UNIVERSITA degli STUDI di GENOVA. Didattica e laboratorio di fisica. Professoressa Mirando Pilo Professoressa Maria Teresa Tuccio

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "UNIVERSITA degli STUDI di GENOVA. Didattica e laboratorio di fisica. Professoressa Mirando Pilo Professoressa Maria Teresa Tuccio"

Transcript

1 UNIVERSITA degli STUDI di GENOVA S. S. I. S. Scuola di Specializzazione all Insegnamento Secondario a. a Didattica e laboratorio di fisica Professoressa Mirando Pilo Professoressa Maria Teresa Tuccio Noemi Chirico Indirizzo Matematico Scientifico Classe A059 I anno Tematica dell unità didattica: Struttura e funzionamento dell occhio umano

2 1 Tematica dell unità didattica: Struttura e funzionamento dell occhio umano Contenuti: Esperienza 0 La moneta che compare Esperienza 0.1 la propagazione rettilinea della luce Esperienza 1 Come funziona la pupilla Esperienze 2 Come si formano le immagini sulla retina Esperienza 2.1 Quando la luce passa attraverso la pupilla Esperienza 2.2 La camera oscura Esperienza 2.3 Aggiungendo una lente. Esperienza 2.4 Come funziona il cristallino Esperienza 3 I meccanismi della visione in condizione di scarsa luminosità Struttura dell'occhio umano e meccanismo della visione Obiettivi specifici: Conoscere la struttura anatomica dell occhio Conoscere il funzionamento dell occhio umano Acquisire una terminologia specifica al tema Obiettivi trasversali: Stimolare la formulazione di ipotesi raccogliendo e analizzando dati Stimolare la verifica delle ipotesi attraverso il confronto in classe Aumentare le capacità di verbalizzazione e sintesi Contribuire al raggiungimento di abilità sociali attraverso il lavoro di gruppo Elaborare contributi personali (relazioni oggettive e soggettive) Guidare a compiere collegamenti interdisciplinari (fisica-biologia) Sviluppare le capacità manuali Saper comunicare in modo chiaro i risultati dello studio attraverso relazioni e schemi. Introduzione Questa unità didattica è pensata per una classe terza di scuola secondaria di primo grado. Ha una forte caratteristica interdisciplinare, in quanto caratterizzata da un interconnessione fra biologia e fisica. Lo scopo di questa unità didattica è quello di affrontare lo studio della struttura dell occhio e contemporaneamente, attraverso alcune esperienze, permettere ai ragazzi di comprenderne il loro funzionamento. Prima fase I ragazzi verranno divisi dall insegnante in gruppi di 3/4 persone. Saranno loro proposti alcuni esperimenti che permetteranno di studiare alcune componenti fondamentali dell occhio come la pupilla, il cristallino, la retina e di comprenderne il funzionamento. Questi esperimenti saranno basati su esperienze della vita quotidiana e sulle idee che i ragazzi già hanno, per poi guidarli, attraverso osservazioni attente, ad appropriarsi di alcuni dei concetti disciplinari portanti. Alla fine di ciascuna esperienza vi sarà un momento di confronto in classe fra gli alunni e con l insegnante. 1

3 2 Poiché per affrontare le Esperienze 2 è necessario che i ragazzi abbiano già acquisito i concetti di propagazione rettilinea della luce e di rifrazione, riporto di seguito due esperienze che l insegnante potrebbe proporre alla classe per introdurre questi due fondamentali concetti e che dovranno essere svolte precedentemente rispetto a questa unità didattica. Esperienza 0 La moneta che compare Comprendere il fenomeno della rifrazione Materiale occorrente: pentola o un altro contenitore opaco una moneta o un altro oggetto circa delle stesse dimensioni (è essenziale che non galleggi) acqua Procedimento: I ragazzi mettono la moneta nella pentola, e si posizionano in modo tale che la moneta sia nascosta alla loro vista dal bordo della pentola. Poi, uno di loro o l insegnante stesso versa dell acqua nel contenitore. I ragazzi vedranno la moneta comparire. Alcuni, inoltre, potrebbero osservare che la moneta appare leggermente ingrandita, o che sembra galleggiare. Sviluppi successivi Il fenomeno della rifrazione della luce tra mezzi diversi che hanno osservato in maniera del tutto qualitativa può essere ripresentato ai ragazzi con la possibilità di esplorarlo quantitativamente: quello che serve sono gli apparati per un classico esperimento della misura dell indice di rifrazione: semicilindri di vetro o plexiglas, la possibilità di collimare un raggio di luce, strumenti per misurare lunghezze ed angoli; tutto quello che dovrebbe essere detto ai ragazzi in questa fase è che si presenta un fenomeno che è collegato con l esperienza della moneta che compare, mostrare una volta la deviazione del raggio di luce al passaggio per il semicilindro e lasciare che essi autonomamente stabiliscano le connessioni tra i due fenomeni, decidano se tenere o rigettare le teorie che avevano formulato in precedenza, e scelgano come operare un esperimento quantitativo per comprendere meglio il fenomeno, decidendo quali grandezze far variare ecc. Ciascun gruppo scriverà poi una piccola relazione di laboratorio nella quale saranno riportati i risultati delle misure e le conclusioni raggiunte. 2

4 3 Esperienza 0.1 la propagazione rettilinea della luce Far giungere alla consapevolezza della propagazione rettilinea della luce Materiale occorrente: sorgente di luce (lampada, proiettore) oggetto con un occhiello (es. tazzina da caffé) oggetto opaco che funga da schermo (es. quadernone, registro di classe) filo (spago, cotone,..) Procedimento: 1. Sul tavolo di lavoro vengono appoggiate la lampada, l oggetto e lo schermo. 2. La stanza viene oscurata per focalizzare l'attenzione sulla sorgente: la lampada illumina l'oggetto (tazzina) che a sua volta la diffonde in tutte le direzioni. 3. Un allievo del gruppo si posiziona dietro lo schermo in modo da non vedere la tazzina mentre un compagno lega le estremità dello spago alla lampada e lo fa passare nell occhiello dell oggetto. 4. L'allievo dietro lo schermo prende l altra estremità dello spago e lo tende fino a raggiungere il proprio occhio. 5. Nelle prove successive l'allievo cambierà posizione, alzandosi, abbassandosi, spostandosi rispetto allo schermo osservando ogni volta il percorso del filo. Tale attività é convincente rispetto all'obiettivo poiché gli alunni materializzano con il filo il percorso rettilineo della luce. Si può sottolineare ulteriormente che ci sono varie posizioni da cui si può osservare l'oggetto purché il percorso rettilineo non venga ostacolato, cioè il filo non si pieghi. E' opportuno far osservare agli allievi che ci sono raggi diffusi in tutte le direzioni da ciascun punto dell'oggetto. Esperienza 1 Come funziona la pupilla Prima di affrontare la struttura interna dell occhio si fanno riflettere i ragazzi sui suoi elementi esterni e sul loro funzionamento. Far osservare e distinguere le varie parti dell occhio esterno Far notare come cambia il diametro della pupilla al variare della luce che la illumina. Materiale occorrente: Uno specchio piano Una torcia elettrica Procedimento: 3

5 4 1. Ogni ragazzo osserva attraverso lo specchio il proprio occhio, quindi disegna e descrive ciò che vede. 2. Si diminuisce l illuminazione della stanza e si fa osservare attraverso lo specchietto la pupilla. 3. Con la torcia elettrica ciascun alunno illumina il proprio occhio (senza necessariamente far puntare la luce verso l occhio). Gli si chiede di osservare cosa accade. 4. Si chiede di spegnere la torcia e, con lo specchietto, di osservare nuovamente cosa accade alla pupilla. Cosa dovrebbero notare: Le diverse parti dell occhio esterno, in particolare l iride e la pupilla. Il fatto che la pupilla si contrae o si dilata in relazione alla variazione della luce. pupilla ristretta pupilla dilatata Esperienze 2 Come si formano le immagini sulla retina Le esperienze successive sono volte a far comprendere come funziona nel nostro occhio il sistema: pupilla - cristallino - retina. A tal fine sarà proposta ai ragazzi la costruzione di modelli. Il modello di pupilla e quello di camera oscura servono a capire come mai l'immagine che si forma sulla retina è capovolta e rimpicciolita, mentre il modello del cristallino serve a comprendere per quale ragione l'immagine è a fuoco. Prerequisiti: concetto di propagazione rettilinea della luce concetto di rifrazione Comprendere e rappresentare come si forma l'immagine sulla retina. Rappresentare con un modello la formazione dell'immagine sulla retina. 4

6 5 Esperienza 2.1 Quando la luce passa attraverso la pupilla Si costruisce un modello per comprendere cosa succede quando la luce passa attraverso un foro piccolo quale può essere la nostra pupilla. Far comprendere ai ragazzi che, per la propagazione rettilinea della luce, l'immagine che si forma è capovolta. Materiale occorrente: 4 fili di lana abbastanza grossa, lunghi circa 25 cm Assetta di legno (30 cmx30cm) Ago per lana Asticciola di legno Vite ad occhiello 2 cartoncini spessi di 20 cm x 20 cm Nastro adesivo Procedimento: 1. Si avvita ad una estremità dell'asticciola la vite ad occhiello e poi si fissa l'asticciola al centro della base in legno. 2. Si disegna un trapezio rettangolo su uno dei due cartoncini. 3. Con un ago si fanno passare i fili di lana attraverso i vertici del trapezio e si fissano sul retro del cartoncino con un nodo o con del nastro adesivo. 4. Si fissa con chiodini il cartoncino su uno dei lati più corti della base sistemandolo perpendicolarmente alla base stessa. 5. Si fissa con dei chiodini anche l'altro cartoncino al lato opposto. 6. Si fanno passare, tenendoli ben tesi, i fili attraverso l'occhiello dell'asticciola fissata al centro della base con l'ago e utilizzando il nastro adesivo li si fissa sul cartoncino opposto. 7. Si tratteggia con un pennarello la figura ottenuta. Domande che l insegnante potrebbe porre per far riflettere i ragazzi: Sapendo che la figura di partenza rappresenta un oggetto, la vite ad occhiello la nostra pupilla e la figura tratteggiata l'immagine che si forma sulla nostra retina, secondo te cosa rappresentano i fili di lana? La figura che ottieni è uguale a quella di partenza? 5

7 6 È disposta nello stesso modo? Dai una spiegazione del perché, a tuo avviso, succede questo. Cosa dovrebbero notare: I fili di lana rappresentano i raggi di luce. Durante questa esperienza gli alunni dovranno osservare che la figura tratteggiata è uguale alla figura di partenza, ma capovolta. Esperienza 2.2 La camera oscura La costruzione e l uso di una camera oscura serve per comprendere che, per la propagazione rettilinea della luce, l'immagine che si forma sulla retina è capovolta e può avere dimensioni diverse se è più o meno vicina al foro di ingresso della luce. Far comprendere che, per la propagazione rettilinea della luce, l'immagine che si forma sulla retina è capovolta e può avere dimensioni diverse se è più o meno vicina al foro di ingresso della luce. Materiale occorrente: Scatola da scarpe Foglio di carta traslucida Chiodo Vernice o carta nera opaca Taglierino Colla o nastro adesivo nero Biro Lampadina Procedimento: Si colora di nero tutta la parte interna (anche il coperchio) della scatola o la si riveste con carta nera opaca. Con un chiodo si pratica un forellino al centro del coperchio Si ritaglia sulla parete opposta una finestra alla quale si attaccherà dall'interno con colla o nastro adesivo nero un foglio di carta traslucida Si fissa il coperchio alla scatola con nastro adesivo Si pone davanti al forellino un oggetto ad esempio una biro e lo si illumina con una lampadina. Domande che l insegnante potrebbe porre per far riflettere i ragazzi: Guarda attraverso il foglio di carta da lucido. Che cosa vedi? La biro è uguale a quella che hai messo davanti al forellino? E' nella stessa posizione? Prova ad allontanare la penna e mentre la muovi osserva attraverso la carta da lucido, facendo attenzione che la penna sia sempre illuminata dalla lampadina e che tu veda la sua immagine sullo schermo. Cosa noti? Prova ora ad avvicinare la penna e vedi cosa succede all'immagine. 6

8 7 Il forellino rappresenta la nostra pupilla, l'immagine che si forma sullo schermo traslucido rappresenta l'immagine che si forma sulla nostra retina. Poiché la distanza pupilla-retina è sicuramente molto più piccola della distanza oggetto-pupilla, l'immagine che si forma sulla nostra retina è rimpicciolita. Cosa dovrebbero notare: I ragazzi dovrebbero notare che l'immagine che si forma sullo schermo traslucido è capovolta e sfocata: allontanando la penna la sua immagine è sempre capovolta ma si rimpicciolisce, mentre avvicinandola si ingrandisce. Esperienza 2.3 Aggiungendo una lente. Questa esperienza è volta a mostrare come l'immagine che si forma sulla retina è capovolta, rimpicciolita e nitida, data la presenza nell occhio di una lente. Capire il funzionamento dell occhio Comprendere che l immagine che si forma sulla retina è capovolta, rimpicciolita e nitida Materiale Occorrente: Scatolone di cartone con una faccia aperta Lente convergente Coltello Foglio di carta traslucida Procedimento: 1. Si prende uno scatolone di cartone e sul fondo si pratica un foro con le stesse dimensioni della lente. 2. Dalla parte interna dello scatolone si fissa con del nastro adesivo la lente in coincidenza del foro 3. Si appoggia lo scatolone su una delle facce laterali, lo si rivolge verso l aula e si introduce dalla parte aperta il foglio di carta da lucido. 7

9 8 Domande che l insegnante potrebbe porre per far riflettere i ragazzi: Cosa vedi? Muovi il foglio e osserva cosa succede. Vedi sempre nello stesso modo? Chiedi ad un compagno di porre davanti alla lente un oggetto. Riesci a vederlo bene? Cosa devi fare, secondo te, per avere un immagine nitida, non sfocata? Se al foro si aggiunge una lente convergente la figura che si vede è molto più piccola di quella reale, è invertita rispetto ad essa ed è a fuoco. La lente convergente rappresenta il sistema di lenti del nostro occhio. Quando la luce passa attraverso di essa viene deviata per il fenomeno della rifrazione. Nel nostro modello, noi muoviamo il foglio di carta da lucido per ottenere l'immagine a fuoco. Nel caso dell'occhio, invece, è fissa la posizione della retina, è il nostro cristallino che, grazie al muscolo ciliare, cambia forma e dimensione a seconda della distanza dei vari oggetti. Esso ci permette così di mettere sempre a fuoco sulla retina oggetti posti a distanze diverse. Nessuna lente artificiale ha questa capacità: nel caso di un oggetto posto vicino per avere l'immagine a fuoco senza spostare il foglio dovremmo cambiare la lente. Cosa dovrebbero notare: I ragazzi dovrebbero notare che inizialmente si vedrà un'immagine capovolta, rimpicciolita, ma confusa: soltanto muovendo il foglio di carta da lucido si potrà mettere a fuoco l'immagine. Esperienza 2.4 Come funziona il cristallino Per vedere distintamente un oggetto è necessario che l immagine che si forma sulla retina sia a fuoco. Se le parti costituenti l occhio fossero fisse ed immobili vi sarebbe una sola distanza oggetto per cui l immagine sarebbe nitida. Con questa esperienza si costruisce un modello di occhio in cui è possibile variare la curvatura della lente e quindi vedere come le immagini poste a più distanze possano rimanere nitide senza spostare lo schermo. Capire il funzionamento del cristallino Capire il funzionamento dell occhio 8

10 9 Materiale Occorrente: Scatolone di cartone con una faccia aperta Tre lenti convergenti morbide (a curvatura variabile) Coltello Foglio di carta traslucida Procedimento: 1. Si prende uno scatolone di cartone e sul fondo si pratica un foro con un diametro di circa 6 cm. 2. Si appoggia sulla cattedra lo scatolone e lo si rivolge con il foro verso l aula 3. Si sovrappongono le tre lenti, e tenendole distese le si avvicinano al foro 4. Si introduce dalla parte aperta il foglio di carta da lucido fino a che l immagine della parete che sta in fondo all aula è nitida 5. Un altro alunno si pone a una distanza di circa 1 1,5 m. Domande che l insegnante potrebbe porre per far riflettere i ragazzi: Cosa vedi? L immagine del tuo compagno è nitida? Prova ora a modificare la curvatura delle lenti? Cosa succede? Le lenti rappresentano il cristallino che, grazie al muscolo ciliare, cambia forma e dimensione a seconda della distanza dei vari oggetti. Esso ci permette così di mettere sempre a fuoco sulla retina oggetti posti a distanze diverse. Cosa dovrebbero notare: I ragazzi dovrebbero notare che inizialmente l'immagine osservata sarà capovolta, ma confusa: muovendo il foglio di carta da lucido si potrà mettere a fuoco l'immagine lontana. Quando si pone un oggetto più vicino l'immagine non sarà più nitida ma basterà cambiare la curvatura delle lenti per averla di nuovo a fuoco. Esperienza 3 I meccanismi della visione in condizione di scarsa luminosità Gli animali notturni, come il gatto o la civetta, hanno occhi specializzati per vedere con un minimo di radiazione. Questo tipo di visione è detto scotopico. Invece gli animali diurni hanno una visione fotopica. Questa esperienza serve a far capire la differenza fra la visione in luce diurna e quella in condizioni di scarsa luminosità. Si avrà così l'occasione di introdurre il diverso ruolo svolto dai coni e dai bastoncelli. Capire i meccanismi della visione in condizione di scarsa luminosità 9

11 10 Materiale Occorrente: Oggetti di vario colore Lampadina regolabile Procedimento: 1. Si rende una stanza il più possibile buia 2. Si entra nella stanza provenendo da un ambiente illuminato e si rimane al buio per circa quindici minuti. Si osserva cosa succede. 3. Si accende la luce e la si spegne dopo un minuto. Si osserva di nuovo quello che succede. 4. Si osservano poi gli oggetti nella stanza guardandoli di fronte e poi con la coda dell'occhio. In quale dei due casi si riesce a vederli meglio? 5. Si prendono tre oggetti di vario colore e si osserva se si riesce a riconoscerli e a riconoscerne il colore. 6. Si varia lentamente l intensità luminosa della lampadina continuando ad osservare i colori e la forma degli oggetti. Domande che l insegnante potrebbe porre per far riflettere i ragazzi: Cosa vedi quando entri in una stanza buia? Riesci a muoverti facilmente in essa? Riesci a riconoscere gli oggetti posti nella stanza? Continui a vedere nello stesso modo anche dopo qualche minuto? Riesci ora a distinguere le forme degli oggetti? E i colori? Riesci a muoverti con facilità nella stanza? Dopo avere acceso e spento di nuovo la luce, devi attendere ancora lo stesso tempo di prima per abituarti al buio? Quando osservi un oggetto in presenza di pochissima luce lo vedi meglio guardandolo direttamente o con la coda dell'occhio? Riesci a distinguere i colori quando la luce è molto scarsa? Man mano che l'intensità della luce aumenta, i colori degli oggetti cambiano o rimangono uguali? Cosa dovrebbero notare: I ragazzi dovrebbero notare che se la stanza è buia, attendendo qualche minuto si avrà inizialmente una visione indistinta degli oggetti. Più passerà il tempo più si riusciranno a distinguere le forme degli oggetti, ma non i colori. Accendendo e spegnendo subito dopo la luce ci si abituerà al buio molto più velocemente. Si vede meglio un oggetto in penombra quando non lo si guarda direttamente. Quando la luce è fioca non si riescono a distinguere i colori: essi cambiano con l'intensità luminosa. In seguito a questa esperienza l insegnante potrebbe far riflettere gli alunni circa la natura dei colori. Per i ragazzi è spesso difficile comprendere che il colore è determinato da più elementi che concorrono tra loro. Sarebbe utile far nascere negli alunni dei dubbi attraverso una serie di osservazioni nell'ambiente circostante, all'interno e all'esterno, in piena luce e in penombra, in diverse situazioni climatiche, in diversi momenti della giornata. Si può consigliare di registrare sul 10

12 11 quaderno il colore di alcuni oggetti che trovano regolarmente andando da casa a scuola nelle diverse ore della giornata e in diverse situazioni atmosferiche (sole, pioggia, nebbia), sforzandosi di descriverne il colore, anche con l'uso di disegni. E' molto probabile che i ragazzi descrivano il colore di uno stesso oggetto utilizzando una terminologia diversa oppure che lo riproducano in maniera differente. Ciò permette all'insegnante di sottolineare le difficoltà legate alla percezione e alla descrizione del colore per cui i ragazzi non saranno più sicuri di considerarlo come una proprietà posseduta dall'oggetto. Seconda fase Ogni gruppo presenterà il risultato delle esperienze alla classe magari attraverso l uso di cartelloni o presentazioni in power point (prodotte con l aiuto dell insegnante di educazione tecnica). Verrà animata una discussione in cui i ragazzi metteranno in luce le osservazioni e i dubbi circa i temi trattati. Terza fase Al termine di queste attività l insegnante dovrebbe presentare una spiegazione teorica del fenomeni indagati attraverso le esperienze, cercando di connetterla il più possibile con le conclusioni ottenute dai ragazzi. Struttura dell'occhio umano e meccanismo della visione fig. 1 l occhio L occhio umano è un organo approssimativamente sferico di diametro uguale a circa 23 mm. È costituito essenzialmente dai seguenti "componenti": un sistema ottico, un sistema di messa a fuoco, l iride, la pupilla e la retina. La parte esterna e' formata da tre strati di tessuto, partendo dall'esterno: La sclera, un rivestimento protettivo che ricopre circa l'80% della superficie oculare. E' unita alla cornea nella parte anteriore. La coroide, molto ricca di vasi sanguigni, che riveste il 60% posteriore del bulbo oculare. E' unita al corpo ciliare 11

13 12 L'iride che si trova nella parte anteriore dell'occhio.?! Il sistema ottico assicura la formazione dell'immagine e comprende in particolare: la cornea, l'umore acqueo, il cristallino e l'umore vitreo (fig. 1). Tale sistema proietta sulla retina un'immagine capovolta e rimpiccolita (fig. 2). È compito del cervello raddrizzare le immagini evitando così che il mondo "venga visto alla rovescia". fig. 2 immagine proiettata sulla retina Il funzionamento del sistema ottico si può spiegare come segue: da ogni punto della zona circostante all'oggetto l'occhio riceve un fascio di raggi luminosi divergenti. Il cristallino, che può essere paragonato ad una lente biconvessa, concentra tutti i raggi procedenti da ogni punto dell'oggetto in un punto della retina. Si forma così un gran numero di punti immagine che, insieme, costituiscono l'immagine retinica dell'oggetto. La cornea è una membrana trasparente, più convessa rispetto al resto dell'occhio, costituita da cinque strati, attraverso la quale la luce penetra all'interno dell'occhio per finire sulla retina. Dietro la cornea c'è una cavità (camera anteriore) che contiene un liquido trasparente e acquoso, l'umor acqueo. Subito dietro c'è il cristallino, che, come detto, rappresenta la lente dell'occhio. Il cristallino è una struttura somigliante a una sfera schiacciata formata da un gran numero di fibre trasparenti disposte in strati; è circondato dal muscolo ciliare, di forma circolare, a cui è collegato da alcuni legamenti. Insieme ai tessuti circostanti, il muscolo ciliare forma il corpo ciliare che, appiattendo il cristallino o arrotondandolo, ne modifica la lunghezza focale, cioè la distanza alla quale esso mette a fuoco le immagini. Si comporta come un obiettivo fotografico, ma senza spostamenti meccanici di parti lungo l'asse ottico. Dietro il cristallino, il bulbo oculare contiene una sostanza gelatinosa trasparente, l'umor vitreo, racchiusa da uno strato membranoso sottile, la membrana ialoidea. La pressione dell'umor vitreo mantiene il bulbo oculare disteso. Il sistema di messa a fuoco è costituito dal cristallino e da una serie di piccoli muscoli. Esso permette di ottenere un'immagine nitida qualunque sia la distanza tra l'occhio e l'oggetto (fig. 3). L'occhio si adatta automaticamente alla distanza fra il cristallino e l'oggetto; questa facoltà va sotto il nome di accomodamento. Quando l'occhio è in riposo la curvatura del cristallino è pressoché nulla e l'occhio stesso è "a fuoco" per l'osservazione di oggetti all'infinito. Con questo accomodamento tutti gli oggetti a distanza maggiore di 6 m sono visti con nitidezza. Per osservare oggetti a distanza minore di 6 m i muscoli cosiddetti ciliari si contraggono aumentando il raggio di curvatura del cristallino che diviene sufficientemente convesso in modo da fornire, anche in questo caso, un'immagine nitida. L'iride, si trova dietro la cornea e davanti al cristallino, è una membrana muscolare, non trasparente, che presenta un'apertura circolare al centro, la pupilla. Il suo compito è quello di regolare la quantità di luce che entra nell'occhio: si comporta come il diaframma nella fotografia tradizionale. L iride inoltre determina il colore dei nostri occhi in base alla pigmentazione di cui e' formata. 12

14 13 fig. 3 sistema di messa a fuoco La retina (fig. 4) costituisce il cuore dell'occhio, uno strato di 0,2 mm. Si comporta come una pellicola fotografica adatta a ricevere impressioni sia in bianco - nero che a colori. È, infatti, una membrana fotosensibile, formata in gran parte da cellule nervose stratificate che poggiano, dal lato esterno della retina, su uno strato pigmentato. fig. 4 la retina Queste cellule si distinguono, a seconda del loro aspetto e della loro funzione, in: coni (fig. 5) responsabili della visione diurna (detta fotopica), permettono un'alta acutezza visiva. Hanno la massima concentrazione nella fovea, fino a per millimetro 13

15 14 quadrato, e presiedono alla percezione del colore e alla nitidezza dei contrasti. Ciascun cono presente nella fovea è collegato ad una cellula nervosa: questa comunicazione diretta con il cervello ci dà la maggiore capacità di discriminazione dei dettagli. bastoncelli (fig. 5) che sono più sensibili dei precedenti alla luce e permettono la visione crepuscolare (detta scotopica) a scarsa acutezza visiva. Sia gli uni che gli altri hanno, infatti il potere di modificare la propria sensibilità a seconda che la luce disponibile sia poca o molta e contribuiscono così a realizzare l'adattamento dell'occhio. fig. 5 cono e bastoncelli Per distinguere i colori, i coni non sono tutti identici, infatti, ne sono presenti di tre tipi sensibili a tre colori fondamentali: il rosso, il verde e il blu. I tre tipi di coni, possiamo dire siano sintonizzati su differenti porzioni dello spettro visibile. coni "rossi": hanno un picco di assorbimento ad una lunghezza d'onda di 565 nm. coni "verdi": hanno un picco di assorbimento ad una lunghezza d'onda 535 nm. coni "blu": hanno un picco di assorbimento ad una lunghezza d'onda 440 nm. In ogni occhio vi sono circa 6 milioni di coni e 120 milioni di bastoncelli: un numero di elementi fotosensibili. I coni sono presenti in numero nettamente inferiore rispetto ai bastoncelli, ciò significa che il nostro occhio ha maggiore potere risolutivo per punti luminosi piuttosto che per punti colorati. Gli impulsi luminosi ricevuti dai coni e dai bastoncelli vengono trasmessi al cervello tramite il nervo ottico. I coni, colpiti dalla luce, subiscono una trasformazione chimica in seguito alla quale inviano un impulso nervoso al cervello che registra la presenza del colore. Il colore, quindi, non è una proprietà intrinseca dell oggetto ma è il risultato di processi che avvengono nel nostro occhio e nel nostro cervello, è una qualità della nostra sensazione, anche se esso dipende dalle proprietà fisiche della sorgente che illumina e dei corpi che vengono illuminati. 14

16 15 Sulla retina, in perfetta opposizione alla pupilla, si trova una piccola zona elissoidale di colore giallo, chiamata macula (fovea centralis), essa corrisponde alla zona di massima acutezza visiva dell'occhio, ossia con maggior concentrazione di coni. Nella fovea le cellule fotosensibili sono rappresentate, infatti, solo da coni. Allontanandosi dalla fovea, compaiono intorno ad essa sempre più bastoncelli che, procedendo verso la periferia della zona sensibile, sostituiscono i coni completamente, all'estremità esterna. Nel punto in cui il nervo ottico penetra nel bulbo oculare si trova una piccola zona rotonda di retina priva di cellule fotosensibili, la papilla ottica, che rappresenta il punto cieco dell'occhio. Quarta fase L insegnante potrà, quindi, chiedere a ciascun alunno di fare un lavoro di ricerca circa gli argomenti trattati, anche con l uso di internet e di alcuni libri che metterà a loro disposizione, al fine di poter dare una valutazione soggettiva a ciascuno studente. 15

I 3 COLORI PRIMARI I 3 COLORI SECONDARI + = + = + = I COLORI CALDI I COLORI FREDDI. I colori complementari. l arcobaleno!

I 3 COLORI PRIMARI I 3 COLORI SECONDARI + = + = + = I COLORI CALDI I COLORI FREDDI. I colori complementari. l arcobaleno! LA LUCE E IL COLORE Johannes Itten (Südernlinden, 11 novembre 1888 Zurigo, 25 marzo 1967) è stato un pittore, designer e scrittore svizzero, ricordato come teorico del colore. Il cerchio esterno contiene

Dettagli

LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LE LENTI E L OCCHIO UMANO Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LE LENTI E LE LORO PROPRIETÀ Una lente è uno strumento costituito da un mezzo trasparente delimitato da due superfici curve, oppure da una

Dettagli

Strumenti ottici Gli strumenti ottici sono sistemi ottici progettati allo scopo di aumentare il potere risolutivo dell'occhio. Trattiamo per primo,

Strumenti ottici Gli strumenti ottici sono sistemi ottici progettati allo scopo di aumentare il potere risolutivo dell'occhio. Trattiamo per primo, Strumenti ottici Gli strumenti ottici sono sistemi ottici progettati allo scopo di aumentare il potere risolutivo dell'occhio. Trattiamo per primo, come strumento ottico proprio l occhio. Schema dell occhio

Dettagli

Definizioni riguardo alle lenti sferiche Una lente è un mezzo trasparente limitato da due superfici di cui almeno una curva.

Definizioni riguardo alle lenti sferiche Una lente è un mezzo trasparente limitato da due superfici di cui almeno una curva. 1 Le lenti Definizioni riguardo alle lenti sferiche Una lente è un mezzo trasparente limitato da due superfici di cui almeno una curva. Si chiama asse ottico della lente la retta che congiunge i centri

Dettagli

OTTICA DELLA VISIONE. Disegno schematico dell occhio umano

OTTICA DELLA VISIONE. Disegno schematico dell occhio umano OTTICA DELLA VISIONE Disegno schematico dell occhio umano OTTICA DELLA VISIONE Parametri fisici Raggio di curvatura (cm) Cornea 0.8 Anteriore del cristallino Posteriore del cristallino.0 0.6 Indice di

Dettagli

sezione afferente sensi speciali vista

sezione afferente sensi speciali vista sezione afferente sensi speciali vista 1 anatomia macroscopica strato di recettori sistema di lenti sistema di nervi corteccia visiva, Ø elaborazione informazione 2 anatomia macroscopica tre strutture

Dettagli

La visione. Visione biologica ed elaborazione delle immagini

La visione. Visione biologica ed elaborazione delle immagini La visione Stefano Ferrari Università degli Studi di Milano stefano.ferrari@unimi.it Elaborazione delle immagini anno accademico 2009 2010 Visione biologica ed elaborazione delle immagini La percezione

Dettagli

1 p. 1 q 1 R. altrimenti se il mezzo circostante ha un indice di rifrazione n 0. , al posto di n si deve usare

1 p. 1 q 1 R. altrimenti se il mezzo circostante ha un indice di rifrazione n 0. , al posto di n si deve usare 2 Lenti Le lenti sono costituite da un mezzo rifrangente, di indice di rifrazione n, omogeneo, delimitato da superfici sferiche nel caso in cui il mezzo circostante é l aria: l equazione delle lenti é

Dettagli

Formula lenti sottili

Formula lenti sottili Formula lenti sottili p f q Oggetto Immagine per convenzione p>0 se sta a sinistra della lente (spazio degli oggetti ); p0 se sta a destra della lente (spazio delle immagini

Dettagli

Università Telematica Pegaso. Indice

Università Telematica Pegaso. Indice L'OCCHIO PROF.SSA AUSILIA ELCE Indice 1 INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3 2 IL PERCORSO DELLA LUCE ---------------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

L APPARATO VISIVO. Premessa. Ergonomia / Videoterminali / I Videoterminali/ VDT e salute

L APPARATO VISIVO. Premessa. Ergonomia / Videoterminali / I Videoterminali/ VDT e salute Ergonomia / Videoterminali / I Videoterminali/ VDT e salute L APPARATO VISIVO Premessa Le attività al videoterminale sono particolarmente rischiose per la vista, a causa della necessità di concentrare

Dettagli

L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO

L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO L USO DEL MICROSCOPIO OTTICO Visualizzazione dei microrganismi La visualizzazione dei microrganismi richiede l uso del microscopio ottico o del microscopio elettronico. Il microscopio ottico composto in

Dettagli

09/10/15. 1 I raggi luminosi. 1 I raggi luminosi. L ottica geometrica

09/10/15. 1 I raggi luminosi. 1 I raggi luminosi. L ottica geometrica 1 I raggi luminosi 1 I raggi luminosi Per secoli si sono contrapposti due modelli della luce il modello corpuscolare (Newton) la luce è un flusso di particelle microscopiche il modello ondulatorio (Christiaan

Dettagli

Ottica geometrica. Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile)

Ottica geometrica. Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile) Ottica geometrica Propagazione per raggi luminosi (pennello di luce molto sottile) All interno di un mezzo omogeneo la propagazione e rettilinea: i raggi luminosi sono pertanto rappresentati da tratti

Dettagli

Università degli Studi di Milano. Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA. Anno accademico 2013/14. Figure utili da libri di testo

Università degli Studi di Milano. Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA. Anno accademico 2013/14. Figure utili da libri di testo Università degli Studi di Milano Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA Anno accademico 2013/14 Figure utili da libri di testo Onde & Oscillazioni Corso A Studenti con il cognome che

Dettagli

Come funzionano gli occhiali

Come funzionano gli occhiali Come funzionano gli occhiali 16 November 2016 Li usiamo tutti, ma sappiamo davvero come mai ci fanno vedere meglio? L occhio, un organo di senso Per capire come funzionano le lenti che correggono dall

Dettagli

il Microscopio Strumento di osservazione e di sperimentazione

il Microscopio Strumento di osservazione e di sperimentazione il Microscopio Strumento di osservazione e di sperimentazione Il microscopio è un occhio affascinante attraverso cui è possibile scoprire un nuovo mondo di sapere, un mondo popolato di esseri viventi e

Dettagli

LA LUCE. Perché vediamo gli oggetti Che cos è la luce La propagazione della luce La riflessione La rifrazione

LA LUCE. Perché vediamo gli oggetti Che cos è la luce La propagazione della luce La riflessione La rifrazione LA LUCE Perché vediamo gli oggetti Che cos è la luce La propagazione della luce La riflessione La rifrazione Perché vediamo gli oggetti? Perché vediamo gli oggetti? Noi vediamo gli oggetti perché da essi

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici

Fisica II - CdL Chimica. Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici Ottica geometrica In ottica geometrica si analizza la formazione di immagini assumendo che la luce si propaghi in modo rettilineo

Dettagli

Analisi visibilità notturna. ing. Fabio Monfreda Studio Tecnico Monfreda, membro EVU

Analisi visibilità notturna. ing. Fabio Monfreda Studio Tecnico Monfreda, membro EVU Analisi visibilità notturna ing. Fabio Monfreda Studio Tecnico Monfreda, membro EVU che si vede?????? 2 Umani soggettivi Costruttivi e funzionali del veicolo Ambientali oggettivi Fattori umani soggettivi

Dettagli

SPECCHI. Dalla posizione dell'immagine non emergono raggi luminosi; essa si trova sull'immaginario prolungamento dei raggi di luce riflessa.

SPECCHI. Dalla posizione dell'immagine non emergono raggi luminosi; essa si trova sull'immaginario prolungamento dei raggi di luce riflessa. SPECCHI SPECCHI PIANI Per specchio si intende un dispositivo la cui superficie è in grado di riflettere immagini di oggetti posti davanti a essa. Uno specchio è piano se la superficie riflettente è piana.

Dettagli

1ª lezione. Luce, occhio e visione. Corso di illuminotecnica

1ª lezione. Luce, occhio e visione. Corso di illuminotecnica Luce, e Corso di illuminotecnica In questa prima lezione esporremo i concetti essenziali relativi a: natura della luce; meccanismo della ; sensibilità dell'; La luce La luce è energia raggiante costituita

Dettagli

Università degli Studi di Milano. Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA. Anno accademico 2013/14. Figure utili da libri di testo

Università degli Studi di Milano. Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA. Anno accademico 2013/14. Figure utili da libri di testo Università degli Studi di Milano Dipartimento di Fisica Corso di laurea triennale in FISICA Anno accademico 2013/14 Figure utili da libri di testo Onde & Oscillazioni Corso A Studenti con il cognome che

Dettagli

Microscopia (specchi, lenti, ecc.) Principio generale per cui si creano le immagini nel nostro occhio:

Microscopia (specchi, lenti, ecc.) Principio generale per cui si creano le immagini nel nostro occhio: Microscopia (specchi, lenti, ecc.) Principio generale per cui si creano le immagini nel nostro occhio: Specchi piani O e un oggetto (= sorgente di luce), nel caso piu semplice e puntiforme Immagine virtuale

Dettagli

Prova associata al percorso Pillole di fisica per la biologia di Annalisa Salomone

Prova associata al percorso Pillole di fisica per la biologia di Annalisa Salomone Prova associata al percorso Pillole di fisica per la biologia di Annalisa Salomone Autore Annalisa Salomone Referente scientifico Michela Mayer Grado scolastico Scuola Secondaria di I grado Percorso collegato

Dettagli

VISTA ottica geometrica

VISTA ottica geometrica Corso di Laurea Specialistica in MEDICINA e CHIRURGIA corso integrato FISICA - disciplina FISICA VISTA ottica geometrica - ANATOMIA DELL'OCCHIO - SISTEMA OTTICO - ACUITA' VISIVA - DIFETTI OTTICI DELL'OCCHIO

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici

Fisica II - CdL Chimica. Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Strumenti ottici Ottica geometrica In ottica geometrica si analizza la formazione di immagini assumendo che la luce si propaghi in modo rettilineo

Dettagli

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2

OTTICA GEOMETRICA. Ovvero la retta perpendicolare alla superficie riflettente. Figura 1. Figura 2 OTTICA GEOMETRICA L ottica geometrica si occupa di tutta quella branca della fisica che ha a che fare con lenti, specchi, vetri e cose simili. Viene chiamata geometrica in quanto non interessa la natura

Dettagli

Un percorso di ottica parte III. Ottica ondulatoria

Un percorso di ottica parte III. Ottica ondulatoria Un percorso di ottica parte III Ottica ondulatoria Isabella Soletta Liceo Fermi Alghero Documento riadattato da MyZanichelli.it Questo simbolo significa che l esperimento si può realizzare con materiali

Dettagli

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006 a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Ottica 28/2/2006 Leggi dell ottica 1. Il raggio incidente, il raggio riflesso e il raggio rifratto giacciono sullo stesso piano 2.

Dettagli

Fondamenti di illuminotecnica. Laboratorio di illuminazione CORVO - Ispra

Fondamenti di illuminotecnica. Laboratorio di illuminazione CORVO - Ispra Fondamenti di illuminotecnica Laboratorio di illuminazione CORVO - Ispra Ispra, 24 novembre 2014 Luce Cos è la luce 1 nm = 10-9 m La luce è radiazione elettromagnetica, visibile all'uomo. la lunghezza

Dettagli

Foto di Ansel Adams FOTOGRAFARE: DISEGNARE CON LA LUCE

Foto di Ansel Adams FOTOGRAFARE: DISEGNARE CON LA LUCE Foto di Ansel Adams FOTOGRAFARE: DISEGNARE CON LA LUCE OCCHIO UMANO MACCHINA FOTOGRAFICA La struttura dell'occhio umano e della fotocamera sono molto simili. In entrambi i casi abbiamo un corpo cavo (globo

Dettagli

5 Lenti e Specchi. Formazione immagini Specchi Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali

5 Lenti e Specchi. Formazione immagini Specchi Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali Laboratorio di didattica della Fisica (III modulo): Metodologie di insegnamento del Laboratorio di Ottica Formazione immagini Specchi Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali 5

Dettagli

Istituto Comprensivo «Don Lorenzo Milani» AQUILEIA

Istituto Comprensivo «Don Lorenzo Milani» AQUILEIA Convegno per l educazione scientifica nella scuola primaria Udine, 19 20 marzo 2014 Istituto Comprensivo «Don Lorenzo Milani» AQUILEIA Il tema dei fenomeni ottici in prospettiva verticale Scuola Secondaria

Dettagli

Dr. Andrea Malizia Prof. Maria Guerrisi

Dr. Andrea Malizia Prof. Maria Guerrisi 1 Dr. Andrea Malizia Prof. Maria Guerrisi Parte 2 Indice di rifrazione e legge di Snell Riflessione totale e sua applicazione alle fibre ottiche Lenti sottili e diagrammi a raggi Equazioni delle lenti

Dettagli

Disturbi e malattie della vista dai 40 anni in poi

Disturbi e malattie della vista dai 40 anni in poi Disturbi e malattie della vista dai 40 anni in poi 9 September 2016 Dopo i 40 anni e nella terza età si possono presentare problemi della vista più o meno gravi: presbiopia, glaucoma, macula, pressione

Dettagli

RIFLESSIONE. Riflessione - 1/17

RIFLESSIONE. Riflessione - 1/17 RIFLESSIONE Sommario Leggi della riflessione... 2 Specchi piani... 3 Specchi sferici... 6 Lunghezza focale di specchi sferici... 9 Immagine generata da specchi sferici... 11 Ingrandimento generato da specchi

Dettagli

PARADOSSO DI MULLER LYER differenza fra lunghezza reale e apparente

PARADOSSO DI MULLER LYER differenza fra lunghezza reale e apparente PARADOSSO DI MULLER LYER differenza fra lunghezza reale e apparente a) Differenza fra lunghezza reale e apparente b) Illusione del binario ILLUSIONI IN AMBIENTE TRIDIMENSIONALE a) b) a IMMAGINE A DUE VIE:

Dettagli

Grafica ed interfacce per la comunicazione Scienze della Comunicazione

Grafica ed interfacce per la comunicazione Scienze della Comunicazione Grafica ed interfacce per la comunicazione Scienze della Comunicazione Paola Vocca Lezione 13: Conoscere l utente: visione Lucidi tradotti e adattati da materiale presente su http://www.hcibook.com/e3/resources/

Dettagli

RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO

RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO RIFLESSIONE TOTALE, DIOTTRO 11.1. In un parallelepipedo di quarzo (n q = 1.553) è scavato un cilindro di raggio R = 10 cm ripieno di acetone (n a = 1.358). Un fascio uniforme di luce di sezione LxL = 20x20

Dettagli

GLI ORGANI DI SENSO. L udito e l equilibrio

GLI ORGANI DI SENSO. L udito e l equilibrio GLI ORGANI DI SENSO Classe 3 a A I.C. Marconi-Oliva Locorotondo (BA) a.s. 2014-1015 L udito e l equilibrio L organo che è sede dell udito è l orecchio, distinto in tre parti: orecchio esterno, l orecchio

Dettagli

Ottica Geometrica. (λà 0 trascuriamo i fenomeni di diffrazione )

Ottica Geometrica. (λà 0 trascuriamo i fenomeni di diffrazione ) Ottica Geometrica Ottica Geometrica Metodo approssimato che permette di studiare il comportamento della luce quando incontra discontinuità nello spazio in cui si propaga, nei casi in cui la lunghezza d

Dettagli

Introduzione al formalismo della meccanica quantistica. Scheda Studente

Introduzione al formalismo della meccanica quantistica. Scheda Studente Introduzione al formalismo della meccanica quantistica Scheda Studente 1 Scheda I 1. Quali esperienze che permettono di indagare la struttura della materia conosci? Se non ne conosci, quali sarebbero a

Dettagli

Abbiamo scoperto che la luce viaggia IN LINEA RETTA

Abbiamo scoperto che la luce viaggia IN LINEA RETTA Abbiamo scoperto che la luce viaggia IN LINEA RETTA Scuola primaria «Calvino» - Moncalieri - Laboratorio "LUCE E VISIONE" con Rosanna Petiti e Angela Cane 1 Abbiamo provato a far passare la luce di una

Dettagli

Unità 9. I raggi luminosi

Unità 9. I raggi luminosi Unità 9 I raggi luminosi 1. La luce La luce è un'onda elettromagnetica, ma per studiare alcuni fenomeni ottici basta considerarla un insieme di raggi luminosi. Un raggio luminoso è un fascio di luce molto

Dettagli

Un percorso di ottica parte II

Un percorso di ottica parte II Un percorso di ottica parte II Isabella Soletta Liceo Fermi Alghero Documento riadattato da MyZanichelli.it Questo simbolo significa che l esperimento si può realizzare con materiali o strumenti presenti

Dettagli

1 S/f. M = A t = A + CT = 1 S f

1 S/f. M = A t = A + CT = 1 S f Ot Una lente sottile con focale f 50 mm è utilizzata per proiettare su di uno schermo l immagine di un oggetto posto a 5 m. SI determini la posizione T dello schermo e l ingrandimento che si ottiene La

Dettagli

L immagine. Meccanismi della visione umana Come si genera un immagine Caratteristiche dell acquisizione L immagine digitale

L immagine. Meccanismi della visione umana Come si genera un immagine Caratteristiche dell acquisizione L immagine digitale L immagine Meccanismi della visione umana Come si genera un immagine Caratteristiche dell acquisizione L immagine digitale Da dove vengono le immagini? Il principale (e più familiare, in quanto legato

Dettagli

LE LENTI GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI UNA LENTE

LE LENTI GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI UNA LENTE LE LENTI Le lenti sono corpi omogenei trasparenti costituiti da due superfici curve oppure una curva e una piana; di solito si utilizzano sistemi di lenti con superfici sferiche, attraverso cui la luce

Dettagli

La luce Pagina 1 di 12. I raggi di luce

La luce Pagina 1 di 12. I raggi di luce La luce Pagina di I raggi di luce L ottica è quella parte della fisica che studia la propagazione della luce e la sua interazione con i corpi materiali. L esperienza comune ci consente di affermare che

Dettagli

} I suoi sono. percepiti dalle orecchie, ciascun orecchio è formato da tre parti: orecchio esterno, quello medio e quello interno.

} I suoi sono. percepiti dalle orecchie, ciascun orecchio è formato da tre parti: orecchio esterno, quello medio e quello interno. } I suoi sono percepiti dalle orecchie, ciascun orecchio è formato da tre parti: orecchio esterno, quello medio e quello interno. } È formato da padiglione auricolare, dal condotto uditivo e dalla membrana

Dettagli

Formazione dell'immagine

Formazione dell'immagine Ottica geometrica Percepiamo la luce perché ci arriva direttamente dalla sorgente oppure riflessa dagli oggetti L'emissione della luce è complessa da capire, mentre la propagazione è, di solito, più semplice

Dettagli

ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA

ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA ACUITÀ VISIVA, DIOTTRIE E LENTI CORRETTIVE: TUTTO CIÒ CHE NON SERVE SAPERE PER GUARIRE LA VISTA Ci proponiamo in questo articolo di gettare luce su tre argomenti sempre molto confusi e malcompresi: l acuità

Dettagli

DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI. Cap.5 STRUMENTI OTTICI

DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI. Cap.5 STRUMENTI OTTICI DISPENSE DI PROGETTAZIONE OTTICA PROGETTAZIONE DI STRUMENTI OTTICI Cap.5 STRUMENTI OTTICI Ing. Fabrizio Liberati Cap. 5 STRUMENTI OTTICI Gli strumenti ottici utilizzati direttamente dall occhio umano,

Dettagli

Prova associata al percorso La rifrazione di Annalisa Salomone

Prova associata al percorso La rifrazione di Annalisa Salomone Prova associata al percorso La rifrazione di Annalisa Salomone Autore Annalisa Salomone Referente scientifico Michela Mayer Grado scolastico Scuola Secondaria di II grado Percorso collegato La rifrazione

Dettagli

QUADERNO DIDATTICO DELL INSEGNANTE STEFANIA MARCHI CLASSE VB SCUOLA PRIMARIA DI AQUILEIA I. C. DON LORENZO MILANI AQUILIEIA

QUADERNO DIDATTICO DELL INSEGNANTE STEFANIA MARCHI CLASSE VB SCUOLA PRIMARIA DI AQUILEIA I. C. DON LORENZO MILANI AQUILIEIA QUADERNO DIDATTICO DELL INSEGNANTE STEFANIA MARCHI CLASSE VB SCUOLA PRIMARIA DI AQUILEIA I. C. DON LORENZO MILANI AQUILIEIA OBIETTIVI OGGETTO DI VALUTAZIONE REGISTRO DELLE ATTIVITÁPROPOSTE DALL INSEGNANTE

Dettagli

Direzione Didattica V Circolo di Caserta Don Lorenzo Milani. Il Corpo Umano. Classe 5^ A (A.S. 2015/2016)

Direzione Didattica V Circolo di Caserta Don Lorenzo Milani. Il Corpo Umano. Classe 5^ A (A.S. 2015/2016) Direzione Didattica V Circolo di Caserta Don Lorenzo Milani Classe 5^ A (A.S. 2015/2016) Docente Neoassunta : Ornella Saccone Docente Tutor : Antonella Feola La cellula I Tessuti e gli organi I sistemi

Dettagli

Sorgenti di luce Colori Riflettanza

Sorgenti di luce Colori Riflettanza Le Schede Didattiche di Profilocolore IL COLORE Sorgenti di luce Colori Riflettanza Rome, Italy 1/37 La luce: natura e caratteristiche La luce è una radiazione elettromagnetica esattamente come lo sono:

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH)

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH) ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di Scuola dell Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di 1 grado San Giovanni Teatino (CH) CURRICOLO A.S. 2012-1013 CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA COMPETENZE TRAGUARDI

Dettagli

VINCI FINE INSTRUMENTS MONTEROTONDO ROMA Tel mail web : https//

VINCI FINE INSTRUMENTS MONTEROTONDO ROMA Tel mail web : https// UnitÄ fotometriche: lumen, candele, lux. Con la comparsa nel mercato di lampade e lampadine a LED sono diventati comuni anche i termini di lumen, candele e lux. UnitÄ di misura fotometriche molto importanti

Dettagli

Misurare la lunghezza focale di uno specchio Newton

Misurare la lunghezza focale di uno specchio Newton Misurare la lunghezza focale di uno specchio Newton Da gerlos http://gerlos.altervista.org/misurare-lunghezza-focale-specchio-newton In questa pagina mostro un semplice metodo per misurare la lunghezza

Dettagli

1. Microscopio in campo chiaro 2. Microscopio in campo oscuro 3. Microscopio in contrasto di fase 4. Microscopio ad interferenza 5.

1. Microscopio in campo chiaro 2. Microscopio in campo oscuro 3. Microscopio in contrasto di fase 4. Microscopio ad interferenza 5. Principali tipi di microscopi 1. Microscopio in campo chiaro 2. Microscopio in campo oscuro 3. Microscopio in contrasto di fase 4. Microscopio ad interferenza 5. Microscopio a contrasto di fase interferenziale

Dettagli

Materiale e strumentazione

Materiale e strumentazione LABORATORIO Materiale e strumentazione Trattandosi di esercitazioni svolte in un laboratorio biologico, è buona norma munirsi di camice e guanti monouso. Le esercitazioni proposte in codesto testo non

Dettagli

Titolo: Occhiali da vista

Titolo: Occhiali da vista Plan Titolo: Occhiali da vista Argomenti: Occhiali da vista Tempo: 90 minuti (2 lezioni) Età:15 16 anni Differenziazione: Linee guida, supporti ICT, etc.: Agli alunni più capaci può essere richiesto di

Dettagli

ESPERIENZE CON GLI SPECCHI PIANI

ESPERIENZE CON GLI SPECCHI PIANI 1. Qual è la posizione dell immagine fornita da uno specchio piano? Di che tipo di immagine si tratta? Disponi il cilindro giallo dietro lo specchio, in modo che coincida con l immagine riflessa del cilindro

Dettagli

Lezione 22 - Ottica geometrica

Lezione 22 - Ottica geometrica Lezione 22 - Ottica geometrica E possibile, in certe condizioni particolari, prescindere dal carattere ondulatorio della radiazione luminosa e descrivere la propagazione della luce usando linee rette e

Dettagli

STUDIO della RIFRAZIONE

STUDIO della RIFRAZIONE STUDIO della RIFRAZIONE Presentazione Possiamo vedere ogni oggetto anche se non emette luce propria. I corpi, infatti, sono in grado di riflettere la luce che li "colpisce", verso i nostri occhi. Talvolta,

Dettagli

MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE

MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE MISURA DI LUNGHEZZE D ONDA CON UNO SPETTROSCOPIO A RETICOLO DI DIFFRAZIONE Il reticolo di diffrazione può essere utilizzato per determinare la lunghezza d onda di una radiazione monocromatica. Detto d

Dettagli

Istituto Comprensivo di Sissa Trecasali Allegato 2.E al Piano Triennale dell Offerta Formativa 2016/19 CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA

Istituto Comprensivo di Sissa Trecasali Allegato 2.E al Piano Triennale dell Offerta Formativa 2016/19 CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA CURRICOLO DI SCIENZE SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI FORMATIVI TRAGUARDI Obiettivi riferiti all intero percorso della scuola dell infanzia OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO COMPETENZE Osservare con attenzione

Dettagli

LUCE E OSSERVAZIONE DEL COSMO

LUCE E OSSERVAZIONE DEL COSMO LUCE E OSSERVAZIONE DEL COSMO ALUNNI CLASSI QUINTE SAN BERARDO Ins. DE REMIGIS OSVALDO Ins.SANTONE M. RITA CHE COS E LA LUCE? Perché vediamo gli oggetti? Che cos è la luce? La propagazione della luce

Dettagli

OTTICA ONDE INTERFERENZA DIFFRAZIONE RIFRAZIONE LENTI E OCCHIO

OTTICA ONDE INTERFERENZA DIFFRAZIONE RIFRAZIONE LENTI E OCCHIO OTTICA ONDE INTERFERENZA DIFFRAZIONE RIFRAZIONE LENTI E OCCHIO 1 INTERFERENZA Massimi di luminosità Onda incidente L onda prodotta alla fenditura S0, che funge da sorgente, genera due onde alle fenditure

Dettagli

La Percezione Dei Colori

La Percezione Dei Colori La Percezione Dei Colori PRINCIPI BASE DELLA PERCEZIONE DEI COLORI LA TRICROMIA PROCESSI OPPONENTI VEDIAMO GLI STESSI COLORI? STEFANO ZUCCALA IL COLORE NON È UNA PROPRIETÀ FISICA DELL AMBIENTE, MA PIUTTOSTO

Dettagli

Quando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda incidente

Quando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda incidente OTTICA FISICA Quando lungo il percorso della luce vi sono fenditure ed ostacoli con dimensioni dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda incidente gli effetti sperimentali non sono spiegabili

Dettagli

La teoria del colore

La teoria del colore La teoria del colore Il colore è un aspetto della percezione visiva e la sua valutazione avviene in maniera del tutto soggettiva. E necessaria dunque una caratterizzazione che consenta di identificare

Dettagli

Unità didattica 9. Nona unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Unità didattica 9. Nona unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia Unità didattica 9 La radiazione visibile.... 2 L ottica.... 3 Velocità della luce... 4 La riflessione.. 5 Riflessione negli specchi piani.. 6 Riflessione negli specchi curvi..... 7 Formazione dell immagine

Dettagli

Corso di Visione Artificiale. Camera. Samuel Rota Bulò

Corso di Visione Artificiale. Camera. Samuel Rota Bulò Corso di Visione Artificiale Camera Samuel Rota Bulò Prima fotografia Era noto sin dal medioevo che certi sali di argento si oscurano velocemente sotto la luce del sole. Nel 1826 Niepce ottenne la prima

Dettagli

L'occhio umano e le malattie

L'occhio umano e le malattie Calonghi Giovanna - L'occhio umano e le malattie 1 / 7 Elaborato per l'esame " Didattica e Laboratorio di Fisica, classe 59" Prof. Miranda Pilo, Dott. Maria Teresa Tuccio Specializzanda: Calonghi Giovanna

Dettagli

Endoscopio standard. Principio di funzionamento

Endoscopio standard. Principio di funzionamento Principio di funzionamento Endoscopio standard L endoscopio risulta fondamentalmente costituito da una guaina esterna rigida (il tubo), di lunghezza variabile, alla cui estremità anteriore incorpora un

Dettagli

Ottica fisiologica, ovvero perché funzionano i Google Glass (parte 2)

Ottica fisiologica, ovvero perché funzionano i Google Glass (parte 2) Ottica fisiologica, ovvero perché funzionano i Google Glass (parte 2) Corso di Principi e Modelli della Percezione Prof. Giuseppe Boccignone Dipartimento di Informatica Università di Milano boccignone@di.unimi.it

Dettagli

La luce in fisica. Come percepiamo la luce.

La luce in fisica. Come percepiamo la luce. La luce in fisica. Come percepiamo la luce. La luce: fisiologia e psicologia - l occhio iride L occhio è l organo che trasforma la luce in impulsi i nervosi. pupilla sclera iride E un bulbo approssimativa-

Dettagli

tradizione e rivoluzione nell insegnamento delle scienze Istruzioni dettagliate per gli esperimenti mostrati nel video Colori e Spettri

tradizione e rivoluzione nell insegnamento delle scienze Istruzioni dettagliate per gli esperimenti mostrati nel video Colori e Spettri tradizione e rivoluzione nell insegnamento delle scienze Istruzioni dettagliate per gli esperimenti mostrati nel video Colori e Spettri prodotto da Reinventore con il contributo del MIUR per la diffusione

Dettagli

5 Fondamenti di Ottica

5 Fondamenti di Ottica Laboratorio 2B A.A. 2012/2013 5 Fondamenti di Ottica Formazione immagini Superfici rifrangenti Lenti sottili Lenti spessi Punti cardinali Ottica geometrica In ottica geometrica si analizza la formazione

Dettagli

Dimensioni delle sensazioni

Dimensioni delle sensazioni Dimensioni delle sensazioni SPAZIO dove? TEMPO quando? INTENSITA QUALITA quanto?? Modalità sensoriali Qualità Qualità Qualità I sistemi sensoriali Tipo di energia Modalità Stimoli Luminosa Vista Energia

Dettagli

Esercizi di Fisica LB - Ottica

Esercizi di Fisica LB - Ottica Esercizi di Fisica LB - Ottica Esercitazioni di Fisica LB per ingegneri - A.A. 2003-2004 Esercizio Un sistema ottico centrato è costituito (da sinistra a destra) da una lente sottile biconcava (l indice

Dettagli

PON C1 La vita: da una goccia di acqua a Gli strumenti ottici

PON C1 La vita: da una goccia di acqua a Gli strumenti ottici Scuola Secondaria di I Grado MICHELANGELO - Bari PON C1 La vita: da una goccia di acqua a Gli strumenti ottici Prof.ssa Anna Maria D Orazio Il MICROSCOPIO e uno strumento che consente di osservare oggetti

Dettagli

La rifrazione della luce

La rifrazione della luce La rifrazione della luce E. Modica erasmo@galois.it Istituto Provinciale di Cultura e Lingue Ninni Cassarà A.S. 2010/2011 Il bastone spezzato La rifrazione e le sue leggi Il bastone spezzato Definizione

Dettagli

Un percorso di ottica

Un percorso di ottica Un percorso di ottica Isabella Soletta Liceo Fermi Alghero Documento riadattato da MyZanichelli.it Questo simbolo significa che l esperimento si può realizzare anche a casa con materiali di facile reperibilità

Dettagli

ORGANI DI SENSO. Prof.ssa S. Di Giulio

ORGANI DI SENSO. Prof.ssa S. Di Giulio Prof.ssa S. Di Giulio Le cellule del nostro corpo deputate alla ricezione degli stimoli provenienti dall ambiente esterno sono chiamate RECETTORI: Fotorecettori: sensibili agli stimoli luminosi Termorecettori:

Dettagli

Esperimento sull ottica

Esperimento sull ottica Esperimento sull ottica Gruppo: Valentina Sotgiu, Irene Sini, Giorgia Canetto, Federica Pitzalis, Federica Schirru, Jessica Atzeni, Martina Putzu, Veronica, Orgiu e Deborah Pilleri. Teoria di riferimento:

Dettagli

SISTEMA VISIVO OCCHIO VIE VISIVE AREE VISIVE DEL CERVELLO. cattura la luce e la converte in segnali nervosi

SISTEMA VISIVO OCCHIO VIE VISIVE AREE VISIVE DEL CERVELLO. cattura la luce e la converte in segnali nervosi IL SISTEMA VISIVO SISTEMA VISIVO OCCHIO cattura la luce e la converte in segnali nervosi VIE VISIVE trasmettono i segnali dall occhio al cervello AREE VISIVE DEL CERVELLO interpretano i segnali OCCHIO

Dettagli

Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica

Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica Università degli Studi di Palermo Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Fisica Progetto Lauree Scientifiche Laboratorio di Ottica, Spettroscopia, Astrofisica Antonio Maggio

Dettagli

Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione. Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo

Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione. Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo ESPERIENZA 7 Effetto convergente di uno specchio concavo: osservazione 1. Argomenti Dimostrare la riflessione di raggi paralleli su uno specchio concavo 2. Montaggio Fig. 1 3. Note al montaggio 3.1 Fissare

Dettagli

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico

Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema. Laboratori del Sapere Scientifico Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico 1 Dentro e Fuori il Volume! LABORATORI DEL SAPERE SCIENTIFICO

Dettagli

ANATOMIA E FISIOLOGIA OCULARE. L occhio. L occhio. Il vero trasduttore è la retina; tutto il resto serve a:

ANATOMIA E FISIOLOGIA OCULARE. L occhio. L occhio. Il vero trasduttore è la retina; tutto il resto serve a: ANATOMIA E FISIOLOGIA OCULARE Dr. Umberto Benelli U.O. Oculistica Universitaria L occhio L occhio è un trasduttore che: Trasforma in segnale bioelettrico i fotoni che provengono dal mondo esterno (oggetti)

Dettagli

I sensori, in quanto interfaccia tra l ambiente esterno e i sistemi di. elaborazione e gestione, hanno un profondo impatto su prodotti di larga

I sensori, in quanto interfaccia tra l ambiente esterno e i sistemi di. elaborazione e gestione, hanno un profondo impatto su prodotti di larga CAPITOLO 1 INTRODUZIONE AI SENSORI IN FIBRA OTTICA 1.1 La sensoristica 1.1.1. Generalità I sensori, in quanto interfaccia tra l ambiente esterno e i sistemi di elaborazione e gestione, hanno un profondo

Dettagli

Scuola di Fotografia

Scuola di Fotografia Scuola di Fotografia Divieto di riproduzione parziale o totale con qualsiasi mezzo del contenuto di questo documento. Il suo utilizzo è da intendersi a solo scopo personale ed è vietata la sua diffusione.

Dettagli

CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017

CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017 SCHEDA PROGRAMMAZIONE PER COMPETENZE DISCIPLINARI CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE I SCUOLA PRIMARIA Anno scolastico 2016/2017 Osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e

Dettagli

Il microscopio ottico

Il microscopio ottico Il microscopio ottico Definizione Il microscopio (dal greco: μικρόν mikrón "piccolo" e σκοπεῖν skopéin "guardare") è uno strumento che consente di decifrare e ingrandire oggetti di piccole dimensioni per

Dettagli

I prolungamenti di due raggi riflessi si incrociano in un punto che diventa l'immagine dell'oggetto.

I prolungamenti di due raggi riflessi si incrociano in un punto che diventa l'immagine dell'oggetto. Riflessione e specchi Immagini reali e immagini virtuali Abbiamo applicato le leggi della riflessione per studiare le immagini che si vengono a creare in presenza di uno specchio piano. L'immagine che

Dettagli

PERCORSO DIDATTICO VERTICALE: CLASSE II SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

PERCORSO DIDATTICO VERTICALE: CLASSE II SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Presidio: Napoli Area Metropolitana Presidio: Napoli Area Metropolitana Piano ISS Insegnare Scienze Sperimentali L.S.S. Caccioppoli di Napoli Via Nuova Del Campo, 22/R Tel 081-7805620 fax. 081-7511988

Dettagli