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1 Abitabilità e agibilità 1. R.D. 27 luglio 1934, n Testo unico delle leggi sanitarie (Suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale n. 186 del 9 agosto 1934). (Estratto) Titolo III Dell igiene del suolo e dell abitato Capo IV Dell igiene degli abitati urbani e rurali e delle abitazioni Art ( 1 ) [I progetti per le costruzioni di nuove case, urbane o rurali, quelli per la ricostruzione o la sopraelevazione o per modificazioni, che comunque possono influire sulle condizioni di salubrità delle case esistenti debbono essere sottoposti al visto del sindaco, che provvede previo parere dell ufficiale sanitario e sentita la commissione edilizia]. ( 1 ) Questo articolo è stato abrogato, a decorrere dal 30 giugno 2003, dall art. 136, comma 2, lett. a), del D.P.R. 6 giugno 2001, n Art [Gli edifici o parti di essi indicati nell articolo precedente non possono essere abitati senza autorizzazione del sindaco, il quale la concede quando, previa ispezione dell ufficiale sanitario o di un ingegnere a ciò delegato, risulti che la costruzione sia stata eseguita in conformità del progetto approvato, che i muri siano convenientemente prosciugati e che non sussistano altre cause di insalubrità ( 1 ). Il proprietario, che contravvenga alle disposizioni del presente articolo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire centocinquantamila a novecentomila ( 2 ). ] ( 1 ) Questo comma è stato abrogato dall art. 5 del D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425, a decorrere dal 28 dicembre 1994, limitatamente alla disciplina per il rilascio del certificato di abitabilità, in attuazione dell art. 2, comma 7 e 8 della L. 24 dicembre 1993, n Si noti, tuttavia, che il D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425, è stato abrogato, a decorrere dal 30 giugno 2003, dall art. 136, comma 2, lett. m), del D.P.R. 6 giugno 2001, n ( 2 ) Questo comma è stato abrogato, a decorrere dal 30 giugno 2003, dall art. 136, comma 2, lett. a), del D.P.R. 6 giugno 2001, n Art ( 1 ) Il sindaco, sentito l ufficiale sanitario o su richiesta del medico provinciale, può dichiarare inabitabile una casa o parte di essa per ragioni igieniche e ordinarne lo sgombero. ( 1 ) Si veda, anche, l art. 26 del D.P.R. 6 giugno 2001, n D.M. 5 luglio Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all altezza minima ed ai requisiti igienicosanitari principali dei locali di abitazione (Gazzetta Ufficiale n. 190 del 18 luglio 1975). Art. 1. L altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione è fissata in m 2,70, riducibili a m 2,40 per i corridoi, i disimpegni in genere, i bagni, i gabinetti ed i ripostigli. Nei comuni montani al di sopra dei m 1000 su livello del mare può essere consentita, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della locale tipologia edilizia, una riduzione dell altezza minima dei locali abitabili a m 2,55. Le altezze minime previste nel primo e secondo comma possono essere derogate entro i limiti già esistenti e documentati per i locali di abitazione di edifici situati in ambito di comunità montane sottoposti ad interventi di recupero edilizio e di miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie quando l edificio presenti caratteristiche tipologiche specifiche del luogo meritevoli di conservazione ed a condizione che la richiesta di deroga sia accompagnata da un progetto di ristrutturazione con soluzioni alternative atte a garantire, comunque, in relazione al numero degli occupanti, idonee condizioni igienico-sanitarie dell alloggio, ottenibili pre-

2 Art. 2 Abitabilità e agibilità 96 vedendo una maggiore superficie dell alloggio e dei vani abitabili ovvero la possibilità di una adeguata ventilazione naturale favorita dalla dimensione e tipologia delle finanze, dai riscontri d aria trasversali e dall impiego di mezzi di ventilazione naturale ausiliaria ( 1 ). ( 1 ) Questo comma è stato aggiunto dall art. 1 del D.M. 9 giugno Art. 2. Per ogni abitante deve essere assicurata una superficie abitabile non inferiore a mq 14, per i primi 4 abitanti, ed a mq 10, per ciascuno dei successivi. Le stanze da letto debbono avere una superficie minima di mq 9, se per una persona, e di mq 14, se per due persone. Ogni alloggio deve essere dotato di una stanza di soggiorno di almeno mq 14. Le stanze da letto, il soggiorno e la cucina debbono essere provvisti di finestra apribile. Art. 3. Ferma restando l altezza minima interna di m 2,70, salvo che per i comuni situati al di sopra dei m 1000 sul livello del mare per i quali valgono le misure ridotte già indicate all art. 1, l alloggio monostanza, per una persona, deve avere una superficie minima, comprensiva dei servizi, non inferiore a mq 28, e non inferiore a mq 38, se per due persone. Art. 4. Gli alloggi debbono essere dotati di impianti di riscaldamento ove le condizioni climatiche lo richiedano. La temperatura di progetto dell aria interna deve essere compresa tra i 18 C e i 20 C; deve essere, in effetti, rispondente a tali valori e deve essere uguale in tutti gli ambienti abitati e nei servizi, esclusi i ripostigli. Nelle condizioni di occupazione e di uso degli alloggi, le superfici interne delle parti opache delle pareti non debbono presentare tracce di condensazione permanente. Art. 5. Tutti i locali degli alloggi, eccettuati quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani-scala e ripostigli debbono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d uso. Per ciascun locale d abitazione, l ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Per gli edifici compresi nell edilizia pubblica residenziale occorre assicurare, sulla base di quanto sopra disposto e dei risultati e sperimentazioni razionali, l adozione di dimensioni unificate di finestre e, quindi, dei relativi infissi. Art. 6. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. È comunque da assicurare, in ogni caso, l aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. Il «posto di cottura», eventualmente annesso al locale di soggiorno, deve comunicare ampiamente con quest ultimo e deve essere adeguatamente munito di impianto di aspirazione forzata sui fornelli. Art. 7. La stanza da bagno deve essere fornita di apertura all esterno per il ricambio dell aria o dotata di impianto di aspirazione meccanica. Nelle stanze da bagno sprovviste di apertura all esterno è proibita l installazione di apparecchi a fiamma libera. Per ciascun alloggio, almeno una stanza da bagno deve essere dotata dei seguenti impianti igienici: vaso, bidet, vasca da bagno o doccia, lavabo. Art. 8. I materiali utilizzati per le costruzioni di alloggi e la loro messa in opera debbono garantire un adeguata protezione acustica agli ambienti per quanto concerne i rumori da calpestio, rumori da traffico, rumori da impianti o apparecchi comunque installati nel fabbricato, rumori o suoni aerei provenienti da alloggi contigui e da locali o spazi destinati a servizi comuni. All uopo per una completa osservanza di quanto sopra disposto occorre far riferimento ai lavori ed agli standards consigliati dal Ministero dei lavori pubblici o da altri qualificati organi pubblici. Art. 9. Tutta la parte delle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896 incompatibile o, comunque, in contrasto con le presenti disposizioni deve ritenersi abrogata.

3 97 D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 Art D.P.R. 6 giugno 2001, n Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (Testo A) (Suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale - n. 245 del 20 ottobre 2001), errata corrige in Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 262 del 10 novembre 2001 ed avvisi di rettifica in Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 264 del 13 novembre 2001 e in Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 47 del 25 febbraio (Estratto) Parte I Attività edilizia Titolo III Agibilità degli edifici Capo I Certificato di agibilità Art. 24 (L). Certificato di agibilità. Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, articoli 220; 221, comma 2, come modificato dall art. 70, decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, articoli 107 e 109; legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 52, comma Il certificato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente. 2. Il certificato di agibilità viene rilasciato dal dirigente o dal responsabile del competente ufficio comunale con riferimento ai seguenti interventi: a) nuove costruzioni; b) ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali; c) interventi sugli edifici esistenti che possano influire sulle condizioni di cui al comma Con riferimento agli interventi di cui al comma 2, il soggetto titolare del permesso di costruire o il soggetto che ha presentato la denuncia di inizio attività, o i loro successori o aventi causa, sono tenuti a chiedere il rilascio del certificato di agibilità. La mancata presentazione della domanda comporta l applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 77 a Alla domanda per il rilascio del certificato di agibilità deve essere allegata copia della dichiarazione presentata per la iscrizione in catasto, redatta in conformità alle disposizioni dell articolo 6 del regio decreto legge 13 aprile 1939, n. 652, e successive modificazioni e integrazioni. Art. 25 (R). Procedimento di rilascio del certificato di agibilità. Decreto del Presidente della Repubblica 22 aprile 1994, n. 425; legge 5 novembre 1971, n. 1086, articoli 7 e Entro quindici giorni dall ultimazione dei lavori di finitura dell intervento, il soggetto di cui all articolo 24, comma 3, è tenuto a presentare allo sportello unico la domanda di rilascio del certificato di agibilità, corredata della seguente documentazione: a) richiesta di accatastamento dell edificio, sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato di agibilità, che lo sportello unico provvede a trasmettere al catasto; b) dichiarazione sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato di agibilità di conformità dell opera rispetto al progetto approvato, nonché in ordine alla avvenuta prosciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti; c) dichiarazione dell impresa installatrice che attesta la conformità degli impianti installati negli edifici adibiti ad uso civile alle prescrizioni di cui agli articoli 113 e 127, nonché all articolo 1 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, ovvero certificato di collaudo degli stessi, ove previsto, ovvero ancora certificazione di conformità degli impianti prevista dagli articoli 111 e 126 del presente testo unico. 2. Lo sportello unico comunica al richiedente, entro dieci giorni dalla ricezione della domanda di cui al comma 1, il nominativo del responsabile del procedimento ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n Entro trenta giorni dalla ricezione della domanda di cui al comma 1, il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, previa eventuale ispezione dell edificio, rilascia il certificato di agibilità verificata la seguente documentazione: a) certificato di collaudo statico di cui all articolo 67; b) certificato del competente ufficio tecnico della regione, di cui all articolo 62, attestante la conformità delle opere eseguite nelle zone sismiche alle disposizioni di cui al capo IV della parte II; c) la documentazione indicata al comma 1; 4

4 Art. 26 Abitabilità e agibilità 98 d) dichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa vigente in materia di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche di cui all articolo 77, nonché all articolo Trascorso inutilmente il termine di cui al comma 3, l agibilità si intende attestata nel caso sia stato rilasciato il parere dell A.S.L. di cui all articolo 5, comma 3, lettera a). In caso di autodichiarazione, il termine per la formazione del silenzio assenso è di sessanta giorni. 5. Il termine di cui al comma 3 può essere interrotto una sola volta dal responsabile del procedimento, entro quindici giorni dalla domanda, esclusivamente per la richiesta di documentazione integrativa, che non sia già nella disponibilità dell amministrazione o che non possa essere acquisita autonomamente. In tal caso, il termine di trenta giorni ricomincia a decorrere dalla data di ricezione della documentazione integrativa. Art. 26 (L). Dichiarazione di inagibilità. Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, art Il rilascio del certificato di agibilità non impedisce l esercizio del potere di dichiarazione di inagibilità di un edificio o di parte di esso ai sensi dell articolo 222 del regio decreto 27 luglio 1934, n l Il reato previsto dall art. 221 del R.D. n. 1265/1934, consistente nel fatto di destinare ad abitazione un immobile in assenza del certificato di abitabilità, non è stato abrogato per effetto dell art. 5 del D.P.R. n. 425/1994, ma è stato soltanto modificato in conseguenza delle innovative disposizioni che hanno disciplinato il procedimento acquisitivo dell autorizzazione all abitabilità in un edificio. * Cass. pen., Sezioni Unite, 6 luglio 1996, n (ud. 19 giugno 1996), P.G. in proc., Timpani. l L amministratore di un condominio non può essere ritenuto responsabile del reato di cui all art. 221, R.D. 27 luglio 1934, n (T.U. leggi sanitarie) per il fatto che i proprietari dei singoli alloggi li abbiano abitati nonostante fossero privi della licenza di abitabilità. (Nella specie la S.C. ha tra l altro osservato che tra i compiti dell amministratore non vi è quello di impedire che i singoli condomini abitino le rispettive porzioni immobiliari prive di licenza ex art., 221 T.U.L.S., nè tale dovere può ricavarsi dall art. 40, secondo comma, cod. pen., perchè la fonte di tale dovere non si rinviene nè nella legge, nè nel contratto e, d altra parte, l amministratore non è costituito in posizione di garanzia nell impedimento di reati da parte dei condomini). * Cass. pen. sez. III, 30 settembre 1995, n (ud. 13 aprile 1995 ), Capuano [RV202956] l La fattispecie contravvenzionale prevista dall art. 221 R.D. 27 luglio 1934, n configura un reato proprio, in quanto la condotta prevista e punita è quella del proprietario, il quale, prima di concedere l uso di edifici o parti di essi ha l onere di ottenere dal sindaco il certificato di «abitabilità», che viene concesso previa ispezione dell ufficiale sanitario che certifica che non sussistono causa di insalubrità. (Fattispecie in cui la Corte Suprema ha annullato senza rinvio la pronuncia di condanna inflitta dai giudici di merito al conduttore di un immobile al quale era stata contestata la contravvenzione di cui sopra, per aver esercitato l attività di odontotecnico all interno di uno studio dentistico senza la prescritta autorizzazione sanitaria). * Cass. pen., sez. VI, 16 giugno 1999, n (ud. 27 novembre 1998), Chiarina ed altro. l L avvenuta costruzione di un edificio, del quale siano proprietari più soggetti, è sufficiente ancorché non sia ancora intervenuto il rilascio del certificato di abitabilità dei singoli appartamenti per l esistenza del condominio, con la conseguente applicabilità delle norme (artt. da 1100 a 1139 c.c.) ad esso relative, costituendo la nomina dell amministratore, l approvazione del regolamento e la determinazione delle quote millesimali soltanto strumenti per la gestione degli interessi comuni e l osservanza degli obblighi connessi al preesistente rapporto di comunione, che di essi costituisce la fonte, salve eventuali modifiche od integrazioni pattizie. * Cass. civ., sez. II, 26 gennaio 1982, n. 510, Corazzo c. Cota. l Il venditore di un bene immobile destinato ad abitazione, quando non vi siano patti contrari, ha l obbligo di dotare tale bene della licenza di abitabilità senza della quale esso non acquista la normale attitudine a realizzare la sua funzione economico-sociale e tale requisito giuridico essenziale ai fini del legittimo godimento e della commerciabilità del bene non può essere sostituito dalla definizione della pratica di condono e dal rilascio della concessione o autorizzazione per le opere abusive eseguite né dal certifica-

5 99 GIURISPRUDENZA to di agibilità dell edificio ai fini della sua destinazione alberghiera perché in base all art. 35 della L. 28 febbraio 1985, n. 47 la concessione o autorizzazione in sanatoria non esclude l esigenza del certificato di abitabilità o agibilità e l agibilità non attiene alla utilizzazione per uso abitativo, per la quale è specificamente richiesta l abitabilità. * Cass. civ., sez. II, 4 novembre 1995, n , Galante c. Gabellone. l L obbligo di cui all art. 221 del T.U. delle leggi sanitarie, che prescrive il rilascio del cosiddetto certificato di agibilità sanitaria, riguarda non soltanto gli immobili ad uso strettamente abitativo, ma anche quelli adibiti (o da adibire) a scopi diversi, purché l attività che vi si dovrà svolgere preveda comunque un uso che comporti la frequentazione da parte delle persone. La frase «gli edifici o parti di essi non possono essere abitati senza autorizzazione...» va interpretata in senso estensivo, attese le finalità che la legge chiaramente si prefigge, che sono quelle di evitare danni alle persone che si trovino ad intrattenersi in locali che, qualora non sottoposti ad adeguato controllo da parte dell autorità sanitaria, potrebbero non avere determinate caratteristiche di igienicità, salubrità, sufficiente areazione ecc. * Cass. pen., sez. I, 4 giugno 1996, n (ud. 5 aprile 1996), Righini.

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