07 aprile 2016 DATA. DaD 1/4 PAG. Rilevazioni web tv

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2 07 aprile /4 Speaker: È stata presentata a Roma la campagna Amico del Cuore dopo l infarto il colesterolo conta dedicata alla prevenzione secondaria in seguito a un infarto del miocardio per non andare incontro nel tempo a un secondo evento acuto. L attenzione degli specialisti intervenuti si è focalizzata sulla necessità di proporre a ogni paziente un percorso personalizzato fatto di farmaci, oggi sempre più efficaci e innovativi, di modifiche allo stile di vita e di supporto psicologico per superare un evento traumatico come un infarto. Ma perché il colesterolo e in particolare i valori LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, sono così importanti nella prevenzione secondaria? Giornalista: Parliamo di prevenzione secondaria dopo un infarto. L importanza, sappiamo, del controllo del colesterolo tutta la vita, ma a maggior ragione dopo un evento importante come un infarto. Gulizia: Sì, assolutamente sì. L obiettivo è proprio questo quello di stoppare il colesterolo cattivo, il colesterolo LDL sotto i 70 mg/dl. La prevenzione secondaria gioca un ruolo chiave nella gestione dei pazienti che già hanno sofferto un evento, un infarto pregresso miocardico, una cerebrovasculopatia, perché questi sono i soggetti più esposti: sono quelli che hanno avuto una tegola che è caduta sulla testa da cui si sono salvati e che però sono più predisposti ad avere purtroppo un secondo infarto che può essere anche quello fatale. Bene, oggi noi abbiamo la possibilità di sapere che più basso è il colesterolo LDL che abbiamo è minore la quantità di recidiva, cioè di re-infarti che si possono verificare. Quindi, oggi abbiamo a disposizione una serie di armi strategicamente crescenti. La dieta mediterranea prima fra tutti, ricca di fibre, di proteine vegetali, di frutta ma anche di proteine animali, soprattutto a base di carni di pesce contenente alti livelli di omega 3 e poi abbiamo dei farmaci. Abbiamo le statine che sono dei farmaci che hanno cambiato il corso della storia clinica della cardiopatia eschemica perché hanno un azione diretta sulla riduzione del colesterolo ma anche un azione ancillare sulla vasodilatazione che creano nelle arterie, particolarmente in quelle coronariche ma anche cerebrali. Abbiamo anche dei nuovi farmaci che in quel 20% di soggetti che non possono assumere le statine o perché sono intolleranti o perché non riescono a trarne il massimo degli effetti, come l ezetimibe, permettono con questo inibitore selettivo del riassorbimento del colesterolo di eliminare quella quota in eccesso di colesterolo che altrimenti si andrebbe ad accumulare all interno delle arterie coronariche determinando poi un ostruzione del flusso, una trombosi e quindi un altro conseguente infarto. Speaker: E per far sì che ogni paziente riceva il trattamento più idoneo è fondamentale che la diagnosi sia tempestiva, che il trattamento avvenga nelle unitè dedicate, e che il paziente venga seguito anche dopo le dimissioni per avviare un programma di recupero e riabilitazione cardiovascolare e per mantenere sempre l aderenza alle terapie. Giornalista: Il percorso più corretto per un paziente colpito da infarto? Quindi ovviamente dall emergenza, l importanza della tempestività, fino a poi a quello che dovrà essere una dimissione e una prevenzione secondaria. Di Lenarda: Qui ci sono aspetti molto importanti nella cura e nella prevenzione poi secondaria di quello che sarà il futuro del nostro paziente. Solamente il discorso può essere lungo ma per sintetizzare alcuni punti specifici. Il riconoscimento pronto da parte del paziente, che quindi è un paziente educato e informato e questo è uno degli scopi della campagna, al dolore toracico tipo ischemico perché il tempo è muscolo quindi se il paziente riconosce il problema subito, chiama il soccorso subito, arriva in ospedale prima, e questo salva il suo muscolo. Questo è fondamentale. Partire da un muscolo integro con una piccola cicatrice perché salvato è fondamentale. Una volta arrivato in ospedale c è un fase iniziale in cui il paziente viene subito monitorizzato, e poi si porta il paziente alla rivascolarizzazione, cioè si riporta sangue al muscolo che sta soffrendo di ischemia per una coronaria chiusa, questa è la parte della angioplastica nella maggior parte dei casi oppure il bypass orto-coronarico. Da qui inizia un percorso che sicuramente è informativo per il paziente per cominciare una nuova vita, dal punto di vista degli stili di vita, e per utilizzare e assumere con aderenza e continuità farmaci fondamentali per prevenire un nuovo evento. Qui si passa a parlare del percorso ospedale-territorio, dell introduzione di farmaci di tipo corretto e alle dosi corretti per raggiungere degli obiettivi terapeutici, per esempio il colesterolo cattivo sotto i 70 mg/dl, e inserire i pazienti in un percorso di riabilitazione che lo porta a rientrare nella vita di tutti i giorni ma in una condizione di protezione rispetto a un nuovo possibile evento. Rilevazioni web tv

3 07 aprile /4 Giornalista: Che significa anche molto spesso modifica dello stile di vita e dell alimentazione, quindi anche prendersi cura del paziente non soltanto nell immediato ma per tutto il suo cammino successivo. Di Lenarda: Questo è un percorso difficile perché poi l aderenza a queste problematiche non è elevata, ma se noi pensiamo che insieme alle terapie, che sono fondamentali, un paziente che si muove 3/5 volte alla settimana per mezz ora e che riesce a cambiare la proporzione tra cibi grassi di derivazione animale e cibi vegetali, solo per questo aggiunge alle terapie che sta facendo una possibilità di miglioramento che è molto elevata. L effetto è additivo e complementare, quindi è molto importante. Speaker: E dal momento che il controllo dei valori del colesterolo nel sangue non sempre può essere raggiunto con la sola modifica degli stili di vita, ecco che l utilizzo di farmaci diventa fondamentale. Ed oggi, a fianco di molecole di comprovata efficacia come le statine, il bagaglio terapeutico si arricchisce anche di un nuovo farmaco. Giornalista: Parliamo di farmaci. L importanza dopo un infarto, del controllo ovviamente del colesterolo abbiamo detto oggi, l importanza anche dell aderenza alla terapia. Due problemi importanti. Colivicchi: Come dice un vecchio aforisma medico, i farmaci funzionano solamente se vengono assunti, quindi esiste un problema. Quindi non dobbiamo solo pensare a farmaci sicuri ed efficaci ma anche a come questa terapia viene condotta nel tempo. Quindi non è solo prescrizione la terapia, il medico non devo solo prescrivere ma in qualche modo deve anche accompagnare il paziente nel percorso perché questa terapia poi venga effettivamente posta in essere. Allora noi disponiamo, in particolare volendo concentrarci su questo aspetto del colesterolo che è, non dobbiamo dimenticare, tra i fattori che pesa di più nel destino dei pazienti che hanno avuto un infarto, di varie armi più o meno efficaci a seconda delle condizioni e dobbiamo anche verificare nella pratica clinica come utilizzare queste armi che noi abbiamo. Allora lo standard di riferimento, i farmaci che si sono affermati in oltre 20 anni di sperimentazione clinica, sono le statine. Le statine sono farmaci molto efficaci, riducono il colesterolo in maniera molto consistente, possono arrivare a riduzioni anche del 50/60% dei valori del colesterolo LDL cioè dimezzarlo completamente a seconda della molecola che viene utilizzata e del dosaggio della singola molecola. Quindi abbiamo delle armi efficaci. Queste statine come agiscono? Sono dei farmaci che agiscono bloccando un enzima al livello del fegato. Questo enzima è una proteina che concorre alla produzione del colesterolo, quindi viene bloccata al livello epatico la produzione del colesterolo. E quindi questo è un effetto che produce una riduzione del colesterolo, questa riduzione del colesterolo a sua volta produce un miglioramento dell aspettativa di vita, riduce il rischio d infarto e così via. Ora però che cosa può accadere? Può accadere che questo farmaco non sia tollerato, perché tutti i farmaci hanno effetti collaterali soprattutto quando devono essere assunti con dosaggi elevati e per un lungo periodo di tempo. Gli effetti collaterali delle statine sono conosciuti, sono soprattutto rappresentati da dolori muscolari che possono essere invalidanti e noi sappiamo che 1 paziente su 5, quindi non pochi, può sviluppare nella pratica clinica questo tipo di disturbi. E quindi, bisogna che il paziente sia seguito perché se interrompe la statina, magari per effetti collaterali che possono essere gestiti aggiustando la terapia, avrà un danno a lungo periodo e quindi a questa cosa bisogna prestare grande attenzione. Disponiamo poi adesso di un altro farmaco che si chiama ezetimibe, è un farmaco che riduce il colesterolo. Lo riduce in maniera diversa, cioè agisce sull assorbimento intestinale del colesterolo, quindi un meccanismo totalmente diverso: il farmaco non si assorbe, sta nell intestino, blocca una particolare proteina di trasporto e quindi noi possiamo ottenere una riduzione del colesterolo con un meccanismo diverso. Se usiamo la combinazione della statina e dell ezetimibe realizziamo il cosiddetto doppio blocco, cioè agiamo in due punti nel metabolismo del colesterolo e quindi evitiamo tutta una serie di meccanismi di compenso. Perché, non dobbiamo dimenticare che il nostro organismo è da milioni di anni sulla superficie di questo pianeta e quindi la nostra biologia, il nostro metabolismo è molto complesso. Quanto la statina blocca la sintesi epatica del colesterolo, il nostro organismo non rimane insensibile, che cosa fa? Tenta di compensare, quindi, aumenta l assorbimento intestinale del colesterolo e quindi realizzando questo doppio blocco noi in qualche modo riusciamo a governare meglio il problema del colesterolo. Ovviamente questo farmaco è molto utile in quei paziente che non tollerano del tutto o parzialmente le statine, in cui per esempio possiamo usare statine a un dosaggio molto basso, e in questi pazienti combinare i due farmaci può essere una strategia molto efficace. In prospettiva avremo anche altri farmaci, sono nuovi farmaci sulla scena. Rilevazioni web t,v

4 07 aprile /4 Per la prima volta disponiamo dei cosiddetti farmaci biologici, gli inibitori della proteina PCSK9, questa è una proteina che interviene anche essa nel metabolismo del colesterolo, sono farmaci anticorpi monoclonali che bloccano questa proteina e quindi in qualche modo riducono il livello del colesterolo. Sono molto efficaci, molto costosi, possono essere utilizzati in categorie particolari di soggetti a elevato rischio. Speaker: Ma il percorso di recupero di chi ha avuto un infarto passa anche attraverso il supporto psicologico e il reinserimento sociale ed è per questo che è fondamentale il ruolo delle associazioni pazienti e del volontariato. Rossi: Ma il volontariato occupa uno spazio che è importante per quanto riguarda l azione sinergica che debba essere fatta con la medicina ufficiale e il paziente che è vittima di questo evento stravolgente. È chiaro che quando un paziente arriva nella condizione dell infarto, e del post-infarto, è normale che si confronta con una cosa semplicissima, si confronta con la morte. E nel momento in cui si confronta con la morte comincia ad arrampicarsi a tutte le raccomandazione che gli vengono fatte dalle terapie mediche, al mangiare in un certo modo, a cambiare gli stili di vita, ma lo fa noi diciamo con un ché di paura. Noi dobbiamo cercare di togliere quella paura, far vedere che questo cambiamento dello stile di vita non è un qualcosa di forzato ma è un qualcosa che deve essere fatto con tranquillità, con felicità, direi, in modo tale da poterlo far diventare parte della propria vita, ma parte normale, non parte come se fosse una coercizione. Allora nel momento in cui riusciamo, almeno noi associazione di volontariato, a collaborare con i pazienti e con la medicina ufficiale in questa direzione, io credo che abbiamo dato un medicinale in più. Giornalista: Credo anche l importanza di creare una rete perché forse puoi dare a un paziente quelle che sono informazioni corrette, dare un percorso e lasciarlo poi solo è forse lì che manca qualcosa. Invece la possibilità di un collegamento che sia anche un scambio reciproco di informazioni anche forse di condivisione. Rossi: Esatto. Allora il nostro coordinamento nazionale da 20 anni che fa la sua opera in direzione della creazione di non una rete, ma di più reti che poi possono coinvolgere in un unica rete. Ma purtroppo vediamo che questo fenomeno a volte, non si sa per quale motivo, porta anche verso delle divisioni e questo è un fatto estremamente negativo. Noi siamo qui stamattina perché vogliamo dimostrare questo: tutto quello che viene aggiunto, tutto quello che viene portato alla causa per noi va benissimo e noi vogliamo far parte di tutte le reti. Anche perché parliamoci chiaro ci possono essere delle reti di vario tipo, coniugare l Associazione della Lotta alle Malattie Cardiovascolari con chi fa dei gruppi di cammino, con chi lavora nelle scuole, con i professori, con le istituzioni varie, cioè la rete non è una sola rete di associazioni. Quando si fa rete bisogna prendere e catturare, un qualcosa bisogna essere, avere tante maglie e far cadere tutto in un unica organizzazione. Noi ce lo auguriamo, ci speriamo, la nostra mission è anche questa. Speaker: Ma qual è l obiettivo della campagna che coinvolgerà i maggiori centri cardiologici ospedalieri italiani? E quali informazioni fornirà ai pazienti e alle loro famiglie? Gulizia: L obiettivo è quello di sensibilizzare non solo la classe medica, che è perfettamente a conoscenza. Devo dire che quella italiana è molto aderente alle linee guida internazionali che pongono in 70 mg/dl il limite, che non dobbiamo mai superare, di colesterolo cattivo nell arterie dei pazienti ad alto rischio, quali pazienti diabetici, pazienti che hanno avuto un pregresso infarto. Quello che noi faremo in più, il valore aggiunto di questa campagna nazionale che parte da Catania in contemporanea per via satellite su 14 sedi nazionali macro-regionali, è quella di sensibilizzare il paziente. È proprio per questo che noi abbiamo creato per il paziente un kit per le istruzione per l uso del colesterolo, cosa fare dopo un infarto, e un utilissimo regolo che può essere utilizzato dal paziente per il calcolo dalla quantità di colesterolo cattivo nel sangue. È un utile regolo che il paziente può utilizzare anche in famiglia per fare il calcolo del colesterolo alla nonna, piuttosto che al nipotino, piuttosto che al papà, alla mamma, ai figli, proprio perché ci sia quella consapevolezza che oggi il colesterolo cattivo si può combattere, si può tenere dentro un range di normalità e quindi si può avere una vita lunga, felice, e senza infarti. Rilevazioni web tv

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