Resoconto del Tavolo tecnico regionale APM del 20 giugno Viterbo, Incubatore culturale ICult-BIC Lazio
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- Federica Gambino
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1 Resoconto del Tavolo tecnico regionale APM del 20 giugno Viterbo, Incubatore culturale ICult-BIC Lazio Lo scorso 20 giugno si è svolto a Viterbo, presso l Incubatore culturale ICult-BIC Lazio, il Tavolo tecnico regionale del Lazio, preparatorio del Quinto Convegno Nazionale dei Piccoli Musei. L incontro ha riunito numerosi direttori di musei, specialisti e operatori del settore di tutto il Lazio e in particolare della Tuscia (per ovvie ragioni, data l ubicazione del Tavolo tecnico), tratteggiando un panorama caratterizzato da vivacità culturale e da competenze notevoli, ma anche da una serie di problematicità che, soprattutto negli ultimi anni, stanno penalizzando tutto il settore museale, non sempre favorito dalle politiche culturali nazionali e locali. Dopo i saluti di Giulio Curti, responsabile dell ICult, e dell assessore alla cultura del Comune di Viterbo, Antonio Delli Iaconi, si è svolto l intervento del Presidente dell APM, Giancarlo Dall Ara, il quale ha sottolineato che la crisi economica che stiamo vivendo non ha ancora stimolato un ripensamento in senso positivo del settore museale. Pertanto quando le istituzioni chiedono di razionalizzare la gestione dei musei, molto spesso questo termine equivale a chiudere oppure a esternalizzare non solo i servizi aggiuntivi ma anche le funzioni di base dei musei, fino a svuotarli di significato. I piccoli musei subiscono questo tipo di politica perché il problema di fondo è - come l APM ha tante volte posto in rilievo - l assenza di normative specifiche per i piccoli musei. Poiché - ha puntualizzato Dall Ara - l APM non è il partito dei piccoli musei, cioè non vogliamo fare solo rivendicazioni ma vorremmo soprattutto mettere a disposizione il nostro contributo specifico per il processo di sviluppo del settore museale, il primo punto da evidenziare è che un piccolo museo può offrire un nuovo modo non solo di visitare un museo, ma soprattutto di viverlo pienamente. Un museo sarà tanto più accogliente quanto più darà valore a chi lo visita; ma per ottenere il meglio dai piccoli musei è necessario non ingessarli con norme pensate per i grandi musei (Anna Boccioli, Convegno APM di Assisi, 2013). Se invece si farà in modo di valorizzare e di potenziare i punti di forza dei piccoli musei (accoglienza, capacità di offrire esperienze originali e di intessere relazioni speciali con le proprie comunità), ne beneficerà l intero sistema dei beni culturali.
2 La premessa di Giancarlo Dall Ara è stata seguita dall introduzione al Tavolo tecnico di Francesca Ceci (archeologa, Musei Capitolini, coordinatrice APM per il Lazio) Caterina Pisu (Coordinatrice Ricerca e Comunicazione APM) e Laura Patara (Tuscia in Rete), che con Giulio Curti e Alessandro Ursino (ICult-BIC Lazio) fanno parte dello staff organizzativo del Quinto Convegno Nazionale dei Piccoli Musei che si svolgerà a Viterbo il settembre. Dopo una breve presentazione di Caterina Pisu e di Laura Patara del programma del prossimo Convegno, Francesca Ceci ha ricordato che molti piccoli musei stanno vivendo momenti di difficoltà, alcuni rischiano la chiusura e a volte manca una vera politica culturale locale. Capita, allora, che la gestione dei piccoli musei sia sacrificata per destinare eccessive risorse ad altre iniziative pubbliche classificate, spesso impropriamente, come eventi culturali. Alcune amministrazioni comunali considerano i musei come istituzioni costose e difficili da gestire e quindi preferiscono limitare gli orari di apertura o addirittura chiuderli. E importante, allora, che i musei facciano rete e che condividano esperienze e problematicità. Lucrezia Ungaro (Curatore Archeologo, Responsabile Valorizzazione del patrimonio dei Musei Archeologici e Polo Grande Campidoglio) ha introdotto il dibattito successivo facendo il punto soprattutto sulla situazione dei musei di Roma: Siamo arrivati ad un punto molto critico - ha affermato la Ungaro - Sul piano legislativo si è fatto poco e i problemi dei piccoli musei stanno diventando anche quelli dei grandi. La sopravvivenza di molti è minacciata dalla chiusura della biglietteria e intanto il ruolo pubblico è delegato ad altri. Il dibattito è iniziato, quindi, con la relazione di Marco D Aureli, direttore del Museo del Brigantaggio di Cellere (VT), il quale ha focalizzato l attenzione in particolare sui musei etnografici, evidenziando la necessità che, per poter esprimere tutte le proprie potenzialità, essi siano gestiti da personale competente e professionalmente preparato. Ad un primo sguardo rivolto entro i confini del campo patrimoniale - ha affermato D Aureli - i musei etnografici potrebbero apparire in difficoltà e il loro ruolo messo in discussione dal proliferare di nuove strategie di patrimonializzazione, attive soprattutto sul piano dell'immateriale, ma nonostante ciò i musei conservano un loro spazio e un loro primato. I musei etnografici, in particolare, offrono delle rappresentazioni non collusive del patrimonio culturale locale, documentano le politiche patrimoniali senza assumerle in modo acritico e anzi cercano di
3 decostruirne le strategie retoriche soggiacenti. Il punto di forza anche dei piccoli musei etnografici risiede nella ricerca che questi sono in grado di attivare per mediare e offrire chiavi di lettura del patrimonio. Questo lavoro che i musei sono in grado di garantire passa attraverso le competenze e la formazione dei professionisti museali, in assenza dei quali il rischio che i musei perdano centralità appare concreto. L esperienza dell Umbria, in particolare della provincia di Terni, è stata portata da Gabriele Tabarrini, della Società Cooperativa Sistema Museo, fondata nel 1990, che comprende dodici comuni uniti in un progetto di gestione comune dei propri musei. I servizi sono forniti in una logica di rete, puntando sul concetto di accoglienza. Tabarrini ha puntualizzato che la rete così concepita crea ottimizzazione ed economia di scala, ma nel contempo si evita ogni tipo di appiattimento: il museo non perde le sue caratteristiche e la sua individualità. In Umbria è stata attuata una politica culturale, in materia di musei, che ha permesso di rivalorizzare musei ormai chiusi. In questo percorso il marketing - ha affermato Tabarrini - è stato solo uno strumento non una filosofia. All interno del sistema si è puntato molto sulle relazioni con le comunità e sulla didattica per tutte le fasce d età. Luciano Frazzoni, direttore del Museo Civico " F. Rittatore Vonwiller" di Farnese, ha raccontato l esperienza del Sistema museale del lago di Bolsena, istituito nel dicembre 2000 mediante una convenzione stipulata tra i Comuni del circondario lacustre, sotto gli auspici della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo. Il Sistema museale attualmente comprende 13 musei dislocati nei comuni disposti nell area del bacino lacustre di Bolsena e nelle aree limitrofe, che illustrano i vari aspetti del territorio, attraverso percorsi trasversali di carattere archeologico, storico-artistico, demo-etno-antropologico e naturalistico. Le attività svolte negli anni dal Si.Mu.La.Bo, finanziate principalmente dalla l.r. 42/97, riguardano l ambito della ricerca (pubblicazioni scientifiche, che formano la collana dei Quaderni del Si.Mu.La.Bo, comprendenti cataloghi delle collezioni museali o studi su particolari aspetti del territorio); della didattica; degli eventi culturali speciali; della promozione. Riguardo quest ultimo ambito, è stata istituita, per esempio la Museicard, card gratuita che permette l ingresso ridotto presso tutti i musei del Sistema; inoltre si sono realizzati altri prodotti promozionali come CD Rom, DVD in forma di documentario che illustra tutti i musei e il territorio, Gadgets (segnalibri, matite, borse, etc.), distribuiti
4 gratuitamente in varie occasioni di incontri (Musei in Piazza, Fiere del turismo, etc.). Si sono inoltre realizzati il sito web e una pagina facebook dedicati al Sistema. Tutte queste azioni hanno portato negli anni il Si.Mu.La.Bo. a far conoscere meglio il territorio, ponendosi come una delle realtà culturali più vive e importanti della provincia di Viterbo, in accordo con le altre istituzioni come la Regione Lazio (che ha attribuito al Sistema il Marchio di Qualità), la Provincia, le Soprintendenze, etc. A fronte però di tanti aspetti positivi - ha sottolineato Frazzoni - occorre accennare anche ad alcuni elementi di criticità che il Si.Mu.La.Bo si trova ad affrontare, in primo luogo il ridotto apporto dei finanziamenti regionali (ad es. la l.r. 6/2013, che doveva finanziare progetti per i sistemi museali, bibliotecari e archivistici della Regione Lazio, non ha al momento alcuna copertura finanziaria), il che comporta spesso la rimodulazione e/o la mancata realizzazione di attività e progetti. Infine, la gestione non unitaria dei singoli musei facenti parte del Sistema, a cura dei singoli comuni, ha come effetto una discontinuità che si riflette sugli orari di apertura, sul costo del biglietto (si dovrebbe almeno arrivare ad avere una bigliettazione unica per tutti i musei), sul numero del personale e sul tipo di rapporto istituito tra i comuni e i direttori (alcuni direttori sono assunti a tempo indeterminato dal comune, altri svolgono il loro incarico con convenzioni temporanee). Andrea Sasso, nel suo intervento, ha evidenziato il ruolo di interpretazione del territorio e di polo culturale e sociale che il Museo della Tuscia Rupestre di Barbarano Romano, da lui diretto, svolge da alcuni anni, oltre alle consuete funzioni museali. All'attività preminente di esposizione e divulgazione delle risorse ambientali e culturali dell'area di Barbarano Romano, il Museo della Tuscia Rupestre ha unito, dunque, anche attività di promozione sociale e territoriale, e di marketing territoriale. Nel 2010 è stato avviato un progetto eco museale che si è concretizzato nel 2012 con la fondazione di un organismo a base associativa, l'istituto Tuscia Rupestre, cui hanno aderito i Comuni di Barbarano Romano, Blera, Capranica, Lubriano, Vejano (quest'ultimo non ancora formalmente) e Villa San Giovanni in Tuscia. Le attività messe in campo dalle varie componenti ecomuseali si concretizzano principalmente nell'organizzazione di eventi culturali a livello nazionale (Biodiversamente ANMS - WWF, Giornate Nazionali delle Ferrovie Dimenticate - Confederazione CoMoDo) e sportivi (Walk in Tuscia e CammininTuscia), di festival artistici (ZuccaFest, Festival della Tuscia Rupestre). La struttura aderisce inoltre ad eventi regionali (Lazio - LIFE - ACTL). Motore delle iniziative ecomuseali è la cooperativa I SEMI che gestisce su base volontaria le strutture museali di Barbarano Romano e il centro visite del Parco
5 Regionale Marturanum: nelle proprie attività, che includono ospitalità e ristorazione, ludoteche e campi scuola, educazione ambientale e formazione, sono quasi sempre coinvolti attivamente disabili adulti. Tutte le attività di promozione e le attività culturali sono svolte con fondi privati e auto-finanziate con le attività della cooperativa". Il responsabile della società Archeoares di Viterbo, Francesco Aliperti, ha portato il punto di vista di chi opera nel settore della gestione museale come impresa. Per Aliperti non è accettabile che i professionisti che si occupano di gestione museale, svolgano questi compiti molto spesso a titolo volontario e semi-gratuito, se non del tutto gratuito, con tutti gli aspetti negativi che ciò comporta. La vera sfida - ha continuato Aliperti - è dimostrare che le risorse destinate al settore sono un investimento - e non una spesa - che porterà benefici alla comunità e sviluppo locale. Il Museo Colle del Duomo Palazzo dei Papi - ha continuato Aliperti - da quasi dieci anni vive grazie ai tickets ed ai servizi resi principalmente ai turisti. Il Museo, che anche tramite la nostra opera è ormai il più visitato della città, insieme al Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa é diventato un punto di riferimento nel panorama culturale viterbese, ed inoltre, permette di avere ricadute positive per tutti gli operatori del settore turismo. Il Museo Colle del Duomo collabora da anni con chi rende servizi per i turisti, distribuendo ad esempio la Viterbo Tourist Card e recentemente è nata anche la prima rete di imprese turistiche della Tuscia Terra di Tuscia, Etruscan life di cui Archeoares è socia cofondatrice - in cui si prevede una partecipazione attiva di tutti i musei - volta alla promozione ed allo sviluppo ulteriore del territorio. Nel dibattito è quindi intervenuta Maria Luisa Bruto, conservatore del Museo civico Rodolfo Lanciani di Guidonia Montecelio (RM) che ospita nelle sue sale la famosa Triade Capitolina. Il museo attuale - ha spiegato Maria Luisa Bruto - è una creazione recente, preceduta, nel 2012 dalla mostra "Archeologi tra '800 e '90. Città e monumenti riscoperti tra Etruria e Lazio antico. Con l apertura di questo museo i cittadini si sono riappropriati di una propria scultura (la Triade Capitolina), cioè di un elemento importante del patrimonio comune. Si è cercato, così, di dare vita a delle iniziative che coinvolgessero la comunità, come i Giovedì al museo, una serie di incontri culturali che si sono svolti da marzo fino a fine giugno, spaziando dalla lettura, alla musica, alla rivisitazione storica, con pillole di archeologia.
6 Il Tavolo tecnico si è concluso esprimendo la volontà di mantenere vive le relazioni tra i responsabili dei musei del Lazio, cercando, almeno provincia per provincia, di creare altre occasioni di incontro in base ad una programmazione regolare e contatti attraverso il web. L appuntamento, per ora, è per il convegno di Viterbo del settembre. Caterina Pisu
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