DISPERSIONI DIFFUSE ED INQUINANTI PROVENIENTI DA RETI FOGNARIE. POSSIBILI SOLUZIONI PER LA LIMITAZIONE DEL FENOMENO

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1 DISPERSIONI DIFFUSE ED INQUINANTI PROVENIENTI DA RETI FOGNARIE. POSSIBILI SOLUZIONI PER LA LIMITAZIONE DEL FENOMENO Il sistema fognario italiano non può essere di certo definito un sistema a tenuta idraulica ottimale. Una situazione che determina ricadute sensibili su elementi di primario interesse pubblico quali la qualità della risorsa idrica potabile, il degrado delle acque interne superficiali, la balneabilità delle acque litoranee. Esaminiamo in questo articolo alcune delle possibili soluzioni a tale problematica fino ad oggi sottovalutata nel nostro paese.

2 Come molti di noi sanno, le fognature sono le condotte sotterranee che più patiscono l usura da parte tempo e da parte dei fluidi convogliati. Ciò anche in relazione al fatto che, generalmente, le condotte fognarie sono state considerate, specie in passato, le sorelle povere delle più strategiche condotte dell acqua potabile e del gas. Mentre queste ultime, trasportando fluidi che comportano un costo tangibile per il gestore del servizio, vengono progettate, posate in opera e mantenute con un elevato livello di attenzione, le condotte fognarie invece, in relazione alla natura del fluido trasportato di rifiuto, vengono spesso relegate alla parte di Cenerentole del sottosuolo. Sono infatti, in genere, costruite in materiali poveri (cemento, cemento-amianto, muratura etc) e posate in opera con modalità poco innovative e finalizzate al massimo risparmio dei costi. In relazione alla loro notevole profondità di posa (dovendo convogliare i fluidi reflui per gravità), al fatto che generalmente sono poste al centro delle strade (devono raccogliere i fluidi convogliati dai fognoli di edificio provenienti da entrambi i lati delle strade), ed al fatto che sono generalmente di grandi dimensioni, subiscono poi gli effetti dello stress meccanico, chimico e del tempo maggiormente delle altre condotte interrate. fognature in esercizio, spesso in condizioni disastrose Questo insieme di fattori determina una situazione di generale mancanza di tenuta dei sistemi fognari urbani. Così accade anche per le fognature industriali, anche se in questo caso prevale l usura di tipo chimico e/o la corrosione di tipo elettrolitico proprie dei terreni contaminati e dei suoli congestionati dal passaggio di molti tipi di sottoservizi, quali quelli appunto sottostanti gli impianti chimici, le raffinerie di idrocarburi, cartiere, concerie etc. Sia nel contesto civile urbano che nel contesto industriale, la dispersione dei fluidi reflui nel sottosuolo causata dalle perdite provenienti dalle condotte fognarie costituisce un vero e proprio problema ambientale. E tale problema può assumere connotati particolarmente drammatici in una nutrita serie di casi. Proviamo a pensare, per esempio, ai fluidi fognari che vengono dispersi e che, per gravità, migrano nel sottosuolo fino a raggiungere le falde acquifere oggetto di prelievo ad uso potabile. Oppure proviamo a pensare alla stessa eventualità in corrispondenza di zone marine o lacustri in prossimità dei siti dedicati alla balneazione, o alle rive di fiumi e torrenti che fungono da collettori naturali di tali fluidi dispersi.

3 In tutti questi casi, gli interventi di riparazione o sostituzione delle condotte ammalorate risultano particolarmente costosi e di difficile, se non di impossibile applicazione, in relazione alle già citate caratteristiche di profondità, sito e condizioni di posa ed esercizio. Non dimentichiamo poi che tale problematica presenta una chiara rilevanza giuridico-penale in quanto l inquinamento e l abbandono (inteso come dispersione nell ambiente) di rifiuti tossici o nocivi sono a tutti gli effetti reati penali e chi si rende responsabile di tali eventi è di fatto perseguibile a norma di legge. fognature industriali; occlusioni di materiale esterno e corrosione della sede di scorrimento sono i difetti più riscontrati all atto delle ispezioni interne Per la risoluzione di tali problematiche, che stanno divenendo sempre più pressanti in ragione della maggiore sensibilità verso i problemi di inquinamento e di degrado ambientale, sono state messe a punto alcune tecnologie che offrono delle soluzioni tecniche ottimali a costi nettamente inferiori alle sostituzioni con i metodi tradizionali a cielo aperto. Le tecnologie che è possibile impiegare per eliminare o limitare drasticamente il fenomeno delle perdite fognarie sono molte, e si possono distinguere in sistemi di riparazione puntuale o in sistemi di risanamento estensivo. Tralasciando necessariamente ogni descrizione e valutazione dei molteplici sistemi di riparazione puntuale, cercheremo invece di approfondire l aspetto del risanamento delle condotte fognarie con tecnologie No-Dig denominate Cured In Place Pipe, internazionalmente note con il più breve acronimo CIPP. Tutte le tecnologie di CIPP si basano su di un idea tanto originale quanto semplice. L idea fu messa a punto agli inizi degli anni 60, partendo da due o tre principi abbastanza elementari, elaborati con un po di logica e qualche fondamento di chimica delle resine. L assunto di base fu il seguente: - Gran parte delle condotte fognarie già esistono, ma perdono. Non è però sempre possibile sostituirle, per ragioni economiche ma anche per vincoli oggettivamente di natura tecnica. Occorre quindi mettere a punto un sistema che consenta di ricostituire un nuovo tubo all interno di quello esistente, rispettando tanto la condotta quanto i pozzetti di ispezione -. L idea che ne scaturì fu quindi: 1. Tra i materiali idonei al trasporto delle acque reflue che possono essere considerati non rigidi e deformabili a piacimento dell operatore, esiste il PRFV o vetroresina che, prima di assumere il suo aspetto tubolare definitivo, si presenta come una sorta di calza

4 morbida e flessibile, impregnata di una resina liquida, e che cva quindi a costituire un complesso formabile in situ. 2. Questo materiale composito formabile in situ deve però essere introdotto all interno della vecchia condotta senza, possibilmente operare scavi a cielo aperto. Quale soluzione migliore quindi che operare attraverso le aperture che già esistono lungo la condotta, cioè i pozzetti? 3. per fare ciò occorre mettere a punto un sistema semplice ed economico che consenta di inserire questa calza all interno della condotta da rinnovare, di farla aderire una volta inserita alle pareti interne della vecchia condotta e, una volta fatto ciò, di farla divenire rigida e resistente come un tubo in PRFV. La messa a punto del procedimento di inserzione ottenuta per inversione del tubolare risultò quindi automatica, una sorta di uovo di Colombo. Descritta per sommi capi la genesi storica del sistema CIPP, se passiamo ad esaminare le applicazioni concrete, ci accorgiamo poi che le variabili operative sono più d una. Diametri, geometrie delle condotte, lunghezza dei tratti da risanare, accessi attraverso i pozzetti di ispezione, immissioni laterali, messa fuori servizio delle fognature non interrompibili etc. sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono non poco a complicare la vita agli applicatori nel momento della messa in opera. Proviamo quindi, con l ausilio di una serie di immagini, a spiegare meglio di che si tratta. Si è già accennato al fatto che, sotto la denominazione generica inglese di Cured In Place Pipe (usualmente CIPP), vengono compresi una serie di sistemi che, sostanzialmente, consistono nella predisposizione di una guaina o composta plastica - tessile di dimensioni e lunghezza idonea al rivestimento interno del tratto di esistente condotta da rinnovare in quanto deteriorata, fugante o solamente obsoleta. schema di composizione a strati della guaina tubolare semplice (feltro + resina) tubolare a doppio strato, feltro poliestere +fibra di vetro, per rivestimenti ad elevata resistenza meccanica Dall interno della guaina, in contatto con la parte tessile o in feltro, viene versato e ripartito uniformemente un determinato quantitativo di resina allo scopo di impregnare totalmente e capillarmente la superficie che, a inserzione avvenuta, andrà a contatto con la parte interna della condotta da rinnovare.

5 fase di taglio e cucitura del tubolare in feltro poliestere impregnazione in cantiere Ad impregnazione avvenuta, il liner fino ad un diametro di 2000 mm e oltre, composto da guaina + resine, viene trasportato sul luogo di applicazione icon un autocarro refrigerato. impregnazione e calandratura in fabbrica

6 stoccaggio e conservazione in container frigoriferi Sulla verticale dell accesso della condotta da risanare, un terminale della guaina impregnata viene sigillato, mentre l altro terminale viene rivoltato e fissato per cerchiaggio alla cosiddetta flangia di inversione, posta alla sommità di un incastellatura mobile di altezza variabile in funzione del diametro, spessore, forma e lunghezza del tratto di condotta da rivestire in un unico lancio. Il riempimento con acqua dalla sommità dell intercapedine del sacco rovesciato venutosi così a creare, provoca il rivoltamento e il conseguente avanzamento della guaina all interno della condotta da rinnovare. Il mantenimento in pressione del sistema determina quindi il contatto capillare tra superficie interna della condotta da rinnovare e la superficie tessile della guaina impregnata di resina. le prime due fasi dell inversione: il fissaggio alla flangia di inversione e l avvio del rovesciamento al suo interno della guaina impregnata

7 fasi successive dell inversione: la discesa della colonna di spinta e la formazione della curva di imbocco l avanzamento del processo di rivestimento determinato dalla spinta della colonna d acqua che richiama altra guaina impregnata verso il fronte di iversione

8 ultima fase del processo di inversione: lo stoppaggio del terminale a fine tratto da risanare Esistono vari tipi di resina da impregnazione, da individuare in relazione alle caratteristiche del fluido trasportato dalla condotta: resine poliestere, per fluidi reflui provenienti da scarichi civili e industriali a temperature fino a C resine vinilestere, per fluidi reflui industriali, con ampio campo di oscillazione del ph e della temperatura (fino a 60 C e oltre) resine epossidiche, per convogliamento di fluidi alimentari o per applicazioni in ambienti che richiedono il minore rilascio possibile di particelle di resina, anche a medio-lungo termine resine poliuretaniche speciali, che abbinano alle caratteristiche fisico-chimiche delle resine precedentemente descritte una spiccata coesività alle pareti interne in poliolefine a bassa scabrezza quali il PEAD o che richiedano bassi valori di ritiro termico in fase di raffreddamento post termoindurimento Per liner di diametro inferiore a 500 mm, il processo di estroflessione può avvenire impiegando aria anziché acqua, quale forza motrice del rivoltamento e dell avanzamento della guaina all interno della condotta. In tal caso, in luogo della colonna di inversione ad acqua, viene utilizzato un estroflessore costituito da una sorta di camera stagna all interno della quale viene avvolta la guaina impregnata, ed alla cui bocca di uscita viene fissata (rivoltata), l estremità della guaina stessa, con la parte in feltro verso l esterno e la parte in PE, PU o PVC verso l interno.

9 fase di applicazione con estroflessore ad aria per piccoli e grandi diametri Per entrambi i metodi il consolidamento della resina e il definitivo consolidamento/incollaggio può avvenire per il solo trascorrere di un determinato tempo di reazione, in funzione del tipo di resina impiegato e delle dimensioni e del tipo di guaina ma, più frequentemente, per l azione catalitica accelerante di uno dei seguenti fattori:. : a) Aumento della temperatura all interno della guaina ottenuta per mezzo di fluido termoconvettore (aria, acqua) o per mezzo di emettitore di raggi I.R. b) Diminuzione della temperatura della guaina impregnata pre-inserzione c) Aumento della quantità di catalizzatore - accelerante nella resina schema del processo di indurimento catalitico accelerato dalla temperatura A consolidamento terminato la guaina viene sezionata in corrispondenza dei pozzetti di ispezione intermedi e dei terminali.

10 fasi di rifinitura dei terminali a seguito dell inserimento della guaina tubolare impregnata Le eventuali immissioni laterali non convogliate in pozzetto accessibile, vengono ripristinate mediante l impiego di una fresa robotizzata. Tale apparecchiatura viene guidata da un operatore dall esterno e opera sotto il continuo controllo di una telecamera a circuito chiuso, riaprendo in sequenza i fori di immissione temporaneamente occlusi dalla guaina CIPP. Nel contempo, tale attrezzatura speciale, o una normale telecamera CCTV, operano il collaudo visivo finale della condotta appena risanata. una fresa robotizzata ed il risultato di una riapertura di un immissione laterale effettuata con tale dispositivo Il collaudo idraulico viene invece realizzato contestualmente alla fase di consolidamento in pressione (d aria o di colonna d acqua), fissando un livello di P. d aria o di H mm di colonna di acqua, e controllandone il mantenimento per il tempo fissato per il collaudo (usualmente coincidente con il tempo di consolidamento tipico di ogni diametro e spessore di guaina). e inoltre buona regola procedere, dopo il collaudo idraulico, ad una videoispezione interna con telecamera CCTV o, quando le dimensioni della condotta lo consentono, direttamente con un operatore. Ciò con l obiettivo di verificare l esito fisico (e non solo idraulico) del risanamento, valutando l effettiva adesione della guaina alle pareti interne della condotta, la presenza di eventuali grinze, l esito delle riaperture delle immissioni laterali, la buona qualità della sigillatura dei terminali etc.

11 veduta interna di una condotta fognaria ovoidale, prima e dopo il risanamento MA COME PROCEDERE ALLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI INTERNE DELLE CONDOTTE FOGNARIE? E innanzitutto è opportuno effettuare tutte a quelle indagini preventive e necessarie ad acquisire tutti quegli elementi utili alla corretta valutazione delle problematica di risanamento. Non sempre infatti il gestore possiede la precisa conoscenza delle condizioni interne e dei tracciati planimetrici delle tubazioni che necessitano di sostituzione o di interventi più o meno estensivi di manutenzione. Per quanto riguarda l esame delle condizioni interne (che, in molte condotte talvolta possono riservare delle sorprese ) lo strumento ideale è l ispezione con telecamere semoventi a circuito chiuso (CCTV). alcuni esempi di trattori per ispezione CCTV Tali strumenti forniscono la videoregistrazione delle condotte viste dall interno ma, quelle più sofisticate, possono arrivare ad eseguire precise misurazioni delle dimensioni dei diametri interni, di eventuali inclusioni etc. E infatti molto utile, se non indispensabile, conoscere non solo l esatta localizzazione di eventuali danni o infiltrazioni (che si vedono molto bene alla sola ispezione CCTV), ma anche individuare e valutare dimensionalmente le fratture, i distacchi delle giunzioni, le anomalie dei punti di

12 immissione etc (dalle quali l acqua reflua fuoriesce verso il terreno circostante), molto più difficilmente determinabili basandosi sulla sola visione in un monitor. La tecnica più recente viene nuovamente in aiuto per la risoluzione di tali problematiche di natura diagnostica, mettendo a disposizione dei dispositivi la cui azione è basata sulla comparazione dimensionale di due punti noti di riferimento emessi da due sorgenti laser. I due segnali laser, avvicinati all elemento che si vuole valutare dimensionalmente, vengono elaborati da un semplice software che mette in proporzione l oggetto individuato con la distanza nota tra i due punti, fornendo quindi la dimensione reale del primo. interno della centrale mobile di comando CCTV. Nell ufficio ricavato all interno del veicolo sono contenuti tutti i dispositivi hardware e software necessari al comando delle attrezzature ed all elaborazione e registrazione dei segnali misuratore proporzionale laser: puntamento referenziale e successiva delimitazione dell elemento da misurare Altro optional recentemente offerto dal mercato, è il sistema detto occhio satellitare, un prolungamento direzionabile dotato, alla sua sommità, di una sonda ottica di piccole dimensioni, messo a punto per entrare a visionare l interno delle derivazioni laterali maggiori di DN 50 e percorrerle per distanze fino a 30 metri.

13 Con tale dispositivo, è possibile non solo valutare l interno delle condotte principali, ma anche risalire a visionare lo stato delle molte derivazioni di utenza o, nel caso delle condotte fognarie, delle immissioni laterali o dei pozzetti non accessibili dalla superficie. dispositivo di ispezione satellitare, in grado di percorrere ed ispezionare immissioni laterali di diametro superiori a 50 mm per oltre 30 metri Di grande utilità questo strumento anche per la verifica ed il rintracciamento delle immissioni abusive e per la realizzazione dei collaudi totali dei sistemi fognari che, non dimentichiamo, si compongono di condotta, pozzetto di ispezione, raccordo di immissione e allaccio laterale (o fognolo). Altra tecnologia estremamente utile all indagine preventiva dei sottoservizi è il georadar. Tale tecnica, di derivazione militare, si basa sull elaborazione dei segnali radar emessi da una serie di array paralleli che, montati su di un carrello a ruote, effettuano scansioni del sottosuolo per passate successive. Ad ogni passata, il terreno viene indagato fino a profondità di 3-4 metri, ed il segnale di ritorno viene memorizzato ed elaborato da un software dedicato che restituirà una vera e propria tomografia del sottosuolo. Tramite la lettura e l ulteriore elaborazione di tali tomografie, sarà possibile ottenere mappe bidimensionali dei tracciati di tutti i sottoservizi presenti nel sottosuolo scansionato, nonché le posizioni in profilo ed in sezione dei sottoservizi stessi. carrello monoantenna e restituzione planimetrica eseguita dopo elaborazione bidimensionale della scansione Le precisioni degli impianti di georadar dell ultima generazione possono essere considerate eccezionali, arrivando infatti a restituire mappe tridimensionali del sottosuolo con caratterizzazioni del posizionamento e della dimensione dei vari sottoservizi con precisione dell ordine di pochi centimetri.

14 array multiplo sezione tomografica del sottosuolo LE NORME DI RIFERIMENTO Il settore del CIPP trova riferimento in almeno un paio di norme europee ed internazionali. Vale la pena di citare la ASTM F STANDARD PRACTICE FOR REHABILITATION OF EXISTING PIPELINES AND CONDUITS BY THE INVERSION AND CURING OF A RESIN IMPREGNATED TUBE che, nella sua appendice XI. DESIGNE CONSIDERATIONS contribuisce a fornire validi elementi ai progettisti nel momento in cui occorra calcolare gli spessori del complesso finito guaina+resina da applicare nelle più diverse situazioni, in relazione a variabili operative quali il diametro della condotta esistente, lo stato di degrado della stessa, la geometria della condotta (circolare, ovoidale etc), i carichi presunti a cui sarà sottoposta la condotta risanata, l eventuale livello di falda sovrastante la sede di posa della condotta etc. Di altrettanta importanza le due norme ASTM D STANDARD PRACTICE FOR UNDERGROUND INSTALLATION OF GLASS-FIBER RENFORCED THERMOSETTING- RESIN PIPE, e la norma europea EN PLASTIC PIPING SYSTEMS FOR RENOVATION OF UNDERGROUND NON-PRESSURE DRAINAGE AND SEWERAGE NETWORKS PART. 4: LINING WITH CURED IN PLACE PIPES.

15 Dalla prima (ASTM D 3839), anche se riferita ai tubi in PRFV (vetroresina) standard, può essere utile per trarre una serie di indicazioni circa alcuni elementi di calcolo degli spessori e di collaudo delle prodotto tubolare finito. La seconda (EN ) è importante perché riporta l indicazione dei tipi e le relative metodologie di esecuzione dei tests da prevedere per la determinazione degli effettivi parametri di resistenza chimico fisica delle guaine CIPP dopo la loro messa in opera. di estrema importanza la scelta dei materiali di base ed il calcolo dei relativi spessori, che dovranno rispondere ai requisiti imposti dalle normative di riferimento e dalle condizioni ambientali e di impianto proprie del sito ove si andrà ad operare il risanamento Esaminati quindi i vari aspetti legati alla progettazione, ai materiali ed alle modalità di messa in opera delle guaine termoindurenti, è opportuno terminare la trattazione di questo tema descrivendo una case history che riassuma gran parte delle peculiarità e delle possibilità offerte dal rinnovamento No-Dig in situ con Cured in Place Pipe di condotte fognarie con caratteristiche costruttive e di esercizio particolarmente complesse. I BY-PASS Preventivamente poi alla pianificazione delle operazioni di risanamento con tecniche CIPP risulta di grande importanza la progettazione e la realizzazione di un adeguato ed efficiente impianto di bypass. Inutile soffermarci sulla criticità dell argomento. E palese che, nella gran parte dei casi, un collettore o un semplice fognolo presentano problematiche di messa fuori servizio praticamente insormontabili. Essi sono quindi impianti da considerare non interrompibili. In funzione di tale fatto, per consentire sia l ispezione CCTV che il successivo risanamento, è necessario intervenire trasferendo i fluidi da monte a valle del tratto da risanare (o talvolta presso un altra condotta nelle vicinanze). Per fare ciò si allestiscono appositi by-pass che, talvolta, assumono le sembianze di vere e proprie condotte o addirittura di reti di raccolta fuori terra.

16 Essenziale, all atto del dimensionamento dei by-pass, è la corretta valutazione delle portate massime a cui è soggetto il tratto di condotta da risanare, prestando particolare attenzione al fatto che la condotta sia dedicata alle sole acque nere o ad acque miste (in questo caso la questione diviene più complessa). particolare di un impianto di by-pass a collettore, idoneo cioè a raccogliere i reflui provenienti da numerosi fognoli o immissioni laterali ed a convogliarli in una condotta principale Altro elemento da valutare con cura è l individuazione e la mappatura delle immissioni laterali insistenti lungo il tratto da risanare, comprese quelle eventualmente sconosciute o abusive. Tutte le immissioni devono essere infatti intercettate con apposite pompe di aspirazione e collettate verso il by-pass principale. Siccome il costo di un impianto di by-pass, specie se particolarmente articolato, può talvolta incidere sensibilmente sul costo del risanamento, è bene valutare preventivamente l opportunità di effettuare la deviazione provvisoria dei reflui mediante l impiego di una semplice bottespurgo. Tale operazione risulterà sicuramente più economica, specie nel caso di flussi di reflui non particolarmente significativi e nel caso di lavorazioni di breve durata. sospensione del flusso realizzata mediante aspirazione nel pozzetto di monte con bottespurgo

17 UNA CASE HISTORY SIGNIFICATIVA Riportiamo di seguito quindi la descrizione delle varie fasi di preparazione e di realizzazione di un lavoro realizzato a cavallo tra il 2003 ed il 2004, che riteniamo molto significativo per le seguenti motivazioni: 1. contesto generale (trattasi di un intervento realizzato in uno stabilimento latteo-caseario che lavora a ciclo continuo) 2. caratteristiche progettuali e costruttive del by-pass 3. caratteristiche dei materiali impiegati 4. modalità di posa in opera Tratteremo la case histories riportando una sorta di diario di cantiere, con tanto di immagini e di descrizione delle varie fasi attuative. IL RISANAMENTO DI UN COLLETTORE DI STABILIMENTO NON INTERROMPIBILE E DI GRANDE DIAMETRO Il lavoro consta nel risanamento, con applicazione di guaina in feltro poliestere impregnata da resina epossidica, di 400 metri ca di cunicolo in calcestruzzo a sezione ovoidale di diametro circolare equivalente pari a 1300 mm e di 200 metri ca di altre condotte fognarie da DN 500 a DN800 in cemento centrifugato afferenti al collettore. Come già accennato, il flusso dei reflui (variabile da un minimo di 200 ad un massimo di 400 mc/h) ed è da considerarsi continuo per 24 ore si 24 e per 365 giorni l anno. il cunicolo in calcestruzzo a sezione ovoidale da risanare, di diametro circolare equivalente pari a 1300 mm (foto scattata con by-pass in funzione). Il flusso residuo di reflui nasconde la completa mancanza del fondo di scorrimento, oramai completamente corroso

18 Il tracciato del collettore passa quasi completamente al di sotto dello stabilimento, per cui occorrerà operare necessariamente dai pozzetti esistenti realizzando, al limite, degli adeguamenti delle dimensioni degli stessi. Come noterete dalla descrizione che segue, le operazioni preliminari come progettazione del bypass, ispezione interna del cunicolo, pulizia e rinforzo strutturale di alcuni punti dello stesso, ricoprono un ruolo essenziale per la riuscita del risanamento. Non è infrequente infatti che il complesso delle operazioni preliminari necessiti di maggiori tempi e impegno dell operazione di risanamento (intesa come inversione della guaina) vera e propria. Nella fase progettuale del lavoro, sono stati quindi eseguiti i calcoli idraulici necessari a stabilire i parametri costruttivi del by-pass principale, considerando una portata max al depuratore pari a 440 mc/h, una Q-med di 230 mc/h e una prevalenza utile minima di 16 metri di colonna d acqua (3,5 per il dislivello di innesco, 10 m per 540 m ca di condotta, 2,5 m per le curve). I calcoli hanno indicato come sufficiente quindi posare un tubo di by-pass in PEAD DE315 PN6 (D.int 280 mm ca), messo in esercizio da una pompa Varisco J TWGS/VM4 da 10 diagrammi di portata e caratteristiche delle pompe impiegate per il by-pass principale il doppio sistema principale di aspirazione per sopperire all eventuale avaria di una pompa Le prime operazioni sono state quelle di predisposizione del by-pass principale in PEAD DE315, che è stato realizzato collocando la prima stazione di mandata in corrispondenza di un pozzetto

19 centrale al tratto da risanare, fino al recapito presso l impianto di depurazione, passando gran parte in cunicoli e vani tecnici all interno dei capannoni dello stabilimento. L impianto principale di pompaggio è stato progettato con la dovuta attenzione alla non interrompibilità dell operazione di aspirazione dei fluidi reflui. Sono infatti state collocate due elettro pompe di aspirazione con doppio sistema di valvole di intercettazione La realizzazione del by-pass principale ha richiesto ca 15 giorni lavorativi, a cui vanno sommati ulteriori 5 giorni lavorativi per lo smontaggio e rimontaggio dell impianto di mandata e della prima porzione di by-pass, resosi necessario per consentire lo spostamento a valle del punto di aspirazione principale a seguito del completamento del primo tratto di risanamento di 165 m ca. particolari della costruzione della tubazione di by-pass primario

20 In contemporanea alla realizzazione del by-pass primario, è stato realizzato il primo pozzo di inserzione, da cui dare origine alle due inserzioni delle guaine CIPP, dal pozzo verso monte, fino a inizio tratto e dal pozzo verso valle costruzione del pozzo di inserzione principale Si è poi proceduto alla realizzazione dei diversi tratti di by-pass secondari. Anche queste condotte correvano prevalentemente sotto lo stabilimento, ed erano costituite da un sistema di pompaggio (motopompa autoadescante o semisommersa elettrica) e da una tubazione che trasportava il refluo captato fino alla linea principale di by-pass. Particolarmente complessa si è rivelata la taratura della pressione di mandata delle varie pompe secondarie, che doveva risultare superiore alla P max di mandata del by-pass principale, e regolata in modo da non controspingere eventuali altri rami di by-pass secondario eventualmente collegati sulla stessa linea. E da citare il fatto che i pozzetti dei fognoli laterali ove avveniva l aspirazione dei reflui immissari erano posti quasi tutti al di sotto del livello stradale ed in vicinanza delle cabine elettriche che forniscono l energia allo stabilimento. Per provvedere quindi ad intervenire tempestivamente ed a prevenire eventuali guasti delle pompe (e quindi disastrosi rigurgiti di fluidi reflui), si è provveduto, in alcuni casi, a porre un doppio sistema di pompaggio, ed in altri casi a presidiare 24 ore su 24 i punti di aspirazione più critici. By-pass secondario. Punto di aspirazione presidiato nei fondi dello stabilimento e collegamento ad impianto

21 By-pass secondario: punto di immissione nella condotta di by-pass primario Si è giunti quindi alla prova generale di by-pass. Azionate le pompe principali, si è riusciti a parzializzare quindi il deflusso di monte per circa il 60%, consentendo di effettuare un tratto di ispezione residuo che non era mai risultato possibile eseguire in relazione alla quantità ed alla qualità dei reflui. In tale zona, il cunicolo è apparso, attraverso i pozzetti, colmo di acqua e detriti stagnanti per un tratto di circa metri, e per una porzione di circa il 70% della sezione. una prima vista dello stato interno della condotta prima di mettere in funzione il by-pass. L immagine appare annebbiata in quanto la temperatura,media dei reflui è di ca 40 C e l atmosfera risulta satura di vapore

22 Una volta che il by-pass ha cominciato a funzionare abbassando il livello di reflui e di sedimenti semiliquidi presenti nel collettore, si è proceduto quindi ad effettuare una ispezione visiva interna con l impiego di n 2 operatori dotati dei necessari DPI. L atmosfera all interno del sito confinato è risultata immediatamente incompatibile alla respirazione, ancorché filtrata, per cui la discesa del personale nel cunicolo è stata preceduta da un periodo di ventilazione forzata della camera d aria superiore (pozzetti tutti aperti e immissione forzata d aria esterna). Successivamente si è quindi proceduto alla discesa degli operatori, mantenendo la ventilazione forzata in aspirazione, così da abbattere il più possibile la presenza di vapore acqueo e migliorare la visibilità interna un operatore, dotato dei necessari DPI, si prepara ad effettuare l ispezione visiva All ispezione visiva, si è riscontrata una situazione, assolutamente imprevista, di ostruzione di buona parte del cunicolo da parte di detriti solidi e semisolidi. una volta asportati i residui di lavorazione del latte, aspirati dal by-pass, la presenza di sedimenti solidi quali ciottoli e ghiaie fa presumere un danno a monte

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