Giorgio Kienerk un artista tra Toscana e Europa

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1 Giovanna Bacci di Capaci Conti Vittoria Kienerk Giorgio Kienerk un artista tra Toscana e Europa Guida ai Musei e ai Monumenti della Rete Museale Valdera 5

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3 Sapere aude Lucida osservatrice della realtà, vitale, curiosa ed esigente Ha concluso la sua avventura intellettuale portandoci, oltre la ragione, a guardare lontano, insegnandoci che il coraggio non si trova se con il cuore non si parla, se con il cuore non si ascolta. Solamente ascoltando il nostro cuore, troveremo il coraggio delle idee, delle scelte e dei sentimenti. Grazie, Signorina Vittoria.

4 Comune di Fauglia Provincia di Pisa 2013 Edizioni La Grafica Pisana ISBN Collana diretta da Antonio Alberti Testi a cura Giovanna Bacci di Capaci Conti Vittoria Kienerk Contributi fotografici Foto Fantozzi Collesalvetti Foto Gronchi Pisa Studio Sposini Livorno Fiorenzo Cantalupi Pavia Elisa Parenti Impaginazione e stampa La Grafica Pisana Bientina (PI) Coordinamento e didattica Elisa Parenti

5 Indice Presentazione di Fulvia Pedrini p. 7 Giorgio Kienerk un artista tra Toscana e Europa di Giovanna Bacci di Capaci Conti Fauglia e le ariose colline pisane» 9 La genesi del Museo Giorgio Kienerk e i suggestivi spazi architettonici delle storiche carceri faugliesi» 13 La collezione del Museo» 16 Il percorso museale» 17 Il primo corridoio» 17 Lo sguardo sulla donna» 18 I bassorilievi: ritratto e allegoria» 19 Il fuggevole incanto dell infanzia» 21 Il nudo, dalla scultura al disegno» 23 Il secondo corridoio» 24 Variazioni di paesaggio e La Nonna» 25 Fauglia: idillio naturale e familiare» 27 L artista al lavoro» 30 L archivio» 30 La sala proiezioni» 31 Giorgio Kienerk, la vita e le opere di Vittoria Kienerk» 32 Indice delle immagini» 43 Bibliografia» 46 5

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7 Presentazione Oggi Fauglia è un piccolo e grazioso paesino adagiato sul crinale di una collina dolce ed ospitale. Posizione strategica baciata dal sole e al riparo dai venti, equidistante da Pisa, Livorno e Pontedera qualcosa meno di 20 Km ma nel 1700 la comunità faugliese, già dinamica e vivace, aveva confini diversi da quelli odierni. Comprendeva i territori di Crespina, Cenaia, Tripalle, Miliano, Nugola, Gabbro, Colognole, Parrana, Castel Anselmo e Collesalvetti. Nel 1800 fu dichiarata capoluogo di cantone e sede del giudice di pace ed ebbe a dotarsi delle sue carceri. Ai giorni nostri Fauglia, diversa nei confini, ha compiuto un bel recupero dei locali carcerari, divenuti sede del Museo dedicato a Giorgio Kienerk nato a Firenze nel 1869, che ha trascorso moltissime delle sue estati a Fauglia nella sua villa di Poggio alla Farnia. L artista appartiene a quel gruppo di allievi dei macchiaioli (tra cui Ludovico Tommasi, Plinio Novellini, Oscar Ghiglia) che cominciarono a farsi conoscere intorno agli anni novanta dell ottocento, poi chiamati postmacchiaioli. Giorgio Kienerk, senza mai rifiutare l insegnamento dei maestri, si aprì a nuovi studi e ricerche pittoriche come il divisionismo, il simbolismo e l Art Nouveau approdando ad esperienze innovative come la pubblicità e il cartellonismo. Eclettico, geniale, dotato di grande capacità inventiva, Kienerk arriva a Fauglia dopo una lunga carriera di scultore, pittore e grafico e la bellissima campagna intorno alla sua villa di Poggio alla Farnia, risveglia il suo amore per il paesaggio che gli aveva trasmesso il maestro Telemaco Signorini tanti anni prima. Un museo accogliente e avvolgente curato con sapienza e dedizione dalla figlia Vittoria Kienerk e dalla conservatrice, dottoressa Giovanna Bacci di Capaci, che hanno reso il nostro museo 7

8 un vero gioiello di arte e cultura. La donazione, della collezione privata, voluta dalla figlia ha aggiunto a Fauglia un tassello culturale importantissimo. Il visitatore rimane sorpreso, non si aspetta di trovare un percorso cosi ricco e coinvolgente. Sulle pareti di un lungo corridoio si legge la storia del nostro trascorso tra riviste d epoca italiane e francesi e pubblicità del nostro passato più recente. Nelle piccole sale ricavate dalle celle si apprezzano le opere più belle tra cui, La Nonna (1889) esempio del suo fare verista, la bella scultura L anguilla (1893) che spicca per il vivo naturalismo e per l intensità dello sguardo del ragazzo, il fondamentale il dipinto Alberi sul mare (1891) e passo dopo passo attraversando le celle sotto il nostro sguardo attento e appassionato, è possibile notare come, la pennellata di Kienerk si fa negli anni più fluida e mossa di efficace andamento impressionista come nell importante brano pittorico La lettrice. Questo piccolo libriccino vuole essere un invito a percorrere i declivi delle nostre colline per visitare i paesaggi toscani che si ritrovano nei dipinti del Kienerk e amorevolmente custoditi nel piccolo museo a lui dedicato Fulvia Petrini Assessore alla Cultura 8

9 1. Fauglia dall alto Giorgio Kienerk, un artista tra Toscana e Europa di Giovanna Bacci di Capaci Conti Fauglia e le ariose colline pisane Fauglia, che vanta antiche radici, è una cittadina che si snoda lungo la vecchia strada maestra che è l arteria del borgo. (Foto 1) Su di essa si affacciano ordinati, sobri palazzotti dalle linee semplici e garbatamente signorili, in gran parte sono ottocenteschi, alcuni risalgono a epoche anteriori. Paese tra i più popolati delle colline pisane, Fauglia, sul finire dell Ottocento e nei primi decenni del Novecento, vive una discreta fase di sviluppo economico, prevalentemente fondato sulla produzione agricola, ma anche sull attività artigianale. Gli anni Settanta dell Ottocento registrano i lavori di riassetto del vecchio Municipio, sostituito dall imponente palazzo degli Uffi zj Pubblici (foto 2) che campeggia nel centro storico del paese, realizzato su progetto dell architetto livornese Arturo Conti ( ).La famiglia Conti, proprietaria di una villa a sud 9

10 2. Gli Uffi zj Pubblici e il Teatro di Fauglia del paese, di una grande fattoria e di numerosi poderi nel territorio delle colline pisane, era molto nota a Fauglia dove usualmente trascorreva la villeggiatura. Dalla seconda metà del Secolo XIX, tra i notabili livornesi e pisani prese larga diffusione di trasferirsi, dopo il periodo canonico delle bagnature, nelle ville-fattorie che possedevano nelle fertili colline pisane e vi soggiornavano, riposandosi e andando a caccia, fino alla vendemmia e alla svinatura. Al talento di Arturo Conti si deve la realizzazione di varie strutture edilizie nella campagna e nel borgo, come la maestosa Chiesa di San Lorenzo (1878) eretta in sostituzione della vecchia parrocchia, danneggiata dal devastante terremoto dell agosto del Il Palazzo degli Uffi zj Pubblici, degno di una grande città, era stato concepito e progettato da Arturo Conti come centro polifunzionale, conteneva gli uffici municipali, quelli della Posta e del Telegrafo, le scuole pubbliche, la regia caserma dei carabinieri, la pretura, le carceri mandamentali e l alloggio del custode. I lavori furono conclusi nel Percorrendo le pittoresche strade vicinali che collegano Fauglia ai borghi limitrofi si aprono ampi panorami di campi coltivati: un incantevole paesaggio naturale, una sorta di museo dif- 10

11 fuso (foto 3) che ha conservato il carattere di un tempo, quello che Leopoldo II di Lorena, granduca di Toscana, descriveva con tanta precisione nelle sue memorie quando, nell autunno del 1858, visitò questo territorio:...l occhio correa lontano..., si vedea il Pisano, le pianure, i monti, il mare. E fui condotto per Crespina e Fauglia, ed il luogo si facea sempre più bello. Selve dense di olivi, sotto verzura, strada serpeggiava dolcemente, senza un sasso, e conduceva da una in altra collina per sinuosità cotanto dolci che non le vidi altrove, ed il sole inclinava in ciel sereno ed infuocato, e li ultimi raggi suoi correvano sulle sommità e i cigli delle colline ad illuminare le ville dove posavano dalle cure molti conoscenti in sì mite e serena regione. Passai Fauglia dalle belle nuove case e ville, e scesi nel piano ubertoso.... Nella seconda metà dell Ottocento e nei primi decenni del Novecento, queste verdeggianti colline (foto 4) sono anche state le protagoniste di pagine storico-artistiche di grande rilievo. A Fauglia oltre a Giorgio Kienerk, durante l estate per decenni hanno vissuto nella villa di famiglia Francesco e Luigi Gioli, poco 3. Il Pian di Pisa da casa Kienerk 11

12 12 distante da loro villeggiava Pietro D Achiardi, nella vicina Collesalvetti ha dimorato l aristocratica pittrice Carla Celesia, mentre a Crespina hanno soggiornato, per alcuni anni, Angiolo e Ludovico Tommasi con il cugino Adolfo, e vi abitava lo schivo, riservatissimo Augusto Rey. I Gioli, durante la villeggiatura, solevano ospitare Diego Martelli, gli amici macchiaioli Giovanni Fattori e Silvestro Lega e numerosi altri artisti, come Eugenio Cecconi, Niccolò Cannicci, Egisto Ferroni e il giovane pisano Guglielmo Amedeo Lori. Tutti questi pittori, con la loro presenza e con le loro opere, hanno fattivamente contribuito a dare notorietà a questa zona e le tipiche ville con annessa fattoria, rimaste oggi come allora, sparse nella campagna faugliese (quella dei Gioli, quella Kienerk, quella della famiglia D Achiardi, quella di Carla Celesia a Collesalvetti) documentano la presenza delle prestigiose personalità artistiche e culturali che sono ormai parte integrante ed essenza stessa di questi luoghi. Anche le colline pisane, con l ospitale Matilde Gioli Bartolommei che nella villa sulla strada di Pugnano adunava i cari amici pittori nel fresco e delicato idillio faugliese e con Giorgio Kienerk che a Poggio alla Farnia ha trascorso per trent anni l estate, fanno parte di quel circoscritto territorio a nord-ovest della Toscana che, tra Otto e Novecento, è stato eccezionalmente propulsivo di fenomeni di creativa aggregazione artistica. La prima in ordine di tempo e magi- 4. Le colline pisane

13 ca aggregazione si è verificata negli anni Sessanta e Settanta a Castiglioncello nella tenuta di Diego Martelli; contemporaneamente si è manifestato il prodigio artistico della città di Livorno che, nel secondo Ottocento, ha dato i natali a Ulvi Liegi, Adolfo e Angiolo Tommasi, Cesare Bartolena e a quel rilevante numero di allievi di Giovanni Fattori, genericamente definiti postmacchiaioli (Giovanni Bartolena, Puccini, Nomellini, Pagni, Fanelli, Muller, Ludovico Tommasi, Lloyd, Bicchi, Gambogi). C è il Gabbro dove, sul declinare del secolo, dimorò nella sua maturità Silvestro Lega, c è Marina di Pisa dove amava soggiornare il vecchio Nino Costa, e intorno a entrambi i maestri ruotava un folto numero di artisti e di allievi. Negli anni Novanta a Torre del Lago si formava la comunità pittorica del Club de La Bohème riunita intorno a Giacomo Puccini e poi si creerà, nel Nuovo Secolo, la compagine di artisti gravitanti a Viareggio (Chini, Viani, Moses Levy, Nomellini, ecc.). Un territorio tra collina e mare, bellissimo e... decisamente artistico. La genesi del Museo Giorgio Kienerk e i suggestivi spazi architettonici delle storiche carceri faugliesi La figlia Vittoria, che tanto si è prodigata per diffondere e far conoscere l arte del padre Giorgio, ha a lungo pensato a quale ente pubblico donare la collezione artistica avuta in eredità, per valorizzarla nella sua unità e per garantirne una duratura fruizione pubblica. Volendo scongiurare la sorte di vedere parte della sua preziosa raccolta confinata negli stracolmi depositi di un grande museo di una città d arte come Firenze, Vittoria ha scelto una sede decentrata che esponesse l intera collezione e ha ritenuto, forse anche interpretando un pensiero dell artista, che Fauglia fosse il luogo più idoneo, per quel vincolo affettivo che da sempre ha legato Giorgio Kienerk e la sua famiglia al territorio delle colline pisane. Con Fauglia infatti Kienerk ha avuto un lungo legame di con- 13

14 suetudine e per decenni ha immortalato il suo territorio in luminose e limpide impressioni pittoriche, donando una irripetibile sopravvivenza artistica alle colline pisane: per trent anni, a partire dal anno del matrimonio - egli ha infatti regolarmente trascorso i mesi della villeggiatura estiva nella casa di Poggio alla Farnia (foto 5), portata in 5. Casa Marcacci Kienerk a Poggio alla Farnia dote dalla moglie Margherita, figlia del caro amico conosciuto a Pavia, il toscano Arturo Marcacci, Professore di Fisiologia all Università della città lombarda dal 1904 al La generosa donazione in vita di più di cento opere che Vittoria Kienerk ha dunque voluto fare alla cittadinanza, ha spinto l Amministrazione di Fauglia a realizzare l importante opera pubblica del Museo Civico Giorgio Kienerk, utilizzando come ideale contenitore della sua arte le antiche carceri giudiziarie - da tempo adibite a magazzino comunale - poste sul retro del palazzo municipale, che erano in avanzato stato di degrado e sono state meritatamente restaurate. Vincolato dalle Belle Arti, lo storico complesso carcerario, con i luminosi corridoi e le celle dai soffitti a volta di botte e dalle finestre a bocca di lupo, si è rivelato particolarmente adatto ad accogliere la composita produzione rimasta tra le pareti domestiche e nello studio del pittore. Un sapiente restauro conservativo, diretto delle giovani architette Michela Pecenco e Marta Fioravanti, ha donato al museo dedicato a Giorgio Kienerk un raro fascino, congiunto a una 14

15 avanzata funzionalità. È una suggestiva struttura periferica, facilmente raggiungibile, che coniuga l arte di Kienerk al patrimonio storico delle carceri ottocentesche. L assetto originario del fabbricato, nelle dimensioni e nell aspetto, è stato rigorosamente mantenuto, e gli elementi originali (infissi, inferriate, porte e finestre) debitamente risanati, sono stati rimessi in uso. Nel contempo sono stati realizzati tutti gli interventi necessari a rendere gli ambienti idonei ad accogliere un complesso museale, predisponendo gli opportuni impianti tecnici adatti alla conservazione di opere d arte e rispondenti alle disposizioni di legge in materia di sicurezza e di superamento delle barriere architettoniche. La riqualificazione delle ex-carceri ai fini museali è stata resa possibile grazie ai finanziamenti che il Sindaco Riccardo Froli, a seguito della proposta di donazione presentata da Vittoria Kienerk, ha ottenuto rivolgendosi al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (allora era ministro Giuliano Urbani). Nel Giugno del 2006 sono iniziati i lavori di recupero che si sono conclusi nel luglio del Il 27 settembre 2008 il Museo viene inaugurato e aperto al pubblico. Nel settembre del 2011, con il rito della donazione solenne, Vittoria Kienerk ha ufficialmente e definitivamente consegnato le opere del padre alla Comunità di Fauglia, nella persona del Sindaco Carlo Carli. Il Museo è strutturato su due lunghi corridoi, forniti di ampie finestre, che si incontrano ad angolo retto in una stanza di passaggio. Alle estremità dei corridoi sono collocate l entrata e l uscita di sicurezza. Lungo entrambi i corridoi sulla sinistra si aprono tre celle, piccoli vani dal soffitto basso fatto a volta. Le celle sono fornite di una finestra con robusta inferriata - dalla quale è visibile uno spicchio di cielo - rivolta su un cortile a chiostra, ambiente che un tempo serviva per l ora d aria dei detenuti. Alcuni vani, con gli interventi di ristrutturazione sono stati collegati tra loro con aperture che li rendono comunicanti, il percorso espositivo è fluido e razionale. 15

16 La collezione del Museo Giorgio Kienerk ha operato a cavallo tra Otto e Novecento, svolgendo un personale e articolato percorso espressivo che ha preso il suo avvio dalla grande lezione dei due maestri macchiaioli - Adriano Cecioni e Telemaco Signorini - frequentati in età giovanile. Poi, agli inizi degli anni Novanta, orientandosi su ricerche e sperimentazioni di andamento internazionale, Kienerk è andato maturando scelte linguistiche innovative - dal divisionismo, all art nouveau, al simbolismo - rivelandosi interprete efficace e originale, specialmente nell illustrazione e nella grafica, di quella complessa ed inquieta fase storico-artistica che ha aperto alla sensibilità novecentesca. La naturale predisposizione all eclettismo nell arte ha permesso a Giorgio Kienerk di esprimersi agilmente come scultore, pittore, illustratore, grafico e cartellonista, sempre con alti risultati. Il suo museo conserva una collezione eterogenea, composta da sculture a tutto tondo e a bassorilievo, da pitture ad olio e a pastelli, da importanti disegni, dalle estrose macchie senza contorni disegnati ideate agli inizi del Novecento, da una serie di taccuini e anche da numerosi strumenti da lavoro - tavolozze, cavalletti, colori, gessetti - che la figlia Vittoria ha custodito, insieme a tanti altri oggetti, libri, fotografie e documenti che sono appartenuti all artista. Complessivamente le opere donate coprono tutto il percorso artistico di Kienerk, dalla produzione giovanile agli ultimi anni. Il Museo fornisce dunque un fedele spaccato della sua ricca personalità creativa, consentendo al visitatore di coglierne i compositi aspetti. Una emblematica vicenda personale durata sessant anni attraverso la quale affiorano e si ricompongono le dinamiche culturali, la movimentata atmosfera artistica, la cronaca e le inquietudini di una epoca di transizione che ha segnato la nascita del mondo contemporaneo. 16

17 Il percorso museale Il primo corridoio Lungo tutto il corridoio ovest (foto 6) sulla destra figura una miscellanea di copie anastatiche di pagine di riviste illustrate da Kienerk tra la fine degli anni Novanta ed i primi anni del Novecento (Fiammetta, Il Cavalier Cortese, Gil Blas, Cocorico, L Avanti della Domenica, Novissima). A quell epoca, Kienerk non si dedicava solo alla pittura e alla scultura, ma palesando una grande capacità 6. Il primo corridoio inventiva, lavorava molto come illustratore di rinomate riviste di tendenza, italiane e francesi (foto 7 e 8). Le opere dell artista sono collocate nelle celle e nella stanza della guardia carceraria che fungono da sale espositive, sono state ripartite nei vari ambienti per soggetto o tecnica artistica. 7. Illustrazione per Fiammetta, Ritratto di Rodin, copertina per L Avanti della Domenica,

18 9. La cella dedicata alla donna Lo sguardo sulla donna Le prima cella (foto 9) che si incontra nel corridoio ovest è dedicata alla donna, musa ispiratrice dell artista, fonte per Giorgio Kienerk di costante e sempre rinnovata ispirazione. Dall introspezione del carattere femminile nel ritratto, all ammirazione per la giovinezza senza tempo espressa nel nudo, all indagine sul mistero di volti e sguardi intensi fino alla disincantata annotazione delle abitudini di vita della donna à la page, protagonista di numerose illustrazioni eseguite per note riviste del tempo. Le tecniche artistiche con cui Kienerk interpreta la figura femminile sono le più diverse, tutte padroneggiate con uguale disinvoltura. Alle pareti figurano due dipinti a olio, l importante brano pittorico de La lettrice (1897)(foto 10), in cui la pennellata di 10. La lettrice, Sorriso, 1900 ca., litografia a colori 18

19 Kienerk è fluida e mossa di disinvolto andamento impressionista, e L abito verde, eseguito nel L Italia ride e Sorriso (foto 11) sono le estrose, sincopate macchie senza contorni disegnati ideate dall artista agli inizi del Novecento, geniale trasformazione in sigla del volto femminile. Mentre il classico disegno del Profilo antico (1911) è una sanguigna che palesa la sua eccezionale tempra di disegnatore. Al centro della cella è esposta la graziosa e spigliata scultura policroma Ritratto di modella (1914) (foto 12), dal sorriso malizioso il brioso Panchina (1907 ca.), e ancora il brioso bassorilievo in gesso patinato a bronzo, di gusto belle époque La panchina (1907), dedicato alla grazia della donna corteggiata. I bassorilievi: ritratto e allegoria La seconda cella è dedicata ai bassorilievi in gesso, per lo più riferibili al periodo pavese, ritraenti i profili di note personalità del tempo, come il Premio Nobel Camillo Golgi (foto 13) e il Senatore garibaldino Giulio Adamoli, o semplicemente di parenti ed amici dell artista, come l incisore Emilio Mazzoni Zarini. Prevale l attenzione vigile alla verità fisica degli effigiati, che negli esempi più tardi - come Francesca e Emilio Rebuschini acquisisce una maggiore severità 13. Camillo Golgi, 1906, gesso 12. Ritratto di modella, 1914 ca., visto dallo spioncino della porta della cella 19

20 plastica, forse frutto del clima artistico Novecento. Ma nella cella sono esposti anche bassorilievi a carattere allegorico, come l elegante, lieve figuretta femminile Ars (foto 14), che raccoglie intorno a sé gli strumenti delle arti; dichiaratamente più solenne la figura che afferma la validità della Scienza nella targa in 14. Ars, 1913 ca., gesso onore del Professor Carlo Formenti. Significativo il grande bassorilievo intitolato Lo Scienziato (foto 15), tradotto in bronzo nel Monumento di Eugenio Beltrami all Università di Pavia, frutto di un alta concezione simbolica che indica nella ricerca il perenne stimolo dell operare dello scienziato. 15. Lo Scienziato, 1908 ca., gesso patinato 20

21 16. La Vittoria che lava (alle pile), 1925 Il fuggevole incanto dell infanzia La terza cella è dedicata alle bambine. Protagonista è Vittoria, la figlia dell artista ritratta bambina (foto 16). Attraverso le fresche e vivaci tavolette, possiamo seguire la sua crescita negli anni. Dal 1919, anno del matrimonio con Margherita Marcacci, Kienerk trascorre con la famiglia ogni villeggiatura nella casa di Poggio alla Farnia a Fauglia: qui, dopo i lunghi inverni pavesi, l artista torna a dipingere all aperto. Quando non è impegnato a ritrarre un motivo naturale, Kienerk coglie la figlia occupata in qualche svago infantile; la segue con sguardo curioso e ne fissa l immagine con svelte pennellate. Oppure ritrae Vittoria dentro casa, come nel dipinto Alla finestra (foto 17) quando, seduta sul davanzale, attenta e raccolta, ascolta la madre. Kienerk riesce a fermare il fuggevole incanto dell affettuosa intimità familiare, accostando rapide e sintetiche 21

22 pennellate che vibrano sulla tela. Nella cella sono esposti anche due piccoli medaglioni in gesso e in bronzo, che rappresentano i volti paffuti dei fratellini Gemma e Nino, mobile quello della bambina, levigato quello del maschietto. Sul cavalletto figura Ranieri Cerina, nipote di Francesco Gioli, ritratto eseguito da Kienerk agli inizi degli anni Quaranta, che il protagonista ha voluto donare alla comunità faugliese in occasione dell apertura del Museo dedicato a Giorgio Kienerk. 17. Alla finestra (Vittoria e Margherita),

23 Il nudo, dalla scultura al disegno Alla fine del corridoio è la stanza di passaggio, dove verosimilmente stava il custode del carcere. Al centro di questa sala campeggia L Anguilla (foto 18), importante scultura in gesso patinato a bronzo: nella semplice fugacità dell attimo raffigurato, la figura del ragazzo, concentrata ma aperta a molteplici punti di vista, richiama un naturalismo di matrice europea. Con il bozzetto dell opera Kienerk aveva vinto nel 1892 il concorso Baruzzi di Bologna, eseguendo poi l esemplare in marmo (Bologna, Musei Civici), basato sul gesso qui esposto. 18. L Anguilla, 1893 gesso patinato Kienerk si sofferma ancora sul corpo umano nei disegni di modelli in posa eseguiti alla Scuola Libera del Nudo di Firenze, cui fanno da contraltare le due imponenti figure a grandezza naturale di Nudo femminile da tergo e Nudo femminile di fronte (foto 19), eseguite per il concorso del 1907 all Accademia di Mode- 23

24 na: tra naturalismo e art nouveau, coniugano un disegno netto e sinuoso con la morbidezza degli effetti di luce. Nei due studi della Vasca del Nettuno di Piazza della Signoria a Firenze, l artista studia invece con curiosità il dinamismo quasi animalesco dei corpi bronzei dei satiri, immersi in un atmosfera crepuscolare. Chiudono il percorso 19. Nudo femminile da tergo e Nudo femmile di fronte, 1907 le immagini dell artista e della figlia Vittoria, protagonisti di questo museo. Due opere significative realizzate con pastelli duri nel periodo maturo: severa analisi fisionomica il primo, culmine e conclusione di un lungo percorso di indagine sullo sguardo che oltrepassa lo spettatore il secondo. Il secondo corridoio All inizio della parete di destra del secondo corridoio è collocato il cartellone che assembla l attività di grafico per la Riviera Ligure: accanto ad alcune illustrazioni realizzate per la rivista, vi sono esempi di grafica pura, con invenzioni di fantasiosi capilettera, di finalini e di caratteri alfabetici. Nel Novecento Kienerk studia e elabora elementi di scrittura decorativa e caratteri tipografici sintetici e moderni, sigle, cifre e capilettera. Per La Riviera Ligure, rivista pubblicitaria dell Olio Sasso alla quale i proprietari - i Novaro di Oneglia - vogliono dare un impostazione culturale, letteraria ed artistica, Kienerk cura appunto la veste grafica, ren- 24

25 dendola raffinata e moderna. Proseguendo nel percorso museale, sempre lungo il corridoio a destra figurano fotografie di opere scultoree non presenti nel museo, Al Sole, Vanità, Il manicotto e Testa di Medusa (foto 20), scultura questa in ceramica a lustri di tendenza simbolista degli inizi del Novecento. Sulla sinistra del corridoio è l accesso alle altre tre celle. 20. Testa di Medusa, ca., collezione privata Variazioni di paesaggio e La Nonna In questa quarta cella, il generoso prestito da parte della Galleria d Arte moderna di Firenze di dodici paesaggi datati 1915 e 1917, permette di documentare la fase in cui Kienerk, durante la pausa estiva, si dedica al paesaggio intorno a Firenze e a Besozzo sul Lago Maggiore. L artista concentra il suo amore di sempre per la campagna in quadri di piccolo formato, realizzati con indubbia finezza formale, usando ora piccole pennellate fratte, ora fluidi tocchi macchiati. Si passa dalla mutevole luminosità e forma delle nuvole dei cieli estivi esaltati dal verde profondo della campagna, ai quieti colori spenti dei castagni nel primo autunno. Notevoli le variazioni cromatiche nel vivace brano pittorico della Corte rustica. Anticipano questa produzione della maturità due opere che costituiscono tappe fondamentali: La nonna (L addipanatrice) del 1889, esempio del fare verista, in cui il pittore ventenne reinterpreta un immagine cara alla poetica signoriniana e Alberi sul mare (1891) (foto 21), di poco posteriore, che segna la raggiunta autonomia stilistica nella resa, vibrante e sensibilissima, dell atmo- 25

26 sfera marina. Suggestivo il fremito della pennellata che distingue quest opera, fondamentale nel percorso dell artista, che registra la precoce adesione di Kienerk alla sperimentazione divisionista condivisa a Genova anche da Plinio Nomellini e da Angelo Torchi. 21. Alberi sul mare a San Martino d Albaro,

27 Fauglia: idillio naturale e familiare La quinta cella, dedicata a Fauglia, presenta i vari aspetti della campagna attorno alla casa dell artista a Poggio alla Farnia. La vastissima produzione pittorica realizzata durante la villeggiatura dal 1919 al 1948, è stata nel tempo venduta da Kienerk ed è dispersa in collezioni pubbliche e private; le opere a tematica faugliese rimaste presso la figlia non sono quindi numerose. Tra fine giugno e i primi di novembre Kienerk dipinge con costanza, quasi dimenticando lo scorrere del tempo. Il solleone non gli impedisce di lavorare per ore nei campi di granturco, tra gli ulivi o intorno a casa. I motivi di signoriniana memoria si moltiplicano in un susseguirsi di fresche impressioni: dipinti pieni di luce, di colori vivi esaltati da pennellate veloci in una festosa sintesi di tutte le esperienze pittoriche dell artista, ora indifferente alle nuove correnti d arte, e serenamente appagato dal personale idillio instaurato con la natura. In questa cella prendono vita pagliai riarsi dal sole, fugaci nuvole settembrine, baldanzosi galletti (foto 22), cupi cespugli su tramonti rosati. Quasi a rappresentare l estate l immagine della figlia Vittoria con il grande cappello di paglia (foto 23). Nella bacheca sono esposti i taccuini dell artista (foto 24), quelli che durante la seconda guerra mondiale si sono salvati dal bombardamento che colpì gravemente la casa dei Kienerk di via La Farina a Firenze. Gran parte della produzione grafica (una intera cassa di disegni e di appunti) di Kienerk è infatti andata dispersa in quella occasione. 27

28 Il galletto (porta del cigliere), 1943

29 23. Ritratto di Vittoria con il cappello di paglia, Ulivi, cipressi e case, 1887 disegno a penna del taccuino A

30 L artista al lavoro Nella sesta cella sono raccolti gli strumenti da lavoro dell artista (foto 25). In questa stanza si respira l atmosfera intima dello studio del pittore, c è la sua attrezzatura per dipingere all aria aperta; le sue tavolozze, piccole tavolette rimaste incompiute, foto d epoca, i calchi dei gessi. Due piccoli disegni del pittore Gastone Rossini datati 1946 ritraggono il profilo di Giorgio Kienerk con il cappello di paglia e la figura intera dell artista intento a dipingere all aria aperta. Sotto queste immagini sono esposti quegli stessi attrezzi disegnati da Rossini, per tanti anni conservati nella casa di Poggio alla Farnia. Nella vetrina, accanto alle fotografie d epoca dell artista, sono riuniti oggetti che testimoniano il suo interesse per l arte applicata, dai timbri ai monogrammi su carta da lettere, fino al cartoncino con il suo autoritratto a macchia che fungeva da biglietto da visita. Alle pareti vecchie riproduzioni di opere eseguite dall artista e il sorprendente dipinto a olio del Fauno che insegue una ninfa lontana, opera che rivela una vena umoristica del pittore sulla traccia del mito. L archivio Il percorso espositivo si conclude con la stanza dell archivio (conterrà i documenti, le fotografie e la biblioteca con la produzione editoriale sull artista che passerà al Museo con il legato testamentario di Vittoria), alle pareti figurano la riproduzione fotografica del busto del Professor Giovanni Zoia e la gigantografia del Monumento Comi del Cimitero Monumentale di Bologna. La stanza è destinata al centro di documentazione e ai supporti didattici con postazione multimediale per i visitatori che vogliono perfezionare la conoscenza dell artista. 30

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