SCIENZA DELLE FINANZE Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Economia aziendale. Prof. MICHELE SABATINO

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1 SCIENZA DELLE FINANZE Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Economia aziendale Prof. MICHELE SABATINO

2 Didattica Programma Gli strumenti dell analisi normativa I beni pubblici Le esternalità La teoria delle scelte collettive La governance europea e il Bilancio dello Stato La spesa sanitaria Gli interventi di sostegno al reddito e in caso di disoccupazione La spesa previdenziale L analisi costi benefici Analisi delle imposte 1

3 Didattica (2) Informazioni didattiche L esame di scienza delle finanze consiste in un colloquio orale al termine del corso. E prevista una prova scritta e le domande che compongono l esame a risposta multipla rispecchieranno gli argomenti teorici e la tipologia di esercizi svolti durante il corso. Il superamento della prova scritta presuppone il raggiungimento della sufficienza. Propedeuticità: Istituzioni di micro e macroeconomia Economia politica Contatti: michele.sabatino@unikore.it 2

4 Testi Testo obbligatorio: HARVEY S. ROSEN, TED GAYER Scienza delle finanze, 4 Edizione, McGraw-Hill, 2010 (cap.3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16 e 17) Dispense (1) Analisi costi-benefici (2) Politiche di privatizzazioni (3) altre dispense di approfondimento on-line 3

5 Definizione La scienza delle finanze è la branca della scienza economica che studia gli interventi pubblici (quindi realizzati da soggetti come lo Stato, il governo, la pubblica amministrazione) nell'allocazione delle risorse e redistribuzione delle ricchezze, e più in generale nelle scelte economiche, attraverso il sistema fiscale e la politica fiscale. Analizza quindi i rapporti tra le entrate fiscali che alimentano il gettito fiscale e gli effetti distorsivi e d'incidenza che esse provocano sul mercato. La scienza delle finanze rappresenta il lato analitico (dal punto di vista microeconomico) della finanza pubblica.

6 Definizione Si suole suddividere la scienza delle finanze nei seguenti ambiti: l Economia del benessere, che si occupa delle scelte pubbliche e degli obiettivi di efficienza allocativa e di redistribuzione che orientano tali scelte; lo studio degli aspetti formali (Bilancio dello Stato) che tuttavia formano ormai oggetto di approfondimento in altre discipline); la teoria economica dell imposizione fiscale con la disamina dei fini fiscali ed extrafiscali perseguiti con i tributi e degli effetti che essi generano sulle scelte dei contribuenti; l'analisi dei principali settori di spesa pubblica (pensioni, sanità, istruzione) che connotano l'attività della pubblica amministrazione; cenni sull autonomia finanziaria degli enti locali e sul funzionamento del sistema tributario, nei suoi aspetti tecnico-operativi.

7 Gli strumenti dell analisi normativa Il quadro di riferimento per analizzare gli effetti dell intervento pubblico è l Economia del Benessere. Per valutare gli interventi pubblici, ovvero, per: Esprimere giudizi circa l efficienza allocativa; Esprimere giudizi circa la desiderabilità sociale di una politica redistributiva. In questo senso occorre definire il concetto di Bene della società ovvero di ottimo sociale.

8 Economia del Benessere L economia del benessere cerca di definire la configurazione dell ottimo sociale e cioè la quantità di beni da offrire e la loro distribuzione che assicuri il massimo di benessere collettivo. L economia del benessere è la branca della teoria economica che si occupa di stabilire la desiderabilità sociale di allocazioni economiche alternative.

9 Economia del Benessere Si basa su criteri di: - Efficienza allocativa - Equità distributiva - Per ottenere maggiore equità è necessario rinunciare ad una certa dose di efficienza

10 Economia del Benessere Il criterio usato dall economia del benessere per definire l efficienza allocativa è quello di Pareto. Un allocazione delle risorse è efficiente se non è possibile alcuna allocazione alternativa che accresca il benessere di un individuo senza diminuire quello di un altro. Un miglioramento paretiano consiste in una riallocazione delle risorse che migliora il benessere di un individuo senza peggiorare quello di un altro. UNA ALLOCAZIONE EFFICIENTE GARANTISCE L OTTIMO SIA NELLA PRODUZIONE CHE NELLO SCAMBIO

11 Scatola di Edgeworth L ottimo paretiano può essere spiegato attraverso la c.d. scatola di Edgeworth. La scatola è una rappresentazione grafica cartesiana sulla quale vengono misurate le quantità di due prodotti (ad esempio cibo e abbigliamento) rapportati a due consumatori. È quindi un diagramma utile per mostrare tutte le possibili allocazioni tra due consumatori delle quantità disponibili di due beni. All interno della scatola degli scambi di Edgeworth vengono altresì rappresentate le curve di indifferenza dei due consumatori relative a differenti combinazioni dei due beni. In questo caso intersecando le curve troviamo una "lente" dove sono contenuti tutte le combinazioni accettabili per entrambe le parti, cioè le allocazioni che costituiscono dei "miglioramenti paretiani" rispetto all'allocazione di partenza.

12 Scatola di Edgeworth

13 Scatola di Edgeworth

14 La scatola di Edgeworth premette inoltre di visualizzare l'insieme delle allocazioni Pareto-efficienti. Il luogo in cui si situano tutti i punti Pareto-efficienti viene definito curva dei contratti.

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16 Saggio Marginale di Sostituzione Il valore assoluto della pendenza della curva di indifferenza indica il rapporto al quale l individuo è disposto a scambiare un bene per una quantità aggiuntiva dell altro, ed è detto Saggio marginale di sostituzione (Marginal Rate of Substitution, MRS). SMSy/x = Y/ X Nel punto di tangenza tra le due curva di A e B SMSa = SMSb L eguaglianza tra i due SMS realizza l efficienza paretiana

17 L efficienza nella produzione Finora abbiamo ipotizzato che le quantità di beni disponibili fossero fisse. Vediamo adesso cosa può accedere quando gli input produttivi possono essere spostati dalla produzione di un bene a quella di un altro bene, in modo che le quantità dei due beni sia modificabili (la frontiera della possibilità produttive). Analogamente alla situazione dello scambio se voglio aumentare la produzione di una quantità di un bene devo sottrarre input alla quantità dell altro bene. Il rapporto tra le quantità di input di un bene e le quantità di input dell altro bene è detto Saggio Marginale di trasformazione (Marginal Rate of Trasformation SMT). SMT1 = SMT2 Il saggio marginale di trasformazione tra due beni per l impresa 1 e uguale a quello dell impresa 2

18 L efficienza nella produzione L allocazione dei fattori produttivi è Paretoefficiente se non è possibile, riallocando i fattori (input), aumentare la produzione di un bene senza diminuire quella di un altro bene. Le allocazioni ottimali dei fattori produttivi per la produzione di N beni sono infinite e rappresentabili con una curva denominata Frontiera delle possibilità produttive.

19 L efficienza nella produzione Per aumentare la produzione del bene X è necessario sottrarre input alla produzione del bene Y. WY / XZ = Saggio Marginale di Trasformazione (pendenza della frontiera delle p.p)

20 L efficienza nella produzione Il SMT può essere espresso anche in termini di Costo Marginale (Marginal Cost MC) il costo aggiuntivo di produzione di una o più unità di output. WY / XZ = Saggio Marginale di Trasformazione = MCy/MCx Fino a che punto è possibile trasformare quantità di X in quantità di Y? Fino al punto in cui i consumatori sono disposti a sostituire consumo di X con quello di Y

21 Condizione necessaria di efficienza Paretiana E quindi impossibile ottenere un miglioramento paretiano quando SMT = SMSa = SMSb Ovvero quando le pendenze delle curve di indifferenza (di A e B) sono uguali alla pendenza della Frontiere delle possibilità e di conseguenza quando MCy/MCx = SMSa = SMSb

22 Il primo teorema dell economia del benessere Quale forma di mercato assicura le condizioni di efficienza paretiana? Il 1 teorema dell economia del benessere afferma: L allocazione delle risorse è pareto-efficiente in corrispondenza del punto di equilibrio di un mercato di concorrenza perfetta ove: 1. Esiste un mercato per tutti i beni 2. Consumatori e produttori sono price takers

23 L equilibrio di concorrenza perfetta e l efficienza paretiana In concorrenza perfetta la massimizzazione del profitto comporta che: Prezzo = COSTO MARG Dati 2 consumatori (A e B) e 2 beni (x,y) Px = CMarg x e Py = CMarg y COSTO MARGy / COSTO MARGx = Py / Px Poiché: COSTO MARGy / COSTO MARGx = Py / Px => SMTy,x

24 L equilibrio di concorrenza perfetta e l efficienza paretiana Secondo i criteri di efficienza paretiana: SMTy,x = SMSAy,x = SMSBy,x => Py / Px Poiché in concorrenza perfetta i prezzi sono dati viene assicurata la condizione di efficienza paretiana I SMSA,By,x sono uguali al rapporto fra i prezzi Il SMT è uguale al rapporto fra i prezzi Il rapporto fra i costi marg e uguale al rapporto fra i prezzi

25 L'efficienza nel mercato di concorrenza perfetta dal lato del consumatore Il beneficio marginale è decrescente e coincide con la curva di domanda individuale N.B. Ogni punto della curva rappresenta una configurazione di ottimo per il consumatore

26 L'efficienza nel mercato di concorrenza perfetta dal lato del produttore Il costo marginale è crescente N.B. Il costo marginale rappresenta la curva di offerta della singola impresa

27 In equilibrio Costo marg = curva di offerta Beneficio marg = curva di domanda L efficienza richiede che: Beneficio marg = Costo marg Ciò avviene in corrispondenza del punto di equilibrio di un mercato concorrenziale

28 Il secondo teorema dell economia del benessere Se i mercati concorrenziali funzionano adeguatamente e allocano le risorse in maniera efficiente qual è il ruolo dello Stato? Qualsiasi intervento sembrerebbe inutile e superfluo e lo Stato dovrebbe solo occuparsi della difesa e sicurezza, della giustizia e del diritto di proprietà e concorrenza. Tuttavia un'allocazione pareto-efficiente può non essere ritenuta la migliore dalla collettività. La collettività può preferire una distribuzione più equa. L'efficienza paretiana non ordina le preferenze e non è compatibile con giudizi di valore. La curva dei contratti stabilisce implicitamente una relazione tra la massima utilità di un consumatore rispetto all altro consumatore. Se riportiamo su un riferimento cartesiano le combinazioni di UA e UB individuate lungo la curva dei contratti, otteniamo una curva come quella riportata nel grafico successivo, che prende il nome di curva o frontiera delle utilità possibili. Le combinazioni individuata lungo la frontiera o al di sotto di questa sono raggiungibili per la collettività; tutti quelli al di sopra non lo sono.

29 Frontiera delle utilità possibili Utilità del consumatore B La UU indica la massima U di A data l U di B Utilità del consumatore A Tutti i punti della UU sono pareto-efficienti e indicano l utilità massima di un individuo dato il livello di utilità di un altra persona.

30 Frontiera delle utilità possibili L equilibrio competitivo garantisce che il sistema si collocherà lungo la frontiera delle utilità possibili, e nessun ulteriore miglioramento paretiano sarà possibile. Allo stesso tempo, però, bisogna notare che le combinazioni k, w e z sono tutte Pareto ottimali, ma da un punto di vista dell Equità non possono essere certo ritenute equivalenti. L equilibrio competitivo, infatti, garantisce una configurazione efficiente del sistema economico non una configurazione equa.

31 Le curve di indifferenza sociale Tutti i punti sulla frontiera delle possibili utilità rappresentano distribuzioni diverse delle risorse. Si può dimostrare che redistribuendo i redditi iniziali dei due consumatori è possibile raggiungere un qualsiasi punto della frontiera delle utilità possibili. Qual è l allocazione migliore? Per rispondere a questa domanda si postula l esistenza di una funzione di benessere sociale (welfare,w). Si tratta di una rappresentazione delle preferenze della società basata sulla distribuzione delle utilità tra due o più consumatori. W = F ( UA, UB...) crescente al crescere del benessere degli individui. Dalla funzione di benessere sociale si ricava una mappa di curve di indifferenza sociale che rappresentano le alternative allocazioni di utilità individuali.

32 Le curve di indifferenza sociale Le curve IS indicano le combinazioni di utilità individuali che la collettività ritiene essere equivalente tra di loro. Le curve IS dicono quindi che se l UA diminuisce, deve crescere l UB per mantenere invariato w (benessere sociale). Più ci si allontana dall origine più aumenta il Benessere sociale. h Il punto h è pareto-efficiente ma meno desiderabile di z La collettività può preferire una distribuzione più equa anche se non efficiente. Il punto z è sia efficiente che equo.

33 In conclusione Quando il sistema economico determina una allocazione paretoefficiente può essere necessario l intervento dello Stato per ottenere una distribuzione più equa delle risorse e socialmente più sostenibile. Ma lo Stato deve intervenire direttamente sul funzionamento del Mercato? Secondo il 2 Teorema dell economia del benessere lo Stato può intervenire. Modificando le dotazioni iniziali (imposte o sussidi in forma fissa - lumsum tax) e lasciando poi operare il mercato, un economia di concorrenza perfetta raggiunge sempre una allocazione paretoefficiente (un punto della UU ). Lo Stato quindi non deve intervenire o, altrimenti, senza modificare il comportamento di consumatori e produttori, con interventi iniziali e a somma fissa. Se lo Stato ridistribuisce equamente il reddito, il mercato autonomamente realizza un allocazione efficiente. Si tratta tuttavia di prescrizioni solo teoriche.

34 I limiti dell economia del benessere In generale gli effetti delle imposte e sussidi sui comportamenti individuali, infatti, modificano la frontiera delle utilità possibili. L intervento pubblico potrebbe modificare la stessa forma della frontiera. La presenza di imposte e sussidi in forma fissa (lump-sum) potrebbe essere l unica soluzione per non modificare i comportamenti individuali. Tuttavia risulta difficile se non impossibile

35 In conclusione Le economie di mercato sono macchine straordinariamente efficienti nella produzione della ricchezza, ma assai poco capaci di distribuirla equamente tra coloro che hanno preso parte al processo della sua creazione.

36 I limiti dell economia del benessere Visione individualistica che mette al centro le utilità degli individui e la loro massimizzazione; Problema dell aggregazione e rivelazione delle preferenze degli individui; Controversa accettazione del principio dell ottimo paretiano; Un miglioramento paretiano è escluso ogni volta che una riallocazione delle risorse implichi qualunque effetto redistributivo; Esistenza di c.d. Beni meritori (Beni che vengono offerti dallo Stato indipendentemente dalla richiesta dei consumatori) es. la cultura; I criteri dell efficienza paretiana hanno una validità teorica - Presuppongono un mercato ideale di concorrenza perfetta - Presuppongono interventi dello Stato non distorsivi (imposte che non modifichino i prezzi e l eguaglianza con i costi marginali).

37 I fallimenti del mercato L equilibrio competitivo, oltre a generare una distribuzione non equa, potrebbe anche condurre ad una configurazione del sistema economico Pareto sub-ottimale. In altri termini il primo teorema fondamentale potrebbe, in certe situazioni, non realizzarsi. In questi casi parliamo di Fallimenti del Mercato.

38 I fallimenti del mercato Ma quali sono i casi in cui il mercato fallisce? E quanto sono frequenti? I principali casi di fallimento del mercato si verificano in presenza di: POTERE DI MERCATO Strutture di mercato mono-oligopolistiche Disequilibri macroeconomici (disoccupazione, inflazione, ect.) ASSENZA DI MERCATO Beni Pubblici Esternalità Asimmetria informativa

39 fallimenti del mercato Non è quindi scontato che un allocazione efficiente del sistema economico sia di per sé socialmente desiderabile dovendo altresì tenere conto dell equità. Inoltre spesso i sistemi economici non soddisfano le condizioni di concorrenza perfetta in tutti i mercati. E auspicabile, quindi, per migliorare l efficienza del sistema, l intervento dello Stato.

40 I Beni Pubblici

41 Beni Pubblici Il primo teorema fondamentale ha tra i suoi assunti che tutti i beni scambiati nel sistema economico abbiano natura privatistica. Un Bene Privato Puro è caratterizzato da due proprietà: Rivalità nel consumo (il consumo di un bene da parte di un individuo impedisce all altro di usufruirne) Escludibilità (quando è tecnicamente o economicamente possibile escludere alcuni consumatori) Ma in un sistema economico reale sono spesso presenti Beni Pubblici Puri caratterizzati da due diverse proprietà: Assenza di rivalità nel consumo (esempio del faro altre navi ne traggono vantaggio) Assenza di escludibilità (esempio del faro altre navi non sono escludibili dal trarne vantaggio)

42 Le esternalità Una seconda causa di fallimento del mercato è data dalla presenza di esternalità. Numerose sono le definizioni di Esternalità: Una esternalità è presente ogni qualvolta la funzione di utilità di un individuo, o quella di produzione di un'impresa, contiene variabili reali (cioé non monetarie), il cui valore è scelto da altri (consumatori, aziende, Stato) senza alcuna attenzione agli effetti che questa scelta può avere sull'individuo, o l'azienda, coinvolto. Le esternalità generano fallimento del mercato poiché la loro presenza fa si che i costi (benefici) privati, siano diversi da quelli sociali.

43 Le esternalità Nella problematica ambientale esiste un forte legame tra Beni Pubblici ed Esternalità. Infatti, livelli di degrado ambientale socialmente non sostenibili si verificano quando egoismi razionali gestiscono un bene ambientale (pubblico). Dal fallimento di questa gestione emergono le esternalità (Es. della difesa idrogeologica del territorio da parte dell attività agro-forestale). Inoltre, l inquinamento è allo stesso tempo una esternalità ed un bene (male) pubblico.

44 Il surplus del consumatore e del produttore La riallocazione delle risorse (ad es. da parte dello Stato) influisce sul benessere degli individui. Spesso è necessario conoscere non solo se influisce ma di quanto influisce sulla condizione degli individui. Il benessere dei partecipanti al mercato può essere misurato attraverso il concetto di surplus (o rendita): il surplus del consumatore misura il benessere dal punto di vista dei compratori; il surplus del produttore misura il benessere dal punto di vista dei venditori. In entrambe sono misure monetarie del benessere, per cui grazie ad esse il benessere può essere calcolato in, $,, e così via.

45 Il surplus del consumatore e del produttore La disponibilità a pagare è il prezzo massimo che un compratore è disposto a pagare per un certo bene. Misura il valore effettivo del bene in questione per quel compratore. Tale disponibilità è determinata dai benefici che il consumatore si aspetta di ricevere da quel bene.

46 Il surplus del consumatore Come è noto, la curva di domanda indica le diverse quantità che il consumatore vorrebbe e potrebbe acquistare ai diversi prezzi; quindi rappresenta proprio le diverse disponibilità a pagare del consumatore. Il surplus del consumatore è dato dalla somma che un consumatore sarebbe disposto a pagare per un certo bene meno la somma che egli effettivamente paga per quel bene. E una misura del beneficio che il consumatore ricava dal partecipare al mercato.

47 Il surplus del consumatore Il surplus del consumatore è misurato dall area compresa tra la curva di domanda e la retta orizzontale del prezzo di mercato.

48 Il surplus del consumatore Il surplus del consumatore cresce al ridursi del prezzo di mercato, e viceversa.

49 Il costo opportunità del produttore Com è noto, la curva di offerta indica le diverse quantità che il produttore vuole e può offrire sul mercato ai diversi prezzi. La si può quindi considerare come una raffigurazione del costo per il produttore, nel senso del costo-opportunità che egli subisce per offrire al mercato le diverse quantità di un bene. Ogni decisione di produzione ed offerta comporta infatti la rinuncia ad un alternativa.

50 La disponibilità a vendere Il costo opportunità del venditore misura la sua disponibilità a vendere: esso indica infatti il prezzo più basso che il venditore è disposto ad accettare per offrire sul mercato una certa unità del bene, cioè un prezzo almeno sufficiente a compensarlo del costo sopportato per produrla. In caso di curva di offerta crescente, il costoopportunità marginale (cioè il costo dell ultima unità prodotta) aumenta al crescere dell offerta. Quindi la disponibilità a vendere via via diminuisce (il venditore richiede un prezzo via via più alto) al crescere della quantità offerta.

51 Il surplus del produttore Il surplus del produttore misura il beneficio totale che il produttore riceve dal partecipare al mercato. Esso è dato dalla differenza tra la somma totale incassata dal produttore ed il costo di produzione. Il surplus del produttore è misurato dall area compresa tra la linea orizzontale del prezzo di mercato e la curva di offerta. Il surplus del produttore cresce al crescere del prezzo di mercato, e viceversa.

52 Il surplus del produttore

53 Il surplus del produttore

54 Analisi costi-benefici Il benessere sociale è dato dalla somma del surplus del consumatore e del surplus del produttore, cioè dal surplus totale. Pertanto, i concetti di surplus del consumatore e surplus del produttore possono essere impiegati per calcolare i benefici e i costi sociali associati a varie scelte di politica economica. Esempio: l effetto dell imposizione di un prezzo massimo.

55 I fallimenti del mercato I Beni pubblici

56 I Beni pubblici Si definisce Bene pubblico puro: - Una volta che il bene pubblico è fornito, il costo marginale del consumo da parte di un individuo aggiuntivo è nullo, ovvero il consumo è non rivale; - Escludere qualcuno dal consumo di un bene è o molto costoso o impossibile, ovvero il consumo è non escludibile. - Al contrario un bene privato è rivale ed escludibile

57 I Beni Pubblici Un Beni Pubblici Puri è caratterizzati da: Assenza di rivalità nel consumo (esempio del faro altre navi ne traggono vantaggio) Assenza di escludibilità (esempio del faro altre navi non sono escludibili dal trarne vantaggio) Un Bene Privato Puro è caratterizzato da: Rivalità nel consumo (il consumo di un bene da parte di un individuo impedisce all altro di usufruirne) Escludibilità (quando è quando tecnicamente o economicamente è possibile escludere alcuni consumatori)

58 I Beni pubblici Anche se tutti consumano la stessa quantità di bene pubblico, ciò non significa che tale consumo debba essere valutato da tutti allo stesso modo (la costruzione della TAV una base militare). La natura di un bene pubblico non è assoluta ma dipende dalle condizioni del mercato e dai livelli tecnologici raggiunti (l esempio del faro). Esistono beni pubblici impuri che possono essere caratterizzati da diversi gradi di non rivalità e non escludibilità (l aumento dei consumatori può rendere impuro il bene pubblico). Non è detto che la non escludibilità e l assenza di rivalità nel consumo siano sempre associate (le strade del centro urbano).

59 I Beni pubblici Esistono cose che hanno le caratteristiche di beni pubblici sebbene convenzionalmente non siano intese come merci (l onestà); I beni privati non vengono necessariamente forniti solo dal settore privato beni privati forniti pubblicamene (sanità, edilizia popolare) come analogamente beni pubblici vengono forniti dal settore privato. Un bene fornito pubblicamente non sempre è anche prodotto dal settore pubblico (la raccolta dei rifiuti condotta direttamente o appaltata a ditte esterne).

60 I Beni pubblici, Beni privati e Beni Misti Vi sono diversi gradi di purezza dei beni pubblici. Beni pubblici puri (aria, global warming, difesa, giustizia), impuri (local public goods, una piscina, illuminazione stradale, una strada) fino ai beni privati.

61 Le quantità offerte e prodotte di Beni pubblici Non necessariamente un Bene pubblico deve essere offerto dallo Stato. Anche i privati possono offrire un Bene pubblico. Tuttavia se il prezzo/costo marginale è troppo basso (P=CMAG) l offerta privata è insufficiente (o nulla). L applicazione di un prezzo diverso scoraggerebbe la domanda. I costi di esclusione scoraggiano l offerta privata. Generalmente quindi lo Stato offre beni pubblici o gratuitamente (CMAG=0) o applicando tariffe (P CMAG).

62 Le quantità offerte e prodotte di Beni pubblici Confronto tra Beni pubblici e Beni privati. 1) Beni Privati: Il prezzo è uguale per tutti; Ogni individuo consuma diverse quantità; In equilibrio SMSa = SMSb = SMT 2) Beni Pubblici: Data la non rivalità il bene pubblico è consumato da tutti in dosi uguali (Q è data) Il prezzo (inteso nella disponibilità a pagare una dose aggiuntiva) riflette le preferenze degli individui ( tra individui) In equilibrio P = Pa + Pb Le condizioni di equilibrio di una economia con anche beni pubblici sono state elaborate da Samuelson: esiste una sorta di mercato individuale, che consente di determinare i prezzi personalizzati (pseudo-mercato), tale per cui in equilibrio il prezzo di un unità di beni pubblici non è uguale alla valutazione marginale che del bene dà ciascun individuo, ma sarà pari alla somma di tali valutazioni marginali.

63 Le quantità offerte e prodotte di Beni pubblici e di Beni privati

64 Le quantità offerte e prodotte di Beni pubblici e di Beni privati Nel caso di beni privati la domanda aggregata di un bene si ricava sommando orizzontalmente le domande individuali, mentre la domanda aggregata di un bene pubblico si ricava sommando verticalmente le domande individuali. Punto di equilibrio per i Beni privati SMSa = SMSb = SMTab Punto di equilibrio per i Beni pubblici SMSa + SMSb = SMTab

65 Economia con beni pubblici I teoremi dell economia del benessere studiano le caratteristiche di un sistema economico con beni privati: come si modificano le condizioni di efficienza in presenza di beni pubblici? In un contesto normativo, utilizzando cioè lo stesso impianto dell Economia del Benessere, Samuelson ricava le condizioni di ottimo anche in presenza di beni pubblici. Se le disponibilità a pagare degli individui per i BP sono note e se è possibile attraverso uno pseudo-mercato stabilire prezzi personalizzati per i beni pubblici, è possibile determinare prezzi e quantità per beni pubblici e per beni privati in un equilibrio concorrenziale.

66 Equilibrio con beni pubblici Nel caso di beni privati ricordiamo le condizioni di efficienza del I teorema: SMS = SMT Efficienza paretiana nella fornitura di BP puri SMSBPR,BP = ammontare di bene privato cui un individuo è disposto a rinunciare per 1 unità in più di bene pubblico. SMT = produzione di bene privato cui occorre rinunciare per ottenere 1 unità in più di bene pubblico Condizione di efficienza è:

67 Equilibrio con beni pubblici Somma delle quantità cui gli individui sono disposti a rinunciare di bene privato = quantità di bene privato cui occorre rinunciare per produrre più bene pubblico Tutti gli individui usano la medesima quantità di bene pubblico La condizione di ottimo paretiano si realizza quando la somma dei SMS tra bene privato e bene pubblico di tutti gli individui è uguale al costo marginale della produzione del bene pubblico.

68 L equilibrio in presenza di beni pubblici e privati (modello residuale) Samuelson suggerisce di partire da una certa curva di indifferenza di un individuo e di cercare le combinazioni possibili che permettono all altro individuo la massima utilità possibile. Si fissa il livello di utilità di un individuo A sulla curva di indifferenza (elemento di carattere distributivo) Si calcola la curva residuale di beni che restano all individuo B dato che A resta sulla curva di indifferenza U2 Si massimizza l utilità di B data la curva residuale

69 L equilibrio in presenza di beni pubblici e privati ALLOCAZIONE FINALE L individuo A consuma quantità Y* di bene pubblico e ZD di bene privato L individuo B consuma Y* di bene pubblico e CZ di bene privato

70 L equilibrio in presenza di beni pubblici e privati Vale anche qui la condizione di efficienza perché: SMT - SMSa = SMSb SMT = SMSb + SMSa Nel caso di bene privato vi è efficienza se il SMS è uguale per tutti gli individui e coincide con il SMT. Nel caso del bene pubblico, visto che tutti consumano la stessa quantità, la sua fornitura sarà efficiente se il valore complessivo che i consumatori attribuiscono all ultima unità fornita, cioè la somma dei SMS, sia uguale al Costo Marginale (SMT) che la collettività deve spendere per fornirla.

71 Problema del Free Rider Abbiamo visto che la produzione efficiente di un bene pubblico richiede che la somma delle preferenze marginali (=Pa+Pb+ Pn ) eguagli il Costo Marginale. I consumatori spesso non hanno interesse a rilevare le proprie preferenze (comportamento da Free rider) e assumono un atteggiamento opportunistico. Poiché per i Beni Pubblici l esclusione è impossibile, gli individui sottovalutano le loro preferenze (nel caso di prezzo/imposta) e si sottraggono al pagamento. La somma delle preferenze marginali quindi sarà inferiore al costo marginale. La produzione avverrà in perdita o comunque in quantità inferiore rispetto alle reali preferenze/esigenze dei consumatori.

72 Problema del Free Rider Il mercato non fornisce sufficienti beni pubblici in quantità efficiente. Una ipotesi è quella dei prezzi discriminati a seconda delle preferenze degli individui. Ciò tuttavia presupporrebbe la perfetta conoscenza delle singole preferenze. Altra ipotesi è quella dell intervento coercitivo dello Stato al fine di imporre agli individui di pagare per i beni pubblici.

73 Il dibattito sulle privatizzazioni Negli ultimi anni si è sviluppato un dibattito sull opportunità di privatizzare alcuni servizi forniti tradizionalmente della Stato. Un aspetto di questa discussione sta nella distinzione tra fornitura e produzione. In alcuni casi le imprese pubbliche forniscono beni/servizi che si possono produrre anche privatamente. La scelta tra fornitore privato o pubblico va pensata in funzione dei costi degli input. (Costi dei salari e delle materie prime, costi amministrativi e di gestione, problemi distributivi e di equità). Altra questione è quella della produzione degli beni/servizi da parte del settore pubblico. In questo caso il confronto deve avvenire sulla base della qualità dei servizi/beni prodotti.

74 Il dibattito sulle privatizzazioni Un interpretazione possibile del concetto di equità, sostenuta dal premio Nobel James Tobin (1970), richiede che alcuni beni economici siano disponibili per tutti (istruzione e assistenza sanitaria minime). Anche qualora si trovi l accordo sul fatto che certi beni devono essere forniti dal settore pubblico, rimane da capire se debbano essere prodotti dal settore pubblico o da quello privato. C è chi sostiene che i dirigenti del settore pubblico, diversamente da quelli privati, non avendo come obiettivo la massimizzazione del profitto né temendo il fallimento, non abbiano alcun incentivo a tenere sotto controllo l attività della loro impresa. Chi, al contrario, sostiene l opportunità della produzione pubblica ritiene che non vi siano prove sistematiche a sostegno dell idea che la produzione pubblica sia meno efficiente e più costosa. Un aspetto che rende difficile il confronto è che la qualità dei servizi forniti, infatti, una delle argomentazioni degli oppositori della produzione privata è proprio che gli appaltatori privati forniscono prodotti inferiori.

75 IL CASO DELL ISTRUZIONE Uno dei servizi sul quale si concentra il dibattito tra fornitura e produzione pubblica è quello dell Istruzione. L istruzione in verità è un bene privato e tranne in alcune aree periferiche e rurali si trova spesso in condizione di concorrenza perfetta. Tuttavia le caratteristiche dell istruzione lo rendono un bene pubblico (creazione di capitale umano per le imprese ma anche equità nell accesso e mobilità sociale). Che cosa induce lo Stato non solo a fornirla ma anche a produrla direttamente?

76 IL CASO DELL ISTRUZIONE Definiamo la quantità di istruzione in termini di ore di lezione. In assenza di un sistema di istruzione pubblica una famiglia acquista eo di istruzione nei limiti del suo vincolo di bilancio AB. Se lo Stato fornisce una istruzione pubblica la famiglia in questione utilizzerà tutto il proprio reddito per altri beni essendo la scuola gratuita. Poiché la curva di indifferenza è più alta rispetto alla prima la famiglia preferirà la scuola pubblica rispetto alla scuola privata anche se le ore di scuola saranno minori ep rispetto eo.

77 La relazione tra spesa per istruzione e qualità del servizio In realtà la domanda più importante di questa discussione è se la qualità dell istruzione migliora all aumentare della spesa. Se ciò che ci sta a cuore sono i risultati scolastici degli studenti e non la spesa per l istruzione in sé, è necessario conoscere la relazione tra gli input acquistati e la quantità di istruzione prodotta. I tentativi di misurare questa relazione quantificando il livello di utilizzo di vari input, con indicatori quali l anzianità di servizio degli insegnanti e il numero di insegnanti per studente, si sono scontrati con enormi difficoltà. Le difficoltà maggiori stanno nel definire, per non dire misurare, l output istruzione.

78 La relazione tra spesa per istruzione e qualità del servizio Pur ammettendo che le risorse destinate all istruzione sono importanti non è possibile determinare una relazione univoca tra spese per istruzione e output risultati Dello stesso avviso è la relazione tra spesa per istruzione e reddito dell individuo adulto dopo l istruzione. La stima più ottimistica suggerisce che un 10% in più di spesa per istruzione aumenta del 2% in più il reddito individuale. I nuovi indirizzi per la pubblica istruzione: autonomia e concorrenza. Alcune esperienze come i buoni scolastici negli USA sono considerate il massimo dell autonomia e della concorrenza. I critici di queste scelte parlano di difficoltà nell assicurare la coerenza del sistema dell istruzione e di differenziazioni sociali e di qualità tra studenti e tra scuole.

79 Motivazioni dell intervento dello Stato e i fini della politica economica Secondo la tripartizione di Musgrave si ritiene che la politica economica abbia tre finalità principali: 1. Allocare più efficacemente le risorse; 2. Stabilizzare il sistema macroeconomico; 3. Ridistribuire il reddito e la ricchezza. Le politiche economiche che possono essere realizzate per raggiungere queste finalità sono: 1. Politiche strutturali microeconomiche o dell offerta 2. Politiche di stabilizzazione di breve periodo macroeconomiche e di controllo della domanda aggregata; 3. Politiche redistributive volte a modificare la distribuzione della ricchezza e del reddito.

80 I fini della politica economica Le politiche microeconomiche e strutturali mirano ad obiettivi di efficienza in aree specifiche: politiche regionali, politiche industriali ed hanno effetti sul fronte dell Offerta aggregata AS. Sono volte a far diminuire la disoccupazione frizionale e strutturale, accrescere il prodotto potenziale e il tasso di crescita del prodotto. Le politiche di stabilizzazione agiscono sulla domanda aggregata e mirano a stabilizzare il livello di prodotto a livello di pieno impiego a quindi sono politiche anticicliche di contrasto di situazioni di recessione. Anche la stabilità dei prezzi è un obiettivo di stabilizzazione. Le principali politiche di stabilizzazione sono la politica fiscale attraverso variazioni di G e T o la politica monetaria ossia la stabilità del livello dei prezzi P o del tasso di cambio.

81 I fini della politica economica Le politiche redistributive perseguono l equità e la giustizia. In tal senso sono giustificate dall estensione e distruzione delle opportunità (di istruzione, di lavoro, di reddito) aumentando il grado di mobilità sociale. Infine malgrado la politica fiscale sia una politica di stabilizzazione in verità svolge anche una funzione allocativa agendo sul lato dell offerta e quindi di produzione potenziale o agendo sull accumulazione di capitale. Svolge anche una funzione di redistribuzione attraverso tassazioni e trasferimenti a famiglie e imprese.

82 Finalità allocative e redistributive Le finalità allocative sono orientate a migliorare l efficienza nella allocazione delle risorse. Ad esempio: a) Limiti alla concorrenza dovuti a rendimenti crescenti di scala, monopoli naturali, oligopoli con prezzi più alti, barriere all ingresso; b) Informazioni incomplete dei mercati; c) Esistenza di esternalità come la fornitura di beni pubblici come la sanità, sicurezza, beni culturali. Considerato che l equilibrio di mercato con coincide con quello più efficiente si auspica un intervento dello Stato. Tali interventi spesso non si limitano solo sul piano quantitativo ma anche su quello qualitativo anche in termini di riforme strutturali.

83 Finalità allocative e redistributive In relazione alle finalità redistributive vi sono diverse accezioni di distribuzione della ricchezza: - Funzionale tra fattori di produzione (capitale e lavoro); - Personale tra persone; - Familiare tra famiglie; - Territoriale per le disparità territoriali; - Sociale per le fasce deboli della popolazione; - Intergenerazionali tra generazioni. - Alla disparità di reddito e ricchezza interviene lo Stato attraverso intervento redistributivi con interventi di politica fiscale o di welfare state. Il concetto di welfare state (stato di benessere) nasce nel 1942 con il Piano Beveridge in Inghilterra.

84 Finalità allocative e redistributive Gli strumenti redistributivi possono essere: - Le imposte con imposizioni progressive e non proporzionali o con deduzioni e detrazioni; - Trasferimenti agli individui e alle famiglie con sussidi, assegni di famiglia, redditi minimi; ect.. - Spese pubbliche correnti (istruzione, sanità, servizi sociali) - Spese pubbliche in conto capitale (infrastrutture, edilizia popolare, scolastica, ospedaliera, viabilità e trasporti). - Tutte le politiche, anche quelle allocative e di stabilizzazioni, possono avere effetti redistributivi. Inoltre spesso scaturisce il trade-off tra equità ed efficienza. Spesso, in contraddizione a ciò, azioni redistributive possono avere un impatto positivo sull efficienza.

85 Le politiche strutturali Le politiche strutturali modifica le fondamenta delle struttura economica (politica industriale, politiche per l innovazione e la ricerca, azioni per l innalzamento delle produttività, a favore del lavoro ma anche politiche infrastrutturali e regionali, energetiche e ambientali). Tutte politiche che orientano e spostano l offerta aggregata AS. Tutti interventi volti a recuperare i fallimenti del mercato. Vediamole in particolare quali sono le principali politiche strutturali:

86 Le politiche strutturali Politiche che fissano il quadro economico-istituzionale e il funzionamento del mercato (libera concorrenza, diritto societario, antitrust, ect.); Politiche di incentivazione o disincentivazione dell iniziativa privata. Incentivi monetari (sussidi, agevolazioni fiscali e creditizie), reali (commesse pubbliche, sostegno all export); non reali indirette (R&S, formazione, trasporti, comunicazione, ICT, servizi avanzati); Politiche di regolamentazione dell iniziativa privata. Norme e restrizioni amministrative (licenze, autorizzazioni, brevetti, norme e standard tecnici), norme di regolazione dei mercati e dei salari e prezzi, norme programmatorie; Intervento pubblico diretto (imprese pubbliche e a partecipazione pubblica). Gli interventi pubblici non contrastano con l iniziativa privata ma anzi speso rimuovono ostacoli e rigidità del sistema.

87 L intervento pubblico in economia A partire dal Keynesiani l intervento pubblico nell economia è divenuto sempre più significativo. Tuttavia l eccesso di presenza pubblico ha spesso finito per limitare il libero mercato. Si è affermata una forma di economia detta mista in presenza di imprese privata ma anche dello Stato spesso anche come imprenditore (la gran parte delle economie europee sono di tipo misto). In tali economia il rapporto tra settore pubblico e privato evidenzia il peso pubblico nella produzione delle ricchezza (G/Y). Nel lungo periodo si è parlato di Programmazione economica e quindi di piani economici dove pubblico e privato concorrono attraverso sistemi incentivanti o disincentivanti. In contrasto con tale metodologie vi è stata l economia Pianificata dove la proprietà dei mezzi di produzione è stata pubblica.

88 L intervento pubblico in economia A partire dagli anni 80 si è assistito ad un arretramento dell intervento dello Stato nell economia attraverso processi di deregulation e privatizzazioni di imprese pubbliche. Tutto ciò è scaturito dal successo di nuove scuole economiche (monetaristi, supply-side economics) e da nuove problematiche (stagflazione, shock petroliferi, fallimenti dello Stato e eccessive regolamentazioni e irrigidimento dell iniziativa privata).

89 L intervento pubblico in economia Con la crisi finanziaria del il quadro si è nuovamente modificato con la necessità di un intervento diretto dello Stato. La legislazione antitrust (dallo Sherman Act 1890) ha ripreso a contrastare le forme di oligopolio e di carenza di informazione a causa della crisi finanziaria. Il Piano Pauson americano e la nazionalizzazione di alcune banche inglesi hanno comportato un massiccio intervento dello Stato. Inoltre per reagire alla crisi si è operato attraverso politiche fiscali espansive che hanno aggravato i disavanzi pubblici. Oggi l attenzione si è orientata verso l eccessivo indebitamento pubblico e privato. Diverso è il discorso sulle regole che necessitano e hanno necessitato di una migliore regolamentazione dei mercati a causa delle forti lacune nel sistema di regolazione dei mercati finanziari.

90 I fallimenti del mercato Le esternalità

91 Le esternalità Si ha esternalità ogni volta che un individuo o impresa compie un azione che ha effetti (positivi o negativi) su un altro soggetto o impresa, senza che paghi o riceva compensazioni per tali effetti. Le esternalità non si traducono in variazioni dei prezzi di mercato, quando lo fanno si definiscono esternalità pecuniarie. Nel caso delle esternalità pecuniarie il mercato continua a funzionare efficientemente e gli effetti si scaricano sui prezzi. (Es. Aumento del costo degli affitti nei centri urbani) Le esternalità vere e proprie sono invece di natura tecnologica e non modificano la struttura dei prezzi. Implicano interdipendenza nelle funzioni di utilità e di produzione. In questo caso il mercato fallisce. (Es. la produzione di inquinanti da attività produttive Caso ILVA)

92 Le esternalità L effetto può essere tale da ridurre il benessere, esternalità negative, o aumentarlo, esternalità positive. Le esternalità possono essere prodotte sia dai consumatori sia dai produttori e possono influire sul benessere sia dei produttori sia dei consumatori

93 Esempi di esternalità produttore/consumatore negativa: un impresa inquina l aria di una zona residenziale produttore/produttore negativa: un impresa di vernici inquina l acqua nei pressi di un azienda agricola produttore/produttore positiva: un impresa sviluppa un metodo produttivo molto efficace di cui si appropriano altre imprese consumatore/produttore negativa: il traffico autostradale intralcia il trasporto delle merci consumatore/produttore positiva: un bel giardino di una villa con un allevamento di api vicino consumatore/consumatore negativa: il tuo vicino di stanza chiassoso consumatore/consumatore positiva: il tuo vicino ha un bel giardino che puoi vedere dalla tua finestra

94 Le esternalità Importante: Un bene pubblico può essere interpretato come un caso limite di effetto esterno positivo. Creano benefici esterni godibili da tutti senza possibilità di esclusione. Il concetto di esternalità prevede che i costi o i benefici (negativi o positivi) non siano valutati o compensati. In presenza di esternalità infatti l allocazione delle risorse non è efficiente.

95 In sintesi. Esternalità nel consumo: quando influenzano la funzione di utilità degli individui Esternalità nella produzione: quando influenzano la funzione di produzione delle imprese Esternalità soprattutto possono essere: Esternalità negative: riducono il benessere Esternalità positive: aumentano il benessere

96 Un esternalità negativa nella produzione In presenza di esternalità l allocazione delle risorse non è efficiente. Oltre ai costi e benefici privati occorre tenere presente i costi e benefici sociali.

97 Un esternalità nella produzione Il produttore tiene conto solo del costo privato. Nel caso di esternalità negativa il costo privato è inferiore al costo sociale (comprensivo dei danni arrecati ad altri soggetti e pari all indennizzo che il produttore dovrebbe pagare). Il livello di produzione è più alto rispetto al livello che tiene conto delle esternalità. In caso di esternalità positiva il beneficio privato è inferiore rispetto al beneficio sociale (comprensivo dei vantaggi resi ad altri e pari al corrispettivo del beneficio sociale). Il livello di produzione è più basso rispetto a quello che tiene conto delle esternalità.

98 Benefici e costi del passaggio a un volume di output efficiente

99 La correzione delle esternalità Soluzioni private Soluzioni pubbliche L attribuzione dei diritti di proprietà e il teorema di Coase Le fusioni In questo caso si intende internalizzare le estrenalità e attuare soluzioni cooperative L imposta piguviana Il sussidio piguviano Soluzioni pubbliche in caso di attività inquinanti Le imposte sulle emissioni I sistemi di cap-and-trade Le norme di tipo command-andcontrol

100 Le soluzioni private: il teorema di Coase Il teorema di Coase, frutto degli studi di Ronald Coase (1960) - Premio Nobel per l economia, è un tentativo di dimostrare come, attraverso il mercato, si possa giungere a un'efficienza, intesa come somma netta del benessere sociale superiore rispetto a quella che si può ottenere con l intervento dello Stato o di altre regolamentazioni. Su queste basi è stato stipulato, ad esempio, il Protocollo di Kyoto. Più precisamente, l'enunciato di Coase afferma che se i costi di negoziazione e transazione sono nulli, la contrattazione tra agenti economici porterà a soluzioni efficienti da un punto di vista sociale (dette Pareto-efficienti) anche in presenza di esternalità ed a prescindere da chi detenga inizialmente i diritti legali. Una formulazione equivalente, afferma che in assenza di costi di transazione, tutti i modi in cui lo Stato può allocare inizialmente delle proprietà sono ugualmente efficienti, perché le parti interessate contratteranno privatamente per correggere ogni esternalità.

101 Le soluzioni private: il teorema di Coase All origine delle esternalità c è l assenza dei diritti di proprietà. Per risolvere il problema delle esternalità secondo Coase basterebbe assegnare ai privati la proprietà delle risorse in questione.

102 Le soluzioni private: il teorema di Coase In presenza di esternalità sono possibili accordi tra le parti (compensazioni, indennizzi) che assicurino l efficienza. La validità del Teorema di Coase è, quindi, subordinata alla attribuzione dei Diritti di proprietà.

103 Le soluzioni private: il teorema di Coase Si consideri che il diritto di proprietà nei confronti di un lago venga inizialmente assegnato a una fabbrica che trova economicamente conveniente inquinarlo. La fabbrica dovrà confrontare i benefici che derivano dall'inquinamento (Bi) con il costo/opportunità dell'inquinamento, dove il costo (Cf) è rappresentato dalla rinuncia a ciò che sarebbero disposti a pagare per la conservazione, ad esempio, gli abitanti dei dintorni, per poter disporre del lago per praticare sport. A sua volta, Cf dipenderà dai benefici ottenuti dall'uso ricreativo (Bc), quindi Cf = k Bc Se Cf > Bi I proprietari della fabbrica troveranno conveniente rinunciare ad inquinare e cedere il diritto di proprietà o d'uso agli abitanti del lago. Con questa transazione emerge un uso efficiente della risorsa.

104 Le soluzioni private: il teorema di Coase Se, viceversa, il diritto di proprietà venisse inizialmente assegnato agli abitanti del lago per l'uso sportivo, essi dovranno confrontare i benefici (Bc) con il costo/opportunità della conservazione (Ca); in questo caso, il costo Ca è rappresentato da quanto sarebbe disposta a pagare la fabbrica per poter inquinare: Ca = k Bi Se Ca < Bc cioè se la fabbrica è disposta a pagare meno del beneficio degli abitanti del lago, questo non verrà inquinato. Se invece Ca > Bc cioè l'inquinamento procura alla fabbrica un beneficio che è disposta a pagare più della conservazione, gli abitanti del lago cederanno il diritto di proprietà o d'uso.

105 Le soluzioni private: il teorema di Coase In ogni caso, dall'assegnazione iniziale del diritto di proprietà, nascerà un mercato dal quale emergerà il valore economico dei due usi alternativi del lago. Viceversa, in mancanza di un'assegnazione del diritto di proprietà non è assicurato un uso efficiente della risorsa. Infatti, il lago potrebbe venire inquinato nonostante l'inquinamento produca un danno, quantificato dall'impossibilità di praticare sport, superiore ai benefici procurati dall'inquinamento.

106 Le soluzioni private: il teorema di Coase I limiti delle soluzioni private sono: I costi di transazione e negoziazione sono elevati Le carenza informative I comportamenti opportunistici

107 Le soluzioni pubbliche: analisi di un imposta pigouviana Nel caso di esternalità negative la forma più efficiente di controllo pubblico è ritenuta l imposta. Se esiste una esternalità, esiste una differenza tra costo privato e costo sociale (tra benefici privati e benefici sociali). Un imposta è in grado di eguagliare costo privato e costo sociale. In assenza dell imposta la produzione sarebbe eccessiva.

108 Le soluzioni pubbliche: analisi di un imposta pigouviana Il problema vero è la determinazione dell ammontare dell imposta in grado di essere pari al danno sociale arrecato dall impresa. Inoltre deve essere chiaro che l introduzione di una tassa deve presupporre che l esternalità è nota al decisore pubblico.

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