti sia per favorire la trasformazione in ambiente operativo sicuro 8

9 fonte Il legno di Robinia nell edilizia Politecnico di Torino facoltà di Ingegneria Quaderno

10 La VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI MINORI L idea di creare popolamenti forestali ad impiego mirato apre la possibilità di produrre essenze dalle specifiche attitudini per la manutenzione del territorio e la salvaguardia della funzione di protezione idraulico-forestale quale compito prioritario dell attività agricola svolta a pieno campo in ambito pedemontanao e montano CON UNA SELVICOLTURA MIRATA Salvaguardando, introducendo e diffondendo specie minori Noccioli, Salici, Saliconi, Pruni, Biancospini, Berberis, etc. 10

11 su porzioni di aree boschive omogenee ben definite si possono creare piantonai naturali a cui attingere per la fornitura della componente vegetale agamica di corredo alle piccole opere S.I.F. proprie della gestione quotidinana del territorio agro-forestale in ambito marginale 11

12 12

13 LEGNO ED ENERGIA La valorizzazione ad uso energetico dei boschi di latifoglia in ambito prealpino esiste da sempre: quali le nuove forme di valorizzazione aziendale del prodotto legnoso? SI DEVE RIVALORIZZARE LO SCARTO Quando l attività primaria si basava su cicli produttivi chiusi il reimpiego delle ramaglie, sottomisure e scarti dei tagli era pressoche totale (comune era la formazione nel bosco delle fascine utilizzate per le fasi di accensione di stufe, forni e camini) con l ingresso della meccanizzazione forestale e la crescita delle biomasse legnose disponibili al taglio, a far corso dagli anni 70 del secolo scorso, l obiettivo quantitativo visto come priorità imprenditoriale forestale porto alla crescita dello scarto legnoso abbandonato in bosco, stimabile, con sistemi di utilizzazione abituali, nell ordine del 25-30% dell intera biomassa posta al taglio il caro petrolio degli anni 80 e l entrata sul mercato di tecnologie per la produzione di calore derivato dalla combustione del legname, da farsi risalire agli inizi degli anni 90, ha aperto le porte per la rivalorizzazione di quel 30% di scarto inutilizzato a fine produttivo aziendale l affermazione del cippato ligno-cellulosico seguito dal pellet quali combustibili idonei all approvigionamento automatico degli impianti per la produzione di calore ha infine determinato la completa rivalorizzazione degli scarti che devono valorizzarsi con: sistemi di concentramento per piante intere creazione di piazzali temporanei a bordo bosco accessibili dai mezzi idonei alla trasformazione in cippato dello scarto legnoso derivato dal depezzamento della componente da destinare ad impieghi qualitativamente piu elevati sistemi di stoccaggio temporaneo del cippato in siti direttamente collegati al punto calore si tratta di importanti opportunità per contenere il costo energetico aziendale ma anche per creare occupazione nei periodi morti e per valorizzare la funzione paesaggistica dei boschi gestiti Il noto maggior costo delle caldaie alimentate a biomassa legnosa rispetto a quelle a gas naturale e tuttavia uno dei freni alla completa affermazione del reimpiego aziendale degli scarti di derivazione forestale diretta, peraltro in continua diffusione Sono di conseguenza in fase di sviluppo nuovi sistemi quali per esempio lo studio di pirogassificatori di piccola potenza termica capaci di produrre calore per vapore acqueo senza emissione di fumi 13

14 schema sintetico impianto 14

15 es. gassificatore per impiego energetico aziendale 15

16 particolare ventola scambiatore calore 16

17 CONCLUSIONI Il reimpiego aziendale dei prodotti di derivazione forestale deve nascere da una selvicoltura capace di diversificare gli assortimenti valorizzandone le attitudini potenziali. In azienda si puo impiegare legno locale autoprodotto per: uso ardere in tronchetti uso ardere cippato paleria uso agricolo leggera paleria pesante per opere S.I.F. paleria per segnaletica assi per pavimentazioni interne ed esterne (sentieristica, ponticelli, etc.) assi per segnaletica (bacheche e cartelli) assi per arredo aree attrezzate (tavoli, panchine, scalette, costruiti in opera) carpenteria edile andante travature per tetti e tettoie talee ad utilizzo S.I.F. semilavorati per uso tornio a fini artigianali IL MERCATO LOCALE La valorizzazione commerciale del prodotto legnoso a km zero deve prevedere: 1. la certificazione ai sensi del Regolamento n. 995/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 ottobre 2010 European Timber Regulation (EUTR), denominato anche Due Diligence (Dovuta Diligenza) 2. la certificazione del processo produttivo es. P.F.C. 3. l apertura di forme di convenzionamento per la fornitura del legname a Km zero agli enti territorialmente competenti per opere SIF e di arredo urbano in ambiti naturalistici 17

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