Il mercato del lavoro attraverso le statistiche ufficiali rapporto sulla provincia di Sassari

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1 Il mercato del lavoro attraverso le statistiche ufficiali rapporto sulla provincia di Sassari a cura dell Ufficio Statistica del Comune di Sassari Settore Sistemi Informativi e Statistica Responsabile del rapporto: Giuseppe Medda In collaborazione con Prof. Giorgio Garau Università degli studi di Sassari 1

2 Il mercato del lavoro attraverso le statistiche ufficiali rapporto sulla provincia di Sassari SOMMARIO Riassunto e risultati principali 5 Mercato del lavoro: l Italia nel contesto internazionale 7 Il mercato del lavoro in Italia 9 Il mercato del lavoro in Sardegna 11 La situazione occupazionale in Provincia di Sassari 13 L indagine sperimentale sulle forze lavoro nel Comune di Sassari 17 Appendice 19 2

3 INDICE DELLE TABELLE TAB. 1 Dispersione tassi di disoccupazione TAB. 2 Tassi % di occupazione, attività, disoccupazione fra nazioni TAB. 3 Italia: tassi % di disoccupazione per ripartizione TAB. 4 Italia: tassi % di attività e di occupazione per ripartizione TAB. 5 Sardegna: popolazione (migliaia) per condizione lavorativa TAB. 6 Sardegna: principali indicatori mercato del lavoro TAB. 7 Province della Sardegna: Forze lavoro FIG. 4 Tasso di attività TAB. 8 Province della Sardegna: Occupati TAB. 9 Province della Sardegna: Occupati per settore TAB. 10 Province della Sardegna: Disoccupati TAB. 11 Province della Sardegna: tassi di disoccupazione medi TAB. 12 Indicatori sull occupazione: Comune di Sassari 18 INDICE DELLE FIGURE FIG. 1 Tassi di disoccupazione (%) fra nazioni FIG. 2 Italia: tassi di disoccupazione (%) per ripartizione e sesso FIG. 3 Sardegna: popolazione inattiva in età lavorativa per atteggiamento verso il lavoro FIG. 4 Sardegna: tasso di attività provinciale FIG. 5 Sardegna: tasso di occupazione provinciale FIG. 6 Lavoratori autonomi e occupazione alle dipendenze FIG. 7 Indicatori congiunturali sull occupazione

4 Riassunto e risultati principali Questo rapporto mira a fornire un quadro generale di riferimento per l analisi della situazione occupazionale nell area del nord Sardegna, in particolare nel territorio del Comune di Sassari e dei Comuni limitrofi. Il rapporto sfrutta le informazioni ufficiali di provenienza Ocse, Eurostat e Istat, con l unica eccezione rappresentata dai dati relativi al territorio del Comune di Sassari, stimati grazie ad un indagine statistica svolta dal Comune in collaborazione con l Università di Sassari. Si è utilizzato un approccio che parte dalla descrizione della situazione congiunturale internazionale all interno della quale si colloca l Italia, con le sue peculiarità dal punto di vista del mercato del lavoro. Di seguito si descrive la situazione occupazionale del Mezzogiorno, ponendo particolare attenzione alle caratteristiche della Regione Sardegna. Viene poi svolto un confronto dei principali indicatori del mercato del lavoro fra le province sarde. Infine, si discutono i risultati di un indagine sulle forze lavoro svolta all interno del territorio comunale di Sassari. L Italia si presenta nel contesto dei Paesi industrializzati con un mercato del lavoro affetto da problemi rilevanti. Come rileva l ultimo rapporto OCSE (OECD Employment Outlook 2006), dal 1999 l economia italiana ha fatto registrare una tendenziale diminuzione del tasso di disoccupazione, assestandosi nel 2005 al 7,8%, superiore alla media OCSE pari al 6,7%. Seppure il dato sulla disoccupazione di altri Paesi come la Francia e la Germania sia superiore, il dato dell Italia cela al suo interno alcuni problemi peculiari: - L Italia presenta la maggiore disparità regionale. Se in alcune regioni, come il Trentino Alto Adige, si sfiora la piena occupazione, esistono realtà, come la Sicilia, dove il tasso di disoccupazione supera il 15%. - Tasso di occupazione: in Italia solo il 57,5% della popolazione in età lavorativa ha effettivamente un lavoro vale a dire un risultato migliore, all interno dei Paesi industrializzati, solo di Turchia, Ungheria, e Polonia. - Tasso di attività o di partecipazione alla forza lavoro vale a dire il rapporto fra coloro che lavorano o sono in cerca di lavoro e la popolazione in età compresa fra i 15 e i 64 anni in Italia si colloca fra i livelli più bassi: 62,4% per l Italia contro la media Ocse del 70,3%. Il tasso di disoccupazione giovanile (persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni) è pari al 24,1%, ma il dato del Mezzogiorno è ancora più grave: il 37,5% dei giovani disposti a lavorare non trova un occupazione. Il tasso di attività nel Mezzogiorno è notevolmente inferiore rispetto al Nord: nel primo trimestre 2006 solo meno di 54 persone in età lavorativa su cento lavorano o cercano lavoro; le rimanenti 46 persone non vogliono o non possono lavorare. La partecipazione femminile è ancora più bassa, meno di 38 donne su cento. Il tasso di attività in Sardegna è nettamente superiore alla media del Mezzogiorno, ma risulta ancora inferiore al dato nazionale: nel primo trimestre 2006, oltre 58 persone su cento in età compresa fra i 15 e i 64 anni risultano partecipare alla forza lavoro. La partecipazione femminile alla forza lavoro è del 37% sul totale, ma, a dispetto della naturale evoluzione per un economia avanzata, è in diminuzione rispetto a due anni prima. 4

5 Il tasso di occupazione negli ultimi due anni è in leggero aumento e si colloca ad inizio 2006 sul 51,3% (in Italia è pari al 57,9%), ma di circa cinque punti superiore alla media del Mezzogiorno. Se confrontato a livello internazionale, fra i Paesi industrializzati solo la Turchia ha un tasso di occupazione inferiore. Il tasso di disoccupazione è in forte diminuzione: solo in due anni esso è passato dal 15,9% all 11,9%. Il netto calo del tasso di disoccupazione nasconde un fenomeno che vede molte persone, soprattutto donne, che lasciano lo status di disoccupato per uscire dalla forza lavoro. Nel 2005 le forze lavoro della Provincia di Sassari ammontavano a circa 202 mila unità, di cui 128 mila costituite da uomini (62,3%) e 77 mila da donne (37,7%). Si è registrato un lieve aumento rispetto all anno precedente (+ 4 mila unità): è un dato in controtendenza rispetto alla Sardegna. Anche la partecipazione al mercato del lavoro in Provincia di Sassari è maggiore rispetto al resto della Sardegna, con un tasso di attività del 62,1%, dato nettamente superiore alla media regionale (59,2%). Il tasso di occupazione della provincia di Sassari è pari nel 2005 al 52,6%, superiore alla media regionale, ma nettamente inferiore alla media nazionale (57,5%). È soprattutto la componente femminile a far deprimere il tasso medio di occupazione: 36,3%, contro il 68,8% dei maschi. Il tasso di disoccupazione in Provincia di Sassari si è assestato nel 2005 al 15,2%, in crescita rispetto all anno precedente. È il tasso di disoccupazione più alto fra le quattro province sarde. Se in Italia si è registrata una diminuzione del numero di disoccupati del 3,7%, la variazione in provincia di Sassari è stata invece del +14%. La crescita della disoccupazione in provincia di Sassari ha coinvolto principalmente le donne (+16,7%) Anche in relazione ai giovani, Sassari detiene il primato negativo fra le quattro province sarde: il 35,5% delle persone con un età compresa fra i 15 e i 24 anni che sono disposte a lavorare non trovano un occupazione. I principali indicatori sull occupazione nel territorio del Comune di Sassari mostrano una partecipazione al mercato del lavoro di poco meno del 60%: il confronto con i dati provinciali, e relativi alla media del 2005, mostra che la partecipazione è inferiore a Sassari rispetto al totale provinciale Per quanto riguarda il tasso di occupazione, oltre 54 persone su cento in età fra i 15 e i 64 anni ha un occupazione, con una differenza fra maschi e femmine pari a 18,9 punti percentuali, in quanto il tasso si colloca sul valore di 45% per le donne e di 63,9% per gli uomini. Il tasso di disoccupazione stimato per il Comune di Sassari è pari al 9,4%, sensibilmente inferiore rispetto al totale provinciale. 5

6 Mercato del lavoro: l Italia nel contesto internazionale Il mercato del lavoro è diventato ormai un tema d interesse da parte di politici, imprenditori, ricercatori, giornalisti, opinion makers, a causa delle difficoltà incontrate da quote rilevanti della popolazione nel trovare un occupazione. A partire dai primi anni settanta, la disoccupazione è cresciuta all interno dei Paesi industrializzati: in alcuni Paesi europei, l aumento del tasso di disoccupazione è stato di tre quattro volte rispetto ai livelli registrati sino allora. Molti Paesi europei si sono scoperti impreparati ad affrontare tassi di disoccupazione a due cifre in un contesto di economia stagnante o a crescita lenta, in quanto le tradizionali politiche del lavoro passive non potevano più essere sostenute per la mancanza di risorse e per l impossibilità di aumentare una già elevata pressione fiscale. Pur non essendo presenti, a livello nazionale, fenomeni di disoccupazione di massa, negli ultimi anni si è assistito ad un evoluzione complessa del mercato del lavoro. Non si può parlare, oggi, di occupazione e disoccupazione come fenomeni aggregati, ma di occupazioni e disoccupazioni diverse per territorio, settore economico, classe di età, sesso, tipologia contrattuale ecc. Il mercato del lavoro e le politiche del lavoro non sono più governabili con misure a livello generale. Dal punto di vista territoriale, le diverse realtà storiche, sociali, economiche a livello regionale mostrano caratteristiche differenziate che richiedono interventi adeguati ai diversi contesti, ma spesso gli attori locali non dispongono degli strumenti necessari per governare al meglio le politiche del lavoro su scala locale. L Italia si presenta nel contesto dei Paesi industrializzati con un mercato del lavoro affetto da problemi rilevanti, soprattutto riguardo alla persistenza di certe realtà che non hanno visto, in anni recenti, alcuna tendenza verso segnali di miglioramento. Innanzi tutto il tasso di disoccupazione si situa sopra la media dei Paesi OCSE. Come rileva l ultimo rapporto OCSE sulle tendenze del mercato del lavoro (OECD Employment Outlook 2006), il tasso di disoccupazione nel 2005 si è assestato in Italia al 7,8%, superiore alla media OCSE del 6,7% (Figura 1), ma allineatosi in anni recenti alla media dei Paesi dell Europa dei 15. A partire dal 1999 l economia italiana ha fatto registrare una tendenziale diminuzione del tasso di disoccupazione, anche grazie alle recenti regolarizzazioni dei lavoratori stranieri, che hanno permesso l emersione di una parte del mercato del lavoro che prima non poteva essere colta dalle statistiche ufficiali. La diminuzione di oltre tre punti percentuali del tasso di disoccupazione in Italia non riesce ad uguagliare la migliore performance di Paesi come la Spagna e l Irlanda, ma è da ritenersi un fenomeno positivo, anche considerato che tale risultato è stato raggiunto in un periodo di difficili condizioni economiche internazionali. FIGURA 1 tassi di disoccupazione (%) fra nazioni fonte: OCSE, Employment Outlook

7 Seppure il dato sulla disoccupazione di altri Paesi come la Francia e la Germania sia superiore, il dato dell Italia cela al suo interno alcuni problemi peculiari. È notevole la differenziazione territoriale del livello di disoccupazione: l Italia presenta il più alto grado di disparità regionale fra i Paesi europei. La Tabella 1 presenta una misura della dispersione interna dei tassi di disoccupazione regionali per alcuni Stati europei nel 2004: l Italia ha il valore più alto in assoluto, vale a dire esiste la più ampia disparità regionale Se in alcune regioni, come il Trentino Alto Adige, si sfiora la piena occupazione, esistono realtà, come la Sicilia, dove il tasso di disoccupazione supera il 15%. Le disparità regionali rappresentano un problema annoso del mercato del lavoro italiano e nell ultimo decennio si sono accentuate. I diversi mercati del lavoro regionali hanno differenti capacità di creare nuovi posti di lavoro, ma il sistema di negoziazione salariale prevalentemente centralizzato impedisce il verificarsi di quei flussi migratori dalle regioni in recessione verso le regioni in crescita, tipico delle economie industrializzate. TABELLA 1 dispersione tassi di disoccupazione 2004 Stato coefficiente di variazione Francia 34,6 Germania 46,2 Grecia 18,4 Italia 61,8 Regno Unito 31,2 Spagna 31,7 Unione Europea (25 Paesi) 55.8 Nuovi Paesi Membri (10 Paesi) 43.9 Zona Euro 47.3 fonte: Eurostat Database Regio Un altro dato anomalo del mercato del lavoro italiano, rispetto ai valori medi dei Paesi industrializzati, è rappresentato dai bassi livelli dei tassi di occupazione e di partecipazione alla forza lavoro. Nonostante la crescita occupazionale complessiva degli ultimi anni, dovuta in buona parte alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro dei cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno, le informazioni recenti presentate dall OCSE e riportate all interno della Tabella 2 segnalano che in Italia solo il 57,5% della popolazione in età lavorativa ha effettivamente un lavoro vale a dire un risultato migliore, all interno dei Paesi industrializzati, solo di Turchia, Ungheria, e Polonia. Tale dato va comparato con il 65,4% della media dell Europa dei 15, e con più del 70% di Paesi come l Australia, la Norvegia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Si ricorda che la strategia di Lisbona prevede come obiettivo il raggiungimento del 70% da parte del tasso di occupazione entro il Analogamente, il tasso di attività o di partecipazione alla forza lavoro vale a dire il rapporto fra coloro che lavorano o sono in cerca di lavoro e la popolazione in età compresa fra i 15 e i 64 anni in Italia è notevolmente inferiore rispetto alla media dei Paesi industrializzati e si colloca fra i livelli più bassi: 62,4% per l Italia contro la media Ocse del 70,3%. In aggiunta, l Italia presenta un altissimo numero di disoccupati di lunga durata: nel 2004, il 50% di disoccupati era in tale condizione da più di un anno, contro il 32% della media OCSE. Anche in questo caso esistono enormi differenze territoriali fra centro-nord e Mezzogiorno, soprattutto riguardo alla componente femminile della disoccupazione. Come accennato, le differenze di genere nonché quelle di carattere generazionale costituiscono un problema rilevante. Grazie alla maggiore flessibilità raggiunta dal mercato del lavoro, le prospettive di lavoro dei giovani sono migliorate, ma restano caratterizzate da forti 7

8 criticità, soprattutto nei processi di transizione dalla fase della formazione dell obbligo e non al lavoro. Infine i lavoratori anziani presentano una quota sul numero degli occupati in diminuzione. TABELLA 2 Tassi % di occupazione, attività, disoccupazione fra nazioni occupazione* attività* disoccupazione Australia 69,0 71,6 74,1 75,5 6,9 5,2 Belgio 59,7 61,0 63,6 66,4 6,2 8,1 Francia 62,0 62,3 68,0 69,1 8,8 9,9 Germania 65,8 65,5 71,5 73,8 7,9 11,3 Grecia 55,6 60,3 62,1 66,8 10,4 9,8 Irlanda 65,0 67,1 67,5 70,2 3,7 4,3 Italia 54,9 57,5 60,7 62,4 9,6 7,8 Giappone 68,8 69,3 72,6 72,6 5,2 4,6 Norvegia 77,5 75,2 80,3 78,9 3,5 4,7 Polonia 53,5 53,0 65,7 64,6 18,6 18,0 Portogallo 68,6 67,5 71,7 73,4 4,3 8,1 Spagna 58,8 64,3 65,8 70,8 10,5 9,2 Turchia 47,8 45,9 52,3 51,3 8,6 10,5 Regno Unito 72,5 72,6 76,1 76,1 4,8 4,6 Stati Uniti 73,1 71,5 76,8 75,4 4,8 5,1 EU-15 64,1 65,4 69,3 71,3 7,4 8,2 OCSE 65,5 65,5 69,9 70,3 6,3 6,7 * fascia d età fra i 15 e i 64 anni compresi. fonte: OCSE, Employment Outlook Si veda l Appendice per una raccolta delle principali definizioni relative al mercato del lavoro. Il mercato del lavoro in Italia Le notevoli differenze a livello territoriale e la rilevanza al livello locale delle problematiche occupazionali ha spinto l Istat a spingere il dettaglio delle statistiche sul lavoro fino alle province e, in alcuni casi ai sistemi locali del lavoro. Solo in occasione dei censimenti generali della popolazione, l Istat fornisce alcune informazioni sul mercato del lavoro con dettaglio comunale. Tuttavia, la disponibilità di informazioni attendibili e coerenti per le province italiane è riservata agli ultimi due anni, vale a dire il 2004 e il 2005, mentre è disponibile una serie di aggregati ricostruiti secondo le più recenti definizioni per le quattro macro ripartizioni territoriali italiane a partire dall ultimo trimestre del A partire dal primo trimestre del 1993, il tasso di disoccupazione in Italia è passato dall 8, 9% al 7,6% del primo trimestre Tuttavia, come mostra la Figura 2, a metà degli anni novanta si sono raggiunte punte oltre l 11%. La situazione nel Mezzogiorno d Italia appare più problematica: il tasso di disoccupazione è, infatti, passato dal 14,1% dell inizio del 1993 ad oltre il 20% nel 1999, per poi decrescere tendenzialmente fino a ritornare al livello del 14,1% nel primo trimestre La Figura 2 mostra, oltre al costante divario territoriale, anche una maggiore oscillazione stagionale della disoccupazione nel Mezzogiorno rispetto all Italia, così denotando una situazione lavorativa più instabile. Inoltre è da segnalare, per contrasto, la performance delle regioni settentrionali: a partire dal 2000 fanno registrare un tasso di disoccupazione medio costantemente al di sotto del 5%. Esiste nel mercato del lavoro italiano una forte differenziazione di genere. La Figura 2 mostra che il tasso di disoccupazione dei maschi è costantemente inferiore rispetto alle femmine. Ad inizio 2006 esso era pari al 6,1% per gli uomini e 9,9% per le donne. Nel Mezzogiorno, il tasso di disoccupazione maschile segue un andamento simile a quello femminile nazionale, mentre la disoccupazione femminile raggiunge il livello del 18,9% ad inizio 2006, ma con punte di oltre il 25% nella seconda metà degli anni novanta. 8

9 FIGURA 2 Italia: tassi di disoccupazione (%) per ripartizione e sesso fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro bancadati Conistat Il mercato del lavoro italiano presenta una disoccupazione di lunga durata (oltre i 12 mesi) pari a poco meno della metà del totale della disoccupazione (Tabella 3). Anche in questo caso esiste una differenziazione territoriale: se al Nord i disoccupati da oltre 12 mesi sono circa un terzo del totale, nel Mezzogiorno l incidenza è di oltre il 50%. In altre parole, il 14,1% delle persone disposte a lavorare non hanno un occupazione e oltre la metà si trovano in tale condizione da oltre un anno. La disoccupazione giovanile (persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni) è un fenomeno importante a livello nazionale, con un tasso di disoccupazione giovanile del 24,1%, ma il dato del Mezzogiorno è ancora più grave: il 37,5% dei giovani disposti a lavorare non trova un occupazione, segnalando una grande difficoltà dell ingresso nel mondo del lavoro. Come mostra la Tabella 3, negli ultimi due anni tale dato non ha mostrato netti segni di cambiamento. TABELLA 3 Italia: tassi % di disoccupazione per ripartizione trimestre DI LUNGA DURATA GIOVANILE Nord Centro Sud - Isole Italia Nord Centro Sud e Isole Italia 2004/1 1,4 3,4 8,9 4,1 11,0 21,5 38,8 23,4 2004/2 1,4 2,6 8,3 3,8 13,2 23,4 38,9 24,6 2004/3 1,4 2,6 7,3 3,5 13,0 17,6 33,6 21,4 2004/4 1,6 2,8 8,3 3,9 13,3 23,1 39,2 24,7 2005/1 1,5 3,0 8,5 3,9 12,6 22,0 41,2 25,0 2005/2 1,4 3,0 8,1 3,8 11,5 19,6 38,2 22,9 2005/3 1,2 2,5 7,2 3,3 13,5 24,2 36,8 23,6 2005/4 1,7 2,8 8,2 3,9 15,2 18,7 38,1 24,3 2006/1 1,4 2,8 7,7 3,6 13,7 21,7 37,5 24,1 fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro bancadati Conistat Le informazioni sulla disoccupazione, per ripartizione geografica, per sesso, per durata e per classe d età, costituiscono un fondamentale riferimento per analizzare le condizioni socioeconomiche della popolazione, ma per avere un quadro completo, seppure generale, del mercato del lavoro è necessario ricorrere ad altri indicatori. Il primo di questi è il tasso di attività della popolazione, vale a dire il numero di persone attive nel marcato del lavoro, in rapporto al totale della popolazione in età lavorativa. L importanza di tale indicatore è dovuta al fatto che esso indica il potenziale produttivo di un economia; inoltre, una larga partecipazione nel marcato del lavoro costituisce un segnale di sviluppo economico e sociale. 9

10 La Tabella 4 raccoglie i dati sulla partecipazione del lavoro in Italia, per trimestre, a partire dal 2004, considerando la fascia d età fra i 15 e i 64 anni. Come si vede, il tasso di attività nel Mezzogiorno è notevolmente inferiore rispetto al Nord e all Italia nel suo totale: nel primo trimestre 2006 si è registrata una differenza di 15 punti percentuali con il nord e di oltre otto punti percentuali con il totale dell Italia. Inoltre, nel corso dei due anni considerati non è evidente alcun fenomeno di convergenza fra i tassi, piuttosto, il divario si è allargato. L informazione che fornisce il tasso consiste nel fatto che nel Mezzogiorno, solo meno di 54 persone in età lavorativa su cento sono attive nel mercato del lavoro, vale a dire, lavorano o cercano lavoro; le rimanenti 46 persone non vogliono o non possono lavorare. La partecipazione femminile è ancora più bassa, meno di 38 donne su cento fra i 15 e i 64 anni, e la differenza con il resto d Italia è ancora più marcata. Il dato sui tassi di attività del Mezzogiorno è particolarmente negativo se viene confrontato con i valori medi dei Paesi industrializzati (Tabella 2). Considerando che la media OCSE è superiore al 70%, la scarsa partecipazione che si riscontra fra le regioni dell Italia meridionale, denotando una scarsa propensione ad inserirsi nel mondo del lavoro, anche per le difficoltà e le rigidità ancora presenti nel mercato italiano. TABELLA 4 Italia: tassi % di attività e di occupazione per ripartizione ATTIVITÀ (15 64 ANNI) OCCUPAZIONE (15 64 ANNI) trimestre Sud - Isole Nord Italia Nord Centro Sud - Isole Italia Femmine Totale Femmine Totale Femmine Totale Totale Totale Totale Totale 2004/1 39,0 54,1 58,3 67,8 50,6 62,2 64,8 59,6 45,2 56,8 2004/2 38,7 54,5 58,1 67,7 50,4 62,5 64,9 61,2 46,2 57,5 2004/3 37,8 53,9 58,1 67,8 50,1 62,3 65,0 61,2 46,5 57,7 2004/4 39,2 54,8 58,9 68,4 51,3 63,1 65,2 61,6 46,5 57,8 2005/1 37,8 53,7 58,6 68,1 50,4 62,3 65,2 60,5 45,3 57,1 2005/2 37,5 53,8 58,5 68,0 50,3 62,4 65,3 61,2 46,2 57,7 2005/3 36,3 52,8 58,0 67,8 49,6 61,8 65,1 60,7 45,7 57,4 2005/4 38,4 53,9 59,2 68,6 51,2 62,9 65,3 61,6 46,2 57,8 2006/1 37,8 53,6 59,2 68,6 50,9 62,7 65,7 61,6 46,0 57,9 fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro bancadati Conistat Il tasso di occupazione, anch esso riportato all interno della Tabella 4, mostra che in Italia, complessivamente, lavora il 57,9% delle persone in età fra i 15 e i 64 anni; nel Mezzogiorno il tasso è nettamente inferiore, pari al 46% nel primo trimestre In sintesi, su cento residenti nel Mezzogiorno con età comprese fra i 15 e i 64 anni, oltre 46 non sono interessati a lavorare; d altra parte, coloro che hanno un occupazione sono 46, mentre meno di 8 persone sono disposte a lavorare ma non hanno un occupazione. Il mercato del lavoro in Sardegna La situazione occupazionale in Sardegna riflette, pur con alcune peculiarità, quella del Mezzogiorno d Italia. La Tabella 5 mostra che la forza lavoro sarda è costituita nel primo trimestre del 2006 da 675 mila persone pari a circa il 41% del totale della popolazione residente. Rispetto allo stesso periodo di due anni prima si è registrata una diminuzione di circa 9 mila unità, a causa sia del tendenziale invecchiamento della popolazione con la conseguente uscita dal mercato del lavoro dei nuovi pensionati, sia per una minore partecipazione al mercato del lavoro da parte di cittadini in età lavorativa. Sono, infatti, aumentati i cittadini in età lavorativa che non sono attivi da un punto di vista occupazionale: si è passati dalle 467 mila unità del primo trimestre 2004 a 478 mila unità del primo trimestre

11 La partecipazione femminile alla forza lavoro è del 37%, ma, a dispetto della naturale evoluzione per un economia avanzata, è in diminuzione rispetto a due anni prima. È ancora alto il numero di donne che, seppure in età lavorativa, non partecipano al mercato del lavoro: nel primo trimestre 2006 si è registrata una percentuale del 67% di donne su un totale di 478 mila persone fra i 15 e i 64 anni che non lavorano e non cercano un occupazione. TABELLA 5 Sardegna: popolazione (migliaia) per condizione lavorativa TRIMESTRE POPOLAZIONE FORZE DI LAVORO DI CUI FEMMINE NON FORZA LAVORO IN ETÀ LAVORATIVA DI CUI FEMMINE OCCUPATI DI CUI FEMMINE PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE DI CUI FEMMINE 2004/ % % % % 2004/ % % % 94 52% 2004/ % % % 84 46% 2004/ % % % 96 49% 2005/ % % % 82 48% 2005/ % % % 91 53% 2005/ % % % 89 56% 2005/ % % % 93 54% 2006/ % % % 81 53% fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Serie storiche regionali (I trimestre 2006) Il numero di occupati presenta un aumento di 19 mila unità rispetto al primo trimestre 2004, assestandosi ad inizio 2006 su 594 mila, ma solo il 35% dei quali è costituito dalla componente femminile. Anche il numero di disoccupati fornisce un confortante calo di 28 mila unità, ma è da evidenziare che non tutti questi cittadini hanno trovato un lavoro. Un gran numero di persone che non risultano più disoccupate, o in cerca di un occupazione, hanno infatti smesso di cercare lavoro e sono uscite dalla forza lavoro entrando invece in quella componente di popolazione in età lavorativa ma inattiva. Si tratta di un dato sorprendente che richiede maggiore approfondimento. All interno dell Appendice sono raccolte le definizioni adottate dall Istat che determinano lo status di occupato/in cerca di lavoro. Per appartenere alla forza lavoro è necessario essere occupati oppure disoccupati; ci si trova nel secondo caso solo se non si è occupati e se ricorrono contemporaneamente due condizioni: 1) aver cercato attivamente un lavoro nel corso dell ultimo mese; 2) essere disponibili ad iniziare un lavoro entro due settimane. FIGURA 3 Sardegna: popolazione inattiva in età lavorativa per atteggiamento verso il lavoro fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Serie storiche regionali (I trimestre 2006) Attraverso la Figura 3 si cerca di spiegare il grande numero di cittadini sardi in età lavorativa che non lavorano e che non possono essere considerati disoccupati. Le persone che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare nel primo trimestre 2006 sono in leggera 11

12 diminuzione fra i maschi (- 5 mila unità) ma in netto aumento fra le donne (+ 17 mila). Appare evidente una difficoltà nel cercare un occupazione: sono in netto aumento le persone che cercano lavoro ma senza azioni concrete (secondo l Istat: attivamente ) sia fra gli uomini sia fra le donne. Inoltre esiste una quota rilevante di persone, seppure in diminuzione, che si dichiarano disponibili a lavorare, ma che non cercano un occupazione. TABELLA 6 Sardegna: principali indicatori mercato del lavoro TASSO DI ATTIVITÀ (15-64) TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64) TASSO DI DISOCCUPAZIONE totale femmine maschi totale femmine maschi totale femmine maschi 2004/1 59,2 46,2 72,1 49,7 36,3 63,1 15,9 21,4 12,4 2005/1 58,6 43,5 73,6 51,4 36,6 66,1 12,2 15,8 10,0 2006/1 58,3 44,0 72,5 51,3 36,6 65,9 11,9 16,8 9,0 TRIMESTRE fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Serie storiche regionali (I trimestre 2006) La Tabella 6 presenta una sintesi del mercato del lavoro in Sardegna a partire dal primo trimestre 2004, attraverso i tre principali indicatori sull occupazione. Il tasso di attività è nettamente superiore alla media del Mezzogiorno, ma risulta ancora minore rispetto al dato nazionale (Tabella 4): in Sardegna, nel primo trimestre 2006, oltre 58 persone su cento in età compresa fra i 15 e i 64 anni risultano partecipare alla forza lavoro. Esiste una forte differenza fra le componenti femminile e maschile: della prima componente risulta attivo solo il 44% (- 2,2 punti percentuali rispetto al 2004), mentre fra gli uomini in età lavorativa il 72,5% ha o cerca attivamente un occupazione. Il dato generale è in diminuzione, lasciando ipotizzare un processo di convergenza del tasso di attività verso il livello del Mezzogiorno, anziché verso il livello nazionale. Il tasso di occupazione negli ultimi due anni è in leggero aumento e si colloca ad inizio 2006 sul 51,3%; è un valore ancora nettamente inferiore al livello medio nazionale (57,9%), ma di circa cinque punti superiore alla media del Mezzogiorno. Se confrontato a livello internazionale, fra i Paesi industrializzati solo la Turchia ha un tasso di occupazione inferiore. Fra maschi e femmine esiste una differenza notevole: quasi due terzi degli uomini in età lavorativa risulta occupato, mentre solo poco più di un terzo delle donne ha un lavoro. Inoltre, l occupazione femminile non ha mostrato, negli ultimi due anni, chiari segni di crescita, a differenza della componente maschile. Il tasso di disoccupazione è in forte diminuzione: solo in due anni esso è passato dal 15,9% all 11,9%. Il calo maggiore ha interessato la componente femminile (- 4,6 punti percentuali) che si assesta nel primo trimestre 2006 al 16,8%, contro il 9% degli uomini. Il netto calo del tasso di disoccupazione nasconde un fenomeno di cui si è già accennato: molte persone, soprattutto donne, hanno lasciato lo status di disoccupato per uscire dalla forza lavoro, mentre ci si sarebbe aspettati che tali persone trovassero un occupazione. La situazione occupazionale in Provincia di Sassari Le informazioni sul mercato del lavoro al livello provinciale sono disponibili, in forma omogenea, solo per gli anni 2004 e 2005 e derivano dalla Rilevazione continua delle forze lavoro, indagine svolta dall Istat. Si tratta del massimo approfondimento territoriale da parte dell Istat; infatti, solo in occasione dei censimenti generali della popolazione è possibile stimare una serie di indicatori sull occupazione anche a livello sub-provinciale di sistema locale del lavoro e comunale. Nel 2005 le forze lavoro della Provincia di Sassari ammontavano a circa 202 mila unità, di cui 128 mila costituite da uomini (62,3%) e 77 mila da donne (37,7%). Si è registrato (Tabella 7) un lieve aumento rispetto all anno precedente (+ 4 mila unità): è un dato in controtendenza rispetto alla regione Sardegna, in quanto Sassari è l unica provincia della regione che ha visto aumentare le proprie forze lavoro. 12

13 TABELLA 7 Province della Sardegna: Forze lavoro FIGURA 4 Tasso di attività maschi femmine totale maschi femmine totale SARDEGNA Sassari Nuoro Cagliari Oristano ITALIA dati in migliaia di unità fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali Anche la partecipazione al mercato del lavoro in provincia di Sassari è maggiore rispetto al resto della Sardegna, con un tasso di attività del 62,1%, dato nettamente superiore alla media regionale (59,2%), e che si avvicina notevolmente alla media nazionale, pari al 62,4%. La buona partecipazione alle forze lavoro della provincia di Sassari rappresenta un dato positivo, soprattutto se confrontata con i dati della regione e del Mezzogiorno d Italia in generale, ma si colloca ancora ad un livello molto basso rispetto alla media europea e dei Paesi Ocse. Si rammenta che una consistente quota della popolazione che lavori o sia disponibile a lavorare rappresenta uno dei principali indicatori del potenziale produttivo di un area. La provincia di Sassari presenta, in tale contesto, dei valori notevolmente superiori alla media del Mezzogiorno, che devono incoraggiare ad accelerare il processo di convergenza verso le migliori prestazioni delle province del nord d Italia. A fronte di una crescita delle forze lavoro non si registra un corrispondente aumento del numero di persone occupate: queste sono nel 2005 meno di unità (Tabella 8), con un aumento di meno di 100 unità rispetto all anno precedente. È stata registrata una crescita di circa duemila unità da parte della componente maschile, ma essa è stata compensata da una corrispondente diminuzione del numero di donne occupate. Dal fronte del numero di occupati, la provincia di Sassari ha registrato una prestazione inferiore rispetto alla provincia di Cagliari, dove l occupazione è, seppure in entità modesta, in crescita. Il tasso di occupazione della provincia di Sassari è pari nel 2005 al 52,6%, superiore sia alla media regionale sia al dato relativo alla provincia di Cagliari, ma nettamente inferiore alla media nazionale (57,5%). È soprattutto la componente femminile a far deprimere il tasso medio di occupazione: questo è infatti pari al 36,3%, contro il 68,8% dei maschi. Si noti che la percentuale media di donne italiane fra i 15 e i 64 anni che lavorano è nettamente superiore, pari al 45,3%, mentre la provincia di Sassari, come tutta la Sardegna, sembra ancorata ai bassi valori del Mezzogiorno. TABELLA 8 Province della Sardegna: Occupati FIGURA 5 Tasso di occupazione TOTALE DI CUI % FEMMINE TOTALE DI CUI % FEMMINE SARDEGNA , ,7 Sassari , ,3 Nuoro 94 37, ,5 Cagliari , ,0 Oristano 55 33, ,9 ITALIA , ,1 dati in migliaia di unità fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali 13

14 L occupazione in provincia di Sassari è fortemente concentrata nei settori dei servizi (Tabella 9), con poco meno di 120 mila occupati, mentre le manifatture raccolgono circa 43 mila lavoratori; l agricoltura rappresenta circa il 5% del totale degli occupati, con meno di 10 mila unità. L agricoltura è anche l unico settore economico dove prevale la figura del lavoratore autonomo rispetto all occupazione alle dipendenza. La figura 6 mostra che in tale settore in provincia di Sassari è presente una quota di lavoratori autonomi nettamente superiore alla media nazionale, anche a causa della minore industrializzazione dell agricoltura. All interno dei settori manifatturieri la percentuale di lavoratori dipendenti sfiora l 80%, mentre è di qualche punto inferiore nei servizi. TABELLA 9 Province della Sardegna: Occupati per settore Agricoltura Industria di cui: in senso stretto Servizi dipend. Indipend. totale dipend. Indipend. totale dipend. Indipend. totale dipend. Indipend. totale Sardegna Sassari Nuoro Cagliari Oristano Italia dati in migliaia di unità fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali FIGURA 6 Lavoratori autonomi e occupazione alle dipendenze 2005 fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali Da un esame dei dati raccolti all interno della Tabella 7, si è visto che le forze lavoro in provincia di Sassari sono cresciute dal 2004 al 2005 di circa 4 mila unità. Si tratta, purtroppo di un aumento imputabile interamente alla componente delle persone in cerca di occupazione, che sono cresciute, infatti, di 4 mila unità, passando dalle circa 27 mila del 2004 alle 31 mila del 2005 (Tabella 10). Si noti che è un dato nettamente in contro-tendenza rispetto al totale nazionale e alle altre province sarde. Se in Italia si è registrata una diminuzione del numero di disoccupati del 3,7% (in Sardegna del 7,4%), la variazione in provincia di Sassari è stata invece del +14%. La Figura 7 mostra chiaramente l andamento congiunturale dei principali aggregati sull occupazione: il totale nazionale mostra un andamento virtuoso, vale a dire, crescita della forza lavoro, crescita del numero di occupati e diminuzione delle persone in cerca di lavoro. I totali regionali mostrano, d altra parte, una forte diminuzione del numero di disoccupati e una moderata crescita degli occupati, ma un, seppur lieve, calo della forza lavoro, cioè del potenziale produttivo regionale. Per la provincia di Sassari non si registra alcun aumento del numero degli occupati, ma una forte crescita dei disoccupati: la conclusione è che in provincia è cresciuto notevolmente il potenziale produttivo della popolazione, ma tale potenziale non ha trovato uno sbocco produttivo creando un gran numero di disoccupati, La crescita della disoccupazione in provincia di Sassari ha coinvolto principalmente le donne (+16,7%), le quali dimostrano di essere la componente con le maggiori difficoltà a trovare un occupazione. Tuttavia, anche tale dato è in contro-tendenza rispetto all aggregato nazionale, 14

15 dove la disoccupazione femminile presenta delle percentuali in diminuzione anche maggiori rispetto agli uomini. TABELLA 10 Province della Sardegna: Disoccupati variazione % maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale SARDEGNA ,4-2,5-7,4 Sassari ,6 16,7 14,0 Nuoro ,0-9,1-0,4 Cagliari ,4-14,1-19,8 Oristano ,6 0,7-10,6 ITALIA ,4-4,8-3,7 dati in migliaia di unità fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali FIGURA 7 Indicatori congiunturali sull occupazione fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali Come mostra la tabella 11, il tasso di disoccupazione in provincia di Sassari si è assestato nel 2005 al 15,2%, in crescita rispetto all anno precedente. È il tasso di disoccupazione più alto fra le quattro province sarde e molto distante dal 7,7% medio nazionale. L andamento congiunturale in provincia, come si è detto, è contrario rispetto sia alla Sardegna in generale sia al totale nazionale, dove si è registrata una diminuzione della disoccupazione. Il dato può essere letto affermando che su cento persone disposte a lavorare, solo poco meno di 85 hanno effettivamente un occupazione, mentre le altre 15 assumono lo status di forza lavoro inutilizzata, vale a dire di disoccupati. Il tasso di disoccupazione fra le donne assume un valore particolarmente negativo: quasi un quarto delle donne disposte a lavorare non trova un occupazione. La differenza rispetto al totale nazionale è altissima, pari a 13 punti percentuali, ma è anche da rilevare la differenza di 5 punti percentuali con la media della Sardegna. Questo dato è da correlare alle informazioni raccolte all interno della tabella 7, dove si è mostrato che la partecipazione femminile in provincia di sassari è la più alta della Sardegna e, al contrario rispetto alle altre province, essa è in crescita. Nel brevemedio termine, la maggiore partecipazione femminile, di per sé un fatto sicuramente positivo, ha portato ad una crescita degli indicatori relativi alla disoccupazione delle donne, in quanto esse non trovano un occupazione, pur essendo sempre di più quelle disposte a lavorare. Un altro grave aspetto della disoccupazione in provincia di Sassari è relativo ai giovani. Anche in questo caso, Sassari detiene il primato negativo fra le quattro province sarde. Come riporta la Tabella 11, il 35,5% delle persone con un età compresa fra i 15 e i 24 anni che sono disposte a lavorare non trovano un occupazione. Si tratta di un chiaro segnale della difficoltà da 15

16 parte dei giovani di trovare la prima occupazione, problema particolarmente grave per la componente femminile, dove il tasso di disoccupazione giovanile supera il 45%. TABELLA 11 Province della Sardegna: tassi di disoccupazione medi (15-24 anni) MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE MASCHI FEMMINE TOTALE SARDEGNA 11,3 18,1 13,9 9,8 18,0 12,9 28,2 38,6 32,6 Sassari 9,6 20,2 13,6 10,4 23,1 15,2 29,4 45,2 35,5 Nuoro 7,7 14,0 10,2 8,4 13,4 10,3 27,2 33,5 29,9 Cagliari 14,3 18,1 15,8 10,9 16,1 12,9 28,6 34,0 31,1 Oristano 7,5 18,3 11,4 5,4 19,1 10,2 23,8 46,7 32,6 ITALIA 6,4 10,5 8,0 6,2 10,1 7,7 21,5 27,4 24,0 fonte: Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali L indagine sperimentale sulle forze lavoro nel Comune di Sassari L Ufficio Statistica del Comune di sassari, in collaborazione con il Master in Statistica Applicata dell Università di Sassari, svolge un indagine sulle forze lavoro all interno del territorio comunale, con l obiettivo di studiare in dettaglio le condizioni lavorative, di disoccupazione, di ricerca del lavoro e gli atteggiamenti verso il mercato del lavoro della popolazione in età lavorativa, residente nel Comune di Sassari. Si tratta di informazioni inedite, in quanto né l Istat né altri enti forniscono informazioni sul mondo del lavoro con dettaglio a livello di comune. Attraverso l approccio delle indagini statistiche campionarie, nel corso del mese di giugno è stata svolta la seconda indagine, la quale mantiene un carattere sperimentale per l innovatività dello strumento sia all interno della struttura comunale sia nel territorio più in generale. Tuttavia si auspica che tale indagine assuma una forma standardizzata e possa essere ripetuta con regolarità nel tempo, sia per le problematicità occupazionali presenti nel territorio comunale, sia per creare un quadro informativo che consenta uno studio dinamico, congiunturale e tendenziale, dei fenomeni sotto esame. Rimandando al rapporto Indagine sperimentale sulle forze di lavoro nel Comune di Sassari del dicembre 2005 per i dettagli sulla metodologia statistica adottata, si anticipano in questa sede i principali risultati ottenuti nel corso della seconda indagine sperimentale, il cui rapporto è in corso di elaborazione. Si rammenta che l indagine, giunta alla seconda edizione, è in corso di perfezionamento e i dati che si presentano di seguito devono essere considerati preliminari; inoltre essi possono contenere una componente stagionale di cui i dati a livello di provincia sono esenti, in quanto presentati dall Istat come media annuale. La Tabella 12 raccoglie i principali indicatori sull occupazione ricavati dall indagine svolta all interno del territorio comunale. Innanzitutto, si registra una partecipazione al mercato del lavoro di poco meno del 60% della popolazione in età fra i 15 e i 64 anni: il confronto con i dati provinciali, e relativi alla media del 2005, mostra che la partecipazione è inferiore a Sassari rispetto al totale provinciale, a causa della notevole differenza della componente maschile (-6,4 punti percentuali), e anche ad una minore partecipazione giovanile. Di conseguenza, anche la forbice maschi-femmine relativa alla partecipazione è inferiore in Comune rispetto alla provincia di Sassari. Per quanto riguarda il tasso di occupazione, oltre 54 persone su cento in età fra i 15 e i 64 anni ha un occupazione, con una forte differenza fra maschi e femmine: la differenza è pari a 18,9 punti percentuali, in quanto il tasso si colloca sul valore di 45% per le donne e di 63,9% per gli uomini. Questo dato è da mettere in correlazione con la minore disponibilità da parte delle donne ad entrare nel mercato del lavoro e con la maggiore difficoltà a trovare un occupazione da parte di 16

17 quelle che decidono di entrarvi. Tuttavia, l indagine condotta nel comune di Sassari mette in luce una differenza di genere nettamente inferiore rispetto alla provincia, dove consiste in 32,5 punti percentuale. È da segnalare che nei grandi centri urbani è consuetudine che la partecipazione femminile al lavoro sia superiore rispetto alle aree rurali, fatto che si riflette anche sui tassi di occupazione. TABELLA 12 Indicatori sull occupazione: Comune di Sassari Comune * giugno 2006 Provincia ** media 2005 TASSO DI ATTIVITÀ (15 64 ANNI)% 59,9 62,1 Femmine 49,7 47,3 Maschi 70,5 76,9 giovani (15 24 anni) 39,7 44,0 TASSO DI OCCUPAZIONE (15 64 ANNI)% 54,3 52,6 Femmine 45,0 36,3 Maschi 63,9 68,8 giovani (15 24 anni) 32,8 28,4 TASSO DI DISOCCUPAZIONE (15 64 ANNI)% 9,4 15,2 Femmine 9,5 23,1 Maschi 9,3 10,4 giovani (15 24 anni) 17,4 35,5 fonte: * Comune di Sassari Università di Sassari Indagine sperimentale sulle forze lavoro ** Istat, Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro Stime provinciali Il tasso di disoccupazione stimato per il Comune di Sassari è pari al 9,4%, sensibilmente inferiore rispetto al totale provinciale. Tale differenza è dovuta quasi totalmente al notevole divario fra tasso di disoccupazione femminile nel comune rispetto alla provincia. Sebbene in città sia più alta la partecipazione femminile al mercato del lavoro e sia anche relativamente più facile trovare un occupazione, la differenza che si riscontra fra il dato provinciale e quello comunale appare degna di ulteriori analisi e approfondimenti. Per quanto riguarda i giovani fra i 15 e i 24 anni, si registra un tasso di attività del 39,7%, inferiore rispetto al 44,% provinciale, la differenza da mettere in relazione anche con la minore dispersione scolastica e con la più agevole possibilità di proseguire gli studi all università da parte dei giovani che vivono in città. D altra parte, il tasso di disoccupazione giovanile registrato all interno del territorio comunale, pari al 17,4% è senza dubbio allarmante per quanto riguarda la difficoltà di trovare una prima occupazione da parte dei giovani, ma è senza dubbio un dato positivo se raffrontato col 35,5% della provincia. L approfondimento delle analisi del mercato del lavoro a livello comunale permette di evidenziare le differenze che possono esistere fra un medio centro urbano e capoluogo di provincia come Sassari e il resto del territorio provinciale. L indagine comunale sulle forze lavoro analizza le caratteristiche dell occupazione e della disoccupazione, approfondendo le indagini dell Istat fino a fornire informazioni utili a livello comunale e intra-comunale. La scarsità delle informazioni a livello locale, o l inadeguatezza delle stesse, non permette ai decisori pubblici e ai vari portatori di interessi privati e pubblici di analizzare correttamente le dinamiche e le criticità del mercato del lavoro locale al fine di valutare gli effetti delle politiche del lavoro e apporta-re eventuali interventi correttivi. Tuttavia, in questa sede non è stato possibile approfondire l analisi oltre i principali indicatori raccolti nella tabella 12 in quanto è ancora in corso l elaborazione dei dati raccolti per mezzo dell indagine. Non si può che rimandare al Rapporto sulle forze lavoro del comune di Sassari per ulteriori analisi sia a livello intra-comunale, vale a dire per quartieri, sia per quanto riguarda i diversi fenomeni che sottostanti il mondo del lavoro e che affiorano nei principali indicatori. 17

18 Appendice Tutte le stime ufficiali relative al mondo del lavoro derivano dalla rilevazione continua delle forze lavoro dell Istat. Tale rilevazione costituisce uno strumento essenziale per l individuazione di elementi critici a livello regionale e per la progettazione di politiche del lavoro basate sulle necessità del territorio. Sin dalla sua introduzione all inizio degli anni cinquanta, l indagine svolge un ruolo di primo piano nella documentazione statistica e nell analisi della situazione occupazionale in Italia e si rivela uno strumento conoscitivo indispensabile per decisori pubblici, media, cittadini. La rilevazione sulle forze di lavoro riveste un ruolo di primo piano nella documentazione statistica sul mercato del lavoro. Oltre a misurare l occupazione e la disoccupazione, l indagine approfondisce modalità e gradi di partecipazione al mercato del lavoro, fenomeni la cui conoscenza è considerata sempre più fondamentale per un puntuale monitoraggio delle condizioni di lavoro nel Paese. Popolazione in età lavorativa: comprende le persone di età compresa fra i 15 e i 74 anni; il limite d età è stato spostato dai 64 ai 74 anni con la revisione dell indagine sulle forze lavoro. Forza di lavoro: comprende le persone occupate e quelle disoccupate / in cerca di occupazione. Inattivo: persona che non fa parte delle forze di lavoro, vale a dire che non sia né occupato né disoccupato / in cerca di occupazione. Occupato: persona di età di 15 anni e oltre che nella settimana di riferimento dell indagine abbia svolto almeno un ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura, oppure che abbia svolto almeno un ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collabora abitualmente; sia stata assente dal lavoro (per ferie, malattia, ecc.), se l assenza non supera tre mesi, oppure se durante l assenza abbia percepito almeno il 50% della retribuzione; nel caso di lavoro autonomo, se nel periodo di assenza sia mantenuta l attività. Disoccupato / in cerca di occupazione: persona di età lavorativa anni che non sia stata occupata durante la settimana di riferimento dell indagine, che abbia effettuato almeno un azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l indagine, che sia disposta a lavorare entro le due settimane successive all indagine, oppure che inizi un lavoro entro tre mesi dall indagine. Tasso di attività: rapporto tra il numero di persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione con 15 anni e oltre di età (tale tasso è spesso calcolato anche per diverse classi di età). Tasso di occupazione: rapporto tra il numero di occupati e la popolazione con 15 anni e oltre di età (tale tasso è spesso calcolato anche per diverse classi di età). Tasso di disoccupazione: rapporto tra il numero di disoccupati / in cerca di occupazione e la forza di lavoro. Tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra il numero di disoccupati / in cerca di occupazione da dodici mesi e oltre e la forza di lavoro. Tasso di disoccupazione giovanile: tasso di disoccupazione per le persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni. 18

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